BULLETTINO DELLA SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA ANNO TRENTASETTESIMO (XXXVII) ^^l'OGRAFIA DI M. ’V’ia S. Gallo, N. 31. -, v^.' 146453 MATERIALI PER LA CONOSCENZA DELLA FAUNA ERITREA INSETTI Ord. IMENOTTERI Parte I. ram. MUTILLIDI PEL Dott. Paolo Magrktti (Con 14 figure intercalate nel testo). Quella regione del continente africano che si estende fra il 18° ed il 14° di lat. nord ed il 37° e 43° di long, orient. (merid. di Greenwich) e che ora, sotto il nome di Eritrea^ forma nella massima parte un ampio lembo di suolo italiano, per un complesso di circostanze climatolo- giche, orografiche ed idrografiche offerse ed offre tutt’ora un vastissimo campo a naturali meraviglie ed a raccolte e scoperte di tipi e novità che interessano in particolar modo la scienza zoologica. Per essere questa una regione fra le più calde dell’Africa e forse anche del mondo, con una flora multiforme, emi- nentemente equatoriale, la sua fauna non può a meno di riescire varia ed interessantissima. Celebri per l’ illustrazione scientifica dei paesi d’Abis- sinia e circonvicini, sono le magistrali opere che ricordano, fra altri, in particolare i nomi di Brace (1768-1790), Hem- prich ed Ehrenberg (1820-1825), Riippel (1831-1833), Le- fèbure (1839-1843), Ferret et Gallinier (1847), Massaja — 4 — (1846-1868), Heuglin (1852), von Peters (1855-1862), Brehm (1863), Schweinfuhrt (1863-1892), Rohlfs (1868), Blanford (1868-1870), Baron von der Decken (1869), Antinori, Bec- cari, Issel (1870-1877j, Klusinger (1877-1879), Stanley (1870-1890), Raffray, Révoil (1880), Teleki (1889), e più recentemente nelle spedizioni ai paesi somali e galla, colle famose esplorazioni del Griuba e dell’ Omo, onore e vanto soprattutto di viaggiatori italiani, coi nomi dei compianti Principe Don Eugenio Ruspoli e Gap. V. Bottego, come dei sopravviventi Ing. Bricchetti Robeccbi, Gap. U. Per- randi, dei Tenenti G. Gitemi, L. Yannutelli, poi infine Do- naldson Smith, Peel e qualche altro fra gli stranieri. Troppo vasto e sconfinato s’ è fatto oramai il campo aperto agli studi zoologici perchè i cultori di questi non dovessero specializzare le loro ricerche, e così nell’ intento di viepiù giovare alla scienza, circoscriverne la cerchia a più delimitati confini. Assumono per questo una parti- colare importanza e maggior valore scientifico molti lavori monografici sia italiani che stranieri illustranti le faune dei Vertebrati oltre l’estesissima schiera di quelli riguardanti l’ immensa divisione degli Invertebrati, in particolare per la straordinariamente ricca sezione degli Artropodi. Per la classe degli Insetti in ispecial modo, le ricerche bibliografiche necessarie alla perfetta conoscenza di tutto quanto è stato pubblicato fino ad oggi, costituiscono una delle più indispensabili, ma insieme più lungamente penose e talvolta difficili, quanto più coscienziose, indagini anche per lo studioso e specialista sia pure d’ un sol ordine e perfino di una sola famiglia (1). L’ ordine degli Imenotteri, che tiene il primato nella classe degli Insetti, sia per la perfezione anatomica e fi- siologica che per mirabili funzioni biologiche, aumentò an- (1) Veggasi in fine l’elenco bibliografico per quanto riguarda la famiglia dei Mutillidi, per le sole pubblicazioni aventi attinenza colle faune africane. 5 — che sempre più in numero di specie tanto da stare a pari, se non superare quello già molto ricco dei Coleotteri. Ciò invero è dovuto alla continua e più estesa cognizione delle faune terrestri, per Tincremento negli studi di tal na- tura dato sopratutto dalla Germania, Francia, Inghilterra, oltre che dai ricchi mezzi onde fruiscono i grandiosi Istituti zoologici americani. Le scoperte di interessanti e nuove forme specifiche porgono occasione a riconoscere e stabilire caratteri di mag- giore costanza e valore morfologico, a far rilevare i pas- saggi graduati fra Puna e l’altra specie, da uno ad altro genere, da una ad altra famiglia ; sono un prezioso con- tributo alla conoscenza vie più completa di quella catena zoo-biologica che deve essere ognora continuo oggetto di osservazione e di studio per il vero zoologo. Pur troppo la non sempre esatta interpretazione che si suol dare oggidì della Biologia in Italia, distoglie e rende scarsa la schiera di siffatti studiosi. In generale, i più ferventi sostenitori della Biologia^ appunto per il loro esclusivismo, ne riescono in verità altrettanti detrattori, inquantochè ne attenuano l’importanza scientifica col limi- tarne di troppo l’orizzonte di studi e ricerche. All’entomologo, per esempio, che vuole accertare l’iden- tità d’ una specie, non affidandosi alla sola descrizione, sia per farne oggetto di ulteriore studio, sia per una più sicura assegnazione sistematica, faunistica o didattica, ac- cade ben frequentemente di dover ricorrere a studiosi stranieri, i quali si trovano sempre nelle fortunate condi- zioni di possedere notevoli materiali di confronto presso ricche collezioni private o Musei civici o nazionali. Ciò è dovuto al fatto, pur troppo vergognoso, che in Italia non si è ancora riusciti a comporre un Museo che risponda degnamente ai bisogni odierni della scienza che già si vanno a tenere in poco conto o lasciar estinguere preziose raccolte preesistenti od in via di formazione presso pubblici — 6 — Musei, sia a causa di incompetenti persone chiamate a di- rigerle, sia per un falso indirizzo che si vuol dare a tali Istituti da chi troppo pretende atteggiarsi a celebrità scientificamente innovatrice ! * * Volgono ormai più di quattro anni, dacché effettuata, con esito abbastanza felice, un’ escursione di circa tre mesi nella nostra Colonia, me ne tornava in patria con ricca messe di raccolte animali delle quali la maggior parte era costituita da insetti dell’ ordine degli Imenotteri ai quali da tempo ho precipuamente dedicato ogni cura e studio. Per varie circostanze e non ultime le ragioni più sopra esposte, non potei finora far noti i risultati delle mie caccio cosicché colla presente memoria do principio alla pubbli- cazione d’una prima parte, riguardante la famiglia dei Mu- tillidi il cui materiale^ come per le famiglie che spero il- lustrare in seguito, venne notevolpciente accresciuto con quello che mi pervenne da altri e che accolsi di buon grado per avere la possibilità di estendere l’esame ad un maggior numero di individui. Importantissima sopra tutte é la raccolta fatta in Colonia (per lo più nelle regioni dell’ Hamasén, del Seraé, del- l’ Acchelé - Gruzai , dell’ Assaorta e del Senahìt) dal Te nente medico Dott. A. Andreini negli anni 1900-1903 e da lui generosamente donata al R. Museo di Storia Na- turale di Firenze ; a questa si aggiunse poscia quanto di Imenotteri raccolse il Dott. Achille Telimi nella sua escur- sione in Colonia dall’ ottobre 1902 al marzo 1903 e che gentilmente mi venne comunicato dallo stesso ; né meno interessanti riuscirono per questa prima nota, i Matillidi raccolti dal Dott. V. Belli, già medico a Massaua, e per- venutimi a mezzo dell’ amico carissimo Prof. Alesssandro Q-higi. A tutto questo già copioso materiale formano inte- ressante complemento parecchi esemplari di diverse fami- _ 7 — glie procuratimi dalla ben nota e sempre squisita genti- lezza deliramico Gap. Cav. Lodovico Zambonelli residente all’ Asmara, ed altri ancora dagli egregi Capitani Arnaldo G-arelH da Adi-Cajeh ed Alfonso M. Tancredi da Adi-Ugri. M’ è quindi grato rivolgere qui ancora pubblici ringrazia- menti a tutti i nominati Signori, come pure un doveroso e cordiale ossequio a S. E. l’on. P. Martini R. Commissario civile e Governatore della Colonia, al Colonn. Conte A. Trombi che presiedeva al comando delle regie troppe d’ Africa, al Magg. Cav. Pietro Zanardi R. Commissario a Massaua, al Ten. ArtufPo comandante la Compagnia dei RR. Carabinieri, al Cap. Vittorio Fioccardi allora coman- dante lo squadrone di cavalleria indigena a Godofelassi, ed in generale all’ Ufficialità dell’ Asmara e dei presidi a Seganeiti, a Keren, ad Agordat, al Dott. E. Mozzetti, al Sig. Pietro Pillotti, al Sig. Giovanni Pietro Salvadei ed altri addetti pubblici funzionari civili della Colonia per le amabili ed indimenticabili accoglienze fattemi e per il loro concorso diretto od indiretto ad agevolare od accrescere le mie collezioni ed il materiale di studio. Ed è pure colla ben dovuta e sentita riconoscenza che mi piace qui ricor- dare anche i nomi di autorevoli persone ohe fin dal prin- cipio concorsero, con commendatizie ed appoggi morali, alla buona riuscita della mia spedizione, e sono: i nobili fratelli Giulio e Giuseppe Vigoni, il March. Sen. G. Boria, il Gen. L. Majnoni d’ Intignano, il Magg. P. Filippini, il Ten. Col. T. Folchi, il Cap. Cav. Ademollo, il Comm. Agnesa, il Conte. F. Scheibler. Nella mia escursione nella Colonia Eritrea dal gennaio al marzo 1900, attratto ancora dalla nera sfinge africana, ammirai per una seconda volta le splendide località di caccia, la varietà immensa di selvaggina ancora gustando le meraviglie, le novità, le sorprese che sempre si incon- trano in quelle incantevoli regioni. Salpato da Napoli il 10 gennaio, toccava Massaua il 21, e dopo qualche giorno — 8 — di sosta per approntare bagagli e munizioni, proseguiva per rinterno. Dell’ itinerario da me seguito in Colonia con accenni a varie raccolte di animali vertebrati fatte nelle diverse lo- calità di sosta o di passaggio, riferì già abbastanza detta- gliatamente, sulle indicazioni fornitegli, il Chiarissimo Professore ed amico carissimo Ferdinando Sordelli, diret- tore della Sezione zoologica del Museo civico di Storia naturale di Milano, in una sua pregevole nota sui Mam- miferi della fauna eritrea pubblicata negli « Atti della Società italiana di scienze naturali » (1). In questa memoria il dotto zoologo porge un elenco ragionato ed illustrato di una prima serie di Mammiferi da me o per mio mezzo donati, con altri animali di diverse classi, ad incremento delle collezioni del Museo civico di Storia naturale in Mi- lano e perchè formasse inizio nel detto Istituto cittadino d’ un SAGGIO DELLA FAUNA DELLA CoLONIA EeITREA. Altri contributi allo studio particolare per la conoscenza della fauna eritrea sopra materiali di varia provenienza porsero già in addietro il Dott. A. Del Prato (2), il Prof. P. Strobel (3), il Dott. E. Mozzetti (4), il Prof. Pica- glia (5), e recentemente anche su quelli da me raccolti, il Prof. M. Bezzi (6), il Sig. H. W. Bròlemann (7), il Dott. Ge- (1) Sordelli Prof. Ferdinando, Materiali per la conoscenza della fauna eri- trea, raccolti dal Dott. Paolo Magretti. — Mammiferi. — u Atti della Soc. it. di Se. Nat. «, Voi. XLl, 1902, p. 49-99, Tav. 2, 3, 4. (2) Del Prato Dott. Alberto, I vertebrati raccolti nella Colonia Eritrea dal Qap. V. Bottego, « Bull. Sez. fiorentina Società africana d’ Italia » Voi. VII, Firenze, 1891. — Id. Id. Vertebrati eritrei, aggiunta al Catalogo della Collezione eritrea Bottego. a Atti Soc. It. di Scienze Naturali ». Milano, Voi. XXXIV, 1894. (3) Strobel Prof. P., Museo Zoologico eritreo Bottego in Parma. 1891. (4) Mozzetti Dott. E. F., La selvaggina da penna speciale alla Colonia eritrea per un seguace di S. Uberto. Massaua, 1894. (5) PicAGLiA Prof. L., Vertebrati dell’ Eritrea raccolti dal Sig. Ettore Martini. Il Atti Soc. naturalisti ». Modena, 1896. (6) Bezzi Prof. Dott. Mario, Materiali per la conoscenza della fauna eritrea raccolti dal Dott. Magretti — Ditteri. — « Bull. Soc. entom. italiana ». Firenze, Anno XXXIII, 1901, p. 5-25. (7) Bròlemann Henry W., Materiali per la conoscenza della fauna eritrea, stro (1), il Dott. A. Borelli (2), il Prof. Emery (3), il Dott. Gr. Nobili (4), il Sig. G. Vallon (5), oltre vari elenchi separati pubblicati dal Dott. Tellini ad Udine, sui Coleot- teri da lui raccolti e studiati dai signori A. Régimbart, Ed. Eleutiaux, A. Eauvel, I. Weise, L. Fairmaire, e per debito di citazione, infine, il lavoro del Dott. E. Canna- viello (6) colle giuste critiche mossegli in proposito dal Dott. R. Gestro (7). ^ L’epoca della mia escursione e delle caccie in Colonia corrispondeva per 1’ altipiano alla stagione calda e secca detta hagaì dagli indigeni, percui non potei invero tro- varvi quella immensa abbondanza d’insetti che sentii pro- clamare, e nello stesso tempo lamentare, dalle persone che da tempo vi risiedono. Le località che meglio soddisfecero alle mie raccolte d’ Imenotteri furono quelle più umide di Sabarguma e Ghinda ed in generale quelle situate lungo raccolti dal Doti. P. Magreiti — Myriapodes. — « Ibid « p. 26-35, Tav. I. — Id. Id. BTateriali per lo studio della fauna eritrea raccolti, nel 1901-03, dal Dott. A. An- dreini Tenente medico - Myriapodes.— «Ibid » Anno XXXV, 1903, p. 96-153, Tav. I. (1) Gestro Dott. Kaffaele, Materiali per la conoscenza della fauna eritrea, raccolti dal Dott. P. Magretti — Un nuovo genere di Ehysopaussidae. — « Ann. Mus. Civ. St. Nat. di Genova «, Ser. II, Voi. XX, 1900, p. 743-748. — Id. Id. Ma- teriali per lo studio delle Hispidae. — Le prime Hispidae della Colonia eritrea. « Bull. Soc. ent. ital. Anno XXXVII, 1904, p. 171-178. (2) Borelli Dott. Alfredo, MateriaH per la conoscenza della fauna eritrea, raccolti dal Dott. P. Magretti. — Scorpioni — « Boll, dei Musei di Zool. ed anat. comp. K. Università di Torino ». Voi. XVI, 1901. n. 384. — Id. Id. Di una nuova Specie di Scorpione della Colonia eritrea. « Ibid » Voi. XVII, 1902, n. 422. (3) Emery Prof. Carlo, Specilegio mirmecologico « Bull. Soc. entom. ital. », Firenze, Anno XXXIII, 1901, p. 59. (4) Nobili Dott. Giuseppe, Decapodi e Stomatopodi eritrei del Mus. Zool. dell’ Università di Napoli. « Ann. Mus. Zool. di Napoli », Voi. I, 1901, n. 3. (5) Vallon G., Catalogo ragionato delle specie di Uccelli, raccolti dal Prof. A. Tellini nella Colonia eritrea dall’ ottobre 1902 al marzo 1903. « Atti E. Ist. veneto di Se. Lett. ed Arti ». Tom. LXIII, 1903, P. II. — Id. Id. Avicula. Anno Vili, fas. 75-76, aprile 1904, p. 61. (6) Cannaviello Dott. Enrico, Contributo alla fauna entomologica della Co- lonia eritrea. « Bull. Soc. entom. ital. > , Firenze, Anno XXXII, 1900, p. 289-308. (7) Gestro Dott. Eaffaele, A proposito d’un recente articolo intorno alla fauna entomologica dell’ Eritrea, u Ann. Mus. Civ. St. Nat. », Genova, Ser. II Voi. XX, 1901, p. 723-733. 10 — 1 fiumi o torrentelli ancora bagnati come presso Keren, Ela-Beret, (Anseba e Dari) Saganeìti, Mai-Hadegà, Godo- felassi, Hohò (Mareb), od ai pozzi di Agat, Darotai, Adartè e di Agordat (Barca) ai quali traggono i nomadi pastori attingendovi l’acqua per abbeverare i numerosi greggi o le mandre di buoi. Nei dintorni di Massaua, i primi colpi di reticella dati sopra fiori di Scinus e d’ Oleander mi procurarono pa- recchi esemplari della comune Xylocopa aestuans L., del Podalirius 4‘fasciatus, var. alternans e del P. nubicus Lep., del RhycMum niloticum Sauss., della Discolia luteipennis Walk., della Dielis clotho Saus., e fra le sabbie potei ac- chiappare qualche femmina di Mutilla signata Klg. Ma, lasciato Saati, la fermata di Sabarguma, dove sostai nell’andata e più a lungo al ritorno, malgrado l’insalubrità del luogo, il più temuto dell’ infocato Samhàr, sia per la elevata temperatura che per il predominio delle febbri, mi presentò la fauna africana abbastanza ben caratterizzata dalle interessanti specie che vi potei catturare quali la Mutilla conjuncta Klg., la cristigera Andrò, colla Sabar- gumae, e la samharica^ nuove alla scienza, e la caratteristica Dasylabris mephitis Sm. ; degli Apidi la Xylocopa inconstans Sm. nei suoi due sessi dagli abiti cotanto disparati, i vaghi e velocissimi Podalirius basalis Sm., bipartitus Sm. ed acraensis F. e la non comune Crocisa abyssinica Eadz. col non meno raro Ammobates obscuratus Mov. ; la minu- scola Meliturga minima descritta come nuova dal collega Friese con alcune belle Megachile quali la Volkmanni e 1’ erythrea^ oltre vari fra i vaghi ed interessantissimi Crisidi come V Hedychrum Bouissoui Buyss. la Chrisis heros Buyss., la Parnopes smaragdina Sm. Superato il Dongollo a circa 1000 m. (s. 1. m.) fra splen- dide foreste di tamarindi, sicomori, noci ed ulivi selvatici, colle caratteristiche Euforbie gigantee, tormentati non poco da fastidiose, piccole mosche {Placomya osiris Wadm.) che — 11 — non rispettano nè occhi, nè orecchi e narici sì degli uo- mini che delle cavalcature, passai nella regione dell’ Hama- sèn facendo una breve sosta a Grhinda (960 m. s. 1. mj, località fresca e nebbiosa, ove notai abbondanza di uccelli, ma non potei catturare che qualche Imenottero apiaride : Podalirius antimerus Sauss., Crocisa splendidula Lep., Xy- locopa modesta, X. hottentota Sm., X. Gaullei Vach. (?), Megachile patelUmana Spin., M. venusta Gerst. ed il vago e gigantesco Ichneumonide {Osprynchotus capensis Spin.) che ha per ciclo biologico una vita probabilmente paras- sitarla nei nidi de’Vespidi Eumenes concinna Sauss. o Be- lenogaster junceus Fabr. frequenti presso le case e perfino nelle camere dell’ albergo « Italia ». Da Ghinda, per la comoda e nuova strada carrozzabile, dopo Nefassit (1450 m. s. 1. m.) nei cui dintorni potei cacciare soltanto qualche interessante Imenottero, come la Psammophila Tydei Grall., la Poneva crassa Em. e dei Neurotteri Termitini, presso alti nidi, operai e soldati del Termes hellicosus var. qua- driceps Wasm., sotto le pietre frequente dei Miriapodi la Scolopendra valida Lue., come degli Scorpionidi il Buthus trilineatus Prts,; sorpassata la ripida erta dell’ Arbaroba toccai l’altipiano dell’Asmara (2300 m. s. 1. m.). A ca- gione, come dissi, dell’ hagai (stagione secca), i dintorni della capitale della Colonia non mi offrivano grandi ri- sorse entomologiche percui mi affrettai a riordinare armi e bagagli e mercè i sempre validi appoggi trovati per la squisita gentilezza delle Autorità si militari che civili, potei organizzare ed effettuare escursioni che mi procura- rono il piacere di conoscere vari punti interessanti della Colonia e farvi buone caccie ed abbondanti raccolte di animali. Mi diressi dapprima per Nefassit al Debra Bizen (2460 m. s. 1. m.), al convento della Visione, vero paradiso per il naturalista, poi per Belek, Sessa, Afalbà attraversando amene vallate, estese e fertili pianure dai paesaggi incan- — 12 — tevoli, raggiunsi la splendida conca di Saganeiti, capoluogo deirAcchelè-Gruzai. Quivi rividi con piacere una simpatica conoscenza fatta nel viaggio da Napoli a Massaua, il Mar- chese Giuseppe Amari di S. Adriano, Maggiore nei Ber- saglieri, e tanto da lui che dalla intiera ufficialità del pre- sidio ebbi accoglienze liete ed appoggi cordiali. Omettendo anche qui il lungo elenco delle specie d’ani- mali raccolte e finora studiate, non ricorderò fra gli Ime- notteri che la bella e vistosa Xyloco;pa flavorufa Deg. nella var. combusta dello Smith, trovata tanto al Bizen che a Saganeiti (1) colla comune X caffra L., la Crocisa splendi’ àula Lep.; e la Sphex alhisecta Lep. e, degli Ortotteri, i vaghi Phymateus Hildebranti Bruii, v. Watt, e Ph. Stohii Sauss. frequenti fra gli arbusti delle Zeribe, oltre una specie tuttora indescritta di Apterogryllus. Lungo il cammino percorso da Saganeiti ad Adi-Ugri e Godolefassi, nella breve sosta a Mai-Hadegà, sulle sponde d’ un magro torrentello, potei raccogliere, non senza fatica, ma con vivo compiacimento altri esemplari del vago Podalirius nubicus F. e, per la prima volta, parecchi del P. plvmipes P. nella var. atro-cinctus Lep., oltre qualche Pseudagenia ferruginea della var. nigro-signata^ specie e varietà da me primieramente descritte sopra individui rac- colti al Ganana (Somalia) dal compianto Principe Don Eu- genio Buspoli e da me pure in un precedente viaggio al Sudan orientale (Vedi: Elenco bibliografico N. 52). Anche Godolefassi e la vicina Adi Ugri (2022 m. s. 1. m.) nella regione del Seraè, mi riuscirono fruttuose di ricche ed importanti raccolte. L’ indimenticabile e gentile acco- glienza trovata nel Gap. Cav. V. Fioccardi e nel Ten. Gril- lenzoni, mi resero assai più vivo il dispiacere di dovere abbandonare quella bella località che mi accrebbe le rac- (1) Alcune nuove specie d' Imenotteri antofili provenienti da Saganeiti descriveva ring. Gr. Gribodo nel « Bull, della Soo. ent. ital. n, 1893-1894, Anno XXXV- XXXVI, p. 296-304. — 13 — colte di interessanti esemplari di Mammiferi e di Bettili, degli Insetti, potendo ricordare: la Xylocopa modesta la tarsata^ V inconstans^ Vohlonga dello Smith, la fiavorufa Deg. ed altra probabilmente riferibile a nuova specie, oltre le interessanti Megachile cognata Sm., Pseudagenia ferru- ginea Magrt., Ammophila laevicollis Andre, fra gli Imenotteri; come pure V Iphingolahis erythrocephala 01. fra gli Ortot- teri (1) forfìculidei, e delle mantidi: la Eieradula hioculata Burm., una nuova specie di Fenodera ed una forma che sta fra le Tliespis ed un nuovo genere affine ; degli Acrididi V Acridium aeruginosum Burm.; dei G-rillidi il Liogryllus himaculatus Beg., il Brachytrupes memhranaceus Drury ed una nuova piccola specie di Tridactylus saltellante sulle sabbie del Mareb : infine dei Miriapodi : la Bhysida pauci- dens Poc. e VOrphnaeus hrerilabiatus Newpt. Le molteplici novità nel gruppo dei Mutillidi trovate per la maggior parte dal ten. dott. Andreini e che formano oggetto di descrizioni o di enumerazione nella presente memoria, confermano sempre più l’ importanza di questa località dal punto di vista faunistico; Adi-Ugri venne bene illustrata anche dal lato della climatologia dal distinto Gap. A. M. Tancredi in alcuni suoi scritti pubblicati nel « Bullettino della Società geografica italiana » (Febb. 1903). Da Godofelassi, dopo una rapida scorsa fin verso il con- fine meridionale della Colonia lungo il Mareb, ad Ho-ho, Assagnagui e Chenafenà, risalii al nord passando per la estesa piana di Teramni dove su fiori di Ombrellifere cat- turai in discreto numero nei due sessi, il gigantesco e non sempre frequente nè avvicinabile Imenottero pompilideo Hemipepsis vindex Sm. e lasciando la importante stazione di Debaroa sul Mareb, superate le montuose ripide gole di Sciket, rientrai all’Asmara. Riordinate con sempre incalzante sollecitudine, le colle- (1) Studiati da Brunner v, Wattenwyll, ma non ancora pubblicati. — 14 — zioni per le quali il numero delle casse andava sempre più aumentando, rinnovati i bagagli colle provviste e le caval- cature, intraprendeva un’ escursione a Keren per spingermi ancor più oltre, nel limite di tempo prefìssomi di mia per- manenza in Colonia, giungendo fìno ad Agordat capoluogo della regione Barca-Mogareb. Seguii la via di Arbàscico sull’Anseba e passando da Habi-Mentel raccolsi con viva soddisfazione sopra salici fìoriti alcuni esemplari della bella ed interessantissima Hemipepsis Gestroi primieramente de- scritta dall’egregio collega imenotterologo ing. G. Qribodo sopra individui raccolti dall’ illustre Marchese Antinori al lago Cialalakà nello Scioa fìn dal 1880 ; di là, in poche ore di marcia rivedeva dopo diciassette anni dalla prima volta (1) la simpatica Keren, la perla del Senhait. Anche qui le accoglienze oneste e liete furono più che reiterate ed io trovai nel Magg. Cav. Moccagatta, coman- dante il 4° batt. indigeni e nell’ufficialità tutta sì di fan- teria che d’artiglieria, come nell’autorità civile, appoggi ed amabilità superiori ad ogni mia aspettativa. Dalla Zeriba in cui trovavasi il tukul del medico vete- rinario lasciato gentilmente a nostra disposizione, agli orti di Frangulli possessore d’un grazioso giovane elefante, alle sponde verdeggianti e fìorite del Dari^ e fra incante- voli paesaggi lungo l’Anseba; dall’orto del sig. Borione a quelli della Missione, ove gustai per la prima volta rinfre- scanti e saporite papaje {Carica papaja) provvedendomi pure di freschi e profumati cedri, nelle soste all’ombra di Acacie^ Scinus, Calothropis in fìore o della curiosa e carat- teristica Kigelia africana^ « l’Albero dei Salami », tutto mi offerse campo a copiosissime, interessanti raccolte, sì che il tempo mi sfuggiva troppo rapido fra le continue e sempre svariate occupazioni. (1) Vedi: P. Magretti, Nel Sudàri orientale; ricordi d’un viaggio in Africa per studi zoologici « Atti della Società Italiana di Scienze Naturali ", Voi. XXVII, Milano 1884, — 16 — A voler solo accennare per sommi capi quanto di più notevole contengono le mie collezioni, trovo fra gli Ime- notteri oltre i Mutillidi più avanti nominati, fra gli Apidi: il Podalirius nuhicus Lep., il plumipes Fab., Vacraensis Fab., la Crocisa ahy ssinica Eadz., la sejuncta Sauss. var. (?), la valida Mor. (gigantesca specie conosciuta finora soltanto del Turkestan), poi nuovamente la Xylocopa inconstans Sm., Vhottentota Sm., la Megachile maxillosa e la rufiven- tris di Gruérin Méneville, la Simonyi^ la grandiceps, la Ke- renensis^ ultimamente descritte dal Friese (1), la cyanipennis Gruér.^ la mefistofelica Grib. e la sudanica Magrt., VEuaspis erythros Meun. ; e dei Vespidi : le caratteristiche Synagris (S. xanihura ed Heideniana di Saussure), il Belenogaster elegans Gerst. ; fra gli Sfecidei o Scavatori il rarissimo Gastrosericus Waltlii Spin., lo Stizus zonatus Klg., i due sessi della vaga Bemhex Doriae da me già descritta e figu- rata sopra pochi esemplari del Barka dedicandola al nome dell’illustre e benemerito March. Sen. Giacomo Boria, di- rettore del Museo Civico di Storia Naturale in Genova; il Miscophus chrysis e ctenopos di Kohl, il Diodontus atratulus Taschbg., de’ Pompilidi, il Paracyphononyx umhrosus Klg. ed il metemmensis quest’ultimo già da me descritto sopra esemplali di Metemma (Galabat) (Vedi Elenco bibl. n. 49) delle veloci Tachytes^ la Cephalotes Walk., Vaurifrons Lue. le Larva pallipes e la ferruginea Lep. ed infine de’ formicidi VAenictus hamifer Emery ed il Dorylus a f finis Shuck. nella var. ursus nuovamente descritta dal distinto mirm ecologo Prof. Carlo Emery ; fra gli Ortotteri, oltre la Gryllotalpa africana Paliss. una nuova specie di Gryllacris e fra gli Scorpionidi studiati dal carissimo collega Dott. Alfredo Borelli, il Parahuthus ahyssinicus Poe. ed il nuovo Pandinus Magrettii. (1) Feitschrift fiXr sistematische Hymenopterologie tmd Dipterologie, Heft. 5, p. 274, 287. Ili Jahrg. 1903. — und Heft. 5. IV Jahrg. 1904 — p. 300, 301. — 16 Sulla via per Agordat ammirai ancora la splendida, im- ponente valle di Boga ed oltre Agat mi rimasero memora- bili la notte e la giornata del 23-24 febbraio passate ai pozzi di Darotai dove in allegra e geniale compagnia del- r ufficialità di Keren si organizzò una caccia alle Galline di Faraone (Numida ptiorhyncha) con esito fortunatissimo. Nelle vicinanze dei pozzi di Agat, Darotai, Adartè, sul- l’arena e nei bacini bagnati dall’ acqua tratta dai pastori colla nota caratteristica cantilena invocante l’aiuto di spi- riti benefici, raccolsi con piacere varie Mutille ed eleganti Stizus {8t. vespoides Walk., St. zonatus Klg. oltre parecchi esemplari riferibili a nuove specie tuttora inedite) e sulla sera godetti lo spettacolo sorprendente offerto dai nume- rosissimi branchi di Pterocles exustus Temm. — la pernice del deserto — , che affluivano ai pozzi per bere a pochis- sima distanza da noi. Di Agordat, delle sue fortificazioni, del monumento a ri- cordo dei prodi caduti nei gloriosi combattimenti contro le orde dei dervisci il 20 dicembre 1893, e sopratutto del- l’amabile, cortese accoglienza e della più generosa ospita- lità trovata nel Gap. Carlo Guastoni, comandante il presi- dio e nei tenenti Conte Colli di Felizzano, Marchetti e Spampannato, serberò le più gradite e perenni ricordanze. Qui, oltre le catture d’ Imenotteri dei generi Mutilla, Sco- Ua, Gerceris^ Tachytes^ quella d’ una specie (?) riferibile allo Stigmatomma fra le formiche, venne segnalata dal- 1’ Emery come caso nuovo per l’Africa ; nè pure meno in- teressanti riuscirono le raccolte di Micromammiferi, di Uc- celli, di Rettili ed oltremodo emozionanti le caccie alle due specie di Jena {H. striata Zim. e H. crocuta Erxl.) ed al-, l’ interessante Fatelo {Mellwora ratei Sparm.) l’ Ahhedeghin dei Beni-Amer nello stomaco del quale trovai una nuova specie di verme nematode studiato dal Prof. Stossich {Phy- saloptera elegantissima) ed un esemplare indeterminabile di una specie d’altro nematode {Filaria sp. ?) nei vasi venosi — 17 — del torace dello stesso soggetto : mentre dallo stomaco della Jena striata traeva un ammasso di larve d’una spe- cie di Dittero (sp. ?) e nell’ intestino d’una gallina di Fa- raone delle medesime località rinveniva una nuova tenia {Linstonia lata) riconosciuta dal Prof. 0. Piilirmann di Neuchàtel, secondo notizie gentilmente fornitemi dall’amico Prof. Corrado Parona dell’Università di Genova. Nel ritorno a Keren, grazie il ben gradito dono fattomi dal sig. Oreste Eolfo, tenente d’ Artiglieria da montagna indigeni, la mia carovana s’ accrebbe di due animali vivi della classe dei mammiferi, ordine dei jprimates^ voglio dire di due Babbuini {^Papio cynocepJialus Geoff.) giovanissimi, entrambi femmine ; alla più grossa, dell’ età di circa otto mesi che addimostrava un’ intelligenza già abbastanza svi- luppata, apposi il nome di Kereny^ a ricordo della patria sua d’origine (Keren e la Yal di Bogu) ; essa costituì la delizia ed una non piccola occupazione durante il resto del viaggio ed anche oggetto di cura in Italia ove visse presso di me in cattività sino allo scorso anno ; di lei po- trei narrare molti fatti d’ indole biologica, frutto di quat- tro anni d’ osservazione sulla natura, evoluzione ed in- dole della sua intelligenza e particolar modo d’esplicazione della medesima ; l’altra più giovane, che denominai Kóka^ nome col quale usano chiamarle gli indigeni, vive tuttora nella mia campagna a Canonica d’Adda, ma è molto meno vivace e meno intelligente dell’estinta e memorabile Kereny. Ripassando poi dall’ Asmara, per proseguire sulla via del ritorno, aumentai ancora il numero degli animali vivi, che riuscii a portare sino a Milano, con un’altra piccola ed ele- gantissima scimmia {Cercopithecus sabaens L.) donatami assieme ad un avvoltojo giocoliere (Elotarsus ecaudatus Daud.) dall’egregio Tenente Artuffo, oltre parecchi viverridi [Genetta tigrina Schrb. e Crosarcus zebra Rùpp.) catturati per me all’Arbaroba dal sig. Yenturelli il famoso « Cac- ciatore di Leopardi ». Anno XXXVII. 2 — 18 — È davvero deplorevole che nella còlta e ricca Milano non si sia ancora riusciti ad impiantare un Griardino Zoo- logico ove potrebbero figurare anche molti interessanti animali della regione eritrea che finora formano oggetto di caccia e di incetta per i giardini zoologici per lo più te- deschi, belgi od olandesi ! Dall’Arbaroba per Filogobai, ripresi via per la stupenda valle di Grhinda che mi procurò altre emozionanti caccie alle Amadriadi {Gynocephalus hamadryas Latr.); e poiché s’era già alla fine della prima decade di marzo e pochi giorni restavanmi per raggiungere Massaua e riprendere il piroscafo che doveva ricondurmi in patria, prima d’ ab- bandonare l’attraente sfinge, pensai goderne ancora alcun poco i favori colla sosta di pochi giorni a Sabarguma, nella località che fin dal primo passaggio avevami presen- tato una fauna ricca ed interessante. Nè male m’apposi. Principiata verso la fine di febbraio l’epoca delle piog- gie, quantunque sempre scarse nel Samhar, la vegetazione aveva dato alla località un aspetto totalmente diverso da quando vi passai precedentemente. Al suolo, sia in piano che in collina più non scorgevansi pietre; alte erbe forag- giere l’avevano ovunque rivestite raggiungendo quasi l’al- tezza d’un uomo; molte leguminose, composite ed ombrelli- fere in fioritura attiravano fra gli altri insetti, buon numero de’miei prediletti Imenotteri resi anche più vivaci dalla tem- peratura veramente africana di 35 a 40 gradi centesimali. Attraversando questi alti pascoli, ovunque si facevan le- vare a stormi le quaglie ivi radunate per l’ imminente epoca del passo, nè raro scorgevasi il Francolino della Costa, in grandissimo numero poi le Tortore ed i Colombi. Anche dai rami flessuosi dei due tamarischi fiancheggianti la fac- ciata della Cantina milanese pendevano numerosi gli arti- stici nidi del Passero tessitore {Hyphantornis galbula Pùpp.) animati dai pigolio dei gialli e graziosi costruttori e dei piccoli nati che già vi si trovavano. 19 — Qui ancora degne di nota sono le catture della Mutilla interrupta 01. e delle nuove M. hoplocephaloides e M, Vi- gonioì-um e fra gli Apidi della Xylocopa hottentota Sm., dello Spìiecodes hispanicus var. ahyssinicus Sich., dell’ A w- thidium truncatum Sm., della Megachile cyanipennis Guér. e della gratiosa Gerst. ; degli Sfecidi citerò il vago Sceli- phron violaceum Dahlb. col suo piccolo nido in terra cemen- tata sulle pietre; e fra i Vespidi VEumenes concinna Sauss. ed i Belenogaster junceus 01. ed elegans Gerst. de’ quali trovai i graziosi nidi nel retrobottega della Cantina mi- lanese. In una rapida escursione alla vicina Ailet, la rinomata stazione delle acque termo-solforose, dopo il felice incon- tro ed i cordiali saluti scambiati col naturalista tedesco sig. G. Scbrader dimorante a Port-Saìd, visitai la piccola tenuta agricola del turco sig. Segulian in una deserta lo- calità denominata Allatò « il luogo della paura » che in addietro fu soggiorno gradito alle nobile fiere, quando i leoni ed i leopardi vi s’aggiravano frequenti a predare le numerose Antilopi, nè raro era il caso di trovarvi traccio del passaggio di branchi d’ Elefanti. In questa splendida località le mie raccolte d’Imenotteri si accrebbero di altre interessantissime specie, ed in prima linea sta la vaga Mutilla niveo-maculata di André rappre- sentata da una nuova distinta varietà {immaculata mihi) poi fra gli Apidi : ancora il Podalirius nuhicus Lep. ed il P. hasalis Sm., la Xylocopa modesta Sm., la Teiralonia graja Evs., le graziose e pur rare Nomia nilotica Sm., N. patellata Magrt., N. candida Sm. e N. patellifera Westw. De’Pompilidi scaltri e sempre di difficile approccio, no- tevoli fra gli altri : 1’ Hemipepsis fulvipennis E., la Cypho- nonyx Jlavicornis E., il Priocnemis Tamisieri Gnór., il Pom- pilus sepulchralis Sm., la Pseudagenia ferruginea Magrt. e fra gli Scavatori o sfecidei, le seguenti rarità e novità ol- tremodo interessanti per le collezioni d’ Imenotteri come : — 20 la vaga Discolia dispar Klg., la luteicornis Walk. colla Dielis aliena Klg., la Plesia Sualcinensis Magrt., lo Sphex umbrosus Ohr. rappresentato da una distinta varietà da me denominata erytrhina^ lo Stizus fenestratus Sm., la Ly- roda aethiopica Kohl, una \>q\V Astata probabilmente rife- ribile a nuova specie come altri esemplari di Nysson, Go- rytes e Tachytes, oltre i variopinti basilicus Gruér. ed etruscus Rossi col Philanthus frontalis Gerst., la Cerceris bicolor Sm. e le snelle amanti delle sabbie, quali V Ammo- pìdla lugubris Gerst., la rugicollis Lep., la laevicollis Andre, la rubripes Spin. ed infine il superbo e raro Heliorhyctes melanopyrus primieramente descritto dallo Smith e finora soltanto conosciuto della Senegambia. Fra i pochi ditteri che raccolsi per il carissimo collega Prof. M. Bezzi, egli ebbe il piacere di trovarvi oltre lo stranissimo Diosp'is ichneumonea L., parecchie novità, (V. op. cit.), quali le vistose Pangonia Magrettii e P. Becheri^ il Bombylius ery- throcerus in coppia ed altre nuove specie di Conopidi inte- ressanti per il loro mimetismo cogli Imenotteri crabronidi e fra i locustidi, il gigantesco Pornotrips horridus Burm., il Liogryllus bimaculatus Deg. ed il Gryllus Guerinii Sauss. e, de’ coleotteri, notevole la nuova Hispide {Dactilyspa An- dreina) descritta dal Dott. Gestro. (Y. op. cit.) I Miriapodi mi presentarono in poche specie le tre nuove ed interessantissime descritte dal distinto specialista H. V. Bròlemann (Y. op. cit.) VOxydesmus ferrugineus^ lo Strongylosoma Magrettii ed il colossale julide vagante in buon numero sugli arbusti in giorno piovoso, lo Spiro- treptes lugubris. Ma la giornata del 14 marzo doveva segnare un’ altra data memorabile nelle vicende del mio viaggio. Dopo quattro lunghe ore di lavoro impiegato ad abbattere e scavare con un’attività ed una curiosità veramente febbrili, un alto nido di Termiti {Termes bellicosus Smeathm.) coadiuvato sopratutto dall’opera perseverante del bravo ed appassio- 21 nato Carlo Gonfalonieri (condotto meco in Colonia in qua- lità di preparatore) ed alcun poco dall’ Ascari guida Hachmed dell’Asmara, si potè scoprire una bella e turgida femmina, la regina del termitaio, che era oggetto delle mie persi- stenti ricerche e con essa, caso fortunato, fra il terricciato della demolita fortezza raccolsi pure un piccolo coleottero del gruppo dei Eyssopaussidi, nel quale 1’ egregio amico e distinto coleotterologo Dott. R. Gestro, riconobbe pure un nuovo genere e ohe denominò Euglyptonotus Magrettii (V. op. cit.), ed oltre a questa posso accennare ad un’altra novità in una piccola Myrmedonia che il valente Wasmann di Luxemburg denominò Myrmedonia bellicosa^ dalla specie di Termite colla quale fu trovata convivente. In quel giorno anche da noi si festeggiò il genetliaco, che doveva pur troppo esser l’ultimo, di Umberto I, il re buono e valoroso caduto vittima di mano assassina; sulla cantina milanese sventolò il patrio vessillo ed il bravo Costy, il cantiniere greco, gli diede al mattino il salre con alcuni colpi di fucile! ! * Sono ora lieto di intraprendere la pubblicazione del Contributo alla conoscenza delV Imenottero fauna eritrea^ principiando dall’ illustrare la famiglia dei Mutillidi per essere questa una tra le più interessanti e caratteristiche in rapporto alla distribuzione geografica; convalidato il la- voro dalle determinazioni di specie bene accertate e con- trollate su tipi esistenti sia nella mia collezione che in quelle straniere, coll’ indicazione esatta delle località di raccolta, e non soltanto redatto come semplice elenco o catalogo, ma sotto forma monografica per l’aggiunta fattavi d’una chiave analitica e sistematica atta ad agevolare la pronta ricognizione delle sottofamiglie, dei generi e delle specie rese note per questa regione. L’ ordine sistematico che ho seguito è quello stesso proposto dal preclaro speciali- — 22 ^ sta Dott. Ernesto André (Y. Notes pour servir à la connq^is- sance des Mutilles paleartiques^ eie. Paris 1893-1896) con- fermato nel suo magistrale lavoro sui Mutillidi nel Genera insectorum (V. Elenco bibl. n. 18) ove le precedenti suddivi- sioni in sottogeneri vennero elevate al grado di generi per caratteri distintivi abbastanza validi come rilevasi pure dalle considerazioni critiche alla nuova classificazione proposta da Ashmead (V. Examen critique d'une nouvelle classification^ in « Revue d’Entomologie », 1904). Non sempre possibile nè facile riesce la cattura delle Mutille, alcune specie, anche nuove, sono sfortunatamente rappresentate da un solo esemplare ed attendono quindi altri raccoglitori per poter essere meglio identificate o per pro- curarne la conoscenza dell’ altro sesso. Ho tuttavia prefe- rito (contrario in parere a qualche collega) di non trala- sciarne la descrizione colla corrispondente denominazione, per agevolare ulteriori studi e la ricognizione della nuova forma, sempre quando trattisi di esemplari freschi ed in perfetto stato di conservazione. Per il fatto del dimorfismo sessuale che in questa fa- miglia si verifica assai più pronunciato che in altre famiglie dello stesso ordine, necessiterebbe che lo studio sistematico procedesse di pari passo colle ricerche di ordine biologico atte ad agevolare lo studio delle nuove forme che ognora si vanno discoprendo. Poco in verità finora si conosce sullo sviluppo e la biologia dei Mutillidi e poco evvi quindi da aggiungere al fatto già noto del parassitismo esercitato sopra alcuni Apidi, Sfecidi, Pompilidi ed anche su qual- che Vespide dalle femmine di Mutilla che riescendo a rag- giungere i nidi delle loro vittime ne investono colle uova le larve o crisalidi. Sichel e Hadozkowsky, Eabre e Per- ton già studiarono alcune particolari modalità di parassi- tismo per opera di questo interessante gruppo d’ Imenotteri. Volendo ora trarre deduzioni dai risultati di questo primo studio sopra un materiale pur limitato alla sola — 23 — famiglia dei Mutillidi, ci si affaccia il carattere faunistico e geografico tutto particolare alla regione eritrea per le grandi affinità e correlazioni, con quello di altre regioni africane più australi. Pur non potendo accertare la presenza di specie autoctone nè perciò arrivare a deduzioni circa il carattere faunistico fintantoché le ricerche e gli studi sieno ulteriormente estesi e resi più completi per tutte le famiglie di questo inte- ressantissimo ordine d’ Insetti , sta il fatto abbastanza eloquente che pei soli Mutillidi, avuto riguardo al mate- riale anche non molto copioso da me esaminato, sopra 43 specie appartenenti ad 11 generi, 17 riescono nuove per la scienza, oltre a 3 distinte varietà di specie già note ed altre forme riferibili a specie da André e da me ulti- mamente descritte per la medesima regione o per paesi limitrofi. Due sole specie risultano comuni anche alla fauna delle sottoregioni europee, la Myrmilla cephalica Sich. & Radz. rappresentata però da due nuove e ben distinte varietà e la M, interrupta 01. dato però che siane accertata la sino- nimia della M. catanensis Rossi. Altre delle citate specie riescono prettamente africane od asiatiche quali la Pseu- dophotopsis K assalirla^ V Odontomutilla microcephala^ la Mu- tilla cristigera e la niveo-maculata] la Barymutilla MniszecTci e la Mutilla niveo-maculata sembrano finora esclusive della sottoregione abissina. Chiudo questa mia, troppo estesa prefazione, rivolgendo ancora vivi particolari ringraziamenti all’ egregio collega e distinto imenotterologo Dott. Ernest Andre, notaio eme- rito a Grray, per il suo valido aiuto ed il molto auto- revole consiglio più volte prestatomi alla ricognizione ed identificazione di specie nuove o dubbie. Porgo pure sentite grazie ai chiarissimi Professori E. Sordelli, Gr. Martorelli, C. Parona, ai Dottori C. Belletti, R. Gestro, A. Borelli, G. Nobili ed ai Signori H. v. Bro- — 24 — lemann, T. Brunner v. Wattennyll, Schulttess-Bechberg, L. Montandoli, E. Wasmann, per le determinazioni forni- temi e per 1’ interessamento preso allo studio delle specie animali di varie classi ed ordini da me inviate in comu- nicazione. E mi è infine pur caro ricordare in segno di gratitudine i nomi di altri egregi colleglli per lo più stranieri specialisti^, studiosi di diverse famiglie d’Imenotteri quali: Alfken di Brema, Du Buysson di Parigi, Emery di Bologna, Friese di Iena, Handirlisch e Kohl di Vienna, Konow di Teschen- dorf, Kieffer di Bitsch, Peringuey di Cape-Town, Schmie- deknecht di Blanckenburg, Vachal di Argentat per aver concorso ad agevolare i miei studi sia coll’invio di lavori monografici che col controllo sopra i tipi delle loro colle- zioni. Per lo stesso motivo ringrazio pure in particolar modo il carissimo collega Ing. Gr. G-ribodo di Torino per aver messo largamente a mia disposizione la sua pregievole collezione, e del pari il venerabile collega H. Prey-Gesner, conservatore al civico Museo di Storia Naturale di Gine- vra, per la sua larga e cortese prestazione a favorire le osservazioni e confronti da me fatti nelle tipiche e pre- ziose collezioni donate dal compianto illustre naturalista H. de Saussure a quel fiorente Museo, onore e lustro della simpatica capitale svizzera. Milano, Maggio 1905. — 25 — MUTILLIDARUM COGNITARUM VEL NUPER HAC MEMORIA DESCRIPTARUM CLAVIS ANALITICA ET SISTEMATICA — Sexus disparati, scilicet mares alati, foeminae apterae. A) Segmenta duo prima abdominis fortiter distincta, nodosa. Pronotum tantum a mesonoto per suturam transver- salem distinctum cf cT Hypopygium apice sursum uncinatum. Alarum ner- vulatio tantum in basi distincta. Cellula radialis et discoidalis nullae, cellula cubitalis valde angu- stata. . . Subfam. I. Apterogynìnae Em. Andre. Subfamiliae charactera: Gen. Apterogyna Latr. Abdomine nigro, segmentis pilis albis marginatis; petiolo rufo. a) Capite depresso, rufo; antennis thoracis longitudine suhaequalihus, flagelli articulis scapo hreviorihus, inter se aequalibus; segmento anali area pygidiali distincta longitudinaliter crenulata, laterihus den- ticulaia 1. A. Latreillei Kìg. aa) Capite subgloboso, nigro, antennis elongatis, thoracis longitudine superantibus ; scapo brevi, cubico, fla- gelli articulis scapo longioribus 1. A. Latreillei Klg. AA) Segmenta duo prima abdominis ambo nunquam fortiter di- stincta, vel segmentum primum tantum nodosum sive mo- dice elongatum vel petioliforme Pronotum nunquam a mesonoto per suturam profun- dam distinctum, interdum (rariter) suturae prò et mesonoti distinctae — 26 — O Alaruin nervulatio completa, cellula radialis, cubita- les una vel plures et discoidales distinctae. Alae posticae lobo basali nullo. Subfam. II. Mutìllinae Fo^ ? 2 1. Abdomen sessile, vel subsessile, segmentum primum nunquam nodosum d) Thorax cum suturis distinctis in prò- et mesonoto . . . . Gen. Ephutomma Ashmead. — Magna ; capite, thorace antennis pedibusque oh^cure rufis; ahdomine nigro-hrunneo in segmentorum marginibus et VF lateribus, fasciis a pilis albo- sericeis ornato 2. E. CONTINUA Fab. = fasciis et pilis abdominalibus flavo-auratis . . . • var. aurea Klg. aa) Thorax cum suturis nullis in prò- et mesonoto b) Caput thorace latius; oculi parvi, in dimidio basali fron- tis siti et ad mandibularum basim adpropinquati. c) Caput transverse rectangulare ; cristae frontales oculos ante apicem inferum attingentes, thorax regularis subrectangularis, lineae laterales continuae, subpa- rallelae Gen. Myrmilla Wesm. — Abdominis segmentis primo, secundo tertioque margine apicali fasciis vel maculis triangularibus e pilis subflavescentibus ornatis, sequentibus sparse flavescenti pilosis 6. M. Cephalica Sich. & Radz. a — Fasciis in segmentis abdominalibus II-V angustis, maculis obsolete triangularibus. Corporis statura typo valde minore . . . var. p a r v u 1 a, mihi. (o — Antennis, capite, thorace pedibusque laete rufo-fer- rugineis . var. r u b i d a, mihi. cc) Caput subglobosum; cristae frontales ab apice infero oculorum valde distantes; thorax longe rectangu- laris, lineae laterales leviter undulatae vel tuber- 27 — culatae, medio intus leviter incavatae .... Gen. Barymutilla Ern. Andre, — Maculae abdominales argenteo-vel flavescente-pilosae sex, duo in dorsi lateribus primi, secondi et tertii segmentorum abdominalium t Capite ohsGure rufo-ferrugineo; maculis segmentorum secundi et tertii abdominis rotundis a marginihus apicalibus remotis; segmento quinto toto nigro ; capitis et thoracis sculptura large^ crasse profun- deque reticulato-rugosa. 10. B. Mniszechi Radz, -j-f Capite nigro ; maculis segmentorum secundi et tertii abdominis semilunatis^ margines apicales attingen- tibus, segmento quinto toto albo-argenteo pilo so ; capitis et thoracis sculptura angustius, subtilius parceque profundius reticulato-rugosa . 11. B. STUPIDA Gerst, bb) Caput tborace angustine; oculi mediocres imdimidio occipitali frontis, a mandibularum basi remoti . d) Thorax elongatus, elypticus, antico et postico rotun- datus pariterque angustatus, lateribus incavatus et tuberculatus : Gen; Dolichomutilla Ashmead, — Capite abdomineque nigris; thorace obscure rufo-ferrugineo, fortiter ruguloso. Abdominis segmento secundo ventre cari- nula basali praedito, in dimidio dorsali maculis duabus transverse ovatis, tertii fascia lata^ medio interrupta a pilis albo-argenteis vestitis 9. D. sycorax Sm. dd) Thorax subtrapezoidalis, antico posticeque recto tron- cato, angoli externi subspinulosi . Gen. Odontomutìlla Ashmead, — Capite^ abdomine pedibusque nigris; thorace obscure rufo; , abdomine nigro villoso^ segmenti primi maculis duabus flavo- sericeis^ secundi et tertii fascia in margine apicali medio late interrupta pilis flavo-sericeis; area pygidiali nulla . 7. 0. MICROCEPHALA Ern. Andre. bbb) Caput; thoracis latitudine aequale vel plerumque subaequale, interdum parco latius; oculi mediocres, ovales a mandibu- larum basibus plerumque remoti Thorax subrectangularis, postico nunquam restrictus, metanotum saepe unguicula — 28 — scutellari praeditum. Abdomen nunquam petiolatum ; seg- menti analis area pygidialis nulla vel rarius distincta . . . . Gen. Mutilla Lin. (1) II. Abdomen petiolatum, segmentum primum a secando bene di- scretum, interdum nodulosum. Thorax postice restrictus, subpyriformis t Area pygidialis distincta; tibiae intermediae et posticae extus spinulis plurimis armatis . . . Gen. Dasylabris Radz. a) Magna ; capite ahdomineque nigris ; thorace obscure ferrugineo, prof linde rugoso-scrohiculato ; macula in capitis vertice alteraque in abdominis segmenti secundi basi ovatis, fascia segmenti abdominalis primi, maculis quattuor transversis subrotundis in dimidio dorsali apicali segmenti secundi, macula triangulari in medio quarti fasciaque subrectangu- lari in dorso mediano quinti, pilis albo-argenteo villosis . 40. D. MEPHiTis Sm. /0) Media; Capite rufo, thorace et pedibus rufo et nigro mixtis. Abdomine nigro, macula ovali in dorsi basi secundi, fasciaque lata, medio trìangulariter expan- sa, in margine apicali ipsius segmenti pilis flavo- auratis. Thorace laeviter scrobiculato-punctato; me- sonoti lateribus maculis ovalibus parce distinctis, griseo-pilosis . . . 41. D. SUBCONSPICUA, n. sp. Area pygidialis nulla; tibiae intermediae et posticae vix vel sparse spinulosae . . . Gen. Stenomu lillà Ern. Andre, a) Media, brevls ; Capite, abdomine pedibusque nigris ; fasciis in margine apicali segmenti primi et secundi abdominis albo-argenteo pilosis; thorace fusco-rufo, regulariter minute et dense reticulato-pnnctato . . 42. St. capicola Per. /3) Submagna, elongata, capile abdomine pedibusque ni- gris; fascia in margine apicali segmenti primi ab- dominis lata, altera in margine apicali secundi angusta, medio triangulariter producta, maculisque in angulis lateralihus segmenti tertii a pilis griseo- (1) Sequitur specieram clavis systematica. — 29 — rufescentibus vesiitis. Thorace fusco-rufo, profunde crasseque irregulariter reticulato-punctato . . , 43. St. pseudobeeòe, n. sp- A) Abdomen longe distincte petiolatum. Alarum stigma parvum, fere obsoletum Gen. TricholaMoides Radz. — Rufo-testacea ahdomine fusco nigro apice rufo, albido piloso ; segmento primo elongato^ capite, thorace, antennis pedibusque rufodestaceis. Alis hyalinis, apice fusco-maculatis. 4. T. semistriata Klg. (pedunculata Klg. (/’). AA) Abdomen sessile vel subsessile ; alarum stigma parvum, celluliforme vel opacum 1) Oellulae cubitales tres, nervi recurrentes duo; oculi intus incisi * Antennae elongatae, subfiliformes ; flagelli articulus secundus tertio valde minor ; oculi in margine externo laeviter in- cavati Gen. Ephutomma Ashmead. — Rufo-testacea sub-ferruginea ; abdomine nigro albo-piloso subfa- sciato, basi et apice segmentorumque tertìi et quarti margine basali rufo-ferrugineo; alis hyalinis, margine apicali late infuscato . 3. E. BICOLOR 01. cf ** Antennae incrassatae vel subincrassatae, nunquam fìliformes, flagelli articulus secUndus tertio parum minor, vel subaequali, vel major. Oculi tantum in margine interno plerumque in- cisi Gen. Mutìlla Lin. (1). 2) Oellulae cubitales duo, nervus securrens unus f Abdomen subsessile ; cellulae cubitalis tertiae clausae vestigium patet; alarum tegulae parvae ; oculi in margine externo plus quam interno incavati, an- tennarum flagelli articulus secundus elongatus, ter- tio aequalis ; metanoti anguli externi plani vel ro-" tundati . . Gen. Pseudophotopsis Ern. Andre. (1) Sequitur specietum clavis sy stematica. — 30 — -T— Nigra; clypeo^ antennarum basi et mesonoto rufo-ferrugineis ; abdominis segmentis primo et secundo nigris; margine api- cali primi albo-fimbriato j secundi sicut et sequentibu^ segmen- tis totis testaceis, in dorso et ventre a pilis longis fiavo aureis pulchre ornatis. Thorace sparse rugoso-punctato , scu- tello et metanoto crasse reticulato-vafiolosis. Alis fuscis, basi anguste tantum hyalinis ... 5. Ps. Kassalina Magri. ft Abdomen sessile : Cellula cubitalis tertia distinte aperta. Alarum tegulae permagnae. Oculi tantum intus incisi; flagelli articulus secundus tertio valde brevior. Metanoti anguli externi acute subspinu- losi Gen. Odontomutilia Ashmead. — Capite., thorace pedibusque nigris ; pronoto abdomineque loto supra et subtus rufo-ferrugineis ; mesopleuris, pedibus ster- noque dense albo argenteo pilosis. Alis fumato-violaceis basi pallidioribus ; alarum tegulis magnis cochleariformibus. Scu- tello laminari, prominulo, cristato, angulis rostriformibus, medio rotundato profundeque inciso . 8. 0. Tellinii, n. sp. Gen. Mutilla Lin. ? ? I. Capite, abdomine pedibusque nigris, thorace rufo vel rufo-fer- rugineo plus minusve infuscato a) Abdominis segmento primo maculis vel fasciis albescentibus distinctis nullis 1) Abdominis segmenti secundi dorso maculis nullis; ca- rinula ventrali segmenti primi tricuspidali . . . . . . . 14. M. TRICUSPIDO-CARINULATA, n. sp. 2) Abdominis segmenti secundi dorso maculis duabus plus minusve rotundis vel ovalibus : fasciis seg- mentorum tertii quartique interruptis albo-argenteo pilosis; carinula ventrali segmenti primi distincte prominula apice uni vel bicuspidali 7 Thorace crasso, subquadrato vel subrectangulari, lateribus pa- rallelis, pallide rufo-ferrugineo; pronoti collare nullo; meta- noto postico abrupte truncato . *) Capitis thoracisque sculptura crasse profundeque pun- ctata^ metanoto crassius longitudinaliter canalicu- lato-reticulato ; valvida pygidiali basi suhrugulosa apicem. versus subtilius granuloso-punctata . . 12. M. ALECTO Sm. **) Capitis thoracisque sculptura tenui^ vix punctulata^ metanoto obsolete canaliculato-reticulato ; valvula pygidiali tota minute granulosa . . 13. M. INTERRUPTA 01. ■ff Thorace angusto, elongato, antice posticeque rotundato, obscure rufo-f errugineo ; pronoti collare distincto ; metanoto postice leviter subdeclive 15. M. vigoniorum, n. sp. 3) Abdominis segmenti secundi dorso maculis duabus ova- libus fasciisque segmentorum tertii et quarti inte- gris, flavo- aureo pilosis . . 16. M. DI8PILOTA Sich. & Radz. aa) Abdominis segmento primo maculis vel fasciis vel tantum extremo margine albo-argenteo vel flavescenti pilosis ornato. x) Metanoti margine postico-supero spinis nullis armato. . . . *1* Abdominis segmenti primi medio dorsi macula ovali unica ; segmento secando maculis tribus duabus utrinque in dorso alteraque in medio marginis api- . calis flavescenti-pilosis. . . 17. M. arsinoè Per. ‘s; i't Abdominis segmenti primi dorso utrinque maculis dua- IX. ’ subrotundis, segmento secando maculis nullis . S- maculisque duabus transverse-ovalibus utrinque in dorso tertii, albo-flavescentibus ... 18. M. DISPARIMACDLATA Sich. & Radz. xx) Metanoti margine postico-supero spinulis variis plus vel mi- nus robustis vel longis armato y) Abdominis segmenti primi margine apicali medio longe albo- argenteo distincte penicillato-fimbriato. Segmenti secundi fascia marginali integra vel, si interrupta, maculis magnis triangularibus efficiente 1) Thoracis dorso minute reticulato-punctato. Segmenti primi abdominis margine sub-elevato cristato a basi secundi bene discreto; carinula ventrali prò- ducta, apice distincte incisa 19. M. Sabargdmae, n. sp. 2) Thoracis dorso crasse profundeque longitudinaliter ca- naliGulato-punctato, areis aciculatis magnis sciil- ptis. Segmento primo abdominali plano^ a secando minime discreto, carinula ventrali fere obsoleta . . ..... 20 M. THOEACO-SULCATA, H. sp. yy) Abdoìninis segmenti primi margine apicali obsolete albo-argen- teo fimbriato: fasciis in segmenti sequentibus anguste vel obsolete interruptis 21. M. samharica, n. sp. II) Capite tote vel partim, thorace pedibusque rufo-ferrugineis ; abdomine nigro a) Abdominis segmento primo bimaculato — Abdominis segmento primo fascia late interrupta, maculis dua- bus efficiente magnis, segìnenti secundi in medio margine apicali macula parva rotunda, tertii quarti et quinti mar- ginibus late fasciatis a pilis albo-fiavescentibus ornatis . 22. M. CONJUNCTA Klg. aa) Abdominis segmento primo maculis nullis f Margine postico segmenti primi abdominalis a basi secundi valde discreto, crista elevata praedito Metanoti margine postico-supero angulisque occipitali- bus externe muticis ; abdominis segmenti primi se- cundi et sequentium margine postici fiavescente- piloso fimbriato. Area pygidialis dislincta minute striato- granulo sa . 23. M. cristi gera Ern. Andre. **) Metanoti margine postico-supero spinulis sex robustis armato ; angulis occipitalibus minute uni-denticu- lato-spinosis. Abdominis .segmenti primi margine- postico a medio cristae super basim secundi ma- cula subpenicillata pilis longis, densis, fiavescenti- bus ornato : secundi margine apicali fascia angusta medio dorsi triangulariter supra dilatata, segmenti tertio toto, analis marginibus, a pilis longis fiave- scentibus tectis. Area pygidiali distincte emarginata, dense minuteque punctata 24. M. HOPLOCEPHALOIDES, n. sp. tt Margine postico segmenti primi abdominalis a basi segmenti secundi minime discreto, sed fere continuo, vix distincto. — Segmenti primi abdominis margine obsolete villoso, macula — 33 — ovali oblunga in medio basali dorsi segmenti seeundi, alte- raque in margine apicali ipsius segmenti in triangulum su- pra dilatata a pilis albo-jìaveseentibus tectis. Metanoto po- stice abrupte truncato^ margine medio-supero unguicula praedito 25. M. signata Klg. Ili) Capite nigro, thorace obscure r ufo- ferrugineo^ pedibus nigris. Ahdominis segmenti secundi dorso late flavo maculato^ se- quentihus maculis vel fasciis interruptis, apice fascia inte- gra a pilis albo^flavescentibus ornatis. 26. M. trigolor Klg. cfcT I) Oculi in margine supero-interno distincte triangulariter profun- deque incavato-incisis. Capite et thorace plerumque nigris vel nigro-ferrugineo pictis A) Abdomine nigro-violaceo vel tote nigro, vel nigro partim rufo- ferrugineo pioto, pilis albis aut flavescentibus fasciato vel maculato, vel fasciis et maculis nullis a) Scutello plus minusve longe acute gibboso-dentato. . x) Abdomine nigro-violaceo, segmento tertio fascia late in- terrupta. Alis obscure et splendide violaceis; me- sonotoprofunde punctulato, quinque-longitudinaliter sulcato, scutello crasse gibboso-dentato, recte ele- vato, femoribus rufo-ferrugineis. Statura magna 27. M. Martinii, n. sp. xx) Abdomine nigro, segmento secundo rufo-ferrugineo picto; maculis vel fasciis albo vel favescente-pilo- sis in segmento tertio nullis. Alis violaceis. Capite, thorace pedibusque totis nigris nigroque pilosis. Mesonoto dense profundeque punctato, distincte tri- vel quadri-longitudinaliter carinulato-sulcato ; scu- tello longe et acute gibboso-dentato recte prominulo; metanoto large reticulato rugoso, dimidio basali sulcatura canaliculari lata; carinula ventrali se- gmenti primi leviter incavata, mediocriter promi- nula 28. M. LEUCOPYGA Klg. xxx) Abdomine nigro, segmento secundo rufo-ferrugineo picto, mar- gine apicali hujus ut segmentorum sequentium flavo- Anno XXXVII. — 34 — castaneo alhoque fasciatis vel jìmhriatis . Cajnte, thorace pedibusque nigris sparse longe griseo pilo- sis ; mesonoto parum profunde punctato, quadri- carinulato silicato ; scutello gibboso promìnulo^ obtuse-dentato. Carinula ventrali segmenti primi lineari^ prominula^ antice subrostriforme producta 29. M. Adi-ugrina, n. sp. aa) Scutello vix elevato-prominulo, obsolete dentato, rotando gib- boso vel gibboso-incavato \),Alis violaceis ; capite, thorace abdomineque nigris; abdominis segmento secundo basi et dorso obscure rufo-ferrugineo picto; segmento tertio late flavo- fasciato, medio anguste interrupto ; anali basi et valvula pygidiale item longe flav e s centi-pilo sis. Scu- tello rotunde gibboso prominulo^ mandibuUs intus bi- vel tri- dentatis . . 30. M. Andreinii, n. sp. 2) Alis maxima parte hyalinis, apice tantum sub-violaceo fumatis. Abdomine toto nigro, albo-fasciato, secundo interdum etiam maculato, vel segmentis omnibus tantum albo-fimbriatis *) Thorace nigro ; pronoto, mesopleuris et metanoti basi albo- argenteo-pruinoso villosis. Scutello semicirculariter elevato, apice dente obtuso-subprominulo. Abdominis segmento secundo maculis duabus ovalibus, sequentibus in dorso margine api- cali fasciis latis medio interruptis, in ventre angustis sed continuis a pilis albo-argenteo nitentibus vesiitis. Carinula ventrali segmenti primi distincte producta, subfalciforme ; segmento anali in ventre mutico . . 31. M. medon Sm, **) Thorace nigro et rufo ; metanoto et alaram tegulis pallide rufo-ferrugineis. Capite, prò- et mesonoto sparse griseo-flave- scenti pilosis. Scutello transverse subrectangulari vel sub- mammillari prominulo, postice leviter incavato-emarginato. Segmentis abdominalibus griseo-fiavescentibus marginatis. Carinula ventrali segmenti primi parce vel obsolete prò- minula. Segmenti analis ventre carinula triangulari pro- ducta subdentata 32. M. Bellii, n. sp. B) Abdomine flavo-rufo vel rufo-ferrugineo, fasciis a pilis argen- teis vel aurato-aurantiacis ornato — 35 — a) Scutello elevato-prominulo, apice denticulato x) Alis basi albo-hyalinis, vel totis violascentibus. . . 1) Alis basi late hyalinis a) Capite^ pronoto, mesopleuris, metanoti fascia lata ba- sali argenteo-sericeis. Segmentorum ahdominalium marginibus albo-jìavescenti fimbriatis 33. M. NIVEOMACULATA Andre. — Abdominis segmenti secundo immaculato ..... var. immaculata mihi, aa) Capite thoraceque nigro-hirto pilosis ; segmentorum abdominalium marginibus apicalibus late flavo- aureo fasciatis. . 34. M. Radoszkowskyi Mgrt. 2) Alis tote fusco-violaceis — Pro, mesonoto, scutello et propleuris plerumque plus vel mìnus obscure rufo-ferrugineis. Metanoto nigro, basi late argenteo-sericeo fasciato 13. M. INTERRUPTA Klg. xx) Alis basi flavo-hyalinis, apice fusco-violescentibus . . — Capite et thorace nigris ; fronte et vertice, mesonoti raetanotique basi et mesopleuris eleyanter longe ful- vo-aureo pilosis. Alarum tegulis rufis. Abdomine {segmento anali nigro excepto) rufo-ferrugineo, se- gmentorum. marginibus late flavo-aureo pilosis. Ca- rinula ventrali fortiter producta, dentiforme. 35. M. Oyparissa Sm. aa) Scutello vix prominulo, plano 1) Abdomine [basi nigro excepta) loto pallide- flavo auran- tiaco, pilis longis aureis vestito. Fronte inter an- tennarum hases corniculo dentiforme praedito . . 36. M. NASicoRNis, n. sp. 2) Abdomine loto rufo ferrugineo , segmentorum margi- nibus apicalibus pilis flavo-aureis late fasciatis. Fronte mutica .... 37. M. Sennae, n. sp. l) Oculi in margine supero-interno leviter et fere obsolete inca- vato-incisis. Capite et thorace tote nigris vel nigro cyaneo pictis a) Capite, thorace pedibusque nigris. Alis obscure-violaceis. Abdo- mine nigro, maculis duabus in segmenti secundi et tertìi ~ 36 - ìnargine apicali. Clypeo distincte producto, antice sub-trian- gulariter emarginato-incavato , mandihulis longis, margine interno prope apicem unidentatis 38. M. CLYPEARIS, n. sp. aa) Capite, thorace pedihusque atro-cyaneis, albo-argenteo villosis. Alis dimidio basali hyalinis, deinde leviter fumatis. Abdo- minis segmento primo, tertio et sequentibus cyaneo-virescen- tibus, secando rufo-violaceo pictis, albo-flaves centi fimbria- tis. Clypeo regulari, mandibulis parum elongatis, robustis, apice bidentatis 39. M. atrocyanea, n. sp. Fam. MUTILLIDAE Smith Subf. APTEROGYNINAE Ern. Andre Gen. Apterogyna Latr. 1. A. Latreillei Klug Apterogyna Latreillei Klug, Symb. phys. (1829) Dee. I, n. 2, Tav. V, fig. 13 2- — — Lepeletier, Hist. Nat. Ins. Hym. Voi. ITI (1845) p. 593, n. 2 cfl — -- Ern. André, Spec. Hym. Eur. T. 8^"»® (1900) p. 73 2 et p. 80 — — I d., Gen. Ins. (Mutillidae 1903) p. 6, n. 8 Habitat: Egitto — Sudan Orientale. Un esemplare di femmina venne da me raccolto negli orti presso Keren, nel febbraio 1900, e due esemplari rap- presentanti i due sessi mi pervennero dal Dott. V. Belli che li raccolse nei dintorni di Grhinda quasi alla medesima data. Subf. MUTILLINAE Fox Gen. Ephutomma Ashm. 2. E. CONTINUA Fabr. var. aurea Klg. Mutilla continua E a b r. Syst. piez. (1804) p. 430 2* M. aurea Klug, Symb. pbys. (1829) Dee. I, n. 13, Tav. IV, f. 13 2- — — Sich. & Rad. Mon. d. Mut. (1870) p. 41, n. 16 2- — — Dalla Torre, Cat. Hym. Voi. 8“ (1897) p. 13. — 38 — M. continua Id. Ibid. p. 27. — — Ern. André, Mut. du Mus. de Paris (Ann. Soc, Ent. Frano.) Voi. 67 — 1898 — p. 11, n. 13 5» — — var. aurea Id. Spec. Hym. Eur. T. 8 (1900) p. 145 5 Tav. VII, f. 1 et 4 2. — — var. aurea Id. Qen. Ins. — Mutillidae — (1903) p. 20, n. 3 2- — — Typ. Id. Mut. Voyage de feu L. Fea (Ann. Mus. Civ. St. Nat. Genova: Ser. 3, Voi. I) (1904) p. 221, n. 1, Habitat : Arabia deserta — Abissinia — Somalia — Gui- nea port. -- Turkestan. Alcuni esemplari di femmine provenienti da Maio (As- saorta), raccolti dal Ten. Dott. Andreini, da Massaua e Omkullo, raccolti dal Dott. Telimi e da Saati e Ghinda fornitimi dal Dott. Vittorio Belli, rappresentano questa va- rietà dalle fascie a peli giallo-dorati sull’ addome, che so- stituiscono quelli a peli bianchi della specie tipica. 3. E. BIOOLOK 01. Mutilla bicolor Olivier, Enc. Méth. Voi. 8 (1811) p. 57, n. 13 (/I M. dichroa S i c h. & R a d z., Mon. d. Mut. (1870) p. 162, n. 144 Tav. XI, f. 7 cT- — — Dalla Torre, Cat. Hym. Voi. 8 (1897) p. 31, Ephutomma dichroa Ern. André, Spec. Hym. Eur. T. 8 (1900) p. 148-150. E. bicolor Id. Gen. Ins. Mutillidae — (1903) — p. 20, n. 1. Habitat : Turkestan (Regione transcaspica) — Arabia (Me- sopotamia). Un esemplare maschio, proveniente dai dintorni di Keren, rappresenta questa specie conosciuta finora pel solo sesso mascolino. La sua presenza anche nella Colonia Eritrea, ne estende di molto la dispersione geografica, poiché dall’Asia settentrionale centrale ed orientale giunge ora fino alle latitudini subequatoriali africane. — 39 — Coir inscrivere questa specie nel genere istituito da Ash- mead, si può conservarle la denominazione di Olivier an- ziché quella sostituitale da Radoszkowsky, poiché la Mu- tilla hicolor di Pallas viene a riferirsi al genere Dasylahris creato più tardi dal Radoszkowsky stesso. Gen. TricholaMoides Radz. 4. T. SEMITRIATA KlUQ Mutilla semistriata K 1 u g, Symb. Phys. (1829) Dee. I, n. 9, Tav. IV, fig. 9 9. M. pedunculata. Id. Ibid. n. 24, Tav. V. fig. 10 (^. M. semistriata $, = M. pedunculata S i c h. & Radz. Mo- nogr. d. Mut. (1870) p. 37 n. 11 e p. 125 n. 98. M. pedunculata G r i b. Imen. d’Assab (Ann. Mus. Civ. St. Nat. Genova Voi. XX. 1884) pag. 390 n. 23. Trichol. pedunculata Radz. Rév. des arm. copul. (Hor. Soc. Ent. Ross. 1885. T. XIX) pag. 33. Tav. VI fig. 48^ 48" 48“=. — — Ern. André, Notes pour servir à la conn. des Mut. pai. (Mém. Soc. Zool. de Erance. T. IX 1896) p. 267. Trich. semistriata Ern. André, Spec. d’Hym. d’ Eur. (1900) pag. 169-170 $. pag. 174-175 (Z". Tav. VIII, fig. 1. J. — — Ern. André, Materiaux pour servir à la conn. des Mut. d’Afrique (Zeitschr. fiir Hym. und Dipt. 1901) p. 284, n. 5. — — Ern. André. Gen. Ins. — Mutillidae — (1903) pag. 21, n. 4. Habitat : Egitto — Arabia — Abissinia — Paesi somali. Di questa elegante specie (il maschio é il più comune e il solo sesso eh’ io abbia potuto vedere) ebbi qualche esem- plare da Arafali (Gap®. Garelli) e da Ras Ghedem, raccol- tovi dal dott. Tellini. Altri esemplari vidi pure nei materiali studiati sulle rac- colte dei compianti Principi E. Ruspoli e Gap. Bottego, provenienti da Lugh, Ueb, Ogaden. — 40 — Nella mia raccolta ne posseggo anche uno di Kassala, fornitomi dal Sig. Fatigati. Gen. Pseudophotopsis Ern. Andre. 5. P. Kassalina Magri. Magretti, Imenotteri della seconda spedizione di Don Eugenio dei Principi Ruspoli nei paesi Galla e Somali (Ann. Mas. Civ. St. Nat. Genova sez. 2®- voi. XIX, 1898) ' pag. 42, in Nota. Pseudophotopsis kassalina André, Gen. Ins. — Mutillidae — (1903) pag. 22 n. 2. Habitat: Kassala. Un esemplare maschio proveniente da Arafali e gentil- mente favoritomi dal Oap.° Garelli, corrisponde esattamente ai caratteri della specie precedentemente da me descritta sopra altro individuo maschio di Kassala. Gen. Myrmilla Wesm. [Ern. Andre) 6. M. OEPHALiCA Stich. & Radz. Mutilla cephalica Sich. & Radz. Mon. des Mut. (1870) pag. 28 n. 4. Myrmilla cephalica André, Notes pour servir à la conn. des Mut. pai. (Mém. Soc. Zoo!. Franco T. 6, 1893) pag. 286-289. Mutilla cephalica Dalla Torre, Cat. Hym. Voi. 8° (1897) pag. 22. Myrmilla cephalica Ern. André, Spec. Hym. Eur. Tom. 8 (1900) pag. 194 et 217. — — Id. Gen. Ins. — Mutillidae — (1903) pag. 25 n. 6. Habitat: Europa orientale e meridionale — Asia — ^Africa settentrionale. Due esemplari di femmine, uno raccolto ad Adi-Caiè dal ten. dott. Andreini e Taltro a Saati dal dott. V. Belli ohe — 41 — per confronti sopra esemplare tipico nella mia collezione ed anche .per parere del chiarissimo collega Dott. Ernest An- dre, non posso a meno di riferire alla presente specie, ne differiscono tuttavia per alcuni particolari caratteri. L’ individuo proveniente da Adi-Oaiè presenta infatti di- mensioni e proporzioni del capo e d’altre parti del corpo, molto minori del tipo, con una punteggiatura meno gros- solana, ma pur non meno distinta, sia al capo che sul to- race ; le fascio sui bordi apicali dei segmenti dell’addome sono meno larghe, appena disegnate e coll’espansione me- diana non distintamente triangolare ; è notevole 1’ assenza di peli neri eretti sul capo e torace, scarsi sull’ addome, per tali particolarità riferisco detto esemplare alla var. : parvula^ mihi, che rimane dunque cosi contraddistinta : Corporis statura typo valde minore ; fasciis in segmentis ahdominalibus P — F° vix conspicuis^ medio dorsi parce sub- triangulariter productis. Corp. long. 4 raill. L’ esemplare di Saati invece oltre che dimensioni un po’ minori del tipo presenta anche una notevole differenza di colorazione per avere le antenne, il capo, il torace e le zampe, per intero di color rosso-mattone chiaro, cosicché questa può contraddistinguersi colla denominazione : var. ru- bida mihi. Gen. Odontomutilla Ashm. 7. 0. MiCROOEPHALA André, Ern. Andre, Études sur les Mutillides existant dans les Coll. du Musée eiv. de Génes (Ann. Mus. Civ. St. Nat. Genova, sez. 2^, Voi. XVII 1896) pag. 103 n. 28. (App.). — — Gen. Ins. — Mutillidae — (1903) pag. 29, n. 20. Habitat : Eritrea. — 42 — Di questa specie primieramente trovata dal ten. Derchi a Cheren, osservai due esemplari di femmine uno meglio rispondente alla forma tipica, raccolto dal ten. dott. Andreini al Maio (Assaorta alta) e Faltro, di dimensioni molto mi- nori e tali da rappresentare una distinta varietà {joarva) proveniene dai dintorni di Ghinda raccoltovi dal dott. A. Tellini. La presente specie appartiene al gruppo della notata^ Lep. e fracta Sauss. ed è essenzialmente distinta per la leg- giera scultilra dell’addome e per la fascia di peli argenteo- giallicci largamente interrotta sul bordo del 3° segmento del medesimo. L’esemplare del Maio, quantunque di dimensioni mag- giori dell’altro, risulta pure di molto minore (oltre 3 mill.) dell’esemplare tipo osservato dall’Andre e presenta inoltre il dorso ed il bordo del quinto segmento addominale e la porzione apicale del sesto^, rivestiti da pelurie più lunga e del medesimo colore di quella delle macchie e fascie dei segmenti precedenti. 8. 0. Tellinii, n. sjp. Capite, thorace {pronoto excepto) pedihusque nigris, pronoto abdomineque toto, supra et subtus, rufo-ferrugineis ; lateribus, sterno, ventreque mediocriter longe albo-argenteo- pilosis. Alis fumatO’Violaceis, basi minus infuscatis. Capite in occipite subcristato-depresso, crasse irregulariter reticulato- punctato ; mandibulis mediocribus apice bifidis, prope hases, tuberculo distincto apice inciso^ praeditis. Antennis robustis, porrectis, flagelli articulis tertio, quarto quintoque longitu- dine inter se aequalibus, coeteris majoribus. Pronoto, meso- noto et scutello large profundeque regulariter incavato-scul- ptis ; pronoti margine postico acute arcuato, limbo laevi ni- tidoque. Alarum tegulis latis, cochleariformibus, obscure ~ 43 ~ piceis. Scutello lamellari^ prominulo, margine postico cristato^ medio profunde inciso^ angulis utrimque robuste suhrostratis. Metanoto nitido, profunde et amplius reticulariter sculpto, lateribus utrinque in laminam subrostriformem dilatato. Ah- dominis segmento primo lato., piano-discoidali, basi crasse et profunde aciculato-punctato, margine lato, laeoi, cum secundi basi confluente ; carina mntrali elevata, spinala mediocri rostriforme armata ; segmentis sequentibus dorso item aci- culato-sculptis, marginibus laevibus ; segmento secando ven- trali crasse et distincte reticulato, sequentibus gracilius scul- ptis. Tuberculo mediocri in medio segmenti secundi ventrali, prope marginem apicalem, alteroque in segmenti septimi margine basali ventrali parce elevatis, obtusis, nitidis. Genis, propleurarum maculis tibiisque griseo-argenteo villosis vel long e pilosis; tarsis subtus pilis flavescentibus, argenteis per- mixtis Tibiarum spinulis calcaribusque obscure testaceis. Corp. long. 10-13 milL I due esemplari maschi, raccolti ad Adi-Ugri dal ten. dott. Andreini ed all’Asmara dal dott. A. Tellini, non sono riferibili a nessuna delle specie finora conosciute per questo gruppo di Mutille. I caratteri essenzialmente spiccati della colorazione rossa dell’addome e del pronoto, della totale mancanza di macchie e fascie addominali oltreché della par- ticolare forma e scultura dello scudetto, della prominenza dentiforme della carena ventrale del primo segmento come pure dei tubercoli prospicienti nella parte ventrale del secondo e settimo segmento dell’addome, e della scultura generale del corpo, contraddistinguono questa specie dalle affini del gruppo della simplici fascia, Sich. & Radz., cariana Magrt., laminata André, etc. È dedicata al nome dello esimio raccoglitore dott. Achille Teliini in attestato di stima e riconoscenza per avermi offerta occasione di stu- diare il materiale d’ Imenotteri da lui raccolto nell’Eritrea unitamente a copiose collezioni di altri ordini d’animali. — 44 — Gen. Dolichomutilla Ashmd. 9. D. SYCORAX Sm. Mutilla sycorax Smith, Cat. Hym. Brit. Mus. Ili (^1855) p. 19 n. 118. $. — — Sich. &Radz. Mon. des Mut. (1870) p. 94 n. 66. 2, Tav. Vili, fig. 4 Dolichomutilla sycorax E r n. André, Mat. p. servir à la conn. des Mutillides d’Afrique (Zeitsch. fiir Hym. nnd Dipt. 1901) p. 339 n. 31. cT- — — Gen. Ins. — Mntiliidae — (1903) p. 30 n. 5. Habitat : Natal — Mozambico — Capo B. Sp. — Tran- svaal. Parecchi esemplari, tutti femmine, vennero da me rac- colti a Keren (febb. 1900) altri ricevetti dalla stessa loca- lità per mezzo del sig. Borione, o da Adi Ugri e Coatit raccoltivi dal ten. dott. Andreiui e da Ghinda dal dott. Y. Belli. Secondo il parere del preclaro imenotterologo Ernest André, ritengo questa specie distinta dall’affine Guineensis Eabr. almeno fintantoché non sieno sicuramente conosciuti i maschi dell’ una e dell’altra forma. Gen. Barymutilla Ern. Andre 10. B. Mniszechi Radz. Mutilla Mniszechi Radosz kowsky, Comp. r. des Hym. rèe. en Egypte et Abyssinie, (Hor. Soc. Ent. ross. XII. 1876) p. 29 n. 76. — — Ern. André Et. s. les. Mutillides exist. d. la Coll, du Mus. Civ. de Génes (Ann. Mus. Civ. di St. Nat. Genova, sez. 2^ Voi. 17, 1896) p. 102, n. 27 2* — — Id. Les types d. Mutilles de la Coll. 0. Radosz- kowsky (Ann. Soc. Ent. de Franco Voi. 48, 1899) p. 38 n. 79. 2 c? — 45 Barymutilla Mniszechi^ E r n. An d r è Gen. Ins. — Matillidae — (1903) p. 32 n. 7. 5 c? Habitat : Abissinia : Paesi Somali. Di questa bella specie potei esaminare alcuni esemplari femmine provenienti da Keren, uno mi venne favorito dal compianto collega Conte Grianfranco Turati, un altro acqui- stai dal Sig. Bruschi preparatore naturalista a Milano, aven- dolo rinvenuto in un quadro d’ insetti (per lo più Coleot- teri) provenienti dalla nostra Colonia; altro ancora mi per- venne raccolto a Ghinda dal dott. V. Belli. 11. B. STUPIDA Gerst, Mutilla hilunata Gestaecker Peters reise n. Mossamb. (1862) p. 488. Tav. XXXI f. 8. 5. — — Sich&Radz. Mon. des Mut. (1870) p. 120 n. 90. M. stupida Id. C. v. d. D e c k e n Reise in Ost Afrika (1873) p. 340, nota. Barymutilla stupida E r n. André, Mat. p. servir à la conn. des Mut, d’Afrique (Zeitsch. f. Hym. und Dipi. 1901) p. 336 n. 30 5 o- — — Id. Gen. Ins. — Mutillidae — (1903) p. 32 n. 29. Habitat : Africa or. (Mozambico, Somalia). Alcuni esemplari di femmine provenienti da Keren (rac. dott. Andreini) e da Ghinda (rac. dott. Telimi e dott. Belli) provano la presenza anche nell’ Eritrea di questa specie finora citata per località africane più meridionali. Gen. Mutilla Linné. 12. M. ALECTO Sm. Mutilla Alecto Smith, Cat. Hym. Brit. Mus. Ili (1855) p. 17 n. 114 M. aestuans Gerstaecker, Peters reise n. Mossamb. (1862) p. 487. Tav. XXXI, f. 6 5. — — Sich. & Radz. Mon. des Mut. (1870) p. 85 n. 55. — 46 — M. interrupta, var. aestuans^ G r i b o d o, Rass. Imen. rac. dal cav. Fornasini (Accad. Ist. Bologna 1894) p. 50. — — Ern. André Gen. Ins. — Mutillidae — (1903) p. 35. — — Td. Mut. — Voyage de Leon Fea (Ann. Mus. Civ. Sfc. Nat. Genova sez. 3® Voi. I 1904) p. 227, n. 8. Habitat : Africa : (d’ Egitto al Capo). Alcuni esemplari di femmine raccolti a Massaua e Ghinda, dal dott. A. Tellini e dal dott. Y. Belli sono riferibili a questa specie che, anche a parere dell’Andre (loc. cit.) vuoisi rite- nere distinta dalla affine interrupta 01. nel gruppo ancora abbastanza intricato delle Mutille a torace rosso, aventi due macchie bianche sul secondo segmento e le fascie più o meno largamente interrotte sul 3“ e 4° segmenti addomi- nali. Nel recente lavoro di Ernest Andre (loc. cit.) è risolto il dubbio circa il riferimento del sesso maschile alla fem- mina di questa specie mercè l’ interessantissima scoperta fatta dal compianto Leonardo Fea, dei due sessi in copula da lui trovati nell’ultimo suo viaggio alla Guinea porto- ghese ed al Congo francese. La M. alecto^ descritta dallo Smith fino dal 1865, per il solo maschio, viene così a riunirsi colla M. aestuans^ descritta da Gerstaecker sette anni appresso, e rimasta finora sconosciuta pel sesso maschile. Non è quindi ammissibile la riunione fatta dal Gribodo (loc. cit.) deìVaestuans come varietà dell’ interrupta^ inquantochè caratteri specifici abba- stanza importanti contraddistinguono le femmine, oltre la differenza notevole fra i rispettivi maschi, distinti nelle primitive alecto Sm. e fioralis Klg. 13. M. INTEERUPTA 01. M. interrupta Olivier, Enc. Méth. Voi, Vili (1811) p. 62 §. M. fioralis King, Symb. phys. (1829) u. 16 (fi Tav. V, fig. 1 & 2 d". M. interrupta Id. Ibid., n. 11 Tav. IV, fig. 11, $. — 4:7 — M. divisa (?) Smith, Cat. Hym. Brit. Mus. Ili (1855) p. 11, n. 71. M. interrupta S i c h. & R a d z. Mon. des Mut. (1870) p. 85, n. 54 5. M. catanensis (?) Rossi, Mant. Ins. (1792) p. 117 5- — — Ern. André, Spec. Hym. Eur. Tom. 8 (1900), p. 287 5? 311 (/, p. 449 syn. — — Id. Gen Ins. — Mutillidae — (1903) p. 33, n. 9, et M. interrupta. — Id. Ibid. pag. 36, n. 79. Habitat : Europa meridionale (?) — Egitto — Senegai Abissinia — Sudan — Mozambico — Capo B. Sp. — Congo Francese. La sinonimia di questa specie è ancora assai dubbia. L’ egregio collega e chiarissimo imenotterologo Ernest André, già fin dal 1896 (Móm. Soc. Zool. de Franco Tom. IX pag. 271) e poi nel recente lavoro: Mutillidae^ in: Voyage de feu Leonardo Fea dans V Afrique occidentale^ (Ann. Mus. Civ. St. Nat. (Genova) ser. 3 voi. I, 1904, pag. 228 n. 10, ed in lettera di risposta ad alcune domande indirizzategli in proposito, la ritiene riunibile oltre che alla floralis Klug alla catanensis Rossi, mentre nella pre- giata monografìa del Genera insectorum (Wytsman, 1903) tiene separate le due specie, riportando la catanensis^ fra le specie della regione paleartica e la interrupta fra quelle africane. Il fatto però di non essere ancora stato raccolto nel mezzodì d’Europa un maschio identico a quelli afri- cani (M. floralis Klug) che fosse in copula con esemplari di femmine riferibili alla catanensis^ giustifìca il dubbio dèli’ André a questo proposito. Propendo quindi a mantenere a questa specie il nome dato da Olivier e da Klug ( ^ ) non ammettendo la sinoni- mia del Dalla Torre (Catal. Hymenopt. voi. Vili, 1897) a pag. 22 per la divisa e la repraesentans Smith, ma riu- nendovi la M. floralis Klug citata a pag. 41. Sembrami quindi razionale (almeno sino a prova con- traria e certa) ritenere specie distinte la M. catanensis^ — 48 — per la fauna paleartica, la M. interrupta 01. per l’etiopica e la divisa o repraesentans^ Sm. per l’orientale (indo-orientale). Un esemplare di femmina, preso fra le sabbie ai pozzi di Adartè (24 febbraio 1900) e parecchi di maschi pari- mente da me raccolti a Grhinda ed a Sabarguma (Allato), ed altri ancora favoritimi dal dott. Y. Belli che li raccolse presso Saati, nel marzo 1900, dimostrano la presenza ab- bastanza frequente di questa specie anche nella Colonia Eritrea. 14. M. TRicuspiDO-OARmuLATA, 71. sp. (Fig. 1, la). $ Capite ahdomineque nigris, thorace r ufo- ferrugineo pe- dibus nigro-rufescentibus {coxis trochanteribusque sicut thorace ferrugineis, tarsis testaceo-lutescentibus). Capite in fronte nitido, crebre ovaliter punctulato, lato, thorace latiore ; antennarum tuberculis basalibus., scapi apice et flagelli articulis duobus primis, mandi- balarum dimidio basali rufo-ferrugineis ; oculis parvis, ovalibus margine integer- rimo. Thorace subrectangulari., lateribus laevissime incavato., marginibus obsolete serrulato-dentatis, margine postico tran- sverso, crebrius et fortius papilloso, in medio unguicula triangulari parva, sat distincta ; postico subdeclive, late reticu- lato sculpto, striis longitudinalibus emer- gentibus. Abdominis segmento primo in ventre rufopicto ; carina ventrali parva, prominula, dentibus tribus distinctis prae- dita; supra, et in margine postico sparse griseo-piloso ; segmento secando ampie globoso, laevi nitidoque sparse ni- gro-piloso, in dorso immaculato', tertio fascia lata e pilis argenteo-griseis, medio late interrupta, quarti et quinti nigris, pilis nonnullis griseis, sparse villosis ; sexto obscure rufo- Fig. 1. — M. tricuspido- carinulata, n sp. a - carena ventrale del 1® segm. add. (Ingrandimento Vt) — 49 — ferrugineo^ apice obtuso, area pygidiali distincte emarginata., transverse minutissime striata., pube griseo-sericea tecta. Segmentis abdominalibus II- VI in ventre nigris marginibus apicalibus pilis griseis fimbriatis. Pedibus longe albo-villosis, calcaribus albis, tibiis intermediis et posticis uniseriatim 4-spi- nosis, apice bicalcaratis. Corp. long. 5 mill. Q^iesta piccola specie del gruppo delle spinipes Latr. e della bassutorm, André, rappresentata da un sol esemplare di femmina raccolto nella piana di Sabarguma nel gen- naio 1900, è essenzialmente caratterizzata dal margine se- ghettato del torace e dalla presenza d’ una piccola unghia triangolare sul margine posteriore del limite del mesonoto, ben distinto fra varie sporgenze tubercoliformi. La distin- guono inoltre la mancanza di macchie sul secondo segmento dell’addome e la larga fascia di peli grigio-argentei inter- rotta nel mezzo del dorso del 3° segmento dell’addome; l'area pigidiale minutamente e trasversalmente striata e, sopratutto, la speciale struttura della carena ventrale del V segmento dell’addome che presenta tre sporgenze den- tiformi ben distinte, delle quali maggiore è la mediana. (Fig. 1, a). 15. M. VlGONlORUM, n. sp, 5 Parva, nigra; thorace superne obscure rufo- ferrugineo capite, pedibus abdomineque nigris, hoc maculis duabus ro- tundis in segmenti secundi dorsi lateribus fasciisque medio late interruptis maculis subquadratis quattuor in segmentis abdominis tertii et quarti dorso griseo-fulvescenti villosis eff- cientibus. Segmenti apicali basi et lateribus pilis griseis nigro- permixtis, in ventre marginibus apicalibus omnibus anguste albo- fimbriatis. Capite thorace latiore, toto crebre aciculato- punctato, antennis parce elongatis, crassis, basi rufo-tuber- Anno XXXVII. 4 — 60 — culatis, scapo fortiter arcuato^ flagelli articulo secando in- fundibuli forme coeteris suhsequentibus longiore ; pronoti col- lare distincto, supra minute punctato^ scrobiculato ; thorace subrectangulari^ antice rotundato, lateribus (praecipue meso- pleuris) incavatis, nitidis, laevibus^ spar- sim argenteo-pruinosis; dorso antice et me- dio minute subcanaliculato rugoso puncta- to, postico toto minute submammaliforme in medio marginis posterioris mediocriter emergente^ apice obscuriore. Metanoti parte postica leviter truncato-declim ; area me- diana sub cor di formio nigra distincte longi- tudinaliter canaliculato-rugosa. Abdominis segmento primo discoidali^ supra plano, nitido, sparse punctato; in ventre carinula bidentata (Fig. 2, a); segmentis sequenti- bus, in dorso^ dense nigro villosis in ventre nitidis^ secando sparse punctato^ coeteris laevibus. Valvula pygidiali basi longitudi- naliter ruguloso-punctata^ apice laevi. Tibiis intermediis et posticis biseriatim spinosis. spinis decem mediocribus armatis, calcaribus albis. Corp. long. 7-8 mill. Alcuni esemplari di femmina da me raccolti a Sa bar guma ed altri di Saati e Grhinda, trovati fra il materiale del dott. Belli, si riferiscono a questa nuova specie che a primo aspetto si potrebbe riferire alla speculatrix Smith, 5 (Descript, of new Hym. in Coll. Brith. Mus. 1879, pag. 194;) concordando i caratteri della disposizione delle macchie deb l’addome e la scultura del torace. Notisi però che la Vigo- niorum^ distinguesi dalla speculatrix assai evidentemente essendo in quest’ultima il torace molto meno allungato e più rettilineo sui lati e l’articolo secondo del flagello an- tennale non più allungato degli altri nè imbutiforme e per Fig. 2. — M. Vigonio- rum. n. sp. ^ a - carena ventrale del 1® segm. add. (Ingrandimento Vi) — 51 — essere inoltre le tibie sia intermedie che posteriori affatto sprovviste di spina. Ho dedicato la Specie al nome chiaris- simo dei fratelli senatori nobili com. Griulio e Giuseppe Yigoni quale attestato di ossequio e di viva riconoscenza agli appoggi morali favoritimi in occasione della mia an- data in Colonia. 16. M. DispiLOTA, Qich. & Radz. Sich. & Radz. Mon. des Mut. (1870) p. 95, n. 69, Tav. Vili fig. 6 ?. André Ern. Gen. Ins. — Mutillidae — (1903) p. 36, n. 56. Habitat : Africa. Due esemplari di femmina di questa specie nota finora per località africana indeterminata, mi pervennero dal dott. Y. Belli che li raccolse nei dintorni di Massaua nel marzo del 1901. 17. M. ARSTNOE, Per. Peringuey, Descript, of some new ov litt know. south afric. Mutillidae (Annals of south afr. Museum voi. I, P. I, 1898) p. 43 e 74. André Ern. Genera Insectorum — Mutillidae — (1903) p. 35, n. 18. Habitat : Sud- Africa, (Transwaal). Un esemplare femmina di questa specie, molto affine alla M. andromeda^ dello stesso autore, venne raccolto presso Adi-Ugri dal ten. dott. Andreini nel giugno 1901. Si estende cosi molto a settentrione P habitat di questa specie dell’Africa australe. 18. M. DisPARiMAouLATA , Sich. & Radz. Sich. & Radz. Monogr. des Mut. (1870), p. 44, n. 20, Tav. VIII, fig. 1, ?. — 52 — E r n. Andrò. Ét. s. les Mutillides du Mus. de Paris, (Ann. Soc. ent. de France T. 67, 1898) p. 10, n. 11, 2. — Les types des Mutilles de la Coll. Radoszkowsky (Ibid) T. 68, (1899), p. 36, n. 77. — Gen. Ins. — Mutillidae — (1903), p. 69, n. 25. Habitat : Senegai. Due esemplari di femmine, provenienti da Maio (Assaorta alta) raccolti dal ten. dott. A. Andreini, si possono riferire a questa specie, rssomigliante un po’ vagamente le M. ce- pheus e astarte Smith, ed in parte, anche le fracta, Eadovae^ Radamae^ di Saussure. Essa venne più a lungo descritta dall’Andrè (Mutili, du Mus. de Paris loc. cit.), ma non ancora decisamente riferita al genere Mutilla; era finora soltanto conosciuta del Senegai. 19. M. SABAEOUMAE; U. Sp. 2 Nigra ; antennarum scapi basi et apice, mandibulis (summo apice nigro excepto) collare., thorace (pleuris et me- tanoti parte postica declive nigricantibus, exceptis)^ area py- gidiali, rufo-ferrugineo pictis. Capite subquadrato., incrassato, thorace latiore, in margine occipitali rotundato., dense medio- criter punctato, in parte faciale et occipitale sparse griseo- piloso. Antennarum articulo basali sphoerico., rufo-miniato ; ìfiandibularum basibus subtuberculatis (Pig. 3, a). Thorace subquadrato idest longitudine latitudine parum majore, pro- noti angulis anticis utrinque distincte spinoso-dentatis ; in dorso mediocriter reticulato-punctato, marginibus lateralibus minute gibbuloso-serrulatis ; metanoti margine postico supero, spinulis acutis odo sub cir cui ar iter dispositis, (primis mini- mis, medianis longioribus) armato ; pleuris et metanoti facie postica declive, levibus nitidisque. Pedibus nigris, griseo- argenteo pilosis ; tibiis inter mediis et posticis valide spinosis. Abdomine sessile, segmento primo ad metanoti insertionem — 53 — corniculis vaìidis dwergentihus praedito (Fig. 3, ò) ; ipsius margine supero a secundo sai emdenter discreto, circulariter emarginato, supra nitido, longe foveolato-sculpto ; in parte mediana dorsali pilis longis, argenteo-flamscentibus, fimbriato. Carinula ventrali sat prominula^ sub- _ . C_ ? obtusa, medio leviter incavata Segmento secundo magno. crassato, dense minutegue punctato ; margine apicali fascia pilis argenteo- flavescentibus, in medio dorsi parum angulatim antice producta; segmento abdominali tertio toto, apicale circum area pygidiali a pilis concoloribus tec- tis. Ventre nitido, sparse punctato., nigro- villoso. Area pygidiali margine elevato distincta^ minutissime regulariter ru- gosa. Fig. 3. — M. sabargumae, n. sp. Corp. long. 7 Ya milL a - capo (visto dalla fronte. 6 - primo segmento addom c - carena ventrale del 1* Un esemplare femmina, da me rac- segmento addom. (Ingrandimento Vi) coito a Sabarguma nel marzo 1900, e riferibile a nuova specie del gruppo deW hoplocephala Andrò. È distinta per avere il capo più largo del torace e poste- riormente arrotondato, per la struttura del primo segmento dell’addome dall’orlo rimarginato a cresta rilevata trasver- sale, colla carena ventrale trapezoide, leggermente incavata all’apice e per le fascie del 2” e 3*^ segmento non inter- rotte. Le spina delle tibie intermedie e posteriori come neìV hoplocephala, sono disposte su due serie. 20. M. THOEA.CO-SULCATA, n. Sp. 5 Capite, abdomine pedibusque nigris, thorace (antice posticeque., meso- et metapleuris nigris exceptis) rufo. Capite thorace vix latiore^ rotundato, dense, anguste prò- — 54 — fundeque punctato ; oculis ovoidalihus ; antennis crassis, ro- hustis, òasi Tufo-tuberculaìis, flagelli articulo secundo infun- dibuUforme^ coeteris longiore. Thorace suhrectangulari^ antice angulato rotundato^ medio levissime incavato posticeque pa- rum dilatato, ahrupte verticaliter truncato ; dorso leviter convexo, sulcis canalicitlaribus longitudinalibus areas prò- ì fundas aciculatas includentibus^ sculpto : margine posteriore ! decemdentato ^ dentibus mediis minoribus lateralibus longio- \ Abdominis segmento primo plano^ ver- i ticali, vix conspicuo^ carina ventrali obso- leta vel nulla, margine apicali medio j fascia angusta griseo-sericeo pilosa ; seg- ] mento secundo magno longitudine latitu- j dine aequante, in margine postico fascia ' lata, medio triangulariter interrupta, ma- culis duabus magnis subtriangularibus efficiente pilis griseo-subfiavescentibus, seg- mentis sequentibus in dorso sparse, seg- menti anali densius item griseo-pilosis ; segmentis ventraìibus a secundo usque ad apicem margine postico anguste griseo piloso-fimbriatis ; pedibus nigris argenteo -pilosis, tibiis mediis et posticis quadrispinosis, calcarihus albis. Corp. Long, 8 mill. Questa nuova specie appartiene al gruppo della pecti- \ nata, Sich. & B-adz. e per lo spiccato carattere del mar- j gine spinoso del metanoto, si può raggruppare parimente j colle specie di nuovo descritte: sabargumae, samharica, 1 hoplocephaloides pur distinguendosi per la forma e scultura | del torace e per la disposizione delle fascie e maccliie 1 suir addome. Un esemplare venne raccolto dal dott. Teliini nei dintorni dell’Asmara. / Fig. 4. — M. thoraco- sulcata, n. sp. (Indrandimento '^i,) — 55 — 21. M. SAMHARICA, 7^. Sp. 5 Parva, nigra ; mandibularum dimidio basali, antenna- rum basi, scapo et flagelli articulis duobus vel tribus primis, thorace, pedibus abdominisgue segmento apicali in dorso et in ventre^ pallide r ufo- ferrugineo pictis. P'iagelli articulo se- cundo tertii duplo longiore; capite magno, postico rotundato, thorace nix latiore, subnitido, crasse profundeque punctato ; thorace subrectangulari, medio leviter constricto, pronoti angu- lis externis minute denticulatis, marginibus lateralibus lenis- sime serrulatis, in dorso longitudinaliter subreticulato, leviter sculpto. Metanoti margine postico-supero spinulis quinque vel sex subobtusis {spinula mediana praecedentibus vel sequentibus longiore) armato ; postico abrupte truncato, laevi nitidoque. Abdominis segmento primo secundi basi adhaerenti, carinula ventrali lineari, parum conspicua, margine postico argenteo- fulvescenti piloso, secando in dorso dense minuteque, in ventre crassius sed sparse punctulato, fascia pilis concoloribus in margine apicali lata, medio anguste triangulariter interrupta, sequentibus III-V item piloso-subfìavescentibus medio obso- lete interruptis. Area pygidiali levi^ nitida. Segmentis abdo- minalibus II-V° in ventre levibus, nitidis, marginibus griseo fimbriatis. Corp. long. 5 a 6 mill. Var. a) — capitis colore in fronte et occipite a nigro- brunneo ad rufum-ferrugineum transiente. Anche questa nuova specie è riferibile al gruppo della pedinata Sich. & Radz. pur sembrando affine alla parva Ern. André (Zeitsch. f. Hymen. und Dipt. 1902, p. 41, n. 65). La differenziano tuttavia dalla pectinata oltre che la co- lorazione oscura del capo e dell’addome la disposizione delle fascie addominali e l’assoluta assenza di macchie sul dorso del secondo segmento e la particolare forma della carena ventrale (Fig. 5 a). Parimente distinguesi dalla parva in primo luogo per la disposizione delle fascie e delle macchie addominali poiché il primo segmento nella parva sembra non portar fascia di peli al margine apicale ed il secondo presenta nella parva una fascia non interrotta mentre nella samharica il primo segmento ha una minuta fascia di peli al margine posteriore ed il secondo una fascia distintamente interrotta nel mezzo a guisa di \/ formando sui lati due macchie subtriangolari coricate colla base verso il dorso e le estremità assot- tigliantisi verso i margini laterali. La colorazione generale dei peli del corpo e delle fascie e macchie addomi- nali 6 dorata nella parva^ appena grigio- gialliccia nella samharica. In una bella e ricca serie d’esemplari (disgraziatamente tutte femmine^ da me raccolti nell’ in- focata pianura del Samhar (Sabarguma, Allato, Ailet, marzo 1900) e dal dott. V. Belli a Saati e Ghinda, potei riscontrare costanti i caratteri specifici sopra descritti, solo variando in qualche individuo il numero delle spine del margine posteriore del metanoto da cinque a sette quando si enumerino anche le minute spine esterne: pure variabile è il numero delle spine sulle tibie intermedie e posteriori. Ho riferito alla var. a) alcuni esemplari notevoli per presentare una macchia frontale rosso-ferruginosa sul fondo nero del capo, ed una tendenza più o meno spiccata ad una colorazione rossiccia anche sul vertice del medesimo. Fig. 5. — M. s amila- rica, n. sp. a - carena ventrale. 1® segna, add. (Ingrandimento Vi) — 57 22. M. CoNJUNCTA, King, Mutilla conjuncta K 1 u g, Symb. Phys. 1829 Dee. I. n. 5 Tav. IV. f. 5 $. — — Ern. André, Spec. d’Hym. d’Eur. Voi. 8 (1890) p. 252. — — Id. Gen. Ins. — Mutillidae — (1903) p. 33, n. 12. Habitat: Arabia, Egitto (Assuan), Abissinia. Parecchi esemplari di femmine da me raccolti a Sabar- guma nel marzo 1900 ed altri riportati dal dott. Tellini da Massaua, Eas Grhedem ed Otumlo e dal dott. Belli da Ghinda, rappresentano questa specie variabile sia per le dimensioni che per la colorazione del capo e del torace. Un individuo di Sabarguma presenta il capo ed il torace d’un rosso cupo volgente al nericcio e fra quelli del dot- tor Tellini due presentano il capo interamente nero se- gnando cosi un primo passaggio alla varietà nigricolor di Ern. André (Étude sur le Mut. du Museum de Paris, - Ann. Soc. Ent. de France, 1898 p. 70, n. 71). Gli esemplari di Sabarguma variano pure nella lunghezza del corpo da 8 a 5 mill. 23. M. cRiSTiGEEÀ Andre Ern. Andre, Notice sur une collection de Mutille de l’Abyssinie méridionale, (Rév. d’Entom. Caen 1893) pag. 219, n. 9 2. Habitat: Abyssinia. Tre esemplari di femmine da me raccolti nei dintorni di Sabarguma (marzo 1900), ed uno da Gomod (fra Ailet ed Asusj raccolto dal dott. Belli si riferiscono a questa ben distinta specie controllata sul tipo delPautore stesso. — 58 — 24. M. HOPLOCEPHALOIDES^ n. Sp. 5 Nigra, griseo-argenteo villosa ; antennarum tuberculis hasalibus^ mandibularum dimidio basali^ thoracis dorso et occipite^ obscure ferrugineo-rufis ; pedibus testaceo-rufescenti- bus, tarsis pallidioribus. Capite subquadrato, in occipite di- latato, ejusdem marginibus extus minute denticulatis; thorace latiore, toto crebre profundeque punctato. Thorace in dorso longitudinaliter reticu- lato-sculpto, pleuris et metanoti parte po- stica fere per pendicular iter truncata^ levi- bus nitidisque. Pronoti angulis anticis et thoracis marginibus lateralibus minute denticulatis^ metanoti margine postico su- pero spinulis sex subacutis arcuato. Abdo- minis segmento primo ut in M. Sabar- GUMAE^ crista transversa et corniculis basalibus praedito, carinula ventrali pa- rum conspicua, macula subcordiformi me- diana in ipsius margine postico, secundi fascia marginali apicali angusta medio triangulariter antice producta, tertio toto pilis argenteo- fiavescentibus dense villosis, sequentibus ita ut apicali pilis longioribus sparsis albescentibus. Area pygidiali distincte emarginata.^ minutissime atque eleganter punctulata. Corp. long. 5 mill. Questa nuova specie sta fra V hoplocephala Andre (Zeit- chr. fur syst. Hym. und. Dipt., 1902, Heft. II, pag. 34 n. 59) di Bothaville (Stato libero d’ Grange) e la sabar- gumae, (n. 19) per le dimensioni del capo che è più largo che lungo, per la presenza di un piccolo dente dall’ una e dall’altra parte del margine posteriore dell’occipite {ho- plocephala Andre, loc. cit.) per la cresta trasversale eie- Fig. 6. — M. Jioploce- pjialoides, n. sp. a - carena ventrale. 1* segm. add.) (Ingrandimento Vi) — 59 — vata del primo segmento dell’addome oltreché per il modo d’ inserzione col metanoto {Sabargumaé). Ne ditferisce però da entrambe per la particolare struttura del torace, molto più ristretto e più corto, totalmente nero alle pleure ed in quasi tutta la superficie posteriore del metanoto. La colorazione rossa del torace si estende anche sulla parte occipitale del capo. Le zampe, in questa specie, sono esili, con una colorazione brun<^-testacea anziché spiccatamente nera come é nella Sabargumaé. Le fascie a peli argentei dei segmenti addominali, la fanno rassomigliare alla Sabar^ gumae^ ma la carena ventrale del 1° segmento dell’addome é meno distinta e meno sporgente che nell’anzidetta specie. Una femmina, da me raccolta ad Allatò (fra Sabarguma ed Ailet). 25. M. siaNATA Klg. King, Symb. Phys. (1829) Dee. I, n. 7, Tav. IV fig. 7 5. S i c h. & R a d z. Monogr. des Mutilles (1870) p. 65 n. 38 ?. Ern. André, Cren. Ins. — Mutillidae — (1903) p. 34 n. 39. Habitat: Egitto, Abissinia. Da me raccolta a Massaua (G-ennaio 1900) ed in maggior numero nei dintorni di Sabarguma (Marzo 1900). I miei esemplari presentano dimensioni distintamente minori dal tipo, ma concordano assai bene in tutti gli altri caratteri specifici. E una specie abbastanza rara nelle collezioni ; figurata dal Klug, (loc. cit.) e da Savigny nella sua grande opera. (Dóscript. de l’Egypte, 1813. Hymen. Tav. 19 fig. 6) é ricordata anche da Gribodo (Ann. Mus. St. Nat. Genova, voi. XX 1884, p. 389 n. 19) per 1’ Egitto (Cairo), poi da Radoszkowsky (loc. cit.) per l’ Abissinia. — 60 — 26. M. TRiooLOR, Klg. Mutilla tricolor, King Symb. phys. (1829) Dee. I. n. 15 S Tav. IV. fig. 15 ?. — — Sich. &Radz. Mon. des. Mut. (1870) p. 56, n. 30. — — Er n. A n d r è, Mut. de l’Abyssinie mér. (Rév. d’En- tom. 1893) p. 217, u. 1. — — Id. Gen. Ins. — Mutillidae — (1903) p. 35, n. 42. Habitat : Arabia, Abissinia. Alcuni esemplari femmine raccolti al Majo (Assaorta Alta) e ad Elghéné (Bassi Habab,) dal ten. dott. Andreini ed altri raccolti a Massaua, Ghinda, Salamonà dal dott. V. Belli, rappresentano questa elegantissima specie la cui area di diffusione non sembra molto estesa. Una varietà col to- race molto oscuro quasi nero nei tre quarti posteriori è offerta da un esemplare di Salomonà. 27 M. Martinii, n. sp. Permagna^ nigra nigrogue long e pilosa; fascia in seg- mento ahdominali ter Ho, long e argenteo-pilosa, medio dorso {spatio circiter mill. 2) interrupta ; femoribus omnibus laete rufo- ferrugineo pictis^ basi tantum et summo apice nigri- cantibus^ calcaribus nigris. Capite thorace angustiore, anguste punctato-sculpto; oculis margine interno late profundegue inca- vatisi ocellis vix prominuliSi vitreo-nitentibus ; mandibulis pa- rum productis, apice acutis, intus obtuse denticulatis (Fig. 7 c) pronoto cr asse-rugoso, mesonoto subgibbo, carinulis longitu- dinalibus tribus {duabus utringue prope alarum tegulis, alte- rague mediana) prominulis, lineisgue duabus canaliculatis utringue inter praedictis ad lineam transversam praescu- tellarem terminantibus, superne laevigato-nitentibus: spatio — 61 — interlineari profunde reticulato-punctato. 8cutello distincte tuherculato-dentato (Fig. 7, a) lateribus rugiiloso, apice nitido. Metanoto reticuìariter, late^ sed parce profunditer sculpto; carinulis duahus utrinque nitentibus prominulis.^ quam me- diana longitudinali^ late canaliculata, brevioribus. Meta- pleuris late reticulatis. Alis dense infuscatis.^ splendide vio- laceis^ cellula radiali apice truncata ; cellulis cubitalibus tribus clausis, lineala perpendiculari in prima., altera trans- versa in secunda maculaque in secunda discoidali parte su- pera, albo-hyalinis. Abdomine sessile, segmento primo cari- nula ventrali basi distincte longe tuberculata subincavata (Fig. 7, è); margine basali ad articulationem metanoti bicorni (Fig. 7, d). Seg mentis primo et secunda areis medianis dorsa- Fig. 7. — M. Martinii, n. sp. Q — « - cucino scutellare — 6 - carena ventrale del 1® segmento addominale — c - mandibola — d - base del 1® segmento ad- dominale. (Ingrandimento Vi)* libus nitidis, lateribus sparse punctulatis: sequentibus vix distincte punctatis, densius piloso-vestitis. Segmenti secundi parte ventrali laevi, nitida : angulis lateralibus ventralibus lineis brevibus incisis duabus utrinque praeditis. Corp. long. 18-20 mill. Var. a) Abdominis segmento quarto lateribus pilis non- nullis griseis sparsis. — 62 — h) linea frontali-subocellari pilis castaneis nigris inter- mixtis. Questa bella e colossale specie appartiene al gruppo delle Charaxus^ rufofemorata, atropos di Smith ma, anche a parere del chiarissimo imenotterologo dott. Ernest André, da tutte ben distinta per notevoli caratteri morfologici e di colorazione. La distinguono dall’affine Gharaxus l’addome interamente nero ed i femori di tutte le tre paia di zampe, rossi cogli speroni neri , lo dimensioni del capo molto maggiori, la diversa forma delle mandibole e l’addome molto sparsa- mente punteggiato tanto al dorso che sui fianchi ed al ventre e sopratutto il ben distinto tubercolo subincavato della carena ventrale del primo segmento dell’addome che nel Gharaxus manca affatto. Ho sott’ occhio una bella serie di esemplari raccolti presso Adi-Ugri (Godofelassi) dal ten. dott. Andreini; disgraziata- mente si tratta di individui tutti maschi e non essendosi verificata la possibilità di trovare una coppia in copula, l’altro sesso rimane tuttora sconosciuto per questa specie. Ho dedicato il nome in omaggio di S. E. l’on. F. Martini, H. commissario civile della Colonia Eritrea. 28. M. LEUCOPYGA 'Klg. Mutilla leucopyga King, Sym. phys. (1829) Dee. I, n. 10, Tav. IV, fig. 10 M. charaxus Smith, Cat. Hym. Brith. Mus. Ili (1855) p. 17, n. 113 cf. M. leucopyga S i c h, & R a d z., Mon. des Mut. (1870) p. 93, n. 65 $. — — Era. André, Mutilles d’Afrique; (Zeitsch. f. Sy- stem. Hymenopt. 1902) p. 22 $ — — Id. MutiJlidae; Voyage de feu L. Eea dans l’Afriqiie occidentale (Ann. Mus. Civ. St. Nat., Genova, ser. 3.^ Voi. I, 1904] p. 230, n. 13 J cT- — 63 Habitat: Egitto — Abissinia — Gruinea frane. — Capo B. Sp. — Transvaal — Guinea portoghese. Ancora alle sagaci ed interessanti osservazioni e catture di queirinsuperabile quanto non mai abbastanza rimpianto viaggiatore e raccoglitore che fu Leonardo Fea, devesi la possibilità di vedere riunite, con sufficiente certezza, i sessi • di due specie di Mutille ritenute finora distinte; la fem- mina conosciuta sotto la denominazione di leucopyga Klg. ed il maschio sotto quella di Charaxus Smith, riunione fatta nota dal chiarissimo imenotterologo, dott. Ernest Andre nel suo recente lavoro (vedi loc. cit.) che illustra un ricco materiale facente parte delle preziose raccolte del Museo Civico di Storia naturale in Genova. Parecchi esemplari tutti di maschi, tipici, raccolti dal ten. dott. Andreini ad Adi-TJgri, dal giugno all’agosto 1901, confermano la presenza abbastanza frequente (la femmina sembra più difficile a riscontrarsi, forse per le recondite località di sua dimora) di questa bella e grossa specie an- che nell’ Eritrea (1). Dall’ esame di una ricca serie d’esem- plari provenienti dal Congo, rilevo, come in quelli eritrei, la costante totale mancanza di fascia a peli giallicci sul margine del terzo segmento addominale mentre è altri- menti detto nella descrizione dello Smith (loc. cit.). 29. M. ADi-uGuiNA, n. sp. Media, nigra; ahdominis segmento secando laete rufo- ferrugineo, hoc et sequentibus fiavo-castaneo et albo late fa- sciatis vel fimbriatis; alis fuscis, molascentibus. Capite parvo, thorace angustiore, dense et minute reticulato- punctato, griseo piloso; oculis magnis, ovalaribus, profunde (1) M. leucopyga Klug., anziché M. Senegalensis Guèr., deve leggersi al n. 56, pag. 661, u Annali del Mus. Civ. di St. Nat. « (Genova, ser. 2.^ Voi. I, 1884), fra gli Imenotteri da me raccolti nel Sudan orientale. — 64 — triangulariter incisis ; mandibulis longis^ acuminatisi extus basi obtuse sed fortiter denticulatiSi intus leviter undulato- dentatis. Antennarum scapo cylindricOi curvatOi flagelli articulo grimo minimo, articulis II-VT magnis^ robustiSi elon- gatis, primo quadruplo longioribuSi inter se fere aequalibus, sequentibus minoribus. Mesonoto antice subgibboso, leviter pun- ctulato-reticulato, carinula mediana longitudinali vix signata, utrinque sulco profundo scutellum versus convergente. Scu- tello conico, recte elevato reticulato-sculpto, apice laevi, nitido, a mesonoti margine medio posteriore per fossulam profun- dam ovoidalem bene discreto. Alarum tegulis magnis, cochle- ariformibus, nitidis, laevibus tantum basi crasse punctatis. Metanoto crasse sed parce profunde reticulato-punctato ; ca- rinula sulcata longitudinali in dimidio basali dorsi, basi se- micirculariter dilatata deinde recte canaliculata. Thorace sicuti capite sparse longe griseo-argenteo piloso. Abdomine sessile, basi utrinque longe dentato, segmento primo dorso nitido, minute punctato, area mediana laevi in ventre cari- nula incrassata, antice dente parvo terminata : segmento secundo coeteris latiore et longiore supra et subtus laete fer- rugineo-rufo, nitido, in dorso et ventre minute et sparse, in margine apicali et lateribus crebrius punctulato. Seg- mentis sequentibus nigris, supra et in ventre crebre minu- teque punctatis, medio dorsi sublaevibus. Fasciis latis a pilis stratis rufo-castaneis extremo apice albo-argenteis, in mar- gine apicali segmentorum secundi, tertii et quarti ; segmento quinto pilis sparsioribus rufo-castaneis, sexto et anali ita ut ventre, pilis sparsis, longis, albescentibus. Pedibus nigris, longe griseo-hirtis, tibiis muticis, calcaribus albis. Alis dense fuscis, violascentibus , anticis cellulis cubitalibus tribus clau- sis: lineis vel maculis hyalinis includentibus. Corp. long. 15 mill. Questa specie del gruppo della leucopyga Klg. — {opaca Lep. — Charaxus Sm.) distinguesi essenzialmente per lo sou- — 65 — detto molto prominente a gibbosità elevata e rettamente sporgente ; per le mandibole sottili ed allungate con un di- stinto dente sporgente sul margine esterno : per la carena ventrale del primo segmento dell’addome, non lamellare, ma larga, ingrossata e terminata all’apice anteriore da una piccola sporgenza dentiforme, ottusa. Le fascie di lunghi peli distesi orizzontalmente, di color rosso-castano terminati all’apice in bianco argentato, che ornano i margini poste- riori del 2°, 3° e 4° segmento dell’addome, costituiscono una ben distinta caratteristica di questa specie. Venne raccolto un esemplare dal sempre benemerito ten. dott. Andreini, nella località di Adi-Ugri, abbastanza notevole per le nuove ed interessanti forme di Mutille ivi rinvenute, tanto che a ricordare l’ importante località, ne dedicai il nome della presente specie. 30. M. ANDEEiNii, n. sp. cf. Magna^ nigra nigroque pilosa; ahdominis segmento secundo {margine apicali nigro excepto) ohscure Tufo-ferru- gineo; tertio fascia lata pilis sericeo-suhflavescentihus se- gmentum totum occupante, medio anguste interrupto^ ornato. Segmenti sexti fascia apicali, anali toto, dense et longe albo- pilosis. Alis ohscure violaceo- fumdtis, cellulis cuhitalihis clau- sis triòus. Capite, in occipite^ thoracis latitudinem maximam aequan- te; nitido, parum profunde reticulato-punctato ; oculis ovali- lihus, parvis., incavatis, antennis longis, rohustis, scapo infra deplanato., incavato canaliculato, flagelli articulo primo mi- nimo, tertio, quarto, quintoque magnis, secundo duplo lon- giorihus; sequentibus fere inter se aequalibus, extremo parvo, subconico (Fig. 8, a). Mandibulis dimidio basali latis, tra- pezinis, dente brevi externo, dimidio apicali acuminato, den- tata, intus dentibus minoribus praeditis (Id. b). Thorace ovale, elongato (Id. c) in dorso et lateribus dense crasse- Aìino XXX VII. 5 — 66 — que reticulato-punctato : tegulis alaribus renìformihus, ma- gnis, dense punctato-pilosis ; mesonoti carinula mediana lon- gitudinali et utrinque lineis canalicul atis longitudinalibus profunde sulcatis ; scutello^ subprominulo, obtuse-rotundato, haud elevato ; metanoto et meta- pleuris late reticulato-punctatis, nitidis; metanoti carinula media- na longitudinali distincta, ipsius marginibus lateralibus parce ser- rulatis. Abdomine sessile^ ovali, elongato, nitido, in dorso et ventre punctato-piloso ; segmento primo lato^ depresso-campanulato (Id. d) carinula ventrali dente valido, erecto, praedita (Id. e). Pedibus dense et longe nigro-pilosis, tibiis inermibus, calcaribus elongatis, albis. Corp. long. 17-18 mill. — Expl. al. 35 mill. Anche questa vaga e ben di- stinta specie, rappresentata da ^ tre individui maschi, venne rac- Fig. 3. — M. Andreina, n. sp. O — ti, t i i a - antenna - 6 - mandibuia - colta dal ten. dott. Andremi ad c - torace - d- primo segmento jj - ^ ^ addominale — e - carena ventrale ^ ^ del detto. (Ingrandimento Vi) tunque presenti molta rassomi- glianza colla M. Peringuegi Andre (« Zeitschr. f. Hymen. und Dipt. » — 1902 — pag. 23, n. 50) ne differisce abbastanza distintamente per il facies generale, d’una forma più elongata, per la particolare conformazione delle mandibole, e per le differenti dimensioni e propor- zioni di lunghezza degli articoli antennali, come pure per le grandi squamme o tegole alari ed infine per la forte spina della carena ventrale del primo segmento dell’addome. — 67 — Dedico il nome della presente specie al tenente medico dott. Andreini che seppe rendersi molto benemerito alla scienza colle pregievoli raccolte d’insetti eritrei inviati al E.° Museo di Firenze. 31. M. MEDON Sm. Mutilla medon Smith, 0 a t. Hym. Brit. Mus. III. (1855) p. 20, n. 127. — — Sich&Radz. Mon. des Mut. (1870) p. 151, n. 129, Tav. XI, i. 1 — — Ern. Andrò. Gen. Ins. — Mutillidae — (1903) p. 37, n. 87. Habitat: Congo — Gabon — Sudan — Caffreria — Tran- svaal. Due esemplari maschi raccolti ad Adi Ugri nel Giu- gno 1901 dal ten. dott. Andreini, confermano la presenza anche nella regione eritrea, di questa specie, non troppo co- mune, ma abbastanza sparsa in Africa. 32. M. Bellii, n. sp. Submedia, nigra; antennarum flagello, alarum tegulis; metauoto et segmenti ab dominalis primi ventre, pallide rufo- ferrugineis; capite, thorace et segmentorum abdominalium marginibus apicalibus, griseo- vel subflavescente argenteo- pilosis. Alis anticis basi hyalinis, apice infuscatis^ posticis totis laevissime fumatis, cellulis cubitalibus tribus. Alarum tegulis mediocribus^ subtriangulari- arcuato elongalis; scutello elevato, submammillari-prominulo.^ angulis rotundatis, sat profunde crassegue punctato. Metanoto leviter declive, large sed parum profunde reticulato-sculpto. Abdomine sessile; seg mentis in dorso crasse profundegue punctatis; in ventre segmento primo carinula obsoleta vel nulla^ secundo sparse punctulato, seguentibus laevibus. Segmenti anali area pygi- diali subdisiincta , marginibus laevibus. subprominulis, supra longitudinaliter ruguloso cristata^ in ventre carinula trian- gularij summo apice sub uncinulato. Tarsis omnibus rufo- ferrugineis^ calcaribus albis. Corp. long. 11 mill. Il capo è largo quanto il torace, mediocremente lungo cogli occhi incavati al margine interno, le mandibole ar- cuate, acute, senza denti nè all’interno nè esteriormente. Le antenne sono allungate, sottili, di uniforme grossezza col primo articolo del flagello piccolissimo, il terzo lungo tre volte il secondo, i susseguenti pressoché tutti eguali. Il torace è ovoide, il margine posteriore del pronoto ad arco ottuso, il mesonoto profondamente punteggiato, con due solchi longitudinali paralleli lateralmente alla linea mediana indistinta, decorrenti dalla metà del dorso verso il margine trasversale poste- riore del mesonoto. Lo scudetto, molto caratteristico, si protende a guisa di grossa lamina col margine posteriore mammillare cioè arrotondato sui lati ed in- cavato nel mezzo, (Fig. 9, a) a superfìcie grossamente punteg- giata. Le tegole alari poco lar- ghe ma allungate, si ripiegano ad arco raggiungendo coll’estre- mità i lati dello scudetto. Il metanoto presenta sul dorso una superficie nitida, a reticolo largo e poco profondo, sulle metapleure le aree sono più piccole e non ben di- stinte. La superficie dell’addome è fittamente punteggiata, il secondo segmento lo è anche sulla parte ventrale, mentre i successivi sono lisci nella maggior parte solo punteg- giati al margine apicale. Il primo segmento aderisce stret- tamente all’estremità del metanoto senza presentare rile- Fig. 9. — M. Bella, n. sp. d: — 69 — vanti sporgenze agli angoli anteriori nè una distinta ca- rena ventrale. Il segmento anale è caratteristico per la scultura a strie longitudinali sul dorso e per la carena sub- triangolare, coll’apice acuto, nella parte ventrale (Fig. 10, h). Questa vaga specie sopra un fondo generale nero, presenta il flagello delle antenne, la porzione mediana delle man- dibole, le tegole alari ed il metanoto a colorazione chiara rosso-ferruginea. Il capo, il prò e mesonoto come le zampe sono rivestiti da lunga pelurie bianco- grigiastra, la quale è più fitta e di color bianco-argenteo splendente sulle mesopleure e sulle tibie; i margini dorsali dei primi cinque segmenti dell’ addome presentano una fascia di peli giallo-grigiastri larga sui primi due, ristretta ai margini sui successivi, così come i ventrali del secondo, terzo e quarto: gli ultimi segmenti sul dorso portano una sparsa pelurie grigiastra. L’ unico esemplare maschio sul quale è stabilita questa specie, venne raccolto nei dintorni di Saati (marzo 1901) dal Dott. V. Belli al cui nome è dedicata in segno di amicizia e di ricono- scenza per le squisite gentilezze addimostratemi al nostro incontro a Massaua. 33. M. NivEOMACULATA, Andvè var. immaculata mihi (;/! Mutilla nivcomaculata E r n. Andrò. Etude sur la Mnt. du Mus. de Paris (Ann. Soc. Ent. de Prance, 1898, p. 15, n. 16). Differt a tipo: : Abdominis segmento primo nigro, se- cundo immaculato (sive maculis duabus niveo-pubescentibus carente) segmentis sequentibus sparse griseo-pilosis ; segmentis F°- VP et anali fundo nigra, nigroque pilosis, extremo apice — 70 — ferrugineo. Alarum tegulis nigris; alis obscure violaceis tantum in tertio apicali medio nehulosis. Habitat: Somalia britannica (Djibuti). Un esemplare maschio da me raccolto a Sabarguma nel gennaio 1900 presenta caratteri molto affini alla specie descritta da Andre (loc. cit.) ma ne differisce però per l’as- soluta mancanza delle macchie a peli bianco-argentei alla base ed ai lati del secondo segmento dell’ addome. Siccome questo fatto, già osservato in varie altre specie, non può offrir ragione per istituire una nuova specie, cosi credo anch’io opportuno, come l’autore stesso ne fece controllo sul proprio tipo, di riferire l’individuo in esame ad una semplice, ma ben distinta varietà della nireomacu- lata Andrò. 34. M. Eadoszkowskyi, Magrt. Mutilla Eadoszkowskyi M a g r e 1 1 i. Risultati di raccolte ime- notterologiche nell’Africa orientale (Ann. Mus. Civ. St. Nat., Genova, ser. 2.^ Voi. I — 1884 — ), pag. 552, n. 61, e Tav, I, fig. 7, la. Habitat : Sudan orientale (G-alabat). Due esemplari maschi di questa specie finora conosciuta pel solo sesso maschile, vennero raccolti ad Adi-Ugri dal ten, dott. Andreini nel giugno e luglio 1901. Devesi an- nullare anche a parere dell’Andre (Gen. Ins. — Mutilli- dae — (1903), pag. 37, n. 117) la sinonimia di Dalla Torre (Catal. Hymenopt. Voi. Vili (1897) pag. 56) che sosti- tuisce a questa mia nuova specie il nome di Magrettiana, ritenendo già occupato quello di Radoszkowskyi, mentre la specie di Saussure, riportata sotto questo nome (Scolii- dae in: FedtschenW s Reise n. Turkestan, 1880, pag. 12, n. 2 cf , tav. 1, fig. 5) appartiene al genere Myrmosa abbastanza distinto dal genere M'utilìa. — 71 35. M. oYPAEissA Sm. Mutilla cyparissa Smith, Cat. Hym. Brith. Mus. Ili, (1855), p 17, n. 112 c? — — Ern. André, Gen. Ins. — Mutillidae — (1903) p. 36, n. 49. — — Mutillidae: du Voyage de feu L. Fea dans l’Afrique occid. (Ann. Mus. Civ. St. Nat., Genova, ser. 3.^ Voi. I, 1904) p. 236, n. 19 5 Habitat: Africa occidentale. Alcuni esemplari tutti di sesso maschile, furono raccolti in giugno ed agosto 1902 ad Adi-Ugri ed al Maio (Assaorta Alta) dal ten. dott. Andreini, altri dal dott. Belli nei din- torni di Saati. Di questa vaga specie venne fatta conoscere la femmina solo ultimamente dal dott. André, (vedi sopra loc. cit.) studiando le Mutille raccolte dal compianto Fea nelBultimo suo viaggio alla Gruinea portoghese, e che tro- vansi nelle collezioni del Museo Civico di Storia naturale in Grenova. Nota solo finora per la parte occidentale dell’Africa, la M. cyparissa viene ad estendere ora il suo habitat anche alle regioni orientali, dal fatto della sua esistenza anche nel- l’Eritrea. Nella breve descrizione dello Smith non è fatto cenno alla protuberanza dentiforme dello scudetto, nè alla fascia di peli dorati della base del mesonoto e neppure al carat- tere della carena ventrale del primo segmento addominale alquanto sporgente e rostriforme (lì. (1) Era gli esemplari di maschi che trovatisi nello collezioni del Museo Civico di Storia naturale in Oenova, sotto la denominazione di M. cyparissa, alcuni per verità, non presentano il carattere della carena ventrale del primo segmento dell’addome a guisa di forte dente come osservo nei miei dell’ Eritrea e come del resto accenna lo stesso André (loc. cit. p. 239, alinea 9-10) per i maschi da lui osservati. Da un breve esame istituito sopra detti esemplari rilevai che al ca- rattere d’ una carena ventrale molto diversa, cioè ad arco largamente incavato, corrisponde una prominenza scutellare molto meno pronunciata ed a differente scultura cosi da farmi dubitare possa trattarsi di tutt’ altra specie malgrado il facies generale molto simile alla cyparissa. — 72 — 36. M. NAsicoiiNis, n. sp. . Media, nigra, argenteo-pilosa; ahdomine (primi se- gmenti basi excepta) flavo- aurantiaco, dense aureo-piloso ; alis violaceo- fumatis, anticis apice pallidioribus. Capite crasse, mediocriter punctato, in facie, genis, medio frontis circum oceìlis dense argenteopiloso ; in occipite trun- cato, leviter spinoso-arcuato, medio faciei sub antennarum basi dente obtuso subcompresso distincte prominulo. Pronoti margine antico laevi, nitido, mesonoti dorsi reticulato-rugoso parum profunde punctato, lineis vel sulcis duobus lon- gitudinalibus, aequaliter tripartito, angulis lateralibus po- steriorious subspinuloso-lamellatis productis ; alarum tegulis mediocriter latis, nitidis, subcochleariformibus ; scutello plano vix distincte prominulo, crassius reticulato rugoso; me- tanoto, basi sulco transverso a mesonoto discreto, nitido, fascia a pilis densis argenteis tecta, amplius reticulato sed minus profunde punctato, linea carinulari longitudi- nali mediana parce elevata, basim versus tripartita. Ple- uris nitidis, leviter reticulato-rugosis vel transverse striolatis; mesosterni angulis lateralibus conico-productis. Abdomine pyriformi, sessili, minutissime punctato; segmento primo in dorso plano, margine laevi-testaceo, in ventre mediocriter di- stincte carinulato. Segmento anali apice obtuso, dorso leviter anguioso punctato. Alarum. cellulis cubitalibus clausis tribus. Pedibus ita ut ventre, pleuris, capite, prò- meso- et metanoti basi long e argenteo-pìlosis. Corp. long. 12-13 mill. Un unico esemplare maschio raccolto dal dott. A. Tel- lini fra Sabarguma ed Ailet è riferibile a questa nuova specie del gruppo della fìoralis Klg. (= interrupta 01. .) e diQ\V auriventris Walk. (List of Hym. coll, in Egypt — 1871 — p. 11, n. 46) essenzialmente distinta per la prò- — 73 — tuberanza mediana sotto-antenna le e per la forma del capo e la particolare scultura del torace, delle pleure, dello sterno colle salienze del mesosterno. 37. M. Sennae, n. sp. (^ , Suhmedia, nigra; capite^ thorace pedihusque albo ar- genteo pilosis. Abdomine r ufo- ferrugineo, flavo aureo- fa sciato, alis fusco-violascentibus, areolis cubitalibus tribus. Capite parvo, thorace angustiore^ sparse minuteque pun- ctato; oculis parce triangulariter incavatis ; clypeo nitido dense et longe griseo-piloso ; macula in fronte prope anten- narum basi pilis longis albo-argenteis\ mandibulis magnis, acuminatis. Antennarum scapo cylindrico ; flagelli articulo primo parvo, angusto^ seguentibus fere sesqui-breviore. Tho- race in prò- et mesonoto minute punctulato, postice late reticulato-punctato ; maculis duabus subovalibus pilis albo- argenteis in pronoti angulis dorsalibus. Mesonoti dorso sulcis quattuor longitudinalibus, duobus internis profundioribus, signato; scutello rotundato, vix conspicuo, uniformiter reticu- lato-sculpto. Fascia lata rectangulari dorsali in area plana metanoti basis pilis albo-argenteis vesiita. Alis fusco fumatis, violascentibus, basi subhyalinis ; tegulis mediocribus. Pedibus nigris. sparse argenteo-pilosis, calcaribus lacteis. Abdomine sessile^ segmento primo leviter subcupoliforme, in dorso ni- tido, sparse punctato, margine postico mediano flavo aureo fimbriato, in ventre carinula bicorni distincta (Fig. 11) segmento secando sparse punctulato, dimidio basali dorsali fascia utrinque subtriangulari dilatata pi- lis flavo-sericeis aurescentibus villosa; segmentorum tertio ad sextum marginibus fasciis latis integris pariter vil- losis, ventre nudo, nitido, pilis sparsis griseo-albescentibus. var. a) segmentorum IV^, et VP marginibus posterio- ribus, segmentoque anali, nigro-fu^cis. Corp. long. 10 mill. — Expl. al. 19 mi 11. — 74 — Questa nuova specie rappresentata da due esemplari rac- colti ad Adi-Ugri nel giugno e luglio 1901 dal tenente dott. Andreini, si rassomiglia a primo aspetto ad una specie del Madagascar, la Mut. Sicheli di Saussure, (Mittli. Schweizer, Ent. Gesell. 1891, Bd. 8, Hft. 7, pag. 259, n. 23 (;/), più estesamente descritta e figurata nella gran- diosa opera di Grandidier (Hist. phis. nat. et poi. de Ma- dagascar, Voi. XX, Hyménoptères par M. H. de Saussure, 1890, pag. 293, n. 24, Tav. Vili, Fig. 5), ma ne differisce essenzialmente per la scultura dello scudetto e la carena ventrale del 1° segmento dell’addome alquanto distinte ol- treché per una particolare villosità del torace e dell’addome. Anche nella più estesa descrizione del Saussure non è me- nomamente accennato al carattere delle macchie e fascie a peli bianco argentei onde vanno ornati il prò- ed il me- sonoto. Dei due esemplari presi in esame, uno, meno fresco, pre- senta come varietà i margini del 4'’, 6° e 6° segmenti del- l’addome rientranti ad angolo e la superficie dorsale del segmento anale alquanto oscurati. Un individuo pure maschio riferibile a questa medesima specie era già stato da me raccolto lungo un piccolo tor- rente affluente dell’Anseba ad Est di Keren fino dal 1883 (Viaggio nel Sudan Orientale) ed erroneamente riferito ad altra specie. Ho ora il piacere di dedicarla al nome del carissimo amico e distinto prof. dott. Angelo Senna, bene- merito segretario della Società entomologica italiana al quale debbo l’onore e la possibilità dello studio d’un ric- chissimo materiale illustrante l’ imenotterofauna eritrea come è quello procurato per suo mezzo dal prelodato ten. dott. A. Andreini al B. Museo zoologico di Firenze. — 75 — 38. M. CLYPEARIS, n. sp. Suhmedia^ nigra; abdominis segmentis secundo et tertio margine apicali fasciis in medio dorsi late interruptis, swe mactdis quattuor subrectangularibus efficientibus a pilis albo- ftavescentibus tectis, Segmenti primi carinula ventrali nulla. Capite depresso, oculis vix emarginati, clypeo prominulo, margine apicali incavato-arcuato, basi denticulato, mandibulis margine interno prop e apicem valide unidentatis. Pro - et me- sonoto dense profundeque reticulato-punctatis ; mesonoti dorso sulcis longitudinalibus duobus ; scutello subgibboso, tegulis magnis, maxima parte longe-pilosis, margine laevi, nitido. Metanoto crasse, large reticulato-puntacto . Alis dense fumati, violascentibus, cellulis cubitalibus completi tribus a linea angusta irreg alari alba impediti punctoque albo in cellula discoidali secunda. Pedibus nigri nigroque pilosis, coxi et femoribus medii et postici long e albo argenteo ciliari. Cal- caribus albi. Corp. long. 10 mill. Distinguesi la presente specie a primo aspetto, dalla leucopyga ^ e da altre specie, come pure dalle affini del gruppo precedente, (Martinii, Andreini, Adi- Ugrina) per di- mensioni alquanto minori e per la colorazione del corpo totalmente nera colle fascie addominali largamente inter- rotte nel mezzo in modo da foggiare qnattro distinte mac- chie rettangolari bianche sui lati ed ai margini apicali del secondo e terzo segmenti. Essa presenta inoltre i seguenti particolari caratteri: Il capo, largo quanto il torace, è subdepresso cioè al- V estremità superiore è molto più largo che lungo , grosso- lanamente e profondamente punteggiato come alla fronte e nella regione postorbitale ; gli ocelli grossi, disposti a triangolo sopra leggiera prominenza; il clipeo è liscio lucido e prospiciente col margine anteriore distintamente incavato — 76 — ad angolo aperto; alla base di questo ed immediatamente al di sotto e frammezzo i tubercoli antennali, globosi, sporge una piccola gibbosità dentiforme leggiermente com- pressa e coll’ apice smussato (Fig. 12). Le antenne me- diocremente lunghe, non molto grosse, hanno lo scapo breve, cilindrico, il primo articolo del funicolo alquanto ridotto, breve, il secondo è più largo che lungo, il terzo è lungo più del doppio del secondo e leggiermente più lungo del quarto. Il torace è allungato, subpiriforme nella metà posteriore, la sua lunghezza uguaglia i primi quattro segmenti dell’ ad- dome; il pronoto arcuato anteriormente e nel mar- gine posteriore è un poco rilevato sul mesonoto, gros- solanamente scolpito e provvisto di lunghi peli neri che ricoprono i margini del mesonoto ; quest’ultimo a super- ficie reticolata, larga e poco profonda presenta sul dorso da una parte e dall’altra della linea mediana, due solcature anguste, nitide non raggiungenti il margine anteriore^ leggier- mente arcuate verso il mezzo del dorso. Lo scudetto è gib- boso, tondeggiante, un poco rilevato sulla base del meùa- noto, colla superficie opaca, profondamente reticolata ; le squamine alari grandi, liscio, ricoperte nella maggior parte di lunghi peli, coi margini appena leggermente rialzati. Il metanoto piriforme, poco declive, a scultura largamente reticolata, lucente. Addome sessile, nitido a grossa e fitta punteggiatura sui primi due segmenti; i susseguenti assai più finamente punteggiati; il primo segmento presenta alla base d’attacco due robuste sporgenze laterali dentiformi, appiattite, ottuse all’apice ; nella parte ventrale non scor- Fig. 12. — M. clypearis, n. sp. Clipeo e mandibole fortemente ingranditi. — 77 — gesi una distinta carena elevata, ma una semplice rugo sita facente cresta sulla linea mediana. Il segmento anale non presenta area pigidiale, ed è ricoperto da lunghi peli grigiastri frammisti ad altri neri. Le zampe con peli neri frammisti a grigi od argentei sopratutto alle coscie ed ai femori mediani e posteriori, non presentano traccio di spina sulla cresta esterna delle tibie. La specie è fondata sopra un unico esemplare maschio, raccolto dal ten. dott. Andreini ad Adi Ugri nel giu- gno 1901. 39. M. ATEOCYANEA, n. Sp, Sub media ; capite (fronte praecipué)^ thorace toto, coxis, femoribus tibiique anticis, atrocyaneis ; abdominis segmento primo in dorso, secando in margine apicale segmentisque sequentibus tam in dorso quam in ventre, tibiis metatarsisque mediis et posticis, virescentibus ; segmenti secundi dorso ob- scure-rufo-molaceo^ ventre {macula triangulari marginali nigra excepta) rufo- ferrugineo ; segmenti primi parte ven- trali segmentoque anali fere toto, nigris. Antennis nigro-fer- rugineis. Capite {praecipue clypeo et genis)^ pronoto, meso- pleuris metanotique basi, segmentorum abdominalium margi- nibus pedibusque totis, albo-argenteo pilosis; pronoto antico recto, postico fortiter angulatim emarginato. Aìis dimidio basali subhyalinis, deinde {in cellula radiali praecipue) subfumatis ; cellulis cubitalibus tribus. Calcaribus albis ; carinula ventrali segmenti primi regulare, subprominula. Corp. long. 9 mill. Distinguesi questa specie a prima vista per la particolare colorazione bluastra del capo, del torace, delle zampe (eccet- tuati gli articoli tarsali rossicci) e dell’addome col primo segmento bluastro-verdeggiante, il secondo rosso a riflesso violaceo ed i successivi segmenti (tranne l’anale che è nero) — 78 — di color verdognolo a riflesso metallico tanto al di sopra che inferiormente. L’estremo margine superiore del primo segmento è rivestito di una larga fascia di lunghi peli bianco- argentati, i margini dei segmenti successivi ristretti con fondo di color giallo-piceo, sono rivestiti di breve pe- lurie gialliccia ; il segmento anale porta lunghi e sparsi peli neri a guisa di setole. La parte ventrale del primo segmento è nera, la carena mediana con una sporgenza ottusa all’avanti (Fig. 13 ^>) termina all’ indietro leggermente declive ; la base d’attacco al torace presenta due regolari sporgenze dentiformi. Il secondo segmento ha il ventre rosso ferruginoso splendente, col margine apicale nero al- largato a triangolo nel mezzo. Il capo largo quanto il torace, col margine postico-oc- cipitale rettilineo, è dilatato al vertice ; quest’ ultimo, la fronte e la regione orbitale largamente punteggiato-retico- lati con sparsa pelurie grigio-argentata ; occhi sub-ovali, leggermente incisi al margine interno, distintamente sepa- rati dalla base delle mandibole ; ocelli punto rilevati, ap- pena distinti; mandibole larghe, nere, bidentate all’apice che è rosso-ferruginoso ; larghi ciuffl di peli lunghi, Atti, bianco-argentei, ricoprono gli angoli laterali del capo, dietro gli occhi, il clipeo, le guancie, la base delle mandibole ed i tubercoli antennali. Le antenne sono robuste, di color rosso-oscuro, collo scapo breve, cilindrico, arcuato, rosso- ferruginoso all’apice ; il primo articolo del flagello breve, subconico ; il secondo triplo del primo, il terzo uguale al secondo, il quarto un po’ minore in lunghezza dei due precedenti presi assieme ; il . quinto e seguenti un po’ meno lunghi del quarto, fra loro pressoché uguali. Torace subquadrangolare col pronoto rettilineo anterior- mente, terminato a punta sugli angoli laterali ai quali fa seguito un margine incavato sul lato anteriore ; il mar- gine posteriore che contermina il mesonoto è ad arco acuto molto distinto, cosicché le porzioni laterali del pronoto si — 79 — presentano a triangolo, con superficie grossamente punteg- giata e ricoperta da densa e lunga pelurie bianco-argentea che si estende anche sulle pleure. Mesonoto punteggiato- subreticolafco con due brevi solcature parallele longitudi- nali nella metà posteriore sui lati della linea mediana dor- sale raggiungenti inferiormente una solcatura trasversale alla base dello scudetto che è leggermente rilevato, arro- tondato, con una punteggiatura simile a quella del meso- noto ed una leggiera incavatura mediana a doccia, liscia; rivestito da lunghi peli eretti, non fitti di color bianco- grigiastro. Metanoto breve, posteriormente troncato, appena declive ; rivestito alla base dorsale da lunga fascia di fitta pelurie argentata, nel resto con una punteggiatura retico- lare larga, poco profonda, più minuta alle metapleure con qualche area longitudinale liscia. Le squamine alari grandi, di color giallo-piceo ferrugineo con una leggiera tinta vio- lacea nella porzione basale che è punteggiata, hanno un largo margine liscio con un piccolo orlo leggermente rial- zato. Le ali nella metà basale e principalmente in corri- spondenza alle cellule costale e mediana sono chiare, j'aline; nel resto, e sopratutto nella cellula radiale, leg- germente affumicate. La cellula radiale è acumi- nata all’ apice ; delle tre cellule cubitali la prima subpentagonale, la secon- da pentagonale (Fig. 13, a) riceve la nervatura ricorrente nel mezzo cioè al vertice di un angolo ottuso formato da due lati ivi riunentisi ; la terza, esagonale, riceve la 2“ nerva- tura ricorrente nel mezzo cioè alla riunione di due lati leggermente obliqui formanti un angolo molto ottuso sulla Fig. 13. — M. atrocanea, n. sp. — a -ala ante- riore destra — 6 - carena ventrale. (Fortemente ingrandita). — 80 — medesima linea della 2^ cubitale. Le zampe inermi, nero- violacee coi tarsi rossicci alle estremità e nella parte infe- riore sono rivestite da pelurie argentata alle coscie, ai fe- mori ed alle tibie, giallo-dorata ai tarsi ; speroni delle tibie, bianchi. Vaga specie che costituisce una forma abbastanza distinta nella fauna africana anche per la colorazione del corpo bluastro-verdognola con tinta rosso-ferruginosa : è fondata sopra un sol esemplare di sesso maschile raccolto dal ten. dott. Andreini ad Adi-Ugri nel Luglio 1905. Gen. Dasylabris Radz. 40. M. MEPHiTis Sm. Mutilla mephitis Smith, Gat. Hym. Brit. Mus. Ili (1855) p. 21, n. 129. — — S i c h. (fc E. a d z. Mon. des Mut. (^1870^, p. 118, n. 88, tav. IX, fig. 3. — — Gribodo, Im. Mozambico racc. cav. Fornasini (Acc. Se. Bologna, 1894), p. 151. — — Ern. André, Mutili. d’Afrique (Zeitschr. fiir Hymen. und Dipt. I, 1901), p. 312, n. 13 e III, (1903), p. 236, n. 15. — — Ern. André, Gen. Ins. — Mutillidae — (1903), p. 15, 65 e 67, n. 33. Habitat : Africa orientale ed occidentale — (Somalia, An- gola, Madagascar, Mozambico, Caffreria, Capo B. Sp.). Un solo esemplare di femmina da me raccolto a Sabar- guma (gennaio, 1900) rappresenta questa bella ed interes- sante specie abbastanza difPusa dal centro al sud africano. 41. D. suBCONSPicuA, n. sp. $ . Capite^ thorace, pedibus abdominisque segmentis F et 2° in ventre, obscure rufo-ferrugineis ; abdominis dorso nigro; hoc sicuti capite thoraceque argenteo- flavo et nigro, varie villoso-maculatis vel fasciatis. — 81 — Capite parvo, suhtriangulari, thoracis latitudine mediana minore, in fronte dense argenteo-flavescente villoso, pilis longis intermixtis castaneis, palpis testaceis, antennis et mandibuìis basi Imte ferrugineis ; antennarum flagelli articulo primo parvo, subtrapezino, secando valde minore, hoc tertio breviore. Thorace subovalari, sat longo, in medio sat incrassato ; ma- culis magnis ovalaribus griseo-argenteis in lateribus ornato, antice leviter incavato-scrobiculato, postice profunde sculpto, in parte postico-scutellari, unguicula distincta verticali, sub- tuberculari, praedito. Abdominis segmento 1°, parvo, nodoso, crasse rugoso-punctato, in parte ventrali non carinulato, in dorso griseo argenteo-sub fasciato ; hoc cum thorace et abdo- minis segmento primo, pilis longis nigris, griseo permixtis, sparse villosis. Abdomine nigro, macula mediana magna ovalari subcordiforme a basi fere usque ad prominentiam medianam fascice latce ipsius marginis posterioris, expansa ; macula parva in medio dorsi segmenti tertii a pilis Imte au- reo-fulvis tectis. Area pygidiali brunneo- ferruginea, distincte apice emarginata, elicoidali-longitudinaliter striolata. Pedibus obscure rufo- ferrugineis, argenteo-pilosis, tibiis intermediis et posticis biseriatim longe nigro-spinulosis, calcaribus testaceis. Corp. long. 12 mill. Vaga specie del gruppo della rubro-aurea Sich. & Hadz. (Mon. des Mut. 1870, p. 118, n. 87), della conspicua, Smith (Descr. of. new sp. of. Hym. — 1879 — p. 195, n. 19), della conferata, Radz. (Hym. d’ Angola — 1881 — p. 219, n. 114) e della bella, Andre (Mut. des Somali, Ann. Mus. C.° Ge- nova — 1897 — p. 283, n. 5) ma da tutte ben distinta per caratteri abbastanza notevoli e differenziali quali p. e. : il numero delle macchie sul 2° segmento dell’ addome (una, anziché quattro come nella rubro-aurea), le dimensioni di larghezza del capo in confronto colla larghezza del torace (molto minori in questa specie che nella rubro-aurea). Il torace è di forma ovoidale anziché oblongo-quadrato {M. Anno XXXVII. 6 — 82 — coìispicua)^ è sprovvisto di prominenze sui fianchi {M. ruhro- aurea) e porta un’ unghietta scutellare verticalmente pro- spiciente ; i segmenti IV° e V° dell’addome sono tutti neri, affatto sprovvisti di macchie dorate {M. hella)^ e la fascia marginale del secondo segmento è continua con un’espan- sione anguliforme nel mezzo che non accenna alla riunione di varie macchie (M. conferata). La macchia ovale alla base del secondo segmento addominale, differisce da quella della bella per maggiori dimensioni e parimenti la bella differisce dalla presente specie per la completa mancanza dei lunghi peli neri sparsi sul torace e sull’addome. Un solo esemplare, femmina, venne raccolto dal dott. Tel- imi, al Sud del monte Ghedem. Gen. Stenomutilla Ern. Andre. 42. St. capicola Per. Mutilla capicola Peringuey, New or little hnown south african Mutillidae ('Ann. South. Afr. Museuin, 1898) p. 47. Habitat : Capetown — Port Elizabeth. L’esemplare femmina raccolto ad Adi-Ugri dal capitano A. Tancredi, concorda coi caratteri -'specifici riferiti dal- r autore e con quelli aggiunti dall’ André {Materiaux pour servir à la connaissance des Mutilles d' Afrique, in Zeitsch. etc., 1901, p. 320, n. 21) si avvicina pure in qualche parte ^\V acutieollis, André (Loc. cit. p. 321, n. 22). Una particolarità che non é accennata nelle prefate descri- zioni, riguarda la figura della fascia del 2° segmento del- 1’ addome, la quale nel mio esemplare presentasi ad an- golo leggermente prospiciente nel mezzo, come nell’affine M. Beróe. — 83 — 43. St. pseudobeeòe, n. sp. 5 . Capite, antennis, pedibus ahdomineque nigris, thorace obscure rufo- ferrugineo. Abdominis segmento primo fascia lata apicali, secundi fascia in margine apicali minus lata, sed medio ad angulum superne producta, ipsius margine ventrali et tertii maculis utrinque in angulis lateralibus margineque ventrali, long e denseque albo-ar- genteo pilosis. Capite subquadra- to, antice parumper attenuato, crasse rugoloso-punctato, protho- racis latitudine aequali, metanoti parte apicali duplo latiore. Tho- race profunde irregulariter re- ticolato punctato, abdominis seg- mento IP longitudine aequali, antice rotundato, medio lateribus utrinque subgibboso ; unguicula scutellari nulla. Abdominis seg- mento primo petioliformi subcir- culari, incrassato, parte mediana anteriore irregulariter et profunde sculpta, antice ad insertionem me- tanoti semilunariter distincte bi- corni; carinula ventrali leviter spiniformi obsolete prominula : (Fig. 14, d) segmento secando elongato, thoracis, (ut supra dic- tum) longitudine aequante. Pedibus Unge griseo pilosis, tibiis intermediis et posticis spinala unica, post medium, praeditis. Corp, long. 14 mill. a Fig. 14. —M. pseudoheròe, n. sp. ^ a - carena ventrale del l®segm. addominale. (Ingrandimento Vi) - 84 — Questa specie appartiene al gruppo delle M. capicola, Beróe e syrinx di Peringuey (Annals of South African Mu- seum, 1898, p. 47-48) colle quali ha comuni la colorazione del corpo e la foggia e disposizione delle macchie ornamentali dell’addome, ma ne differisce però essenzialmente per le dimensioni e la struttura del torace, per la scultura e pun- teggiatura del capo, del torace e dell’addome. Posseggo un solo esemplare femmina, proveniente dalle sponde del Mareb, da me raccolto in località presso Addis-Addi, ai confini meridionali della Colonia. {Segue elencò) — 88 — ELENCO BIBLIOGRAFICO opere generali o particolari consultate per i Mutillidi africani KD AVENTI SPECIALE ATTINENZA COLLA FAUNA ERITREA Anork Ernest. 1893-96. — Note$ pour servir à la connaissance dee MutilUs paléarctiguu et description de queìqurs esp^cea nouvelles. « Móm. Soc. Zool. de Frauce », VI, pp. 286-296: 1.* panie. 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Oujabà (Matto G-rosso). N. villosa F. Tacuru Pucù (Paraguay), Urucùm (Matto Grosso). N. pallidipes F. Sm. Bella Vista (Paranà, Brasile). Centromyrmex brachycola Rog. Coxipò (Matto Grosso) 5 • (1) A questa specie si avvicina la seguente : Ectatomma (Gnamptogbnys) triuonum n. sp. — ^ Un poco più piccola di E. trian- gulare ; striatura molto più grossolana ; si contano soltanto 6 costole fra i due ocelli posteriori ; sul peziolo la striatura è disposta ad archi concentrici anziché trasversale ; le antenne sono più grosse, più corte ; lo scapo oltrepassa appena l’occipite, i primi articoli del funicolo sono grossi all’incirca quanto sono lun- ghi, i penultimi più grossi che lunghi. L. 4,5 mm. Nova Friburgo in S.ta Catharina (Brasile) un esemplare nella mia col- lezione. Questa specie è stata descritta dal Roger sopra una 5 di Minas Geraes. Io posseggo una 5 di Para che corri- sponde perfettamente alla descrizione. — Le 5 raccolte dal Silvestri mi sembrano potersi attribure alla stessa spe- cie. Differiscono dalla 5 per l’assenza di occhi e ocelli, il nodo del i^peziolo più stretto e lungo e la struttura del torace. In questo, la sutura promesonotale è distinta, la meso-epinotale nulla sul dorso, ma segnata sul profilo come debole angolo rientrante. Colore e scultura come nella 5 . L. 6-6,5 mm. Il Mayr ha descritto sotto il nome di (7. bohemanni una 5 di Rio Janeiro che rassomiglia a quelle raccolte dal Silvestri, ma ne differisce principalmente per la sutura me- soepinotale distinta. La descrizione dice il nodo del peziolo largo quanto il gastro e lungo il doppio della sua lar- ghezza. Questa indicazione mi sembra inverosimile e perciò probabilmente erronea. Un’altra specie americana è stata descritta da me col nome di C. alfaroi sopra una 5 di Costa Rica priva di antenne. Differisce dalla 5 di C. brachycola per la forma più tozza, il capo più largo e più ristretto in avanti, il clipeo senza impressione, il nodo peziolare più largo che lungo, il gastro più largo, le zampe più corte e più robu- ste, col 1" articolo del tarso posteriore molto più breve della tibia (quasi eguale alla tibia nel C. brachycola). — Recentemente ho ricevuto dalla casa Staudinger e Bang- Haas 2 5 di Mapiri (Bolivia) che per i caratteri di forma rassomigliano alla g del C. alfaroi e che credo perciò dover riferire a questa specie. Gli occhi sono molto grandi e il loro diametro è maggiore della distanza che li separa dal margine occipitale (minore nel C. brachycola). Le an- tenne sono più corte e grosse ; le ali brune, con la vena- tura molto scura (ali giallognole nel G. br.) ; colore del corpo bruno scuro, mandibole, antenne e zampe rossicci. L. 8-8,5 mm. — 116 — Fonerà opaciceps Mayr. Montevideo. P. trigona opacior For. Tucuman, Mendoza, Cacheuta (Mendoza), Puerto Piray (Misiones), S. Catalina (B. A.). Coipué (Ohile) ; il genere Poneva è nuovo per la fauna del Ohile. P. trigona Mayr, forma tipica. S. Pedro de Colalao, e Tafi viejo (Tucuman). La determinazione della specie è fondata sull’esame di un esemplare tipico mandatomi parecchi anni sono dal Mayr ; esso differisce dalla forma precedente per la scultura più debole e il capo in gran parte lucido, con la fronte sola subopaca. Nelle due forme, lo scapo reclinato rag- giunge quelsi il margine occipitale. Un altro esemplare che ricevetti dallo stesso Mayr sotto il medesimo nome ha lo scapo molto più corto e appartiene certamente ad un’altra specie. — P. trigona e le forme ad essa affini dell’America meridionale costituiscono un piccolo gruppo molto difficile, e del quale sarebbe desiderabile una revisione accurata. P. clavatula n. sp. (fìg. 1). Per la struttura generale, rassomiglia a P. trigona^ ma è più piccola. Colore giallo bruno ; scultura come P. tri- gona^ soltanto il capo un poco più lucido. Questo è un poco meno allungato, senza occhi faccettati distinti ; al posto di essi si trova un piccolo rialzo senza faccette. Mandi- bole lucide con denti ineguali. Antenne grosse : lo scapo reclinato raggiunge quasi il margine occipitale ; il funicolo 117 — è molto grosso, fortemente ingrossato a clava, con tutti i suoi articoli meno il primo e l’ultimo ben più grossi che lunghi. Torace robusto, pronoto largo all’ incirca quanto è lungo ; epinoto poco più lungo che largo, coi lati paralleli. Pig. 1. Poneva clavatula y. Capo e funicolo dell’antenna. la faccia declive obliqua, superiormente ritondata ; la sutura mesoepinotale è segnata sul profilo del dorso come debole impressione. Squama peziolare relativamente un poco più grossa che nella P. trigona e distintamente assottigliata in alto. L. l,8-‘2 min. Posadas (Misiones). Anochetus emarginatus rugosus Emery. Oorumbà e Urucùm (Matto G-rosso). A. altisquamis Mayr. S. Pedro de Colalao (Tucuman), una 5 . A. mayri Emery australis n. subsp. (fig. 2). y Struttura generale dell’^. mayri tipo, ma più grande ; capo un poco più largo e meno profondamente incavato di dietro ; le mandibole sono relativamente più lunghe ; im- pressioni del dorso del torace e denti dell’epinoto meno — 118 pronunziati; i due denti della squama peziolare meno spor- genti e acuti ; colore giallo uniforme. Fig. 2. Anochetus mayri australis Capo. La Sierra (Uruguay) un solo esemplare. Odontomachus haematoda L. Oorrientes, Posadas (Misiones). 0. chelifer Latr. Puerto Bertoni (Paraguay), Benitez (Chaco), S. Pedro (Misiones). SuBFAM. PSEUDOMYEMINAE. Pseudomyrma elegans E. Sm. Tacurù Pucù e Villa Bica (Paraguay). Ps. mutica Mayr. Rio Santiago, Buenos Aires. Ps. denticollis Emery. Coxipò (Matto G-rosso). 119 — Ps. arboris sanctae Emery. Coxipò (Matto G-rosso). Ps. serìcea Mayr. Coxipò, una 5 • Forma molto vicina al tipo della specie, col capo appena un poco più allargato e il nodo del peziolo più angoloso superiormente sul profilo. P. subtilissima Emery tenuissima n. subsp. Più piccola e un poco più sottile del tipo ; capo appena più stretto che nella forma tipica ; peziolo meno distinta- mente allargato posteriormente ; postpeziolo appena più largo ohe lungo (evidentemente più largo che lungo nel tipo); epinoto, femori posteriori e quasi tutto il gastro bru- nicci. L. 3,2 mm. Oorumbà (Matto Grosso) una 5 . Ho ricevuto la mede- sima forma da Oajenna. Ps. pallida (P. Sm.) For. Coxipò, Cujabà (Matto Grosso), Tacurù Pucù (Paraguay). La determinazione non è del tutto sicura, trattandosi di singoli individui, in un gruppo difficilissimo. — Una 5 di Tigre (B. A.) è molto più fortemente punteggiata, ma non mi arrischio a descriverla per nuova. Una revisione dei- fi intero gruppo sarebbe da desiderarsi, ma il materiale che ho a mia disposizione non è sufficiente per poterla intra- prendere. SuBPAM. MYRMICINAE. Monomorium latastei Emery. Temuco (Chile). — 120 — IVI. denticulatum Mayr. Ooipué (Chile), M.te Buenos Aires (S.ta Cruz). Quest’ul- tima località è interessante, perchè situata sul versante orientale della Cordillera. var. picea n. Temuco. La 5 differisce dal tipo per la statura un poco maggiore, i denti dell’epinoto più sviluppati e il colore scuro : picea, il protorace appena rossiccio, le mandibole, antenne e zampe più o meno bruni. M. pharaonis L. Coxipò. Solenopsis metanotalis Emery. Nunez (B. A.). S. silvestrii n. sp. 5 . Gialla, capo un poco rossiccio, gastro in parte bruno, funicolo e zampe più o meno brunicci. Mesopleura, meta- pleura ed epinoto opachi, punteggiati, il resto lucido. Il corpo è sparso di setole forti e ottuse ; il capo porta inoltre una sottile pubescenza ; le zampe hanno soltanto una lunga pubescenza obliqua; alcuni lunghi peli sottili sullo scapo. Capo poco più lungo che largo, un poco allargato d’innanzi, con gli angoli posteriori largamente ritondati, segnato di punti piligeri e pubigeri sottilissimi; lati del clipeo, guance e fosse antennali striati. Occhi grandi, con 10 faccette nel diametro maggiore. Clipeo con due denti acuti, sporgenti, subspiniformi, senz’altro dente o angolo distinto. Mandibole con 3 denti apicali e un piccolo dente molto ottuso al margine interno. Lo scapo non raggiunge il margine occi- pitale ; gli articoli 3-8 dell’antenna sono più grossi che lun- ghi. Una iucisura distinta nella sutura meso-epinotale ; pro- filo dell’epinoto arcuato, senza angolo distinto. Peziolo con nodo cuneiforme ritondato al vertice, più alto del postpe- ziolo. Questo è ritondato, poco più largo del peziolo, senza denti inferiormente. L. 1,7-1, 9 mm. 5 . Ferruggineo chiaro, gastro posteriormente bruno. Lu- cida, metapleure, epinoto, lati del postpeziolo opachi, strio- lato-punteggiati, con punti più forti che nella g ; peli del corpo acuminati. Capo subquadrato, coi lati ritondati; scul- tura come nella g , ma più forte, con punti piligeri molto più grossi. Clipeo come nella g , ma coi denti più grossi e non spiniformi. Nodo del peziolo più squamiforme che cuneiforme; postpeziolo molto più largo del peziolo, largo più ohe due volte quanto è lungo, alquanto incavato d’in- nanzi, e perciò semilunare, con gli angoli ritondati. Le ali mancano. L. 6 Ya nim. col gastro molto disteso. La Sierra (Uruguay;, alcune g e una J . — 3 g di Tala sono più scure, col capo bruno e con l’epinoto un poco angoloso, però molto meno che nella S. metanotalis, alla quale specie è molto affine. 8. nigella Emery. Cernadas (Cordoba). 8. geminata F. Numerose località ; Paraguay, Uruguay^ Argentina ; la località più australe è Puerto Piramides nel Chubut. 8. geminata gayi Spin. Vina del Mar, Santiago, Talea, S. Yicente, Temuco (Chile). — 122 — S. wasmanni Emery. Coxipò (Matto Grosso), Villa Encarnacion e Villa Rica (Paraguay), Resistencia (Ohaco), S. Pedro (Misiones), Tafi Viejo (Tucuman), Salta, Pampa Grande (Salta), Sunchales (S. Pè). La statura delle 5 varia entro limiti ancora più estesi che nella S. geminata. Il ^ massimo misura 4,5 mm.; la g minima 1,8 mm. I grandi esemplari sono brunì, più o meno scuri ; i piccoli giallo pallido. In tutti, gli occhi sono molto più piccoli e più depressi che nella S. geminata^ si- tuati più in avanti. Le antenne sono molto più corte, e nel ^ lo scapo supera appena, quando è reclinato, il mezzo della lunghezza del capo. Anche nei massimi individui, il capo è sensibilmente ristretto in avanti, col vertice de- presso (solcato invece nella S. geminata). Nonostante la estrema variabilità della statura e le variazioni correlative della grandezza del capo, la 8. wasmanni è agevolmente riconoscibile da tutte le specie a me note, per l’esistenza di un piccolo dente mediano impari del margine clipeale, più evidente nei piccoli individui che nei grandi. La $ è lunga 6, 5-7,5 mm. ; differisce da quella della 8. geminata pel clipeo che ha i denti molto più brevi e meno acuti ; il dente mediano è indistinto ; per le antenne più corte, il cui scapo oltrepassa appena gli occhi e gli articoli medii del funicolo sono più grossi che lunghi ; per il peziolo e il postpeziolo più massicci. Il ^ è un poco più piccolo del ^ della 8. geminata^ più tozzo in tutte le sue parti; zampe e antenne più corte ; in queste ultime, il 3° articolo è poco più lungo che grosso, il 4*^ non più lungo che grosso (nella 8. geminata^ tutti gli articoli dal 3° in avanti sono manifestamente più lunghi che grossi, il 3" circa due volte lungo quanto è grosso). L. 4,5-5 mm. — 123 — S. fataste i Emery. Temuco, Talea (Ghile). Gli esemplari di quest’ultima lo- calità sono più piccoli e più gracili, ma non presentano altre notevoli differenze. 8. angulata Emery^ var. dolichops n. Differisce dal tipo della specie per gli occhi molto allun- gati, almeno di metà più lunghi che larghi nella 5 ♦ Puerto Oamarones (Ghubut); gli esemplari raccolti dallo Spegazzini presso La Piata appartengono alla stessa va- rietà. Due 5 di Buenos Aires non differiscono sensibil- mente dalla forma tipica di Rio Grande. S. basalls Por. ; (fig. 3). Goxipò (Matto Grosso) 5 . Il prof. Porel ha avuto la cor- tesia di confrontare un esemplare col suo tipo, e mi scrive Fig. 3. Solenopsis basalis Capo e profilo del torace. Questa figura e tutte le altre che si riferiscono a specie di Solenopsis sono disegnate con eguale ingrandimento. che il colore è un poco più scuro e l’epinoto meno con- vesso ; ma queste differenze sembrano insignificanti. Anno XXXVII. 9 — 124 ~ La S, basalis è molto affine alla S. tennis Mayr (fig. 4). In una recente pubblicazione, il Forel ha enumerato le diffe- renze che separano le due specie. Quanto egli dice delle pro- porzioni degli ultimi articoli delle antenne non mi pare Fig. 4. Solenopsis tennis esemplare tipico. interamente esatto, almeno se devo ritenere autentico il tipo mandatomi un tempo dal Mayr. I denti del clipeo, senza essere propriamente fortissimi, come dice il Forel, sono più forti e meno distanti fra loro in S. tennis che in S. ba- salis. Inoltre il capo è più stretto e più ritondato indietro nella S. tennis. Le mie figure faranno meglio rilevare le sottili differenze delle due forme. S. clytemnestra Emery, (fig. 5). Federacion, Chajari (Entre Fios), Las Talas (La Piata), g ; Tigre 23, X. 98 ^ . finora non descritto. Bruno, antenne e zampe giallo bruno. Mandibole strette, acute ; clipeo convesso, senza lobo. Gli occhi occupano quasi metà dei lati del capo. An- tenne corte ; scapo poco più lungo che grosso ; 2® articolo globoso, più grosso dello scapo ; 3"^ lungo quanto lo scapo, e distintamente più lungo che grosso ; 4° e S*’ appena più lunghi che grossi ; i seguenti si fanno gradualmente più sottili e più lunghi. Epinoto con faccia basale convessa, la — 125 — declive verticale e piana. Nodo del peziolo con ])rofìlo dor- sale formante un angolo poco più che retto, ma smussato ; Fig. 5. Solenopsis clytemnestra y. Fig. 6. Solenopsis loeshvoodi y ; forma tipica. postpeziolo non più largo del peziolo. Ali ialine, con vena- tura pallidissima. L. 4 mm. S. westwoodi For., var. platensis n. ; (fig. 7). Il clipeo della y è poco più sporgente ohe nel tipo (fig. 6), con denti più pronunziati. $ . Bruna, mandibole ferruginee, antenne e zampe gialle. Capo subquadrato; gli occhi convessi occupano i della metà anteriore dei lati del capo; lo scapo raggiunge ap- pena l’ocello pari ; funicolo più gracile che nella y ; punti del capo più forti, l’epinoto forma sul profilo un angolo ottuso e smussato; la faccia declive è debolmente incavata in senso trasversale. Il peziolo è più alto che nella y , col nodo più squamiforme; postpeziolo poco più largo del pe- — 126 — ziolo; veduto di sopra, è quasi semicircolare, con gli angoli ritondati; di sotto, offre in avanti in ciascun lato un dente Mg. 7. Solenopsis westwoodi var. platensis ^ piccola e grande. (che si osserva pure nella 5)- ^ mancano. Villa Catalina e Tandil (Buenos Aires). S. decipiens n. sp. ; (fig. 8). 5 Eassomiglia molto alla S. schmalzi For. (1) per la forma del capo, i denti del clipeo, la struttura del torace e del peziolo, come pure per la scultura. Ne differisce principalmente per le antenne e le zampe molto meno lun- ghe e gracili ; lo scapo reclinato è lontano dal raggiun- gere l’occipite, e il funicolo è molto meno sottile, con i piccoli articoli evidentemente trasversi. Il nodo del peziolo è più elevato, il postpeziolo più gibboso. Colore più giallo, non bianchiccio. Peli ritti più numerosi. L. 1,6-2 mm. (1) Ho confrontato i tipi della S. schmalzi For. e var. flaveolens For., comuni- catimi dal P. Wasmann S. J. e do qui alcune figure delle due forme. La forma flaveolens differisce dal tipo della specie, non soltanto pel carattere del colore segnalato dal Forel, ma ancora pel clipeo molto più sporgente, coi denti più lunghi, e per le antenne più robuste. Converrà farne una sottospecie anziché una semplice varietà. 5 Giallo un poco bruniccio, gastro con zone segmentali brune. Capo più lungo che largo, alquanto ristretto in CL Fig. 9. a. Solenopsis schmalzi y.; b. 8. schmalzi flaveolens y. Dagli esemplari tipici. avanti, con gli angoli posteriori fortemente ritondati ; oc- chi grandi, siti nella metà anteriore del capo, convessi, pe- losi ; clipeo come nella 5 . Lo scapo raggiunge Tocello — 128 — pari; funicolo più gracile che nella Profilo delhepinoto a curva continua. Peziolo e postpeziolo, veduti di fianco, quasi come nella 5 ; di sopra appariscono più larghi, il postpeziolo circa di metà più largo che lungo. Ali ialine, con venatura pallida. L. 5 mm. Bruno, mandibole, antenne e zampe chiare. Capo sub- trapezoidale, con occhi emisferici, fortemente sporgenti ; parte centrale del clipeo elevata, alquanto sporgente a guisa di lobo. Mandibole anguste, bruscamente ristrette prima della estremità e terminate a punta sottile, aguzza. Antenne corte, scapo brevissimo, 2 articolo rigonfiato, più largo che lungo, 3 poco più lungo che largo, 4 il più piccolo di tutti, i seguenti gradualmente più lunghi e più sottili. Profilo dell’epinoto convesso, a curva continua. Peziolo con nodo basso e ottuso ; postpeziolo poco più largo del peziolo, ot- tusamente angoloso sui lati. Ali con venatura pallidissima. L. 2*2,2 mm. Las Talas e Rio Santiago (La Piata) 5, II, 1899. S. decipiens abjecta n. subsp. ; (fig. 10). Fig. 10. Solenopsis decipiens ahjecta y Griallo rossiccio ; lucida. Differisce dalla S. decipiens per il capo più allungato, coi lati più paralleli, il clipeo più — 129 — sporgente nel mezzo, con denti e angoli più marcati, il profilo dell’epinoto meno curvato, il profilo dorsale ante- Fig. 11. Solenopsis ìiammari y. Esemplare tipico. riore del peziolo più diritto, meno incavato e il nodo meno elevato. Peli più corti, particolarmente sulle gambe. L. 1,5- 1,7 mm. Rassomiglia pure un poco alla S. hammari Mayr, ma in questa specie (veggasi la fig. 11) i denti del clipeo sono ancora più forti e le antenne più corte. Nunez, Palermo (B. A.). 8. albidula n. sp. (fig. 12). 5 Griallo pallidissimo, i margini delle mandibole ros- sicci ; lucidissima ; peli ritti corti, sorgenti da minuti punti ; sulle zampe, una pubescenza lunga e obliquamente eretta. Il capo è subrettangolare, meno allungato che nella S. mi- nutissima ; gli occhi un poco più distinti che in questa specie, ma appena debolmente colorati. Il clipeo è forte- mente sporgente nel mezzo, con i denti forti, ma non molto lunghi e le sporgenze angolari laterali ritondate. Mandi- bole 4 dentate. Lo scapo non raggiunge il margine occi- — 130 — pitale ; i piccoli articoli del funicolo sono poco più larghi che lunghi. Torace con inoisura meso-epinotale debole ; faccia basale delFepinoto appena depressa, continuantesi mediante curva con la declive. Nodo del peziolo alto, for- temente ritondato di sopra, un poco meno largo del post- peziolo ; questo subgloboso. L. 1,6 mm. Fig. 12. Solenopsis aJhidula. 5 Griallo bruno, capo un poco più scuro, mandibole, antenne, zampe e gastro più chiari ; lucidissima ; peli ritti più lunghi che nella y , alcune lunghe setole sulle tibie ; capo con forti punti piligeri sparsi. Il capo è più allun- gato che nella 5 , con occhi grandi, occupanti circa Ys dei lati ; lo scapo non raggiunge l’ocello pari. Torace stretto e molto lungo. Nodo del peziolo appena più alto del post- peziolo, poco meno lungo di questo e fortemente ritondato; veduto di sopra, apparisce rotondo ; postpeziolo più largo del peziolo, lungo quasi quanto è largo. Ali trasparenti, con venatura e stigma pallidi. L. 4-4,6 mm. ^ Bruno, lucido, mandibole, antenne e zampe giallo pallido. Forma allungata e stretta. Occhi meno sporgenti del solito, per cui il capo apparisce più rotondo, meno tra- pezoidale ; clipeo convesso, senza lobo distinto ; mandibole tridentate ; antenne corte e sottili ; scapo più lungo che largo ; 2. articolo globoso appena più grosso dello scapo; il 3. è il più piccolo di tutti, molto più stretto del 2. e ap- pena più lungo che grosso ; i seguenti vanno crescendo in — 131 — lunghezza e grossezza fino al penultimo ; l’ultimo è poco meno lungo dei due precedenti presi insieme. Angolo del profilo dell’epinoto fortemente ritondato. Peziolo più basso del postpeziolo, con nodo ritondato, a declivio anteriore quasi diritto ; postpeziolo rotondeggiante, poco più largo del peziolo. Ali trasparenti con stigma e venatura palli- dissimi. L. 3 mm. Nunez (B. A.) 11, XI, 1898. Una 5 raccolta a Zapida mi sembra appartenere alla medesima specie. S. tetracantha, n. sp. (fig. 13). Le 5 minime sono giallo pallido ; le maggiori sono un po’ brunicce ; tutto il corpo è lucidissimo, il capo con punti Fig. 13. Solenopsis tetracantha Esemplare massimo e minimo. pubigeri forti ; peli ritti numerosi sul corpo, più corti sulle zampe. Capo allungato, più nelle piccole ^ 5 occhi rudi- 132 — mentali, pallidi, appena visibili nelle 5 minime, di 2-3 faccette indistinte nelle massime ; clipeo con 4 denti sub- spiniformi nella 5 massima, meno lunghi nelle minori. Mandibole fortemente curvate, con 3 lunghi denti apicali e un dente al margine basale. Antenne corte e grosse, con gli articoli 3-8 fortemente trasversi nelle 5 minori. To- race con profilo dorsale in gran parte quasi retto ; incisura meso-epinotale debole ; epinoto indistintamente angoloso. Nodo del peziolo fortemente ritondato, poco più alto del postpeziolo e più largo di esso nella g massima, appena più stretto invece nella minima ; denti inferiori del postpeziolo poco pronunziati. L. 1, 3-2,2 mm. $ Bruno scuro, gastro più chiaro, mandibole, antenne e zampe giallognoli; lucidissima; metapleure in parte, lati del peziolo e postpeziolo più o meno striolato-punteggiati, sub- opachi ; capo con grossi punti. Il capo è un poco più lungo che largo, sub troncato in dietro, con gli angoli ritondati ; occhi grandi; clipeo con denti più corti e robusti che nella 5 ; mandibole più larghe e più forti. Lo scapo raggiunge l’ocello pari ; articoli 3-6 del funicolo più grossi che lun- ghi, 7-8 lunghi quanto sono grossi. Torace allungato ; epi- noto uniformemente convesso. Peziolo con nodo ritondato, più largo che lungo, impresso nel mezzo ; postpeziolo tras- versalmente ovale, poco più largo del peziolo. Ali ialine, con stigma e venatura pallidi. L. 5,5-6 mm. Nunez (B. A.) 24, VI, 99. S. patagonica n. sp. ; (fig. 14). 5 Colore, scultura coi grossi punti sul capo, pubescenza e peli come nella S. tetracantha^ ma la forma del capo è molto differente, poco più lunga ohe larga, con gli angoli posteriori fortemente ritondati. Il clipeo è sporgente nel mezzo, e i denti sono forti ; ai lati di essi e a breve di- stanza, vedonsi in luogo dei denti laterali della S. tetra- — 133 — cantha sporgenze angolari marcate. Occhi minuti, di 3-4 faccette ciascuno. Lo scapo delle antenne è lungi dal rag- giungere l’occipite ; i piccoli articoli del funicolo sono poco più grossi che lunghi. Torace conformato come nella S. te- Fig. 14. Solenopsis patagonica y. Esemplare massimo e minimo, capo; torace dell’esemplare massimo. tracantha. Il nodo del peziolo è più alto, ma meno diffe- renziato dalla parte anteriore del segmento che in quella specie ; postpeziolo quasi come nella S. tetracantha per la parte dorsale ; inferiormente le due sporgenze dentiformi sono più forti che in tutte le congeneri ; è anche forte la spina inferiore del peziolo ; veduto di sopra, il postpeziolo 6 largo circa quanto è lungo, e quanto è largo il nodo del peziolo. L. 1,6-1,9 mm. Puerto Madryn (Chubut) 4 esemplari. 8. minutissima n. sp. ; (fìg. 15). y Gfiallo pallido bianchiccio; lucidissima; punteggiatura pubigera relativamente forte; pubescenza obliquamente driz- zata, frammezzata di pochissimi peli più lunghi. Capo al- lungato, coi lati paralleli ; spine clipeali ben distinte, e ai 134 - lati di esse un angolo marcato ; occhi appena visibili, non colorati. Mandibole con 4 denti. Scapo breve ; funicolo sin- golarmente corto e grosso, con i piccoli articoli fortemente trasversi. Dorso del torace con incisura meso-epinotale de- J Eig. 15. Solenopsis minutissima bolissima ; epinoto come nella S. tetracantha. Peziolo con nodo fortemente ritondato, largo quanto il postpeziolo, ma più grande e più alto, ^ampe molto corte : la tibia del pajo medio non più che 4 volte lunga quanto è larga. L. 1- 1,2 mm. Bruno, lucido, gastro più chiaro, antenne pallide. Capo fortemente punteggiato. Clipeo con lobo mediano sporgente, alquanto ritondato. Antenne gracili: articolo 2. ovale, poco più lungo che largo ; 3. lungo quasi quanto lo scapo e poco meno di 3 volte quanto è largo ; i seguenti gradamente più sottili e prima più corti, poi più lunghi del 3. Epinoto con profilo basale disteso, poi bruscamente curvato, per passare alla faccia declive che è un poco con- cava. Nodo del peziolo ritondato, appena meno largo del postpeziolo. Ali giallognole. L. 3-3,2 mm. Nunez 17, II, 99. La 5 è facile a riconoscere tra le specie finora note, — 135 per la minuta statura, il capo allungato e le zampe e an- tenne corte e grosse. S. brevìpes n. sp. (fìg. 16). 5 Colore pallido della precedente e zampe non meno corte ; punteggiatura e peli come in quella specie. Ne dif- Fig. 16. Solenopsis brevipes y. ferisce per la grandezza un poco maggiore, il capo molto meno allungato, le antenne più lunghe e meno grosse. L. 1.2-1, 4 mm. Chajari (Entre Rios) alcune operaie. Fra tutte le Solenopsis raccolte dal Silvestri nel terri- torio Argentino e regioni limitrofe e fra tutte le forme sudamericane della mia collezione, non mi è riuscito ritro- vare la S. parva descritta sommariamente dal Mayr nel J 868, sopra un esemplare raccolto dallo Strobel presso Mendoza. Ripetutamente, e fino dal 1886, quando studiavo ]e for- miche raccolte dal v. Jhering a Rio Grande, mi sono ri- volto al Mayr per più precisi ragguagli su quel raro tipo, a complemento della descrizione. Dalle lettere e cartoline ricevute desumo i seguenti caratteri che varranno ad age- volare ad altri V eventuale riconoscimento della vera S. parva : — 136 Il capo non ha punti distinti, o almeno ne ha pochi e estremamente sottili; lateralmente ai due denti mediali soliti il clipeo non ha altri denti o angoli di sorta ; la forma del capo sembra essere a un dipresso quella di S. clytem- nestra^ decipiens e simili ; gli occhi sono allungati come nella var. dolichops della S. angulata (il Mayr mi scrive che il rapporto della lunghezza dell’occhio alla sua larghezza è circa come 5 : 3) ; il peziolo è marcatamente più stretto del postpeziolo, e questo è appena meno lungo che largo, quasi rotondo, quando lo si guarda di sopra ; veduto ' di fianco, il postpeziolo è molto evidentemente inclinato in avanti. Altra specie non sufficientemente descritta dell’America me- ridionale è la 8. sulfurea Bog. (fig. 17). Essendo in possesso di un esemplare tipico avuto in cambio dal Museo di Berlino, ne approfitto per completare con una figura la diagnosi del Boger. Questi dice che il clipeo non ha carene nè denti ; Fig. 17. Solenopsis sulfurea Esemplare tipico. in fatti i denti mancano, cioè sono accennati appena, come angoli ottusissimi, ma le carene sono evidenti. La S. sul- furea mi pare molto affine alla 8. corticalis For., il cui clipeo ha denti deboli ma distinti. Boger non indica la località precisa della sua specie ; 1’ esemplare che ho esa- minato porta un cartellino con l’ indicazione : Caracas (Golmer). — 137 — CAREBAHELLA n. gen. 5 Clipeo bisinuato, inerme. Mandibole dentate. Antenne corte, di 10 articoli, senza clava distinta ; i 4 ultimi suc- cessivamente più grandi, l’ultimo lungo quanto i 3 prece- denti insieme. Lamine frontali brevi, distinte, divergenti. Occhi relativamente piccoli, convessi. Torace largo e alto; epinoto inerme. Peziolo con nodo subsquamiforme, largo quanto il postpeziolo. Ala anteriore con venatura del tipo 8olenopsis : cella radiale allungata, aperta all’apice ; la ve- Fig’. 18. Oarebarella hicolor punctato-rugosa Ala anteriore. natura acquista un carattere speciale pel fatto che la cella cubitale aperta si prolunga molto verso la base dell’ ala ; le vene che limitano posteriormente la cella radiale e la prima cubitale si continuano l’ una con l’ altra in linea retta (come in Solenopsis)] la ricorrente s’inserisce al limite tra le due celle cubitali. In 3 ali sopra 8, trovo la cu- bitale suddivisa trasversalmente (anomalia). Mandibole dentate. Clipeo bisinuato. Antenne con scapo più lungo dei 2 articoli seguenti ; il 2 globoso ; quelli che seguono allungati (gli ultimi mancano nell’unico esemplare). Peziolo con nodo basso e largo ; postpeziolo cupuliforme, applicato alla base del gastro. Genitali minuti. L’ ala rassomiglia a quella della 5 , ma è più larga, e la cella cubitale aperta è meno prolungata verso la base ; la 138 — ricorrente si inserisce a una notevole distanza dal limite delle due celle cubitali. Nell’aspetto generale e nella struttura delle antenne della $ , questo genere offre una spiccata rassomiglianza con Carebara. Differisce da Tranopelta per le antenne più corte e grosse, di soli 10 articoli. La 5 è ignota, verosimilmente molto piccola e cieca ; quella che descrivo in nota è forse la 5 di questo genere o pure quella di Tranopelta^ egualmente sconosciuta. Prov- visoriamente deve essere collocata nel genere OUgomyrmex alla cui formola diagnostica conviene (1). Carebarella bicoior n. sp. 2 Capo, torace, zampe, peziolo e postpeziolo rosso fer- rugineo, gastro piceo ; copiosamente irta di peli sottili, fulvi, senza pubescenza aderente ; capo, torace, peziolo e postpeziolo opachi, sottilmente striato-rugosi, eccettuate le pleure del mesotorace e metatorace e il mesosterno ; la striatura è divergente sul capo, longitudinale sul torace ; gastro lucido, con punti piligeri numerosi. Il capo è riton- dato, di dietro, con gli occhi convessi, distanti dall’artico- (1) OiiiGOMTRMEx ANOPHTHALMus n. sp. ^ Gridilo pallido Uniforme, lucida, con punteggiatura pubigera mediocremente densa ; la breve pubescenza appare ade- rente, e non trovo peli ritti, ma questo è verosimilmente effetto della conser- vazione difettosa dell’ esemplare (perchè ritengo che dovrebbe trovarsi qualche setola almeno sul clipeo). Capo un poco più lungo ohe largo, più largo indietro, debolmente incavato al margine posteriore. Mandibole con 4 denti. Clipeo for- temente elevato nel mezzo, ma senza denti. Lamine frontali brevissime. Nessun vestigio di occhi. Antenne corte e grosse, di 9 articoli ; lo scapo oltrepassa di poco la metà della lunghezza del capo; articolo 2®, lungo quanto i 3 seguenti; 30.70 trasversi ; i due ultimi formano la clava ; 1’ ultimo è lungo quanto tutto il resto del funicolo, meno l’ articolo basale. Torace debolmente impresso tra mesonoto ed epinoto; quest’ultimo inerme, con profilo curvilineo. Nodo del peziolo e postpeziolo trasversalmente ovali, larghi quanto l’epinoto. Zampe brevi e robuste, gli articoli 2-5 dei tarsi anteriori e medii più larghi ohe lun- ghi. L. 1,6 mm. Ega sull’Amazzone; un esemplare proveniente dalla coll. F. Smith, con l’eti- chetta: tt new genus, 9 joints in antenna ». — 139 — lazione delle mandibole quanto il loro diametro. Le man- dibole sono brevemente striate verso il margine apicale ed hanno 6 denti. Lo scapo oltrepassa di poco gli occhi; gli articoli 3-6 sono più corti che grossi ; i seguenti successi- vamente più grandi formano una clava indistinta. L’ epi- noto è terminato posteriormente da una faccia piana, tra- sversalmente striata. Il peziolo porta un nodo subsquami- forme, assottigliato di sopra e bilobo, per una incisura me- diana ; il postpeziolo è ritondato, più largo che lungo, largo quanto il peziolo, inferiormente con un dente ottuso. L. 10 mm. S. Ana (Misiones), un esemplare privo d’ali (1). Crematogaster rudis Emery. S. Catalina (B. A.), Tucuman. C. distans corticicola Mayr. Benitez (Chaco austral). (1) C. BicoLOR PONCTATO-BCGOSA h. subsp. Alcune ^ alate di Rio Janeiro, nella mia collezione, differiscono dalla forma precedente per la scultura del capo e del torace, in cui le rughe sono ineguali, le une continue e ondulate, le altre interrotte dai punti piligeri che sono molto più grossi; scultura che ricorda quella della Vollenhovia punctato-striata. Ali brune, con venatura picea. Il di cui ho formolato sopra la diagnosi generica proviene da Faro (Perù) od appartiene probabilmente ad altra specie che non mi sembra opportuno deno- minare. Faccio seguire la diagnosi di una nuova specie del genere JErebomyrma, isti- tuito recentemente dal Wheeler per una specie nordamericana. Erkbomtrma peruviana n. sp. ^ Rassomiglia molto allaF. iongri Wbeeler, per colore e scultura. Peziolo e parte inferiore del torace più rossicci ; le rughe del capo e del torace più sottili, o i punti tra le rughe meno distinti. Capo coi lati paralleli, quindi subrettangolare, più lungo che largo. Antenne più sottili, par- ticolarmente lo scapo che non è affatto ingrossato. Epinoto armato in ciascun lato di un dente ottuso. Peziolo e postpeziolo meno larghi, nodo del peziolo a forma di squama grossa e superiormente depressa (non incavata di dietro, come nell’ F. longi)] postpeziolo trasversalmente ovale. Ali scure come nell’ F. longi, la cella radiale chiusa come in questa specie, ma più allungata. L. 7. mm. ; ala 7 mm. Marcapata (Perù) due esemplari. Anno XXXVII. 10 — 140 ~ C. brevispinosa Mayr var. Formosa, Villa Encarnacion (Paraguay). Forma molto vicina alla var. minutior For. ; mi è parso superfluo darle un nome nuovo. C. victima F. Sm. Corumbà (Matto Grrosso). C. victima nitidiceps Emery. La Sierra (Uruguay). Identica alla forma di Eio Grrande. C. arata n. sp. Per la forma del corpo e i peli ottusi, rassomiglia a C. victima e cisplatinalis Mayr ; differisce da entrambe per la forma del peziolo distintamente ristretto in avanti (a lati subparalleli in quella specie), e per la scultura del capo e del torace. Il capo è punteggiato sui lati, con qualche ruga intorno all’occhio ; le lamine frontali si prolungano ciascuna in una ruga, e tra le due lamine frontali, come tra i loro prolungamenti, la fronte e il vertice sono segnati di rughe spaziate, i cui intervalli poco lucidi sono debolmente pun- teggiati. Il promesonoto porta rughe molto più grosse e irregolarmente longitudinali, più o meno confluenti a rete; r epinoto è punteggiato, opaco, con sottili rughe longitu- dinali alla base. Peziolo e postpeziolo punteggiati, opachi. Del resto simile a C. victima e cisplatinalis. Pochi peli obliqui sullo scapo; tibie soltanto pubescenti. L. 2, 3-2-5 mm. Posadas, Pampa Piray, Puerto S. Ignacio (Misiones). Un esemplare di Pampa Piray è più grande degli altri, col torace più convesso, le spine dell’ epinoto più corte e grosse, il peziolo più largo e più quadrato ; le rughe del capo e del torace più sottili e regolari. Credo sia da con- siderarsi come forma anormale, più o meno ginecoide. — 141 — Pheidole fimbriata Eog. Benitez (Chaco austral). Ph. aberrans Mayr. (%. 19). Questa specie è rappresentata da numerosi esemplari ed offre notevoli variazioni. La statura dei ^ e con essa la grandezza del capo variano non solo nei diversi nidi, ma^ a quanto pare, anche nel medesimo nido, o al- meno nella stessa località, avendo io trovato esemplari di diverse dimensioni nello stesso tubo ; però non ho trovato vere forme interme- die tra soldato e operaia. La scultura normale del capo offre strie sottilissime, uniformi, sulla fronte e il vertice, che rendono opache le parti striate. Nei massimi esemplari, le strie sono più o meno indebolite o anche in parte cancellate, per cui il capo è in parte lucido : cosi in qualche soldato di S. Fernando (Buenos Aires) Chaiari (Entre Bios) e Posa- 19- P'heidole aberrans: a, soldato . della forma tipica; 6, soldato della das (Misiones). bimilmente -jzx. mutka-, c, femmina. in esemplari di Rio Grande nella mia collezione. Il colore varia dal giallo rossiccio al bruno piceo. Mi sembra maggiormente degna di nota la variazione delle lamine frontali che sporgono più o meno in avanti, come si rileva particolarmente quando si guarda l’insetto — 142 — di profilo. Designerò col nome di var. mutica n. v. la forma estrema per riduzione della sporgenza delle lamine frontali nel (esemplari di Resistenoia e Benitez ; anche un soldato di Puerto Camarones in Patagonia). Non mancano forme intermedie. La 5 ® stata finora descritta : il suo capo è molto meno allungato di quello del è quasi quadrato; la cre- sta trasversa fra il vertice e l’occipite è poco distinta; la scultura del capo è più rude e consiste in rughe longitu- dinali ineguali, miste a grossi punti piligeri ; dietro gli ocelli, le rughe sono dirette trasversalmente. Le lamine fron- tali sono meno dilatate che nel ; sono anche meno spor- genti in avanti ; la scrobe è più lunga e larga, in relazione con la lunghezza maggiore dello scapo. Il torace è allungato, poco meno largo del capo; il mesonoto in parte liscio, in parte scolpito di strie longitudinali e di grossi punti pili- geri; l’epinoto ha denti triangolari, acuti. Ali giallognole, con venatura rossiccia. L. 8-9 mm. Ph. taurus n. sp. (fig. 20). Giallo bruno, capo più rossiccio, bruno scuro nella parte anteriore; le lamine frontali e i margini del clipeo e delle mandibole quasi neri. Lucido, con peli sottili sul corpo e le zampe, più corti sul capo che sul torace e l’addome. Il capo è costruito sul tipo di quello della Ph. aherrans., ma è più allungato ; una cresta trasversa molto più elevata e acuta che in quella specie limita la parte occipitale del capo, sulla quale si vedono poche forti rughe trasverse ; in avanti, le lamine frontali si prolungano ciascuna in un grosso rilievo, sporgente in avanti sopra le mandibole, a guisa di un corno acuminato; ricoprono una scrobe pro- fonda, che si estende fin sopra rocchio ed è capace di ac- cogliere l’intero scapo, il quale è largo e piatto. La fronte 143 — è incavata in avanti nel mezzo, in parte finamente striata longitudinalmente; le strie si fanno divergenti sul vertice e trasverse innanzi alla carena che separa il vertice dal- l’occipite. Qua e là dei punti superficiali tra le strie. An- cora le guance sono striate longitudinalmente ; le mandibole lo sono solo alla base della faccia laterale ; sono corte, ro- bustissime, e fortemente convesse, troncate in avanti, con due forti denti apicali e qualche piccolo dente sul margine Fig-. 20. Pheidole taurm : a, h, soldato ; c, femmina. masticatorio. Nel torace, il promesonoto è gibboso, levigato e lucido, con cercine scutellare poco marcato e solco pre- scutellare indistinto : epinoto sottilmente reticolato e rugoso, con denti trigoni. Peziolo e postpeziolo punteggiati e opa- chi sui fianchi, più lucidi superiormente; il postpeziolo poco più largo che lungo e lateralmente ritondato. Glastro lucido. L. 3-3,2 mm. 5 Rassomiglia molto alla g della Ph. aherrans^ ma è molto più piccola. Il capo è meno ritondato di dietro e non è striato, ma levigato e lucidissimo, con sottili punti pili- geri ; gli occhi sono depressi ; lo scapo è più corto che nella Ph. aherrans., e non raggiunge l’angolo occipitale; forma e scultura del torace e dell’addome come in quella specie. L. 1,7-1, 9 mm. 2 Differisce dalla 5 di Ph. aberrans allo stesso modo come il soldato. I caratteri di forma del capo sono molto meno ~ 144 — accentuati che nel mentre la scultura è più forte, composta di rughe longitudinali ineguali, che si estendono fino agli ocelli ; dietro questi, si trovano forti rughe trasversali spa- ziate. Il torace è meno largo del capo, il mssonoto allun- gato, in gran parte liscio; l’epinoto è rugoso, con spor- genze ottuse in luogo delle spine. Il peziolo e il postpeziolo sono più grossi e ritondati che nel Colore bruno, capo più scuro, antenne e zampe più chiari, mandibole ferruginee. Le ali mancano nell’unico esemplare. L. circa 7,5 mm.; capo, torace, peziolo e postpeziolo 4 mm. S.ta Catalina, Nunez (Buenos Aires). E specie molto affine alla Ph. aberrans, come mostra par- ticolarmente la struttura della g , ma ben distinta per la forma del capo del soldato. Ph. cavifrons n. sp. (fìg. 21). ^ Giallo pallido, capo più rossiccio, gradatamente più scuro fino al bruno anteriormente; lucido con peli ritti corti e fini. Il capo è molto allungato, di metà più lungo che largo, subrettan- golare, un poco ristretto verso l’occi- pite, con una sottile carena trasversa, separante l’occipite dal vertice ; le lamine frontali sono lateralmente dila- tate e ricoprono una scrobe profonda, ma non sporgono molto in avanti ; la fronte è concava. Tutto il capo è lu- cido, con punti piligeri; la fronte è sottilmente striata longitudinalmente nelle parti laterali e in avanti, ma le lamine frontali sono liscio; guance e lati del capo in parte striati. Gli oc- chi sono piccoli. Mandibole grandi e fortemente sporgenti, striate soltanto alla base della superficie laterale, del resto Fig. 21. PTieidole cavi- frons, soldato. — 145 — levigate e lucide. Antenne corte : lo scapo non raggiunge il mezzo della lunghezza del capo. Torace e peziolo come nella Ph. taurus. L. B mm. y Forma del corpo e delle sue varie parti come nelle Ph. aherrans e taurus. Capo levigato e lucidissimo; fronte e guance finamente striate ; lo scapo non raggiunge il mar- gine occipitale; promesonoto con striatura a curve concen- triche, per cui le rughe, trasverse in avanti, divengono lon- gitudinali sui lati e posteriormente. L. 1,8 mm. La Sierra (Uruguay). Anche questa forma è molto affine alla Ph. aherrans e ben distinta per la forma del Ph. auropilosa Mayr var. Puerto Piray (Misiones). Il capo del soldato è più corto che nell’esemplare tipico che ebbi dal Mayr; ma ho ricevuto esemplari quasi simili da S.ta Catharina. La stessa specie si trova pure a Rio Janeiro. Ph. bergi subparallela n. subsp. Il ^ differisce dal tipo brasiliano (esemplare originale mandatomi dal Mayr) pel capo un poco meno largo, coi lati meno arcuati, gli angoli posteriori meno ritondati, la parte liscia e lucente del tegumento più estesa ; cosi le su- perficie inclinate che formano le sponde del solco del ver- tice non offrono nessun vestigio di striatura, e una piccola area lucida si trova sulla fronte dietro l’area frontale ; nella parte sculturata, la striatura è meno forte e i punti a fos- setta invece più numerosi. Del resto simile al tipo e sol- tanto un poco più piccolo. Il gastro porta, come nel tipo, oltre ai lunghi peli, una scarsa pubescenza aderente. L. 4,6-5 mm. La 2 è simile al tipo, ma più piccola. L. 2, 5-2, 7. La Sierra (Uruguay), Puerto Piramides (Ohubut). — 146 - Ph spininodis Mayr. Nunez (Buenos Aires). La Ph. hohenlohei Emery, deve essere riferita come sino- nimo a questa specie, per quanto concerne il soldato ; l’ope- raia invece fu attribuita da me erroneamente al soldato e appartiene ad altra specie, cioè alla Ph. fallax var. are- nicola Emery. Ph. silvestrii n. sp. ^ Giallo rosso, gastro più bruno, margine del clipeo e mandibole bruni, antenne e zampe più chiari. Lucido ; pu- bescenza aderente quasi nulla, peli lunghi, obliqui, sottili, fulvi. Capo più lungo che largo, coi lati subparalleli, po- steriormente inciso, coi lobi occipitali ritondati ; vertice con solco mediano profondo. I anteriori del capo sono se- gnati di rughe elevate irregolari, a prevalenza longitudinali, tra le quali il fondo è coperto di punteggiatura ineguale, più o meno reticolata. Le rughe sono arcuate nella fossa antennale ; dietro di questa si trova uno spazio levigato molto variabile e circondato da rughe, spazio sul quale pog- gia l’estremità dello scapo e che si trova verso la metà della lunghezza del capo. Le lamine frontali si prolungano indietro ciascuna, fino a quella impressione, in una sottile ruga. Clipeo striato sui lati, depresso e lucido, ma sottil- mente ruguloso nel mezzo, con un principio di carena nella parte posteriore ; il margine anteriore debolmente incavato. La faccia inferiore del capo è in massima parte liscia. Man- dibole fortemente arcuate, con due denti apicali ; levigate, con pochi punti; brevi strie alla base lateralmente. Antenne corte; scapo robusto, bruscamente curvato verso i della sua lunghezza; la sua estremità raggiunge appena il mezzo della lunghezza del capo; articoli medii del funicolo al- quanto più grossi che lunghi. Torace largo e robusto; prò- — 147 — mesonoto lucido, con rughe trasversali poco marcate; gobbe omerali pronunziate; non v’è solco prescutellare distinto; il margine posteriore dello scutello forma uno spigolo ot- tusamente dentiforme alle sue estremità laterali; pleure lu- cide; epinoto un poco rugoso alla base, con denti trigoni o brevi spine. Peziolo con nodo subsquamiforme ; postpe- ziolo due volte largo quanto il peziolo, prolungato a punta acuta lateralmente; gastro liscio e lucido. Zampe corte. L. 4-4^2 mm. y Giallo rosso, zampe più pallide. Lucida, con peli ritti lunghi e sottili. Capo subquadrato, con angoli posteriori ritondati; le lamine frontali si prolungano con ruga sottile fino oltre la metà della lunghezza del capo; fronte con solco mediano, segnato di poche rughe sui lati in avanti; guance e fosse antennali con rughe arcuate ; l’occipite ha strie lon- gitudinali delicate, delle quali talune discendono verso gli occhi, altre obliquamente verso le lamine frontali, lasciando libero un largo spazio liscio, come prolungamento della fossa antennale. Clipeo convesso nella parte mediale. An- tenne relativamente corte ; lo scapo non oltrepassa od ol- trepassa di poco l’occipite; articoli medii del funicolo più grossi che lunghi. Mandibole trigone, bidentate. Promeso- noto convesso, lucido, con poche rughe trasverse anterior- mente; faccia posteriore del mesonoto bruscamente discen- dente; epinoto trasversalmente rugoso sopra, armato di minuti denti. Peziolo con nodo ovale ; postpeziolo di metà più largo di esso, brevemente prolungato a punta lateral- mente. L. 2 mm. 2 Capo subquadrato; scultura di esso più rude che nel lo scapo oltrepassa di poco il mezzo dello spazio che sta tra l’occhio e il margine occipitale, e la scultura rugosa si estende in modo corrispondente in dietro, lasciando senza rughe soltanto quella parte dei lobi occipitali che trovasi dietro il livello degli ocelli. Torace poco più stretto del capo ; mesonoto in massima parte levigato e lucido ; epi- — 148 — noto con forti denti trigoni. Postpeziolo molto largo e fortemente prolungato lateralmente a punta smussata. L. 4,5 mm. Tafì Viejo (Tucuman), Tigre (Buenos Aires). Si avvicina a Ph. spininodis da cui è però ben distinta : la 5 è notevole per la brevità delle antenne. Ph. guilelmi muelleri For. S. Pedro (Misiones). Ph. risi For. Pio Santiago, Las Talas, Palermo (Buenos Aires). Ph. risi trachy derma n. subsp. ^ Un poco più piccolo del tipo; capo e torace più sca- bri; l’estremo occipite solo è lucido; sul resto del capo, le rughe sono ineguali, ondulate, confluenti più o meno a rete. Anche il torace è in massima parte coperto di fitte rughe trasverse, miste a punteggiatura che lo rende più o meno opaco; il dorso dell’epinoto ha poche rughe all’estrema base; del resto è liscio e lucido. Le antenne sono più corte che nel tipo. Anche nella § le antenne sono più corte che nel tipo e oltrepassano l’occipite per meno di Ys della loro lunghezza (per più che Ys tipo). La 5 differisce dal tipo come il per la scultura del capo, S. Pedro (Misiones), Bella Vista, Puerto Piray, Puerto Bertoni (Paranà). Ph. crassipes Mayr. Salto del Iguazù (Alto paranà). Ph. crassipes germaini Emery. Urucùm (Matto G-rosso). Ph. stulta For. Oujabà (Matto Grosso). Ph. cordiceps Mayr- Oacheuta (Mendoza), Puerto Madryn (Ohubut). Alcune 5 Mendoza e di Tala (Salta) ^ombrano ap- partenere a questa specie. Un di La Cariota (Cordoba) è più grande e più scuro del tipo, col capo un poco più allungato, ma del resto identico. L. 6 mm. Ph. strobeli n. sp. Ferrugineo, capo e gastro più scuri ; fornito di peli lunghi e sottili, poco copiosi. Capo in massima parte più o meno lucido, subquadrato, appena più lungo ohe largo, con gli angoli posteriori ritondati ; l’occipite è debolmente incavato, il fondo dell’ incavo prolungato in un solco oc- cipito-frontale poco profondo ; lati della fronte e guance con forti rughe longitudinali ; fosse antennali con rughe arcuate ; le rughe delle guance si prolungano irregolari tra l’occhio e la lamina frontale, con tendenza alla formazione di rete mista a punteggiatura sottile ; nelle parti poste- riori del capo, si nota qua e là qualche vestigio di sottile striatura longitudinale, interposta a punti piligeri superfi- ciali, Le lamine frontali sono corte e si prolungano confu- samente in sottili rughe ; però non v’ è un’area antennale distinta, lateralmente a quel prolungamento della lamina — 150 — frontale. Clipeo depresso, liscio. Mandibole fortemente ar- cuate, con due denti apicali, brevemente striate alla base della faccia laterale. Occhi grandi. L’estremità dello scapo reclinato trovasi più vicina al margine occipitale che al- l’occhio ; articoli medii del funicolo lunghi quanto sono grossi. Promesonoto convesso, lucido, con rughe trasverse; solco prescutellare profondo , collo del pronoto, scutello, pleure del mesotorace, metatorace ed epinoto opachi, fit- tamente punteggiati ; faccia basale dell’epinoto debolmente incavata, più lunga della declive ; le spine lunghe meno della terza parte della faccia basale, oblique, acute. Peziolo e postpeziolo punteggiati, opachi ; questo subgloboso, poco più largo deh nodo del peziolo. Estrema base del gastro con tracce di punteggiatura reticolata ; del resto il gastro è liscio, con punti piligeri scarsi che portano lunghe se- tole. L. 3, 3-3, 5 mm. 5 Ferruginea, capo, dorso del torace, parte del gastro e femori più o meno bruni, il vertice piceo. Collo del pro- noto, mesotorace, metatorace, epinoto, peziolo e lati del postpeziolo punteggiati e opachi ; il resto lucido. Capo ovale, con sottile margine occipitale ; lucido e levigato, con le guance e le fosse antennali striate ad archi, lo spazio compreso tra l’occhio e la lamina frontale punteggiato. Mandibole levigate. Lo scapo oltrepassa l’occipite per Yg circa della sua lunghezza ; articoli medii del funicolo non più lunghi ohe grossi. Mesonoto con solco prescutellare di- stinto, che si prolunga sui lati del torace ; faccia basale dell’epinoto con debole vestigio di solco longitudinale , le spine brevi e acute. Postpeziolo globoso, poco più largo del peziolo. L. 2 mm. Posadas (Misiones), 2 ^ con alcune y . È forma molto affine a Pà. cordiceps^ come mostra la struttura della y , ma molto più piccola. La dedico alla memoria di Pelle- grino Strobel, il quale fu tra i primi che raccogliessero formiche nell’Argentina. — 151 Ph. cornutula Emery. Bella Vista (Paranà) 2 simili al tipo paraguaiano ; sol- tanto il capo è un poco meno allungato, e le spine dell’epi- noto meno verticali. Differenza minima che non mi sem- bra meritare un nome nuovo ; la lunghezza relativa del capo è probabilmente variabile, anche nella popolazione di uno stesso formicaio, come nella varietà seguente. var. imbecillis n. Il ^ differisce dal tipo per le lamine frontali che non s’ innalzano in forma di cornetti acuti, ma soltanto come sporgenze angolari, e per le antenne più lunghe : lo scapo raggiunge od oltrepassa un poco il mezzo della lunghezza del capo, mentre nel tipo della specie non raggiunge que- sto limite ; la forma del capo varia un poco : in alcuni esemplari è allungato quanto nel tipo del Paraguay, in al- tri meno. Due g che credo dover riferire a quei soldati non dif- feriscono sensibilmente da quelle di Pà. subarmata Mayr., alla quale specie la Ph. cornutula è molto affine. Corrientes. Con la var. elongatula Por. della Ph. subarmata., questa nuova varietà viene a formare una serie che connette in- sieme le due specie. Porse sarebbe meglio considerare Ph. cornutula come sottospecie di subarmata. Ph. gertrudae Por. capillata n. subsp. Bruno chiaro, gastro e mandibole più scuri, queste con margine piceo. Lucido, con sottili punti piligeri; capo longitudinalmente rugoso nella metà anteriore ; pleure del meso- e metatorace punteggiate. Irto di peli lunghissimi, sottili, ineguali, fulvi, copiosi. Il capo è più lungo che — 152 largo, di forma non molto dissimile da quello della Ph. me- gacephala^ coi lati poco curvati, profondamente inciso di dietro ; lamine frontali brevi ; lati della fronte e guance con rughe longitudinali elevate, sottili, estese fino a metà circa della lunghezza del capo ; fossa antennale con rughe arcuate ; occhi verso il terzo anteriore. Clipeo inciso nel mezzo, non distintamente carenato, striato soltanto nelle parti laterali. Mandibole liscie, punteggiate, con una fac- cetta basale laterale, incavata e segnata di strie longitudi- nali. Antenne corte ; lo scapo giunge poco oltre % dello spazio che separa l’occhio dall’estremità del lobo occipitale ; gli articoli medii del funicolo non sono distintamente più lunghi che grossi ; l’articolo 9 è un poco più grosso del- 1’ 8, tuttavia la clava è manifestamente di soli 3 articoli. Promesonoto convesso, senza solco trasversale distinto ; la parte prescutellare del mesonoto con angoli posteriori un poco sporgenti ; epinoto largo, con superficie basale con- cava, lucida, ricongiunta ad arco con la discendente ; in ciascun lato con forte dente acuto o breve spina. Peziolo con nodo subsquamiforme ; postpeziolo alquanto più largo, ottusamente angoloso sui lati. L. 4-4,3 mm. g Più gracile degli esemplari del Parà e del Perù che considero come riferibili al tipo della specie. Lo scapo re- clinato oltrepassa l’occipite per quasi % della sua lunghezza (molto meno nella forma tipica) ; il capo è un poco più piccolo, gli occhi relativamente più grandi ; l’epinoto la- scia vedere al disopra della stigma un vestigio di spor- genza angolare, corrispondente alla spina assente. Il colore è più scuro, piceo^ col peziolo e i membri più chiari. L. 2- 2,2 mm. Coxipò (Matto Grosso). Ph. triconstricta For. Negli esemplari raccolti a Buenos Aires dal Ris e che ho ricevuti sotto questo nome dal Forel, le antenne sono 153 — molto corte : nel il capo è molto largo, e l’estremità dello scapo ripiegato indietro rimane più vicino all’occhio che al margine occipitale ; non trovo sul pronoto e meso- noto la carena longitudinale menzionata nella descrizione originale. Nella y , lo scapo oltrepassa il margine occipi- tale per meno di due volte il suo diametro ; capo e torace sono sculturati sopra tutta la loro superficie e opachi. Se devo considerare questa forma come tipica, gli esem- plari raccolti dal Silvestri, i quali appartengono a due forme diverse, costituiranno delle varietà che ora passo a descrivere. var. ambulans n. Il differisce dalla forma descritta sopra per la statura più gracile, il capo meno largo, le antenne e zampe più lunghe. Lo scapo reclinato oltrepassa la metà dello spazio che separa l’occhio dal margine occipitale. Colore e scul- tura come nel tipo. Nella 2 , lo scapo oltrepassa l’occipite per più che due volte il suo diametro massimo ; scultura come nel tipo ; colore più scuro, interamente bruno scuro, con mandibole, articolazioni delle zampe e tarsi rossicci. S. Isidro (B. A.). var. nubila n. Nel il capo è tutto sculturato, appena debolmente lu- cido all’estremo occipitale, totalmente opaco nel resto ; il gastro è un poco punteggiato e subopaco all’estrema base ; lunghezza delle antenne come nella varietà precedente. Co- lore scuro, bruno ferrugineo, con mandibole e scapi più chiari. La 5 non differisce sensibilmente da quella della varietà precedente. Salta ; un e alcune ^ . — 154 Quest’ ultima forma connette la Ph. triconstricta con le varietà meno sculturate della Ph. radoszkowskii Mayr. Ph. nitiduia Emery. Ph. triconstricta var. nitiduia Emery 1888. Tandil e S.ta Catalina (Buenos Aires). E specie assolutamente differente dalla Ph. triconstricta., che quando la descrissi non seppi caratterizzare, non co- noscendo de visu la vera triconstricta ; essa sta con que- st’ultima specie in un rapporto analogo a quello che passa tra la Ph. lallemandi For. e la Ph. radoszkowsTcii Mayr. — Nella Ph. nitiduia, l’ impressione del dorso del torace, fra pronoto e mesonoto è marcata soltanto sui lati e non ap- parisce sul profilo. Tutto il corpo con le antenne e le zampe è fornito di lunghi peli fulvi. Per questi caratteri e per la scultura della g , molto differente da quella delle ^ gruppo radoszkowsMi-triconstricta, la Ph. nitiduia si allon- tana da questo gruppo e si connette a quello delle Ph. hi- constricta, susannae ecc. Ph. fallax Mayr. Questa specie multiforme dovrebbe venire ristudiata so* pra un materiale copioso di varie provenienze, per stabilire meglio i limiti e le relazioni reciproche delle sottospecie e varietà. Eorel ha fatto recentemente uno studio parziale di queste forme, sulla base della propria collezione, principal- mente allo scopo di definire esattamente la forma tipica della specie (1). Esso dovrà servire come punto di partenza di ulteriori ricerche. — Le forme raccolte dal Silvestri sono le seguenti : (1) 1901. Variétés myrmécologiques, ia : Ann. Soc. ent. Belgique, v. 46, pagg. 352 e 355. — 155 — Ph. fallax emiliae For. var retifera n. Ph. fallax Emery, 1887, in : « Bull. Soc. ent. ital. » V. 19, p. 354 ; 1894 in : v. Jhering : « Berlin, ent. Zeit. » V. 39, pag. 391. B ^ differisce dal tipo della sottospecie, principalmente per la scultura molto più grossolana del vertice, in cui le rughe sono più spaziate, più reticolate che longitudinali, e col fondo delle maglie meno punteggiato, più o meno lu- cido. Lo scapo delle antenne è più corto che nelle altre forme della Ph. fallax. Formosa (Ohaco) ; l’ho ricevuta pure da Rio Grande do Sul. Forse le differenze segnalate, e particolarmente la brevità delle antenne, giustificherebbero l’istituzione di una sottospecie distinta. Il postpeziolo varia in larghezza ed è talvolta molto più largo del peziolo, altre volte no. Ph. fallax jeiskii Mayr, var. arenicola Emery. S. Pedro de Colalao (Tucuman) ; questa forma fu de- scritta da me nel 1894 sopra esemplari di Rio Grande do Sul. Lascio impregiudicata la questione se tal forma debba essere considerata come varietà della Ph. jeiskii o come sottospecie a sè, e quell’altra se jeiskii sia specificamente distinta da fallax. Ph. flavens tuberculata Mayr. Bella Vista fParanà). var. iheringi Emery. Villa del Filar (Paraguay), Federacion (Entre Rios), Tan- dil (Buenos Aires). Ph. flavens rudigenis n. subsp. ^ Ferrugineo, gastro e zampe più gialli ; peli copiosi, sottili, gialli. Capo più lungo che largo, conformato come Anno XXXVII. 11 nell© altre sottospecie ; il clipeo è striato nelle parti late- rali, liscio nel mezzo ; la front© ha rughe longitudinali re- golarissime (14 rughe fra una lamina frontale e l’altra, al livello degli occhi), che sul vertice si continuano meno re- golari, interrotte^ con tendenza a disposizione reticolata ; le rughe longitudinali delle guance © dei lati del capo sono molto grossolane © ondulate, con sottili rami anastomotici che accennano a formar© magli© di rete (si contano 4 ru- ghe fra l’occhio © l’area antennal© punteggiata) ; intervalli delle rughe punteggiati ; la fossa antennale ha rughe obli- que, arcuate ; dietro di esse, si ©stende, lungo la lamina frontale, un’area antennal© semplicemente punteggiata, con accenno di rughe nella sua parte anteriore ; veduto di sopra, il capo apparisce tutto quanto sculturatO; ma guardandolo di dietro, si vede la faccia occipitale levigata. Mandibole striate alla base lateralmente. Antenne corte © robuste; lo scapo raggiunge il mezzo dello spazio che separa l’occhio dal margine occipitale ; articoli medii del funicolo molto più grossi che lunghi. Promesonoto corto, largo, senza ac- cenni di solco prescutellar© © con tubercoli omerali poco marcati ; ©pinoto con spine più corte della faccia basale. Il torace è punteggiato, in massima parte opaco ; il pronoto con rughe trasverse ; l’epinoto è lucido tra 1© spine, opaco lateralmente. Peziolo in massima parte punteggiato, opaco, con nodo debolmente inciso superiormente ; postpeziolo di metà circa più largo del peziolo, col massimo della sua larghezza in avanti, ©d ivi ottusamente angoloso. Gastro lucido. L. 2,7 mm. S. Pedro (Misiones), un soldato. Questa sottospecie è un poco più grande delle altre forme della Ph. flavens © notevole per la scultura ruvida © grossolana dell© parti laterali del capo. Si avvicina mag- giormente alla sottospecie asperithorax Emery, da cui dif- ferisce anche per la larghezza maggior© del postpeziolo, e per 1© spine dell’epinoto più lunghe. 157 Riferisco con dubbio alla stessa forma una 5 del medesimo tubo che differisce dalla g di asperithorax per la gran- dezza maggiore (1,9 mm.), la scultura più rude e le spine dell’epinoto molto più lunghe e forti. Parecchie altre specie, rappresentate da sole operaie o da sole femmine, non poterono essere determinate con suf- ficiente esattezza, e perciò non sono enumerate in questo elenco. Pogonomyrmex cunicularius Mayr. La Sierra (Uruguay). P. rastratus Mayr, var. carbonaria Mayr. Presso il Rio S.ta Cruz, 5-7 stazione (Patagonia merid.). Le spine dell’epinoto variano molto nelle operaie, e in qual- che esemplare si riducono a denti minuti e ottusi ; varia an- che la scultura del segmento basale del gastro, che è talvolta lucido e levigato nella sua parte posteriore. Se tali differenze siano puramente individuali, o invece costanti in ciascun formicaio, e forse meritevoli di essere separate e denominate, lo scarso materiale non mi permette di giudicare (1). P. vermiculatus n. sp. 2 Rassomiglia al P. rastratus per la forma del corpo e per i peli bianchi ; le rughe longitudinali del capo sono meno appariscenti e lasciano predominare la fitta punteg- giatura ; anzi, spariscono quasi nelle parti laterali ; il torace è più convesso longitudinalmente e non è striato, ma coperto di rughe irregolarmente serpeggianti, più longitudinali sulla parte anteriore del mesonoto e sulla base dell’ epinoto, (1) Ancora in altre specie ho notato una notevole variabilità particolarmente della scultura : cosi nel P. bispinosus (v. appresso) e nel P. coarctatus Mayr. Di quest’ultima specie ho una ^ di località incerta della Kep. Argentina datami dal dott. Magretti in cui il capo è tutto sottilmente striato e opaco ; del resto simile al tipo ; la designerò col nome di var. striaticeps n. — 158 — punteggiato tra le rughe e opaco ; le spine dell’epinoto sono più corte della faccia declive ; il peziolo e il postpe- ziolo sono semilucidi, indistintamente stridati per traverso; il gastro un poco striolato per lungo alla base, del resto lucido, con sottili punti piligeri. Colore nero, col capo ferrugineo. L. 6,5. Presso il Rio S.ta Cruz, 5-7 stazione (Patagonia merid.), un solo esemplare. P. bispindsus Spin., var. semistriata n. La 5 differisce dal tipo per il peziolo e il postpeziolo trasversalmente striati e il segmento basale del gastro sot- tilmente striolato e opaco nella metà basale. Nella $ , il gastro è tutto lucido ; peziolo e postpeziolo come nella 5 . Talea, Vina del Mar (Chile). Lo Spinola e dopo lui il Mayr descrissero la scultura del gastro della 5 dissero totalmente liscio e lucido. Al- cune g di Valparaiso mandatemi dal Sig. Porter corrispon- dono alla descrizione. Il nodo del peziolo è irregolarmente rugoso, il postpeziolo un poco lucido e sottilissimamente punteggiato, con superficiali punti piligeri. Della femmina lo Spinola non descrive la scultura, ma dice che 2 ^ (f furono presi volanti in gran numero ; le 2 invece isolate e in altro luogo. Una $ tipica, prove- veniente dalla coll. Spinola, nella mia collezione ha il segmento basale striato su tutta la sua superficie. Essa ap- partiene perciò a varietà differente, non riferibile alla 5 tipica. Istituisco per questa 5 una nuova varietà, col nome di var. spinolae n. P. angustus Mayr. Temuco (Chile), 5, IV, 99, 1 5 ® alcuni P. brevibarbis n. sp. 5 Nera, irta di setole corte, ottuse, brune. Capo sub- quadrato, longitudinalmente rugoso ; intervalli delle rughe punteggiati, subopachi. Clipeo e mandibole striati; i peli della barba non più lunghi di quelli del clipeo. Scapo striato. Torace percorso da rughe meandriformi, i cui in- tervalli sono punteggiati e subopachi sui fianchi, più levi- gati e lucidi sul dorso ; sul profilo, il promesonoto è debol- mente convesso ; l’epinoto quasi retto, con spine dorsali brevi, ritte, unite insieme da una cresta tagliente; le spine che fiancheggiano l’articolazione peziolare sono poco minori delle dorsali ; faccia declive breve, levigata. Pezioio e postpeziolo lucidi, in parte con fine punteggiatura ; il primo con nodo angoloso, il secondo subconico ; gastro levigato e lucido. L. 5-5,5 mm. Puerto Piramides (Chubut). Rassomiglia a P. angustus^ ma è più grande, col tegu- mento più lucido, il capo più largo e fornito di breve barba (questa manca nel P. angustus). P. naegelii Por. Paraguarì (Paraguay), Salta. P. silvestrii n. sp. (fig. 22). 5 Picea, mandibole, parte del funicolo e delle zampe e base del pezioio bruno chiaro ; peli fulvi, ottusi. Statura più gracile che quella delle altre specie. Capo un poco più lungo che largo, poco più stretto di dietro ; occhi grandi, occupanti circa il quarto dei lati del capo ; il capo è su- periormente opaco, punteggiato e percorso da rughe irre- golarmente longitudinali, divergenti posteriormente, arcuate nelle fosse antennali ; tra le rughe sono sparse fossette piligere superficiali ; barba poco più lunga dei peli del cli- peo. Questo è sottilmente striato. Mandibole fortemente arcuate, striate. Lo scapo subopaco, striato, raggiunge — 160 — quasi il margine occipitale. Torace opaco, punteggiato e irregolarmente e sottilmente ruguloso in tutta la sua su- perficie, meno la faccia declive deirepinoto che è liscia e lucida ; profilo dorsale con leggera impressione nella sutura mesoepinotale ; epinoto con denti trigoni, riuniti insieme da una cresta trasversa; i denti inferiori sono acuti, spi- niformi. Peziolo gracile, con nodo subopaco, punteggiato, ottusamente angoloso sul profilo, compresso, lungo metà più della sua larghezza ; postpeziolo subconico, lucido ; gastro e zampe lucidissimi, queste irte di peli lunghi e grossi. L. 5-5,7 mm. Mendoza. Wasmannia auropunctata Eog. forma tipica. Urucùm (Matto Grosso), var. australis Emery. Bella Vista (Paranà), Tacurù Pucù (Paraguay), Tafi Viejo (Tucuman), Pederacion (Entre Rios), Salta, S. Lo- renzo (Salta). var. nigricans n. ^ Statura piccola, come nel tipo ; il peziolo più robusto e la scultura ricordano la var. australis : le rughe del capo sono forti, ma si estendono soltanto sul terzo posteriore ; colore ferrugineo chiaro; mandibole, antenne e zampe giallo rossiccio ; capo bruno, più scuro sui lati. Tacurù Pucù (Paraguay). Cyphomyrmex rimosus transversus Emery. Coxipò (Matto G-rosso), 5 ?cf- Il C. olindanus For. mi sembra molto affine, se non identico a questa forma ; la pubescenza caratteristica a peli squamiformi descritta dal Porel si trova anche nei miei tipi del transversus. C. parallelus n. sp. (fìg. 23). 5 Opaca ; giallo bruno, capo e gastro bruno scuro, in parte quasi neri. Sul capo e sul gastro, la punteggiatura è fittissima e più distinta che sul torace, ma ben visibile Fig-. 23. Cyphomyrmex parallelus ; capo della ^ e della peziolo e postpeziolo della soltanto quando si faccia uso di una lente fortissima. Pu- bescenza scarsa e aderente. Il capo è più lungo che largo, coi lati subparalleli, poco curvati ; le lamine frontali sono — 162 — dilatate anteriormeiite e decorrono poi parallele per un tratto, dopo il quale si ravvicinano un poco l’una all’altra, per continuarsi in due carene parallele, corrispondenti a quelle che si trovano sulla parte posteriore del capo in altre specie ; sulle guance, una debole carena si prolunga in uno spigolo ottuso e poco distinto che va a finire presso l’angolo occipitale corrispondente, con una sporgenza ango- lare, ricongiunta obliquamente con una simile sporgenza che termina lateralmente il margine occipitale ; questo è debolmente arcuato e strettamente incavato nel mezzo, fra le due carene descritte sopra ; da ciò risulta che gli angoli occipitali superiori sono come troncati ; sotto questa tron- catura, sporge l’angolo occipitale inferiore acuto e subspi- niforme. Occhi depressi. Lo scapo oltrepassa notevolmente l’occipite. Il protorace porta superiormente due paia di tubercoli, i laterali acuti ; il mesonoto ha due paia di tu- bercoli ben marcati ; l’epinoto ha le spine sottili e lunghe, e sulla faccia basale un paio di tubercoli. Il peziolo riton- dato porta superiormente un paio di spine poco più corte di quelle dell’epinoto ; la parte posteriore della faccia dor- sale del postpeziolo forma un piano obliquo, lateralmente marginato e segnato presso il suo margine posteriore di una fossetta ritondata. Il gastro è convesso sul dorso, col mar- gine laterale rilevato a carena. L. 2,7-3 mm. Nella 5 , il capo è più largo ; gli occhi convessi ; le la- mine frontali divergenti in dietro, comprendenti fra loro gli ocelli ; il torace è largo circa quanto il capo, il pronoto con forti denti omerali; lo scutello è fortemente incavato di dietro, quasi bicorne ; le spine dell’epinoto sono robuste e acute ; peziolo, postpeziolo e gastro come nella g ; le ali mancano nell’unico esemplare. L. 3,5 mm. Ooxipò (Matto Grosso). Cyphomyrmex? asper Mayr ; (fig. 24). Riferisco a questa specie una g raccolta a Puerto Pira- — 163 — . mides nel Chubut, però non senza qualche dubbio, la de- scrizione del Mayr essendo fatta sopra una $ . Colore ferruggineo ; scultura e peli conformi alla descri- zione. La figura che do del capo mi dispenserà dal descri- vere la sua conformazione. Il pronoto offre uno spigolo trasverso acuto, che termina in ciascun lato con una punta scabra; mesonoto ed epinoto sono marginati lateralmente Fig. 24. Cyphomyrmex ? asper da una cresta scabra, che forma due sporgenze o festoni lungo il mesonoto e un altro alla parte basale dell’epinoto; questo è separato dal mesonoto per una profonda incisura e porta un paio di brevi spine. Il peziolo ha superior- mente due paia di denti di cui l’anteriore spiniforme ; post- peziolo e gastro conformi alla descrizione del Mayr; cosi pure la struttura delle zampe. L. 3. mm. Questa specie e altra inedita dell’America settentrionale mandatami dal prof. Wboeler connettono tra loro i generi Atta e Cyphomyrmex ; è dubbio a quale dei due convenga meglio assegnarli. Atta (Trachymyrmex) urichi fusca Emery. Coxipò (Matto Grosso). A. (Tr.) pruinosa n. sp. (fig. 25). 5 Bruno ferrugineo scuro : interamente opaca e più o meno ricoperta di un velo pruinoso che impedisce di vedere — 164 — ben© la superficie della chitina; questa è sottilissimament© scabra, senza punteggiatura distinta, anche quando si ado- peri il microscopio ; non v’ è pubescenza ; i peli ritti sono inseriti sopra tubercoli del tegumento che si trovano sparsi con una certa regolarità sulla parte dorsale del capo, del torace © dell’addome ; sullo scapo e sull© zampe, quei tu- bercoli piligeri sono più piccoli e più frequenti. La forma del capo e delle lamine frontali, meglio che da lunga de- scrizione saranno illustrati dalla figura; così pure la distri- buzione dei tubercoli alla sua superficie. Le mandibole hanno la forma di triangolo allungato, sono poco curvate e armate di 8 denti. Lo scapo grosso e scabro si prolunga poco oltre l’angolo occipitale, accolto in parte in una de* pressione marginai© che prolunga la fossa antennale; alla base, ©sso è fornito di lobo molto pronunziato. Il torace porta spine corte e scabre : le pronotali laterali grosse © ottuse, 1© mediali piccole o, più esattamente, rappresen- tate ciascuna da una tuberosità che porta alcuni tubercoli; tali sono ancora 1© due paia mesonotali ; 1© spine dell’epi- noto sono le più lunghe e sottili di tutte ; innanzi a cia- scuna di esse, la faccia basale del segmento porta una breve cresta longitudinale armata di 2-3 tubercoletti. Il - 165 — nodo del peziolo è ritondato in avanti, fornito superior- mente in dietro di un paio di brevi creste prolungate in unò 0 due denti ; il postpeziolo è molto più largo del pe- ziolo, con depressione dorsale mediana, marginata in ciascun lato da una cresta armata di tubercoli ; altri tubercoli si trovano lungo i lati del segmento. Il gastro offre una de- pressione longitudinale mediana, fiancheggiata di deboli e ottusi rilievi ; tra i tubercoli del gastro corrono delle rughe più o meno marcate, in massima parte longitudinali ; qual- chevolta queste rughe accennano a formare una rete che connette insieme i tubercoli stessi. L. 3,2-4 mm. Tandil (Buenos Aires). Per la forma generale e per lo scapo fornito di lobo, si avvicina molto all’ A. iheringi Emery ; ne differisce princi- palmente per le lamine frontali molto meno sporgenti, per cui la fossa antennale è meno profonda, e per la superficie del corpo pruinosa e meno scabra ; gli angoli posteriori del capo sono ottusi; sono invece generalmente acuti, anzi talvolta spiniformi nell’A. iheringi, la quale a questo ri- guardo varia molto. Atta (Acromyrmex) subterranea. Por. (1). Bella Vista (Paranà, Brasile), Paraguarì, Puerto Bertoni (Paraguay) S. Pedro, Puerto Piray (Misiones). A. (Acr ) aspersa P. Sm. Coxipò, Cujabà, Oorumbà (Matto Grosso). A. (Acr.) lobicornis Emery. Paraguarì (Paraguay)^ S. Luis, Pampa Grande (Salta), Puerto Piramides (Chubut). (1) fer una esatta definizione delle specie di Acromyrmex e Moellerius e per la descrizione delle forme nuove, veggasi il mio lavoro pubblicato nelle Me- morie della R, Accademia delle scienze di Bologna. — 166 Esemplari di Caclieuta (Mendoza) fanno passaggio alla var. ferruginea n. Raccolta a S. Ana (Misiones). A. (Acr.) lundi Guér. Formosa (Chaco), Buenos Aires, Tandil (B. A.) . A. (Acr.) ambigua Emery. Argentina, località incerta. A. (Acr.) pubescens bonariensis Emery n. sp., n. subsp. Resistencia (Ohaco), Chajari (Entre Rios), Tucuman, Pa- lermo e Tandil (B. A.). A. (Acr.) pubescens decolor Emery n. sp., n. subsp. Tucuman. Atta (Moellerius) heyeri Por. S. Luis, Sunchales (S. Fé). A. (Wl.) striata Rog. Chajari (Entre Rios), S. Catalina (B. A.), Sunchales (S. Fé). A (M.) silvestri! Emery n. sp. La Cariota (Cordoba) 5 (!)• (1) Esemplari della prov. di Mendoza mi furono mandati dal sig. Jensen di Copenaga, e comprendono alcune In generale, 1’^. silvestrii è più scura del- VA. striata : Zampe e gastro sono più scuri del resto del corpo, questo bruno di pece, più o meno ferrugineo alla base. Nelle la base del gastro offre due grandi macchie oblunghe giallo paglierino, che si osservano, meno estese in al- cune ^ di A. striata di Rio Grrande. Qualche vestigio di dette macchie si vede pure in grosse operaie dell’4. silvestrii. Le differenze di scultura verso VA. striata sono le stesse nella ^ come nella — L67 — Atta (Atta) sexdens L. Coxipò, Cujabà (Matto Grosso), Paraguarì (Paraguay) Tafì Viejo (Tucuman), 5 ; S. Ana (Misiones), $ . Apterostigma pilosum Mayr. S. Pedro (Misiones), una 5. Strumigenys smithi Por., prospiciens n. subsp. (fìg. 26). 5 In questa forma, le mandibole sono ancora più lunghe che nella var. inaequalis Emery, ma con le due spinette del margine delle mandibole eguali fra loro, come nel tipo. Gli Fig. 26, Strwnygenys smithi prospiciens y. occhi sono fortemente convessi, e sembrano rivolti in avanti, perchè il margine inferiore del capo è fortemente ristretto innanzi ad essi. Colore giallo rossiccio, col gastro più scuro ; questo senza strie alla base. Del resto simile al tipo. Puerto Piray (Misiones) una 5 . Forse meriterebbe di costituire una specie a sè ; però la — 168 — var. inaequalis del Matto G-rosso è a più d"un riguardo in- termedia tra la nuova forma e il tipo. S. crassicornis Mayr. Posadas (Misiones). 8. silvestrii n. sp. (fìg. 27). § 2 Griallo ferrugineo, gastro più chiaro, questo e il post- peziolo lucidi ; capo, torace e peziolo opachi, fittamente punteggiati, con peli curvati, debolmente clavato-squami- formi. Forma e proporzioni del capo sono illustrati dalla figura ; le mandibole hanno ciascuna due spine apicalq tra le quali scorgesi, guardando la mandibola dalla punta, un Fig. 27. Striimigenys silvestrii Fig. 28. Strumigenys schmalzi y. minuto denticello intermedio; in vicinanza della estremità, il margine mediale offre una spina sottile, e verso la metà della sua lunghezza, un denticello minutissimo. Gli occhi sono piccolissimi nella y . L’ epinoto ha denti trigoni, non prolungati in basso in lembo membranaceo. Margine spu- gnoso del postpeziolo mediocremente sviluppato, quello del nodo peziolare limitato al margine posteriore e talvolta W'-- — 169 — appena accennato ; gastro striato alla base. L. 1,7-1, 8, mm. ; 2 mm. 5 • S. Catalina (Buenos Aires). Rassomiglia alla S. unidentata Mayr, dalla quale diffe- risce per le mandibole meno lunghe e sottili e le antenne più gracili, oltreché pel denticello del margine mediale delle mandibole (veggasi la mia figura della S. unidentata in: « Bull. Soc. ent. ital. » v. 22, Tav. 7, fig. 4; 1900 (1). S. conspersa n. sp. (fig. 29). 5 Molto simile alla S. clipeata Rog. dell’America Set- tentrionale per la forma del capo, del torace e delle man- Fig. 29.- Strumigenys conspersa y. dibole ; ne differisce principalmente per i peli cocleariformi molto meno numerosi e più spaziati sul capo e particolar- (1) A questa specie si avvicina la seguente : S. scHMAiiZi n. sp. ^ Scultura della S. silvestrii; (fig. 28) colore più scuro ; capo più lungo, con le mandibole più robuste e alquanto curvate ; non riesco a vedere denticello distinto tra le due spine apicali; la spina del margine mediale tro- vasi verso il ’li apicale ; il denticello dello stesso margine è molto minuto e col- locato più verso la base e il margine è fornito di setole molto lunghe ; i peli del corpo sono più corti e più squamiformi ; 1’ epinoto ha denti minuti, prolungati in basso in cresta spugnosa ; i margini spugnosi del peziolo e postpeziolo sono bene sviluppati. L. 1,5-1, 6 mm. Joinville in S. Catharina (Brasile) ; raccolta con Solenopsis geminata da J. P. Schmalz e mandatami dal P. Wasmann S. J. 170 — mente sul clipeo (sopra questa parte, i peli sono molto nu- merosi, tanto nella S. clipeata tipo quanto nella var. pili- nasis For.). Il clipeo è un poco più largo che nella 8. cli- peata^ ma molto meno che nella 8. rostrata Emery. Il lembo spugnoso intorno al nodo del peziolo e al postpe- ziolo è un poco meno sviluppato che nella 8. clipeata. L. 1,8 mm. Rassomiglia pure a 8. friderici-mulleri For. ma il capo è meno largo in dietro e meno ristretto d’ innanzi ; i lunghi peli del torace e del gastro sono meno lunghi che in questa specie e anche meno sottili. Salta, 2 esemplari. Cryptocerus atratus L. Coxipò, Urucùm (Matto (xrosso). C. clipeatus F. Coxipò (Matto Grosso), Puerto Bertoni (Paraguay), For- mosa (Chaco). C. pusillus Klug. Coxipò, Corumbà (Matto Grosso), Tacurù Pucù (Para- guay). C. pavoni Latr. Cujabà (Matto grosso). C. depressus Klug. Coxipò (Matto Grosso), Villa Rica (Paraguay). Il soldato era finora ignoto: esso differisce da quello del C. pavoni principalmente per le spine del peziolo e del postpeziolo più corte, sottili e acute ; veggasi la figura (fig. 30). Una § immatura di Coxipò e alcune ninfe di 5 e sembrano appartenere a questa specie. — 171 C. pinell Gruer. La Cariota (Cordoba). 1 soldati di questo nido sono un poco più piccoli ed hanno la fossetta dell’ occipite meno marcata che nel sol- dato di Rio Grrande da me altra volta descritto. Il capo dell’unica 2 è molto meno incavato a scodella che nel soldato, meno che nella 2 Grande, ed è anche più piccola di questa. Sono incerto se si tratti di forma locale o di varietà individuale. C. incertus n. sp. (fig. 31). 2 Specie prossima a pineli e maculatus. Colore bruno ferrugineo chiaro, col capo più scuro ; scultura e peli squa- rig. 30. (Jryptocerus clepressus, soldato. Fig. 31. Cryptocerus incertus y. mosi come in quella specie ; lati del capo anteriormente gialli e pellucidi ; lati del torace, del peziolo e del postpe- Anno XXXV IL 12 — 172 — ziolo e base del gastro con margine membranaceo. Il corpo è più stretto che nel C. pineli, particolarmente i segmenti peziolari, e si prolunga molto meno in espansioni laterali. Tutti questi caratteri risultano meglio dalle figure. L. 3,2 mm. Corrientes, un solo esemplare. E da presumere che il soldato di questa specie abbia il capo fornito di disco, e potrebbe forse essere la specie da me descritta sotto il nome di C. peltatus^ proveniente dal Paraguay (1). C. adolphi n. sp. (fig. 33). Bruno chiaro, lati del capo in avanti largamente pellu- cidi ; un lembo pellucido ai lati della base del gastro. Capo Fig. 32. Gryptocerus foliaceus y. Fig. 33. Cryptocerus adolphi y. (1) Descrivo una nuova specie del medesimo gruppo : C. POMACKus n. sp. y Colore giallo ferrugineo ; punteggiatura e pubescenza come nel C. gr andino sus F. Sm. ; un poco meno opaca di quella specie. Corpo molto più largo, depresso, coi margini membranacei di tutte le parti del corpo 173 — e torace un poco lucidi, sparsi di punti squamuligeri ; gastro opaco, con punti delicatissimi, dai quali sorgono pe- luzzi molto sottili e poco appariscenti. La forma e le pro- porzioni del corpo, le spine del torace e dei segmenti pe- ziolari risultano dalla figura. Zampe non prismatiche nè angolose. L. 3,8 mm. Ooxipò (Matto Grosso), un esemplare. Appartiene al gruppo dei G. angustus Mayr, iheringi Emery e striativentns Emery. Suppongo che sia la ^ del C. targionii Emery proveniente anch’ esso dal Matto Grosso, e col quale ha comune la sottile punteggiatura pubigera del gastro ; perciò dedico ancora questa formica alla memoria di Adolfo Targioni-Tozzetti. Subfam. DOLIOHODEEINAE. Dolichoderus bispinosus 01. Ooxipò, Oujahà (Matto Grosso), Areguà (Paraguay). D. germaini Emery. Ooxipò, Oorumbà (Matto Grosso). La scultura è meno forte ; il torace delle ^ meno opaco che nel tipo della specie ; questi esemplari fanno un poco passaggio alla forma seguente. D. germaini leviusculus n. subsp. 5 Più gracile del tipo ; lo scapo oltrepassa l’ occipite molto più larghi ; il segmento basale del gastro è circondato tutt’ intorno di un lembo membranaceo, come nel Q. membranaceus. I femori e le tibie, particolar- mente posteriori, sono piatti e dilatati, con lembo membranaceo dorsale e ven- trale. L. 4 mm (fig. 32). Pachitea (Pera) ; un esemplare nella mia colleziooe acquistato dalla ditta STAnniNGER & Bang-Haas. — 174 per Y„ almeno della sua lunghezza ; scultura più debole, per cui il torace e il capo appariscono più o meno lucidi; sul capo, i punti foveiformi sono molto più superficiali e meno numerosi. Queste differenze di scultura raggiungono il massimo in esemplari del Perù e della Bolivia. Urucù (Matto Grosso). La stessa forma è stata raccolta nel Matto Grosso dal Germain ; l’ebbi pure del Perù e della Bolivia (Staudinger & Bang-Haas). Azteca deipinoi Emery. Coxipò (Matto Grosso). A. instabilis ? P. Sm. o forma affine. Urucùm (Matto Grosso), 3 piccole 5 ; mancando grandi esemplari la determinazione rimane incerta. Dorymyrmex mucronatus n. sp. 5 Giallo rossiccio ; antenne e zampe più chiare; gastro un poco bruniccio. Rassomiglia molto per la struttura al Fig. 34. Dorymynnex mucronatus D. planidens Mayr, ma è più snello in tutte le sue parti ; il 4° articolo dei palpi mascellari si prolunga oltre la inser- — 175 — zione del 5*^ rnolto più che nel planidens ; 1’ epinoto è più disteso, armato di una punta molto più lunga e robusta; il Fig. 35. Dorymyrmex planidens ^ ; da esemplare tipico, peziolo è più allungato. Scultura come nel D. planidens (1). Le figure faranno meglio apparire le differenze. L. 5 mm. (figg. 34-36). Puerto Madryn (Chubut) un solo esemplare. D. tener Mayr. Juncal (Chile) y $ cf, 23. III. 1899; Las Guevas, 2000 m. (Mendoza). Varietà gialla : Cacheuta 1000 m., Mendoza. D. baeri Er. André. Rio Cruz 1-4, 5-7 stazione (Patagonia merid.). (1) In una serie di formiche della prov. di Mendoza, mandatami dal sig. Jen- sen, si trovano operaie di D. planidens insieme con ^ e che convengono esat- tamente alla descrizione del X). Jlavescens Mayr. Io non so perchè il Mayr abbia creduto di riconoscere nei sessi alati di questa formica, trovata finora soltanto nella Eepubblica Argentina, la Formica Jlavescens del Fabricio, della quale è de- scritta invece la sola operaia, proveniente da Cajenna. Se si ammette che la descrizione e la figura di Latreille si riferiscano alla specie fabriciana, questa è senza dubbio un Camponotus ; e a me sembra che non vi sia alcun motivo di dubitarne, poiché quella figura e quella descrizione sono citate dallo stesso Fa bricio nel Systema piezatorum. Al nome di D. Jlavescens devesi dunque assegnare come autore il Mayr anzi- ché il Fabricio ; e il U. planidens è da ritenersi sinonimo di Jlavescens Mayr (non Fab.). — 176 — D. minutus Emery. Rio S.*^ Cruz 1-4 stazione. D. pyramicus Rog. Paraguari (Paraguay), Bella Yista (Paranà) 8, VII^ 900, 5 ? c/'- Varietà col torace rosso: Resistencia (Chaco austral). Varietà gialla : La Sierra (Uruguay). Forelius mac-cooki For. La Sierra (Uruguay), Salta. F. chalybaeus n. sp. 5 Forma e struttura del F. mac-cooki ; colore nero, con forte splendore metallico azzurro d’acciaio, tendente al ver- dognolo, subopaca per fitta punteggiatura ; pubescenza prui- nosa. Il capo è più corto che nel F. mac-cooki^ appena più lungo che largo ; le antenne sono più corte, lo scapo oltre- passa di poco l’angolo occipitale; l’epinoto è più convesso, meno angoloso, e perciò sul profilo la stigma apparisce più distante dal contorno posteriore. L. 2-2,6 mm. 2 Colore bruno, con riflesso metallico debolissimo o nullo . Capo più lungo che largo ; lo scapo non raggiunge l’angolo occipitale (1’ oltrepassa nel F. mac-cooki) ; torace robusto, più largo del capo ; peziolo molto più alto che nella 5 • Ali pallidissime, con due celle cubitali chiuse, senza cella discoi- dale. L. circa 4 mm. cf Bruno con riflesso metallico violaceo. Capo fatto come nel F. mac-cooki ; scapo lungo quanto i 3 primi articoli del funicolo ; torace largo, epinoto convesso. Nelle ali, le ner- v-ature delle celle cubitali sono evanescenti. L. poco oltre 3 mm. — 177 Puerto Madryn (Patagonia) 7, XII^ 99, alcune § e 3 5 e ^ in copula ; delle 2 , due sono molto pallide e appa- rentemente immature ; una ^ di Puerto Camarones. Prov. Mendoza (Jensen). Iridomyrmex humilis Mayr. Molte località dell’Argentina ; come è noto, è specie co- munissima in gran parte dell’ America meridionale, dove vive anche nelle case e vi si rende dannosa. Recentemente è stata introdotta a Madera. Tapinoma antarcticum Por. Vina del Mar (Valparaiso, Chile). T. melanocephalum F. Cujabà (Matto Grosso) una 5 . Subfam. C AMPONOTINAE. Brachymyrmex coactus Mayr. degener n. 5 Più piccola del tipo, capo un poco meno largo, meno distintamente reticolato e più lucido ; occhi più piccoli ; gli articoli medii del funicolo sono appena più lunghi che grossi, mentre nel tipo sono sempre molto distintamente più lunghi che grossi. L. 1,8-2 mm. Cujabà (Matto Grosso). Altri esemplari del Matto Grosso nella mia collezione sono un poco più piccoli del tipo della specie, ed hanno gli occhi un poco meno grandi, ma per la forma delle an- tenne si riferiscono al tipo. 178 — Un esemplare di Costa Rica che ho riferito al Br. coac- tus ha gli occhi più piccoli che negli esemplari di Santa Catharina e di Rio G-rande, distanti dall’articolazione delle mandibole per più che una volta e mezzo il loro diametro. Se questo carattere risulterà costante, potrà servire a sta- bilire una varietà geografica nuova (var. nictitans n.). Br. levis Emery. Chile : Temuco, Juncal 23. III. 99 5 Santiago 10. IV. 99 5 $ ; con gli esemplari di quest’ ultima località era vi una forma fisogastra che non sono capace di distinguere da quella del Br. giardi ; forse proveniva da altro formi- caio. var fuscula n. 5 $ Colore piceo con le zampe più chiare , del resto simile al tipo. Punta de Vacas a 2000 m. (Prov. Mendoza) 5 ? 5 presso il Rio Santa Cruz 1-4 accampamento (Patagonia merid.). Br. giardi Emery. Talea (Chile) : 1 5 1 cf • Br. patagonicus Mayr. Sotto questo nome si sogliono comprendere diverse forme: ebbi già a separarne altra volta il Br. levis ; ma oggi ri- tengo necessarie altre separazioni ancora. Il prof. Mayr ebbe la cortesia di confrontare le tre forme che seguono col tipo originale del Br. patagonicus raccolto dallo Strobel nell’Argentina (figg. 36, 37, 38). La 5 ohe da questi confronti risulta essere quella del WQVo patagonicus è di colore relativamente chiaro, cioè bruno 179 — chiaro, con 1’ occipite più scuro, le mandibole e lo scapo gialli, il funicolo più o meno bruno, le zampe pallide. La punteggiatura è molto meno fìtta che nelle forme che se- guono, e la sottoscultura interposta ai punti che si può scorgere distintamente nel Br. cordemoyi è molto meno evi- cordemoyi y. — Pig. 38. Brachymyrmex brevicornis y. dente. La pubescenza è anche molto più scarsa. Per tutti questi fatti, il tegumento apparisce più lucido. Il capo è relativamente più piccolo che nelle forme affini, con gli occhi più convessi ; le antenne sono più gracili : lo scapo oltrepassa notevolmente 1’ occipite e gli articoli del funicolo sono più stretti e allungati. La 5 differisce da quella del Br. cordemoyi per i mede- simi caratteri come la ^ . I pochi che ho veduti provengono da Salta e sono male conservati : rassomigliano molto a quelli del Br. cor- demoyl. Do il disegno dell’antenna che è alquanto più grossa che in quella specie. , Numerosi esemplari di varie località : Pio Santiago (La Piata), Corrientes, Mendoza, Salta. Ohaco austral ; 1’ ho ri- cevuta ancora del Paraguay e della Bolivia, raccolta dal compianto Balzan. Br. cordemoyi Por, Questa forma è stata descritta dal Porel come varietà del patagonicus^ sopra esemplari dell’ isola della Riunione — 180 — dove è stata senza dubbio introdotta dal commercio. Credo che meriti di essere separata come specie. La 5 differisce da quelle del patagonìcus per la forma più tozza, il capo più grande, le antenne più grosse, con scapo relativamente corto, che oltrepassa di poco l’occipite, e per la sottoscul- tura del capo e del gastro la quale fa apparire queste parti molto meno lucide. Colore generale più scuro. Le differenze della 9 sono indicate nella descrizione del Br. patagonìcus. Il (fìg. 39) è di forma tozza, col torace molto più largo del capo ; per la forma stessa del capo, la lunghezza delle Fig. 39. Bracìiy'niijrmex cordemoyi (^. antenne e la loro struttura, veggasi la figura; zampe lunghe e gracili ; colore bruno chiaro, con antenne e zampe pal- lide ; ali leggermente giallognole, con venatura pallida. L. 1, 2-1,4 mm. Buenos Aires, Tigre ; Posadas e Santa Ana (Misiones) ; Benitez (Chaco a astrai). Br. brevicornis n. sp. Br. patagonìcus Emery 1887 in « Bull. Soc. ent. ital. » V. 19 p. 364. 5 Questa forma è molto affine al Br. cordemogì., ed ha la stessa scultura e pubescenza ; però il tegumento è un poco più lucido. Il capo è meno largo, distintamente più lungo che largo^ col clipeo più sporgente e gli occhi più piccoli ; lo scapo raggiunge appena o non raggiunge l’an- golo occipitale ; gli articoli medii del funicolo non sono 181 — più lunghi che grossi. Colore quasi come nel Br. cordemoyi^ un poco più chiaro. L. 1,4-4 mm. Nella 5 il capo è un poco più largo che lungo, lo scapo non raggiunge interamente l’angolo occipitale, ma gli ar- ticoli medii del funicolo sono un poco più lunghi che lar- ghi. Le ali sono ialine, con la venatura pallida. L, 3,5- 4 mm. Il ^ (fig. 40) è facile a riconoscere dalla statura minuta e dalle antenne corte e grosse, con gli articoli 3-6 (2-5 del fu- nicolo) non più lunghi o poco più lunghi che larghi ; nel Fig. 40. Bracliymyrmex hrevicornis cT. Br. cordemoyi sono tutti ben più lunghi ohe grossi. Colore bruno chiaro, con le antenne, e le zampe più pallide. Ali ialine, con la venatura pallida. L. 1-1,2 mm. La fig. 41 a b c de Fig. 41. Brachymyrniex cT, antenne disegnate con eguale ingran- dimento : a, hrevicornis; b, giardi ; c, levis ; d, cordemoyi ; e^pa- fagonicus. ^ che rappresenta il funicolo dell’antenna nei delle diverse specie affini al Br. patagonicus agevolerà la discriminazione delle specie. — 182 — S.ta Catalina (Buneos Aires) 8, I, 99, $ 5 c/j Tala (Salta). E stata ancora raccolta nel Paraguay dal Balzan e in Bio Grande do Sul dal v. Jeliring. Gli esemplari di quest’ ul- tima provenienza sono meno lucidi, ma del resto identici agli altri. La forma di Cajenne determinata dal Mayr come pata- gonicus (1884 in « Horae Soc. ent. rossicae », v. 18) e della quale posseggo una g e un non mi sembra diversa dal Br. brevicgrnis. Br. sp. ?, appartenente al gruppo del Br. heeri For. Corumbà (Matto Grosso) 1 5 1 ? • Non bo voluto arrischiarmi a determinare questa formica sopra un materiale cosi scarso. Il gruppo del Br. heeri^ al quale appartiene ancora il Br. pictus Mayr, avrebbe bisogno di essere oggetto di una revisione accurata di tutte le sue forme, difficilissime a riconoscersi nello stato attuale delle nostre conoscenze. Il Br. tristis Mayr, descritto sopra un esemplare della Nuova Granata, trovasi pure nell’Argentina : il sig. André me lo ha inviato, raccolto dal Baer nella Prov. Tucuman all’altezza di 4000 m. La determinazione è stata confer- mata dal Mayr (1). Rhizomyrma pachycera n. sp. y Bassomiglia molto alla R. decedens Mayr^, ma la pun- teggiatura e la pubescenza sono meno fìtte, il tegumento è un poco più lucido e più sottile, per cui il capo e il to- (1) Descrivo in nota la seguente specie nuova del genere Brachymyrmex : Br. mtops n. sp. — ^ Giallo pallido, con i denti delle mandibole bruni e gli occhi neri. Tegumento mediocremente lucido, con fitti punti piligeri ; la pube- scenza è copiosa, obliquamente rialzata, come notasi particolarmente sullo scapo ; peli ritti lunghi sul clipeo, brevi e scarsi altrove. Capo subquadrato ; oc- chi molto piccoli, collocati molto in avanti, composti di circa 15 faccette ; cli- peo di forma ordinaria, arcuato nel mezzo, sinuato sui lati ; area frontale pie- race si vedono deformati nell’unico esemplare, in seguito al disseccamento. Il colore giallo pallido uniforme e i ca- ratteri di struttura corrispondono alla descrizione che il Mayr dà della sua specie, con le differenze seguenti che risultano dal confronto con un esemplare tipico della R. de- cedens. Le mandibole sono molto più strette, col margine esterno molto debolmente arcuato e il margine masticatore molto obliquo. Le antenne sono più corte, lo scapo non raggiunge l’occipite, il funicolo è più grosso, con tutti gli articoli, meno il V e l’ultimo, molto più grossi che lunghi; l’antenna è di 9 articoli nell’esemplare esaminato. Le zampe sono più corte e proporzionalmente più grosse. L. 2,2 mm. cola e infossata. Mandibole strette, debolmente curvate, con margine mastica- torio molto obliquo; armato di 4 denti ; lo scapo oltrepassa un poco l’occipite ; articoli medii del funicolo tutti un poco più lunghi ohe grossi, l’articolo termi- nale lungo quasi quanto i 3 precedenti uniti; palpi molto corti. Torace con im- pressione molto stretta e superficiale nella sutura meso-metanotale ; le stigme del secondo paio non sono comprese nella suddetta impressione ; il profilo del- l’epinoto forma una curva, senza alcun limite riconoscibile tra parte basale e parte declive. Squama del peziolo piccola e fortemente inclinata innanzi; ga- stro voluminoso. Zampe piuttosto corte ma sottili ; tutti gli articoli dei tarsi po- steriori più lunghi che larghi. L. 1,5 mm. (fig. 42). Giallo pallido, col gastro più scuro ; 'capo bruno, zampe bianchicce. Capo più largo che lungo, con gli angoli posteriori fortemente rifondati ; gli occhi oc- Fig. 42. Bradiymyrmex myops y. capano quasi dei lati del capo ; mandibole corte, strette, lineari, senza denti ; lo scapo oltrepassa appena l’ocello pari ; articoli medii del funicolo poco più lunghi che grossi ; articolo terminale lungo quanto i 3 precedenti insieme. La parte posteriore del corpo è mal conservata nell’ unico esemplare. Ali grigia- stre, con venatura pallida. L. circa 1,2 mm. •Joinville in S.ta Catharina, Brasile, nel nido di Anoplotermes atei'] raccolto da J. P. Schmalz e mandatomi dal P. E. Wasmann S. J. Per la posizione degli occhi e per i caratteri di forma, questa specie è un vero Brachymyrmex, mentre per la'pubescenza ricorda la Rhizomyrma decedens Mayr e forme affini. 2 Colore giallo bruniccio, più scuro nella regione degli ocelli. Anche qui il tegumento è molto delicato e il capo si è alquanto deformato per effetto del disseccamento, ma meno che nella g . Le mandibole sono fatte come nella g . Lo scapo dell’antenna raggiunge l’angolo occipitale e il funicolo è alquanto più sottile. Gli occhi bene sviluppati raggiungono appena col loro margine posteriore la metà della lunghezza dei lati del capo. Torace largo quanto il capo. Le ali mancano. L. 3,7 mm. di cui 2,5 spettano al gastro. Tacurù Pucù (Alto Paranà) 3, VII, 900 ; una g e una $ . Come aveva già supposto il Porel, e come ho accennato nella descrizione precedente e in quella del Brachymyrmex 43 44 Fig. 43. Rhizomrirma decedens g. Da esemplare tipico, con an- tenne di 11 articoli. — Fig. 44. Rhizomyrma pachycera g. myops^ la specie descritta dal Mayr sotto il nome di Bra- chymyrmex decedens deve essere riferita al genere Rhizo- myrma. Veggansi le fìgg. 43 e 44. Melophorus (Lasiophanes) nigriventris Spins. Temuco (Chile), una $ . IVI. (L) picinus Pog. Temuco, Coipuè (Chile), M.te Buenos Aires (S.ta Cruz). — 185 — M. (L.) picinus var. bidens Emery. Coipuè. M. (L.) hoffmanni For. Temuco. Myrmeiachista rubiginosa n. sp. 5 Rassomiglia molto a M. zeledoni Emery (1) q di. M. ca- tharinae Mayr. Differisce dalla prima pel capo più sottil- mente striato e più opaco, pel pronoto alquanto lucido e sottilmente reticolato, la parte posteriore essendo reticolato- punteggiata, senza tendenza a striatura. Dalla M. catìiarinae (che mi è nota soltanto per la descrizione) differisce per la dimensione maggiore e per la parte posteriore del torace fittamente sculturata e opaca. La squama peziolare è fitta- mente reticolata, opaca, mediocremente assottigliata in so- pra, col margine dorsale ottuso, la faccia anteriore verticale e un poco incavata in alto, la posteriore inclinata ; in ciò sembra conforme alla descrizione che il Mayr dà della M. catharinae. Colore bruno ferrugineo col gastro piceo. L. 3,2 mm. Tigre (Buenos Aires) 4, XII, 98, un esemplare. Prenolepis fulva Mayr. Federacion (Entre Rios), Salta, e diverse località del Brasile e del Paraguay. (1) La M. zeledoni varia alquanto nella scultura : considero come tipo la forma di Costa alca, il cùi torace è tutto sottilmente striato. Nelle ^ del Venezuela e in uno del Perù, trovo le strie del torace meno re- golari; sull’epinoto, esse fanno luogo ad una ì)unteggi atura alquanto seriata. Designo questa forma col nome di var. thiemei n. — 186 — Pr. silvestrii n. sp. (fig. 45). 5 Giallo bruno, capo e gastro più scuri ; lucidissima, con pubescenza scarsissima e con setole brune numerose, più corte e oblique sulle zampe e sullo scapo. Le mandi- Fig. 45. Prenolepis silvestrii y. bole hanno 6 denti; lo scapo oltrepassa l’occipite per meno di metà della sua lunghezza. Tra il mesonoto e l’epinofco trovasi una larga depressione, nella quale sporgono sul profilo dorsale le stigme del secondo paio ; epinoto e pe- ziolo come nella Pr. fulva. L. 2,4-2, 6 mm. 5 Colore e pubescenza come nella Pr. fulva ; le setole sono più scarse e alquanto più sottili. Scapo relativamente un poco più corto. L’epinoto discende in curva uniforme e non mostra sul profilo nessun angolo riconoscibile. Aii gial- lognole. L. 4 mm. Giallo bruno, gastro bruno scuro, molto lucido, per la scarsezza estrema della pubescenza. Le antenne sono più Pig. AQ. Prenolepis silvestrii cT armatura sessuale: a sinistra lo stipite con volsella e lacinia ; a destra la sagitta. corte che nel di Pr, fulva ; lo scapo oltrepassa l’occi- pite per meno di ^2 della sua lunghezza e gli articoli del — 187 — funicolo sono relativamente più corti. L’ armatura genitale rassomiglia molto a quella di Pr. fulva in tutte le sue parti ; una debole traccia di dentatura al margine delle sa- gitte. L. 2-2,4 mm. (fìg. 46). S. Catalina, S. Isidro, La Piata (Buenos Aires), Tafi Viejo (Tucuman); le forme alate in giugno-agosto. La 5 è più piccola e molto più tozza della Pr. fulva^ e ben distinta per la pubescenza quasi nulla e il conse- guente forte splendore del tegumento. La struttura della armatura genitale dimostra la stretta affinità della specie con la Pr. fulva. Camponotus rufipes P., forma tipica. Bellavista (Paranà, Brasile), S. Pedro (Misiones). var. alpina n. Pampa Grande (Salta); 2000 m. La ^ differisce dal tipo per la pubescenza scarsa e brevissima su tutto il corpo e particolarmente sul gastro ; in questo, rassomiglia alla sottosp. lessonai Emery, da cui differisce per lo scapo ro- busto quanto nel tipo (molto più sottile nella sottosp. les- sonai). C. rufipes renggeri Emery. Coxipò, Cujabà, Urucùm (Matto Grosso), Areguà (Para- guay), Pampa Grande (Salta), Posadas (Misiones), Formosa (Chaco Austral), Tafi Viejo (Tucuman), Corrientes. C. abdominalis atriceps F. Sm. Coxipò (Matto Grosso), Bella Vista (Paranà, Brasile). C. silvicola For. Areguà (Paraguay), una $ • XXXV IL 13 — 188 - C. cingulatus Eog. Puerto Piray (Misiones). C. meianoticus Emery. Corumbà (Matto Grosso). C. meianoticus substitutus Emery. Urucùm (Matto Grosso), una 5 . var. colorata Por. S. Luis, Cosquin (Cordoba). C. meianoticus vittatus Por. Coxipò (Matto Grosso), una 2 . C. maculatus borellii Emery. S. Pedro de Colalao (Tucuman). C. maculatus bonariensis Mayr. La Cariota (Cordoba)^ Tala (Salta), Buenos Aires, Nunez, Palermo, Villa Catalina (B. A.). Le g di Villa Catalina sono più chiare, col capo giallo testaceo, e rassomigliano in que- sto alla forma seguente : C. maculatus iuteolus n. subsp. :^ ( g massima). Giallo bruno, il capo un poco più scuro e rossiccio ; mandibole, antenne e tarsi ancora più scuri e ferruginei. Lucido, il capo un poco meno, per la punteg- giatura fondamentale più distinta e più o meno confluente — 189 — in rugosità trasversali. Pubescenza scarsa e dovunque bre- vissima e totalmente aderente ; peli ritti scarsi ; i peli delle guance e .quelli del clipeo sorgono da larghi punti a fossetta. Capo molto più largo di dietro che d’ innanzi, de- bolmente incavato al margine posteriore, la larghezza mas- sima quasi eguale alla lunghezza (senza le mandibole); oc- chi un poco in dietro della metà della lunghezza del capo; lamine frontali fortemente sinuate, lunghe circa quanto lo spazio che le separa dal margine occipitale ; clipeo care- nato, con lobo stretto, poco sporgente, impresso o inciso nel mezzo. Mandibole fortemente curvate, non molto lu- cide, con forti punti piligeri, armate di 6 denti. Lo scapo è sottile alla base ed oltrepassa l’angolo occipitale poco più che il suo diametro. Torace uniformemente e debol- mente arcuato, la faccia declive quasi retta si congiunge sul profilo con la basale, per mezzo di una larga curva. Squama peziolare sottile, con margine dorsale assottigliato a cuneo. Tibie con brevi aculei nella metà distale del mar- gine flessorio. L. mass. 7,6-8 mm.; capo 2-2,1 mm. 5 minima. Colore giallo pallido, mandibole, antenne e tarsi più o meno ferruginei. Capo allungato, poco più largo di dietro che davanti, con l’ occipite ritondato ; guance senza peli ritti ; mandibole meno curvate che nel ; lo scapo oltrepassa l’occipite per almeno metà della sua lun- ghezza ; torace come nel ; squama peziolare più grossa alla base, più cuneiforme. L. minima 5 mm. Tandil (B. A.). Molto affine a honariensis ; ne differisce per la grandezza minore, il capo più corto nel le an- tenne più corte e il colore chiaro. C. tenuiscapus Eog. Tandil (B. A). C. punctulatus Mayr. Tandil (B. A.), S. Luis, Montevideo. — 190 — var. hispida n. e 5 differiscono dal tipo per i peli delle guance e i rispettivi punti piligeri più forti e più numerosi. Villa del Filar (Paraguay). C. punctulatus andigena Emery. Tala (Salta) 2000 m. C. punctulatus termitarius Emery. Sunchales (S. Fé). C. punctulatus imberbis. n. subsp. ::y, 5 e 5 Forma, scultura e pubescenza del punctula- tus tipo, da cui differisce per la mancanza totale delle se- tole e dei relativi punti piligeri sulle guance; il clipeo ha pochi e cortissimi peli. Nel maggior numero degli esem- plari, le zampe sono più o meno rosse (1), colorazione che si osserva talvolta nel tipico punctulatus. Per la mancanza delle setole alle guance, ricorda il C. minutior ; ma questo è più opaco ed ha il capo più largo e relativamente più corto. Puerto Camarones, Puerto Piramides (Chubut), Nuiiez, Tandil (B. A.), Cernadas (Cordoba), S. Luis, Cacheuta (Men- doza), Las Talas (La Piata), Federacion (Entro Bios). C. minutior For. Cernadas, La Cariota (Cordoba), Cacheuta (Mendoza), Salta, Santa Fè, Concordia (Entro Rios), Posadas (Misiones). (1) Una varietà estrema proveniente dalla prov. di Mendoza mi è stata man- data dal sig. Jensen : var. CRUENTA n. var. — Zampe e antenne ferruginee ; torace di colore bruno ferrugineo scuro, più chiaro e più rosso inferiormente e posteriormente. Peli ritti meno copiosi ohe nell’ imberhis tipo. — 191 — C. Issicheni Spin. Juncal, S. Yicente (Chile). C. distinguendus Spìn. Temuco (Ohile). var. morosa F. Sm. Vina del Mar, S. Rosendo, Quillota, Talea (Chile). var. denudata n. 2 Funicolo nero come nella forma tipica ; gastro lucido, con pubescenza tenuissima come nella var. morosa. Pitrufquen, Ooipuè (Chile). var. santacruziana n. e 5 . Colore dello scapo e pubescenza come nella var. denudata ; gastro meno lucido, ma meno opaco che nel tipo e nella var. morosa ; più piccola delle forme ci- lene : il massimo esemplare osservato misura 8 mm. ed ha il capo relativamente più largo che esemplari cileni di 9,5 mm. e lo scapo relativamente un poco più corto. Monte Buenos Aires e altre località del Rio S.ta Cruz. C. germaini Emery. Tacurù Pucù (Matto Grosso) ; forma un poco più grande del tipo (mass. 8 mm.) ma del resto identica. C. novogranadensis Mayr. Coxipò (Matto Grosso), una $ . — 192 ~ C. personatus Emery. Posadas (Misiones). C. blandus F. Sm. Asuncion (Paraguay), Formosa (Cliaco), Federacion (Eli- tre Eios), Mendoza, Corrientes. C. blandus denudatus Emery. Cnjabà (Matto Grosso). C. sexguttatus {ruficeps) F. var. fusciceps n. Proporzioni del corpo e antenne come nel tipo della specie ; capo del hp bruno di pece, come il torace, e sol- tanto più o meno rossiccio in avanti. Coxipò (Matto Grosso), Areguà (Paraguay), Formosa. Ho ricevuto esemplari della stessa varietà da altre parti del Matto Grosso e dalla Bolivia. C. cameranoi Emery. Resistencia (Chaco austral). C. mus Rog. Pampa grande (Salta) 2000 m. e altre località del Paraguay e delle provincie di Entre Rios, Mendoza, Salta, S. Luis, Tucuman e Buenos Aires. C. crassus Mayr. Bella Vista (Paranà, Brasile), Posadas (Misiones), Puerto S. Ignacio. — 193 — C. silvestri! n. sp. (fìg 47.) ^ Piceo, mandibole un poco rossicce, antenne ferruginee, zampe brune con i trocanteri e l’estremità dei tarsi gial- lognoli ; margini dei segmenti del gastro gialli. Capo e to- race opacbi o quasi, coperti di fìtta punteggiatura ; gastro lucido, trasversalmente striolato, più fortemente alla base, che acquista perciò uno splendore sericeo. Pubescenza ade- rente scarsa e brevissima ; peli ritti brevi, bianchicci^ sul capo e sul tronco; scapo e zampe senza peli ritti. Il capo è allungato, coi lati paralleli, leggermente sinuati innanzi Fig. 47. Cam/ponotus silvestrii ^ e y. agli occhi, largamente incavato di dietro, con gli angoli occipitali ritondati ; guardato di fìanco, apparisce obliqua- mente troncato d’ innanzi, la superfìcie della troncatura non marginata in nessuna parte, comprende gran parte del clipeo e delle guance, con le mandibole. Il clipeo è forte- mente carenato nella sua parte declive, e sporge in avanti a forma di brevissimo lobo ; guance e clipeo sono scabri per fossette piligere allungate che danno origine a brevi setole rigide. Gli occhi sono posti molto indietro. Le man- dibole sono convesse, opache per fìtta punteggiatura, ar- mate di 5 denti. Antenne corte ; lo scapo fortemente cur- vato raggiunge appena V angolo occipitale. Torace com- — 194 — presso nella sua parte posteriore ; curvatura del dorso continua, senza incisura; la faccia declive dell’epinoto forma con la basale un angolo ottuso, ritondato. L. 5-8 mm. ; Capo del massimo es. 2,2 X 1)6 mm. Il più piccolo ha il capo meno fortemente troncato ed in questo accenna ad un passaggio alla 5 minima. 5 Colorazione del 2JL, ma le zampe e la parte anteriore del capo sono più chiari, il capo meno opaco, lucido sui lati in avanti, le mandibole lucide ; anche i lati del torace sono lucidi. Pubescenza e peli come nel Capo molto meno allungato, coi lati un poco convergenti in avanti, troncato di dietro, con gli angoli posteriori ritondati ; ve- duto di fianco, apparisce superiormente convesso, non tron- canto d’ innanzi. Torace arcuato come nel Squama pe- ziolare più bassa. L. 4,3 mm. 2 Capo e mandibole come nel quello meno allun- gato ; i lati non sono sinuati innanzi agli occhi ; l’estre- mità posteriore troncata, non incavata. Lo scapo oltrepassa notevolmente l’occipite. Torace allungato, poco più stretto del capo, meno opaco che nel sul dorso, alquanto lucido lateralmente. Squama più alta ; gastro più lucido che nel L. circa 9 mm.; capo 2 X 1)7 mm. Coxipò (Matto Grosso), alcuni una 5 ® ?• — 195 — Prof. MARIO BEZZI DITTERI ERITREI RACCOLTI dal Dott. ANDREINI e dal Prof. TELLINI Parte Prima Diptera orthorrliapha. Le raccolte fatte nell’ Eritrea dai signori dottor Andreini e professor Teliini durante gli anni 1901-902, furono già oggetto di molte pubblicazioni che ne documentano la di- ligenza e la ricchezza. Io sono contento di aver potuto in- traprendere, per la cortesia del dottor Senna .e del profes- sore Tellini, lo studio dei ditteri, che sono relativamente numerosi, e costituiscono certo la collezione più ricca che finora sia stata riunita di questa parte dell’Africa. Disgra- ziatamente gli esemplari non sono sempre ben conservati, 0 per la fragilità speciale di questi insetti, o per i metodi di conservazione che convenne porre in uso : intere serie di esemplari mancano delle antenne o di altre parti deli- cate. Tuttavia lo studio completo fu possibile nel maggior numero dei casi. I tipi delle nuove specie qui descritte si trovano, o nel Museo degli invertebrati di Firenze, o nella raccolta del prof. Tellini di Udine, o, finche mi fu possibile disporre dei duplicati, nella mia privata collezione in Torino. Le pochissime pubblicazioni che si riferiscono alla Dittero- fauna eritrea sono ricordate in altro mio lavoro. (1) Ho (1) Boll. Soc. ent. ital., XXXIII, 4. (1901). — 196 — creduto invece più opportuno riunire qui tutti i dati che interessano questa regione, onde possano servire di facilita- zione per studii ulteriori. Non solo, ma per essere più com- pleto ho dato un elenco delle specie di ditteri note finora per tutta TAfrica, come fece il Loew pel suo lavoro del 1860 (1) sulle raccolte del "Wahlberg nella CafiPreria. Io posseggo uno schedario completo, con tutte le citazioni bi- bliografiche ; ma queste avrebbero ingrossato di troppo la mole del presente lavoro, per cui mi sono limitato ad in- dicare la data della prima pubblicazione. La ditterofauna africana è ancora assai incompletamente nota, per quanto su di essa non difettino lavori, e si co- noscano al giorno d’oggi circa 3000 specie descritte. Il mag- gior numero di queste ultime è infatti limitato, o all’Africa settentrionale, cioè entra nei limiti della fauna paleartica, od ai paesi circostanti al Capo di Buona Speranza; il cen- tro del continente e la costa orientale sono quasi comple- tamente vergini di ricerche. Io ho tenuto conto anche di tutte le Isole, nell’Oceano Atlantico da Madera all’Ascen- sione, comprendendovi anche l’Isola di San Paolo, e nel- r Indiano da Madagascar alle Seichelles. Le notizie che interessano direttamente la Colonia Eri- trea sono poi eccessivamente scarse, anche se vi si com- prendono quelle che si riferiscono alle regioni circonvicine, come i paesi dei Somali e dei Galla, l’Abissinia, il Sudan orientale e la Nubia meridionale. A queste io ho aggiunte le specie osservate ad Aden, perchè, come nota il Van der Wulp (2), sono tipicamente etiopiche e simili in tutto a quelle della contrapposta riva africana. Tutte queste specie sono nell’elenco contrassegnate con un asterisco. Un fatto notevole, ohe ci è provato dalle nostre cono- scenze sui culicidi, divenute in questi ultimissimi anni cosi (1) Die Dipteren-Fauna Sudafrikas. Berlino 1860, (2) Asilidae from Aden and ita neighhourhood. u Trans, entom. Soc. » Londra. 1899, 81-98. — 197 — ricche, è che non esiste quella netta differenziazione che si credeva separasse la fauna della costa occidentale da quella dell’orientale, e questa da quella del Capo. Noi ve- diamo molte specie di zanzare estendersi dalla costa del- l’Atlantico a quella dell’Indiano e perfino alle isole masca- regne, nonché dal Capo al Sudan ed all’Algeria, Una più netta separazione esiste invece tra la costa settentrionale ed il resto del continente africano : le forme etiopiche ti- piche non salgono a Nord del Sahara, o solo lo fanno in via eccezionale e sporadicamente per la valle del Nilo. Un esempio tipico ce lo porgono le mosche Tse-tse del genere Glossina^ le cui specie non furono mai rinvenute più in su del Sudan. Importanti considerazioni sulla Ditterofauna africana si rinvengono nei seguenti lavori. 1. H. Loew nel suo « Bidrag till Kànnedomen om Afrikas Diptera^ in Òfvers. vet. Acad Fórhandl. XIII. 255-262 (1856), tradotto in tedesco da Creplin in Wiegm. ArcMv. XXIII. 137-148 (1557), e riportato in sunto dal Walker in Trans, entom. Soc. London, V. 293-294 (1860). Il dotto professore stima le specie note per l’Africa verso il 1856 ad un totale di 1530, di cui 500 del distretto settentrionale, 380 delle isole dell’Atlantico e della costa occidentale, 500 della parte meridionale e 150 delle isole dell’ Indiano e della costa orientale. 2. R. Schiner, che nei Verh. zool. hot. Ges. Wien, XVIII. 561. (1868) ed a p. IV della prefazione dell’opera sui Dit- teri della Novara (1868), dice esser note per l’Africa alla fine dell’anno 1864 specie 1644 di ditteri. 3. A. (jrerstaecker « Ueher den Character der Insékten- fauna des Zanzihar-Gehietes, nebst Bemerhungen iiher die Verhreitung der InseTcten im Africa », in n. d. DecTcen’s Reisen 1873, p. 438-460. Vi si trovano considerazioni della massima importanza per l’entomogeografia africana, scarse però in riguardo ai ditteri. — 198 — 4. Sarà opportuno rammentare qui anche due lavori inediti. Un manoscritto del Winthem sui ditteri del Capo, esistente nell’archivio dell’Hofmuseum di Vienna, ricordato dal Brauer in Denkschr. Akad Wien LX. 203. (1893). Un lavoro sui ditteri del Capo mandati dal Peringuey al Bigot, e da questi ricordato in Annoi. Boc. entom. France, LXI. 371 nota (1892). Nello scorrere i dati raccolti nei lavori surriferiti si vede l’ incremento delle nostre cognizioni sulla ditterofauna afri- cana, confrontandoli cOn quelli riportati nel lavoro presente. Anzi presento la seguente tabella, in cui soqo raccolti i dati dello Schiner del 1868 ed i miei (1). Sciaridae 1864 5 1905 12 Mycetophilidae 0 1 Bibionidae. 12 20 Cbironomidae 5 16 Culicidae 10 146 Simuliidae 1 6 Psychodidae 2 17 Rhyphidae 0 1 Cecidomyidae 1 32 Limnobiidae e Tipulidae 40 71 Stratiomyidae 57 81 Xylopbagidae 1 4 Tabanidae 154 249 Leptidae 2 8 Acroceridae 13 16 Nemestrinidae 20 25 BombyJiidae 247 382 Therevidae 31 Scenopinidae 0 2 Mydaidae 13 27 Asilidae 304 467 Empididae 30 48 Dolichopodidae 40 70 Lonchopteridae 0 1 972 1733 Torino, 20 Dicemhie 1905. (1) Durante la stampa di questa memoria comparvero nel VI voi. della Zeit- sclir. f. syst. Hym. und Dipterolog., 1906, due importanti lavori del signor Becker e del prof. Hermann, ohe qui non sono compresi. — 199 — ORTHORRHAPHA NEMATOCERA SCIARIDAE. 1. Soiara aethiops Rùbs., 1894, Madagascar. 2. — africana Riibs., 1894, Assinia. — — tristis Big., 1891, nec Winntss, 1867. 3. — confusa Walk., 1856, Capo. 4. — Kairensis Beck., 1903, Egitto. 5. — nigropicea Walk., 1848, Sierra Leone. 6. — quadrimaculata Riibs., 1894, Madagascar. 7. — rufa Walk., 1848, Sierra Leone. 8. — ruficollis Walk., 1848, Congo. 9. — Thomae L., 1758, Algeria e Canarie. 10. — Thomsoni Riibs., 1894, Capo. — — maerens Thoms., 1869, nec Winntz, 1868. 11. — thoracica Macq., 1833, Madagascar. 12. — sp. ind. Wulp., Guinea. 1. Sciara speculum n. sp. $ . Nigraj thorace nitidissimo striga Jiumerali alha^ oculis ni- gro-pilosis^ antennis fuscis articulo basali luteo, scutello bi- setosOj pedibus lutescentibus trochanteribus nigris tibiis tar- sisque infuscatis, spinulis apicalibus tibiarum longis, halte- rum clava nigrofusca^ alis cinereo-hyalinis cellula costali non dilatata. Long. corp. mm. 2-2,2, alar. mm. 3. Stazione 289: dintorni di Adi-Caiè, Agosto 1902, Andreini. Data la difficoltà di determinare le specie di Sciara allo stato attuale delle nostre cognizioni, scelgo tra le parecchie specie della collezione quelle più notevoli, e non descrivo le altre. La specie qui descritta è differente da tutte le altre africane note sino ad ora. — 200 — Capo di colore nero lucente, con fronte larga ; occhi a grandi faccette, con peli piuttosto lunghi, oscuri ; antenne rotte, si vede però che gli articoli basali e lo scapo sono di color giallo; palpi infoscati ; proboscide brevissima. To- race nudo, lucentissimo, senza tracce di striscie longitudinali; fianchi neri, con tomento di color rosso bruno, punteggiati e quasi del tutto opachi ; scudetto nero lucente, peloso al suo margine posteriore, i due peli mediani più lunghi e setoliformi. Bilanceri assai sviluppati, colla clava allungata nera ed il peduncolo giallo chiaro. Piedi robusti, di color giallo chiaro; trocanteri nero lucenti ; tarsi infoscati; tibie, particolarmente le posteriori, più o meno infoscate verso l’api- ce ; anche i femori talvolta alquanto infoscati verso l’apice ; peli mediocri, uguali, di color pallido fosco ; le tibie poste- riori sono all’apice distintamente rigonfie ed i loro speroni sono assai sviluppati, di color giallo; unghie brevissime, non dentate. Addome nero, lucente nel mezzo e poco sui lati e verso l’apice, più o meno gialliccio per trasparenza ; peli brevi foschi; ovopositore corto a peli pallidi. Ali immacolate, nude, col margine posteriore brevemente frangiato ; base delle ali e squamule di color lurido ; la prima nervatura longitudinale arriva un po’ oltre la base della forca ; pedun- colo della forca più pallido dei rami, nascente un po’ dopo il mezzo della distanza fra la base ed il primo nervo trasver- sale ; rami della forca lunghi un po’ più del peduncolo, re- golarmente curvati. Nota. Un esemplare preso assieme ai precedenti nella medesima stazione, appartiene a specie di certo diversa ; è più piccolo, con speroni tibiali assai più deboli, ma in troppo cattivo stato di conservazione. 2. Sciara trileucarthra n. sp. $. Fusco lutescens^ thorace nitido nigro-ruhro ; antennis fuscis articulis tribus ultimis albis, pedibus halteribusque luteis, cah — 201 — caribus tihiarum parvis ; alis cinereo-hyalinis, ramo supero furcae valde incurvo et elevato. Long. corp. mm. 2,2, alar. mm. 3. Stazione 289, colla precedente. Andreini. È questa una piccola specie a corpo gracile ed allungato, assai distinta per la colorazione delle antenne e per la forma della forca alare; nell’ insieme pare si accosti alla rufa del Walker. Capo rotondo; proboscide sporgente con labbra allungate, di color giallo, palpi pallidi ; occhi assai brevemente pelosi, peli chiari ; antenne lunghe, ad articoli uguali, fosche e pelose di fosco, i tre ultimi articoli bianchi con peli argen- tini, l’apicale acuminato. Torace breve, assai nitido, di color rosso oscuro più chiaro sui fianchi, ma tendente al nero. Addome allun- gato, opaco, cilindrico, con peli pallidi, di color giallo sporco più chiaro sul ventre; ovopositore con laminette apicali chiare lunghette. Piedi interamente gialli compresi i tarsi, solo i trocanteri presentano una piccola macchia oscura ; sono gracili, allungati, brevemente pelosi, cogli speroni assai deboli e corti ; unghie brevissime e semplici. Ali lunghe, con frangia piuttosto lunga al margine posteriore ; sono rotte, per cui non si vedono bene in tutti i particolari, ma si scorge che la forma della forca del quarto nervo longitudinale è assai notevole, perchè il ramo superiore è assai largamente cur- vato verso l’alto, per cui si stacca ad angolo retto dal ramo inferiore, che rimane quasi sulla stessa linea del peduncolo; squamule giallo luride. 3. Sciara sp. ind. Presso Kairensis Beck. Distinta dal n. 1 pel torace opaco; differente dalla specie del Becker per la posizione del nervo trasversale. — 202 — Stazione 291 : Dintorni di Adi Caie, Settembre 1902. An- dreini. 4. Sciara sp. ind. Affine ad africana Riibs. {tristis Big.), distinta pel colore delle anche ; occhi foltamente pelosi, con peli corti ma fìtti, di color chiaro. Stazione 200 : Dintorni di Adi Ugrì, Settembre 1902. Andreini. MYCETOPHILIDAE. La specie qui descritta è il primo micetofìlide ricordato deir Africa ; essa è perciò nominata in onore del dott. An- dreini, diligente illustratore della insettofauna eritrea. Lo Schiner a pag. 10 della sua opera sui ditteri della Novara ricorda per l’Africa 6 specie di micetofìlidi ; ma queste non sono altro che sciaridi, che allora non erano distinti come famiglia particolare. 5. Sciophila Andreinii n. sp. $ . Lutea^ antennis praeter basim palpisque nigrofuscis, vittis thoracis quatuor confiuentibus abdominisque segmentis supra et lateribus nigris^ pedibus luteis tarsie tibiisque posticis fuscescentibus, halteribus luteis^ thoracis setis longis et validis praesertim ad alarum radicem^ scutelli setis marginalibus majoribus VI, alis cinereo-hyalinis in triente apicali et in margine postico late infumatis^ nervis transversis fuscolim- batis. Long. corp. mm. 6-7,2, alar. mm. 6. E questa una bella e grande specie che si accosta alla europea limbata Winntz. — 203 — Staz. 169 : Dintorni di Adi Ugrì, Luglio 1901. Andreini. » 196 : Dintorni di Adi Ugri, Agosto 1901. Andreini. » 198 : come sopra. Capo giallo, alquanto infoscato nella parte superiore dell’occipite e con macchia ocellare nera ; ocelli grandi, in numero di due; occhi rotondi, piccoli, a faccette grandi, con folti peli bianchi ; antenne lunghe come capo e torace assieme, collo scapo ed i primi articoli gialli ; proboscide breve, palpi corti neri ; peli della parte superiore dell’occi- pite robusti e sviluppati. Torace giallo, con qualche mac- chia più oscura sulle pleure ; sul dorso si notano tre larghe strisele nere longitudinali, le laterali accorciate in avanti la mediana indietro : questa è anche divisa in due da una striscia mediana longitudinale gialla, per cui le strisele nere longitudinali si possono dire quattro, che però non sono sempre ben distinte poiché confluiscono largamente fra di loro ; parte posteriore del dorso, scudetto e metanoto gialli, questo ultimo con una macchia infoscata poco distinta ; peli e setole assai sviluppati, specialmente sui lati e sopra la radice delle ali ; dorsocentrali lunghe e robuste raggiun- genti quasi il mezzo del dorso ; scudetto con piccoli peli brevi e tre setole sviluppate per parte ; flanchi setosi solo sulle propleure, in tutto il resto nudi. Bilanceri gialli con macchia infoscata sulla clava. Addome appiattito, allargato posteriormente ed ottuso all’apice ; di color giallo, ma cia- scun segmento largamente nero nel mezzo del dorso ed al margine posteriore ; ultimo segmento con lunghi peli, allar- gato a guisa di valva rotondeggiante, dal mezzo della quale sporgono le laminette dell’ovopositore, fosche e largamente ovali ; peli piuttosto sviluppati, oscuri. Piedi interamente gialli, solo le tibie posteriori ed i tarsi un po’ infoscati ; peli corti, ma le òibie posteriori e mediane con setole nere disposte in più serie ; speroni robustissimi neri ; femori ci- gliati al di sotto ; anche con setole sviluppate. Squamule gialle con lunghi peli neri. Ali assai larghe ; la costa cessa Anno XXXVII. 14 204 — in corrispondenza del terzo nervo longitudinale ; la base della forca del quarto nervo si trova circa al di sotto del nervo trasverso, mentre quella del quinto è assai più in- terna. Il disegno delle ali è assai spiccato; oltre le mac- chie ricordate nella diagnosi, si nota una distinta ombra in forma di macchia alla base della forca del quarto nervo; la larga marginatura fosca dell’apice e del margine poste- riore risalta molto, tra l’ una e l’altra si nota però un tratto ialino in corrispondenza del ramo inferiore della seconda forca. BIBIONIDAE. 1. Scatopse trìstis Woll., 1858, Madera. 2. * Bibio afer Lw., 1854, Abissinia. 3. — hirudis Walk., 1861, Port Natal. 4. — hrachiatus Rond., 1863, Capo. 5. — breviceps Lw., 1866, Capo. 6. — caffer Lw., 1866, Caffreria. 7. — hortulanus L., 1758. Dato dell’Isola di Borbone dal Macquart; mi pare dubbio. 8. — longifrons Macq., 1838, Capo. 9. — longìrostris Rond., 1863, Capo. 10. — marci L., 1758, Algeria. 11. — melanogaster Wied., 1821, Capo. 12. — monacanthus Lw., 1866, Capo. 13. — pusillus Macq., 1865, Algeria. 14. Piccia ruficollis F., 1781, Capo, Pretoria, — — dorsalis Macq., 1838. 15. DilopTiusf aegyptius A. Costa, 1875, Egitto. 16. — africanus Beck., 1903, Egitto. 17. — bicolor Wied., 1828, Capo. 18. — humeralis Zett., 1850, Isole Canarie. 19. — Maderae Woll., 1858, Madera. 20. — f tridentatus Walk., 1848, Tripoli. 6. Bibio afer Lw., N. Beitr. II. 1. 2. (1854). Questa specie fu descritta su esemplari raccolti dal Rup- pell nel Siemen ; essa è assai affine al nostro europeo hor- tulanus L., che secondo il Macquart vivrebbe anche all’Isola di Borbone. Staz. 289: Dintorni di Adi Caie, Agosto 1902. Andreini. — Un’altra J senza precisa località. Teliini. 7. Dìiophus erythraeus, n. sp- d’ S Niger, nitidissimus , femoribus antìcis rufis^ halteribus lu- teis, tibiis antìcis seriebus duabus tantum spinarum armatis^ spinis in serie media IV in apicali VIII-X, alis hyalinis, nervis omnibus pallidis^ posticis spuriis. ihorace coxis anticis pedibusque posticis omnino nigris, ventre nigro^ macula stigmatica alarum nulla. $ thorace praeter vittam nigram mediam luteo, coxis an- ticis et femorum posticorum basi rufis^ ventre^ luteo, macula stigmatica infuscata. Long. corp. mm. A-5, alar. mm. 3, 5-4,5. Staz. 289 : Dintorni di Adi Caie, Agosto 1902. Andreini. » 291 : come sopra, Settembre 1902. Andreini. Questa bella specie è affine ad humeralis Zett. ed a bi- color Wied. ; ma è distinta così da esse come da tutte le altre africane note sino ad ora. Tra queste io credo che i D. aegyptius di Costa e tridendatus Walk. non siano altro che sinonimi del B. ternatus Lw. Corpo quasi nudo, ovunque nitidissimo. Capo nel maschio occupato quasi interamente dagli occhi, la cui parte supe- riore è molto più grande dell’inferiore e foggiata come al solito ; nella femmina la larga fronte è nera, grossolana- mente rugosa, per cui appare meno nitida, con scarsi e — 206 — corti peli ; antenne nere, colForlo del secondo articolo ros- siccio; palpi neri; tubercolo ocellare assai sporgente. Il to- race nel maschio è interamente nero eccetto il callo ome- rale che è angustamente rossiccio ; nella femmina invece è tutto rosso, con una macchia nera nella parte inferiore delle sternopleure, una più piccola alla radice delle ali, ed una larga striscia longitudinale mediana che finisce prima dello scudetto; è tutto nudo, meno brevissimi peli ai lati ; le due corone di spine al protorace sono bene sviluppate, particolarmente Fanteriore, con spine larghe e corte, nere. Scudetto nudo, nero lucente anche nella femmina, nella quale appare però rosso al disotto del margine posteriore. Addome nero lucente, con scarsi peli pallidi, nella femmina di color rosso giallo sul ventre ; nel maschio è incurvato in alto, nella femmina è più ingrossato e diritto, ottuso all’apice ; laminette apicali dell’ovopositore nere, corte, ro- buste, triangolari. Piedi robusti, coi femori ingrossati, con corti peli e ciglia più lunghe di color bianco ; nel maschio sono rossi i femori anteriori meno l’apice e quelli mediani alla base ; nella femmina sono rossi le anche anteriori, le mediane verso l’apice, i femori compresi quelli posteriori che sono neri solo all’apice, largamente. Squamule bianche e cigliate di bianco. Ali ialine nei due sessi, iridescenti, coi nervi del margine anteriore pallidi ma distintamente più oscuri dei posteriori che sono larghi ma affatto inco- lori; la seconda cella posteriore è sessile. CHIRONOMIDAE. 1. Ceratopogon castaneus Walk., 1848, Sierra Leone. 2. — flavitarsatus Beck., 1903, Egitto. 3. — imparunguis Beck., 1903, Egitto. 4. — luteicolUs Beck., 1903, Egitto. 5. — pallide tarsatus Strobl., 1900, Egitto. 6. — puncticollis Beck., 1903, Egitto. 7. — sp. indet. Theobald, 1903, Uganda. IM. ■ — 207 — 8. Chironomus albitihia Walk., 1848, Sierra Leone. 9. — flavtcans Macq., 1850, Egitto. 10. — nigrocinctus Beck., 1903, Egitto. 11. — pedestris Woll. (nec. Meig. 1830) 1858, Madera. 12. — pulcher Wied., 1830, Capo. 13. — riparius Meig., 1804, Algeria. 14. — variotarsatus Beck., 1903, Egitto. 15. Macroptìlum nudum Beck., Egitto. 16. Telmatogeton Sancii- Pauli (Schin., 1868) Enderi., 1903. Isola S. Paolo. 8. Chironomus cfr. pulcher Wied., Auss. Zwfl., II. 615. 1. Differisce per la statura minore e per le ali non mac- chiate. Una sola femmina. Staz. 289 : Dintorni di Adi Caiè, Agosto 1903. Andreini. 9. Ceratopogon castaneus Walk., List Dipt. Brit. Mus. I. 26. Corrisponde abbastanza bene ; ma anche qui si tratta di un’ unica femmina. Staz. 291 : Dintorni di Adì Caie, Settembre 1902. An- dreini. OULICIDAE. In causa dell' enorme importanza pratica assunta da que- sta famiglia, il numero delle specie descritte in questi ul- timissimi tempi è cresciuto mirabilmente. Non sono a mia conoscenza lavori speciali sui culicidi eritrei; nelle collezioni, esaminate si trova un unico esemplare. A) Anophblinae. 1. Anopheles algerìensis Theob., 1903, Algeria. 2. — antennatus Beck., 1903, Egitto. 3. — maculipennis Meig., 1818, Algeria, Tunisia. — Wellcomei Theob., 1904, Sudan, Aden. 5. — sp. ind. Dar. et D’Emm., 1900, Is. Maurizio. — 208 — 6. Myzomyia hisignata Grùnb., 1905, Togo. 7. — cinerea Theob., 1901, Africa cent., merid. ed occid. 8. * — funesta Gii., 1900, Sudan, Sierra Leone. — — Kumasii Chalm., 1900. — — var. suhumbrosa Theob., 1903, Gambia, Camerun, Togo. 9. — hebes Don., 1902, Africa orient. e mer., occid. 10. — hispaniola Theob., 1903, Canarie, Algeria. 11. — impunctata Don., 1902 (impuncta) Blanch., 1905, Egitto. 12. — longipalpis Theob., 1903, Africa centr. inglese. 13. * — ,niU Theob., 1904, Sudan. 14. — rhodesiensis Theob., 1901, Africa centr. 15. — superpicta Grassi, 1899, Algeria, Mashona, Africa occid. 16. — unicolor Grùnb., 1905, Togo. 17. Pyretophorus Chaudoyei Theob., 1903, Algeria. 18. * — Gostalis Lw., 1866, Caffreria, Mashona, Sierra Leone, Abis- sinia, Gambia, Togo, Maurizio, Madagascar, Se- negai. — — Gambiae Gii., 1902. — — gracilis Don., 1902. — — ? minutus Macq., 1834. — — var. melas Theob., 1903, Gambia. — maculicosta Beck., 1903, Egitto. — mer US Don., 1902, Africa orient. e mer. occid. — Marshalli Theob., 1903, Mashona. — Pitchfordi Gii., 1904, Zulu. Myzorrhynchus barbirostris Wulp., Africa occid. — Coustani Laver., 1902, Madagascar, Biunione. — mauritianus Dar. et D’ Emm., 1900, Maurizio, Africa centr. Egitto, Camerun, Togo, Africa occid. — — sìmilis Theob., 1901. — — tenebrosus Don., 1902. — — Ziermanni Grùnb., 1902. 26. — obscurus Grùnb., 1905, Camerun. 27. — poludis Theob., 1900, Africa centr. ed occid., Sierra Leone, Togo. 28. — umbrosus Theob., 1903, Angola. 29. Nissorhynchus maculipalpis Gii., Maurizio, Mashona. 30. — pretoriensis Theob., 1903, Pretoria. 31. * — Theobaldi Gii., 1901, Aden. 32. Celila pharoensis Theob., 1901, Egitto, Africa centr. ed occid. Zambese, Togo. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 33. Cellia squamosa Theob., 1901, Africa centi*., mer. occid. 34. Christya implexa Theob., 1903, Uganda. B) Megarrhininae. 35. Megarrhmus lutesoens Theob., 1901, Mashona. 36. Toxorhynchites brevipalpis Theob., 1901, Natal. 37. — Marshalli Theob,, 1903, Mashona. C) CULICINAE. 38. * Mucidus africanus Theob., 1901, Africa centr. ed occid., Sudan. 39. — alternans Westw. 1835, Natal. 40. — mucidus Karsch, 1887, Delagoa, Dahomey, Africa occid. 41. Eretmapodites Austeni Theob., 1905, Africa centr. occid. 42. — Condei Ventrill., 1905, Madagascar. 43. — quinquevittatus Theob., 1901, Sierra Leone, Calabar, Ca- merun. Africa centr. ed occid. 44. Stegomyia africana Theob., 1901, Sierra Leone, Lagos, Calabar, Mashona, Camerun, Togo. 45. — alhocephala Theob,, L903, Cambia. 46. — argenteopunctata Theob., 1901, Mashona. 47. — calopus Meig., 1818, Marocco, Algeria, Egitto, Senegai, Sierra Leone, Gruinea, Zanzibar, Natal, Maurizio, Riunione, Madagascar. — — annulitarsis Macq. 1845. — — fasciata Fabr.. 1805, nec Vili., 1789. — — formosa Walk., 1848. — — inexoràbilis Walk., 1848. 48. 49. 50. 51. 52. 53. 54. taeniatus Wied., 1828 (1). vai*, luciensis Theob., 1901, Camerun e Togo. Sokotra. , 1906, Madagascar. Granii Theob., 1901, Lamberti Ventrill, — longipalpis Griinb., 1905, Camerun. — minuta Theob., 1901, Mashona. — nigeria Theob., 1901, Cambia. Skusea pembaensis Theob., 1901, Is. Pemba, Africa orient. Scutomyia Marshalli Theob., 1901, Africa centr. (1) Dei numerosi sinonimi di questa specie sono ricordati qui solo quelli clie interessano la fauna africana. - 210 — 55. Scutomyia scutellaris Walk., 1859, Maurizio. — — alhopicta Skuse, 1895. 56. * — sugens Wied., 1828, Nubia, Sierra Leone, Mashona, Africa centr. ed occid. — — vittata Big., 1861. 57. Aedimorphus alboannulatus Theob., 1905, Sierra Leone. 58. — domesticus Theob., 1901, Africa centr. ed occid. 59. Phagomyia irritans Theob., 1901, Grambia. 60. — nigricephala Theob., 1901, Gambia, Camerun. 61. Polyleptiomyia albocephala Theob., 1903, Gambia. 62. Catagiomyia senegalensis Theob., 1903, Senegai, Gambia. 63. Theobaldia annulata Schrank., 1776, Algeria. 64. * — spathipalpis Rond., 1872, Algeria, Madera, Canarie, Sudan, Capo. — — ? longiareol ata Macq. 1838. 65. Grabhamia durbanensis Theob., 1905, Durban. 66. — longisquamosa Theob., 1905, Tunisi. 67. — maculosa Theob., 1905, Tunisi. 68. Hodgesia sanguinae Theob., 1904, Uganda. 69. Culex anarmostus Theob., 1903, Sierra Leone, Gambia. 70. — annulioris Theob., 1904, Mashona. — — var. gambiensìs Theob., 1903, Gambia. 71. — azoriensis Theob,, 1903, Azorre. 72. — bìcolor Meig., 1888, Tunisia. 73. — cinereus Theob., 1901, Africa centr. ed occid.^ Sierra Leone. 74. — condylodesmm Grùnb., 1904, Camerun. 75. — CumTriinsi Theob., 1903, Uganda. 76. — decens Theob., 1901, Gambia. 77. * — dentatus Theob., 1904, Abissinia. 78. — digitatus Rcnd., 1848, Niger. — — albitarsis Theob., 1901. 79. — dissimilis Theob., 1901, Sierra Leone. SO. — Duttoni Theob., 1901, Africa occid. 81. — euclastus Theob., 1903, Gambia. 82. — fatigans Wied., 1828, Egitto, Tunisi, Algeria, Senegah Camerun, Togo, Zanzibar, Natal, Madagascar, • Maurizio, Riunione. — — anxifer Big., 1859. 83. — freetownensis Theob., 1901, Sierra Leone. 84. * — Guiartì R. Blanch., 1905, Sudan, Gambia, Uganda, Abissinia. — — viridis Theob., 1903, nec R. D. 1827. ' — 211. — 85. Culex hirsutipalpis Theob., 1901, Mashona, Angola. 86. 87. 88. 89. 90. 91. 92. 93. 94. 95. 96. 97. 98. 99. — hirsutus Theob., 1901, Mashona. — insatidbilis Big., Riunione, Madagascar. — inì)enustus Theob., 1901, Africa occid. — invidiosus Theob., 1901, Gambia. — lateralis Meig., 1888, Algeria. — longefurcatus Beck. 1903, Egitto. — luteolateralis Theob., 1901, Africa centr. ed occid., Natal, Togo. — — var. albothorax Theob., 1903. — — var. palUdus Theob, 1903, Senegambia. — maculiventris Macq., 1845, Algeria. — Mariae Serg., 1903, Algeria. — masGulus Theob., 1901, Sierra Leone, Camerun, Togo. — melanorrhinus Gii., 1900. — — pallipes Macq., 1838, nec R. D. 1827. — metallicus Theob., 1901, Africa centr. e occid. — mundulus Grtinb., 1905, Camerun. — nébulosus Theob., 1901, Vecchio, Calabar, Africa occid. 100. 101. 102.* 103. 104. 105. 106. 107. 108. 109. 110. 111. 112. 113. 114. 115. 116. 117. — nìgrochaetae Theob., 1901, Lagos. — ochraceus Theob., 1901, Mashona. — pallidocephalus Theob., 1904, Sennaar, Abissinia. — pipiens L., 1758, Egitto, Algeria, Madera, Canarie. — — agilis Big., 1889. — plumosus Theob., 1901, Mashona. — pruinosus Theob., 1901 {pruina)^ Africa occid. — pseudoGÌnereus Theob., 1901, Mashona. — pusillus Macq., 1850, Egitto. — quasigelidus Theob., 1903, Uganda. — quasimodestus Theob., 1905, Tunisia. — quasiunivittatus Theob., 1901, Mashona. — rufinus Big., 1888, Tunisi. — salishuriensis Theob., 1901, Mashona, Pretoria. — Sergentii Theob., 1903, Algeria. — taeniorrhynGÌioides Gii., 1904, Angola. — thalassius Theob., 1903, Gambia. — TTieileri Theob., 1903, Madera, Pretoria. — tigripes Dar et D’Emm., 1900, Maurizio, Africa centr., Mashona, Natal, Mombasa, Uganda, Transvaal, Camerun, Togo. — 212 — Culex tigripes maculicrura Theob., 1901. — — var. momhasaensis Theob., 1901. — — var. sierraleonis Theob., 1901. 118. — transvaalensis Theob., 1903, Transvaal. 119. — univittatus Theob., 1901, Natal, Mashona. 120. — vario annulatus Theob., 1903, Azzorre. 121. — viridiventris Gii., 1901, Riunione. 122. — zombaensis Theob., 1901, Africa centi*. 123. Taeniorrhynohus Annetti Theob., 1901, Africa occid. 124. — auritus Theob., 1901, Africa occid. 125. * — cristatus Theob., 1904, Sudan. 126. * — fuscopennatus Theob., 1901, Sudan, Uganda. 127. * — perturbane Walk., 1856, Djibuti, Assinia. 128. — tenax Theob., 1901, Africa occid. 129. * Etorleptiomyia mediopunctata Theob., 1904, Sudan. — — mediolineata Blanch., 1905. 130. Mansonia major Theob., 1903, Africa centr. 131. — uniformis Theob., 1901, Africa centr. e occid., Madagascar. — — africana Theob., 1901. — — var. reversa Theob., 1901. 132. Melanoconion rima Theob., 1901, Vecchio Calabar. — — rimosus Giles, 1902. 133. Lasioconops poecilopus Theob., 1903 {poicilipes) Gambia. D) Aedeinae. 134. Verrallina nigra Theob., 1901, Vecchio Calabar. 135. * Aedeomyia squamipennis Lynch, 1878, Sudan. 136. Uranotaenia alba Theob. (1901), 1903, Mashona. 137. — annulata Theob., 1901, Gambia. 138. * — Balfouri Theob., 1904, Sudan. 139. * — caeruleocephala Theob., 1901, Sudan, Calabar, Gambia. 140. Mimomyia mashonaensis Theob., 1901, Mashona 141. — splendens Theob., 1903, Sudan, Uganda. 142. * — uniformis Theob,, 1904, Sudan. E) Heptaphlebomyinae. 143. He'ptaphlebomyia argenteopunctata Ventrill., 1905, Madagascar. 144. — Mon forti Ventrill., 1905, Madagascar. 145. — simplex Theob., 1903, Mashona, Angola, Africa mer. F) CORETHRINAE. 146. Sayomyia ceratopogones Theob., 1903, Gambia. — 213 — 10. Taeniorrhychus ? auritus Theob., Mon. Cui. II. 209. 9. f. 253, 254. t. XXII, f. 88. (aurites) (1901) ; Giles, Gnats, 2 ed., 362. 4. (aurites) (1902); E. Blanch., Moust. 388. 10. (1905). Staz. 198; Dintorni di Adi Ugri, Agosto 1901. Andreini. Una femmina mal conservata, che differisce dalla descri- zione per i piedi tutti chiari ed il torace mancante di di- segno oscuro. Si accosterebbe meglio al T. ochraceus Theob. Mon. III. 263. f. 140. (1903) di Malacca, non trovato finora in Africa, la cui presenza non potrebbe meravigliare, per- chè sono noti parecchi altri casi simili. SIMULIIDAE. 1. Simulium damnosum Theob., 1903, Uganda, Africa orient. 2. — griseicolle Beck., 1903, Egitto. 3. — nigritarse CoquilL, 1901, Capo. 4. — ornatum Meig.. 1818, Madera. 5. — reptans L., 1758, Isole Canarie. 6. — ruficorne Macq., 1838, Is. Borbone. PSYCHODIDAE. 1. Nematopalpus fiavus Macq., 1838, Canarie. 2. PTilehotomus sp. ind. Theob., 1903, Uganda, Africa orient. 3. Sycorax silacea Curt., 1839, Algeria. 4. Philosepedon humeralis, Meig., 1818. — — var. mauritanica Eat., 1898, Algeria. 5. Psychoda alhipennis Zett., 1850, Algeria. 6. — alternata Say, 1824, Algeria. — — sexpunctata Curt., 1839. 7. — phalaenoides L., 1758, ? Algeria. — — nervosa Schrank, 1803. — tripunctata Macq., 1838, Capo. — sp. ind., Eat., 1894, Capo. 8. 9. — 214 — 10. Threticus compar Eat., J904, Algeria, Madera. 11. Xenopates fraudolenta Eat. (1896) 1904, Algeria. 12. Pericoma ambigua Eat., 1893, Algeria. 13. — exquisita Eat., 1893, Algeria. 14. — meridionalis Eat., 1894, Africa orient. tedesca. 15. — palustris Meig., 1804, ? Algeria. 16. — ustulata Walk., 1866, Algeria. 17. Logima erminea Eat., 1893, Algeria. EHYPHIDAE. 1. Bhyphus polytaeniatus Big., 1891, Assinia. OECIDOMYIDAE. Un ottimo lavoro sulle galle della Colonia eritrea é quello del Prof. Trotter in « Marcellia », IH, 1904. 1. Lasioptera lignicola Schin., 1868, Capo (Muraltia sp.). 2. — nigrocincta Kieff., 1904, Algeria. 3. — tliapsiae Kieff., 1898, Algeria (Thapsia sp.). 4. Stefaniella atriplicis Kieff., 1898, Algeria (Atriplex Halimus L.). 5. — trinacriae Destef., 1899, Algeria f Atriplex Halimus L.). 6. Baldratia carhonaria Schin., 1868, Capo (Passerina sp.). 7. — salviae Schin., 1868, Capo (Salvia sp.). 8. Perrisia affinis Kieff. 1886, Algeria (Viola odorata L.). 9. — aparines ICieff'., 1889, Algeria (Galium Aparine L.). 10. — bryoniae Bouché, 1847, Algeria (Bryonia dioica Jacq.). 11. — capensis Schin., 1868, Capo (Phyllica ericoides L.). 12. — ericae-soopariae Duf., 1837, Algeria, Marocco (Erica arbo- rea L., scoparia L.). 13. — fraxini Kieff. 1897, Algeria (Fraxìnus excelsior L.). 14. — sp. ind. Schin. 1868, Capo (Salvia sp.). 15. Dryomyia cocciferae March., 1897, Algeria (Quercus coccifera L.). 16. — Lichtensteinii F. Lw., 1878, Algeria (Quercus ilex L.) 17. Asphondylia Baumanni Biibs., 1899, Togo (Vitis sp.). 18. — mesembryanthemi Schin., 1868, Capo (Mesemhrianthemum sp.). 19. — punica March., 1897, Algeria (Atriplex Halimus L.). 20. — rubescens Schin., 1868, Capo (Tarchonanthus camphoratus). — 215 21. Asphondylia Trabuti March., 1896, Algeria (Solanum tuberosi im L.). 22. Bhopalomyìa Giraldi Kicfì., 1900, Algeria (Artemisia sp.). 23. — setubalensis Tav., 1902, Algeria (Santolina rosmarinifolia var. canescens Boiss.). 24. Oligotrophus huhoniae Frauenf., 1859, Egitto (Deverra tortuosa D. C.). 25. Arthrocnodax clematitis March. 1897 (Clematis cirrhosa L.). 26. Macrodiplosis volvens Kieff., 1904, Algeria (Quercus). 27. Contarinia cocci ferae Tav., 1900, Marocco, Algeria (Quercus coc- cifera L.). 28. — deformans Schin. 1868, Capo (Osteospermum moniliferum L.), 29. — ilicis Kieff., 1898. Algeria (Quercus ilex L.). 30. — Marchali KielF., 1896, Algeria (Fraxinus excelsior L.). 31. — molluginis Bùbs. 1889, Algeria (Galium mollugo L.). 32. Lestodiplosis Kiefferii Meun., 1905, Madagascar (nel capale). Oltre a ciò sono note le seguenti galle di ditteri, pro- dotte da specie non ancora determinate di Cecidomiidi. 1. * Acacia sp., Karsch, 1880, Africa orient. Somalia. 2. Artemisia herba-alba Asso, Giard, 1900, Houard, 1901, Algeria. 3. c. s., ma galla diversa, Houard, 1901, Algeria. 4. Artemisia sp., Frauenf., 1855, Egitto. 5. Artlirocnemum glaucum L., Marocco, Trotter, 1904. 6. Atriplex ìialimus L., pustole fogliari, Houard, 1901, Algeria. 7. * Boswellia Carterii^ ditteroc., Karsch, 1880, Somalia. 8. Bubon sp., Frauenf., 1855, Egitto. 9. Calycotome intermedia (Asphondylia sp.) Houard, 1901, Algeria. 10. Ceratonia siliqua L., Houard, 1901, Algeria. 11. Combretum sp., Riibs., 1899, Zambese. 12. Commelina communis L., Riibs., 1899, Togo. 13. Crambe strigosa L’Her., Riibs., 1902, Canarie. 14. * Dohera glabra Trott., 1904, Keren, Eritrea. 15. * c. s., ma diverso e dubbio, Trott., 1904, Ghedem, Eritrea. 16. Erucastrum varium Dee., Houard, 1902, Algeria. 17. Euphorbia sp., Houard., 1901, Algeria. 18. Fagonia eretica L., Houard., 1901, Algeria. 19. c. s., ma diverso. Houard, 1901, Algeria. 20. Juniperus communis L., Houard, 1901, Algeria. 21. Mimosa nilotica L., Frauenf., 1855, Egitto. 22. * Pegolettia senegalensis Cass., Trott., 1904, Keren, Eritrea. — 216 — 23*-25. tre diversi ditteroc. (?) di S alvador a persica Gcdiic.^ Trott., 1904, Ghedem, Eritrea. 26. Sinapis alba L., Houard, 1901, Algeria. 27. * Suaeda fruticosa Forsk., Trott., 1904, Massaua. 28. Tamarix africana L., Houard, 1901, Algeria. 29. Ficus Vogeliì Mq., Houard, 1905, Africa occid. LIMNOBIIDAE. 1. Dicranomyia confinis Bergr., 1889, Caffraria. — — consimilis Bergr., 1888 nec Zett., 1838. 2. — maderensis WolL, 1858, Madera. 3. — tipulipes Karsch, 1886, Pungo Andongo, Capo. 4. Geranomyia atlantica Woll., 1858, Madera. 5. — canariensis Beyr., 1889, Canarie. — — macuUpennis Macq., 1838, nec Curt., 1835. 6. — /uscana Macq., 1838, Is. Borbone. 7. Rhipidia afra^ Bergr., 1888, CafPreria. 8. Limnohia albipennis, Macq., 1838, Is. Borbone. 9. — atomaria Lw., 1866, Caifreria. 10. — capensis Macq., 1838, Capo. 11. — longicolUs Macq., 1865, Algeria. 12. — nubeculosa Meig., 1804, Algeria. 13. — pygmaea Macq., 1838, Senegai. 14. — vicina Macq., 1838, Canarie. 15. Styringomyia sp. ind. Ost. Sack., 1887, Caffreria. (Forse é la se- guente). 16. Elephantomyia Wahlbergi Bergr., 1888, CafEreria. 17. Mesocyphona transmarina Bergr., 1889, Algeri. 18. Erioptera Perìngueyi Bergr., 1888, Capo. 19. — subaurea Bergr., 1888, Caffrerla. 20. Trlmicra antarctica Scbin., 1868, Isola S. Paolo. 21. — haligena Woll., 1858, Madera. 22. — hirsutipes Macq., 1838, Canarie. 23. — inconspicua Lw., 1866, Caffreria. 24. — lanuginipes Walk., 1856, Capo. 25. — pilipes Fabr., 1787, Africa settentrionale. 26. — Sancti-Pauli (Scbin., 1868), Enderl., 1903, Is. S. Paolo. 27. — Strassenì Enderl., 1903, Is. S. Paolo. 28. Podoneura anthracogramma Bergr., 1888, Capo. 29. Gnophomyia elegans Wied., 1830, Capo. 30. Gnophomyia guttatìpennìs Karsch, 1887, Africa orient. 31. Gonomyìa spuria Bergr., 1888, Caffreria. 32. — sp. ind. Bergr., 1888, Capo. 33. Mongoma exornata Bergr., 1888, Delagoa, Caffrfiria. 34. — fragillima Westw., 1881, Africa centr., CameruD, Mada- gascar. 35. Limnophila contraria Woll., 1858, Madera. 36. — frugi Bergr., 1888, Caffreria. 37. Eriocera albonotata Lw.. 1852, Mozambico. 38. — obsoura Big., 1859, Madagascar. 11. Erioptera subaurea Bergroth, Entomol. Tidskr. IX. 130. 6. (1888). Un esemplare 2 deteriorato, che corrisponde abbastanza bene alla descrizione. Staz. 291 : Dintorni di Adì Caiè, Settembre 1902, An- dreini. 12. Trimìcra sp. ind. Incompleto; pare da collocarsi presso inconspicua Lw., dalla quale differisce per la colorazione del torace. Staz. 289 : Dintorni di Adi Caiè, Agosto 1902. Andreini. 13. Trimicra annuliplena n. sp. (/ ? • Albido cinerea^ thoracis dorso vittis quataor fuscis longi- tudinalibus, pleuris abdomineque fusco variegatis^ antennis pedibusque pallide luteis femorum apice annulo subapicali infuscato, halterum capitalo nigro, alis cinereo-Tiyalinis an- nulis strigulisque plurimis variegatis. cf oculis connexis, genitalibus bilobatis longe pìlosis, 2 ovopositore elongato fusco lamellis terminalibus angu- stis incurvis acutis luteis. Long. corp. mm. 3-35, alar. mm. 4-5. — 218 — Staz. 289 : Dintorni di Adi Caiè, Agosto 1902. Andreini. E una piccola specie, distinta per la colorazione delle ali che ricorda quella delle Trochohola e di certe Dicra- nomyia. Proboscide corta, palpi infoscati ; antenne arrivanti sino alla metà del torace, interamente pallide, assottigliate al- l’estremità, con verticilli di peli ; occhi neri, rotondi, larga- mente connessi nel maschio. Torace di color cenerino sporco, variegato di fosco ; le quattro striscio sono ben distinte, le mediane prolungate in avanti fino al collo, continue, le esterne abbreviate, maculiformi, interrotte alla sutura. Scu- detto cenerino, infoscato verso il mezzo ; metanoto con larga macchia fosca. Bilanceri assai sviluppati, col pedun- colo bianco. Addome cenerino, con peli pallidi piuttosto lunghi, più o meno infoscato, specialmente sui lati, nella fem- mina quasi del tutto fosco ; genitali del maschio sviluppati, colle lamelle laterali rigonfie ed ovali. Piedi interamente bianchicci, con qualche macchia fosca alle anche e trocan- teri ed un pallido anello all’ estremità dei femori ; i loro peli sono uguali e corti. Ali lunghe e strette, lungamente frangiate al margine posteriore ; cella discoidale triangolare. Le macchie fosche sono così disposte ; lungo il margine an- teriore si notano cinque gruppi di macchie, di cui le ultime tre sono più grandi, ocellate e sono poste una sopra i nervi trasversali, una nel mezzo ed una all’apice della seconda longitudinale ; nel mezzo dell’ala si notano altre strisce più sottili con punti ocellari^ mentre alcune stanno isolate ; nervo trasverso posteriore marginato di fosco; all’apice del- l’ultimo nervo longitudinale si notano quattro macchiette fosche. TIPULIDAE. 1. DoUchopeza fuscÀpes Bergr., 1889, Algeria. 2. — malagasya Karsch, 1896, Madagascar. 3. Megìstocera filipes Pabr., 1805, Guinea. — 219 — 4. * Tipula ahyssinica Jaenu., 1867, Siemen, Abissinia. 5. — albovittata Macij[., 1838, Is. Borbone, Caffreria. — — ruhiginosa Big., 1863. 6. * — bìcolor Lw., 1866, Siemen, Abissinia. 7. — Bonae-spei Bergr., 1848, Capo. 8. — brunnea Big., 1859, Madagascar. 9. — consanguìnea Macq., 1838, Canarie. 10. — festiva Walk., 1868, Sierra Leone. 11. — inventa Walk., 1868, Sierra Leone. 12. — longicornis Macq., 1838, Canarie. 13. — microcephala Big., 1858, Gabon. 14. — modesta Macq., 1845, Algeria. 15. * — niligena Jaenn., 1861, Simen, Abissinia, 16. — oleracea L., 1758, Algeria. 17. — pomposa Bergr., 1888, Caffreria. 18. — soror Wied., 1821, Capo. 19. * — strigata Lw., 1866, Nubia. 20. — velutina Walk., 1848, Sierra Leone. 21. — vicaria Walk., 1848, Africa merid. 22. Pachyrrhina antennata Wied., 1821, Capo, Caffreria. 23. — aurantiaca Macq., 1838, Capo. 24. — brevipennis Woll., 1858, Madera. 25. — capensis Rond., 1863. Capo. 26. — crocea Lw., 1866, Caffreria. 27. — Delegorguei Macq., 1845, Caffreria. 28. — fuscipennis Karsch, 1886, Pungo-Andongo. 29. — lineata Scap., 1763, Algeria. — — histrio Fabr., 1794. 30. — lucida Schin., 1868, Madera. 31. — maderensis Wulp, 1885, Madera. 32. — petiolata Macq., 1838, Capo. 33. — tincta Walk., 1856, Caffreria. 14. Tipula niligena Jaenn., Abhandl. Senkenb, Ges., VI. 320. 7. (1867). Staz. 168 : Dintorni di Adi Agri, Luglio 1901. An- dreini. Un maschio, che corrisponde benissimo alla descrizione, solo l’addome è un po’ più oscuro verso l’apice. Anche la Anno XXX VII. 15 — 220 — T. strigata Lw. è specie assai affine, ma ben distinta per la colorazione delle ali. Nel Gatalogus dipterorum del Dott. Kertèsz, II. 298. è erroneamente indicata 1’ Arabia come patria di questa specie. L’ ipopigio è mediocre, eretto obliquamente all’ indietro, quasi del tutto nudo ; lamella inferiore di color giallo bruno, con una profonda incisione triangolare all’apice, munita di una spiccata ed alta carena longitudinale di color chiaro ; lamella superiore piccola quadrangolare oscura ; lamelle la- terali di color giallo chiaro, nude, rotondato-triangolari, col- l’orlo superiore curvo; appendici interne munite di una spina ricurva, rivolta in avanti, nera all’apice. 15. Tipula dichroa n. sp. cT $ . Lutea^ opaca^ thoracis vittis tribus latis, abdominis vittis longitudinalibus mediana lateralibusgue segmentisque ultimis^ antennis praeter basin, apice femorum tarsisque nigriSj hai- teribus luride fuscis^ tarsis longissimis articulo ultimo brevi latiusculo piloso, unguibus unidentatis, alis cinereo hyalinis immaculatis^ macula stigmatica fusca. cf hypopyyio lufeOj rotundato, crasso, lamella infera ca- rinata apice recta, lamella supera transversa apice rotun- dato-emarginata. 5 terebra lutea nitida glabra, lamellis terminalibus rectis inferne longe pilosis. Long. corp. mm. 22-27, alar. mm. 22-27. Staz. 264: Dintorni di Adi Oaiè, 16 Griugno 1902. An- dreini. Una femmina lungo la strada Asmara-Keren, Tellini. G-rande e bella specie affine bXìsì, pomposa Berg., ma distinta per la colorazione e per la forma dell’ ipopigio ; pure affine alla bicolor Lw.. ma più grande, colle pleure immacolate e — 221 — le strisce laterali nere del torace prolungate ali’ indietro oltre la sutura. Capo interamente giallo compresa la proboscide; due pic- cole macchie nere triangolari all’occipite immediatamente sopra l’ inserzione del collo, occhi nudi neri rotondi ; fronte larga, appena leggermente ristretta nel mezzo ; palpi di color giallo oscuro, nereggianti verso l’ estremità ; antenne nere, con tomento cenerino, primo e secondo articoli gialli, gli articoli sono cilindrici, con verticillo basale di 3-4 setole nere ; ocelli addossati alle antenne ; i corti peli della pro- boscide sono di color giallo. Collo giallo con macchiette nere. Disegno del torace assai spiccato ; le tre striscie nere sono larghe, più nere sui margini, perchè nel rimanente presentano tomento cenerino; la mediana va dall’orlo pro- toracico fino alla sutura dove finisce alquanto attenuata ; le laterali sono abbreviate sul davanti, dove arrivano sino alla metà circa della mediana, ma al di dietro sono prolun- gate oltre la satura fino allo scudetto ; petto e pleure im- macolate, scudetto e metanoto gialli, quest’ ultimo legger- mente infoscato sui lati. Addome giallo, cogli ultimi segmenti neri ; il ventre è giallo ; ogni segmento ha una linea nera longitudinale nel mezzo del dorso, e due lineette ai mar- gini laterali ; 1’ orlo posteriore di ogni segmento è stretta- mente nero; l’ultimo segmento nel maschio è dilatato infe- riormente, nero, coll’orlo posteriore giallo ; peli dell’addome brevissimi, fulvi, più lunghi in corrispondenza dell’ ultimo segmento e dell’ ipopigio. Quest’ ultimo è chiuso, per cui non si può vedere bene la struttura delle sue parti mediane; la carena della lamella inferiore è poco elevata, assai meno che nella niligena ; caratteristici sono i peli al disotto delle laminette dell’ovopositore. Piedi lunghi, gialli, meno l’apice dei femori e gli ultimi articoli tarsali; tarsi enormemente lunghi, più lunghi dei femori e delle tibie insieme; metatarso lungo come la tibia, quinto articolo invece brevissimo di- latato, bilobato con peli più lunghi ; unghie con un dente — 222 — distinto verso ia base ; i peli dei piedi sono uguali, corti, neri, sempre più lunghi verso l’estremità dei tarsi. Ali ce- nerine, immacolate, alquanto gialle verso la base, con mac- chia stigmatica bruna, senza lunula bianca ; il nervo tran- sverso posteriore è alquanto marginato di fosco come 1’ ul- timo tratto del sesto longitudinale ; cella discoidale piccola esagonale ; nervi del margine anteriore gialli, dal quarto in poi neri. 16. Pachyrrhina crocea Lw., Berlin. Entom. Zeitschr., X. 58. 5. (1866). Staz. 168 : Dintorni di Adi Ugrì, Luglio 1901. Andreini. — Via Halibaret-Brancaga, Telimi. Risponde bene alla descrizione, come pure a quella della petiolata Macq. ; non ha però mai (nei 6 individui esaminati) la cellula pedunculata. Anche la capemis Rond. non deve esser molto diversa. L’ ipopigio è assai caratteristico, di color giallo chiaro, circondato alla base tutto all’ intorno da una fascia nera co- stituita dall’ ultimo segmento addominale ; lamella inferiore rotondeggiante, tumida, fornita alla base nel mezzo di un mucrone ottuso assai grande, ai lati del quale stanno due ciuffi di peli dorati, uno per parte; lamella superiore pic- cola quadrata ; lamelle mediane in forma di cerei, appiat- titi ed acuminati, rivolti all’ indentro uno contro l’altro. — 223 — ORTHORRHAPHA BRACHYCERA. STEATIOMYIDAE. A) Hbrmetiinae. 1. Thoracostenus pectoralis Wied., 1824, Guinea (1). B) Sarginae. 2. Chrysochlora amethystina Fabr., 1805, Is. di Francia. 3. Ptecticus elongatus Fabr., 1794, Sierra Leone, Guinea, Natal, Caf- freria, Capo. — - - affinis Big., 1888. — — posticus Wied., 1830. 4. — flavipennis Macq., 1838, Madagascar. — — flavipes Lw., 1860. 5. — natalensis Macq., 1855, Natal. 6. — palUdus Macq., 1838, Madagascar. 7. Chrysochroma calopus Big., 1879, Natal. 8. — flavomarginata Lw., 1856, Is. Maurizio. 9. — hovas Big., 1859, Madagascar. 10. — ruficornis Macq., 1845, Caffreria. 11. Sargus australis Big., 1889, Madagascar. 12. * — Chrysis Lw., 1888, Nubia. 13. * — festivus Jaenn., 1887, Abissinia. 14. — glaucus Big., 1859, Madagascar. 15. * — lateritius Bond., 1863, Madagascar, Galla. Forse è Ptecticus. 16. — limbatus Macq., 1838, Madagascar. 17. — rufibasis Walt., 1860, Natal. 18. * — tuberculatus Lw., 1855, Nubia. 19. Chloromyia bella Lw., 1866, Capo. 20. — formosa Scop., 1763, Tunisi, Algeria. 21. Microchrysa circumscripta Lw., 1856, Caffreria. 22. — obscura Big., 1891, Assinia. 23. — scutellaris Lw., 1856, Caffreria. (1) Il nome di Thorasena Macq. è da emendarsi in Thoracostenus. — 224 — C) Stratiomyinae. 24. Biastes pallipes Big., 1879, Sierra Leone. 25. — vicinus Big., 1879, Sierra Leone. 26. Hirtea Anuhis Wied., 1830, Egitto. 27. Stratiomyia cenisia Meig., 1822, Algeria. 28. — jlavolimbdta A. Costa, 1893, Tunisia. 29. — Lambessiana Big., 1879, Algeria. 30. — riparia Meig., 1822. Algeria. 31. * Cyrtopus factuosus Big., 1884, Abìssinia. 32. Odontomyia adusta Lw., 1856, Caffreria. 33. — albipennis Macq., 1831, Senegai. 34. — annulata Meig., 1822, Tunisi. 35. — anodonta Macq., 1845, Capo. 36. — bipunotata Big., 1859, Madagascar. 37. — carni/ex Gerst., 1857, Madagascar. 38. — frontalis Macq., 1838, Capo ; forse è Hoplodonta. 39. — Guerini Macq., 1838, Senegai. 40. — Umbata Meig. 1822, Algeria. 41. — limbifacies Big., 1859, Madagascar. 42. — megacepliala 01., 1811, Egitto. 43. — pulchriceps Lw., 1860, Capo. 44. — quadrinotata Lw., 1856, Mozambico. 45. — reotifasciata Macq., 1838, Capo. 46. Hoplodonta dispar Macq., 1838, Senegai. 47. — viridula Fabr., 1775, Algeria. D) Clitellariinab. 48. Oxyoera nubifera Lw., 1856, Caffreria. 49. Clitellaria flavipes Wied., 1830, Algeria. 50. — Kabylina Big., 1879, Algeria. 51. Lasiopa calva Meig., 1822, Algeria. 52. — edentula Wied., 1874, Capo. 53. — villosa Fabr., 1794, Algeria. 54. Pycnomalla auriflaa Erichs., 1841, Algeria. 55. — splendens Fabr., 1794, Algeria, Tunisia. — — rufitarsis Macq., 1838. 56. Ephippiomyia maculipennis Lw., 1860, Guinea. 57. Gobertina argentea Big., 1879, Sierra Leone. 58. — picticornis Big., 1879, Sierra Leone. 59. Nemotelus albifacies Bekc., 1902, Egitto. — 225 — 60. Nemotelus capensis Walk., 1851, Capo. 61. — dentatus Beck., 1902, Egitto. 62. — ■ dissimilis Lw., 1860, Caffreria. 63. ~ haemorrhous Lw., 1856, Caffreria, Capo. 64. — hirtulus Big., 1879, Natal. 65. — lateralis Duf., 1852, Algeria. 66. — longirostris Wied., 1874, Algeria, Marocco. — — algericus Jaenn., 1866. 67. — marinus Beek., 1902, Egitto. 68. — nigripennis Big., 1887, Capo. 69. — niloticus Macq., 1838, Egitto. — — ? fasoiatus Macq., 1834. 70. — pantherinus L. 1758, Algeria. 71. — proboscideus Lw., 1846, Tunisia. 72. — punctatus Fabr., 1781, Marocco. 73. — punotiventris Beck., 1902, Egitto. 74. — uliginosus L., 1758, Algeria. — — bifasciatus Mg., 1838. 75. — ventralis Meig., 1830, Algeria, Marocco. E) Pachygastrinab. 76. Ptatyna bastata Fabr., 1805, Guinea, Gabon. 77. Phyllophora nigra Macq., 1834, Sierra Leone, Assinia. — — Cormasa Walk., 1849. 78. Ptilocera pubiventris Rond., 1863, Capo. 79. — quadrilineata Fabr., 1794, Sierra Leone, Guinea, Cafìreria, Natal. — — natalensis Gerst., 1857. 80. * Sternobrithes tumidus Lw., 1856, Somalia, Guinea, Caffreria. 81. Diphysa maculiventris Macq., 1860, Natal. 17. Sargus chrysis Lw., Verh. zool. bot. Ver. Wìgii, Y. 136. (1855). Staz. 196: Dintorni di Adi Ugri, Agosto 1901. Andreini. » 283: Dintorni di Adi Caiè, Luglio 1902. Andreini. 18. Odontomyia xanthopus n. sp. cf. Nigra^ alhido-, in facie argenteo-pilosa, oculis nudis, anten- nis facie scutello pedibusgue luteo-rufis^ antennarum articulis —• 226 — duohus primis aeque longis^ scutelli spinis longis luteis, ahdo- mine luteo linea lata dorsali vittisque transversis segmento- rum III et IV nigris^ Jialterihus luteis, tarsorum articulis ultimis parum sed distincte dilatatis, alis hyalinis nervis an- ticis crassis luteis, tertio furcaio^ nervis discoidalibus tribus. oculis connexis^ areolis in triente infero valde mino- ribus. Long. corp. mm. 12, alar. mm. 10. Staz. 169 : Dintorni di Adi Ugri, Luglio 1901. Andreini. Pare affine a frontalis Mcq., che però secondo il Loew sarebbe una Hoplodonta. Capo grande, emisferico, più largo del torace; occhi stret- tamente congiunti, la linea di divisione fra le faccette grandi e piccole è assai netta e perfettamente orizzontale; trian- golo verticale isoscele allungato assai acuto, nero come pure è nero l’occipite ; la faccia invece, che si eleva in una carena ottusa, è di color giallo rosso, coperta di peli argen- tei; le guance e l’orlo posteriore oculare, distinto solo nella parte inferiore, sono gialli; proboscide nera, larga; le an- tenne paiono interamente gialle, ma il terzo articolo è rotto; al vertice si notano, dietro gli ocelli, alcuni peli bruni. Torace nero, fittamente punteggiato, e perciò quasi opaco, giallo solo nelle mesopleure, con folti e lunghi peli di color bianco sporco, più fitti e più bianchi sulle pleure; scudetto poco peloso; metanoto glabro, nero lucente. Addome appiattito, più largo del torace, acuminato all’estremità, con pochi peli solo alla base, col ventre interamente giallo; sul dorso si notano una larga macchia nera nel mezzo del secondo segmento, una più larga nel terzo che ne fa il se- guito dilatandosi a mo’di fascia nella parte anteriore senza però raggiungere il margine laterale; nel quarto la fascia nera è tanto larga che raggiunge il margine laterale e tutto il segmento si può dire nero con due macchiette gialle lineari al margine posteriore; il quinto è nero nel mezzo, coll’orlo — 227 — laterale e posteriore giallo ; genitali sporgenti, neri alla base colle appendici gialle e fornite di peli pallidi; le appendici sono due superiori appiattite ed una inferiore cilindrica. Piedi interamente di color giallo rosso, comprese le anche; i loro peli sono corti, scarsi, bianchi; i femori presentano al loro lato posteriore una striscia di folti ed uguali peli bianchi piuttosto lunghi, particolarmente sviluppati su quelli intermedii; i tarsi sono piatti, e distintamente dila- tati, gli anteriori quasi tutti, i posteriori verso l’apice. Squamule bianche, lungamente cigliate di bianco. 19. Odontomyia poecilopoda n. sp. $ . Nigra, antennis nigris articulis hasalibus subaequalibus, oculis nudis, scutello cum spinis rufo luteo, abdomine luteo vitta media et cittis transversis nigris, halteribus luteis, pe- dibus nigris femorum basi annuloque medio tibiarum luteis, alis paullulo infuscatis, nervis crassioribus marginis antici nigris, tertio furcato, nervis discoidalibus tribus. 2 breviter griseo-pilosa et aureo-tomentosa, capite luteo macula ocellari et maculis duabus latis in lateribus frontis nigris. Long. corp. mm. 12, alar. mm. 10,5. Staz. 291 : Dintorni di Adi Oaiè, Settembre 1902. An- dreini. E pure affine alla frontalis Mcq., ma ne differisce per il terzo nervo forcato e pel colore dei piedi; non può asso- lutamente esser la femmina della precedente specie, per quanto non ne sia molto diversa per forma e colorazione. Capo più largo del torace; occhi piccoli, triangolari in alto ; orlo oculare piuttosto largo, giallo ; occipite nero nel mezzo ; frohte larga, con un largo solco trasversale dietro le antenne ed uno più stretto longitudinale mediano; le due macchie nere frontali presso la base delle antenne si — 228 — 1 toccano fra di loro, e nel loro mezzo si nota una larga depressione coperta di peli adagiati bianchicci ; la faccia è interamente gialla, assai elevata nel mezzo, con peli bian- chi ; guancie pure gialle ; proboscide grossa nera ; antenne nere (il terzo articolo manca), il primo articolo alquanto più lungo del secondo. Torace nero, punteggiato sul dorso, con corti peli cenerini e tomento dorato, i fianchi sono gialli con peli bianchi più folti e lunghi ; rosso- gialli sono pure i calli posteriori ai lati dello scudetto. Spine scutel- lari mediocremente lunghe, coll’apice estremo nero ; meta- noto nero. Addome assai largo, arrotondato, con corti peli alla base, col ventre interamente giallo; sul dorso vi è una larga fascia nera mediana, a cui si aggiungono due fascie nere estese fino all’orlo laterale sul terzo e sul quarto seg- mento; il quinto segmento è tutto nero, meno uno stretto orlo laterale ed una più larga orlatura, dilatata nel mezzo, al margine posteriore. La colorazione dei piedi è assai netta e spiccata, ed i loro peli sono corti e bianchi; anche e tro- canteri neri ; i femori mediani presentano verso l’apice un ciuffo di peli più lunghi al margine posteriore ; unghiette nere, ma colla base gialla; pulvilli gialli. Squamule bianche e lungamente cigliate di bianco. 20. Hoplodonta impar n. sp. $ • Nigra, ahdomine flavo-viridi vitta media lata nigra plus minusm dilatata^ Jialterum capitalo viridi^ aculis nudis^ an- tennarum articulis duohus primis aequalihus, alis hyalinis, nervis crassioribus luteis, cellula discoidali perparva^ nervo tertio simplici, discoidalihus duohus tantum, squamulis alhis et alhociliatis. capite cum antennis toto nigro, oculis magnis connexis areolis superis majorihus, ihorace pilis longis griseis induto, scutello nigro spinis tantum luteis, pedihus luteis coxis tro- — 229 — chanteribus femorihus praeter apicem annulo medio tihiarum tarsorumque articulis ultimis nigris. $ capite curri antennis tota luteo maculis ocellari et oc- cipitalibus tantum nigris, oculis parvis late remotis, fronte lata sulciolo medio longitudinali et sulcis duobus transversis ad antennarum basin et ante ocellos^ thorace aureo tomentoso pilis nullis, scutelli margine postico late luteo, pedibus cum coxis omnino luteis. Long. corp. mm. 8-9,5, alar. mm. 7, 5-8, 5. Staz. 109 : Dintorni di Adi Ugri, Luglio 1901. An- dreini. 2 Staz. 107 : Enda-Abba-Matà, 8 Griugno 1901, sull© rive di un ruscello, falciando. Andreini. 2 Staz. 289 : Dintorni di Adì Caiè, Agosto 1902. An- dreini. 2 Staz. 291 : come sopra, Settembre 1902. Andreini. E una specie affine alla dispar Macq., © come questa as- sai diversamente colorata nei due sessi ; io sospetto che si possa trattare di due specie differenti, © perciò li descrivo qui separatamente. Per le nervature alari è una vera Ho- plodonta affine alla nostra viridula ; il primo dei nervi uscenti dalla cella discoidale è appena accennato alla sua base ; la macchia stigmatica è gialla. Maschio. Triangolo verticale nero con peli neri, nella parte posteriore fulvi ; anche lungo la striscia lineare fra gli occhi si notano lunghi peli neri fin verso il suo mezzo ; faccia nera lucente assai convessa con lunghi peli bianchi ai lati ; proboscide nera grossa ; antenne nere, i due arti- coli basali lucenti, il terzo opaco cenerino ottuso all’estre- mità. Torace interamente nero, punteggiato, con lunghi li fulvi sul dorso, bianchi sui lati ; anche lo scudetto porta lunghi peli. Addome fornito alla base di peli lunghi, di color giallo verde, infoscato verso l’apice anche sul ventre ; striscia mediana nera dilatata alla base ©d all’apice ; orlo — 230 — del quinto segmento giallo. Peli dei piedi bianchi, corti, tranne in una striscia al margine posteriore dei femori, specialmente intermedi, dove sono lunghi. Femmina. Capo largo, giallo, con orlo postoculare giallo sviluppato, nudo_, solo ai lati della faccia ed al mento si notano alcuni peli bianchi ; terzo articolo delle antenne mancante ; proboscide nera grossa ; occhi piccoli, triango- lari ; solchi frontali assai marcati. Torace nero sul dorso e sul petto, giallo sui lati, senza peli eretti, con fitto e lungo tomento adagiato di colore aureo, argentino sui fian- chi ; anche lo scudetto porta lo stesso tomento, le sue spine sono gialle. Il ventre è interamente giallo-verde ; la striscia nera dorsale è più irregolare, non dilatata alla base, den- tata lateralmente all’orlo dei segmenti ed arrotondata ai- fi indietro ; l’orlo dell’addome è però tutto giallo, più o meno largamente. Piedi interamente gialli, solo le unghiette sono nere alla estremità; peli brevi, più sviluppati al solito sul lato posteriore dei femori mediani. 21. Oxycera abyssinica n. sp. $ Nigra^ nitidiuscula, punctulata^ antennis capitisque macu- lis^ scutelli margine postico cum spinis praeter apicem., limbo et macula apicali abdominis., coxis femoribusque totis tibia- rum et tarsorum. quatuor posticorum basi albo-luteis^ hal- teribus albidìs, oculis pilosis, alis hyalinis macula stigmatica lutea., nervo tertio simplici. 5 fronte lata nigra, maculis duobus lateralibus^ facie al- bopilosa limbo laterali ad oculorum margines., maculaque utrinque verticali pone oculorum angulos superos, albidts. Long. corp. mm. 5, alar. mm. 5. Staz. 291 : Dintorni di Adi Caie, Settembre 1902. An- dreini. — 231 — Specie assai distinta, particolarmente per la colorazione dei piedi. Occhi rotondi, grandi, con peli chiari radi ma lunghetti; orlatura oculare assai larga, nera, meno i due angoli supe- riori che presentano una macchia triangolare bianchiccia ; 1’ orlo inferiore è argenteo e con lunghi p eli bianchi ; lo stretto orlo bianco dei lati della faccia sale sopra la base delle antenne fin quasi a metà della fronte ; il terzo arti- colo delle antenne manca ; proboscide gialla ; fronte e ver- tice con peli fìtti come quelli della faccia. Torace intera- mente nero, meno uno stretto orlo bianco che va dai calli omerali alla radice delle ali ; esso presenta peli eretti luridi piuttosto lunghi ma non fìtti, ed oltre a ciò un rado e corto tomento aureo. Lo scudetto è nero, punteggiato e peloso come il torace ; orlo posteriore e spine di color giallo chiaro ; queste ultime, che sono assai lunghe, hanno la punta nera. Bilanceri bianchicci, col peduncolo infoscato ; squamule in- foscate. Addome arrotondato, assai ristretto alla base, nero lucidetto punteggiato, con peluria corta di color grigio - bianco, con macchia apicaie bianchiccia semilunare, disgiunta dall’orlatura bianca laterale, che comincia solo al margine anteriore del terzo segmento ; ventre nero, con orlo chiaro in corrispondenza di quello del dorso, e con faccia trasver- sale bianchiccia all’ orlo posteriore del terzo e del quarto segmento. Piedi robusti, con peli brevi e scarsi ; assai ca- ratteristica la colorazione delle tibie e dei tarsi : tibie an- teriori meno la base e tarsi relativi interamente neri; tibie intermedie nere all’apice ed al lato superiore, tarsi relativi coi due articoli basali gialli e i tre apicali neri; tibie po- steriori interamente nere, colla base angustamente gialla, tarsi relativi coi due articoli basali gialli. Ali coi nervi basali ed anteriori grossi e gialli, i rimanenti spurii ; cella discoidale emettente quattro nervi. 22. CliteJlaria argenteofascìata n. sp. $ Nigra, punctulata^ griseo-pilosa., abdomine vittis trans versis pilorum argenteorum quarum tertìa integra et limbo laterali anguste rufescente, pedibus nigris femorum basi geniculis tar- sisque alboluteiSf Tialteribus albis, scutelli spinis parvis late- ralibus pilosis^ alis grisescentibus nervis luteo-fuscis. 5 thorace parce aureo-tomentoso, antennarum articulo tertio crasso elongato quadrisulciolato. Long. corp. mm. 7,9, alar. mm. 7. Staz. 169: DiutorDi di Adi Ugri, Luglio 1901. . Andreini. Specie assai interessante, affine per molti riguardi alla flavipes Wied., dalla quale differisce però per il colore dei piedi e per le fascie argentee dell’addome. Sarebbe affine alla rufitarsis Macq., che da molti è ritenuta esser il ma- schio della precedente; ma a giudicare dalla figura data dal Macquast nell’opera del Lucas sull’Algeria, mi sembra che questa ultima sia da mettersi fra i sinonimi della Rgc- nomalla splendens Fabr.^ che è nota finora sola dell’Europa meridionale (Spagna), ma di cui io possiedo esemplari rac- colti a Tunisi dal Dott. Magretti. Una rassomiglianza in- vero meravigliosa ha la specie qui descritta colla Gl. subu- lata Lw. dell’America settentrionale, di cui posseggo vari esemplari dell’ Ohio. Occhi al di sopra con peli bruni, bianchi invece nella parte inferiore ; fronte e faccia con fitti peli di color bianco - grigio, vertice e regione ocellare con peli neri ; orlo poste- riore degli occhi bianco-argentino ; antenne infere, di color rosso scuro, con stilo nero, terzo articolo assai ingrossato, ovale, con quattro solchi. Torace nero, coi calli omerali angustamenti rossi, coperto di peli grigi corti, più lunghi sui fianchi, e con rado tomento aureo ; cosi lo scudetto, che presenta piccole spine laterali nere e pelose. Squamule bian - che e cigliate di bianco ; bilanceri bianchi, addome nero, rotondo, convesso, punteggiato, alquanto lucente, con stretta orlatura di color rosso scuro al margine laterale ; sono no- tevoli le fascie trasversali assai distinte di corti peli argen- tini, di cui quella del secondo segmento è largamente emar- ginata nel mezzo anteriormente, nel terzo si notano solo due macchie isolate sui lati, nel quarto la fascia è larga e continua, il quinto ha una larga macchia triangolare. Ven- tre nero, con peli bianco-argentini uguali. Anche nere, il loro apice ed i trocanteri gialli ; femori neri colla base e l’apice gialli; tibie gialle alla base, colla metà apicalenera; tarsi gialli, gli anteriori neri al disopra ; peli bianchi, spe- cialmente abbondanti sulla parte posteriore dei femori in- termedii. Ali grigiastre, con tutti i nervi robusti e giallo- scuri ; terzo nervo infoscato ; cella discoidale emettente quattro nervi. 23. Sternobrithes tutnidus Lw., Òfvers. vet. Acad. Fòrh. XIII. 264. 13. (1856) et Diptfaun. Sudafr. 12. (84) 1. t. T. I 3-7. (1860) ; Johns., Proc. Ac. Philad. 1898. 157. (1898). Staz. 169 : Dintorni di Adi Ugrì, Luglio 1901. Andreini. Un esemplare di questa interessantissima specie che pare diffusa per tutta la regione etiopica. Le lunghe antenne sono nere cogli articoli basali gial- licci; molto spiccato il colore bianco degli articoli basali dei tarsi. Peli degli occhi cenerini. Nel resto è conforme alla descrizione e figura datane dal Loew. XYLOPHAGIDAE. 1. Xylomyia caffra Big., 1879, Sierra Leone. 2. — nigritihialis Macq., 1838, Canarie. 3. — rufiventris Big., 1879, Natal. 4. — varicolor Big., 1891, Canarie. TABANIDAE. A) Pangoniinae. 1. Chrysops calida Walk., 1848, Capo. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. * 17. 18. cUiarts Lw., 1857, Caffreria. confluens Lw., 1857, Capo. dimìdiata Wulp., 1885, Africa merid. occid. fenestrata Fabr., 1794, Algeria. fusGÌpennis Rie., 1902, Mashona. fusca Rie., 1902, Natal e Delagoa. laniger Lw., 1860, Capo. longieornis Macq., 1838, Senegai, Natal, Capo, Zanzibar, Sierra Leone. madagaseariensis Rie., 1902, Madagascar. marmorata Rossi, 1790, Algeria. - Natalis Macq., 1845, Natal, Capo. - ohlìquefasciata Macq., 1838, Capo. - perspiciUaris Lw., 1856, Algeria. - stigmaticalis Lw., 1857, Somalia, Caffreria, Pretoria. - tarsalis Walk., 1848, Rie., 1902, Sierra Leone. - trimaoulata Big., 1902, Senegai. 19. Mycteromyia elegans Big., 1892, Capo. 20. — ensata Big., 1892, Capo. 21. Pronopes nigricans Lw., 1857, Capo. 22. Cadicera chrysostigma Wied., 1878, Capo. 23. — crassipalpis Macq., 1838, Capo. 24. — melanopyga Wied., 1819, Capo. 25. — nigrescens Rie., 1900, Africa centi*, inglese. 26. — ruhromargìnata Macq., 1855, Rie., 1900, Africa merid. 27. Pangonia adjuneta Walk., 1848, Capo. 28. 29. 30. Sl.-^*- 32. * 33. albifrons Big., 1892, Capo. alboatra., Walk., 1850. Capo. Alluaudi Gigi. Tos, 1895, Is. Seiscelle. — angulata Fabr., 1805, Capo, Somalia. — obesa Walk., 1850. appendiculata Macq., 1838, Capo, aterrima Duf., 1851, Algeria. Somalia. — 235 34. Pangonia atricornis Wied., 1828, Capo. 35. 36. 37. * 38. 39. 40. 41. 42. * 43. 44. 45. 46. 47. 48. 49. 50. 51. 52. 53. 54. 55. 56. * 57. 58. 59. 60. 61. 62. 63. 64. 65. * 66. 67. 68. 69. 70. — cingulata Wied., 1838. — barbata L., 1764, Capo. — basalis Macq., 1847, Algeria ? — Beckeri Bezzi, 1901, Eritrea, Somalia. — — tricolor Austen, 1900, nec Walk., 1848. — biciausa Lw., 1857, Caffreria, Pretoria. — bifasciata Wied., 1821, Capo. — brachyrrhyncha Big., 1892, Capo. ^ — brevis Lw., 1863, Transvaal. — BriccTiettii Bezzi, 1892, Somalia. — brunnipennis Lw., 1857, Caffreria, Natal. — buttata Will., 1895, Capo. — caffra Macq., 1847, Capo. — chrysopila Macq., 1834, Africa merid.. Pretoria. — Gonjuncta Walk., 1848, Capo. — directa Walk., 1850, Capo. — flavipes Macq., 1838, Capo. — f alvif ascia Walk., 1848, Capo. — funebris Macq., 1846, Algeria. — gulosa Wied., 1828, Capo. — lateralis Fabr., 1805, Capo. — leucomelas Wied., 1828, Capo. — maculata Fabr., 1805, Algeria. — Magrettii Bezzi, 1901, Eritrea. — marginata Fabr., 1805, Algeria. — multifaria Walk., 1848, Capo. — — multifascia Rie., 1900. — nobilis Wied., 1830, Capo. — pallidipennis Rie., 1900, Delagoa. — parva Walk., 1848, Capo. — ramuUjera Lw., 1863, Transvaal. — Rondami Bertol., 1862, Mozambico. — rostrata L., 1764, Capo. — — lineata Fabr. — Ruppellii Jaenn., 1867, Abissini a. — semilivida Big., 1891, Assinia. 1834, Senegai,? Algeri. 1848, Capo. senegalensis Macq., sexfasciata Walk., spiloptera Wied., 1824, Capo. suavis Lw., 1857, Capo, Caffreria, Transvaal. Anno XXXVII. 16 — 236 — 71. Pangonia suhfascia Walk., 1854, Natal, Durban, Capo. 72. -- subfasciata Walk., 1870, Sinai. 73. — thoracica Wied., 1828, Capo. 74. — umbratipennis Rie., 1900, Africa merid. 75. — varicolor Wied., 1828, Capo, Caffreria, Natal, Transvaal. 76. — zigzag Macq., 1855, Madagascar. 77. — zonata Walk., 1870, Arabia. 78. BMnomyza denticornis Wied., 1828, Capo, Natal, Caffreria, Tran- svaal. — — binotata Macq., 1838. 79. — costata Lw., 1860, Capo. 80. — edentula Wied., 1828, Capo. — — eristaloides Macq. 81. — pusilla Schin., 1868, Capo. 82. Silvius appendiculatus Macq., 1846, Algeria. — — ? algirus Meig., 1830- 83. — bicolor Big., 1892, Marocco. 84. — Gonfluens Lw., 1857, Caffreria. 85. — Guneatus Lw., 1857, Caffreria. 86. — decipiens Lw., 1857, Caffreria, Natal. — — ? decorus Macq., 1850. 87. — glandicolor Lw., 1857, Caffreria, Natal. 88. — innotatus Karsch, 1887, Africa orient. 89. — longirostris Big., 1859, Madagascar. 90. — maroccanus Big., 1892, Marocco. 91. — oestroides Karsch., 1887, Africa orient. 92. — pertusus Lw., 1857, Caffreria. Hinea flavipes Adams, 1905, Bodesia. B) Tabaninae. 93. * Haematopota alhohirta Karsch, 1887, Kert., 1900, Africa orien- tale, Somalia. 94. — histrigata Lw., 1857, Caffreria, Capo. 95. — circumsGripta Lw., 1857, Caffreria. 96. — cordigera Big., 1891, Assinia. 97. — decora Walk., 1856, Africa merid. 98. — dorsalis Lw., 1857, Caffreria. 99. — duplicata Lw., 1857, Capo. 100. — guineensis Big., 1892, Africa occid., Assinia. 101. — hieroglypìiica Gerst., 1869, Zanzibar. 102. — imhrium Wied., 1828, Africa merid. 103. Haematopota inappendiculata Big., 1858, Gabon. 104.* — maculipleura Karsch, 1887, Somalia, Africa orìent. 105.* — meteorica Corti, 1895, Galla. 106. — obsGura Lw., 1857, Caifreria, Capo. 107. — ocellata Wied., 1819, Capo. 108. — pluvialis L., 1758, Algeria. 109. ~ recurrens Lvv., 1857, Capo. 110. — ruficornis Macq., 1845, Natal. 111. — scutellaria Lw., 1857, Caffreria. 112. — strigipennis Karsch, 1889, Gabon. 113. — variegata Fabr., 1805, Marocco. 114. — vittata Lw., 1860, Caffreria. 115. Tabanus agrestis Wied., 1828, Egitto. 116. — agricola Wied., 1828, Egitto. 117. — albicans Macq., 1834, Senegai. 118. — albicans (bis) Macq., 1839, Senegai. 119. — albifacies Lw., 1856, Egitto. 120. — albipalpus Walk., 1850, Gambia. 121. — albipectus Big., 1859, Mada^gascar. 122. — albitibialis Macq., 1838, Madagascar. 123. — alexandrinus Wied., 1830, Egitto, Tunisi, Algeria. — — carbonatus Macq., 1836. 124. — algirus Macq., 1839, Algeria. 125. — arabicus Macq., 1839, Arabia. 126. — ater Rossi, 1790, Algeria. — — moria Meig., 1804. 127. — atrimanus Lw., 1857, Caffreria. 128. — atripes Wulp, 1885, Africa occid. 129. — auripunctatus Macq., 1839, Algeria. 130. — autumnalis L., 1758, Tunisi, Algeria. 131. — barbarus Coqueb., 1804, Marocco. — — maroGcanus Fabr., 1805. — — taurinus Meig., 1804. 132. — batnensis Big., 1892, Algeria. 133. — biguttatus Wied 1830, Africa orient. e merid. — — cerberus Walk., 1848. — — cilipes Macq., 1838. — — noctis Walk., 1850. — — tripunctifer Walk., 1854. 134. — bipartitus Walk,, 1856, Africa mer. 135. — bipunctatus Wulp, 1885, Africa orient. ed occid. — 238 — 136. Tabanus bovinus L., 1758, Lw., 1858, Algeria, Caffreria. 137. _ bromius L., 1758, Algeria. 138. — calopsis Big., 1892, Algeria. 139. — camaronensis Big., 1892, Madera. 140. — canus Karsch, 1879, Africa occid. 141. — capensù Wied., 1821, Capo. 142. — cereolus Big., 1897, Africa orient. 143. — Gombustus Big., 1891, Assinia. 144. — Gonformis Walk., 1848, Congo. 145. — Gorax Lw., 1863, Transvaal. 146. Gordiger Meig., 1820, Algeria. 147. — Deyrollei Big., 1858, G-abon. 148.=^' — ditaeniatus Macq., 1838, Is. di Francia, Somalia. 149. — diurnus Walk., 1850, Capo. 150.* — dorsivìtta Walk., J854, Cambia, Uganda, Sudan. 151. — dorsomaGulatus Macq., 1847, Algeria. 152. — Eatoni Bic., 1905, Algeria. 153. — exclamationis Giard., 1900, Angola. 154. — fallax Macq., 1845, Caffreria. 155. — fascìatus Fabr., 1775, Sierra Leone. 156. — fezianus Big., 1892, Marocco. 157. — fraternus Macq., 1845, Caffreria. 158. — fulvianus Lw., 1857, Caffreria. 159. — falvus Meig., 1820, Algeri. 160. — fusGinervis Macq., 1839, Capo. 161. — gabonensis Macq., 1855, Gabon. 162. — gratus Lw., 1857, Caffreria, Africa orient. 163. — guineensis Wied., 1824, Guinea. 164. — hebes Walk., 1848, Capo. 165. — hypoleucus Big., 1891, Assinia. 166. — imbeGÌllus Karsch, 1887, Africa orient. 167. — impurus Karsch, 1887, Africa orient. 168. — infans Walk., 1850, Capo. 169. — mfestans Macq., 1847, Algeri. 170. — inhambanensis Bertol., 1861, Mozambico. 171. — insignis Lw., 1857, Caffreria. 172. — intermedius Egg., 1859, Egitto. 173. — laevifrons Lw., 1860, Capo. 174. — latipes Macq., 1838, Senegai, Natal, Capo, Mozambico. — — afrÌGanus Gray ap. Rie. 1900. — — fenestratus Walk., 1850. — 239 — Tabanus leonum Big., 1892, Sierra Leone. — Letourneuxi Big., 1892, Algeria. — leucaspis Wulp, 1885, nec Wied. 1828, Africa occid. — leuGostomus Lw., 1860, Caffreria. — longìtudinalis Lw., 1852, Mozambico. — lunulatus Fabr., 1794, Algeria. — — lunatus Fabr. op. Lw., 1860. — luteolus Lw., 1857, Caffreria. — maerodonta Macq., 1839, Capo. — macrops Walk., 1848, Egitto. — macularis Fabr., 1794, Marocco, Algeria. — maculatissimus Macq., 1838, Eritrea, Somalia, Capo. — mitidjensis Macq., 1839, Algeria. — multipunctatus Wulp., 1885, Africa merid. occid. — Namaquinus Big,, 1892, Natal. — nanus Wied., 1821, Capo. — nemoralis Meig., 1820, Algeria. — nigrifer Walk., 1871, Sinai. — nigritus Fabr., 1794, Algeria. — — carhonarius Meig., 1820. — nigroMrtus Bic., 1900, Africa merid. — nigromaculatus B-ic., 1900, Pretoria. — nìveipalpis Big., 1892, Capo. — notarum Big., 1891, Assinia. — nyasae Bic., 1900, Africa centr. — obliquemaculatus Macq., 1838, Capo. — obscuresUgmatus Big., 1859, Madagascar. — pallescens Walk., 1871, Arabia. — par Walk., 1850, Natal. - — pervasus Walk., 1850, Africa occid. — Fiuto Walk., 1848, Sierra Leone. — politus Walk., 1871, Arabia. Psusennù Jaenn., 1867, Abissinia. pulchellus Lw., 1858, Algeria. rufescens Kert., 1900, Capo. — rufioeps Big. 1892, nec Fabr., 1805. ruficrus Pai. Beauv., 1805-21, Africa conti*, ed occid. — rufipes Wied., 1828. rufipes Macq. 1838 nec Wied., 1828, Capo. rusticus Fabr., 1781, Algeria. Roussellii Macq., 1839. 175. 176. 177. 178. 179. 180. 181. 182. 183. 184. 185. ^ 186. 187. 188. 189. 190. 191. 192. 193. 194. 195. 196. 197. 198. 199. 200. 201. 202. 203. 204. 205. 206. 207, 208. — 209. — 210. — H! — 240 — 211.* Tdbanus sagittarius Macq., 1838, Capo, Caifreria, Mozambico, 212. 213. 214. 215. 216. 217. 218. 219.* 219’’‘®. 220.* 221. 222. 223. 224. 224‘’‘* 225. 226. 227. 228. 229. 230. 231. 232. 233. 234. 235. 236. 237. 238. 239. 240. Adua. — — serratus Lw., 1857. — — soeius Walk., 1848. — secedens Walk., 1854, Africa occid. et merid. — — ? rubiGundus Walk., 1848. — — tìhialis Walk., 1848 nec Macq., 1845. — sequens Walk., 1850, Is. Rodriguez. — serìceiventris Lw., 1887, Kert., 1900, Caffreria, Tran- sva al. — siccus Walk., 1850, Egitto. — soGialis Walk., 1850, Capo. — stigma Walk., Africa mer. — strigiventris Lw., 1857, Caffreria. — subelongatus Macq., 1845, Capo, Caffreria, Mozambico, Somalia. — — var. proximus Corti, 1895, Galla. — sudanÌGUs Cazalb., 1904, Sudan. — sufis Jaenn., Egitto, Nubia, Senegai. — sugens Wied., 1828, Guinea. — sulGipalpus Lw., 1857, Caffreria. — taeniatus Macq., 1834, Capo. — taeniola Pai. Beauv., 1805-21, Africa occid. — tarsalis Adams, 1905, Rodesia. — temperatus Walk., 1850, Africa merid. — tenuicornis Macq., 1838, Capo. — terminalis Walk., 1871, Sinai. — testaGeiventris Macq., 1867, Africa. — testaGGus Forsk., 1775, Arabia. — thoraGÌnus Pai. Beauv., 1805-21, Africa occid., Guinea. — tibialis Macq., 1845, Algeria. — tomentosus Macq., 1845, Algeria. — — apiarius Jaenn., 1866. — trÌGhoGerus Big., 1892, Marocco. — trisignatus Lw., 1857, Caffreria, Mozambico, Pungo Andongo. — ? tropzGus Meig., 1820, Tunisi (A. Costa). — umbrinus Meig., 1820, Algeria. — uniGÌnGtus Lw., 1856, Egitto. — unifasciatus Lw., 1858, Egitto. — unìUneatus Lw., 1852, Mozambico. — unimaGulatus Macq., 1834, Senegai. 241. Tabanus ustus Walk., 1854, Capo. 242. — variabìUs Lw., 1857, Caffreria. 243. — vexans Lw., 1860, Capo. 244. — mllosus Macq., 1839, Algeria. 245. — vittatus Fabr., 1794, Marocco. 246. — zoulouensù Big., 1892, Capo. 24. Pangonia Magrettii Bezzi, Bull. Soc. entom. ital., XXXIII. 5. 2. (1901). Una femmina di Dongollo, Tellini. 25. Chrysops stigmaticalis Lw., Òfvers. vet. Acad. Fórh. XIV. 338. 11. (1857) et Diptf. Slidafr. 29 (101) 3. t. 1. f. 18. (1860); Johns., Proo. Acad. Philad., 1898. 157. (1898) ; Bicardo, Ann. Mag. Nat. Hist. (7) VI. 163 (1900) e (7) IX. 368. (1902). Strada Asmara-Keren, Tellini. E una varietà distinta pei calli neri della faccia assai stretti e non confluenti, e per le tibie anteriori interamente rosso-gialle. 26. Haemapota cfr. ocellata Wied. Staz. 299 : Dintorni di Adì Caie, Ottobre 1902. Andreini. E affine alla pluvialis^ ma distinta per diverse particola- rità nella colorazione alare. 27. Haematopota meteorica Corti, Ann. Mus. civ. Genova (2) XV. 131. 2. (1895). Staz. 169 : Dintorni di Adi Ugri, Luglio 1901. Andreini. 28. Tabanus sp. Staz. 196 : Dintorni di Adi Ugri, Agosto 1901. Andreini. Una femmina mal conservata, che si avvicina al nostro rusticus Eabr.. Striscia frontale con due macchie rotonde nere ; tubercolo ocellare nullo ; antenne rosse col terzo ar- ticolo infoscato ; addome grigio, anche sul ventre, con in- distinte macchie rosse ai lati del secondo segmento. Femori neri coll’apice giallo ; tibie anteriori largamente nere al- l’estremità, tarsi anteriori neri. Ali coi nervi gialli ; ramo superiore della forca del terzo nervo con lunga appendice alla base. 29. Tabanus fraternus Macq., Dipt. exot. Suppl. I. 31 (159) 61 (1845) ; Walk., List. Dipt. brit. Mus., V. 232. 335. (1854). Staz. : Dintorni di Adì Ugri, Maggio 1901. Andreini. E un po’ più piccolo delle dimensioni date dal Macquart ; il torace si può dire rosso con strisce nere. LEPTIDIDAE. 1 Lam'promyia canariensìs Macq., 1838, Canarie. 2. — cylindrica Fabr., 1794, Algeria. — — funebris Duf., 1849. 3. — 'pallida Macq., 1835, Algeria. — — Mihiì March al, 1897. 4. — sericea Westw., 1876, Africa merid. 5. Atherix longipes Lw., 1863, Transvaal. 6. Leptis tringaria L., 1758, Algeria. 7. Chrysopilus fulvidus Big., 1891, Assinia. 8. — testaceus Lw., 1857, Cafireria. AOEOCERIDAE. 1. * Pterodontia Smithi Johns., 1898, Somalia. 2. Oncodes caffer Lw., 1857. Caffreria. 3. — gibbosus L., ? Algeria. 4. — limbatus Big., 1888, nec Meig., 1822, Tunisia. 5. Cyrtus dentatus Macq., 1839, Algeria. 6. — gibbus Fabr., 1795, Algeria. 7. __ orbifer Walk., 1860, Natal. — 243 — 8. Psiloderà hipunctata 1819, Capo. — — flavieornis Maoq., 1839. 9. — cingulata Lw., 1860, Capo. 10. — fasciata Wied., 1819, Capo. — — capensis Gray, 11. — valida Wied., 1830, Caffreria, Capo. — — a finis Westw., 1859. 12. Thyllis compressa Er., 1840, Capo. 13. — crassa Fabr., 1805, Capo. 14. — obesa Er., 1840, Capo. 15. — turgida Er., 1840, Capo. 16. Physegaster maculatus Macq., 1849, Algeria. NEMESTRINIDAE. 1. Atriadops vespertilio Lw., 1858, Caffreria, Africa occident. — — africana Wand., 1897. 2. Symmictus costatus Lw., 1857, Caffreria, Africa sett. - — — flavopilosus Big., 1885. 3. Fallenia fasciata Fabr., 1805, Tanisi. 4. Prosoeca Westermanni Wied., 1821, Capo, Africa mer. 5. — sp. ind.^ Rie., 1901, Africa mer. 6. Nemestrina ahdominalis 01., 1811, Egitto, Tunisia. — — Osiris Wied., 1828. 7. — accincta Wied., 1830, Capo. 8. — aegyptiaca Wied., 1828, Egitto. 9. — atra 01., 1811, Egitto, Tunisi. — nigra Wied., 1828. 10. — hrevirostris Wied., 1821, Capo. 11. — cincta Macq.; 1840, Arabia. 12. — fasciata 01., 1811, nec Fabr., 1805, Egitto. 13. — fascifrons Big., 1888, Tunisìa. 14. — fusca Lw., 1860, Caffreria. 15. — longipennis Lw., 1857, Capo. 16. — longirostris Wied., 1819, Capo. 17. — macularis Wied., 1828, Capo. 18. — reticulata Latr., 1805, Egitto. 19. — ruficornis Macq., 1840, Egitto. 20. — rufipes 01., 1811, Egitto. — — lateralis Wied., 1828. — 244 21. Nemestrina variabìlis Lw., 1857, Caffreria. 22. — variegata Lw., 1857, Capo. 23. Rhynohocephalus caucasicus Fisch., 1806, Egitto. — — analis 01., 1811. — — fasciatus Macq., 1834. 24. Hermoneura atra Macq., 1845, Capo. 25. — longirostrìs Macq., 1845, Capo. BOMBYLIIDAE. A) Bombyliixab. 1. Triplasius hivittatus Lw., 1855, Capo. 2. Bomhylius alhiventris Macq., 1840, Capo. 3. * — analis Fabr., 1794, Nubia, Eritrea, Pungo Andongo, Capo, Caffreria, Sierra Leone. — — disGoideus Fabr., 1794. — — suffusus Walk,, 1849. — — thoraGÌGus Fabr., 1805. 4. — argentatus Fabr., 1805, Guinea. 5. — argentifer Walk., 1849, Capo. 6. — ater L., 1758, Egitto, ? Is. di Francia. 7. — aurantiaeus Macq., 1840, Capo. 8. — hoghariensis Lue., 1882, Algeria. 9. — capensis L., 1767, Capo. 10. — cineraseens Mikn., 1796, Egitto. 11. — elaripennis Macq., 1840, Madagascar. 12. — Goncolor Mikn., 1796, Algeria. 13. — Gonsanguineus Macq., 1840, Algeria. 14. — GruGÌatus Fabr., 1798, Algeria. 15. — deliGatus Wied., 1830, Capo, Caffreria. 16. — elegans Wied., 1828, Capo, Loauda. 17. * — erythrocerus Bezzi, 1901, Eritrea. 18. — exiguus Walk., 1871, Arabia. 19. — flaviGeps Macq., 1840, Africa occid. 20. — flavipes Wied., 1828, Egitto. 21. — flavus Macq., 1840, Capo. 22. — fulvonotatus' Wied., 1819, Capo, Caffreria. 23. — furiosus Walk., 1860, Natal. 24. — fusGus Fabr., 1781, Africa sett. 25. — hirtus Lw., 1860, Capo. — 245 — 26. Bombylius hypoleucus Wied., 1821, Capo. 27. — hypoxanthus Lw., 1863, Trans vaal. 28. — ìmpurus Lw., 1863, Trans vaal. 29. — lateralis Fabr., 1805, Capo. 30. — leucopygus Macq., 1849, Algeria. 31. — limbipennis Macq., 1840, ? Africa. 32. — macuUpennis Macq., 1849, Algeria. 33. — major L., 1758, Algeria, Tunisia. 34. — medius L., 1758, Algeria, Tunisia. 35. — melanurus Lw., 1860, Capo. 36. — micans Fabr., 1798, Capo. 37. — micans Macq., 1840 nec. Fabr., Capo. 38. — minor L., 1751, Tunisia. 39. — miscens Walk., 1871, Arabia. 40. — modestus Lw., 1855, Egitto. 41. — molitor Wied., 1830, Capo. 42. — mundus Lw., 1863, Transvaal. 43. * — Neithokris Jaenn., 1867, Abissini a. 44. — nirifrons Walk., 1871, Egitto. 45. — numida Macq., 1849, Algeria. 46. — ornatus Wied., 1828, Capo, Transvaal, Mozambico, Congo. 47. — pallidulus Walk., 1849, Sierra Leone, Egitto. 48. — paterculus Walk., 1852, Capo. 49. — pumilus Meig., 1870, Algeria. 50. — punctatus Fabr., 1794, Algeria. 51. — ruficeps Macq., 1840, Capo. 52. — rufiventris Macq., 1845, Natal. 53. — rufus Macq., 1840, Capo. 54. — senegàlensis Macq., 1840, Senegai. 55. — Servillei Macq., 1840, Capo. 56. — vagans Meig., 1830, Tangeri. 57. — versicolor Fabr., 1805, Marocco. 58. Peringueyimyia capensis Big., 1886, Capo. 59. Siryrophanus Homeyeri Karscb, 1886, Pungo Andongo. 60. * Eurycarenus latixps Lw., 1852, Mozambico, CafPreria, Transvaal, Somalia. — — latifrons Lw., 1863. 61. — ? pachyceratus Big., 1892, Capo. 62. Legnotomyai striata Bischof, 1903, Africa orient. 63. Systoechus acuticornis Macq., 1840, Egitto. 64. — albicans Macq., 1869, Algeria. — 246 — 65. Systoechus alhidus Lw., 1860, CafFreria, Transvaal, Pungo Andongo. 66. — argyropygus Macq., 1849, nec Wied, 1821, Algeria. 67. — hrunnipennis Lw., 1852, Mozambico. 68. — canus Macq., 1840, ? Africa. 69. — cermnus Lw. 1860, Caffreria. 70. — fasciculatus Macq. , 1840, ? Africa seti. 71. — ferrugineus Macq., 1834, Senegal, Africa orient. 72. — fuUgineus Lw., 1863, Transvaal. 73. — latifrom Macq., 1838, Canarie, Capo. 74. — mixtus Wied., 1821, Capo. — scutellaris Wied., 1828. — — scutellatus Macq., 1840. 75. — nigriharhus Lw., 1852, Mozambico. 76. — nigripes Lw., 1863, Transvaal. 77. — retrogradus Beck., 1902, Egitto, Sahara. 78. ■ — ruhricosus Wied., 1871, Capo. 79. — simplex Lw., 1860, Capo, Africa orient. 80. — stylÌGornis Macq., 1834, Senegai, Capo. 81. Adelidea anomala Wied., 1821, Capo. — — fuscipennis Macq., 1860. 82. Dìsehistus algirus Macq., 1860, Algeria. 83. — argyropygus Wied., 1821, Capo. — — argyropus Lw., 1860. 84. — capito Lw., 1860, Caffreria. 85. — Goracinus Lw., 1863. Transvaal. 86. — cyonus Big., 1892, Capo. 87. — frontalis Lw., 1863, Transvaal. 88. __ heterocerus Macq., 1860, Capo. 89. — heteropterus Macq., 1860, Capo. 90. ~ lepidus Lw., 1860, Caffreria. 91. melanocephalus Pabr., 1794, Africa sett. 92. melanurus Big., 1892, Natal. 93. — mystax Wied., 1889, Capo. 94. — niveus Macq., 1840, Capo. 95. — pectoralis Lw., 1863, Transvaal. 96. — pusio Wied., 1821, Capo. 97. — seriatus Wied., 1821, Capo. 98. — singularis Macq., 1849, Algeria. 99. — variegatus Macq., 1840, Capo. 100.* — vitripennis Lw., 1855, Eritrea, Massaua. 101. Grocidium poecilopterum Lw., 1860, Capo. 102. Apatomyza punoUpennis Wied., 1820, Capo. 103. Phtìiiria capensis Wied., 1828, Capo. 104. Geron gibhosus Meig., 1820, Capo, Caifreriu. — — capensù, Walk.' 105. — dicìiroma Big., 1892, ? Capo. 106. Apolysis humilis Lw., 1860, Caffreria, Capo. 107. Usia a^nea Rossi, 1790, Algeria. 108. — atrata Fabr., 1798, Tanisia. 109. — aurata Fabr., 1794, Algeri. 110. — hicolor Macq., 1855, Egitto. 111. — claripennis Macq., 1840, Algeria. 112. — florea Fabr., 1794, Algeria. 113. — forcipata Brullè, 1834, Egitto. 114. — gagatea Big., 1892, Algeria. 115. — hyalipennis Macq., 1840, Algeria. 116. — incisa Wied., 1830, Algeria. — — major Macq., 1840. 117. — versicolor Fabr., 1794, Algeria, Tunisia. — — pusilla Meig., 1820. 118. — vestita Macq., 1849, Algeria. 119. Platypygus melleus Lw., 1856, Egitto. 120. Ploas fuscipennis Macq., 1840, Algeria. 121. — grisea Fabr., 1794, Algeri. 122. — simplex Lw., 1869, Tunisia. 123. — mauritanica Big., 1892, Algeria. B) Systropinab. 124. Systropus atratus Macq., 1845, ? Capo. — clavatus Karsch, 1880, Capo. 125. 126. 127. 128. 129. 129bis 130. — crudelis Westw., 1876, Natal e Damara. — leptogaster Lw., Caffreria. — macilentus Macq., 1840, nec Wied., 1820, Capo — macilentus Wied., 1820, Capo, Sierra Leone. — — attenuatus Macq. — Snowi Adams, 1905, Rodesia. — sp. ind. Wand., 1897. Madagascar. C) Toxophorinae. 131. Heniconeura fuscipennis Macq., 1840, Africa sett. 132. Toxophora Carcelii Guer., 1830, Senegai. 163. — Goeruleiventrìs Karsch., 1887, Delagoa. — 248 134. Toxophora maculata Rossi, 1790, Egitto, Algeria, Capo. 135. — maculipennìs Karsch, 1888, Pungo Andongo. 136. Eclimus uedenfeldtii Eug., 1885, Algeria. 137. — venosus Big., 1892, ? Africa sett. D) Lomatiinab. 138. Henica longirostrìs Wied., 1889, Capo. — — afra Wied., 1828. — — pluricellata Macq., 1855. 139. Cyllenia laevts Big., 1888, Tunisi. 140. 141. 142. 143. 144. 145. 146. 147. 148. 149. — longirostrìs Wied., 1828, Capo. Amictus castaneus Macq., 1840, Algeria. — compressus Wied., 1820, Algeria. — heteropterus Macq., 1840, nec Wied., Algeria. — heteropterus Wied., 1821, Capo. — ohlongus Eabr., 1805, Africa sett. — pulchellus Macq., 1849, Algeria. — strigilatus Lw., 1869, Algeria. Anisotamia ruficornis Macq., 1840, Egitto, Tunisia. Lomatia acutangula Lw., 1860, Caffreria, Transvaal. 150. — conocephala Macq., 1840, Capo. 151.* — inornata Lw., 1854, Abissinia. 152. — inornata Lw., 1860 nec 1854, Caffreria. 153. — Lachesis Egg., 1859, Tunisia. 154. — lateralis Meig., 1820, Algeria. 155. — latiuscula Lw., 1860, Capo, 156. — liturata Lw., 1860, Capo. 157. — longitudinalis Lw., 1860, Caffreria. 158. — melampogon Lw., 1860, Caffreria. 159. — mitis Lw., 1860, Caffreria. 160. — nigrescens Rie., 1901, Transvaal. 161. — pictipennis Wied., 1828, Capo, Caffreria — — aurata Macq.. 1845. — — centralis Macq., 1840. 162. — pulchriceps Lw., 1860, Capo. 163. — sahaeus Fabr., 1781, Algeria. 164. — simplex Wied., 1889, Capo. 165. — tenera Lw., 1860, Caffreria. 166. Plesiocera algira Macq., 1840, Algeria. 167. Antonia suavissima Lw., 1856, Egitto. — — syrphoides Walk.. 1871. — 249 — 168. Callynihrophora capensis Schin., 1861. Capo. 169. Corsomyza clamcornis Wied., 1819, Capo. 170. — fuscipennis Macq., 1840, Capo. 171. — hirtipes Macq., 1840, Capo. 172. — nigripes Wied., 1890, Capo. 173. — nitida Macq., 1840, Capo. 174. — pennipes Wied.. 1821, Capo. 175. — simplex Wied., 1820, Capo. 176. Tomomyza anthracoides Wied., 1820, Capo. 177. — europaea Lw., 1869, Egitto. 178. 179. 180. 181. 182. 183. 184. 185. 186. 187. 188. 189. 190. 191. 192. 193. 194. 195. 196. 197. 198. 199. 200. 201. 202. 203. E) Anthracinab. Mulio alexandrinus Beck., 1902, Egitto. — argentifrons Macq., 1849, Algeria. — argyroceplialus Macq., 1840, Egitto, Algeria. — aureus Eabr., 1794, Africa sett. — cinereus Fabr., 1805, Marocco. ^ — frontalis Wied., 1828, Nubia. — holosericeus Fabr., 1794, Algeria, Tunisia. — infuscatus Meig., 1870, Algeria. — maroccanus Beck., 1902, Marocco. — nucleorum Beck., 1902, Egitto. — obscurus Fabr., 1794, Tunisia fi). Argyramoeha anthracina Beck., 1902, Egitto. — appendiculata Macq., 1849, Algeria. — hesperus Bossi, 1790, Egitto, Africa sett. — Isis Meig., 1820, Egitto. — lucida Beck., 1902, Egitto. ^ — maculipennis Macq., 1840, Capo, Eritrea. ^ — massauensis Jaenn., 1867, Massaua. — ruhiginipennis Macq., 1840, Egitto. — sinuata Meig., 1804, Algeria, Canarie. — spectahitis Bic., 1901, Africa merid. — subnotata Walk., 1871, nec Meig., 1820, Sinai. — trifasciata Meig., 1804, Algeria. tripunctata Wied., 1817, Egitto. Anthrax abruptus Lw., 1860, Caffreria. — aegyptiacus Macq., 1840, Egitto. (1) Jf. leucoproctus Wied. 1828, appartiene al gen. Oncodocera Macq. ed è spe- cie dell’Anaerica settentrionale. — 250 — 204. Anthrax afer Fabr.. 1794, Egitto, Algeria, Senegal. - — fimòriatus Meig., 1804. 205. -- albescens Lw., 1860, Capo. 206. — alhifacies Macq., 1840, Algeri. 207. — angusteoculatus Beck., 1902, Egitto. 208. — apparens Walk., 1852, Capo. 209. — arabicus Macq., 1840, Arabia. 210. — auroGÌnctus Big., 1897, Senegai. 211. — Aygulus Fabr. 1805, Guinea. 212. — biflexus Lw., 1857, Mozambico. 213. — biguttatus Macq., 1834, Capo Verde. 214. — brunnipennis Macq., 1838, Canarie. 215. — Circe Klug., 1832, Egitto. 216. — Gognatus Walk., 1819, Sierra Leone. 217. — Gonfusemaculatus Macq., 1855, Natal. 218. — conspurcatus Wied., 1828, Capo. 219.* — decrepitus Wied., 1838, Nubia, Egitto. 220. — diffusus "Wied., 1824, Capo. 221. — dizonus Lw., 1860, Capo. 222. - dubius Macq., 1840, Capo. 223. — elegans Meig., 1820, Egitto. 224. — fasciventris Macq., 1849, Algeria. — — fusciventris Lw., 1860. 225. — fenestralis Macq., 1840, Capo. 226. — fenestratus Fall., 1814, Algeria, Tunisi, 227. — flammigerus "Walk., 1849, Sierra Leone. 228. — flavescens Lw., 1860, Capo. 229. — flavipes Lw., 1860, Caffreria. 230. — fulvipes Lw., 1860, Cafifreria, Transvaa 231. griseolus Klug, 1832. Egitto. 232. — Hessii Wied., 1819, Capo. 233. — hispanus Lw., 1869, Egitto. 234. — Tiottentottus L., 1758, Algeria, Tunisia. — — flavus Meig., 1820. 235. — inauratus Klug, 1832, Egitto. 236. — incanus Klug, 1832, Egitto. — — testaceus Macq., 1840. 237. — incisuralù Macq., 1840, Capo. Canarie. (1) Questa specie, colla Argyr. Hesperus Rossi, dovrebbe esser compresa in un nuovo genere col longitarsis Beck. — 261 — F 238. Anthrax mconsptcuus Lw., 1856, Egitto. 239. — indecìsus Walk., 1849, Africa merid. 240. — irrorellus Klug., 1839, Egitto. 241. — lasius Wied., 1824, Capo. 242. — leptopus Thoms., 1858, Is. Maurizio. 243. — leucoproctus Lw., 1860, Capo. 244. — leucostomus Wied., 1821, Caffreria, Capo. 245. — linea Lw., 1860, Caffreria. 246. — longìtarsis Beck., 1902, Egitto e Sahara. 247. — lugens Lw., 1860, Capo. 248. — madagascariensis Meig., 1847, Madaga.scar. 249. ^' — Massinissa Wied. 1828, Nubia. 250. — micrargyrus Walk., 1871, Egitto. 251. — minutus Macq., 1849, Algeria. 252. — mixtus Lw., 1860, Caffreria, Transvaal. 253. — nigriceps Macq., 1838, Canarie. 254. — nigrifrons Macq., 1838, Canarie. 255. **^ — nilotiGus Jaenn., 1867, Abissinia. 256. — obesus Lw., 1863, Transvaal. 257. — Pithecius Eabr., 1805, Guinea. 258. — plagiatus Walk,, 1871, Egitto. 259. — punctipennis Wied., 1821, Capo. 260. — punctulatus Macq., 1840, Capo. 261. — pusillus Wied., 1821, Capo. 262. — ruficeps Macq., 1840, Is. di Francia. 263. — rufipes Macq., 1840, Capo. 264. — senecio Lw., 1869, Egitto. 265. — sexfasciatus Wied., 1821, Capo. 266. — stioticus Klug, 1832, Egitto. 267. — stigmula Klug, 1832, Egitto. 268. — submacula Walk., 1869, Sierra Leone. 269. — suffusus Walk., 1871, nec Klug., 1832, Egitto. 270. — Syphax Fabr. 1798, Africa sett. 271. — tangerinus Big., 1892, Marocco. 272. — tenuis Walk., 1871, Arabia. 273. — unicolor Beck., 1902, Egitto. 274. — unifasciatus Macq., 1840, Is. di Francia. 275. — ■ varipennis Macq., 1849, Algeria. 276. — velutinus Meig., 1820, Algeria. 277. — viduatus Lw., 1860, Capo. 278. — vitripennis Lw., 1860, Caffreria, Capo. Anno XXXVII. 1 279. * Spongostylum Ocyale Wied., 1828, Nubia. 280. Exoprosopa Aeaous Meig., 1804, Africa sett. — — lutea Macq. 1840. 281. * — Aegina Wied., 1878, Egitto e Nubia. — — Borni Macq., 1840. 282. — algira Eabr., 1794, Africa sett. — — Pygmalion Macq., 1834. — — singularis var. Macq., 1840. 283. — angulata Lw., 1860, Capo. 284. — antica Walk., 1871, Arabia. 285. * — ‘ anus Wied., 1838, Nubia. 286. — apicalis Wied., 1821, Capo(l). 287. — arcuata Macq., 1847, Madagascar. 288. — argenti/rons Macq., 1855, Capo. 289. — balioptera Lw., 1860, Caffreria, Capo. 290. — hasalis Rie., 1901, Africa merid. 291. * — Busiris Jaenn., 1807, Abissinia. 292. — cafra Macq. 1840, Capo. 293. — capensis Wied., 1871, Capo. 294. — collaris Wied., 1828, Capo, Senegai. 295. — consanguinea Macq., 1840, Senegai. 296. — corvina Lw., 1860, Caffreria. 297. — costalis Macq., 1845, Caffreria. 298. — dimidiata Macq., 1845, Caffreria, Transvaal. 299. — disrupta Walk., 1871, Arabia. 300. — duhia Rie., 1901, Transvaal. 301. — dux Wied., 1828, Capo, Transvaal. 302. — elongata Rie., 1901, Transvaal. 303. — eluta Lw., 1860, Caffreria, Transvaal. 304. — erebus Walk., 1849, Sierra Leone. 305. — exigua Macq., 1855, Capo. 306. — ferruginea King, 1832, Egitto. 307. — griseipennis Macq., 1850, Egitto. 308. — hamata Macq., 1840, Capo. 309. * — Helena Lw., 1854, Egitto, Nubia. — — gloriosa Walk., 1871. 310. — heros Wied., 1819, Capo. 311. * — Hippolyta Wied., 1828, Nubia. 312. — hirtipes Lw., 1860, Caffreria, Durban. (1) La E. apicalis King ap. Lw. 1860, dell’Egitto, non è descritta. — 263 — .313. 314. 315. 316. 317. 318. 319. * 320. * 321. 322. 323. 324. 325. 326. 327. 328. 329. 330. 331. 332. 333. 334. 335. Exoprosopa ignava Lw., 1860, Capo, Transvaal. — imhuta Walk., 1849, Bertol., 1862, Mozambico. — inaequalipes Lw., 1862, Mozambico. — inornata Lw., 1860, Caffreria. — JaGchus Fab., 1805, Tunisi. — latta Lw., 1860, Caffreria. — Latona Wied., 1828, Nubia. — Letho WiGd., 1828, Nubia. — luguhris Macq., 1840, Arabia. — macroptera Lw., 1860, Capo, Transvaal. — maculosa Wied., 1819, Capo. — madagascariensis Macq., 1850. Madagascar. — major Rie., 1901, Nyasa. — Mara Walk., 1849, Congo. — Mayeti Big., 1888, Tunisia. — Merope Wied., 1824, Guinea. — Minos Meig., 1804, Africa sett. — — senilis King, 1832. — monacha Klug, 1832, Egitto. — morosa Lw., 1860, Caffreria. — muGorea King, 1832, Egitto. — Nemesis Fabr., 1905, Guinea. — nigrifera Walk., 1871, Sinai. — nigripennis Lw., 1852, Mozambico. 336. 337. 338. 339. 340. 341. 342. 343. 344. 345. 346. 347. 348. 349. 350. 351. — noctilio Klug, 1832, Egitto. — notabilis Macq., 1840, Senegai. — nova Rie., 1901, Nyasa, Delagoa. — nox Walk., 1849, Africa mer., Zanzibar. — Nyasae Rie., 1901, Nyasa. — ocwZa^a Macq.,- 1840, Senegai. — Olivierii Macq., 1840, Egitto, Arabia. — Pandora Fabr., 1805, Algeria. — parva Rie., 1901, Transvaal. — paupera Walk., 1871, Arabia. — pennìpes Wied., 1821, ? Capo. — pentola Macq., 1840, Capo. — praefica Lw., 1860, Natal. — punctulata Macq., 1840, Capo. — pusilla Macq., 1840, Senegai. — Pygmalion Fabr., 1805, Africa sett., Algeria, Tunisi. — 264 — Exoprosopa Pygmalion varinerms Macq., 1840. 352. — rasa Lw., 1860, Caffreria. 353. — reourrens Lw., 1860, Caffreria. 354. — reticulata Lw., 1860, Capo. 355. — rivularis Meig , 1820, Algeria. — — argyrocepliala Macq., 1840. 356. — rivulosa (Klug) Beck., 1902, Egitto. 357. — Roberti Macq., 1840, Senegai. 358. — rostrata Lw., 1860, Caffreria, Pungo Audongo. 359. — rufa Wied., 1819, Africa merid. 360. — Schmidti Karsch, 1887, Zanzibar. 361. — senegalensis Macq., 1840, Senegai. 362. — senicalus Wied., 1820, Capo. 363. - serpentata Lw , 1854. Egitto. 364. — singularis Macq., 1880, Arabia, Egitto. 365. — Sisyphus Fabr., 1805, Guinea. 366. — strenua Lw., 1860, Capo. 367. — suavipennis Macq., 1850, Capo Verde, Egitto. 368.* — suffusa Klug, 1832, Egitto, Somalia. 369. — tephroleuoa Lw., 1856, Egitto, Algeria. 370. — Terminus Walk., 1849, Africa mer. 371. — Tollini Lw., 1863, Transvaal. 372. — tricolor Macq., 1860, Senegai. 373. — umbrosa Lw., 1860, Caffreria. 374. — unìfasGÌata Rie., 1901, Transvaal. 375. — venosa Wied , 1819, Capo, Caffreria, Transvaal. 376. — venus Karscii, 1887, Zanzibar. 377. — vespertilio Wied., 1817, Senegai. 378. — vesperugo A. Costa, 1895, Tun'sia. 379.* — vetula Wied., 1821, Nubia, 380. — vittata Rie., 1901, Nyasa. 381.* — voUtans Wied., 1828, Nubia. 30. Bombylius analis Fabr., Ent. syst. IV. 408. 5. (1794). Sfcaz, 279 : Halai (Accalè Gruzai), Griugno 1902. Andreini. Specie notissima, diffusa per tutta l’Africa, già riportata della Colonia Eritrea. 31. Bombylius ornatus "NVied., Auss. Zwifl. I. 344.23. (1828) ; Macq., Dipt. exot. IL (1) 91. (369) 12. (1840); Walk., List. Dipt. brit. Mus., II. 281 (1849) ; Lw., N. Beitr. III. 9. 6. (1855), Òfv. vet. Acad. Fòrh. XVII. 82. 3. (1860), Dipterenf. Slidafr. 176 (248) 24. et 182 (254) 2. (1860), Peters Reise Mossarob. Dipt. 13. (1862) et Wien. ent. Monatschr. VII. 12. 16. (1863); Ricardo, Ann. Mag. N. Hist., (7) VII. 90. (1901). Sabarguma, Tellini. Alcuni esemplari completamente denudati di questa spe- cie diffusa per tutta la regione etiopica. 32. Bombylius appendiculatus n. sp. Niger, fulvo pilosus^ ahdomìnis lateribus nigropenicillatis apice albido piloso, antennis mystaceque nigris, pilis in parte postica capitis brevibus, pedibus rufis femoribus posticis sub- tus niprospinosis, alis hyalinis^ basi infumatis, nervo tran- sverso parvo ante medium cellulae discoidalis posito, nervi tertii ramo supero basi appendiculato. oculis connexis areolis aegualibus^ liypopygio parvo ni- gro'cinereo. Long. corp. mm. 9,5, alar. mm. 10. Staz. 291 : Dintorni di Adi Caiè, Settembre 1902. An- dreini. E una specie del gruppo fulvescens, prossima ad erythro' cerus Bezzi, raccolto a Sabarguma dal Dottor Magretti. L’appe.ndice del terzo nervo può forse esser variabile, come nel B. consanguineus Macq. Capo piccolo ; tubercolo ocellare con lunghi peli neri ; triangolo frontale e faccia neri, con peli neri misto solo qualcuno chiaro verso i lati e nella parte superiore del mistace; antenne nere (manca il terzo articolo), articoli ba- sali con lunghi peli, quelli di sotto bianchicci, quelli di so- pra neri ; peli della parte inferiore del capo grigio bianchi ; proboscide nera, lunga come capo e torace insieme. Torace — 256 — con peli fulvi piuttosto corti sul dorso, più lunghi e più chiari sui fianchi ; non si notano tracce di strisce di to- mento chiaro nè peli neri in nessuna parte; scudetto con peli fulvi e setole nere sottili all’orlo posteriore. Peduncolo dei bilanceri bianchiccio, capitolo nero ; squamule fosche, con peli fulvi. Addome con peli fulvi, che nella parte api- cale sono di un giallo chiaro ; ai lati, in corrispondenza del secondo e del quarto segmento spiccano due ciuffi di peli neri ; ventre coperto di peli pallidi ; non si scorgono disegni speciali di tomento chiaro ; al margine posteriore degli ultimi segmenti si nota qualche sottile setola nera. Piedi gialli, coi ginocchi e gli ultimi articoli tarsali neri; i femori mediani sono leggermente infoscati verso la base ; anche nere con folti peli bianchicci ; peli pallidi ; spine nere, assai robuste quelle della parte inferiore dei femori posteriori ; sui femori si nota anche scarso tomento adagiato bianchiccio lucente. La parte infoscata delle ali, che tende verso una tinta gialliccia, comprende l’alula e la base delle ali fino ai nervi trasversali, prolungandosi obliquamente verso il margine anteriore sino alla fine del secondo nervo longitudinale, i suoi contorni non sono però netti ; le ner- vature sono di color giallo nella parte basale nero nell’api- cale ; la costa è gialla sino all’apice dell’ala ed il pettine basale è coperto di fitti peli giallo bianchi fra i quali al margine sporgono corte setole nere. 33. Systoechus mixtus Wied., Dipt. exot. I. 165. 8. [Bom- bylius] (1821) et Auss. Zweifl., I. 336. 9. [Bombylius] (1828); Macq., Dipt. exot. II. (1) 93. (371) 17. t. VII. f. 2. \Bombylius\ (1840); Lw.,N. Beitr. III. 52. (1855), Òfv. vet. Acad. Fòrh. XVII. 84. 12. (1860) et Diptf. Sùdafr. 177. (249) 4. et 189. (261) 2. (1860) ; Ricardo, Ann. Mag. N. Hist. (7) VII. 91. (1901) ; scutellaris Wied., Auss. Zweifl. I. 343.20. {Bomby- lius) (1828); — 257 — scutellatus Macq. Dipt. exot. II. (1) 94 (372) 18. t. VII. f. 3 [Bomhylius] (1840) ; Walk., List. Dipt. brit. Mus., II. 287. [Bombylius] (1849). Asmara-Oheren, Teliini. Parecchi esemplari malconservati di questa specie non rara nella regione etiopica. 34. Dischistus cylindricus n. sp. ^ 2 Niger, longe albido-pilosus^ corpore cylindrico elongato^ mystace argenteo, antennis pedibusgue nigris^ pilis in parte postica capitis longissimis, halteribus luteis, abdominis seg- mentis in margine postico setis tenuibus nigris praeditis, alis angustis, pure hyalinis, pectine basali nullo, alula fere nulla. oculis connexis, areolis in parte supera valde majoribus. $ oculis remotis areolis aegualibus, fronte lata longe ni- gro-pilosa fascia transversa pilorum lutescentium ad anten- narum basim. Long. corp. mm. 8-11, alar. mm. 6-8. Staz. 261 : Dintorni di Adi Oaiè, Settembre 1902. An- dreini, molti esemplari. Staz. 220 : Dintorni di Adì Ugrì, Settembre 1901. An- dreini, un esemplare più piccolo, forse appartenente a specie diversa, mal conservato. È questa una specie distintissima, che si accosta al vi- tripennis Lw., ma ne è distinta pel mistace bianco ; forse in seguito, quando saranno meglio note le numerose specie di Dischistus africani, potrà costituire il tipo di un genere. Capo grande, rotondo, fornito di lunghissimi ed abbon- dantissimi peli al suo margine posteriore ; occhi nudi, ovali ; tubercolo ocellare sviluppato, con peli neri ; nel maschio la front© appare come una esilissima lineetta bianca, nella — 258 — femmina invece è assai larga, con peli neri nella metà api- cale e giallicci presso le antenne ; mistace lungo argenteo abbondante, come pure i peli della parte inferiore del capo ; nella femmina talvolta i peli esterni del mistace sono in parte di color aranciato (forse perchè sporchi ?) ; palpi e proboscide neri, questa lunga come capo e torace assieme; antenne nere, primo articolo piuttosto grosso, lungo quasi come il terzo, fornito al disotto di lunghissimi peli lute- scenti, al di sopra di più radi e neri ; secondo articolo breve rotondo ; terzo allungato, sottile, nudo. Peli del torace assai lunghi e folti, tutti di color grigio, anche sui fianchi, dove però hanno dei riflessi bianco sericei ; scudetto con peli lunghi come quelli del torace, senza setole ; bilanceri bianco gialli, col capitolo rotondo ; squamule giallo ialine, con orlo bruno, e lunghi peli grigi al margine. Addome cilin- drico assai allungato, ugualmente acuminato nei due sessi^ con lunghi peli come quelli del torace, e sottili setole nere all’orlo posteriore degli ultimi segmenti ; ventre a tomento cenerino, con peli uguali a quelli del dorso. Piedi intera- mente neri, con tomento argenteo e lunghi peli bianchi ; i femori posteriori presentano al di sotto verso l’estremità una serie di 3-5 spine nere, e gli intermedi una di 1-2 ; tibie spinose, le anteriori meno ; speroni apicali interni delle tibie intermedie gialli colla punta nera ; unghie non dentate, pulvilli grigio bruni, assai stretti. Ali perfettamente ialine, colle nervature nere, gialle solo nell’ima base, meno l’ausigliare che è quasi tutta gialla ; il ramo superiore del terzo nervo longitudinale è quasi diritto, parallelo al mar- gine posteriore dell’ala ; piccolo nervo trasversale collocato dopo il mezzo della cella discoidale ; l’alula è appena ac- cennata, ialina, manca affatto il pettine alla base della costa. — 259 — m 35. Anthrax viduatus Lw. Òfv. vet. Acad. Fòrh., XVII. 91. 49. (1860) et Diptf. Slldafr. 221. (393) 13. t. IL f. 22. (1860). Staz. 250 : Dintorni di Adi Caiè, Maggio 1902. Andreini. » 291 : Come sopra, Settembre 1902. Andreini. Tre esemplari completamente denudati, che riferisco a questa specie del Capo, perchè il disegno dell’ala corrisponde perfettamente alla descrizione e figura datane dal Loew. Appartiene al gruppo afer. Le dimensioni sono di parec- chio minori, ma è noto quanto variano questi ditteri pa- rassiti in proposito. 36. Anthrax linea Lw., Ofv. vet. Acad. Fòh., XYII. 91. 50. (1860) et Diptf. Siidafr. 222 (294) 14. (1860). Staz. 291 : Dintorni di Adi Caiè, Settembre 1902, An- dreini. Un esemplare ben conservato ; corrisponde bene ; assai spiccata la macchietta alla base della cella discoidale. Ap- partiene al gruppo afer. 37. Exoprosopa (Hyperalonia) Alala n. sp. cT $• Nigra, fulvo pilosa, scutello pedibusque partim rufis, Tial- teribus fusciSy facie conice producta^ proboscide brevi., seg- mentis abdominalibus III, VI et VII fascia transversa lata argentea, alis hyalinis ima basi nervisque transversis discoi- dalibus infuscatis, cellulis submar ginalibus quatuor, celluUs posticis omnibus apertis. cf margine alarum antico hy alino, lamellis lateralibus hypopygii rufescentibus pilis aureis tectis. 5 margine alarum antico usque ad apicem nervi primi longitudinalis leviter infumato, terebra spinis parvis luteis armata. Long. corp. mm. 11, 5-12,5, alar. mm. 11-12. — 260 — Staz. 291 : Dintorni di Adi Caie, Settembre 1902, An- dreini. Bellissima specie, ben distinta dalle altre Hyperalonia per le ali ialine ; le più affini sono Sisyphus Fabr. e Mara Walk. Capo rotondo, colla faccia conica; occhi ovali, sinuosi al loro margine posteriore ; antenne distanti nere ; fronte con peli neri eretti e con tomento adagiato di color grigio paglierino, che è abbondante anche nella faccia e nei mar- gini della bocca; parte posteriore del capo, al margine oculare, con tomento grigio bianco ; proboscide nera appena sporgente. Torace in parte denudato ; pare però coperto di folti peli fulvi, tra i quali si nota una striscia di peli bianchi per parte, estesa dagli omeri fin sopra la radice delle ali ; nel disco si notano sotto i peli tre strisce lon- gitudinali di tomento argenteo, una mediana e due laterali; fianchi con folti peli grigi, fulvi verso gli omeri ; setole robuste nere, più lunghe dei peli, parecchie presuturali ed 1*2 sopralari lunghissime dirette all’ indietro ; scudetto con 6-8 setole maggiori al margine posteriore. Squamule bianche, con orlo rilevato ; frangiato di corti e fitti peli bianchi. Addome denudato ; pare coperto di peli fulvi, bianchi sui lati ; le fascie argentine sotto i peli sono assai larghe, collocate nella parte anteriore ; il ventre presenta lunghi peli bianchi radi, sotto cui si nota fìtto tomento uguale grigio argenteo. Il settimo segmento addominale è talvolta in parte rosso ai lati e posteriormente ; i genitali sono di color rosso bruno, con due laminette laterali ovali, coperte di peli dorati. Piedi forniti di numerose spine nere, con tomento bianco abbondante ; femori neri coll’apice rosso ; tibie rossicce infoscate all’apice, tarsi neri col meta- tarso alquanto rosso bruno; unghiette con corto dente ba- sale. Ali fortemente iridescenti; pettine basale con tomento fulvo e corte spine nere ; la base è infoscata solo fino ai nervi trasversi radicali ; marginati di fosco sono la radice — 261 — del secondo longitudinale, i due nervi trasversi discoidali, ed i due angoli basali interni della cellula discoidale; nella femmina sono marginati di fosco anche i nervi trasversi che si trovano nella metà apicale dell’ala. Ma questa ul- tima differenza, anziché sessuale, può esser solo di va- rietà. 38. Exoprosopa (Lithorrhynchus) erythraea n. sp.(f ?. Nigra. nigro-pilosa^ in pleuris aureo in abdominis basi albo-pilosa^ antennis scutello pedibusque rufis^ fronte facieque brunneis^ abdominis maculis lateralibus apicalibusque argen- tei, facie brevi proboscide elongata, halteribus nigris^ alis fuscis quarta parte apicali et macula magna triangulari margini postici hyalinis^ cellulis submar ginalibus tribus, postici omnibus aperti. cf hypopygio nigro, confertim nigro piloso. $ terebra spini longis lutei apicalibus coronata. Long. corp. mm. 9-12, alar. mm. 12-16. Staz. 289: Dintorni di Adi Caiè, Agosto 1902. An- dreini. » 291 : c. s.. Settembre 1902. Andreini. Bella e distinta specie, affine a collari Wied., nyasae Rie. e basali Rie., ma distinta da tutte. Capo rotondo, colla faccia poco sporgente e invece la nera proboscide assai lunga, il doppio del capo ; antenne di color rosso scuro con peli neri, il terzo articolo però manca ; fronte e faccia di color bruno, nere solo verso il vertice, con peli neri e scarso tomento aureo ; occipite nero, con orlo oculare a tomento grigio argentino. Torace denu- dato ; pare coperto però di peli neri, un ciuffo di peli aurei agli omeri e sotto la radice delle ali ; metapleure con fìtto pettine di setole nere lunghe con commisti peli dorati; se- tole dei lati nere e lunghe, specialmente un gruppo di 5-6 — 262 — sopra la radice delle ali. Scudetto denudato, con una fila di setole al margine posteriore. Squamule brune, marginate di peli foschi; bilanceri neri. Addome denudato, pare co- perto di peli neri ; ai lati del primo segmento si notano però lunghi e fitti peli bianchi ; le macchie argentee si no- tano ai lati del terzo segmento, al margine anteriore del sesto in forma di fascia, e nel settimo; i lati del secondo- quarto segmento presentano macchie di color rosso scuro in un solo esemplare; il ventre è nero con peli neri; le spine dell’ovopositore sono lunghe e robuste. Piedi di color rosso scuro, con setole nere e scarso tomento grigio chiaro ; la base delle anche anteriori e le quattro anche posteriori nere ; femori leggermente infoscati alla base, ginocchi ed ultimi articoli tarsali neri ; dente basale delle unghie assai lungo. Il confine della parte nera all’apice dell’ala va obliquamente dall’estremità della seconda longitudinale alla parte infe- riore della seconda cella posteriore, e in corrispondenza dalla prima cella posteriore presenta un dente sporgente ; la macchiolina triangolare comincia un po’ prima dell’apice della cella anale, sale fino alla nervatura superiore della cella discoidale, da cui poi scende sino alla metà della quarta cella posteriore ; al confine fra la quarta cella poste- riore e la discoidale sporge in un dente ; una piccola mac- chia ialina si nota anche nella prima e seconda cella ba- sale, al principio della discoidale. La prima cellula poste- riore e quella anale sono assai ristrette verso l’estremità ; la cella discoidale è assai grande, col nervo inferiore molto ondulato. 39. Exoprosopa sp. ind. Un esemplare di Brancaga, Tellini. È troppo mutilato ; pare affine a laeta Lw. ed Aegina Wied., ma ha i piedi neri. 40. Exoprosopa venosa Wied., Zool. Mag., III. 9.2. (An- thrax) (1819), Dipt. exot. I. 134.22. {Anthrax) (1821) et — 263 — Auss. Zweifl., I. 280.34. {Anthrax (1828) ; ? Macq., Dipt. exot. II (1) 47 (325) 28 (1840) ; Lw., Ofv. vet. Acad. Forh,, XVII. 93.64. (1860), Diptf. Siidafr., 237. (309) 13. t. II. f. 35. (1860) et Wlen. ent. Mon., VII. 14.32. (1863). Un esemplare di Ghedem, Teliini. Corrisponde bene alla figura del Loew. 41. Èxoprosopa sp. ind. Ghinda-Saati. Tellini. Mal conservato ; pare affine a halioptera Lw. e reticu- lata Lw. 42. Èxoprosopa eluta Lw., Ofv. vet. Acad., Fòh , XVII. 92.54. (1860) et Diptf. Siidafr., 227 (299) 3. t. II. f. 25. (1860); Ricard., Ann. Mag. N. Hist. (7) VII. 93. (1901). Mei-Atal, Tellini. Di determinazione dubbia, perchè troppo mal conservato. 43. Èxoprosopa serpentata Lw., N. Biats. II. 4.10 (1854). Staz. 291 : Dintorni di Adi Caiè, Settembre 1902. An- dreini. Esemplari ben conservati, che corrispondono perfettamente a questa bella specie dell’Egitto. THEREVIDAE. 1. Anabarrhynchus variegatus Big., 1859, Madagascar. 2. Xestomyza chrysanthemì Fabr., 1794, Algeria. 3. — costalis Wied., 1824, Marocco. 4. — lugubris "Wied., 1820, Capo. 5. Exapata anthracoides Macq., 1840, Africa sett. 6. Thereva alpina Egg. 1859, Canarie. 7. — annulata Fabr., 1805, Egitto e Canarie. 8. — anthracina Lw., 1860, Caffreria. — 264 — 9, Thereva apicalis BertoL, 1862, nec Wied., 1821, Mozambico. 10. — arcuata Lw., 1846, Canarie. 11. ~ bipunctata Meig., 1820, Egitto. 12. — citrina Beck., 1902, Egitto. 13. — Frauenfeldi Lw., 1856, Egitto. 14. — lugubris Fabr., 1784, Algeria. 15. — macularis Wied., 1828, Egitto. 16. — nana Woll., 1858, Madera 17.* — nuha Wied., 1828, Nubia. 18. — pallipes Lw., 1869, Egitto. 19. — plebeja L., 1758, Egitto e Canarie. 20. — poeciloptera Lw., 1846, Tunisi. 21. ~ spiloptera Wied., 1824, Marocco, Tunisi. 22. ~ thoracica Macq., 1840, Egitto. 23. Psilocephala hasalis Lw., 1860, Caffreria. 24. — brachycera Lw., 1857, Caffreria. 25. — laticornis Lw., 1856, Africa sett. 26. — melanostoma Lw., 1856, Egitto. 27. — nigrifrons Beck. 1902, Egitto. 28. — nuda Lw., Ì856, Egitto. 29. __ rufipes Big., 1889, Natal. 30. Eotìnorrliynchus alternans Lw., Caffreria. 31. Rueppellia semiflava Wied., 1830, Egitto. 44. Psilocephala sp. ind. Massaua, Telimi. Un esemplare mal conservato, simile per la colorazione alla Rueppellia semiflava Wied. 45. Thereva aethiopica n. sp. cf ?• Nigra^ alhidopilosa, thoracis dorso vittis duabus longitu- dinalihus alhis, pedihus nigris tihiis tarsorumque articulis hasalihus luteis^ halteribus fuscis, alis immaculatis^ cellula posteriori quarta clausa et petiolata. pilis facialibus longis, ahdomine argenteo micante^ oculis connexis areolis superis distinte majoribus^ genitalibus rufescentibus albopilosis. — 265 — W 5 pilis facialihus valete hrevioribus, fronte lata nigroni- tida margine antico ad antennarum basin albomicante, ab- domine nigro nitido segmentis omnibus^ quarto excepto, mar- gine postico lateribus albovittatis^ terebrae apice spinis fuscis coronato. Long. corp. mm. 8,5-9, alar. mm. 7,5-8. Staz. 291 : Dintorni di Adi Caie, Agosto 1902. Andreini. Pare affine alla Th. nuba Wied. Antenne nere, tomento grigio (il terzo articolo manca) ; i due articoli basali sono irti di setole nere e di peli grigi ; nel maschio la faccia e la parte inferiore e posteriore del capo sono fornite di lunghi peli bianchicci, vertice con peli neri, palpi con abbondanti peli bianchicci; nella femmina tutti i peli sono assai più corti e radi, faccia e parte ante- riore della fronte argentee ; nel mezzo della fascia argentea frontale, presso la base delle antenne, si notano due mac- chie (non calli) ovali oblique brune, non sempre distinte. Dorso del torace nel maschio opaco, nella femmina lucente ; i peli, assai lunghi nel maschio, sono tutti chiari ; scudetto pure peloso, con quattro lunghe setole nere erette al mar- gine posteriore. Addome cilindrico acuminato, diversamente colorito nei due sessi, con lunghi peli bianchicci nel maschio, nella femmina assai più brevi e quelli basali bianchi, quelli apicali neri ; le fascie bianche 'della femmina sono larga- mente interrotte nel mezzo, sul ventre invece sono intere, ma due sole, al secondo ed al terzo segmentò, ed un orlo bianco all’ ima base. Piedi con peli bianchi e setole nere, le tibie anteriori sono spesso quasi del tutto nere, le altre solo al- l’apice. Ali nel maschio j aline, nella femmina alquanto in- foscate. specialmente lungo le nervature ; squamule bianche, con lunghi peli bianchi. — 266 — 46. Thereva sp. ind. Sabarguma, Telimi. Una femmina assai malandata, molto affine alla specie precedente, da cui differisce per avere la fronte coperta di fìtto tomento bianco, con una larga striscia trasversale me- diana nera vellutata opaca ; torace ed addome opachi, con disegno . analogo ; tibie anteriori infoscate. SGENOPINIDAE. 1. Scenopinus lucidus Beck., 1902, Egitto. 2. — scutellatus Macq., 1843, Africa sett. ? MYDAIDAE. 1. Cephalocera Bellardi BertoL, 1862, Mozambico. 2. — Bottae Macq., 1850, Arabia. 3. — callosa Wied., 1828, Capo. 4. — catulus Gerst., 1868, Africa merid. 5. — fasciata Wicd., 1828, Capo, Natal. 6. — fascipennis Macq., 1839, Capo. 7. — longirostris Wied., 1830, Capo. 8. — nigra Macq., 1839, Capo, Natal. 9. — partita Gerst., 1868, Africa merid. 10. — rufithorax Wied., 1821, Capo. 11. — umhrina Gerst., 1868, Africa merid. 12. — Westermannì Wied., 1819, Capo. 13. Leptomydas cinctus Macq., 1835, Algeria. 14. — dispar Lw., 1852, Mozambico. 15. — humeralis Gerst., 1868, Capo. 16. — lineatus 01., 1811, Egitto. 17. — lusitanicus Meig., 1820, Africa sett. 18. — maculatus Walk., 1871, Sinai. 19. — nivosus Gerst., 1868, Africa merid. 20. — paganus Gerst., 1868, Africa merid. 21. Rhopalia algirica Gerst., 1868, Algeria, Tunisi. — — vittata Macq., 1849 nec Wied., 1828. -- 267 — 22. Rhopalia concinna Macq., 1845, Guinea. 23. — Olìvierii Macq., 1839, Egitto. 24. — Spinolae Macq., 1839, Egitto. 25. * — vittata Wied., 1828, Egitto, Nubia, Algeria. 26. * Perissocerus abyssinicus Gerst., 1868, Abissinia. 27. EctypTius pinguis Gerst., Africa merid. ASILIDAE. A) Dasypogoninae. 1. Lasiocnemus lugens Lw., 1857, Caffreria. 2. — obscuripennis Lw., 1851, Delagoa. 3. Euscelidia rapax Westw., 1850, Africa centrale. 4. Leptogaster alhitarsis Macq., 1845, Caifreria. 5. — hrunnea Lw., 1857, Caffreria. 6. — cylindrica Eeg., 1776, Algeria. 7. — Datis Walk., 1849, Sierra Leone, Assinia. 8. * — nitida Wied., 1828, Nubia, Aden. 9. — ochricornis Lw., 1857, Caffreria. 10. — pictipenni? Lw.^ 1857, Caffreria. 11. — Proculus Walk., 1849, Sierra Leone. 12. — rufirostris Lw., 1857, Caffreria. 13. * — stigmaticalis Lw., 1852, Mozambico, Caffreria, Eritrea. 14. — tennis Lw., 1857, Caffreria. 15. — valida Lw., 1857, Caffreria, Africa orient. (1). 16. Dioctria flavipennis Macq., 1839 , Capo. 17. — hyalipennis Fabr., 1794, Algeria. — — gracilis Meig., 1820. 18. — lateralis Meig., 1804, Egitto. 19. — stigmatizans Fabr., 1805, Isola di Francia. 20. Lagodias albidipennis Pjsr 1857, Caffreria. 21. Pegesimallus ursinus Lw., 1857, Capo. 22. Neolaparus albicinctus Eie., 1900, Africa merid. 23. — Alcippe Walk., 1849, Natal. 24. — Anaxilas Walk., 1849, Africa merid. 25. — apertus Karsch, 1886, Gabon. 26. — aulicus Wied., Capo, Caffreria. — — anticus Lw., 1860. — — maculiventris Lw., 1857. (1) L. Mrsutipes Macq. ap. Lw., 1860, è nome nudo. Anno XXX VII. 18 268 — 27. Neolaparus hioolor Lw., 1807, Caffreria. 28. — caliginosus Lw., 1857, Caffreria. 29. — clausus Lw., 1860, Capo. 30. — cuneatus Lw., 1857, Caffreria. 31. — faustus Karsch, 1886, Capo. 32. — foedus Lw., 1863, Transvaal. 33. — funestus Lw., 1857, Caffreria. 34. — gracilzpes Lw., 1857, Caff’reria. 35. — laticornis Lw., 1858, Caifrerìa, secondo v. B,oeder terrebbe al gen. Lagodias. 36. — letìfer Walk., 1850, Caffreria. 37. — Umbithorax Macq., 1845, Caffreria, Natal. 38. — melasomus Lw., 1857, Caffreria. — — melanosomus Scbin., 1866. 39. — moerens Wied., 1821, Sierra Leone. 40. — oralis Wulp, 1884, Gabon. 41. — pedunoulatus Lw., 1857, Caffreria. 42. — pulchriventris Lw., 1857, Caffreria. 43. — squalidus Lw., 1857, Caffreria. 44. — tabidus Lw., 1851, Capo. 45. — Tapulus Walk., 1849, Capo. 46. — videns Walk., 1851, Africa mer. 47. Selidopogon airatus Fabr., 1794, Tunisi, Algeria. 48. — crassus Macq., 1849, Algeria. 49. — cylindriGus Fabr., 1794, Africa sett. 50. — diadema Fabr., 1781, Africa sett. — — punctatus Fabr., 1781. 51. — Gougeleti Big., 1878, Tangeri. 52. — ohsGuripennis Macq., 1849, Algeria. 53. — OlcesGÌ Big., 1875, Tangeri. 54. Saropogon aegyptius Macq., 1839, Egitto. 55. — aurifrons Macq., 1849, Algeria. 56. — Claelìus Walk., 1849, Capo. Forse è Neolaparus. 57. — Gonjìuens Lw., 1851, Egitto. 58. * — inoisuratus Wulp, 1899, Aden. 59. — leuGOGephalus Meig., 1804, Tunisi. 60. — longicornis Macq., 1839, Egitto. 61. * — melanopygus Lw., 1851, Aden. 62. — Olimerii Macq., 1839, Egitto. 63. * — pulrerulentus Wulp, 1899, Aden. 64. * — ruhriventris Wulp., 1899, Aden. appar- 65. Saropogon tragicus Wied., 1828, Caffreria. 66. — varians Big., 1888, Tunisia. 67. * — vestitus Wied., 1828, Nubia. 68. Damali» annulata Lw., 1858, Capo. 69. — capensi» Wied., 1828, Capo. — — heterocera Wied., 1821. — — anomala Wied., 1821. 70. — cinctipes Walk., 1871, Arabia. 71. — hirtiventris Macq., 1845, Caiìreria. — — imhuta Walk., 1849. 72. — hyalipennis Macq., 1845, Caffreria. 73. — longipennis Lw., 1857, Caffreria. 74. — speciosa Lw., 1857, Caffreria. 75. - 'Venusta Bertol., 1862, Mozambico. 76. Microstylum acutirostre Lw., 1852, Mozambico, Quilimane, Nyasa. 77. — afrum Wied., 1828, Capo. 78. — appendiculatum Macq., 1847, Madagascar. 79. — aterrimum Lw., 1857, Caffreria. 80. — Barbarossa Wied., 1828, Capo, Madagascar. 81. — Bloesus Walk., 1849, Africa merid. 82. — capense Wied., 1828, Capo. 83. — capucinum Big., 1878, Capo. 84. — cilipes Macq., 1839, Madagascar. 85. — dispar Lw., 1857, Caffreria, Transvaal. 86. — elegans R c., 1900, Africa merid. 87. — elongatum Big., 1875, Natal. 88. — flavipenne Macq., 1845, Caffreria. 89. — fulvicaudatum Big., 1878, Natal. 90. — gig(^s Wied., 1821, Capo, Madagascar. 91. — glahrum Rie., 1900, Transvaal. 92. — gulosum Lw., 1857, Caffreria. 93. — Hildenbrandtii Karsch, 1885, Madagascar. 94. — ignobile Lw., 1857, Caffreria. 95. — lacteipenne Wied., 1828, Capo. 96. — liiuratum Lw., 1863, Transvaal. 97. — lugubre Wied., 1828, ? Africa mer. 98. — miles Karsch., 1879, Africa occid. 99. — nigrescens Rie., 1900, Africa mer. 100. — nigribarbatum Big., 1878, Natal, Transvaal. 101. — nigrum Big., 1859, Madagascar. 102. — parcum Karsch., 1887, Zanzibar. _ 270 — ' ' 103. Microstylum partitum Walk., Africa. 104. — pica Macq., 1845, Caffreria. 105. — Bahodae Karscli, 1884, Madagascar. 106. — JRadamae Karsch, 1884, Madagascar. 107. — remicorne Lw., 1863, Transvaal. 108. — rubripes Macq., 1839, Capò. 109. — rufianale Macq., 1850, Senegal. 110. — rufineurum Macq., 1855, Gabon, Natal, Africa mer. 111. — sagitta Big., 1878, Natal. 112. — Saverrio Walk., 1849, Africa mer. 113. — Serranus Walk., 1849, Capo. 114. — simplicissimum Lw., 1852, Mozambico. 115. — Spurìnus W&Xk..^ 1849, Africa mer., Transvaal. 116. — taeniatus Wied., 1820, Africa. 117. — validum Lw., 1857, Caffreria. 118. — varipennatum Big., 1878, Capo. 119. — venosum Wied., 1821, Capo. 120. — villosum Big., 1878, Capo. 121. Teratopus cyaneus Fabr., 1787, Caffreria, Africa mer. 122. Ancylorrhynchus cruciger Lw., 1857, Caffreria. 123. — fulvicollis Big., 1878, Natal. 124. — glaucius Bossi, 1790, Africa sett. 125. — humeralis Wied., 1821, Africa mer. 126. — limbatus Fabr., 1794, Marocco. 127. — maculatus Big., 1878, Capo. 128. — quadrimaculatus Lw., 1857, Capo. 129. — Beynaudi Macq., 1839, Capo. 130. — susurrus Karsch, 1879, Africa occid. 131. — tricolor Lw., 1863, Transvaal. 132. — unìfasciatus Lw., 1887, Caffreria. 133. — variegatus Big., 1878, Capo. 134. Scylaticus costalis Wied., 1819. Capo. — — laticinctus Lw., 1857. 135. — pantherinus Big., 1878, Senegai. 136. — rufescens Rie., 1900, Africa mer. 137. — zonatus Lw., 1857, Cafireria. 138. Gonioscelis calopus Big., 1878, Natal. 139. — haemorrhous Schin., 1867, Africa. 140. — hispidas Wied., 1828, Capo. 141. — macuUventris Big., 1828, Natal. 142. — mantis Lw., 1852, Mozambico. — 271 143. Gonioscelis melanocephalus Schin., 1867, Africa. 144. — phacopterus Schin., 1867, Africa. 145. — setosus Wied., 1824, Capo. 146. — ventralis Schin., 1867, Africa. 147. Stenopogon elongatus Meig., 1804, Tunisia. 148. * — Macquartii Jaenn., 1867, Ahissinia. 149. — ruhigipennis Macq., 1849, Algeria. 150. Scleropogon arahicus Macq., 1839, Arabia. 151. — Jieteroneurus Macq., 1839, Algeri. 152. Hahropogon maurus Macq., 1849, Algeria. 153. — ruhriventris Macq., 1849, Algeria. 154. * — senilis Wulp. 1899, Aden. 156. Stichopogon albellus Lw., 1856, Egitto. 157. 158. 159. 160. 161.* 162. 163. 164. 165. candidus Beck., 1902, nec Macq., 1845, Egitto. chrysostoma Schin., 1867, Egitto. congener Lw., 1856, Egitto. elegantulus Meig., 1820, Egitto. inconstans Wicd., 1828, Egitto, Nubia. lucidìventris Beck., 1903, Egitto; forse è uguale al n. 158. punctatus Lw., 1852, Mozambico. — punctum Lw., 1851, 1860. - punctiferum Big., 1878, Marocco. - pygmaeus Macq., 1849, Algeria. 166. Hypenetes stigmatias Lw., 1857, Caffroria. 167. Daspletis vulpes Lw., 1858, Caffreria. 168. Spanurus compressus Karsch, 1886, Pungo Andongo. 169. — pulverulentus Lw., 1857, Caffreria. 170. Oligopogon ater Big., 1871, Natal. 171. — penicillatus Lw., 1857, Caffreria. 172. Holopogon fugax Lw., 1857, Caffreria. - nitidus Macq., 1849, Algeria. — pusillus Macq., 1849, Algeria. 173. 174. 175. — pusìo Macq., 1849, Algeria. 176. Eriopogon laniger Meig., 1820, Tunisi. 177 * Psilinus cinerascens Wulp, 1899, Aden. 178. Rhadinus megalonyx Lw., 1856, Egitto. 179. — ungulinus Lw., 1856, Egitto. 180. Rhabdogaster nuda Lw., 1857, Capo. 181. Discodamalis debilis Karsch, 1887, Africa occid. 182. Holcocephala caffra Macq.. 1845, Caffreria. — 272 — 183. Holcocephala fervida Walk., 1854, Natal. 184* — punctulata Wulp, 1899, Aden. 185. — semitestacea Lw., 1863, Transvaal. 186. — tibialis Macq., 1845, Caffreria. 187. — umbripennis Lw., 1857, Caffreria. — — analis Macq., p. p., 1845. 188. Ancephalum andrenoides Wied., 1828, Capo. 189. — dorsale Macq., 1839, Capo. 190. * — futile Wulp, 1899, Aden. 191. — platygaster Lw., 1858, Caffreria. 192. — quadratum Wied., 1828, Capo. 193. Triclis haemorrhozdalis Fabr., 1794, Africa sett. 194. Sisyrnodytes brevis Macq., 1839, Egitto, Capo. — — Gontrarius Walk., 1870. — — flocGus Lw., 1856. — Gurtus Wied., 1819, Capo. 195. 195 196. major Adams, 1905, Eodesia. — nilicola Rond., 1850, Egitto. 197. Pycnopogon apiformis Macq., 1849, nec Lw., 1847, Algeria. 198. — fasGiculatus Lw., 1847, Algeria. 199. Laphystia gigantella Lw., 1852, Mozambico, Zanzibar, Caffreria. 200. Apoxyria apioata Schin., 1866, Africa. 201. * Hoplistomerus auriventris Lw., 1857, Sudan, Zanzibar. 202. * — caliginosus Wulp, 1899, Aden. 203. — cribratus Lw., 1887, Caffreria. 204. * — leucocoma Wulp, 1899, Aden. 205. — nobilis Lw., 1857, Mozambico, Caffreria, Transvaal. 206. * — serripes Fabr., 1805, Guinea, Senegai, Cambia, Kassala, Assinia, Somalia, Zanzibar, Mozambico. — — maculipennis Macq., 1834. 207. — testaceus Macq., 1839, Capo. 208. — tridentatus Fabr., 1805, Guinea. 209. Dasypogon aequalis Walk., 1854, Natal (1). 210. — Antigenes Walk., 1849, Africa meridionale. 211. — atripennis Macq., 1834, Senegai. 212. — caffer Wied., 1828, Capo. 213. — Damias Walk., 1849, Capo. 214. — dilutus Walk., 1852, Capo. (1) Queste sono le specie non potute collocare nei generi moderni ; esse sono tutte sfornite di sprone alle tibie anteriori. — 273 — 215. Dasypogon fuscipennìs Wied., 1821, Capo. 216. — Laevinus Walk., 1849, Africa mer. 217. — lenticeps Thoms., 1858, Capo. 218. — longus Macq., 1839, Egitto. 219. — Luscinius Walk., 1849, Africa mer. 220. — parvulus Big., 1859, Madagascar. 221. — Reinhardi Wied., 1824, Guinea. 222. — ruficauda Fabr., 1805, Marocco. 223. — scapularis Macq., 1839, Capo. 224. — Scheno Walk., 1849, Tunisi. 225. — suavis Walk., Natal. 226. — tennis Macq., 1839, Algeria. 227. . B) torridus Wolk., Natal. Laphkiinae. 228. Lamyra angularis Lw , 1858, Caffreria. 229. — hipunciata Lw., 1858, Caffreria. 230. — Gulo Lw., 1851, Caffreria, Natal. 231. — luctuosa Macq., 1847, Senegai. 232. * — vorax Lw., 1857, Sudan, Somalia, Arabia. 233. Pogonosoma marocoanum Fabr., 1794, Algeria, Niger. 234. Stenoxericera alhiharhis Macq., 1850, Senegai. 235. * Andrenosoma boramoum Corti, 1895, Gralla. 236. Dasyllis homhoides Lw., 1851, Senegai. 237. — homhoides Macq., 1849, Algeria. 238. — nigrìpennis Wied., 1830, Zanzibar. 239. Laphrìa ahdominalis Walk., 1855, Algeria. 240. — aureopilosa Rie., 1900, Durban. 241. — bella Lw., 1857, Caffreria. 242. — hipenicillata Big., 1891, Assinia. 243. Breonii Macq., 1839, Isola Borbone. 244. — coerulescens Macq., 1834, Is. di Francia. 245. — Decula Walk., 1849, Sierra Leone. 246. — Dymes Walk., 1849, Sierra Leone, Assinia. 247. — flavipes Wied., 1821, Capo, Natal. — — varipes Macq., 1834. 248. — fortipes Walk., Natal. 249. — hirtipes Fabr., 1805, Guinea. 250. lateralis Fabr., 1805, Guinea. 251. — Metalli Walk., 1857, Capo. 252. — praeceps Walk., 1855, Natal. — 274 — 253. * Laphria Bueppellii Wied., 1828, Nubia. 254. — rufiharbis Fabr., 1805, Assinìa, Guinea, Congo. 255. — UJens Walk., 1849, Sierra Leone. 256. Maira albimaculata Macq., 1839, Capo, Is. Borbone. 257. — cyaneogaster Macq., 1839, Is. di Fi-ancia. 258. — macra Big., 1859, Madagascar. 259. — submetallica Macq., 1839, Is. di Francia. 260. Dyseris andrenoides Macq.,, 1845, Caffreria. 261. Hyperechia Mar sballi Aust., 1902, Transvaal. 262. * Laxenecera albicincta Lw., 1852, Mozambico, — ^ — zonata Lw., 1857. -- apiformis Walk, 1855. Natal. — auriharba Karsch,, 1879, Africa occid. Caffreria, Somalia. 263. 264. 265. 266. 267. 268. 269. — mollis Lw., 1857, Caffreria, Transvaal. — nigrocuprea Walk., 1865, Natal. — sororcula Karsch, 1887, Africa orient. — Stuhlmanni Boed., 1893, Africa orient. — tristis Big., 1858, Gabon. 270. Dasythrix brachyptera Lw., 1851, Capo. — — stenura Lw., 1857. 271. — dispar Gerst., 1873, Zanzibar. 272. — heteroneura Macq., 1839, Arabia. 273. — infumata Lw., 1851, Capo. 274. — nigrapex Big., 1878, Nata!. 275. * — ruficornis Wulp, 1899, Aden. C) Asilinae. 276. Promacbus Aedithus Walk., 1849, Africa mer. 277. — albicinctus Rie., 1900, Transvaal. 278. albitarsatus Macq., 1834, Senegai. 279. — Amastrus Walk., 1849, Africa mer. 280. — bicolor Rie., 1900, Transvaal. 281. * — Bottegai Corti, 1896, Somalia. 282. — coffer Macq., 1845, Caffreria. 283. — oapreolus Lw., 1857, Caffreria. 284. — consanguineus Macq., 1838, Canarie. 285. — Dorso Walk., 1849, Africa merid. 286. — enucleatus Karsch, 1887, Africa orient. 287. — fasciatus Fabr., 1775, Sierra Leone, Gabon, Camerun, Caf- freria. — — aequalis Lw., 1857. 288. Promachus fulvipes Macq., 1839, Caffreria, Trans vaal. 289. 290. 291. 292. 293. 294. 295. =*= 296. 297. 298. 299. * 300. 301. 302. 303. 304. 305. 306. 307. 308. 309. guineensis Wied., 1834, Guinea, Sierra Leone. Assinia, Caf- freria. latitarsatus Macq., 1838, Canar.. , Madera. Poetinus Walk., 1849, Sierra Leone. ponti f ex Karscli, 1887, Africa orient. productus Walk., 1852, Capo. rapax Gerst., 1873, Zanzibar. rectangularis Lw.. 1854, Egitto, Arabia, Aden, Massaua. — cinctipes Walk., 1870. rex Karsch, 1887, Africa orient. Roberta Macq. 1839, Senegai. ruhripes Macq., 1834, Capo. Rueppellì Lw., 1854, Egitto, Massaua. — Scìlurus Walk, 1849, Africa mer. — sGutellatus Macq., 1834, Senegai. — senegalensis Macq, 1839, Senegai. — temer arius Walk, 1852, Senegai. — trichozonus Lw., 1857, Guinea. — Turinus Walk., 1849, Sierra Leone. — venerdbilis Walk., 1849, Natal. (1) Philomachus maoulatus Macq., 1834, Senegai. — rhopalocerus Karsch, 1887, Africa orient. 310. * — vagator Wied., Capo, Somalia. 311. Alcimus aethiopicus Big., 1891, Assinia. 312. 313. 314. 315. 316. 317. * 318. 319. * 320. 321. Alamanne Walk., 1849, Africa mer. — longipes Lw., 1860. — perlongus Walk., 1852. albiceps Macq., 1850, Africa. angustipennis Lw., 1857, Capo, Natal. cinerascens Eie., 1900, Nyasa. fraternus Wied., 1819, Guinea, Gabon, Sierra Leone. Umbatus Macq., 1839, Senegai, Sierra Leone, Eritrea. longurio Lw., 1857, Capo, Natal, Durban. ludens Wied., 1828, Nubia. mimus Wied., 1828, Capo. rubiginosus Gerst., 1873, Zanzibar, Africa centr. (1) Sono da aggiungere le specie : apicalis, flaviharhis, negligens e solus, tutte della Bodesia, descritte dall’Adams nell’ Ottobre 1905. 276 — 322. Aloìmus sericans Wied., 1818, ? Africa. 323. — stenurus Lw,, 1858, Caffireria, Transvaal. 324. '* — Imniopus Rond., 1873, Al)issìnia. 325. — tigris Karsch., 1887, Africa orient. 326. — tristrigatus Lw., 1857, Caifreria, Transvaai. 327. — Wiedemanni Schin., 1866, ? Africa. 328. Proctacanthus mveus Macq., 1839, Arabia. 329. Phìlodicus fraterculus Walk.. 1855, Natal. 330.* — gracilis Wulp, 1899, Aden. 331. — obscuripes Lw., 1857, Guinea. 332.* — Pavesii Bezzi, 1892, Somalia. 333. — tenmpes Lw., 1857, Caffreria. 334. Apoclea aberrans Schin., 1867, Egitto. 335. — algira Fabr , ì 794, Marocco. 336. — Gonicera Lw., 1856, Egitto. 337. — deformis Walk., 1870, Arabia. 338.* — femoralìs Wied. 1828, Egitto, Aden. 339. — belva Wied., 1828, Egitto. — — fuscana Macq., 1839. — — pallida Macq., 1839. 340.* — heterocUta Wulp, 1899, Aden. 341. — illustris Schin., 1867, Egitto. 342. — infuscata Wulp, 1889, Congo. 343. — micracantha Lw., 1856, Egitto. 344. — mirata Walk., 1870. Arabia. 345.* — vegeta Wied., 1828, Nubia. 346. Philunicus dorsiger "Wied., 1828, Egitto. 347. — Scaurus Walk., 1849, Tripoli. 348. Machimus lepturus Gerst., 1873, Zanzibar. 349. — maderensis Tehin., 1868, Madera. 350. Eutolmus flavopilosus Macq., 1849, Algeria. 351. — perisoehs Lw., 1848, Tunisi. 352. Synolcus acrohaptus Wied., 1828, Capo. — — signatus Lw., 1857. 353. — dubius Macq., 1845, Natal, Caffreria. 354. — tenuiventris Lw., 1857, Caffreria. 355. Dysdytus spurcus Lw., 1857, Caffreria. 356. Cerdistus elegans Big., 1888, Tunisi. 357. Tolmerus novarensis Schin., 1868, Madera. 358. Lophonotus Abuntius Walk., 1849, Africa mer. 359. — albibarbis Macq., 1845, Capo. — 277 — 360. Lophonotus alhofasciatus Rie., 1900, Transvaal. 361. — alhovittatus Schin., 1867, Capo. 362. — alhus Lw., 1858, Caffreria. 363. — Amazaenes Walk., 1849, Africa mer. 364. — Androeela Walk., 1849, Africa merid. 365. — angustibarhus Lw., 1857, Capo. 366. — Aphellas Walk., 1849, Africa merid. — — Phellas Lw., 1860. 367. — auribarbis Macq., 1839, Schin., 1867, Capo. 368. — Breonii Macq., 1839, Is. Borbone. 369. — brevipennis Macq., 1845, Africa merid. 370. — chalcogaster Wied., 1819, Capo. 371. — comatus Wied., 1821, Capo. 372. - — Gupreus Lw., Ì857, Capo. 373.* — dubius Bezzi, 1892, Somalia. 374. — elachipterus Lw., 1858, Capo. 375. — flavibarbis Macq., 1839, Capo. 376. — foroipatus Macq., 1839, Capo. 377.* — geniculatus Macq., 1839, Capo, Eritrea ?. 378. — heteroneurus Macq., 1839, Capo. 379. — incisuralis Macq., 1839, Capo. 380. — Isse Walk., 1849, Capo. 381. — Ladon Walk., 1849, Capo. 382. — leoninus Schin., 1867, Capo. 383. — melanolophus Lw., 1857, Capo. 384. — molitor Wied., 1828, Capo. 385. — Noas Walk., 1849, Capo. 386. — Paron Walk., 1849, Capo. 387. — pellitus Wied., 1819, Capo. 388. — Plioeax Walk., 1849, Capo.^ 389. — pulcher Lw., 1858, Capo. 390. — rufus Macq., 1839, Capo. 391. — setiventris Lw., 1857, Capo. 392. — spiniventris Lw., 1857, Caffreria. 393. — suillus Pabr., 1805, Capo. 394. — tibialis Macq., 1839, Capo. 395. — ursinus Schin., 1867, Capo. 396. — ustulatus Lw., 1857, Cafireria. 397. Trichonotus Pegasus Lw., 1857, Caffreria. 398. Dasophrys longibarbus Lw., 1857, CafFreria. 399. — nigricans Wied., 1821, Capo. — 278 — 400. Dasophrys personatus Schin., 1866, Capo. 401. * Protophanes costalis Wulp, 1899, Aden. 402. Dysmachus albiciliatus Lw., 1854, Egitto. 403. — alhisetosus Macq., J850, Algeria. 404. — cristatus Meig., 1820, Algeria. 405. — fuscocinereus Macq., 1839, Algeria. 406. — fuscus Macq., 1835, Canarie. 407. — macropterus Lw., 1854, Egitto. 408. — spìniger Zeli., 1840, Algeria. 409. — trigonus Meig., 1804, Algeria. 410. Heligmoneura aegyptia Macq., 1839, Egitto. 411. — annulitarsis Lw., 1857, Caffreria. 412. — hrunnipes Fabr., 1794, Africa sett, — — castanipes Meig., 1820. 413. — deserticola Karsch, 1887, Africa orient. 414. — dimidiata Macq., 1838, Canarie. 415. — fuscifemorata Macq., 1838, Canarie. 416. — longitudinalis Lw., 1856, Egitto. 417. — modesta Big., 1858, Gabon. 418. — sinuata Lw., 1857, Caffreria. 419. * Neoitamus sodalis Wulp, 1899, Aden. 420. Epitriptus cervinus Lw., 1856, Egitto. 421. — inconstans Meig., 1820, Africa sett.. Canarie. — — culiciformis Wied., 1817, nec Fabr. 422. — Osiris Wied., 1828, Egitto. 423. Rhadiurgus notatus Big., 1891, Assinia. 424. Antipalus nigrifemoratus Macq., 1838, Canarie. 425. Asilus barharus L., 1767, Algeria, Tunisi. 426. — crabroniformis L., 1758, Algeria. 427. Teretromyia cothurnata Big., 1859, Madagascar. 428. Proagonistes validus Lw., 1857, Caffreria. 429. Allocotosia coarctata Macq., 1855, Madagascar. 430. — cothurnata Big., 1875, Madagascar. 431. Ommatius albovittatus Wied., 1824, Is. di Francia. 432. — atrogaster Big., 1859, Madagascar. 433. — aurìbarbis Wied., 1828, Sierra Leone. 434. — conopsoides Macq., 1834, nec Wied., 1828, Senegai. 435. — fallax Big., 1875 nec 1859, Caffreria. 436. — flavipes Lw., 1857 nec Macq., Caffreria. 437. — flavipes Macq., 1834, Senegai. 438. — fuscovittatus Rie., 1900, Transvaal. — 279 — 439. Ommatius jaculator Walk., 1852, Africa occid. 440. — madagascariensis Macq., 1839, Madagascar. 441. — 442. — 413. — 444. — 445. — 446. * — 447. Asilus 448. — 449. — 450. — 451. 452. — 453. — 454. - 455. — 456. — 457. — 458. — 459. — 460. — 461. — 462. — — fallcLx Big., 1859. Mayottae Big., 1859, Madagascar. pallidapex Big., 1891, Assinia. pulchripes Big., 1859, Madagascar, Is. Seicelle. pygmaeus Wied., 1824, Grainea. Tarclietìus Walk., 1849, Is. di Francia. tenellus Walp, 1899, Aden. Alastor Walk., 1849, Africa merid. (1). hipartitus Macq., 1849, Algeria. dioctriaeformis Macq., 1845, Is. di Francia. enitens Walk., 1870, Arabia. Jlavimystaceus Macq., 1850, Algeria. forficula Macq., 1845, Caffreria. gabonÌGus Macq., 1855, Gabon. incisuralis Macq., 1839, Capo. liirtipes Macq., 1849, Algeria. maurus L., 1767, Marocco. natalicus Macq., 1855, Natal. nigribarhis Macq., 1848, Caffreria. periscelis Macq., 1849, Algeria. Saulcyi Macq., 1845, Canarie. Schedius Walk., 1849, Africa merid. Tangeri Boisduv., 1835, Marocco. 47. Leptogaster bicingulata n. sp. . Fusco cinereus, ihovacis laterihus ahdominisque segmento- rum margine postico et ventre lutescentihus^ antennis probo- scide halterihus pedibusque luteis, tibiis posticis valde crassis cingulis duobus latis fuscis, thorace seta praesuturali unica praedito^ abdominis segmento primo basi setoso, alis cinereo hyalinis abdomine multo brevioribus, macula stigmatica nulla, nervi tertii furca elongata ramo infero recto supero late incurvo. lamellis lateralibus hypopygii longissimis profunde bi- (1) Queste sono le specie che non si poterono collocare nei generi moderni. 280 — partitis, ramo infero pilis longis fuscis incurvis ornato, la- ^ mella infera crassa cylindrica, peni crasso erecto. Long. corp. mm. 14, alar. mm. 9, 5. i Staz. 209: Dintorni di Adi Oaiè, Agosto 1902. Andreini. | Affine a rufirostris Lw., distinto per le tibie posteriori J ingrossate e diversamente colorate, e per la forma dei ge- ^ nitali. j Occhi rotondi, piatti, colle faccette mediane anteriori in- f terne assai più grandi e rilevate di tutte le altre dalle | quali sono completamente circondate ; fronte stretta con | tomento grigio giallastro, vertice concavo, nero, nudo; | parte inferiore del capo con scarsi peli giallicci ; mistace | formato di 4-5 peli lunghi di color chiaro; proboscide | breve robusta eretta, antenne cogli articoli basali di color ; giallo pallido, il terzo manca. Torace breve, convesso, ro- ■ busto, nudo meno corti peli cenerini disposti in serie dor- socentrali ; una robustissima presuturale di color bruno ; metapleure con deboli peli grigi ; il colore è bruno cinereo ^ nel disco con due striscie longitudinali avvicinate bian- < chicce, una striscia bianchiccia più larga va pure dagli omeri alla radice delle ali; gli omeri, la parte che sta at- | torno alla radice delle ali e le pleure sono gialle, queste | ultime variegate di macchie brune indeterminate e di strisce | di tomento bianchiccio; metasterno di color giallo chiaro. < Scudetto piccolo, nudo, con teneri e corti peli pallidi I ai lati, bruno, col margine giallo. Bilanceri gialli, colla clava alquanto infoscata; squamule piccolissime, gialle, nude. | Addome cilindrico assai allungato, nudo con brevi peli pai- | lidi al ventre ed alcune setole alla base del primo segmento, | tra cui due superiori brune mentre le altre sono gialle ; M è di color bruno lucente, col ventre giallo chiaro e l’orlo S posteriore dei segmenti giallo scuro. I quattro piedi ante- » riori sono interamente gialli, coi ginocchi neri, solo i fe- » mori intermedi presentano presso l’apice un anello bruno S — 281 — poco distinto ; i piedi posteriori sono allungati, coi femori clavati all’estremità e le tibie assai ingrossate; i femori presentano nel mezzo della parte ingrossata un largo anello bruno, e sono pure infoscati nella metà sottile basale; peli corti e poco sviluppati, speroni delle tibie posteriori gialli ; tarsi posteriori al disotto con spine nere; unghie nere, em- podio lungo robusto acuminato; tarsi anteriori con qual- che lunga setola al disotto del metatarso. Ali immacolate, con tenera frangia al loro margine posteriore; cella di- scoidale allungata, assai stretta nel mezzo, col piccolo nervo trasversale collocato in corrispondenza della sua metà ; prima e seconda cella posteriori assai anguste, quarta con peduncolo medioore. 48. Saropogon melanopygus Lw., Bemerk. fom. Asii. 10. [Dasypogon] (1851) et Beschreib. europ. Dipt. I. 90. 59. (1869); Wulp, Trans, ent. Soc. London 1899, 81. 1, (1899). Ghedem ed Otumlo Emberemi, Tellini. Io posseggo un esemplare raccolto ad Arafali dal Dott. Magretti. Corrisponde bene alla descrizione, ed a quanto dice il Van der Wulp; la quarta cella posteriore è però aperta o più o meno ristretta, non chiusa. 49. Oligopogon penicillatus Lw., Ofv. vet. Acad. Fòrh., XIV. 350. 27 (1857) et Diptf. Sùdafr. 93 (165) 1. (1860). Sabarguma, Teliini. Corrisponde bene; le tibie ed i tarsi posteriori paiono più rossi ed i riflessi violacei dell’addome sono indistinti. La forma del capo è in tutto simile a quella del genere Hol- cocephala. — 282 — 50. Spanurus Tellinii n. sp. 5 . Niger, aureo pilosus^ ahdominis segmentorum margine po- stico late albo limbato, mystace albolutescente^ antennis pedi- busque nigris^ alis immaculatis, nervis basi lutescentibus, cel- lula postica quarta apici angustata vel in alarum margine ipso clausa. hypopygio parvo nigro retracto. 5 terebra spinis luteis armata. Long. corp. mm 8,5-9, alar. mm. 5. Asmara-Oheren, Teliini. Interessante dasipogonide, ad aspetto di Epitriptus, con addome tipicamente compresso ; si accosta per le nervature alari allo Sp. compressus Karsch, ma ne differisce per i piedi neri e per la colorazione diversa. Capo con tomento grigio aureo, nella parte posteriore grigio nero; occhi arrotondati con faccette uguali; fronte depressa ; faccia uguale nei due sessi, con peli intera- mente chiari; mistace piuttosto fitto, nella femmina di co- lore più chiaro, nel maschio dorato; palpi neri lineari; pro- boscide nera^ corta, diretta in avanti ed in basso; antenne nere, lunghe quanto è alto il capo, gli articoli basali for- niti specialmente al di sotto di lunghi peli chiari, primo articolo lungo il doppio del secondo, che è arrotondato, terzo lungo una volta e mezzo i due primi, allargato, con corto stile aguzzo terminale. Torace convesso, grigio cine- reo, con striscia cenerina longitudinale mediana, con lun- ghi peli chiari, specialmente nella parte posteriore; scudetto con peli chiari senza setole distinte. Bilanceri gialli. Ad- dome compresso, con lunghi peli chiari, dorati nel maschio, e larghe fascio complete bianche all’orlo posteriore dei seg- menti; nella femmina gli ultimi segmenti appaiono al di sopra neri lucenti, forse solo perchè denudati. Piedi com- — 283 ~ pletamente neri, con peli e spine bianche. Ali lunghe come l’addome, alquanto gialle verso la base; la quarta cella posteriore è ristretta all’apice, ma variabile e talvolta chiusa. 51. Sisyrnodytes brevis Macq., Dipt. exot. I. (2). 52. (168) 2. t. IV. f. 3. [Acnephalum] (1839); Walk., List. Dipt. brit. Mus., VI, 458, 210. [Dasypogon] (1854) ; Wulp, Trans, ent. Soc. London 1899, 16. 9, f. II. f. 10 (1899) contrarius Walk., Entom. V. 257, 20 [Dasypogon] (1870). Floccus Lw., N. Beitr., IV, 40, 30 (1856) et Zeitschr. f. ges. Naturwis., XLII. 108 (1873). F. Anseba, Halibaret, Telimi. 52. Sisyrnodytes niger n. sp. cf. Praecedenti similUmus, at minor^ mystace nigro^ pilis albis in thoracis lateribus nuUis, pilis setisque pedum omni- bus nigris. Long. corp. mm. 8, alar. mm. 5. F. Anseba, Halibaret, Tellini. Occhi rotondi, piatti, colle faccette anteriori mediane assai più grandi e rilevate; parte superiore della faccia, fronte, vertice ed orlo posteriore del capo con lunghi peli bianchicci ; parte inferiore del capo con peli neri ; mistace nero, con qualche pelo chiaro superiormente; proboscide nera, robusta ; antenne nere, cogli articoli basali forniti di forti peli neri, il terzo allungato, sottile, nudo, con breve e grosso stile apicale. Torace nero, quadrato, abbastanza lucente, grossamente punteggiato; sul disco è coperto di lunghi peli bianco-giallicci, sui lati invece completamente neri. Lo scudetto è semicircolare, con un orlo rilevato al margine posteriore, punteggiato come il torace e con peli 19 Anno XXXVII. chiari. Bilanceri neri, addome largo, appiattito, ovale, nero alquanto lucente, profondamente punteggiato, con peli neri; al margine posteriore del primo, secondo e terzo segmento si notano strette fascie trasversali di peli bianchi; ventre nero, con peli completamente neri; genitali piccoli, re- tratti. Piedi neri, corti, robusti; i folti peli e le spine senza eccezione neri; unghie assai lunghe, ricurve^ pulvilli nulli, empodio rudimentale ; setole dei tarsi e delle tibie assai sviluppate. Ali ialine, leggermente infoscate verso la base^ colle nervature nere ; la costa cessa dopo il ramo superiore del terzo nervo longitudinale, ohe è fortemente curvato in alto alla sua estremità, tutte le nervature del mezzo dell’ala terminano prima di raggiungere il margine ; la prima e quarta cella posteriori sono chiuse assai lungi dal margine alare, particolarmente la quarta ; cella anale chiusa e pedunculata. 53. Promachus argyropus n. sp. $ . Niger^ alhido'pilosus, pedibus nigris tibiis quatuor poste- riorihus rufis, spinis pedum albis et nigris commixtis, alis luteo cinereo -hyalinis immaculatis, cellula postica prima clausa et petiolata. my stace argenteo^ tibiis tarsisque anticis supra et abdo^ minis apice in parte supera pilis argenteis tectis, abdominis segmento octavo subtus appendice bilobata nigro-pilosa prae- dito, lamellis lateralibus rufescentibus nigropilosis et setosis. 5 mystace albolutescente^ pilis argenteis ubique nullis, te- rebra nigro nitida luteo-pilosa. Long. corp. mm. 18-22, alar. mm. 12. Staz. 291 : Dintorni di Adi Caie, Agosto 1902. Andreini. Si avvicina al rectangularis Loew, ed a alcune specie di Zanzibar descritte dal Karsch; ma è ben distinto da tutte specialmente per la prima cella posteriore chiusa e pe- ziolata. — 285 — Il colore dei peli nel maschio tende al bianco argenteo, mentre nella femmina tende al gialliccio. Occhi ovali, di color violetto oscuro, colle faccette medie anteriori più grandi, in uguale misura nei due sessi; an- tenne nere, il terzo articolo manca, gli articoli basali forniti di setole nere; tutti i peli del capo sono di color chiaro, vi ha solo qualche setola nera all’orlo posteriore degli occhi, nella parte superiore; palpi neri, con peli e setole nere; proboscide nera, robusta, con peli chiari; il mistace è assai abbondante, con peli lunghissimi piegati in basso ; tuber- colo facciale assai grande, fronte profonda, coperta come la faccia e le guance, di tomento di color grigio. Torace coperto di fìtto tomento grigio, con due strette strisce lon- gitudinali mediane avvicinate poco distinte, e senza trac- cia di strisce laterali ; peli del dorso neri, quelli dei lati e dei fìanchi chiari ; le due o tre robuste setole presuturali sono di color bianco, bianche sono pure le sopraalari, 3-4 per parte ; peli acrosticali biseriati (due per parte); nella striscia delle dorsocentrali si notano peli pluriseriati che all’ indietro diventano sempre più robusti fìnchè si mutano in vere setole, sempre di color nero, le maggiori però colla punta fulva ; setole metapleurali non forti, bianche ; anche le setole della parte posteriore del torace ai lati della base dello scudetto sono bianche. Scudetto con lunghi peli, tutti chiari nella femmina, quelli del disco neri nel maschio; l’orlo posteriore non presenta macrochete distinte, ma solo peli, tutti bianchi. Squamule brune, cigliate di chiaro ; bilanceri gialli. Addome nero lucente, con lunghi peli, tutti chiari nella femmina, oscuri lungo la linea dorsale nel maschio; le setole che stanno al margine posteriore dei segmenti sono bianche, meno i due ultimi segmenti nel maschio, dove sono in parte nere ; il ciuffo di peli argentei inclinati all’ indietro che si osserva nel maschio all’estre- mità superiore dell’addome, risalta assai, in forma di mac- chia, essendo tutti gli altri peli e setole all’intorno di color — 286 — nero. Piedi robusti, con lunghi peli bianchi e tomento fulvo al lato interno delle tibie anteriori; le spine della parte superiore dei femori sono bianche, nell’inferiore se ne notano di nere; nelle tibie le spine bianche sono al lato esterno e posteriore, le nere all’interno; nei tarsi le nere stanno al lato inferiore ; i peli argentei alla parte su- periore delle tibie e tarsi esteriori nel maschio sono assai sviluppati, e diventano tanto più lunghi quanto più sono presso l’ultimo articolo tarsale. Le anche, i trocanteri ed i femori sono completamente neri; tibie anteriori nere, colla base strettamente rossa; tarsi anteriori neri; le quattro tibie posteriori sono rosse, con una striscia nera al lato anteriore, più sviluppata nel maschio che nella femmina ; i tarsi relativi hanno gli articoli basali di color rosso scuro; unghie robuste, lunghe e curve, nere, rosse alla base; pul- villi gialli. Ali leggermente giallicce, colle nervature gialle, specialmente in vicinanza della base; non si notano mac- chie oscure distinte entro le celle; costa lungo il margine posteriore assai tenue. 54. Promachus fulvipes Macq., Dipt. exot. I (2) 93 (209) 1. [Trupanea] (1839); Walk., List Dipt. brit. Mus. VII. 599. 50 [Trupanea] (1855;; Lw., Ofv. vet. Aead. Porh. XIV. 360. 62. (1857) et Diptf. Sùdafr., 127 (199) 19 et 132. (204) 4. (1860); Rie., Ann. Mag. N. Hist.^ (7) VI. 172. (1900). F. Anseba, Halibaret, Dicembre, Teliini. Una 5 che corrisponde abbastanza bene alla descrizione degli autori; per avere però il secondo articolo delle an- tenne molto oscuro si avvicina dtXV alhicinctus Ricardo. 55. Lophonotus leucotaenia n. sp. c/'. Niger^ albopilosus et albosetosm, cristae thoracis juba in parte antica nigra in postica alba, abdominis dorso in medio longitudinaliter nigro vittato, my stace albo setis nigris commi- xtis praesertim inferne, antennarum articulis basalibus subtus longissime nigro setosis, scutelli setis sex marginalibus nigris et duobus discoidalibus utrinque una in lateribus^ setis aìbis validis in margine postico segmentorum abdominalium et in ventre^ pedibus nigris albopilosis et setosis^ tibiis quatuor anterioribus rufìs nigrostrigatis^ alis hyalinis nervorum basi lutea. hypopygii lamellis superis elongatis erectis connatis, apice bimucronatis.^ pilis griseis tectis. Long. corp. mm. 15,5-18, alar. mm. 10-11. Ghinda-Saati, © Asmara-Keren, Dicembre, Teliini. Bellissima © distinta specie, appartenente al gruppo A, II, 2, a, del Loew, nel quale è però distinta così dalle tre specie del Loew, come àoXValbofasciatus Bicardo. Quasi tutte le specie sono del Capo; il L. dubius Bezzi è assai dubbio che sia veramente da tenersi in questo genere. Occhi rotondi, colle faccette mediane interne più grandi, ma di poco; capo coperto di fìtto tomento cinereo, anche nella parte posteriore, con peli bianchi ; di nero vi sono alcun© setole nella parte interna del mistace, poi fra gli ocelli, © nell’orlo posteriore superiore degli occhi, dove se ne notano due gruppi abbastanza fìtti; antenne nere, con tomento grigio, col terzo articolo breve ovale lungo circa come i due primi, con stilo piccolo ottuso; le folte setole nere che si trovano al di sotto dei due primi articoli sono cosi lunghe che raggiungono Tapic© del terzo. Proboscide nera. Torace assai ©levato, grigio, con peli bianchi, assai scarsi però sui fìanchi che sono quasi nudi ; lungo la linea mediana del dorso si nota una striscia longitudi- nale nera protratta fìno allo scudetto, sulla quale stanno piantate le lunghe © robuste setole nere della cresta, che arrivano fìno al collo; frammezzo a queste setole si nota una folta criniera di peli che per i due terzi anteriori sono — 288 ~ neri, mentre nel terzo posteriore sono candidi, lunghi, volti all’ indietro, in modo da formare una linea bianca assai spiccata ; scudetto nero, lucente, con peli bianchi e setole nere; -le tre setole presuturali sono bianche, le due sopra- alari e quelle agli angoli posteriori del torace sono ora bianche ora nere ; 5-6 setole metapleurali robuste, bianche. Bilanceri bianco gialli ; squamule bianche ad orlo giallo, con ciglia bianche; metanoto cenerino, nudo. Addome nero, coperto di tomento grigio, con spiccata linea longitudinale dorsale nera, con peli bianchi adagiati e robuste setole bianche, 2-3 per parte, nel secondo segmento un gruppo di tre ai lati ; ventre cinereo, con peli bianchi e forti setole bianche, 2-4 nel mezzo di ogni segmento. Genitali carat- teristici: le due lamelle laterali sono tuse fra di loro a formare una specie di cappuccio che rimane eretto, ma che nel vivo abbassandosi deve poter coprire la parte sotto- posta, che è corta e ottusa; il pene è sottile, giallo. I piedi sono robusti, a riflessi bronzei, ma paiono chiari perchè tutti coperti di peli bianchi adagiati; tutte le loro setole sono bianche, tranne quelle sotto i tarsi, e sono abbondanti, specialmente ai tarsi anteriori ; le tibie posteriori sono quasi del tutto nere, le quattro anteriori sono invece rosse al lato anteriore ed interno ; la base dei singoli articoli tarsali è rossiccia; nella parte inferiore dei tarsi vi sono forti setole nere; le tibie posteriori hanno peli neri nel loro lato interno; i femori, specialmente i posteriori, sono distintamente ingrossati ; unghiette rosse alla base, pul villi gialli; tibie e metatarsi posteriori con tomento aureo al lato interno, al lato esterno delle quattro tibie anteriori si nota qualche setola nera. Le ali non hanno nulla di spe- ciale, la quarta cella posteriore è peduncolata alla base. 56. Lophonotus nanus n. sp. J». Niger, alhopilosus^ nigrosetosus^ mystace supra setis nigris lateribus albopiloso^ pedibus nigris nigro spinosis, scuteìlo — 289 setis plurimis marginalihus et discoidalibus lateribus utrin- que albo fioccoso, alis hyalinis, nervorum basi lutea. geniìalibus incrassatis rufescentibus albopilosis^ lamellis lateralibus rotundatis injlatis. Long. corp. mm. 10, alar. mm. 6. Staz. 309 : Dintorni di Adi Caiè, Ottobre 1902. Andreini. Questa specie per l’aspetto generale e per la forma dei genitali, si scosta molto dalla precedente; e non corrisponde al facies di Lophonotus, nel qual genere è tuttavia da col- locarsi pel complesso dei suoi caratteri. Molto caratteristici i due fiocchi di peli bianchi ai lati dello scudetto. Capo con tomento cenerino assai oscuro, faccia molto stretta, setole verticali ed ocellari nere, peli della parte in- feriore del capo abbondanti e bianchi, parte superiore del mistace interamente bianca; proboscide nera, occhi grandi, rotondi, colle faccette mediane anteriori notevolmente più grandi; antenne nere (il terzo articolo manca), i due articoli basali sono forniti al di sotto di lunghe setole nere dirette in avanti. Torace con tomento cenerino oscuro, scarsi peli bianchi e lunghe setole nere ; setole della cresta arrivanti fino al collo, ma senza criniera di peli fra di loro ; setole presuturali 2, sopraalari 3-4, metapleurali deboli di color bianco; setole dello scudetto lunghe, erette, come pure eretti sono i lunghi peli bianchi che formano i due fiocchi late- rali. Bilanceri gialli. Addome nero, con peli bianchi ada- giati e corte setole bianche all’orlo posteriore dei segmenti, ventre senza setole robuste, od assai poco sviluppate ; ge- nitali larghi, rotondi, racchiudenti fra le due branche laterali uno spazio vuoto ovale trasverso. Piedi interamente neri, con lunghi peli bianchi, specialmente ai femori ed alle an- che ; le spine sono quasi tutte nere, però al lato esterno delle quattro tibie anteriori se ne vedono anche di bianche. Ali normali ; la seconda cella posteriore non è molto dila- tata alla sua base; la quarta è sessile alla base. — 290 — 57. Machimus sp. ind. 5. Staz. 291 : Dintorni di Adi Caiè, Settembre 1902. An- dreini. Mancando il maschio, credo bene di non nominarlo; è diverso dal M. le^turus Gerst. per i piedi completamente neri, come il mistace. Antenne nere, mancanti del terzo articolo; faccia grigia con grosso tubercolo elevato ed abbondante mistace intera- mente nero; peli inferiori del capo color bianco gialliccio; setole del torace nere, sono gialle solo le metapleurali ; la striscia mediana non è allargata in avanti, divisa, le laterali maculiformi poco distinte ; scudetto con quattro setole mar- ginali nere. Addome lucente, coll’orlo posteriore dei seg- menti grigio bianco; peli bianchi, setole all’orlo dei seg- menti bianche; ventre senza setole; ovopositore nero lu- cente, con scarsi e corti peli chiari; laminette allungate, libere, con peli chiari; piedi completamente neri, con corti peli grigi e setole nere, tranne qualche rara bianca, femori anteriori al di sotto inermi, ma frangiati di lunghi peli neri; femori mediani al di sotto con setole nere, posteriori con bianche ; tibie e metatarsi con tomento aureo al lato interno. Ali cenerine, infoscate nel terzo apicale per la presenza nel centro delle cellule di macchie grigie diffuse; seconda cella posteriore non dilatata alla base, quarta sessile. 58. Un esemplare mal conservato di Asilus s. l. 5 , di Ras Ghedem, Gennaio, Tellini. Può esser un Philonicus^ ma l’ovopositore è rotto, e non si scorge quindi traccia della corona apicale di spine. 59. Heligmoneura nuda n. sp. J". Griseo cinerea^ fere nuda, tJioracis dorso vitta media lon- gitudinali fusca, tubercolo faciali parvo mystace parvo albo — 291 — superne setis nigris paucis praedito, antennis nigris, pedihus rufis femorum vitta longitudinali supera nigra^ setis posto- cularibus alhis^ setis thoracis nigris duohus presuturalibus duobus supra-alaribus duobus praescutellaribus et IV-V dorso- centralibus utrinque, setis scutelli duobus plerumque pallidis, setis in margine postico segmentorum abdominalium albis, alis cinereo-Tiyalinis, nervis basi luteis. genitalibus parvis acutis pallide rufescentibus, segmento abdominis octavo subtus longe pallido-piloso. Long. corp. mm. 14-14,6, alar. mm. 11. Staz. 269: Dintorni di Adi Caie, Giugno 1902. Andreini. Per certi caratteri questa specie sembra essere un Om- matius; e siccome tutti gli esemplari studiati mancano del terzo articolo dell’antenna e dello stilo, cosi rimango in dubbio sulla sua posizione generica. Capo coperto di fitto tomento cenerino, con scarsi peli e tutte le setole bianche, anche quelle del margine poste- riore superiore degli occhi; abbondanti sono i peli bianchi al di sotto della testa ; verso la parte superiore del mistace si notano 3-4 setole nere ; il tubercolo facciale è piccolis- simo ; i peli che stanno al di sotto dei due primi articoli delle antenne sono corti, neri; la proboscide è nera con peli bianchi. Torace presso che nudo, fornito solo di cor- tissimi peli neri uguali ; esso é coperto di fitto tomento cenerino leggermente giallognolo, che sui fianchi lascia qualche macchia incerta bruna; le strisele laterali del dorso del torace mancano; le setole sono robuste, nere^ solo le deboli metapleurali sono pallide. Scudetto con tenera e scarsa pubescenza chiara; le sue setole sono erette^ quasi sempre di color chiaro. Metanoto cenerino, nudo; bilanceri giallo-bianchi; squamule giallicce con peli chiari. Addome bruno, annodato di cenerino, poiché l’orlo posteriore dei segmenti è di tal colore; ha corti peli pallidi e forti se- tole bianche; ventre cenerino, senza setole; l’ottavo seg- — 292 — mento presenta al di sotto una sviluppata corona di lunghi peli chiari, fra cui se ne nota qualcuno di nero ; le lami- nette laterali sono aguzze alla estremità, fornite al di sopra di peli oscuri. Piedi rosso-gialli, colle anche cenerine for- nite di lunghi peli pallidi, tutti sono coperti di corti peli bianchi adagiati, che li rendono cenerini; le loro setole sono bianche, tranne qualcuna alle tibie e la maggior parte di quelle che stanno al lato inferiore dei tarsi, che sono nere; i ginocchi, l’apice delle tibie e l’estremità dei singoli arti- coli tarsali sono neri, unghie nere, pulvilli giallo bruni. Ali normali, colla costa fornita al margine anteriore del- l’ala di peli più lunghi del solito ; branche della forca del terzo nervo assai ondulate, seconda cella posteriore alquanto dilatata superiormente alla base, quarta sessile. 60. Ommatius macroscelis n. sp. $ . Nigro cinereus, antennis pedibusque nigris tibiarum basi lutea^ tuberculo faciali magno rotundato^ mystace superne setis nigris inferne pilis albis praedito, setis praesuturalibus supra- alaribus et praescutellaribus duobus nigris utrinque^ dorso- centralibus majoribus /F-F, scuteli margine setis duobus nigris, abdominis segmentis margine postico setis nullis, alis cinereo hyalinis^ margine fimbriato. longius piloso^ abdomine cano-cinereo^ setis metapleu- ralibus tenuibus albis, femoribus valde incrassatis praesertim, posticis, genitalibus nigris mucronibus quatuor luteis inferne praeditis. 5 brevius pilosa, abdomine cinereo, setis metapleuralibus validioribus nigris, femoribus non incrassatis, terebra parva retracta fusca. Long. corp. mm. 10-12, alar. mm. 8-9. Staz. 196: Dintorni di Adi Ugrì, Agosto 1901, Andreini. Specie assai distinta, particolarmente pel dimorfismo ses- suale : non v’ha dubbio sulla identità dei sessi. — 293 — Capo rotondo, coperto di fittissimo tomento grigio-bianco ; vertice assai profondamente scavato, coi margini diritti, e con tubercolo ocellare nero assai sporgente ; i peli piut- tosto lunghi della fronte, le setole degli eccelli, quelle del vertice e dell’orlo superiore degli occhi sono tutte nere, bianchi sono invece i peli della parte inferiore del capo ; il mistace è costituito da parecchie lunghe setole nere nella parte superiore e da folti peli bianchi nella inferiore, ed è collocato su un tubercolo largo ma poco elevato; la pro- boscide ed i brevissimi palpi sono neri con peli chiari ; articoli basali delle antenne al di sotto con forti ma non lunghe setole nere; le faccette anteriori degli occhi non sono molto più grandi delle altre, ed ugualmente svilup- pate nei due sessi. Torace di color cenerino assai oscuro, più chiaro sui fianchi ; sul dorso si nota una larga striscia bruna longitudinale e due distinte laterali accorciate in avanti ; i peli e le setole sono neri, ma sui fianchi si no- tano teneri peli chiari; le setole dorsocentrali si vengono gra- datamente mutando in peli. Lo scudetto è di color cenerino chiaro, con peli teneri pallidi nel disco ; bilanceri giallicci ; squamule pallide, cigliate di bianco ; metanoto cenerino chiaro, nudo, più oscuro all’orlo inferiore. L’addome è co- perto di tomento cenerino, che nel è assai fitto ed a riflessi bianchi; l’orlo posteriore di ogni segmento è stret- tamente bianchiccio; non si osservano setole, i peli sono bianchi, abbondanti e lunghi specialmente alla base, sui lati e presso l’orlo posteriore di ogni segmento ; ventre ce- nerino; addome nella femmina ottuso all’apice; genitali del maschio neri, lucenti, rivolti in alto. I femori del maschio sono assai ingrossati, specialmente i mediani ed i poste- riori; tutti i piedi sono forniti di abbondanti e lunghi peli bianchi e. di forti setole in prevalenza nere; i femori ante- riori sono inermi al di sotto, i posteriori hanno invece una fila di robuste setole nere al lato esterno, nella femmina quelle del lato interno sono bianche, più lunghe ma più no- 294 — che ; notevoli sono le lunghe setole nere che si trovano al lato interno delle tibie specialmente posteriori; quelle delle tibie anteriori e mediane sono bianche. Le ali non presen- tano nulla di speciale, tranne il relativo sviluppo della te- nera frangia del margine posteriore, che è distinta anche a quello anteriore. 61. Ommatius tenellus Wulp, Trans, entom. Soc. Lon- don, 97. 23. t. III. f. 14-15 (1899). Otumlo-Embereni, Gennaio, Teliini. Corrisponde bene alla descrizione di questa specie di Aden, ma anche a quella dell’O. pallidapex Bigot, dell’Assinia. EMPIDIDAE. 1. Hyhos femoratus Muli., 1776, Egitto. 2. Syneches natalensis Big., 1889, Natal. 3. — nebulosus Lw., 1857, Capo. 4. — vittatus Walk., 1860, Natal. 5. Syndyas nitida Lw., 1857, Caffreria. 6. opaca Lw., 1857, Caffreria. 7. Stenoproctus unipunctatus Lw., 1857, Capo. 8. Acarterus unicolor Lw., 1857, Capo. 9. Rhamphomyia umbripennis Meig., 1822, Algeria. 10. Empis abrupta Thoms., 1858, Capo. 11. — albicincta Lw., 1857, Capo. 12. — algira Macq., 1839, Algeria. 13. — bivittata Wied., 1824, Capo. 14. — completa Lw.. 1857, Caffreria. 15. — crassifila Lw., 1857, Capo. 16. — exotica Wied., 1824, Capo. 17. — geniculata Macq., 1839, nec Zett., 1842, Algeria. 18. — heter opterà Macq., 1839, Capo. 19. — Jiirtipes Wied., 1824, Capo. 20. — incompleta Macq., 1845, Caffreria. 21. — inornata Lw., 1857, Capo. 22 — macropus Lw., 1857, Caffreria. — 295 — 23. Empis inaura Macq., 1839, Algeria. 24. — mono Fabr., 1794, Algeria. 25. — perpendtcularis Lw., 1857, Caffreria. 26. — pilitìbia Macq., 1855, Capo. 27. — pruinosa Wied., 1824, Capo. 27. '’**^ — valida Adams, 1905, Rodesia. 28. Schistostoma eremita Beck., 1902, Egitto. 29. Hilarempis cervina Lw., 1857, Caffreria. 30. — heterogastra Lw., 1857, Caffreria. 31. — sordida Lw., 1857, Capo. 32. Hilara capensis Scbin., 1868, Capo. 33. — castanipes Lw., 1857, Caffreria. 34. — clypeata Meig,, 1822, Algeria. 35. Chersodromia ornatipes Big., 1891, Canarie. 36. Halsanalotes amaurus Beck., 1902, Egitto. Elaphropeza dispar Adams, 1905, Rodesia. 37. Drapetis aenescens Wied., 1830, Capo, Seiscelle, Egitto. — — crassa Lw., 1858. 38. — pilipes Lw., 1859, Egitto. 38. '^*'* Stilpon obscuripes Adams, 1905, Rodesia. 39. TacTiydromia algira Macq., 1849, Algeria. 40. — approximata Beck., 1902, Egitto. 41. — immaculata Beck., 1902, Egitto. 42. — ostiorum Beck., 1902, Egitto. 43. — pictitarsis Beck., 1902, Egitto. 44. — ruficornis Macq., 1850, Egitto. 45. — univittata Lw., 1857, Caffreria. 62. Tachydromia approximata Beck., Mittheil. zool. Mus. Berlin, IL 45. 67 (1902). Staz. 198: Dintorni di Adi Ugri, Agosto 1901. Andreini. Un esemplare che corrisponde bene alla descrizione. DOLICHOPODIDAE. 1. Agonosoma adumbratum Beck., 1902, Egitto. 2. — albilimbatum Big., 1890, Assinia. 3. — algirum Macq., 1849, Algeria. 4. — angustipenne Lw., 1857, Caffreria. 296 — 5. Agonosoma carum Walk., 1849, Congo. 6. — Desjardìnsii Macq., 1842, Is. di Francia. 7. — flaviventre Lw., 1857, Caffreria. 8. — jlexum Lw., 1857, Caffreria. 9. — fulvocmctum Big,, 1891, Assinia. 10. — gemmar ium Walk., 1849, Sierra Leone. 11. -- gemmeum Walk., 1849, Africa occid. 12. — glauceseens Lw., 1856, Egitto. 13. — laeve Big., 1891, Assinia. 14. — leptogaster Thoms., 1858, Is. Maurizio e Seicelle. 15. — parallelum Macq., 1842, Is. di Francia. 16. — rosaceum Wied., 1824, Capo. 17. — rufiventre Macq., 1842, Is. di Francia. 18. — sapJiirus Big., 1858, Gabon. 19. — senegalense Macq., 1834, Senegal. 20. — smaragdinum Wiek., 1849, Sierra Leone. 21. — stenuì'um Lw., 1857, Capo, Caffreria. 22. — zephyrus Big., 1858, Gabon. 23. Neurogona cyanescens Lw., 1857, Cafireria. 24. — univittata Lw., 1857, Caffreria. 25. Hygroceleutlius diadema Hai., 1831, Egitto. 26. * Dolichopus afer Rond., 1873, Abissinia. 27. — callosus Beck., 1902, Egitto. 28. — directus Welk., 1849, Africa mer. 29. — flavocrinitus Beck., 1903, Egitto. 30. — ~ Goudotii Macq., 1842, Marocco. 31. — indìreetus Walk., 1849, Africa occid. 32. — tessellatus Macq., 1842, Senegai. 33. BTiagoneurus angularis Macq., 1862, Senegai. 34. OrthocMle nigrocaerulea Latr., 1809, Algeria. 35. Tachytrechus bracteatus Wied., 1830, Capo. 36. — obscoenus Wied., 1830, Capo. — — obsGurus Lw., 1860. 37. — salinarius Beck., 1902, Egitto. 38. Gymnopternus argyropus Lw., 1857, Caffreria. 39. Lamproahromus speciosus Lw., 1870, Egitto. 40. Chrysotus inconspicuus Lw., 1887, Caffreria. 41. — suavis Lw., 1859, Egitto. 42. Argyra amicta Wied., 1830, Guinea. 43. Mtringopherusa connexa Beck., 1902, Egitto. 44. — separata Beck., 1902, Egitto. — 297 — 45. Trigonocera rivosa Beck., 1902, Egitto. 46. Diaphorus brunneas Lw., 1857, Caifreria, 47. — dasycnemus Lw., 1857, Caffreria. 48. Sympycnus caffer Lw., 1857, Caffreria. 49. Campsionemus cupreus Macq., 1838, Canarie. 50. — fuscipennis Macq., 1831, Canarie. 51. Xiphandrium triste Lw., 1857, Capo. 52. Mioromorphus albipes Zett., 1843, Egitto. 53. Syntormon aculeatum Zett., Egitto, 1843. 54. — triangulipes Beck., 1902, Egitto. 55. — uncitarse Beck., 1902, Egitto. 56. Teuchophorus spinigerellus Zett., 1843, Egitto. 57. Hydrophorus antarcticus Schin., 1868, Is. S. Paolo. 58. — hreviventris Beck., 1902, Egitto. 59. — cinereus Fabr., 1805, Marocco. 60. — inaequalipes Macq., 1834, Egitto, Caffreria. 61. — spìnicornis Lw., 1857, Caffreria. 62. — viridis Meig., 1824, Egitto. 63. Medeterus albidus Macq., 1850, Egitto. 64. Paralleloneurum ciUfemoratum Beck., 1902, Egitto. 65. Thinophilus Achilleus Mik., 1900, Egitto. 66. — calopus Lw., 1852, Mozambico. 67. — flavipalpis Zett., 1843, Egitto. 68. — indigenus Beck., 1902, Egitto. 69. — modestus Beck., 1902, Egitto. 70. — quadrimaculatus Beck., 1902, Egitto. 63. Rhagoneurus aethiopicus n. sp. C? ?• Nigro-aenescens, facie alba^ antennis rufescentihus articulo tertio supra infuscato, pedibus luteis coxis anticis fuscis^ femoribus posticis supra et fibiis tarsisque infuscatis, ciliis postocularibus infertoribus albis, squamulis luteis nigro-cilia- tis, alis cinereo ’hyaìinis immaculatis. lamellis hypopygii albicantibus limbo apicali late nigro et nigro ciliato. Long. corp. mm. 3,5-4, alar. mm. 3,5-4. Staz. 169: Dintorni di Adi Ugri, Luglio 1901. Andreini. È questa una importante scoperta per la fauna etiopica. — 298 — Il gen. Rhaqoneurus^ cosi come è caratterizzato dal Loew in Mon. Dipi. N. Amer. II. 346, nota (1864), era noto finora solo della regione orientale. Esso comprende tre specie, ziczac Wied., polychromus Lw. e coxalis Kertész, le quali sono ap- punto illustrate dal Dott. Kertész in Termész. Filzet. XXIV, 412 (1901). A queste specie si deve però senza dubbio ag- giungere il DoUchopus angularis Macq., Dipi. exot. II (2) 125. (183) 2. t. XXII. f. 4 (1842) del Senegai, di cui il Loew, Diptf. Sildafr. 272 (344) (1860) dice che non capisce cosa possa essere. Esso è assai affine al ziczac Wied. pei nervi trasversali marginati di fosco, ma ne differisce pel terzo articolo delle antenne acuminato. Le due specie raccolte dal Dott. Andreini sembrano invece assai affini ai polychro- mus Lw. e coxalis Kerfc., tanto che pare difficile il distin- guerle col solo aiuto delle descrizioni. Disgraziatamente gli esemplari di cui dispongo sono tutti mal conservati. Occhi con folti peli, corti e di color chiaro ; fronte nera con riflesso violaceo oscuro, faccia più corta degli occhi, coperta di tomento grigio, oscura sotto le antenne bianca quasi argentea nella parte inferiore; palpi grigio-giallognoli; setole ocellari e verticali robustissime volte all’indietro, ci- glia postoculari sopra nere sotto bianche ; proboscide bre- vissima non sporgente ; antenne cogli articoli basali uguali, corti, rosso-gialli, con corti peli neri al di sopra; terzo ar- ticolo poco più lungo del secondo, rotondo, infoscato, spe- cialmente lungo Porlo superiore ; arista grossa, nera, leg- germente curva alla base, lunga quasi due volte l’antenna, brevemente piumosa, nuda alla base. Torace nero, coi ri- flessi metallici appena distinti, con setole nere lunghe e robuste; acrosticali assai lunghe; scudetto grande, semicir- colare, con setole al margine. Bilancieri giallo- chiari ; squa- mule gialle con setole nere. Addome a riflessi violacei, verdi e rosso rame, più distinti, coll’orlo posteriore di cia- scun segmento più oscuro ; peli e setole di color nero ; ge- nitali mediocri, neri. I piedi anteriori del maschio sono sem- - 299 — plici, gli altri mancauo; le anche sono oscure, le anteriori alquanto giallognole all’apice, con peli neri; trocanteri gialli; femori posteriori infoscati lungo il lato superiore ; tibie po- steriori infoscate come tutti i tarsi; le setole nere sono sviluppate specialmente al lato posteriore delle ultime tibie ed ai relativi metatarsi; femori posteriori senza spine, e non cigliati al di sotto. Ali cenerine, senza traccia di callo costale; nervature normali e tipiche per questo genere, nessuna marginata di fosco. 64. Rhagoneurus sp. ind. $ . Staz. 196: Dintorni di Adi Ugri, Agosto 1901. Andreini. Staz. 198 : c. s. Troppo mal conservato per poterlo descrivere. E in tutto affine al precedente, dal quale differisce però per avere i colori metallici assai più sviluppati, fronte ce- rulea, torace verde, azzurro nel disco, addome verde, orlo posteriore dei segmenti nero, i lati con tomento bianco. Le anche anteriori sono interamente gialle ; i femori e le tibie posteriori non paiono infoscati; tutti i tarsi sono lar- gamente gialli alla base. 65. Gymnopternus sp. ind. $. Staz. 289: Dintorni di Adi Caie, Agosto 1902. Andreini. Un esemplare mal conservato, affine in tutto alle nostre specie europee. 66. Tachytrechus salinarius Deck., Mittheil. zoolog. Mus. Berlin, II. 63. 90. (1902). Staz. 309 f.: Monte Aiamba, dint. di Keren, 22 Marzo 1903. Andreini. Corrisponde bene. Anno XXXV li. 67. Hercostomus melanolepis n. sp. cf $. Ohscure metallicus^ cupri et viridi nitens^ facie cinerea, ciliis postocularihus alhis, antennis pedibusque rufoduteis coxis tihiarum apice tarsisque posticis nigris, squamuUs luteis longe nigro-pilosis, alis cinereo-hyalinis immaculatis. pedibus simplicibus, hypopygio magno viridi-nigro, la- mellis parvis rotundis nigris albotomentosis^ limbo externo setis nigris praedito, pygidio hamulo nigro laterali utrinque armato. Long. corp. mm. 5, alar. mm. 5. Staz. 309 : Keren e dint., Marzo 1903. Andreini. » 310 : Keren 1-7 Aprile. Andreini. Capo coperto di tomento cenerino oscuro, con lievi ri- flessi bronzei; faccia alquanto allargata nella parte inferiore, più breve degli occhi ; peli della parte inferiore del capo bianchicci, setole postoculari brevi e robuste; occhi di color verde, violacei nella parte anteriore dove le faccette sono maggiori, con peli bianchi ; antenne interamente gialle con radi peli neri ; proboscide non sporgente. Torace a riflessi rosso rame, sete acrosticali brevi biseriate ; la parte ante- riore è fornita di brevi setole uguali ; dorso-centrali mag- giori 6, 1 omerale, 1 postumerale, 2 presuturali, 1 proto- racale sopra V inserzione delle anche anteriori. Scudetto grande, quadrato, con due lunghe e forti setole una per parte agli angoli mediani, all’esterno delle quali se ne nota una più piccola. Bilanceri gialli, ciglia nere marginali delle squamule assai lunghe. Addome cilindrico, a riflessi verdi e violacei, con peli neri e setole nere al margine posteriore dei segmenti. Ipopigio grande e caratteristico, con due spine nere ricurve ai lati della base del pene, che è giallo. Anche e trocanteri neri. Femori rosso-gialli, con tenero to- mento bianco con corti peli neri, i posteriori alquanto in- — 301 — grossati, e 34 setole superiormente verso l’apice ; tibie del colore dei femori, le quattro posteriori nere all’apice, for- nite di lunghe e robuste spine nere : anteriori 2, 3, 2, me- diane 4, 4, 4, posteriori 5, 6 ; tarsi anteriori interamente gialli, nudi, infoscati all’apice e posteriori del tutto neri ; i metatarsi dei piedi intermedii sono allungati, maggiori di tutti. Ali normali ; il quarto nervo longitudinale, dopo il nervo trasverso posteriore, sale gradatamente verso il terzo, al quale all’estremità si trova assai avvicinato ; il terzo longitudinale è ingrossato in un piccolo callo alla sua radice. 68. Chrysotus xanthoprasius n. sp. $ Viridicyoneus, cinereo-tomentosus, coxis anticis pedibus ah- dominisque basi luteis, squamuUs nigro-ciliatis, ciliis posto- cularibus albis^ alis cinereo-hyalinis. Long, corp. mm. 3,2, alar. mm. 3,3. Staz. 149: Dintorni di Adi Ugri, Luglio 1901. Andreini. » 169 : Come sopra. Andreini. Esemplari mal conservati. Capo verde, ma coperto di fittissimo tomento cenerino ; peli oculari bianchi ; setole verticali lunghe nere ; palpi giallo-cenerini ; antenne nere brevissime, col terzo articolo minuto rotondo cinereo, con lunghissima arista apicale leggermente pubescente. Torace verde, con tomento cenerino e forti setole : acrosticali bre- vissime piliformi in due serie, dorsocentrali 5, intraalari 2, omerale e postumerale 1, presuturali e sopraalari 2 ; scu- detto grande verde, a tomento cenerino, con due robustis- sime setole. Bilanceri di color giallo bianco, addome col ventre e la base (il primo segmento e metà del secondo) gialli, nel resto verde con tomento cenerino, con peli e se- tole neri. Anche anteriori interamente gialle, le mediane nere, le posteriori con larga macchia nera, e le quattro po- — 302 - steriori presentano una forte setola nel mezzo del lato esterno ; peli e setole delle anteriori di color nero. Tutto il resto dei piedi è uniformemente giallo, solo i tarsi sono un po’ infoscati verso l’apice estremo. I peli sono neri; setole sviluppate si notano solo alle 4 tibie posteriori, di cui le ultime ne presentano 4 al margine posteriore. Ali normali, con nervature chiare. 69. Chrysotus sp. ind. 5 Staz. 196 : Dintorni di Adi Ugri, Agosto 1901. Andreini. Esemplari troppo mal conservati per poterli descrivere. 70. Thinophilus indigenus Deck., Mittheil. zoolog. Mus. Berlin, IL 48. 73. (1902). Staz. 309: Keren e dint.. Marzo 1903. Andreini Corrisponde bene alla descrizione. 71. Thinophilus sp. ind. 2 Staz. 307. b. : Keren, Gennaio 1903. Andreini. Troppo mal conservato. È affine al precedente, ma di- stinto per statura maggiore, per le antenne più oscure, per le tibie infoscate e fornite di setole più numerose e pei tarsi neri. I palpi sono forniti di forti setoluzze nere al disopra. 72. Thinophilus setulipalpis n. sp. cf. Viridis^ cinereo-tomentosus^ molacei nitenSj thoracis dorso vittis maculisque purpureis^ antennarum basi pedihusque lu- teis, femorihus anticis supra tibiisque posticis basi infuscatis, palpis luteis setulis nigrìs longiusculis praeditis^ ciliis posto- cularibus inferis albis, setis dorso-centralibus utrinque V, scutellaribus II, alis cinereo-hyalinis immaculatis. — 303 — tibiis intermediis in medio incurvis, lamellis hypopygii magnis perpendicularibus cinereo-hyalinis, pallide pilosis. Long. corp. min. 4, alar. mm. 4. Staz. 306. c,: Keren e dintorni. Gennaio 1903. Andreini. Benché malconservato, credo utile descriverlo perchè spe- cie interessantissima per molti riguardi. Soprattutto note- voli sono le forti e brevi setole nere che si notano sui palpi di questa e della specie precedente ; sotto tale rapporto co- stituiscono una speciale sezione nel loro genere. Occhi con peli bianchi e colle faccette mediane anteriori assai grandi ; faccia molto breve, verde nella metà supe- riore, porporina nella inferiore, le due parti separate da un solco trasversale ; fronte porporina, vertice a riflessi azzurri, parte posteriore del capo coperta di fitto tomento cenerino ; le setole ocellari, verticali e le due postverticali, come quelle postoculari superiori, sono nere ; le postoculari inferiori ed i lunghi peli del disotto del capo sono bian- chi ; palpi grandi gialli, con riflessi cenerini, con rade se- tole lunghette nere, regolari, più lunghe al margine interno ; antenne cogli articoli basali gialli, il terzo manca. Torace verde metallico, con due linee porporine nel mezzo, e mac- chie porporine laterali, coperto di tomento bronzino sui lati del dorso e cinereo fìtto sui fianchi ; setole acrosticali nulle, dorso-centrali 5, intraalari 3, presuturali 2 ; scudetto verde, con macchia porporina sul disco e due forti setole al mar- gine posteriore. Stimme bianche ; bilanceri bianco-giallo- gnoli ; squamule bianche, cigliate di bianco. Addome verde, a riflessi violacei, ma coperto di fitto tomento cenerino spe- cialmente sui fianchi e sul ventre ; ipopigio infero, piccolo, con laminette verticali, cenerino-trasparenti, con stretto cer- cine laterale infoscato e brevi peli pallidi. Piedi gialli, co- perti di tomento cenerino, con peli e setole neri. Anche ante- riori gialle all’apice ed all’ interno con macchia basale nera cenerina, lunghi peli bianchi e qualche setola nera ; le quat- — 804 — tro anche posteriori sono nero-cenerine con apice angusta- mente giallo ; trocanteri gialli ; femori ingrossati alla base, gli anteriori con fascia bruno-cenerina al lato superiore esterno ; tibie gialle, le posteriori col terzo apicale nero cenerino, le mediane incurvate nel mezzo ; tarsi gialli, co- gli ultimi due articoli neri ; al lato esteriore delle tibie me- diane si notano 2 setole e 5-6 a quello delle posteriori, ma collocate irrregolarmente. Ali normali. LONCHOPTERIDAE. 1. Loncìiojjtera africana Adams, 1905, Rodesia. — 306 — NOTE BIBLIOGRAFICHE SULLE “ CULICIDAE „ Goeldi e. a. Os Mosquitos no Para. « Memorias do Museu Goeldi (Museu Paraense) de Historia Naturai e Ethnographia ». IV. Farà (Brasil), 1905. (154 pag. di formato grande con numerose fig. e con tavole). Opera meritevole di considerazione, con belle e buone figure, che tratta di biologia e di speciografia delle zanzare, descrivendo diverse delle forme del Para sotto vari punti di vista, cioè nella parte dietologica, nella generazione, nelle larve, nelle ninfe e nelle immagini, con vari contributi nuovi e interessanti, non solo per le forme cui si riferiscono, ma spesso pure per il complesso della famiglia ; discorre di specie importanti, come le stegomiie e tratta anche di vari punti interessanti per la Medicina e la Igiene. Blanchard R. Les Monstiques ; Histoire naturelle et medicale. Paris, 1905, (673 pag. con numerose figure). Libro d’ insieme, molto commendevole, scritto da Autore di- ligente e competente ; in esso prima sono trattate le Culicidae dal punto di vista della Zoologia, conforme allo stato attuale delle conoscenze, poi di esse si tratta dal punto di vista della Medicina, discorrendosi in questa parte di quelle malattie da in- fezione parassitaria, che alle zanzare sono legate. Il pregevole libro è ugualmente utile al cultore di Scienze naturali, come a quello di Scienze mediche. E. F. INDICE DELLE MATERIE CONTENUTE NEL VOLUME DELL ’ ANNO TRENTASETTESIMO Paolo Magretti. — Materiali per la conoscenza della Fauna Eritrea Pag. 3 P. Stefanelli. — Pio Mingazzini » 97 Carlo Emery. — Studi sulle Formiclie della Fauna Neo- tropica » 107 Mario Bezzi. — Ditteri Eritrei raccolti dal Dott. Andreini e dal Prof. Teliini » 195 E. F. — Note Bibliografiche sulle « Culicidae » » 305 BULLETTINO DELLA SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA ANNO TEENTASETTESIMO (XXXVII) Trimestre I. (Dal Gennaio al Marzo 1905) TIPOGRAFIA FIRENZE M. RICCI, VIA SAN GALLO, 31 a spese degli Editori 1905 (Pubblicato il 15 Febbraio 1906). INDICE DELLE MATERIE CONTENUTE IN QUESTO FASCICOLO Paolo Magretti. - Eritrea . . . — Materiali per la conoscenza della Fauna P. Stefanelli. — Pio Mingazzini 97 ESTRATTO DALLO STATUTO La Società Entomologica Italiana, fondata nel 1869, si compone di un numero illimitato di Soci : gli italiani e gii stranieri possono egualmente appartenervi. I Soci sono di tre categorie: Soci onorari, effettivi e studenti. I primi vengono eletti a maggioranza di voti dall’ Assemblea generale; i secondi pagano una tassa annua di lire quindici (15); i Soci studenti pagano una contribuzione di lire dieci (10) e dopo tre anni divengono Soci effettivi. La tassa annuale è dovuta alla Società nel 1." trimestre d’ogni anno. I Soci effettivi che pagheranno in una sol volta lire duecento (200) diventano soci a vita. Soci morosi del pagamento di più anni sono radiati dall’albo della Società. Tutti i Soci ricevono le pubblicazioni della Società. L’accettazione dei lavori da pubblicarsi spetta al Comitato residente. Gli autori delle memorie ricevono gratuitamente 50 copie a parte, deside- randone un numero maggiore le possono avere ai seguenti prezzi: C O P* I E 50 75 100 Lire Lire Lire Per 4 pagine . . 2,50 2,75 3 — Per 8 pagine (mezzo foglio) 3,- 3,50 4 — Per 12 pagine 3,50 4,25 5 — Per 16 pagine (un foglio) L— 5,- 6 — Per ogni foglio di 16 pagine in più 3,50 3,75 4 — N. B. — Nei detti prezzi e compresa una copertina semplice. La copertina stampata e le altre modificazioni {come scompaginazione, doppia nu- merazione, carta più fine ecc.) sono d’ora innanzi a tutto carico degli autori. Agli autori delle memorie pubblicate nel Bullettino compete ogni re- sponsabilità delle opinioni e fatti esposti. I Soci effettivi residenti nel Regno possono consultare i libri della bi- blioteca sociale, purché ne rilascino ricevuta ed assumano a loro carico le spese d’ invio. GUIDO PONS, raccoglitore e preparatore naturalista, Socio della Società Entomologica italiana. Firenze, Via della Chiesa, 71. Si offre per raccolte e preparazioni di animali vertebrati ed invertebrati della fauna italiana. — Collezioni determinate per l’ insegnamento. — Collezioni di Entomologia applicata e di Biologia. JUNK WILHELM. — Entomologen-Adressbuch. Berlin, 1905 (Mk. 5). — Il solerte editore Junk (Bathenower Strasse, 22, Berlin N.W) ha di recente pubblicato questo Annuario degli entomologi di tutto il mondo coll’ indica- zione dei loro studi. E un utile libro che riuscirà gradito ad ogni cultore dell’ Entomologia. BULLETTINO DELLA SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA ANNO TRENTASETTESIMO C XXXVII) Trimestre II, III, IV. (Dall’Aprile al Dicembre 1905) FIRENZE TIPOGRAFIA M. RICCI, VIA SAN GALLO, a spese degli Editori 1805 (Pubblicatoli 16 Giugno 1906). INDICE DELLE MATERIE CONTENUTE IN QUESTO FASCICOLO Carlo Emery. — Studi sulle Formiche della Fauna Neo- tropica » 107 Mario Bezzi. — Ditteri Eritrei raccolti dal Dott. Andreini e dal Prof. Teliini » 195 E. F. — Note Bibliografiche sulle « Culicidae » » 305 BULLETTINO DELLA SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA ANNO TRENTOTTESIMO (XXXVIII) FIRENZE TIPOGRAFIA DI M. RICCI Via S. Gallo. N. 31. 1906 SECONDO SUPPLEMENTO ALLA REVISIONE DEI CRISIDIDI DELLO STATO RRASILIANO DEL PARA per ADOLFO DUCKE Dopo aver pubblicato il 1® supplemento alla mia « Ee- visione » credeva essere vera^mente arrivato a conoscere la grande maggioranza dei Crisididi esistenti nel nostro stato, quando in Dicembre del 1904, ad Obidos, ebbi la fortuna di trovare, prossimo alla sponda dell’ Amazzoni, un terreno recentemente bruciato allo scopo di farne una pian- tagione di mandioca e che in seguito alle prime pioggie — cadute verso la metà del detto mese — presentavasi tutto coperto di Croton cJiamaedryfolius G-riseb., piccola Eufor- biacea che mi era già nota come ottima per la cattura di Crisididi ed altri imenotteri aculeati e che questa volta mi diede un risultato assolutamente sorprendente ! Aiutato gentilmente dagli amici, signori P. Le Cointe^ ingegnere e Dott. Sampaio, medico militare in Obidos, riuscii a racco- gliere molto più di 1000 esemplari di Crisididi, apparte- nenti nientemeno che a 32 specie (1), e ciò in poche escur- sioni, fatte negli ultimi giorni di Dicembre e la prima settimana di Gennaio. Così abbondante materiale non so- (1) Ellampus huberi, Holopyga dohrni, Chrysogona saussurei, Qhrysis truncatella, spec.? crotonis, aliena, mutica, mucronata, trianguUfera, cameroni, lecointei, punc- tatissima, distinctissima, carinulata, excavata, spec.? propinqua, leucochiloides, leu- cocheila, postica, inseriata, glahriceps, fahricii, smidti, frieseana, genbergi, late- ralis, goeldii, obidensis, longiventris, Tclugi. — 4 lamente ini permise di riconoscere come veramente inedite alcune specie ancora dubbie, ma anche di orientarmi me- glio sulle varietà di molte specie. Ed eccomi qui giunto ad un punto, che nella presente famiglia causa difficoltà speciali. Se già coloro che si oc- cupano unicamente delle specie europee cosi multicolori (e la colorazione, per variabile che sia, offre spesso dei caratteri buoni per una facile orientazione fra le molte specie!) si lagnano dell’estrema variabilità delle specie in questa famiglia, che cosa dirà poi chi studia le specie sud- americane, che non hanno che due tipi di colorazione? Riu- nire le diverse forme, che compongono una specie, è ancora relativamente facile nelle specie più o meno frequenti (cito come esempi: Chrysogona saussurei e alfkeni^ e Crysis fa- hricii)^ impossibile però nelle specie rare, ove certamente molte volte, per non avere sott’occhio le forme interme- die, si considereranno come specie distinte due o anche più variazioni estreme della medesima specie. E perciò inammissibile, principalmente nel genere Crysis, voler creare specie nuove per singoli esemplari : io stesso posseggo mezza dozzina di Crysis appartenenti probabilmente a specie inedite, non mi azzardo però a descriverle come tali, per non conoscerle che in un esemplare solo ciascuna! Le macchie nere del 2® segmento ventrale delle specie di Crysis meritano di essere prese in considerazione; esse non costituiscono che un carattere di importanza seconda- ria, m’hanno però reso grandi servizi perchè forniscono molte volte un mezzo facile per distinguere delle specie molto somiglianti. Soltanto in poche specie {fahricii, inse- riata) le ho trovate frequentemente incostanti. Quanto alla terminologia, d’ora in avanti non userò più il termine metanoto (il quale essendo usato da molti autori per il segmento mediano, causa grave confusione), ma post‘ scutellum o postscudetto. Alla fine di questa nota aggiungo ancora la lista dei — 5 Crisididi da me raccolti nel vicino stato d’ Amazonas ; la fauna dell’Alto Amazzoni sembra poco differente da quella dello Stato del Farà, mancano però osservazioni più numerose. I luoghi, ove potei fare qualche raccolta, furono : Teffè sulla sponda destra e Tabatinga su quella sinistra del- l’Alto Amazzoni; Barcellos sulla sponda destra del Rio Ne- gro, e un « seringal » (luogo di produzione di gomma ela- stica) sulla sponda sinistra del basso Japurà. AGGIUNTA ALL’ELENCO DELLE SPECIE RACCOLTE NELLO STATO DEL PARA coll’indicazione della distribuzione geoorafica finora conosciuta 1. Amisega mocsàryi Ducke — Stato del Farà: anche al- l’Oyapoc. Stato dell’ Amazonas (Bar- cellos, Teffè, Tabatinga). 2. — aeneiceps Ducke — Stato del Farà : anche all’Oya- poc. Stato dell’ Amazonas (Teffè). 3. Pseudepyris paradoxa Ducke — Stato del Farà: anche al- rOyapoc. Stato dell’ Amazonas (Teffè), 4. — flavipes Ducke — Stato dell’ Amazonas (Teffè). 5. Cleptidea mutilloides Ducke — Dev’essere collocata in questo nuovo genere del Moczàry. Sa. — buyssoni Ducke — Stato del Farà (Oyapoc). 5b. — = magnifica Ducke — Stato del Farà (Oyapoc), Stato dell’ Amazonas (Tabatinga). 7. Ellampus huberi Ducke. — Stato del Farà : anche Obidos. Stato dell’ Amazonas (Rio Japurà). S. — paraensis Ducke — Stato del Farà: anche all’ Oyapoc. 10. Holopyga kohii Buyss. — È la mia H. 'pallidolimhata. — 6 — 13. Chrysogona silvestri! Ducke — Stato del Para: anche Faro e lago grande di Villafranca. Stato dell’Amazonas (Rio Japurà). 14a. Chrysis crotonis n. sp. — Stato del Farà (Obidos e Faro). 16a. — spec. ? — ? J7a. — mutica n. sp. — Stato del Farà (Obidos), Stato delFAmazonas (Teffè). 19. — cameroni Buyss. — La Chr. duckei Mocs. è sino- nima di questa specie. Stati del Farà ed Amazonas, e Bahia. 20a. — lecointei n. sp. — Stato del Farà (Obidos e lago grande di Yillafranca). 22. — carinulata Mocs. — Stato del Farà (Belem ed Obidos); Piauky. 23. — excavata Brullé — È la Chr. diana Mocs. 23a. — spec. ? — ? 26. — leucochiloides Ducke — Stato del Farà: anche Obidos. 28. — imperforata G-rib. — Oajenna : Stato del Farà (Be- lem ed Oyapoc) Stato dell’Amazonas (Teffè). 28a. — nitens n. sp. — Stato del Farà (Obidos) Stato del- l’Amazonas (Teffè). 30. — paraensis Ducke — Anche Stato dell’Amazonas (Teffè). 31. — inseriata Mocs. — Stato del Farà, anche Obidos, Stato dell’Amazonas (Rio Japurà). 34. — smidti Dahlb. — Stato del Farà: anche Amapà ed Oyapoc. 39a. — goeldii n. sp. — Stato del Farà (Obidos e Faro). 40a. — longiventris n. sp. — Stato del Farà (Obidos). Il numero delle specie ascende dunque per lo Stato del Farà a 50, non comprese alcune forme ancora dubbie e che forse più tardi saranno riconosciute come specie nuove. — 7 ANNOTAZIONI ALLE SINGOLE SPECIE Sottofamiglia Amiseginae. Ashmead descrive un secondo genere, Mesitiopterus^ del- l’America settentrionale, i) quale m’ è sconosciuto. Amisega mocsàryi forma nelle femmine nell’Alto Amazzoni una bella varietà col capo e torace unicolori azzurri. Nei medesimi luoghi (Teffè e Tabatinga) ho osservato tutte le transizioni da questa varietà alla forma tipica. Amisega aeneiceps forma anch’essa all’Alto Amazzoni nelle femmine una varietà più oscura, cioè colle zampe intera- mente nerastre. Teffè. Sottofamiglia Pseudepyrinae. L’addome dei maschi di Pseudepyris consiste di 6 seg- menti, dei quali nella Pseud. flavipes alle volte 1’ ultimo, nella Pseud. paradoxa generalmente anche il penultimo rimangono nascosti ; nella femmina di Ps. paradoxa (quella di flavipes è sconosciuta) il numero dei segmenti è 4, il di cui ultimo é quasi sempre invisibile. Sottofamiglia Cleptinae. Le specie neotropiche di Cleptes costituiscono secondo Mocsàry (Observatio de Clepte aurora Sm., Annales Mus. Nat. Hung. II, 1904, p. 567-569) un nuovo genere Cleptidea^ del quale Fautore ci dà la seguente descrizione : « G-eneri Cleptes Latr. simile et cum eo in subfamiliam Gleptinarum pertinet; sed differt: capite magis transverso 8 — et fronte supra minus convexa, pronoto colloque breviori- bus magisve trans versis, scutello elevato, convexo, antico posticeque declivi, postscutello quoque elevato, in Cl. au- rora et etiam in fasciata alte-elevato, transverso, compresso et rectangulo, metathoracis dentibus postico-lateralibus lon- gis, mucronatis, apud auroram et mutilloidem submembra- naceis, alis anticis cellula radiali incompleta fusco-fasciatis vel bifasciatis, ita, ut in America meridionali nulla hu- cusque species Cleptium genuina inventa est. » La sinopsi delle specie nel 1° supplemento non è buona, perchè allora non conosceva ancora la Cl. aurora che dalla descrizione dello Smith; eccola adesso rettificata: Sygnopsis specierum hucusque notarum generis Clepitidea Mocs. 1. Corpus haud albopictum, testaceum et nigrum. Species mihi haud cognitae, Brasiliae meridionalis incolae 2. — Spinae segmenti mediani et basis abdominis semper albae. Alae anticae fusco-bifasciatae. Species regionis aequatorialis incolae 2. 2. Alae anticae fusco-bifasciatae : fasciata Lahlb., — Alae basi lutescenti-hyalinae, parte apicali fortiter fumatae : xanthomelas Mocs., 5- 3. Corpus picturis albis exceptis totum cyaneum et violaceum. Postscutellum in mucronem longum, crassum, apice fortiter excisum productum : magnifica Ducke, C?. — Thorax ex parte rufus. Postscutellum non mucronatum . 4. 4. Thorax, segmento mediano et in mare etiam pronoti disco exceptis, rufus. Corpus obscure aeneum. Postscutellum parum convexum : mutilloides Ducke, J cf. — Solum scutellum vel scutellum et postscutellum rufa, hoc valde gibbum, postico abruptum, superne leniter emarginatum. 5. 5. Corpus obscure aeneum. Scutellum et postscutellum rufa. Pedes nigri cyanescentes, coxis trochanteribusque infra sordide al- bidis : buyssoni Duke, 5 — Corpus laete viridicyaneum. Postscutellum purpureoviolaceum, mesonoto concolor. Metatarsi pedum intermediorum toti, pedum posticorum apice nigro excepto albi : aurora Sm., 2 cT. — 9 — CI. buyssoni Ducke è morfologicamente uguale alla Cl, aurora Sm. e non è impossibile che ne sia appena una variazione locale. Il Cleptes buyssoni Semenou 1891 ó iden- tico col Gleptes putoni Buyss. 1886 (secondo una lettera del sig. Du Buysson), sicché il nome buyssoni dovrà restare alla specie da me descritta anche nel caso che si consideri le specie di Cleptidea come facente parte del genere Clep- tes. Nella descrizione di questa specie (1® supplemento pag. 100 e 101) è successa una confusione : nella penul- tima riga della pag. 100 invece di « Scutellum et mesonotum rufa » dovrebbe stare « Scutellum et metanotum (postscu- tellum) rufa » e alla pagina 101, linea 1, invece di « Me- tanotum » dev’essere messo « segmentum medianum ». Per- chè non si ripetano simili casi, non userò più il termine « metanotum » ma invece « postscu tellum », il quale esclude ogni dubbio. Cl. magnifica Ducke — Un secondo esemplare, maschio anch’esso, fu da me catturato nella foresta presso il forte di Tabatinga (Alto Amazzoni). In questa specie la cellula radiale può dirsi completa, appena il nervo diventa verso la parte apicale più fino e un po’ più pallido. Sottofamiglia Ellampinae. C. aequinoctialis Ducke è forse identico coll’ gayi Spin., del quale, grazie alla gentilezza del sig. R. Du Buysson^ posseggo un esemplare. E. huberi Ducke è forse identico coll’AJ. iridescens Nort. (secondo comunicazione del signor R. Du Buysson). Colle- zionato parecchie volte ad Obidos sul Croton, e una volta al Rio Japurà nello Stato dell’Amazonas. — 10 — Sottofamiglia Hedycrinae. Holopyga kohii Buyss. — La mia H. pallydolimhata è iden- tica con questa, secondo mi comunica lo stesso autore. Le unghie hanno vicino alla base ancora un dente molto pic- colo, sicché il sig. Du Buusson colloca la specie nel sotto- genere Holopyga sens. str. Sottofamiglia Chrysidinae. Chrysogona silvestrii Luche. — Il c? è somigliante alla J , però di colore più oscuro; gli angoli posticolaterali del seg- mento apicale sono più ottusi, i buchi costituenti la serie anteapicale meno bene separati. La lunghezza del corpo è di 4 Ya i3im. Di questa rara specie ottenni ancora una J dal signor P. Le Cointe, trovata al lago grande di Villa- franca sul Croton chamaedryfolius ; due catturai in una capanna sul Rio Japurà (Stato dell’Amazonas) ed an- cora uno sul Croton chamaedryfolius a Faro. Chrysogona saussurei Mocs. — Questa specie è stata finora confusa colla Ohrysis crotonis n. sp., dalla quale si distin- gue appena per la statura più piccola, per i nervi della cellula discoidale più indistinti, ed anzitutto per 1’ ultimo segmento addominale più distintamente angoloso; sporgente al centro del margine apicale. La • lunghezza del corpo è di 3 ^4 a 5 Ya La punteggiatura del corpo non è mai cosi regolare come nella Chrysis crotonis ed il colore non è un verde cosi puro come in quest’ultima, caratteri salienti an- zitutti nelle 2 9 • Crhysis crotonis n. sp. — Corpus totum superne dense sat> fortiter punctatum, viride vel cyanescenti-viride, albido- pilosum, depressionibus anticis prò- et mesonoti, hujusque suturis et praecipue macula apicali lobi mediani, abdomi- nisque segmentorum dorsalium marginibus basalibus plus — 11 — minusve violascentibus ; abdominis segmenti ultimi mar- gine apicali cyanescenti ; abdominis dorso plus minusve cyaneo-micante. Cavitas facialis subtiliter transversim strio- lata, superne acute marginata; frons area cordiformi lata stemma anticum includente, interdum sat obsoleta instructa. Postscutellum mucrone triangulari sat longo subacuto in- structum. Abdomen segmentis dorsalibus medio longitudi- naliter carinatis, punctatura lateribus densiore sed magis confluente, disco sat densa sed punctis bene separatis; seg- mentum anale margine apicali foveolis centralibus sat ma- gnis sed confluentibus, externis parvis at bene separatis obsolete tridenticulato, denticulis externis sat distincte an- guliformibus, centrali 2 rotundato ^ in medio recto vel fere subemarginato. Segmentum ventrale secundum callo- sum, sed sine maculis nigris. Pedes virides, tarsis ad apicem fuscis. Alae infuscatae nervis cellulae discoidali sat tenui- bus. segmentum ventrale ultimum (tertium) ad apicem brunneum, griseo-flavescenti pilosum. — Longitudo corpo- ris 6-7 % mm. Questa specie è facile da confondersi anzitutto colla Chry- sogona saussurei, la quale però è minore, ha il margine apicale dell’addome meno ottuso al centro ecc. — Per se- pararla dalle specie vicine di Crysis, basterà la tabella ana- litica, della quale riproduco più in giù il punto 3, aumen- tato coll’inclusione delle specie nuove. Obidos e Faro, quasi esclusivamente sul Croton chamae- dryfolius. — Questa specie congiunge i generi Chrysogona e ChrysiSj corrisponde però meglio a questo che a quello. Chrysis truncatella — Ad Obidos anche in Dicembre del 1904, sul Croton. — La specie somigliantissima di che parlai, non è la Chrysogona saussurei, ma la Chrysis ero- tonis. Chrysis sp. ? — Forse la Chr. brasiliana Gruór. ; 3 2 ed un ad Obidos, sul Croton. Chrysis aliena — Frequente ad Obidos, sul Croton. Chrysis mucronata — Obidos, $ sul Croton. 1 hanno il terzo segmento ventrale semplice. Chrysis mutica n. sp. — Albido-pilosa, viridis; nigrovio- lacea sunt: maculae ad ocellos et ad occiput; pronoti de- pressio antica; mesonoti pars antica depressa, suturae et tegulae; scutelli et postscutelli linea longitudinalis ; margi- nes basales segmentorum dorsalium, maculae discales ma- ximae segmentorum et 2\ macula minor segmenti 3*^ hu- jusque segmenti foveae apicales. Cavitas facialis superne non acute marginata. Pronotum breve. Mesonotum valde crasse punctatum. Scutellum basi spatio polito. Postscutel- lum simplex, convexum. Abdomen medio vix carinulatum, lateribus densius punctatum quam disco. Segmentum anale foveolis centralibus mediocribus, carina sat lata separatis, exteruis sat numerosis graduatim minoribus, margine api- cali distincte tridentato, dentibus externis late triangula- ribus, interno angusto 'et distincte infra curvato, emargi- naturis inter hos dentes fere semicircularibus. Segmentum ventrale 2 mm. maculis sat parvis, obliquis, apicem versus inter sese sat approximatis. Alae hyalinae, cellulae discoi- dales nervis tenuibus, vix minus obsoletis quam in specie Chr. crotonis. Long. corp. 6 Ya S • Somiglia alla Chr. mucronata^ specialmente quanto al colore; quest’ultima ha però le macchie violacee molto più polite, perchè meno punteggiate, ha inoltre il postscudetto munito d’un tubercolo sporgente, ha il margine apicale del- l’ultimo segmento addominale fra il dente centrale e quelli laterali quasi in linea retta, assolutamente non semicirco- lare, ed ha alla fine la cellula discoidale limitata da vene fini come nella maggior parte delle specie di Chrysis. Obidos, sul Croton ohamaedryfolius, 21, XII, 1904; Tefie (Stato dell’Amazonas), 7, IX, 1904. Chrysis triangulifera — Ad Obidos frequente sul Croton, XII, 1904 e I, 1905, I cTc? hanno il 3® segmento ventrale semplice. — 13 — Nella tabella analitica il punto 3 dovrà essere modificato in questa maniera. 3. Postscutellum (= metanotum) inerme. Abdominis segmentum dorsale ultimum fossulis daabus centralibus mediocribus, ca- rinula mediana apice in dentem longum exeunfce. Abdominis segmenti ventralis 2.' maculae nigrae parvae, elongatae, an- gustae, inter sese sat proximae. Longitudo corporis 6 mm. mutica n. sp. — Postscutellum (= metanotum) sub forma mucronis brevis etc. 4, — Postscutellum (= metanotum) in spinam modico longam, trian- gularem, sat acutara productum. Abdominis segmentum dorsale ultimum fossulis mediocribus, confluentibus, carinula mediana apice in dentem non exeunte, Segmentum ventrale 2 mm. sine maculis nigris. cf: Segmentum ventrale 3 mm. apice brunne- scens, flavescenti-griseo pilosum. Longitudo corporis 6-7 mm. J cf. crotonis n. sp. — Postscutellum (= metanotum) in spinam longam, etc. . . . cf : Segmentum ventrale 3 mm. simplex. Lon- ^gitudo corporis 8-9 mm. 5 cf. triangulifera Mocs. Chrysis cameroni Buyss. — La Chr. duckei Mocs. è sino- nima di questa specie, di cui ho potuto trovare finalmente anche la 2 . Il 2*^ segmento ventrale di questa porta due piccoli punti neri, che mancano al cf. Chrysis lecointei n. sp. — Specie! Chr. punctatissima Spin. affinissima, at fronte cum vertice thoracisque toto densius et valde regulariter punctatis, postscutello sine carina, 2 capite thoraceque supra fere omnino glabris, vix pilis ra- rissimis adspersis. Long. corp. 8-9 Ya La 2 quest’interessantissima specie si distingue molto facilmente dalla punctatissima per la parte superiore della testa completamente calva, mentre nella punctatissima la fronte ed il vertice sono coperti di peli lunghi e spessi. Anche sul dorso del torace è rimarchevole questa differenza fra le due specie, benché meno pronunciate. La punteg- 14 — giatura delle dette parti è regolarissima e fittissima nella Chr. lecointei^ mentre nella punctatissima i punti sono più grossi ma più disuguali. La carena del postscudetto non esiste mai nella lecointei; secondo vari autori essa può mancare delle volte nel della punctatissima^ resta però a sapere, se tali esemplari non appartengono piuttosto alla specie lecointei^ i di cui c/'cf sono molto difficili da sepa- rare da quelli della punctatissima^ perchè in questo sesso la peluria della testa è ugualmente sviluppata in ambe le specie. ■ — Per distinguere i c/'c/' delle due specie resta come unico carattere la differenza nella punteggiatura, ed anche questa differenza è meno spiccata che nelle 5 $ . Le due specie in questione stanno fra di esse nelle me- desime relazioni come Vinseriata e glahriceps. Esemplari molto grandi di quest’ ultima hanno perfino una spiccata somiglianza con individui piccoli della lecointei. Obidos, sul Croton chamaedryfolius. XII, 1904 e I, 1905 ; Lago grande di Villafranca (II, 1905, P. Le Cointe). Chrysis carinulata Mocs. — Determinata dal sig. Du Buys- son; è questa la Chrysis spec. f no. 8 della prima nota. Belem del Farà, 20, Vili, 1901, una $ sull’orlo della fore- sta, Obidos sui fiori del Croton, XII, 1904, I, 1905, 5 ? Chrysis excavata Brulle — È questo il nome che spetta alla Chr. diana Mocs., secondo comunicazione del sig. Du Buysson. Chrysis spec. ? — Una specie molto caratteristica, ma ancora non determinata, raccolti ad Obidos sul Cro- ton, Gennaio del 1905. Crysis propinqua Mocs. — Parecchi esemplari, rac- colti ad Obidos sul Croton, XII, 1904 e I, 1905. Il terzo (ultimo) segmento ventrale del (/ ha un orlo pallido bene distinto. Chrysis leucochiloides Ducke — Anche ad Obidos alcune ed un (/', XII, 1904, I, 1905 sul Croton. Le 55 sono ab- bastanza variabili nella struttura del segmento apicale, — 15 — esso è più o meno calloso sul dorso ed i buchi allungati centrali della serie anteapicale variano molt alcyone, Schiff. — Comune sulla strada del Lago in Luglio e nella prima decade di Agosto. Esistono serie perfette di transizione fra que- sta forma e la precedente. 343. » briseis, L. — Molto raro ; comunissimo invece in Secchieta e al Passo della Consuma. 352. » semele, L. — ■ Molto comune. 370. » statilinus, Hufn. var. alliona^ P. — Abbastanza frequente in Settembre in certe aree soleggiate e sassose; s’incontrano tutte le forme intermedie fra questa varietà e la var. appennina, Zeli. 385. Pararle aegerìa. L. — Un esemplare ben caratterizzato nella collezione dell’ Istituto Forestale. » var. gen. aest. egerides Stdgr. — Sempre scarsa; nei luoghi ombreggiati. — 27 — 390. Pararge megera, L. — Abbondantissima. 392. » maera, L. — Abbastanza comune. » var. adrasta, Hb. — (Oecconi). 402. Epinephìie jurtina, L. — Abbondantissima. » aberratio. — Un esemplare nano della J (35 mm. di apertura d’ali). » ab. 2 pallens, Thierry-Mieg. — Un esemplare molto ben caratterizzato. 422. » tithonus, L. — Comune alla fine d’ Agosto e in Settembre. Tutti gli esemplari erano per- fettamente tipici e in nessuno ' osservai le caratteristiche che presentano gli individui deir Appennino Pistoiese [Bull. Soc. Ent. It., anno XXXVI (1904), trim. I-II, p. 65]. 423. » ida, Esp. — Raccolta dal Beccari. 433. Coenonympha arcania, L. — Comune. » pamphilus, L. — Abbondantissima. » var. lyllus^ Esp. — Assai frequente e ben ca- ratterizzato. V. ERYCINIIDAE. 451. Nemeobius luoina, L. — Due esemplari nella collezione del R. Istituto Forestale. VI. LYGAENIOAE. 464. Thecla iiicis, Esp. — Assai comune fino a tutto Agosto. >> var. esculi, Hb. — Scarsissima. 476. Caliophrys rubi, L. — Scarsa. 500. Chrysophanus virgaureae, L. — Molto comune ; le 2 ? in Settembre. » var. appennina^ Calb. — Uno studio particolare delle 2 2 questa specie non mi ha frut- tato che un solo esemplare della varietà ap- pennina^ Calb. — 28 — 512. 513. 543. 511. Chrysophanus alciphron, Eott. var. gordius, Sulz. — « Svo- lazza in gran numero nei mesi di Luglio e Ago- sto. Cosi pure osservano lo Stefanelli e il Cal- berla », (Cecconi). Crii esemplari sono intermedi fra il tipo e la varietà. E specie li- mitata ad aree ristrette e vola per poco tempo. » ab. $ intermedia^ Stefanelli. — Le 5 J ap- partengono a questi; forma, phiaeas, L. — Comune. var. eleus^ P. — Abbastanza frequente e spesso molto bene caratterizzata, ab. caeruleopunctata, Stdgr. — Frequente, dorilis, Hufn. — Abbastanza frequente di Set- tembre in aree limitatissime. 530. Lampides telicanus, Lang. — Comune. 540. Lycaena argiades, Pali. var. coretas, 0. — Molto lo- calizzata ; Agosto. argus, L. — « Comune nella seconda metà di Agosto sui prati e nei luoghi incolti », (Cecconi). baton, Berg. — Ovunque, ma scarsissima, astrarche, Bgstr. — Ovunque, ma poco fre- quente. icariiS, Eott. — Abbondantissima ovunque, ab. icarinus, Scriba. — Scarsa, ab. melanotoxa, Pincit. — Earissima. ab. 5 caerulea, Puchs. — Scarsa. hylas, Esp. — Scarsa in Luglio e Agosto ; co- mune in Settembre ed assai localizzata, bellargus, Eott. — Comune alla fine d’ Agosto e in Settembre. ab. hellargoides, Verity. — Un alla fine di Agosto. coridon, Poda, var. apennina^ Z. — Questa forma del coridon è assai frequente alla fine d^Agosto e in Settembre, specialmente nelle colline che sovrastano al passo della Consuma. 573. 589. 604. 610. 613. 614. Lycaena ab. Stefanelli^ Verity. — Un » ab. cinnus, Hb. — Un ^ 637. » semìargus, Rott. — Scarsa assai. » cyllarus, Rott. — « Assai comune », (Oecconi). Non ho raccolto che due o tre esemplari di questa specie. » ab. lugens, Carad. — Un esemplare nella colle- zione del R. Istit. Forestale. 650. Cyaniris argioius, L. — Comune, specialmente sui fiori del Rubus. VII. HESPERimi^E. 661. Adopaea lineoa, 0. — Comune. 662. » thaumas, Hufn. — Non ho mai osservato que- sta specie ricordata dal Dott. Cecconi e rac- colta anche dal Beccar!. 664. » acteon, Rott. — Comune. 670. Augiades comma, L. — Abbondantissima. 671. » sylvanus, Esp. — Scarsa. 686. Carcharodus alceae, Esp. — Comune alla fine d’ Agosto e in Settembre. 700. Hesperia sao, Hb. — Poco frequente il tipo. » ab. eucrate, 0. — Abbastanza frequente. 703. » aiveus, Hb. — Di Settembre, ma scarsa. 709. » malvae^ L. — Abbastanza frequente. 712. Thanaos tages, L. — Come la precedente. Vili. SPHING-IDA.E. 717. Acherontia atropos, L. — « Pochissimo frequente », (Cec- coni). Vari esemplari nella collezione del R. Istit. Forestale. 725. Smerinthus populi, L. — Il Uott. Cecconi ne ha raccolto un esemplare nel Piantonaio del R. Istit. Fo- restale nel Giugno 1904. — 30 — 730. Dilina tiliae, L. — Larve d’ Agosto sul pioppo. » ab. hrunnescens^ Stdgr. — Un esemplare nella collezione del E». Istit. Forestale. » ab. ulmi^ Stdgr. — Come la precedente. 735. Protoparce convolvuli, L. — « Abbastanza comune in estate verso il crepuscolo sui fiori in Pianto- naio », (Cecconi). 749. Deilephila euphorbiae, L. — Un esemplare nella colle- , zione del E. Istit. Forestale. 759 Chaerocampa eipenor, L. — Come la precedente. 761. Metopsilus porcellus, L. — Un esemplare raccolto al Saltino dal Dott. Cecconi 1’ 8 Luglio 1898. 768. Macroglossa stellatarum, L. — Comunissimo ovunque. 774. Hemaris scabiosae, Z. — Un esemplare nella collezione del E. Istit. Forestale. IX. INrOTODOlSTTlDAE. 785. Dicranura vinula, L. — Il Dott. Cecconi dice di avere rallevate varie farfalle da uova raccolte sul Salix caprea. 808. Pheosia tremula, Cl. — Un esemplare nella collezione del E. Istit. Forestale. 843. Lophopteryx cuculia, Esp. — Come la precedente. 849. Pterostoma palpina, L. — Diversi individui al lume verso la fine di Luglio. 858. Phalera bucephala, L. — « Le larve verso il Pian di Melosa nella seconda metà di Luglio spoglia- rono completamente parecchi tigli delle loro foglie », (Cecconi). X. THA.TJMETOPOEI>AE. 875. Thaumetopoea pityocampa, Schiff. — « Larve sul Pinus pinastri e sul P. laricio », (Cecconi). XL LYMANTRIIDAE. 908. Dasychira pudibunda, L, — Diversi esemplari nella col- lezione del E-. Istit. Forestale. 913. Euproctis chrysorrhoea, L. — Molto abbondante. 919. Porthesia similis, Fuessl. — Meno comune della pre- cedente. 929. Lymantria dispar, L. — Abbondantissima. XII. LASIOCAMRmAE. 956. Malacosoma neustria, L. — Vari esemplari nella colle- zione del E,. Istit. Forestale. 957. » castrensis, L. — « Non frequente », (Cecconi). Come la precedente. 964. Eriogaster catax, L. — Come la precedente. 970. Lasiocampa quercus, L. — Comune. » var. roboriSj Scbrk. — Un bellissimo esemplare nella collezione del E. Istit. Forestale. 982. Macrothylacia rubi, L. — Ho raccolto un bozzolo di questa specie a S. Miniato in Alpi. 796. » trifolii, (S. N.) Esp. — Abbondantissima al lume di Agosto e Settembre. Notevole un esemplare $ della collezione del E. Istit. Forestale, che misura solo 45 mm. di apertura d’ali e che ha le anteriori molto allungate. , 998. Gastropacha quercifolia, L. — Un bozzolo d’ Agosto. 1000. Odonestis pruni, L. — « Si trovarono quassù le larve su piante di Betula alba delle quali avevano rico- perto colle loro tele rami e foglie », (Cecconi). XIV. LEMONIIEAE. * 1015. Lemonia taraxaci, Esp. — Abbastanza frequente al lume di Settembre a notte inoltrata. — 32 - XV. SATURNIIDA.E. 1034. Saturnia pyri, Schiff. — Comune. 1037. » pavonia, L. — « Qualche individuo sulla fine di primavera e al principio d’estate», (Cecconi). XVIII. ERERANIIDAE, 1052. Drepana binaria, Hufn. — Abbastanza frequente di Settembre. » ab. umbratula^ Stdgr. — Come il tipo. 1057. Cilix glaucata. Se. — Scarsa. XXI. NOCTXJIIDAE. A. Acron^^ctinae. 1076. Acronyeta aceris, L. — Scarsa. 1102. » rumicis, L. — Frequente. B. Trifinae. 1119. Agrotis strigala, Thnbg. — Un esemplare il 28 Luglio. 1126. » linogrisea, Schiff. Scarsa. 1127. » fimbria, L. — Eaccolta dal Beccar!. 1128. » interjecta, Hb. — Scarsa, in Settembre. 1141. » erythrina, Rbr. — Abbastanza frequente in Luglio. 1152. » pronuba, L. — Diversi esemplari nella colle- zione del R. Istit. Forestale. » ab. innuba, Tr. — Come il tipo. 1154. » Comes, Hb. — Come la precedente. 1197. » xanthographa, F. — Abbastanza comune in Agosto e Settembre. » var. cohaesa^ H. S. — Più frequente del tipo. — 33 — 1242. Agrotis plecta, L. — Un esemplare nella collezione del E,. Istit. Forestale. 1266. simulans, Hufn. — Un esemplare il 28 Luglio; un altro individuo si trova pure nella colle- zione suddetta. 1270. » luoipeta, F. — Un esemplare nella collezione del E. Istit. Forestale. 1349. » exclamationis, L. — Scarsa, in Agosto e Set- tembre. 1399. » ypsilon, Eott. — Comune. 1400. » segetum, Schiff*. — Scarsa. 1402. » saucia, Hb. — Molto comune. 1405. » crassa, Hb. — Abbondantissima. 1454. Wlamestra brassicae, L. — Un esemplare il 23 Luglio. 1513. » chrysozona, Bkh. — Due esemplari nella col- lezione del E. Istit. Forestale. 1550. Dianthoecia capsincola, (S. V.) Hb. — Abbastanza fre- quente. 1553. » carpophaga, Bkh. — Un esemplare il 28 Luglio. » var. capsophila^ Dup. — Comune. 1667. Miana strigala, Cl. var. latruncula^ Hb. — Scarsa in Luglio e Agosto. 1568. » fasciuncula, Hw. — Questa specie, nuova per l’Italia, era scarsa alla fine di Luglio. 1599. Bryoplrila muralis, Forst. — Comune. » ab. dispar ^ Yerity. — Scarsa. 1610. Diloba caeruleocephala, L. — « Larve sulla Cydonia vulgaris nel Giugno, sfarfallate in Ottobre », (Cecconi). 1618. Apamea testacea, Hb. — Una delle specie più abbon- danti al lume di Settembre ; presenta molta varietà nel colorito passando dal bruno nera- stro al rossastro. 1620. » dumerilii, Dup. — Abbastanza, frequente di Settembre. Anno XXXVIII. 3 — 34 — 1623. Ceiaena matura, Hufn. — Comune in settembre. 1670. Hadena maillardi, H. G-. — Un esemplare nella col- lezione del R. Istituto Forestale. 1690. » monoglypha, liufn. — Abbastanza frequente. 1715. » dydima, (L.) Bjerkader. — Un esemplare il 26 Agosto. 1737. Episema glaucina, Esp. var. hispana^ B. — Abbastanza frequente in settembre. 1843. Claantha hyperici, F. — Abbastanza frequente in Ago- sto e Settembre. 1867. Brotolomia meticulosa, L. — Due esemplari nella col- lezione del E,. Istifc. Forestale. 1954. Leucanla I album, L. ~ Comune. 1961. » vitellina, Hb. — Molto comune in Settembre. 1966. » albipuncta, F. — Scarsa in Luglio. 1967. » iythargìria, Esp. var. argyritis^ Rbr. — Comune in Agosto. 1986. Grammesia trigrammica, Hufn. — Un esemplare nella collezione del E,. Istit. Forestale. 1990. Caradrina exigua, Hb. — Abbondantissima. 2017. » alsines, Brahm. — Scarsa in Settembre. 2020. Caradrina pulmonaris, Esp. — Molto comune. 2034. Petiiampa arenosa, Hw. ab. morrisii^ Morris. — Un esemplare di Settembre. 2047. Amphipyra tragopoginis, L. — Abbastanza comune. 2098. Calymnia trapezina, L. — Nella collezione del E. Istit. Forestale esistono diversi esemplari di questa specie: alcuni sono di un colore avana, altri fulvi. 2109. Dysehorista suspecta, Hb. — Un esemplare il 28 Luglio. 2122. Orthosia Iota, Cl. — Un esemplare della collezione sudd. 2143. Xanthìa citrago, L. — Il Dott. Cecconi ha raccolto e rallevato una colonia di larve di questa specie. 2145. » aurago, F. — In Settembre, ma scarsa. » ab. fucata, Esp. — Abbastanza frequente fra gli esemplari tipici. — 35 — 2165. Hoporina croceago, F. — Un esemplare in pessime condizioni nella collezione del E. Istituto Fo- restale. 2248. Cucullia iactucae, Esp. — Un esemplare il 9 Agosto. 2302. Meliaca tenebrata, Se. ~ Un esemplare nella collezione suddetta. 2321. Heliothis dipsacea, L. — Abbastanza frequente in Lu- glio e Agosto. 2327. » armigera, Hb. — Comune in Settembre. 2378. Acontia lucida, Hufn. var. alhicollis^ F. — Scarsa. 2380. » luctuosa, Esp. — Comune. 2417. Thalpochares polygramma, Dup. — Abbastanza frequente. 2428. » ostrina, Hb. — Un esemplare il 7 Settembre. 2435. » elychrysi, Ebr. — Molto comune in Agosto e Settembre. 2482. Prothymnia viridaria, Cl. — Molto comune e varia. 2490. Agrophila trabealis. Se. — Scarsa. 0. Oonopterinae. 2502. Scoliopteryx libatrix, L. — Larve su^ pioppo e sul salcio ; farfalle di Settembre. D. Quadrìfioae. 2515. Abrostola triplasia, L. — Un esemplare il 24 Agosto. 2562. Plusia gamma, L. — Abbondantissima. 2586. Euclidia mi, Cl. var. litterata^ Cyr. — Scarsa. 2670. Catocala ciccata, Esp. — Abbastanza frequente di Set- tembre sotto i massi, sui tronchi, nelle abita- zioni ecc., specialmente nelle vicinanze dei pioppi e dei salci, di cui si nutre la larva. 2720. Apopestes spectrum, Esp. — Abbondantissima nelle abitazioni, tanto da poterne raccogliere delle centinaia nello stesso edifizio. 2723. » dilucida, Hb. — Abbastanza frequente di Lu- glio e Agosto. — 36 — 2756. 2797. 2800. 2803. 2814. 2818. 2836. 2860. 2885. 2901. 2904. 2906. 2925. 2934 2951. 2980. 2983. 2995. 3025. E. Hypeninae. Epizeuxis calvaria, F. — Comunissimi ovunque i Hermìnia crinalis, Tr. — Due esemplari nella colle- zione del R. Istit. Forestale. » derìvalis, Hb. — Abbastanza frequente. Pechipogon barbalis, 01. — Come la precedente. Hypena proboscìdalis, L. — Abbastanza frequente. » obsitalis, Hb. — Un esemplare nella collezione suddetta. XXIII. CSTMATOPHORIDAE. Thyatira batis, L. — Un esemplare il 23 Luglio. XXV. aEOMETRIlDAE. A. Geometrinae. Pseudoterpna pruinata, Hufn. — Comune. Euchloris smaragdaria, F. — Un esemplare il 22 Luglio. Eucrostes beryliaria, Mn. — Scarsa. Nemoria viridata, L. — Comune. » porrinata, Z. — « E ricordata dal Calberla verso la metà di Giugno », (Cecconi). Acidalia pygmaearia, Hb. — Un esemplare nella col- lezione del R. Istituto Forestale. » ochrata, Se. — Molto comune in Luglio. » moniliata, F. — Comune. » camparla; H. S. — Pochi esemplari di questa specie nuova per 1’ Italia. » virguiaria. Hb. — Comunissima. » subsericeata, Hw. — Comune. » bisetata, Hufn. — Abbastanza frequente di Luglio. — 37 — 3032. 3038. 3043. 3048. 3053. 3064. 3093. 3075. 3097. 3112. 3112. 3117. 3122. 3124. 3139. 3151. 3155. 3183. 3218. 3220. 3230. 3300. 3304. 3306. 3332. Acidalia filicata, Hb. — Scarsa, » dilutaria, Hb. — Molto comune in Luglio. » degenerarla, Hb. — Abbastanza frequente. » aversata, L. — Scarsa. » ab. spoliata^ Stdgr. — Molto abbondante. » rubiginata, Hufn. — Scarsa. » marginepunctata, Goze. — Comunissima. » imitarla, Hb. — Comunissima. » ornata. Se. — Abbondantissima. » violata, Thubg. var. decorata^ Bkh. — Molto comune. Ephyra pupillaria, Hb. var. hadiaria^ Stdgr. — Abba- stanza frequente di Settembre. » porata, F. — Come la precedente. » linearla, Hb. — Un esemplare il 7 Settembre. Fellonia vibicaria, Cl. — Comune. » calabraria, Z. — Più scarsa assai della prece- dente. Timandra amata, L. — Scarsa. Ortholitha plumbaria, P. — In Settembre ; scarsa. » limitata. Se. — Scarsa. Minoa murinata. Se. — Un esemplare nella collezione del H. Istituto Forestale. Anaitis praeformata, Hb. — Come la precedente. » plagiata, L. — Abbondantissima. Chesias rufata, F. — Un esemplare nella collezione suddetta. Larentia dotata, L. — Abbastanza frequente in Luglio. » ocellata, L. — Abbondantissima. » variata, SebifiP. — « Il Calberla la dice comune nei boschi di resinifere da Luglio a Settem- bre », (Cecconi). » ab. stragulata^ Hb. - — « Fine Giugno », (Cec- coni). » olivata, Rkh. — Comune e molto varia. — 38 — 3333. Larentia viridaria, F. — « Metà Giugno », (Cecconi). 3340. » salìcata, Hb. — Piuttosto scarsa ; tutti gli esemplari sono piccoli. 3344. » 3360. » fluctuata, L. — Comune. vespertaria, (S. V.) Bkh. — Un esemplare al lume il 23 Settembre. 3363. » montanata, Schiff. — « Primi di Giugno », (Cecconi). 3369. » ferrugata, Cl. — « Fine di Maggio e primi di Giugno ». (Cecconi). 3373. » pomoeriaria, Ev. — « Fine di Maggio », (Cec- coni). 3378. » 3387. » flaviata, H. S. — Scarsa. flavicinctata, Hb. — Abbondantissima da Lu- 3417. » 3434. » 3459. » 3482. » 3489. » glio a Settembre e molto varia, riguata, Hb — Un esemplare il 24 Agosto, gallata, (S. V.) Hb. — Abbastanza frequente, unifasciata, Hb. — Scarsa, bilineata, L. — Abbondantissima ovunque, silaceata, (S. Y.) Hb. — Ricordata dal Dot- tore Cecconi senza indicazioni. 3511. Tephroclystia oblongata, Thnbg. — Abbastanza fre- quente. 3520. » 3535. » 3560. » 3569. » 3575. » 3597. » iinariata, (S. Y.) F. — Scarsa. pustllata, (S. Y.) F. — Come il N. 3489. absinthiata, Cl. — Scarsa. vulgata, Hw. — « Primi di Giugno », (Cecconi). castigata, Hb. — Come il N. 3489. SCOpariata, Hbr. — « Fine di Maggio e primi di Giugno », (Cecconi). 3600. » succenturiata, L. — Abbondantissima alla fine 3634. » 3658. » di Agosto e in Settembre, nanata, Hb. — Abbondante, pumilata, Hb. — Abbondantissima. 3655. Collix sparsala, Tr. — Un esemplare il 20 Luglio. 3671. Collix vitalbata, (S. V.) Hb. — Abbastanza frequente da Luglio a Settembre. 3674. Phibalapteryx tersala, (S. V.) Hb. — Abbastanza fre- quente alla fine d’ Agosto e in Settembre. 3697. Abraxas grossulariata, L. — Diversi esemplari nella collezione del E,. Istituto Forestale. 3700. » marginata, L. — Come la precedente. 3701. » ad u stata, Schiif. — Un esemplare nella colle- zione suddetta. 3713. Deilinia pusaria, L, — Abbastanza frequente. 3714. » exanthemata, Se. — IJn esemplare nella colle- zione suddetta. 3716. Numeria capreolaria, (S. V.) — Come la precedente. 3720. Ellopia prosapiaria, L. var. prasinaria, Hb. — Come la precedente. 3723. Metrocampa margaritata, L. — Grande varietà nelle dimensioni di questa specie ; un esemplare del Luglio misura il doppio di quelli raccolti in Settembre. 3733. Selenia bilunaria, Esp. — Un esemplare nella colle- zione del R. Istituto Forestale. 3736. Hygrochroa syringaria, L. — Raccolta dal Beccari. 3749. Crocallis elinguaria, L. — Vari individui di Settembre. Nella collezione del R. Istituto Forestale è un esemplare color « foglia secca ». 3757. Ourapteryx sambucaria, L. — Un esemplare nella col- lezione suddetta. 3761. Rumla luteolata, L. — Comune. 3773. Venilia macuiaria, L. — « Piuttosto rara alla fine di Maggio », (Cecconi). 3790. Semiothisa liturata, Cl. var. deceptans^ Stdgr. — Que- sta forma è stata descritta dallo Staudinger come propria della Yallombrosa. 3797. Hybernia leucophaearia, Schiff. — Un ^ella colle- zione del R. Istituto Forestale. — 40 — 3802. Hybernia defoliaria, Gl. — Eallovate diverse farfalle da larve raccolte in autunno sul faggio. 3825. Biston hirtaria, Gl. — Ricordata dal Dott. Gecconi senza indicazioni. 3839. Nychìodes iivìdaria, Hb. — Scarsa al lume di Luglio. 3845. Hemerophila abruptaria, Thnbg. — Un esemplare il 30 Luglio. 3853. Synopsia sociaria, Hb. — Abbondante in Agosto e Settembre. » ab. luridaria^ Frr. — Abbastanza frequente. 3876. Boarmia gemmaria, Brabm. — Ricordata dal Dott. Gec- coni senza indicazioni. 3891. » repandata, L. — Gome la precedente. 3894. » roboraria, Schiff. — Gomune. 3895. » consortaria, F. — Gome il N. 3876. Raccolta pure dal Beccar!. 3896. » angularia Thnbg. — Gome la precedente. 3912. Tephronia cremiaria, Frr. — Un esemplare il 28 Luglio. 3917. Pachycnemia hippocastanaria, Hb. — Molto comune. 3931. Gnophos obscuraria. Hb. — Gomune. » ab. calceata, Stdgr. — Scarsa. 3940. » glaucinaria, Hb. — • Abbastanza frequente. » var. plumbearia^ Stdgr. — Frequente col tipo. 4000. Ematurga atomaria, L. — Abbastanza frequente. » ab. orientalis Stdgr. — Un esemplare ^ benis- simo caratterizzato nella collezione del R. Isti- tuto Forestale. 4017. Thamnonoma contaminaria, Hb. — Un esemplare nella collezione suddetta. 4032. Phasiane clathrata, L. — Abbastanza frequente. 4033. » glarearia (S. V.) Brabm. — Raccolta dal Beccar!. 4067. Scoria lineata^ Se. — Un esemplare nella collezione suddetta. 4079. Perconia strigillaria, Hb. — « Trovai un solo indivi- duo ai primi di Giugno », (Gecconi). — 4:1 — XXVIII. NOLIDAE. 4105. Nola sfrigola, Schiff. — Un esemplare il 23 Agosto. XXIX. CYMBI3DAE. 4142. Hylophila bicolorana, Fuessl. — Un esemplare nella collezione del U. Istituto Forestale. XXX. SYNTOMIEAE. 4146. Syntomis phegea, L. — Abbondantissima di Luglio e ai primi di Agosto. 4155. Oysauxes anelila, L. — Un esemplare il 28 Luglio, al lume. 4156. » punctata, F. — Un esemplare il 24 agosto, al lume. XXXI. ARCTimAE. A. Arctiinae. 4168. Phragmatobia fuliginosa, L. var. fervida^ Stdgr. — Ab- bastanza comune di Settembre. 4201. Arctia caja, L. — « Trovai le larve assai frequenti; costantemente nell’ortica, colla quale le nu- trii, giungendomi a perfetto sviluppo. Far- falle in Luglio non troppo frequenti », (Cec- coni). 4203. » villica, L. — Comunissima. 4207.(1) » aulica. L. — Due esemplari nella collezione del R. Istituto Forestale. (1) In seguito ad una determinazione erronea, il Dott. Cecconi ricorda nel suo elenco anche la A. maculania, Lang. (= testudinaria, Fourc.) ; si tratta invece d’un esemplare di aulica. — 42 4245. Callimorpha domìnula, L. var. persona^ Hb. — Comune alla fine di Giugno e ai primi di Luglio. Il Dott. Cecconi osserva che il brucio si nutre specialmente di Myesotis^ ma anche di Urtica e di RubuSj durante il Maggio. Ho osservato che le farfalle cominciano a lasciare i nascon- digli sul primo imbrunire, quando si vedono volare a coppie molto velocemente e piuttosto ' in alto, ma continuano a venire al lume fino a notte molto inoltrata. » var. italica^ Standf. — Frequente. » var. donna, Esp. (= domina, Hb.). — S’ incon- trano qualche volta, per quanto rarissimi, de- gli esemplari colle ali posteriori interamente nere. » ab. Tossica, Kob. — Si possono riferire a que- sta forma alcuni individui della var. italica, che hanno due serie di punti gialli sull’ad- dome. 4248. » quadripunctaria, Poda. — Abbastanza frequente in Agosto. 4249. Coscinia striata, L. — Di Luglio, ma scarsa. 4255. H ipocrita jacobaeae, L. — Comuni le larve di Agosto. B. Lithosiinae. 4264. Nudarla mundana, L. — Assai frequente d’ Agosto. 4290. QEonistis quadra, L. — Al lume di Luglio. 4296. Lithosia lurideola, Zinck. — Comune di Luglio e Agosto. 4299. » complana, L. — Come le precedente, ma più comune. 4301. » canioia, Hb. — Abbastanza frequente. 4302. » unita, Hb. — Abbastanza frequente. — 43 — XXXIII. ZYG-AENIDAE. A. Zygaenìnae. 4323. Zygaena purpuralis, Brunnich. — Scarsa di Luglio. 4327. » scabiosae, Scheven, var. romeo, Dup. — Rap- presentata nella collezione del R. Istituto Fo- restale. 4350. » lonicerae, Scheven. — Come la precedente. 4351. » stoechadis, Bkh. var. duhia^ Stdgr. — Scarsa. 4352. » fiiipendulae, L. — Comune ovunque. 4356. » transalpina, Esp. — Comune in Luglio. 4361. » oxytropis, B. — Come il N. 4327. 4388. » carniolica, Se. var. hedysari, Hb. — Scarsa. 4407. ino globulariae, Hb. — Come la precedente. 4414. » statices, L. — Come la precedente. XXXVI. PSYCHIIDAE. - Come la prece- 4490. Phalacropteryx apiformis, Rossi dente. XXXVII. SESIIEAE. 4532. Trochilium apiformis, Cl. — « Rarissima », (Cecconi). 4552. Sesia tipuliformis, Cl. — Il Dott. Cecconi mi ha comu- nicato una Sesia ottenuta da larva raccolta nel faggio. Mi sembra si tratti di questa specie, ma il cattivo stato delPesemplare e la pianta insolita in cui fu trovata la larva mi impedisce di garantire la determinazione. 4563. » culiciformis, L. — « Larve s,Vi\VAlnus rhomòi- folia. Farfalle comuni alla fine di Maggio e Giugno nei boschi sulle Scabiosae », (Cecconi). — 44 XXXVIII. COSSIDAE. 4641. Cossus cossus, L. — Comune. 4718. Zeuzera pyrina, L. — Comune. « Larve sull’ Acer 'pseudoplatanus^ Rhamnus frangula, Fraxinus excelsior^ Tilia, Betula alba^ eco. », (Cecconi). XXXIX. HEEIALIDAE. 4727. Hepialus sylvina, L. — Un esemplare alla fine di Agosto. 1. PYRALIEAE. A. Gallerìinae. 8. Aphomia sociella, L. — Scarsa. B. Crambinae. 42. Crambus inquinatellus, Schiff. — Eccessivamente ab- bendante. 53. » geniculeus, Hw. — Scarsa. 61. » tristellus, (S. V.) F. — Molto comune. 74. » iatistrius, Hw. — Pochi esemplari di questa specie nuova per l’Italia. 83. » pinellus, L. — Scarsa. 84. » mytilellus, Hb. — Molto comune. 99. » falselius, Schiff. — Comune. 109. » craterellus, Se. var. cassentiniellus^ Z. — Un esemplare nella raccolta del R. Istituto Fore- stale di Vallombrosa. 125. » pascuellus, L. — Come la precedente. — 45 E. Phy'citinae» 232. Homoeosoma sinuelia, F. — Non troppo frequente. 248. » nimbeila, Z. — Comune. 253. Plorila interpunctella, Hb. — Un esemplare il 24 Agosto. 403. Psorosa nucleolella, Moeschl. — Un esemplare di que- sta specie nuova per Y Italia. 510. Etiella zinckenella, Tr. — Comune. 549. Epischnia proriromella, Hb. — Un esemplare il 3 Set- tembre. 611. Salebria palumbella, (S. Y.) P. — Scarsa alla fine di Luglio. 645. » semirubella, Se. — Molto comune. » ab. sanguinella^ Hb. — Frequente. 698. Dioryetria splenriiriella, H. S. — Scarsa. 729. Acrobasìs porphyrella, Dup. — Un esemplare il 25 Agosto. 730. » tumiriana, Sebiff, — Un esemplare di Luglio. 766. Myelois cribrella, Hb. — Scarsa. H. Elndotricbiaae. 808. Enriotricha flammealis, Schiff. — Comune. I. Pyralinae. 825. Aglossa pinguinalis, L. — Scarsa. 831. » cuprealis, Hb. — Comune. 834. Hypsopygia costalis, P. — Scarsa. 836. Pyralis farinalis, L. Pochi individui. 841. » regalis, Schiff. — Scarsa. 845. Herculia glaucinalis, L. — Comune 848 » rubiriaiis, Schiff. — Un esemplare il 29 Luglio. 855. Actenia brunnealis, Tr. — Comune. 893. Clerieobia bombycalis, Schiff. — Molto comune. — 46 — K. Hydrocaiiipinae. 930. Stenla bruguieralis, Dup. — Un esemplare nella rac- colta del R. Istituto Forestale. 931. » punctalis, Schiff. — Pochi esemplari. 943. Eurrhypara urticata, L. — Abbastanza frequente. L. 8copariìnae. 949. Scoparla ambigualis, Tr. — Un esemplare alla fine di Luglio. 954. » dubitalis, Hb. — Abbondantissima. M. Pyraustinae. 994. Sylepta ruralis, Se. — Comune. 998. Glyphodes unionaiis, Hb. — Assai frequente. 1011. Evergestis sophialiS; F. — Comunissima. 1039. Nomophila noctuella, Schiff. — Abbondantissima. 1061. Phiyctaenodes sticticalis, L. — Come la precedente. 1065. » pustulalis, Hb. — Un esemplare il 25 Agosto di questa specie nuova per V Italia. 1073. Mecyna polygonalis, Hb. var. gilvata. F. — Scarsa. 1151. Pionea ferrugalis, Hb. — Comune. 1160. » verbascalis, Schiff. — Scarsa. 1163. » forficalis, L. — Un esemplare nella collezione del R. Istituto Forestale. 1218. Pyrausta nubilalis, Hb. — Abbastanza comune. 1221. » asinaiis, Hb. — Scarsa. 1241. » cespitalis, Schiff. — Un esemplare nella col- lezione del R, Istituto Forestale. 1251. » purpuralis, L. — Comune. » ab. ostrinalis^ Hb. — Molto scarsa. 1260. » nigrata, Se. — Un esemplare il 20 Luglio. 1307. Heliothela atralis, Hb. — Come il N. 1241. 1339. Platyptilia acanthodaetyla, Hb. — Come la precedente. — 4:7 — IL F»TEROF>HORmAE. 1348. Alucita pentadactyla, L. — Comune. 1387. Pterophorus monodactylus, L. — Abbastanza frequente: presenta una forma rossa e grigia. III. ORNEOIDIIDAE. 1432. Orneodes desmodactyla, Z. — Specie nuova per l’Italia. 1437. » hexadactyla, L. — Hara. IV. TORTRICmAE. A. Tortricinae. 1455. Acalla variegana, ScbifiP. — Come il N. 1241. 1494. Dichelia grotiana, F. ~ Scarsa in Luglio. 1495. » gnomana, Cl. — Un esemplare il 2 Settembre. 1513. Cacoecia xylosteana, L. — Come il N. 1241. 1522. » dumicolana, Z. — Come la precedente. 1552. Eulia cupressana, Dup. — Come la precedente. 1571. Tortrix loeflingiana, L. — Come il N. 1241. 1572. » viridana. L. — Come la precedente. 1614. Cnephasia penziana, Thnbg. — Un individuo il IO Agosto. B. Conchylinae. 1661. Conchylis posterana, Z. — Un esemplare il 24 Agosto. 1743. » aleella, Schulze. — Come il N. 1241. 1802. Euxanthis zoegana, L. — Assai comune. 1827. » angustana, Hb. — Un esemplare il 25 Agosto. C. Olethreutinae. 1851. Evetria buoliana, Schiff. — « Larve sul J^mus austria- cus », (Cecconi). — 48 — ^ 2015. Eiatea festivana, Hb. — Come la precedente il 28 Lu- glio. 2086. Epiblema cana, Hw. — Scarsa. 2150. » brunnichiana, (S. V.) Froel. — Come il N. 1241. 2160. Grapholitha nigricana, Stph. — « Attacca i verticilli apicali dell’abete bianco, producendo danni rilevanti », (Cecconi). 2171. » succedana, (S. V.) Froel. — Come il N. 1241. ^ 2187. » coniferana, Litz. — Un individuo di Luglio; specie nuova per l’Italia centrale. 2231. Pamene gallicolana, Z. — Scarsa alla fine d’ Agosto. 2257. Carpocapsa pomonella, L. — Come il N. 1241. 2258. » grossana, Hw. — Molto comune. 2264. Ancylis lundana, F. — « Farfalle di Giugno: larve nelle strobile della Picea excelsa », (Cecconi). V. GlLYPHIPTERiaYIDAE. A. Choreutìnae. 2314. Simaethis nemorana, Hb. — « Comune alla fine del- l’estate », (Cecconi). C. Douglasììnae. 2341. Douglasia ocnerostomella, Stt. — Un esemplare nella raccolta del H. Istituto Forestale. VI. YRONOMEUTIEAE. A. Yponomeutinae- 2364. Yponomeuta mahalebellus, Gn. — « Larve raccolte a Pa- terno sul Prunus mahalebellus », (Cecconi). 1 2365. » cognatellus, Hb. — « Sul^^7^707^^■m^^s », (Cecconi). — 49 — 2381. Prays oleellus, F. — « Larve raccolte di Luglio sul- r Olea europaea a Megliorino, sotto Saltino » , (Cecconi). B. Argyresthioae. 2404. Argyresthia ephippella, F. — Un individuo il 20 Lu- glio. VII. FLUTELLIDAE. A. Plutellinae. 2447. Plutella maculipennis, Curt. — Scarsa d’Agosto. Vili. GhELECHIIIDAE. A. Gelecliiìnae» 2530. Bryotropha umbroseila, Z. — Un esemplare il 23 Lu- glio. 2533. » domestica, Hw. — Un individuo di questa specie nuova per l’Italia raccolto verso la fine di Luglio. 2586. Gelechia mulinella, Z. — Altra specie nuova per l’Ita- lia raccolta verso la fine di Agosto. 2786. » maculiferella, Ugl. — A questa specie si pos- sono applicare le stesse osservazioni che quelle della precedente. 2785. Acanthophila alacella, Dup. — Fine di Luglio. 2844. Anacampsis taenioieila, Z. — « Abbastanza frequente sull’Abete », (Cecconi). 2874. Recurvaria nanella, (S. V.) Hb. — Fine d’Agosto. 2909. Brachmia rufescens, Hw. — Un esemplare il 20 Lu- glio. 2955. Ypsolophus millierellus, Stt. — Un esemplare nella collezione del R. Istituto. Anno XXXYIII. 4 — 50 — 2960. Nothris marginella, F. — « Larve nel Marzo sul Juni- perus communis », (Cecconi). 2996. Anarsia spartiella, Schrnk. — Fine di Luglio. 3050. Oegoconia quadripuncta, Hw. — Come la precedente. B. Blastobasinae. 3051. Endrosis lacteella, Schifi*. — Un esemplare alla fine di Luglio. 3054. Blastobasis phycidella, Z. — Qome la precedente. C. Oecophorinae. 3177. Depressaria costosa, Hw. — Un esemplare nella col- lezione del B.. Istituto Forestale. 3201. » scopariella, Hein. — Abbondantissima. 3282. » discipuncteila, H. S. — Abbastanza frequente. 3295. » ululana, Bossi. — Come la precedente ; specie creduta propria della sola Germania cent. occ. 3329. Harpelia forficella, Se. — Un individuo il 29 Luglio. 3330. Alabonia geofrella, L. — Come il N. 3177. X. ELACHISTIDAE. A. ISeythridinae* 3414. Epermenia aequidentella, Hofm. — Un esemplare alla fine di Luglio. B. Momphìnae» 3589. Mompha mìscelia, Schifi*. — Un esemplare il 6 Set- tembre. 3595. Chrysoclista linneella, Cl. — Come il N. 3177. D. Coleopliorinae* 3688. Coleopbora ochrea, Hw. — Assai frequente. — 51 — XI. G-RACILARIIDAE. B. liìtliocollettiiae. 4128. Lithocoiietis fraxinella, Z. — Come il N. 3177. 4209. Tischeria complanella, Hb. — « Mina le foglie dei Ca- stagni e delle Querele », (Ceoconi). XII. LYONETIIDAE. : B. Ptayllocnìstinae. 4228. Cemiostoma spartifoliella, Hb. — Come il N. 3177. Comunissima in Aprile; larve svi Sarrothamnus scoparius. 4229. » laburnella, Stt. — Comunissima di Luglio. Larve nelle foglie del Gytisus alpinus. XIII. NERTICXJLIDAE. 4377. Nepticula castanella, Stt. — « Larve minatrici delle fo- glie dei Castagni », (Cecconi). XIV. TUSTEIID AE. Gr. Tineiiìae. 4521. Scardia tessulatellà, Z. — Specie nuova per 1’ Italia, rappresentata nella collezione del H. Istituto Forestale. 4554. Tinca quercicolella, H. S. — Abbastanza frequente. 4564. » pustulatella, Z. — Comune. 4624. Tineola biselliella. Kummel. — Un esemplare nella collezione del H. Istituto Forestale. H. Adelioae. 4713. Adda viridella, Se. — Come la precedente. 4736. » albicinctella, Mn. — Come la precedente. UBALDO ROCCI Contribuzione allo studio dei Lepidotteri del Piemonte Scopo di questo lavoro e di altri che verrò redigendo è di contribuire^ colla pubblicazione particolareggiata di faune locali, alla conoscenza completa, precisa e moderna della fauna lepidotterologica piemontese. I. Note sui Lepidotteri dei dintorni di Torino. Non è chi non veda l’ importanza scientifica e 1’ utilità pratica della pubblicazione, ordinata ed annotata, del ma- teriale entomologico che si va raccogliendo in diverse lo- calità ed in differenti epoche. Importanza ed utilità date, principalmente dalla necessità di ricorrere per la compila- zione di tutte le grandi opere faunistiche a ciò che altri ha osservato e studiato nei vari luoghi della estesa regione eh’ esse intendono di illustrare ; secondariamente derivate dall’ interesse grandissimo che presenta sempre la descri- zione, anche sommaria, di località sconosciute e lontane e la conoscenza di ciò che in esse si può raccogliere : cose queste che le grandi opere suddette, per l’indole loro, non possono contenere. Inoltre, le variazioni piccole o grandi, — 53 — notevoli sempre, che si riscontrano più o meno frequenti in tutti gli insetti e che son dovute, principalmente, all’ in- fluenza dell’ambiente, nei lepidotteri acquistano una spe- ciale estensione ed importanza, divenendo, per la colora- zione, singolarmente appariscenti e facili a rimarcarsi e distinguersi. L’ opportunità quindi di segnalare — ed è uno scopo di cotesti brevi lavori — all’ attenzione degli studiosi, queste variazioni spesso esclusivamente locali e particolarmente interessanti, costituenti molte volte forme di passaggio e che possono servire, perciò, a determinare in modo più preciso la derivazione incerta o la posizione sistematica di qualche specie o gruppo. ’ Sui Lepidotteri dei dintorni di Torino non fu fatto mai uno studio particolare, nè fu dato finora di essi un catalogo. I vari entomologi che si occuparono specialmente dei lepid. del Piemonte, inclusero, notandolo qualche volta, nelle loro liste, buon numero di specie raccolte nell’agro torinese, ma su di esse — ed il carattere esteso del lavoro lo vietava — non si soffermarono affatto. Si aggiunga che tali opere pubblicate molti anni fa — e basta per non risalire più indietro fino al Calendario del Giorna od al De-Prunner, ci- tare il Catalogo del Ghiliani (1) (opera questa assai impor- tante e prima, si può dire, condotta con criteri veramente scientifici) e le aggiunte ad esso fatte dal sign. Gianelli (2) — sono ormai, meno quest’ ultima, troppo invecchiate e sorpassate. La loro consultazione, quindi, inutile o assai penosa e difficile, le rende ora inadatte allo scopo che al- lora si proponevano e raggiungevano. È infine da notarsi che se anche esistessero, come non esistono, opere recenti e speciali, la fauna lepidotterologica dei dintorni di Torino, (1) V. Ghiliani. Catal. Lep. d. Stati Sardi. « Mem. Acc. Scienze di Torino Vo- lume 14, Serie seconda. (2) G. Gianelli. Aggiunte al Cat. del Ghiliani. « Ann. Acc. Agricolt. di Torino » anno 1890. — 64 — offrirebbe ugualmente per la sua singolare varietà e ric- chezza, materia nuova per note e pubblicazioni. Per queste ragioni dunque — ragioni d’indole generale e speciale — apparirà forse non del tutto superfluo e vano un breve la- voro ohe, come questo, cerchi di far conoscere meglio, cioè più diffusamente e particolarmente e seguendo una classifi- cazione moderna, i lepidotteri torinesi. ■ * ^ * Ognuno sa dei rapporti strettissimi che esistono tra le forme lepidotterologiche e la vegetazione, e come le varia- zioni che frequenti si incontrano, dipendano, in gran parte, dalla diversità di nutrimento. D’ altronde, le specie vege- tali, alla lor volta, sono collegate per la loro vita e la loro distribuzione, principalmente alla configurazione naturale del suolo ed ai cambiamenti che l’ uomo, con la cultura ad essa fa subire. Cosicché, o per farsi un concetto generale di quella che può essere la fauna di una regione non an- cora, entomologicamente bene esplorata; o per spiegarsi, approssimativamente, certi fatti come la mancanza, la fre- quenza o la scarsità di molte specie ; o per definire le cause probabili delle variazioni, bene spesso esclusive del luogo, occorre almeno avere un’idea semplice e grossolana del- l’aspetto complessivo della località di cui si studiano i le- pidotteri. Venendo al nostro caso dirò — brevemente, perchè già sufficientemente conosciuti — dei dintorni di Torino. La campagna, uniforme nella sua ricca coltivazione a prati ed a campi sparsi di casolari isolati o di borghi, e ohe da una parte (di fronte a chi dalla collina osserva la sottostante pianura) — la parte più estesa e più fertile — si stende fino ai piedi delle Alpi, monotona e piana dap- prima, poi leggermente ondulata e diversa, finisce in una linea varia o confondendosi coi boschi scuri della Mandria — 55 — e Venaria ; od imboccando, allungata e impicciolita la valle di Susa ; od appoggiandosi vasta a colli boscosi, verso Avi- gliana. A destra, sempre di chi sta in collina, infinita ed in- certa air orizzonte, segnata dal corso argenteo del Po e della Dora, dai ghiaieti della Stura, chiazzata nel suo verde dal color cupo dei boschetti di Bertoulla e di Settimo, si slancia limitata ancora e ristretta tra le Alpi ed i colli, la prima parte della pianura padana. A sinistra fra i campi ed i prati, la linea dritta e decisa dell’ampio stradale, fiancheggiato dagli olmi, che s’ inoltra, sfumandosi, oltre il Sangone fra le boschine di Minafiori e Stupinigi. Infine la linea variamente ondulata dei colli, che da Moncalieri segue il corso del Po ed innalza le sue cime boscose, picchiettate al basso da ville e coltivate, fino a Superga e prosegue poi e si confonde bassa ed allargata, lontano, verso Gassino cogli estremi limiti del Monferrato. Gli immediati dintorni di Torino, come del resto quelli di qualunque grande città, non possono essere, entomolo- gicamente esplorati con grande frutto. E le ragioni sono evi- denti. Bisogna quindi allontanarsi notevolmente, sorpassare la zona dei prati e dei campi e recarsi in quei luoghi — e sono relativamente molti — che per la loro posizione e per la loro cultura ofifono allo sviluppo dei lepidotteri, terreno assai adatto. Tali sono — non nomino che i prin- cipali — i boschi della Venaria, di Mirafiori e Stupinigi e quelli della Stura ; vastissimi ed interessanti i primi, ri- stretti e meno importanti gli ultimi. I boschi della Venaria sono, fra tutte le località del piano, quella in cui si può raccogliere — e basta per con- vincersene dare uno sguardo alle annotazioni nel corso del lavoro — il maggiore e miglior numero d’esemplari. — 56 — Poiché, oltre al ritrovarsi in essi tutte le specie della pianura, s’ incontrano ancora numerose forme (cinque fra i soli ropaloceri) non rinvenute finora in altri luoghi dei dintorni di Torino. Questa singolare ricchezza di specie è dovuta per un lato alla loro eccezionale posizione, dal- l’altro alla differenza notevole di configurazione delle di- verse regioni. Estendendosi — seguono per un buon tratto il corso sinuoso della Stura — dai piedi dei primi contraf- forti alpini fino al grosso borgo da cui traggono il nome, essi, trovandosi per una grande parte, la maggiore, in pia- nura e pur partecipando quindi largamente della fauna propria del piano, risentono leggermente nel clima e nella vegetazione, l’ influenza dei monti vicini, per cui presen- tano, non raramente, alcune forme particolari delle basse- regioni alpine. Si aggiunga, per spiegare la loro ricca fauna, alla felice giacitura, la varietà di vegetazione. Dai terreni aridissimi, caldi, ghiaiosi in qualche tratto; dalle estese sodaglie seguenti la Stura, fino alle regioni interne, feconde, umide, irrigatissime tutto l’anno da rami del tor- rente, inondate anzi in primavera, acquitrinose in pochi luoghi, è un succedersi bellissimo e diverso di prati, di boschetti, di radure, di campi ombrati ai margini da alte schiere, allargantesi in boschi, di quercie, di frassini, di pioppi ; segnati, percorsi in ogni senso, da piccole strade, da sentieri incrociantisi, da acque con scure file di ontani e di acacie. Come avvertimento pratico a chi vorrà visitare questi boschi dirò che in essi sarebbe vietato l’accesso ; però il divieto — io ed altri siamo sempre entrati — per gli en- tomologi è prò forma. I boschi di Mirafiori a pochi km. ed a mezzogiorno di Torino, presso il gruppo di case omonimo, accompagnano, seguendone quasi sempre il corso irregolare e sabbioso, il torrente Sangone, dai pressi di Beinasco a poco oltre il viale di Stupinigi, verso il il Po. Di dimensioni modeste 57 — scarsi di grandi alberi — querce e pioppi — ricchi di piante basse, di cespugli, di piccoli prati, sparsi di radure erbose od aride, hanno più il carattere di boschine che di veri grandi boschi. Interrotti a larghi tratti da campi e praterie, insensibilmente ingrandendo, si risollevano poi, si infittiscono e si confondono, dietro il castello, verso Vinovo, coi boschi, veramente tali, di Stupinigi. Abbastanza ricchi di specie in tutta la loro distesa, eccezione fatta per le regioni folte e fredde di Stupinigi e Vinovo, divengono interessanti nella prima parte compresa a destra, fra il Sangone e lo stradale, in cui il terreno più scoperto, la vegetazione più varia, l’esposizione più calda ed umida concorrono allo sviluppo di molte forme qualche volta rare e speciali. A sinistra dell’ultimo tratto della Stura presso il Po, si allunga dallo stradale di Milano a quello di Settimo ed oltre una striscia di terreno incolto, arido e ghiaioso lungo il torrente, poi leggermente boscoso a rari gruppi d’alberi (quercie, pioppi, olmi) sparso di cespugli con vaste e cal- dissime radure, con brevi acque stagnanti racchiuse in in- tricati boschetti di acacie e di salici. Non sarebbe nem- meno da notarsi questa località, se, benché molto piccola, per la posizione non offrisse in primavera — questa è la migliore stagione — ed in principio d’estate, molte forme di cui alcune interessanti. Le colline di Torino sono certamente uno dei luoghi più ricchi di lepidotteri, della provincia non solo, ma di tutto il Piemonte, escluse le Alpi. Vanno — già lo dissi — dai pendii di Moncalieri, inizio di tutta la catena, seguendo il fiume, fino (noi ne segnarne i limiti) alla punta di Su- perga. Questo, nella sua semplicità, l'andamento dell’ossatura principale ; ma numerosi contrafforti che a destra, verso il territorio Ohierese e più ancora a sinistra verso il Po, da essa si staccano, corti e lievemente ramificati, divisi da — 58 vasti avvallamenti, ne rendono più intrecciata e complicata la configurazione. Nondimeno la linea complessiva delle cime si può facilmente seguire. Comincia essa dopo un breve declivio, sopra Cavoretto, col M. Calvo (600 m.)y continua, attraversata dalla strada di Revigliano, colle due punte massime delle colline torinesi : la Maddalena ed il bricJc della Maddalena; alta questa oltre 700 m., di qualche poco inferiore la prima. Segue poi una vasta prateria na- turale leggermente inclinata ed interrotta e s’alza col brick della Croce, di poco più basso della Maddalena, per scen- dere, incontrando qui la strada di Pecetto, nel piccolo e dolce avvallamento dell’ Eremo ; risale quindi col M. Capra (600 m.) e dopo essere scesa nell’ampia vallata di Reaglie, interrotta ancora da lievi alture^ termina al colle di Su- perga. La vegetazione, come si può arguire dall’estesa re- gione che queste colline occupano, è assai varia ; tutte, si può dire, le piante del Piemonte — eccettuate quelle degli alti monti — sono qui rappresentate e profuse. Al basso la coltivazione: i rari campi, i prati, gli orti, i vigneti? in alto la zona incolta : i quercioli, gli ontani, i cespugli, isolati, a gruppi, a boschetti ; le praterie di erba foltis- sima, le vallette ombrose, le ripide radure bruciate dal sole. Ciò che rende anche più preziose queste colline è, per un altro riguardo, la relativa facilità e comodità con cui si percorrono. Oltrepassato il Po, dopo una mezz’ora di cammino per ampie strade che si continuano fino alle cime, si può già raccogliere ; dopo, numerose stradicciuole per- mettono di recarsi da un punto alfaltro attraversando le migliori località. Ai luoghi che ho fin qui sommariamente descritti,, se ne possono aggiungere altri che o per la loro piccolezza, o per la loro lontananza che li fa escludere dai nostri din- torni o, infine, per il poco interesse che presentano, indico appena. Tali sono il M. Mussiné (M. Asinaro) ; i colli di — 59 — Piossasco, di Avigliana, di Rivoli ; i boschi di Settimo, di Druent ecc. * ❖ ^ A completare ciò che ho detto credo opportuno di esporre alcuni valori e brevi notizie che servono a determinare le condizioni climatologiche di Torino e dei suoi dintorni. Altezza sul liv del m. (p. Castello), m. 238,90 Pressione atm. media 737,09 mm. Umidità assoluta 8,09 mm. » relativa 71,35 7o Griorni piovosi o con neve annuali . 106 Acqua caduta 835,7 mm. Temp. media annuale -|- 11*^ 72 » » di Gennaio . . . . -f 0,44 » » di Luglio . . . . -f- 22,63 » » delle minime ... — 10,46 » » delle massime . . . -R 33,72 Delle località accennate le più fredde ed umide sono le boschine di Mirafiori, e la conca dell’ Eremo in collina ; vengono dopo i boschi della Venaria e, per ordine, Su- perga, le Maddalene, i boschetti di Stura. L’ importanza entomologica dei dintorni di Torino, che già si potè arguire da ciò che ho esposto, apparirà com- pleta nelle annotazioni che alle forme sicuramente consta- tate, ho fatto seguire. Debbo a questo proposito ringraziare vivamente l’egregio cav. Pezzi che volle colla sua lunga esperienza di solerte e modesto raccoglitore, largamente aiutarmi, e non in que- sta pubblicazione soltanto. Il sistema di classificazione seguito è quello ultimo di Staudinger, con qualche lievissima modificazione. — 60 — FAFILONIDAE. Papilio podalirius, L. — Comune in tutti i dintorni in pri- mavera ; abbondante sulla piccola spianata che ter- mina le punte della Maddalena e della Croce. — gen. aost. zanclaeus^ Z. — In estate più comune del tipo che in questa stagione è raro e non ben carat- terizzato. — Stesse località. — Presenta moltissime forme di transazione nella colorazione bianca del- l’addome e nelle fascie nere delle ali, corrispondenti ai vari mesi estivi ed alle diverse località ; così gli individui di Agosto e di collina sono generalmente più aberranti. P. machaon, L. — Comune un po’ meno del podalirius. Stesse località. — var. sphyrus^ Hb. — Osservai nelle radure calde ed aride dei boschetti di Stura qualche forma da ascriversi a questa var. — gen. aest. aurantiaca., Spey. — Non comune in estate avanzato e Settembre. — ab. himaculata, Eim. — Un esemplare raccolto nei din- torni di Superga transitorio per colorazione alla ab. aurantiaca ed avente il punto supplementare apicale, ridotto. Nota. — Nelle diverse generaz. annuali si va dalla tinta chiara primaverile a quella fulva autunnale con gradazione ininterrotta. Thais polixena, Schilf. — Vidi finora un solo esemplare ve- ramente (hypermnestra Scop.) tipico di questa specie, raccolto sul Mussiné dal sig. Hofer. Pure nella stessa località osservai una forma che s’avvicina al tipo, assai più di quelle del piano, in dimensioni ed esten- ~ 61 — sione delle macchie nere. In generale però tutte le forme dei nostri dintorni s’ avvicinano alle varietà seguenti : Thais poiixena, v. demnosia^ Frr. — È questa la forma tran- sitoria alla vera var. Cassandra^ predominante nei nostri dintorni e che s’ incontra assai comune nei boschetti della Stura alla fine di Marzo e principio d’Aprile. Nelle altre località si trova più tardi, di solito, e molto meno abbondante. — V. cassandra, Hb. — Più rara della precedente da cui si distingue, oltre che per le minori dimensioni, an- che per le macchie nere più estese. Nelle stesse lo- calità. Qualche esemplare non ha più di 30 mm. di apertura alare. — ab. hipunctata, Cosm. — Ha due punti rossi vicino alla costola delle ali anteriori superiormente ed un terzo punto al disotto. Forma che fu trovata anche in To- scana e ch’io osservai raramente in Aprile nei boschi della Stura. Nota. — La Th. rumina v. medesicaste 111. contrariamente a quanto asserisce Staudinger non fu mai rinvenuta nel- l’Italia Settentrionale. FIERIDAE. Aporia crataegi L. — Comune dalla fine di Maggio alla metà di Giugno specialmente in collina (Eremo). Pieris brassicae L. — Comunissima sempre ma abbondante sopratutto in autunno. — gen. vern. chariclea^ Stph. — Comune essa pure ma solo in primavera e principio d’estate. P. rapae L. — Comune come la precedente tutto l’anno. — V. minor, Costa. — Ho frequentemente osservato degli individui più piccoli del tipo che s’avvicinano alla — 62 — P. ergane. Potrebbero forse appartenere a questa varietà trovata, dice il sig. Gianelli, dal prof. L. Rivetti. P. rapae, v. leucotera, Stef. — Rara in primavera in col- lina (Eremo) ; più comune nei boschi della Venaria. Nota. — Non so se debba attribuirsi solamente al caso il fatto che tutti gli esemplari osservati hanno lievemente ancora accennata la macchietta apicale ; se così non fosse si potrebbe concludere che la leucotera ben caratterizzata manca nei nostri dintorni. Si aggiunga che la fascia più scura inferiore non è mai molto spiccata. P. ergane, H. G. — Non mi pare sia stata raccolta nei no- stri dintorni una forma che si possa veramente as- segnare a questa specie (vedi var. minor). P. napi, L. — Comunissima in tutte le località del piano, specialmente alla Yenaria ; meno abbondante in col- lina.. Ben caratterizzata si trova in Marzo ed Aprile ; più tardi quasi tutti gli individui sono forme tran- sitorie all’una o all’altra delle var. seguenti. Non si constatò una 3^ gener. simile al tipo. — gen. aest. napeae, Esp. — Comune in collina in estate ed autunno ; anche al piano. — V. meridionalis^ Stg. — Colle nervature sul lato inf. ali post, mancanti ed appena accennate. Come la precedente. P. daplidice, L. — Specialmente nelle stoppie del piano si trova abbastanza frequente in estate avanzata ed autunno. — gen. vern. helUdice^ 0. — Rara in primavera alla Ve- naria. Euchloé belia, Cr. — Molto rara nei boschetti dell’Eremo in Aprile e Maggio ; qualche volta anche alla Venaria. — gen. aest. ausonia^ Hb. — Non molto comune d’estate e d’autunno in collina. Al piano è più rara. — 63 — E. cardamines, L. — Comune in Aprile e Maggio sia al piano che sui colli ; qui qualche individuo si può trovare anche in Giugno. Le J S sono, in generale, molto meno frequenti dei (/cf . — ab. immaculata Pabst. • — Senza punto nero sulle ali ant. Un solo esemplare completamente mancante ; altri con punto assai ridotto. — ab. turritis^ 0. — Un individuo, alla Maddalena, minore del tipo ed avente il punto nero esattamente sul confine tra l’arancione ed il bianco. Credo debba ritenersi transitorio a questa ab. eminentemente me- ridionale ; nei nostri dintorni un individuo ben ca- ratterizzato non fu ancora rinvenuto, se si eccettua quello trovato dal Gianelli sulla collina. Leptidia sinapis, L. — Comune dovunque in estate ma non mai ben caratterizzata presentando forme di passag- gio alle var. seguenti : — gen. vern. latJiyri^ Hb. — Comune solamente in pri- mavera. — gen. aest. diniensis^ B. — Comune in tutte le località d’estate ed autunno. — ab. 5 erysimi^ Bkh. — Contrariamente a quanto asse- risce il Curò, che evidentemente si riferisce ad altri luoghi, questa ab. completamente bianca, è comune nei nostri dintorni. Ciò dei resto è stato pure con- statato da altri per altre regioni. Pare che da noi manchino le forme incomplete primaverili ; in que- sta stagione non si trova la Erysimi che compare invece esclusivamente in estate ed autunno. — ab. suhgrisea^ Stg. — S’ incontrano, nelle regioni meno calde dei boschi di Stupinigi e della Venaria, esem- plari assai vicini a questa ab. col disotto delle ali post, grigiastro. — ab. sartha^ Rtihl. — Ritengo che questa ab. col disotto delle seconde ali giallognolo, debba pure rinvenirsi — 64 nei nostri dintorni, avendone osservate delle forme poco diverse. L. duponcheii, Stg. — Specie rarissimamente cacciata nei dintorni di Torino ; trovata, anzi, una sola volta alla Yenaria dal sig. Grianelli. Colias hyale, L. — Comune in ogni località tutto l’anno. Gli individui variano sovente nell’ intensità del colorito ; gli esemplari di collina sono, in generale, a . tinte più cariche. C. adusa, F. — Come la precedente. Il cav. Pezzi trovò una stupenda ab. dai riflessi violetti sulle ali ante- riori specialmente. — $ Tielice Hb. — Rara in collina ; un po’ meno nei prati del piano. Qualche esemplare solo è quasi bianco. — ab. faillae Stef. — Difficilmente si trova bene caratte- rizzata ; oltremodo comuni, assai più del tipo, sono le forme incomplete, transitorie. Gonepterix rhamni, L. — Abbondante in primavera nei bo- schi del piano ; comune anche in collina. NYMFHALINAE. Apatura iiia, Schiff. ab. (et v.) clyiie Schiffi — Rara in collina lungo i rivi incassati. Più comune al piano (Stupinigi e Yenaria) ; estate. Limenitis camiila, Schiff. — Comune sia al piano che sui colli dalla fine di primavera al principio d’ au- tunno L. populì, L. — Pare sia stata trovata qualche rarissima volta in collina ed alla Mandria (Ghil.). L. sy bilia, L. — Si trova un po’ meno comune della camiila nelle stesse località e stesse epoche. — 65 — Neptis lucilia, Hb. — Molto comune, qualche volta vera- mente abbondante in collina (Eremo-Maddalena) alla fine di Maggio e G-iugno. Nota. — La località dove più sovente trovai le tre ul- time specie menzionate è il tratto della strada di Revigliasco fiancheggiato da fitti boschetti di Alnus e Oorylus, imme- diatamente sopra a Cavoretto, in collina. Pyrameis atalanta, L. — Comune dalla primavera airautunno in ogni località, ma più abbondante in quest’ultima stagione al piano. P. cardui, L. — Comunissima tutto l’anno in ogni luogo. — V. minor^ Failla. — Raccolsi esemplari assai piccoli e pallidi corrispondenti alla seguente varietà. Nota. — Questa specie come fu constatato per altre re- gioni d’Italia, fece alcune importanti apparizioni in numero prodigioso anche nei nostri dintorni. Basti accennare a quella dell’Aprile 26, 1851 descritta dal Grhiliani (vedi Elenco, pag. 220) ed a quella, meno importante ricordata dal prof. Camerano (« Bull. Soc. Ent. It. », Anno XVII) del 7 Luglio 1883. Vanessa io, L. — Comunissima in tutte le stagioni in tutti i luoghi ma più abbondante al piano (Stura). Nota. — A proposito di questa specie devo far notare un fatto che senza essere importante, è però abbastanza cu- rioso. Su di una stradicciuola campestre nell’agro della Ve- naria, in primavera, vidi diversi gruppi di dieci o dodici individui ciascuno, volare rapidissimi per un buon tratto e fermarsi poi di colpo posandosi sul terreno. Quando io mi avvicinava per osservare meglio, ciascun gruppo improv- visamente riprendeva il volo per riposarsi da me distante venti 0 trenta passi. Questo fatto, osservato altre volte per pochissimi individui, è dovuto certamente alla presenza di Anno XXXVII L 5 — 66 — una o più femmine in ogni gruppo, attorniate e seguite nelle loro strane evoluzioni da numerosa schiera di maschi ; sorprende però in questa specie in cui lo stimolo sessuale d’ordinario non è potente. Bisogna ammettere che la lunga e forzata astinenza invernale — poiché si trattava di indi- vidui della gen. aut. — l’avesse straordinariamente acuito. V. urticae, L. — Comunissima tutto l’anno. Nota. — Qualche nidiata di bruchi dà spesse volte degli esemplari molto piccoli e più vivacemente colorati. Y. polychloros, L. — Pure molto comune in ogni stagione e località. V. antiopa, L. — Comune d’estate in qualunque luogo. Polygonia, C. album, L. — Nota. — Gli individui di questa specie che s’ incontrano nei nostri dintorni si possono ascri- vere a tre forme principali, mai però nettamente distinte. La forma da dirsi tipica, mediocremente angolata con le macchie regolarmente ampie e di colorito normale fulvo-ros- siccio superiormente, bruno-giallastro marmorizzato inferior- mente. La forma ohscurior Pailla notevolmente minore, fra- stagliatissima, rossiccio scuro sul lato superiore, scurissima, spesso bruno uniforme alla parte inferiore, colle macchie assai ridotte. Infine una terza forma eh’ io avvicinerei alla hutehinsoni Bobson dell’ Europa centrale, maggiore, di un rossiccio pallido tendente al fulvo chiaro superiormente, giallastra marezzata inferiormente, meno angolata del tipo e colle macchie spesso assai ridotte di numero e dimen- sioni. E ciò tanto nei ^ quanto nelle 5 J . Queste tre forme si possono incontrare indistintamente in ogni stagione, ma è da notarsi che in primavera e principio d’estate sono molto più comuni la prima e la terza, mentre che in autunno è la obscurior che si trova assai più facil- mente. — 67 — P. egea, Or. — Non comune in estate ed autunno. Come la precedente frequenta le macchie fìancheggianti le strade specialmente di collina. Fu raccolto un esem- plare, evidentemente svernato, dal sig. Pezzi alla fine di Febbraio. Con probabilità appartiene alla var. se- guente : — ab. (gen. aest ), autumnalis^ Stef. — Molto rara nelle lo- calità delle precedenti. Nota. — Lo scarsissimo numero di esemplari raccolti finora non permette di stabilire con sicurezza se questa ab. si trovi, da noi, esclusivamente in autunno. I pochi indivi- dui sono però stati rinvenuti in questa stagione. Araschnia levana, L. e gen. aest. Prorsa L. — Vittore Ghi- liani diceva, or sono molti anni, al cav. Pezzi, che gli ultimi esemplari di questa specie e var., molto probabilmente erano quelli raccolti da lui in numero scarsissimo (non so se due o tre) nei boschi di Stu- pinigi. D’ allora — il grande entomologo torinese non s’ ingannava — nessuno più incontrò la levana e la prorsa nè a Stupinigi, nè negli altri dintorni di Torino e, se debbo spingere oltre le supposizioni, pare ch’esse manchino completamente alla fauna italiana, poiché, per quanto so, nessuno le ha più rinvenute nelle altre parti della Zona Settentr., dove prima, benché raramente, si potevano raccogliere. Melitaea aurinia, Eott. — Abbastanza comune d’ estate nelle radure dei boschi della Yenaria. A Stupinigi non l’ho mai incontrata. — V. minima, Mihi. — Citata dal Gianelli e trovata pure dal cav. Pezzi. Piccolissima. Meiitaea cinxia, L. — Non rara d’estate. Al dire del Giorna (Calendario Entomologico) si trovava ai suoi tempi in collina fin dal Febbraio. Il cav. Pezzi possiede — 68 — una bellissima ab., credo accidentale, trovata lungo la Stura, pressoché normale per l’estensione e la di- sposizione delle macchiette nere e con una caratte- ristica velatura grigio-azzurrognola sul lato superiore di tutte le ali. M. phoebe, Knoch. — Molto comune nei boschi e prati del piano e dei colli. Ogni stagione. — V. occitanica^ Stg. •— Più variegata. Confusa col tipo ; rara in estate. — V. aetherea^ Ev. — Maggiore, più pallida e coi disegni ridotti. Qualche esemplare col tipo. M. didyma, 0. — Comune in tutta la bella stagione sia in collina che al piano. Nota. — G-li esemplari dei nostri dintorni paiono avvi- cinarsi maggiormente al tipo che non quelli delle altre parti d’Italia e del Piemonte stesso. Quelli del Monferrato per es. sono molto più prossimi alla var. meridionalis Stg. che non i nostri. S’ incontrano però anche non molto raramente individui appartenenti a questa varietà. M. didyma, var. meridionalis^ Stg. — In generale sono con- fusi col tipo e non mai bene caratterizzati. — V. occidentalis^ Stg. — Color rossiccio pallido. Qualche esemplare in collina che può ascriversi a questa var. Wl. trivia, Schiff. — Grhiliani dice di averla trovata rarissima nei prati naturali delle nostre colline in Agosto e Settembre. Nessuno mai, io credo, trovò più questa specie, nè in collina, nè altrove. Probabilmente, come la Yan. levana^ essa sarà scomparsa dalla fauna Torinese. Wl. athalìa, Rott. — Comunissima d’estate nei boschi del piano (Yenaria e Stupinigi) e dei colli. — ab. corythalia Hb. — Colore fulvo scuro delle ali ant. Grhiliani l’ha raccolta in collina. Il sig. Pezzi ne 69 — trovò vari esemplari alla Venaria. È però rara e confusa col tipo. Nota. — Sulle nostre colline e più alla Venaria vola abbastanza comune, confusa colle precedenti, una forma più scura, assai piccola che somiglia a primo aspetto alla M. aurelia. Nuovi confronti potranno stabilire meglio la posi- zione di questa forma. Fu trovata anche al Musinet in estate ed in Maggio (Venaria. Pezzi). IVI. parthenie, Bkh. — Contrariamente a ciò che asserisce il sig. Grianelli questa specie è tutt’altro che rara alla Venaria e Stupinigi in estate. Argyunis selene, Schilf. S. V. — Si trova facilmente da Aprile a Settembre in tutti i dintorni. Più comune al piano. A. euphrosyne, L. — Non rara in primavera e principio d’ estate esclusivamente sulla collina (Eremo-Mad- dalena). A. dia, L. — Comunissima in primavera ed estate ovunque (Boschetti di Stura ; collina). A. daphne, Sch. S. V. — Earissima in collina. Estate. A. hecate, Esp. — Comunissima in Luglio nelle ore più calde in alcune praterie naturali delle cime della collina ^ (Madd.). Assai più rara in altri punti. Fu trovata anche qualche volta alla Venaria. A. lathonia, L. — Tutto 1’ anno è comunissima in ogni lo- calità. A. aglaia, L. — Molto comune in estate al piano e sui colli. A. adippe, L. — Meno comune della precedente. Stesse lo- calità. — ah. cleodoxa, 0. — Più comune del tipo. A. Pandora, SchfiP. S. V. — Nella ricca collezione del cav. Pezzi trovasi un esemplare di questa specie rarissi- mamente trovata in Piemonte raccolto, molti anni or sono, nel G-iardino Reale di Torino (vedi Gianelli). E uno dei pochissimi individui raccolti finora nei nostri dintorni. A. paphia, L. — Comunissima d’estate posata sui rovi che fiancheggiano la strada di Revigliasco. Comune anche al piano. — ab. 2 valesina, Esp. — Col disopra di tutte le ali di color verdastro scuro. Si trova qua e là col tipo. Nota. — Devo ricordare l’esemplare di questa specie er- mafrodito e dimorfo raccolto dal sig. Pezzi e descritto dal Ghiliani (Bull. Soc. Ent. It. Anno IX, p. 245). Le ali di destra sono di e normali ; quelle di sinistra sono di 2 e del coloi’e della ab. valesina. Simile differenza si nota nell’ apparato riproduttore esterno : ^ a destra, 2 ^ si- nistra. SATYRINAE. Melanargia galafhea, L. — Il tipo, ben caratterizzato, si trova non comune al piano ed in collina nei mesi di Giugno e Luglio. — ab. 2 l^ucomelas^ Esp. — Completamente bianca nella parte inferiore al post. Rara frammischiata al tipo e alle var. seguenti. Trovata alla Stura, Venaria (Pezzi) ed in collina. — ab. galene^ 0. — Senza eccelli inferiormente. Trovata non comune a Stupinigi (Pezzi). Presenta delle forme incomplete più comuni mancanti solo di qualche oc- chietto. — V. procida. Hbst. — E questa la forma che appare qual- che anno comunissima in ogni località e che si di- stingue dal tipo per la maggiore ampiezza delle mac- chie nere. — 71 — Melanargia galathea, ab. turcica^ B. — Qualche esemplare prossimo a questa ab. (in cui le macchie nere rag- giungono grande estensione) lo trovai . in collina (Maddalena) d’estate. Nota. — La M. galathea presenta un melanismo grada- tamente crescente passando, con numerosissime forme inter- medie, dal tipo alla ab. turcica. La netta divisione quindi posta tra le diverse forme è assolutamente artificiale ; più assai che per altre specie. M. japygia, Cyr. — Secondo Grhiliani trovata rarissimamente in Griugno e Luglio nei dintorni di Avigliana. Pro- babilmente — come nota il Curò — si tratta della var. seguente. — V. cleanthe^ B. — Trovata molti anui or sono dall’ Ing. Mella e più recentemente dal sig. Grianelli. Con pro- babilità si può asserire che questa forma è scomparsa completamente dal Piemonte, poiché i boschi di Or- bassano, località dove fu esclusivamente trovata, non esistono più. Erebia aethiops, Esp. — Comune sulle cime dei colli in luo- ghi boscosi. Agosto e Settembre. — V. (et ab.) leucotaenia^ Stgr. — Qua e là col tipo si rinvengono sulle nostre colline esemplari aventi la fascia delle ali post, lato inf. tendente al bian- castro. Satyrus circe, P. — Un po’ meno comune del seguente nelle stesse località. Anche nei campi aridi di qualche punto del piano (Barriera di S. Paolo). S. hermione, L. — In estate comune in collina sui de- clivi aridi e sulle strade incassate. Abbondante al Mussiné. S. semele, L. — È rarissimo al piano, più frequente in col- lina, molto comune sul monte di Piossasco. Apparisce in estate. — 72 — S. statilinus, v. ailionia, F. — Questa forma, comune in altre località della zona settentr. e dello stesso Piemonte, è rara nei nostri dintorni. Agosto. S. actea, v. cordula, F. — Abbastanza frequente in Giugno ^ sul Mussiné. Non 1’ ho mai trovata in collina. Luo- ghi aridi. S. dryaS; Se. — Comune nei luoghi folti dei boschi di Stu- pinigi e Venaria in Giugno e Luglio, Più tardi (Ago- sto e metà Settembre) e più rara in collina (vallette ombrose ed umide). Pararge aegeria, L. — Si può incontrare non raramente tutto l’anno nei luoghi ombrosi sia del piano che dei colli; però la forma predominante nei dintorni di Torino ed in generale nell’alto Piemonte è la var. seguente, essenzialmente settentrionale. — V. egerides^ Stgr. — Comune, più del tipo, nelle stesse località ed epoche. Più pallida. P. megera, L. — Tutto l’ anno assai comune in ogni luogo ; abbondantissima in Luglio ed Agosto in collina dove, in generale, si presenta di dimensioni minori e co- lorazione più smunta. P. maera, L. — Tutto l’anno comune al piano ed in col- lina. Ha numerose forme di passaggio alla var. se- guente. Anzi si può asserire — benché anche gli individui scuri si possano trovare — che moltissimi fra gli esemplari si accostano più o meno alla v, adrasta. — V. adrasta, Hb. — Distinta per la colorazione più chiara. Non raccolsi mai un esemplare completamente carat- terizzato, che d’altronde — non dubito — fu certa- mente già rinvenuto o potrà rinvenirsi. Si può quindi conchiudere che la maera dei nostri dintorni si com- pone oer la massima parte di una forma intermedia al tipo ed a questa varietà. P. achine, Scop. — Mai molto comune. La raccolsi finora — 73 — solamente alla Venaria in Maggio e Griugno. Anche a Stupinigi si può trovare. Mai, eh’ io sappia, fu rinvenuta in collina. Aphantopus hyperantus, L. — Comune nei siti ombrosi dei boschi della Venaria. Meno abbondante a Stupinigi e meno ancora in collina. Apparisce in Giugno e Luglio. — ab. caeca^ Fuchs. (ocellis subnullis). — Due esemplari alla Venaria. Epinepheie jurtiiia, L. — Comunissimo in ogni località in tutta la buona stagione. — V. Tiispulla, Hb. — S’ incontrano non raramente delle forme ohe si avvicinano a questa var. a tinte più fulve. La vera hispulla credo non sia mai stata tro- vata. — ab. pallens, Th. Mieg. — Nei boschi di Stupinigi si possono raramente raccogliere individui di questa ab. Hanno il fulvo della parte sup. ali ant. sostituito da un bianco più o meno tendente al giallo. Presenta moltissime forme intermedie. — ab. semialba^ Bruand. Con larghe macchie più o meno regolari che talora invadono tutta la parte superiore delle ali, di color biancastro. Specialmente a Stupi- nigi in estate. Anche questa ab. ha tutta una sfu- matura di colorazioni transitorie. E. tithonus, L. — Comunissimo sulle siepi e fra le erbe in estate e autunno dovunque. Coenonympha oedipus, F. — Lo trovai molto comune in certe località umide dei boschi della Venaria. Nè a Stupi- nigi nè alla Stura lo potei rinvenire. E una specie che si può raccogliere, più rara, anche a Settimo ed altri boschetti umidi, ma è in generale localizzata. Le femmine sono rare. C. pamphilus, L. — È molto comune in Maggio nei boschetti della Stura. Più tardi (Luglio-Agosto) è abbondante — 74 in ogni dove. Presenta forme di passaggio alle var. seguenti. C. pamphilus, ab. ocellata^ Tutt. — Con una serie di eccelli sul lato inf. ali post. Col tipo. Ha individui incom- pleti con solo qualche occhietto. — ab. 'pallida^ Tutt, — Superiormente di color fulvo molto sbiadito e colla fascia marginale grigia invece che bruna. Osservata raramente col tipo in G-iugno nei boschetti della Stura. Anche in collina in Settembre. LIBYTHEIDAE. Libythea celtis, Laich. Fuessl. — Si trova, sempre piuttosto scarsa, in primavera ed estate in collina. E precisa- mente : in Aprile è più frequente nei boschetti del- V Eremo ; in principio di Luglio dalle parti della Maddalena (Gli Alberoni ; strada di Hevigliasco). Nota. — Quando la stagione è molto propizia comparisce in collina fin dalla metà di Febbraio (Giorna). Pare si debba escludere definitivamente l’ ipotesi di una gener. autun. già messa in dubbio dal Ghiliani, poiché nessuno mai 1’ ha tro- vata in quest’ epoca sulle nostre colline. EBYCINIDAE. Nemeobius lueina, L. — In prim. assai comune nei boschi del piano, specialmente alla Venaria lungo i corsi d’ acqua. Più tardi in collina sui cespugli. I.YCAENIDAE. Thecla spini, SchifP. — Non molto rara alla Venaria sulle piccole querele e sui cespugli lungo la Stura. Meno frequente in altre località. Anche a Piossasco dal cav. Pezzi. — 75 — Th. w-album, Km. — Non è molto comune. Si trova in estate nei luoghi sterposi dei boschi di Stupinigi e della Venaria. Th. ilicis, Esp. — E comune al piano ed in collina svolaz- zante rapidamente sui cespugli alla fine di primavera ed in estate. — ab. 5 Hb. — Con la macchia fulva assai espansa e vivace. Non è molto comune alla Venaria. — - V. aescuU^ Hb. — Manca più o meno la serie di lineette sul rovescio delle ali post. E abbastanza frequente in tutte le località col tipo. Th. acaciae, F. — Fu trovata pel primo in Piemonte dal cav. Pezzi che la raccolse a Stupinigi. Si può trovare, sempre però rara, anche alla Venaria e Stura. Qualche anno è più comune. Th. pruni, L. — Questa specie non molto rara nell’ It. sett. pare sia rarissima, se già fu trovata, nei dintorni di Torino. Callophrys rubi, L. — Comunissima in ogni località in pri- mavera ed estate. — ab. immaculata^ Fuchs. — Un esemplare in Griugno a Stupinigi. Zephyrus quercus, L. — Vola quasi sempre intorno alle cime delle querele. In estate ed autunno in ogni località però mai molto comune. Z. betulae, L. — In prim. ed autunno (principio) si può cacciare, non rara, sia al piano che sui colli. Chrysophanus thersamon, Esp. — E abbastanza rara in estate e si trova specialmente lungo i fossi fiancheggiati da erbaccie e cespugli. — V. et ab. omphale^ Klug. Non mi consta che questa var. caudata siasi rinvenuta. Ch. dispar v. rutilus, Wb. — Fu trovata ultimamente dal- r amico Gr. Della-Beffa nei boschi della Stura. Estate. Il sig. Gianelli la dice non rara a Stura e Settimo. — 76 - Ch- alciphron, Eott. v. gordius Sulz. — Si trova, non molto comune, specialmente in collina (Eremo) in Estate. — ab. 5 intermedia, Stef. — Fu raccolta in Piemonte (Susa) dal sig. Gri anelli in primavera. Alla Venaria, per la prima volta, fu trovata dal ca v. Pezzi . Ch. phiaeas, L. — In ogni epoca ed in tutti i luoghi assai comune. D’autunno è assai più comune la seguente : — v. eleus, P. (gen. aest.). — Comune col tipo. Ritrovai forme scure non caudate, ma non potei rinvenire mai la forma intermedia normale per colorazione e cau- data, che dubito trovarsi nei nostri dintorni. Ch. dorilis, Hufu. — Abbastanza frequente in primavera ed estate (principio) sia al piano che sui colli. Lampides boeticus, L. — Non molto comune in estate ed autunno specialmente al piano nei prati o sui ce- spugli. L. telicanus, Lang. — Meno rara della precedente nelle stesse località e stesse epoche. Lycaena argiades, Pali. — E molto comune nei prati di erba medica al piano tutto l’anno ma specialmente al prin- cipio d’autunno. — ab. coretas, 0. — E rara col tipo. Senza macchiette ros- siccie inferiormente. — gen. ven. polgsperchon, Berg. — Più piccola. Non co- mune nei boschi della Stura in prim. più frequente altrove. Abbastanza numerosa anche in estate e prin- cipio d’autunno. L. argus, L. (aegon SchifiP.). — In tutte le stagioni ed in ogni località. Abbondante nei prati e campi. L. argyrognomon, Brgstr. (argus Esp.). — Come la precedente. L. orion, Pali. — Non molto frequente nei boschi del piano in estate. (Stupinigi). L. baton, Berg. — Comune nella bella stagione in ogni lo- calità. — V. panoptes, Hb. — Un solo esemplare a Stupinigi. 77 — L. astrarche. Bgstr. — Oomunissima dovunque in primavera ed estate. — ab. (et V.) allous Hb. — Non rara nei nostri dintorni. Specialmente comune al R. Parco, in Agosto (Gianelli). — gen. aest. (merid.) calida, Bell, (aestiva Stg.) — Non raccolsi mai individui ben caratterizzati. Alla Vena- ria trovai la forma bruna inferiormente ma colle mac- chiette rossiccie normali. L. icarus, Rott. — Comunissima in ogni luogo tutto l’anno. — ab. icavinus, Scriba. — Trovata nei nostri dintorni dal cav. Pezzi. Rara. L. hylas, Esp. — Abbastanza frequente nei siti aridi dei boschi della Tenaria fiancheggianti la Stura. Più rara in collina. Vola in estate. L. meleager, Esp. — Questa bellissima licena è rara nei din- torni di Torino. Nondimeno, mi disse il sig. Pezzi oh’ egli potè raccoglierla relativamente comune, di estate, per vari anni consecutivi sulla strada di Re- vigliasco sopra S. Vito in prossimità della cosidetta « Torre del diavolo ». L. bellargus, Rott. — Comune nei luoghi aridi del piano e dei colli, tutto 1’ anno. — ab. ceronus, Erp. — Abbastanza rare le forme complete ; rarissime le ? ? . Molto più comuni gli individui transitori coi punti marginali appena accennati. Col tipo. L. coridon, Poda. — Comune d’ estate sul declivio dei prati naturali della Maddalena. L. minimus, Fuessl. — Comune sia al piano (Venaria) che sui colli in primav. ed estate. L. semiargus, Rott. — Più comune della precedente nelle stesse località in estate. L. cyllarus, Rott. — Come le precedenti. — V. A. Costa. — Questa forma più piccola mancante com- pletamente degli occhietti sul lato inf. delle ali post. — 78 — che appartiene all’ It. centr. e merid., fu ritrovata dal cav. Pezzi e da me a Stupinigi. Presenta forme di passaggio incomplete coi punti assai piccoli o man- canti in parte. L. arion, L. — In estate abbastanza frequente alla Venaria ed in collina (Maddalena). Cyaniris argiolus, L. — Comunissima specialmente in collina (Strada di Revigl. e di Pecetto) in principio d’estate. HESFERIIDAE. Heteropterus morpheus, Pali. — Eaccolta da Ghiliani a Stu- pinigi ; dal sig. Gianelli alla Venaria : fine di Luglio, Agosto. Raro. Adopaea lineoia, 0. — Comunissima d’estate posata sui fiori delle praterie. Ogni località. A. thaumas, Hufu. — Come la precedente. A. acteon, Eott. — Rara d’estate in collina (Eremo). Augiades comma, L. — Comune nella stagione e località delle precedenti. All. sylvanus, Esp. — Più. frequente della comma nelle stesse località ed epoche. — V. (et. ab.) anatoUca^ Plòtz. — Osservato qualche indi- viduo avvicinantesi per la tinta verdastra inf. ali post., nei boschetti della Stura in estate (Agosto). Carcharodus lavaterae, Esp. — Raccolto dal sig. Pezzi in Giugno alla Venaria lungo la Stura. Raro. Ch. alceae, Esp. — E comunissimo in tutte le stagioni sia al piano che sui colli. — V. australis^ Ti. — Se ne rinvengono individui in estate avanzato e principio d’autunno nei boschi di Stura e Venaria. Ch. altheae. Hb. — Abbastanza frequente in Luglio, Agosto e principio di Settembre nei terreni aridi ed incolti. Dovunque. — 79 — Hesperia carthami, Hb. — Non molto raro nei luoghi aridi della Yenaria ; più comune in collina (Maddalena). Vola in estate. H. sao, Hb. — • Non raro in estate specialmente sui declivi caldissimi della Maddalena. H. alveus, Hb. — Molto comune ovunque d’estate. (Madda- lena, Muninet eco.) H. malvae, L. — Comunissimo anch’ esso coi precedenti. Thanaos tages, L. — Comune molto quasi tutto l’anno in ogni località. Aggiunta. — Dagli ultimi studi comparativi dell’ egr. cav. Pezzi si può affermare la presenza nei nostri dintorni delle V. Eossii Stef. v. Manni Mayer della P. rapae., confuse col tipo ed in generale non comuni. A questa prima parte farà seguito, appena avrò ordinati i numerosi dati raccolti, la seconda che tratterà degli Ete- re ceri. Museo Zoologico della R. Università. Genova, Settembre 1906. — 80 ^ Dott. EMILIO CORTI AGGIUNTE ALLA FAUNA DITTEROLOGICA DELLA PEOVINCIA DI PAVIA Quaeta Centueia Dalla pubblicazione delF ultima centuria (1) è trascorso parecchio tempo, durante il quale però non ho tralasciato lo studio di questa ditterofauna. E prova ne sia che, come risultato delle mie ricerche, presento per ora, soltanto di ortorafi, una lista di cento specie, tra le quali molte inte- ressanti o non ancora state osservate in Italia. Riguardo alla specie di Sarcophaga che in quelPultima mia nota descrissi per nuova {S. Bezzii), mi incombe l’ob- bligo di ricordare che il Mik (2) ebbe allora a ravvisarvi la sinuata Meig. Per il gruppo dei Oecidomidi, da me per varie cause trascurato, il dott. Alfredo Corti dell’Istituto zoologico del- 1’ Università di Parma, che si è dedicato specialmente allo studio dei cecidozoi, ha pubblicato (3) un elenco delle specie da lui constatate nel pavese, riunendovi quelle già da prima conosciute; in tutto 36. A questo elenco, perchè sia completo, è da aggiungersi la Lestremia leucophaea (1) Aggiunte alla fauna ditterologica della provincia, di Pavia. Prima Centuria in « Bull. Soc. Entom. It. » XXV, 1893, p. 33 ; Seconda Centuria ibid. XXVI, 1894 p. 389; Terza Centuria ibid. XXIX, 1897, p. 136. (2) Dipterologische Miscellen in « Wien. Ent. Zfcg. » 1898, p. 60. (3) I Cecidomidi del pavese in « Atti Soc. It. Se. Nat. » XLII, 1903, p. 88. — 81 — Meig., già raccolta dal prof. Bezzi (Contrib. Il, p. 6) presso Pavia. Degli altri due ditteri, accennati dal dott. A., Corti come nuovi per la provincia, l’uno, il Psammorycter ver- mileo Deg., lo è veramente, l’altro, la Lonchaea lasioph- thalma Macq., fu già notato frequente presso Pavia dal Bezzi (Contrib. I, p. 30, sub Dasyops). Più recentemente il dott. Vittorio Pavesi (1), fra gli in- setti ohe producono galle sul Papaver Rhoeas L., ha con- statato pure un oecidomide, la Dasyneura {Perrisia) papa- ver is Winn. Cosi le nostre cognizioni sulla fauna ditterologica pavese si sono ancor più allargate: da 602, numero totale delle spe- cie pubblicate da Bezzi nella sua iniziale Contribuzione (2), si giunge a 1034. Di esse 410 sono di ditteri ortorafì, 624 di ciclorafi. Veramente sarebbero da aggiungersi parecchie altre spe- cie sparse nei numerosi lavori di Bezzi e di Becker, taluna anzi nuova, non ancora elencate. Ma di queste sarà tenuto conto nelle note successive. Nell’ordinamento sistematico ho seguito il Katalog der paldarMischen Dipteren, salvo le due famiglie dei Chiro- nomidi e dei Culicidi, per le quali ho ricorso ai lavori mo- nografici di Kieffer e di Theobald usciti recentemente nei Genera Insectorum di Wytsman. Dall’Istituto Zoologico dell’Università di Pavia, dicembre 1906. (1) Studi comparativi su tre specie di papaveri nostrali in u Atti Ist. Bot. Univ. », Pavia, 1905. (2) Contribuzione alla fauna ditterologica della provincia di Pavia. Parte prima in « Bull. Soc. Entom. It. XXIII, 1891; Parte seconda ibid. XXIV, 1892. — Il nu- mero complessivo delle specie è di 602 ritenendo, come fa l’A. (Parte prima, p. 51 estr.), la Thelàira leucozona Panz. semplice varietà della nigripes Fabr. Nell’indice invece (Parte seconda, p. 70 estr.) essa é elencata come specie di- stinta. Anno XKKVIII. — 82 — Orthorrliapha Nematocera SCIARIDAE 1. Sciava fiavipes Meig. — Schin. Fauna Austr, II, p. 24. — Due alla Foresta, presso Pavia, in settembre. 2. S. nitidicollis Meig. — Schin. 1. c. p. 422. — Presso Pavia, in aprile e maggio, rara. 3. S. pallipes Fabr. — Schin. 1. c. p. 424. — Non frequente presso Pavia ; da aprile a giugno. 4. S, puUcaria Meig. — Schin. 1. c. p. 423. — Un cf a S, Paolo, presso Pavia, in giugno. 5. S, quinquelineata Macq. — Schin. 1. c. p. 423. — Frequente presso Pavia, da aprile a giugno. Notevoli due macchie nere lucenti alle pleure, l’una sotto la base dell’ala, 1’ altra fra 1’ anca anteriore e la mediana. Mtcetophilidae 6. Mycetohia pallipes Meig. — Winn. Verh. 1863 p. 667. 1. — Una 2 alla Foresta, 15 maggio. 7. Macrocera fasciata Meig. — Winn. 1. c. p. 676. 1. — Un a Torre d’ Isola, 21 maggio. 8. M. lutea Meig. — Winn. 1. c. p. 677. 2. — Tre a Torre d’ Isola, 21 maggio. 9. M. maculata Meig. — Winn. 1. c. p. 680. 8. — Un (f Torre d’ Isola, 7 maggio. Un altro alla Foresta in settembre. 10. M. nana Macq. — Winn. 1. c. p. 678. 4. {pusilla Meig.) — Due (f al Rottine e alla Francana, presso Pavia, in aprile e maggio ; una $ alla Foresta in settembre. 11. Platyura humeralis Winn. 1. c. p. 692. 6. — Un cf a Torre d’isola, 7 maggio. 12. P. infuscata Winn. 1. c. p. 695. 11. — Una 2 ^ Valle Salim- bene, 27 maggio. — 83 — 13. Neoempheria striata Meig. — Winn. 1. c. p. 739. 1. — Un presso la Chiavica sul Gravellone (Pavia), 21 agosto. Un altro alla Foresta, 17 settembre. 14. Lasiosoma interruptum Winn. 1. c. p. 750. 3. — Un a Ospi- taletto (Linarolo), 25 aprile. L'ala destra, in questo esem- plare, non presenta la cella quadrata caratteristica del ge- nere, mancando la terza nervatura del ramo superiore. 15. Boletina sciarina Staeg. — Winn. 1. c. p. 776. 4. — Una 5 a Torre d’ Isola, 21 maggio. 16. Neoglaphyr opterà subfasciata Meig. — Winn. 1. c. p. 786. 5. — Una 2 ^ Torre d’ Isola, 21 maggio. 17. Docosia sciarina Meig. — Winn. 1. c. p. 804. 1. — Una 2 a Torre d’ Isola, 28 maggio. 18. Rhymosia domestica Meig. — Winn. 1. c. p. 824. 13. — Una 2 a Torre d’ Isola, 7 maggio ; lo scudetto è giallo ai lati. 19. R. fasciata Meig. — Winn. 1. c. p. 811. 1. {discoidea Mg.) — Un in città, 12 marzo. 20. Phronia nilidiventris Wulp. — Winn. 1. c. p. 864. 9. — Una 2 alla Francana, 27 marzo ; il torace è tutto bruno grigio, salvo una macchietta sottoomerale gialla^ 21. Sceptonia niyra Meig. — Winn. 1. c. p. 908. 1. — Non rara presso Pavia. A Torre d’ Isola in maggio. 22. Cordyla crassicornis Meig. — Winn. 1. c. p. 955. 5. — Ne raccolsi un esemplare al Pettino e un altro alla Mezzanella, presso Pavia, in marzo. Bibionidae 23. Scatopse albitarsis Zett. Dipt. Scand. IX, p. 3408. 14. — Un esemplare a S. Martino Siccomario, 21 settembre. 24. Bibio Johannis L. — Schin. 1. c. p. 361. — Torre d’ Isola, Motta S. Damiano, Valle Salimbene, dal 4 al 19 marzo. Paccolsi solo maschi, tutti della var. rufipes Meig. (Syst. Beschr. VII, p. 55. 19 ut species). Chironomidae 25. Corynoneura atra Winn. — Schin. 1, c. p, 594. — Presso Pavia, lungo i fossi di marcita, in marzo ed aprile. — 84 — 26. Chironomus viridis Macq. — Sohin. 1. c. p. 605. — Presso Pavia, da giugno ad agosto. 27. Cricotopus annulipes Meig. — Schin. 1. c. p. 611. — Presso Pavia, in aprile. 28. Orthocladius rninutus Zett. — Schin. 1. c. p. 609. — Presso Pavia, in aprile. 29. Tanytarsus pusio Meig. — Schin. 1. c. p. 597. — Presso Pa- via, in aprile. 30. T. tennis Meig. — Schin. 1. c. p. 598. — Presso Pavia; aprile e maggio. 31. Metriocnemus atratulus Zett. — Schin. 1. c. p. 608. — Presso Pavia, in maggio ; Valle Salimbene e Torre d’ Isola, in marzo. 32. Diamesa Waltlii Meig. — Schin. 1. c. p. 615. — I due sessi sui muri dei portici universitari, dal 22 febbraio al 12 marzo. 33. Ablahesmyia monilis L. — Schin. 1. c. p. 620. — S. Lazzaro e Mezzanella, presso Pavia, in aprile. 34. A. nebulosa Meig. — Schin. 1. c. p. 619. — Un cf sotto i portici dell’ Università, 2 marzo. 35. Ceratopogon rostratus Winn. — Schin. 1. c. p. 579. — Due esem- plari, 1’ uno in aprile, e 1’ altro in settembre, presso Pavia (Monfiascone e Mezzanella). 36. Bezzia concinna Meig. Syst. Beschr. I, p. 77. 23. (= venusta Meig.). Avendo i femori inermi appartiene al sottogenere Probezzia Kieff. (1). — Un ed una 5 alla Torretta, presso Pavia, 16-23 giugno. 37. B. rubiginosa Winn. — Schin. 1. c. p. 591. — Una 5 al Rottine presso Pavia, 15 luglio, che corrisponde abba- stanza bene alla descrizione di Winnertz riportata da Schi- ner. — Appartiene pure per lo stesso motivo al sottogenere Probezzia. ^ (1) Il Kieffer mette questa specie al suo giusto posto nel genere Bezzia sibi [B. venusta, p. 59. 43); ma subito dopo si ritrova la stessa specie elencata nel genere Ceratolophus (0. concinnus, p. 60. 15). Per lo stesso inconveniente di compilazione sono ripetuti il Ceratopogon signatus Meig. e il venustulus Will. in Bezzia e in Ceratolophus^ e il Ceratopogon femoratus Meig. in Serromyia e in Palpomyia. — 85 — 38. Ceratolophus illustris Winn. — Schin. 1. c. p. 583. — Torretta e S. Paolo, presso Pavia, 16-23 giugno, 39. Palpomyia spinipes Panz. — Schin. 1. c. p. 585. — Un (/alla Torretta, 28 maggio. 40. Serromyia femorata Meig. — Schin. 1. c. p. 584. — Non rara alla fine di aprile e ai primi di maggio presso Pavia (Mon- fiascone, Mezzanella, Valle Salimbene). CULICIDAE 41. Myzorrhynchus pseudopictus Grassi. — Ficalbi, Venti specie di zanzare ital. p. 80 estr. — Il prof. Grassi {Studi di uno zoologo sulla malaria 1901 p. 61) lo constatò tra Milano e Pavia, non frequente ; nei Rapporti di peculiari insetti colla malaria 1898 p 5, lo dice estremamente raro in agosto, meno raro in settembre, a Locate Triulzi, terra del mila- nese confinante colla provincia di Pavia. Io ne raccolsi tre 5 al Rottine e alla Mezzanella presso Pavia, in settembre. 42. Grabhamia dorsalis Meig. — Pie. 1. c. p. 112. — Comune nei due sessi presso Pavia nei boschi e cespugli, da maggio a settembre. 43. Culex geniculatus Oliv. — Pie. 1. c. p. 169 {ìiortensis). — Una 2 in città, ad una finestra rispondente sopra un orto, 20 ottobre. 44. C. lateralis Meig. = alhopunctatus Rond. (1). — - Pie. 1 c. p. 135. — Un (/ alla Torretta, 29 maggio. Il prof. Grassi la raccolse nei boschi del Ticino (Noè, Bull. Soc. Entom. It. XXXI, p. 236). 45. C. ornatus Meig. ? — Pie. 1. c. p. 119. — I boschi di Torre d’ Isola erano l’anno scorso (1905) nel mese di maggio, che fu particolarmente favorevole allo sviluppo delle zanzare, affollati a torme dalle femmine di questa specie avidissime di sangue. Corrisponde, compreso il modo dell’ unghiatura nel (/ e nella 2? descrizione che ne dà il prof. Picalbi, (1) C. albopunctatus Eond. non è citato nella monografia del Theobald. — 86 — il quale non trovò il in Italia. I pochi maschi, che potei osservare, mancavano ai palpi delle tre macchie bianco-can- gianti accennate da Meigen. Ficalbi stesso non le vide, ed è anche da notarsi che nè Macquart, nè Schiner, ne fanno menzione. Per Theobald [Culicidae in Wytsm. Gen. Ins. p. 27. 96) la specie illustrata da Ficalbi è diversa dalla meigeniana. 46. Taeniorrhynchus Richiardii Fic. 1. c p. 151. — Alla Foresta in agosto e settembre 47. Sayomyia pallida Fabr. — Schin. 1. c. p. 624. — Un alla Foresta, 17 settembre. 48. 8. plumicornis Fabr. — Schin. 1. c. p. 624. — Al Boscone e al bosco del Rottone, presso Pavia, in agosto. Ptychopteridae 49. Ptychoptera contaminata L. — Schin. 1. c. p. 497. — Un presso Pavia, 1 aprile. Dixidae 50. Dixa maculata Meig. (== nebulosa Meig.). — Schin. 1. c. p. 642. — Mombolone, Valle Salimbene, S. Leonardo, marzo e aprile. A Mombolone il 25 novembre di quest’ anno osservai, poco prima del tramonto, gli sciami danzanti di maschi. Limnobiidae 51. Dìcranomyia dumetorum Meig. — Schin. 1. c. p. 569. — Una 5 a Torre d’ Isola, 28 maggio. 52. Litnnohia macrostigma Schum. — Zett. Dipt. Scand. X, p. 3861. 44. — Presso Pavia, Motta S. Damiano, Ospitaletto (Linarolo), verso la fine di aprile, non infrequente. 53. Dicranoptycha cinerascens Meig. (= fuscescens Schum.). — Schin. 1. c. p. 560. — Alla Francana e a Mirabello, presso Pavia, in giugno. Torre d’ Isola, in maggio. S. Giacomo della Cereda (Beigioioso), pure in maggio. 54. Antocha opalizans 0. S, — Schin. 1. c. p. 559. — Un a Monfiascone, 13 giugno. 55. Molophilus appendiculatus Staeg. — Schin. 1. c. p. 541. — Presso Pavia, in giugno. 56. Trimicra pilipes Pabr. — Schin. 1. c. p. 536. — Un sopra un muro in città, 14 giugno. 57. Limnophila fuscipennis Meig. — Schin. 1. c. p. 555. — Presso Pavia. Carbonara e Ospitaletto, in aprile ; Zavattarello in settembre. 58. L. hospes Egg. — Schin. 1. c. p. 554. — Un (/'a Torre d’isola, 22 marzo. 59. L. lucorum Meig. — Zett. 1. c. X. p. 3820. 9. — Frequente presso Pavia (Torretta, S. Paolo, Monfiascone, Valle Sa- limbene) in giugno. Tipulidae 60. Tipula lunata L. — Schin. 1. c. 522. — Tre (/a Ospitaletto, 25 aprile. 61. T. peliostigma Schum. — Schin. 1. c. 522. — Presso Pavia (Poligono, Torretta) alla fine di maggio. 62. T. vernalis Meig. — Schin. 1. c. p. 516. — Abbondante l’anno scorso a Valle Salimbene, 27 aprile. Orthorrhaplia Brachycera Leptidae 63. Leptis lineala Pabr. — Schin. P. A. I. p. 174. — A S. Paolo, presso Pavia, in giugno e luglio; Valle Salimbene, in giugno. 64. Chrysopilus splendidus Meig. — Schin. 1. c. p. 176. {C. ni- gritus). — Torretta, 16 giugno. 65. Spania nigra Meig. — Schin. 1, c. p. 180. — Collina sopra Miradolo, 4 maggio, due — 88 — Empididae 66. Brachystoma vesiculosum Fabr. — Schin. 1. c. p. 117. — Col- lina sopra Miradolo e a Uperga, a piedi del M. Cesarino (Casteggio), in maggio. Chignoìo in giugno. 67. Hyhos femoratus Miill. — Schin. 1. c. p. 78. — S. Pietro, presso Pavia, in maggio ; Valle Salimbene e Ohignolo in giugno. 68. Syndyas nigripes Zett. Dipt. Scand. I. p. 240. 4. — Presso Pavia e Valle Salimbene, da giugno ad agosto. 69. Rhamphomyia sciarina Fall. — Zett. 1. c. p. 423. 44. — Presso Pavia (S. Paolo, Torretta) in giugno. Alla Foresta in set- tembre. 70. R. spissirostris Fall. — Zett. 1. c. p. 390. 2. — Due (/a Mon- fiascone, presso Pavia, 11-12 aprile. 71. Empis lutea Meig. — Schin. 1 c. p. 107. — Comune a Mira- dolo in giugno. 72. E. pusio Egg. — Schin. 1. c. p. 106. — M. Cesarino, 29 maggio, un cf- 73. Hilara cingulata Dahlb. — Strobl, Verh. 1892, p. 159. 44. — Presso Pavia (Torretta, S. Paolo, Monfiascone, Valle S.) in maggio e giugno. 74. H. femorella Zett. — Strobl. 1. c p. 122. 14. Frequente presso Pavia (Monfiascone. Mezzanella, S. Lazzaro) in aprile. Ospitaletto, Carbonara pure in aprile. 75. H. tenella Fall — Strobl, 1. c. p. 176. 58. — Un ed una 5 a Torre d’ Isola, 28 maggio. 76. Ocydromìa glahricula Fall. — Schin. 1. c. p. 82. — Una dal corpo quasi interamente nero, al M. Cesarino, 29 maggio. 77. Clinocera hipunctata Hai. (subg. Kowarzia) — Macq. S. à Buff. II. p. 658. 1. — Due esemplari a Mombolone, in marzo e maggio. A Torre d’ Isola, in aprile e maggio, sei esemplari. Molto più rara della seguente. 78. C. stagnalis Hai. (subg. Eeleodromia). — Schin. 1. c. p. 84. — Frequente presso Pavia (Monfiascone, Francana, S. Laz- zaro, Valle S.) lungo i fossi che irrigano le marcite, dal marzo in avanti. Anche a Torre d’ Isola, in maggio. — 89 ~ 79. Hemerodromia unilineata Zett. 1. c. p. 263. 3. — Un presso S. Pietro, lungo la Vernavola, 25 maggio. 80. Lepidqmyia melano cephala, Fabr. — Zett. 1. c. p. 269. 1. — Presso Pavia (S. Paolo, Foresta, Valle S.) dalla fine di maggio a settembre: esemplari tutti della var. b. 81. Drapetis nigritella Zett. — Loew, N. Beitr. VI. p. 37. 3. (nervosa). — Presso Pavia, giugno 82. D. pusilla Lw. 1. c. p. 42. 9. — Villanova d’Ardenghi, giugno. 83. Elaphropeza ephippiata Fall. — Schin. 1. c. p. 95. — Fre- quente presso Pavia (Torretta, S. Paolo, Monfiascone, Mi- rabello) in giugno. Un esemplare raccolto a Valle S. 27 giugno, ha sul torace una sola linea nera mediana. 84. Tachydromia alhiseta Panz. — Meig. S. B. III. p. 73. 11. — Valle S., in agosto ; S. Giacomo della Cereda alla fine di maggio. 85. T. annulipes Meig. 1. c. p. 77. 21. — Biferisco a questa spe- cie alcuni esemplari, presi alla Torretta e a Torre d’ Isola da maggio a giugno, i quali presentano le antenne gialle non solo agli articoli basali, ma anche alla base del terzo articolo ; di più alle pleure, sopra le anche mediane, si trova una macchia nera lucente. 86. T. longicornis Meig. 1. c. p. 73. 12. — Mezzanella, Coalunga, S. Leonardo, in aprile. Torre d’ Isola in maggio. Dolichopodidae 87. Sciapus contristans Wied. — Schin. 1. c. p. 181. — Presso Pavia (Torretta, S. Lazzaro) in luglio. Valle S. 27 giugno. Coalunga 1 agosto. Torre d’ Isola 28 maggio. 88. Neurigona pallida Fall. — Schin. 1. c. p. 183. — A Torre d’ Isola un il 7, una $ il 21 maggio. 89. Dolichopus arhustorum Stann. — Schin. 1. c. p. 220. — Ai Molini, presso Zavattarello, un il 16 agosto. 90. D. excisus Lw. — Schin. 1. c. p. 215. — A Valle S. un (f il 27 aprile, un altro il 27 agosto. Chignolo (Casottina), 28 maggio. 91. D. latilimbatus Macq. — Schin. 1. c. p. 215. — Due presso Pavia (Bottino, Mezzanella) in settembre. 90 — 92. D. nubilus Meig. — Schin. 1. c. p. 215. — Presso Pavia (Rot- tine, Mezzanella), in settembre. Valle S., 27 aprile. 93. Hercostomus plagiatus Lw. N. Beitr. V. p. 16. — Valle S., 27 giugno, un Presso Chignolo (Casottina), 28 maggio, due (/. 94. Gymnopternus aerosus Fall. — Sebin. 1. c. p. 210. — Frequente nei boschi del Rottone e della Foresta, da maggio a set- tembre. Torre d’ Isola, maggio. 95. Chrysotus gramineus Fall. — Schin. 1. c. p. 186. — Frequente in giugno presso Pavia. 96. Asyndetus latifrons Lw. 1. c. p. 46. — Ne raccolsi tre presso Pavia ; Torretta 16 giugno. Valle S. 16 giugno, Bo- scone 13 luglio. 97. Diaphorus oculatus Fall. — Schin. 1. c. p. 187. — Torretta, S. Paolo, Mirabello, Valle S., Villanova d’Ardengbi, in giu- gno. Chignolo (Casottina), 14 maggio. 98. D. tripilus Lw. — Schin. 1. c. p. 187. — Presso Pavia (Tor- retta, S. Paolo) tre 28 maggio-12 luglio. Torre d’ Isola, 28 maggio, un altro (/. 99. Leucostola vestita Wied. — Schin. 1. c. p. 189. — Presso Chignolo (Casottina) 28 maggio, tre (^. 100. Syntormon pallipes Fabr. — Schin. 1. c. p. 192. — Un a Valle S., 4 maggio. — 91 — w MATERIALI PEE LO STUDIO DELLA FAUNA EEITREA RACCOLTI NBL 1901-03 dal Dr. A. ANDREINI tenente medico III. BUPRESTIOES PAK Ch. KERREMANS. 1. Sternocera castanea Oliv. Entom., t. 2 (1790), p. 25, pi. 2, f. 8 b. c. — Mai Mefales (Provincia del Dembelas); Chenafenà ; entre Sabderat et le fleuve Garadà. — La plupart des exemplaires ont le fond des fossettes ély- trales obscur de sorte que les ólytres sont moucbetés de noir. Un seni présente ime tache bumérale allongée et obscure de cbaque coté de Télytre. 2. Julodìs (Neojulodis) vittipennis Fabrs., Ins. Gafr.^ t. 1 (1851), p. 299, var. se mi impressa Fairm., « Ann. Soc. Ent. Belg., » t. 35 (1891), p. 279. — Environs de Chenafenà. 3. Acmaeodera subprasina Mars., « Ann. Soc. Ent. Fr. » (1867), p. 54. — Environs de Chenafenà. 4. Acmaeodera posticalis Cast, et Gory, Monogr., t. 1 (1835), p. 28, pi. 8, f. 47. — Maio. 5. Acmaeodera aequalis Obst, « Ann. Soc. Ent. Belg., » t. 47, (1903), p. 143. — Coatit. 92 — 6. Agelia Ragazzi! Gestro, « Ann. Mus. Stor. Nat. Genova », t. 35 (1895), p. 343. — Maio. L’exemplaire unique paraìt un peu différent du type de M. Gestro par l’allure de la tache jaune huméro-basilaire, qui est coupée nettement en angle droit à sa partie interne, mais il n’y a pas lieu de le sóparer de l’espèce à laquelle je le rattache et dont il a tous les autres caractères. 7. Psiloptera albicincta Eeiche, Voy Galin (1860), p. 282, pi. 17, f. 2. — Territoire d’Adi Ugri ; Conca di Behat ; Adigrat ; Environs d’Adi Caie ; Coatit (Acchelè Guzai). 8. Sphenoptera erytraeìna nov. sp. — Long. 11 ; larg. 3,5 millim. — Subovalaire, allongé, peu convexe, bronzò clair, légèrement pourpré en arrière ; antennes noires ; tarses bronzés. Tète assez large ; yeux peu saillants, ne dépassant pas les bords du pronotum ; front avec deux très vagues reliefs obliques ; surface couverte de points fìns et linéaires en avant, plus arrondis, plus épais et plus irrégulièrement espacés en arrière. Pronotum rógulièrement convexe, sans traces de sillon médian ; marge antérieure bisinuée avec le lobe médian subanguleux ; còtés assez rógulièrement mais faiblement arquós, à carène marginale entière, visible en dessus le long de sa moitié postórieure ; base bisinuée avec le lobe médian tronqué droit au dessus de l’écusson; surface à points fìns, inógaux et superfìciels sur le disque, plus denses et plus profonds sur les cotés. Ecusson plus large que long, la région antérieure transversale elliptique, le sommet acuminò. Elytres tridentés au sommet, la dent médiane large et obtuse, les deux latérales très petites, courtes mais aigués ; surface striée^ les stries à points sub- arrondis, très rógulièrement espacés ; les interstries fìne- ment pointillés. Prosternum large et pian, à fìne strie marginale entière, contournant le sommet. Pattes mèdio- — 93 — cres; tibias antérieurs faiblement arqués; les médians droits; Les postérieurs faiblement arqués en sens inverse relative- ment aux antérieurs ; tarses plus courts que les tibias. — Adi Caiè. 9 Sphenoptera azurescens nov. sp. — Long. 11-13 ; larg. 3-4,5 millim. — Subhexagonal, élargi à l’épaule, convexe en dessus, déclive en avant et en arrière ; dessus bleu d’acier à vagues reflets bronzés ou bronzé, mais alors à reflets bleus sur les élytres ; dessous bronzé à taches bleu d’acier variables ; antennes noires ; tarses bronzés. Tète assez étroite, vaguement déprimée en triangle au dessus de l’épistome; celui-ci étroitement écbancré en avant; surface couverte de points fìns et très espa(}és en arrière et un peu plus rapprochés en avant. Antennes assez lon- gues. Pronotum en trapèze, peu convexe, bisinué en avant avec le lobe médian peu avancé ; les cótès obliques, à peine arqués à carène marginale entière, non visible en dessus ; la base bisinuée avec le lobe médian largo et tronqué ; le disque uni, sans sillon médian ; surface cou- verte de points fìns, trans versalment linéaires^ très largo - ment et inégalement espacés. Ecusson largo, elliptique, pian, faiblement acuminé au sommet. Elytres à calus hu- méral saillant ; le sommet tridenté, les dents formant le prolongement des interstries costiformes, la médiane obtuse, plus rapprochée de Finterne que de Fexterne; surface cou- verte de stries régulières à points arrondis et assez rap- prochés ; les interstries sans points distincts, le 3®, le 5® et le 7® relevés en còtes au sommet. Prosternum déprimé longitudinalement, sans strie marginale. Pattes assez al- longées ; tibias antérieurs arqués ; médians faiblement ar- qués ; postérieurs droits ; tarses postérieurs aussi longs que les tibias, — Adi Caiè. — 94 — 10. Sphenoptera ugrìanà nov. sp. — Long. 11 ; larg. 3 millim. — Allongé, subparallèle, peu atténué en avant et en arrière ; tète et pronotum pourpré violacé, élytres bronzés teintés ca et là de pourpré et de bleu d’acier. Dessous bronzò, très légèrement cuivreux ; an- tennes noires ; tarses légèrement verdàtres. Tète assez large, mais les yeux non saillants en dehors; front inégal, longitudinalement sillonné au milieu, entre deux reliefs subtriangulaires limités eux mémes, sur leurs cotés extérieurs, par une dépression courbe ; antennes al- longées. Pronotum grand, presqu’ aussi long que large, à peine plus étroit en avant qu’ en arrière; marge antérieure bisinuée à lobe médian moins avancé que les angles anté- rieurs ; cotés presque droits à carène marginale courte et invisible en dessus ; base bisinuée avec le lobe médian peu avancé et ne dépassant pas les angles antérieurs ; ceux ci très abaissós. Ecusson transversai, uni, elliptique, lisse, faiblement acuminò en arrière. Elytres de la largeur du pronotum en avant, peu mais régulièrement atténués en arrière ; le sommet tridenté à dent médiane large, obtuse et plus rapprocbée de l’interne que de 1’ externe ; surface faiblement striée ; stries à points arrondis, superfìciels et rapprochés ; interstries unisérialement ponclués, mais ces points à peine perceptibles. Pronotum sillonné longitudi- nalement au milieu, le sillon vague et sensible vers le sommet ; tibias antérieurs plus fortement arqués que les médians, ceux ci un peu dilatés au coté interne sur leur moitié antérieure ; les postérieurs arqués en sens contraire ; tarses, au moins les postérieurs, presque aussi longs que les tibias. — Environs d’ Adi Ugri. 11. Sphenoptera caìeana nov. sp. — Long. 10,5 ; larg. 3 millim. — Subovalaire, allongé, peu convexe en des- sous et d’un beau bronzò brun, clair et brillant; dessous bronzò pourpré brillant; antennes et tarses obscurs. — 95 — Téte assez large, le« yeux non saillants en dehors ; front inógal avec deux reliefs obliques et irróguliers ; vertex vaguement sillonnó ; surface converte de points espacés sur le vertex et le front et très rapprocLés le long de 1’ épi- stome. Pronotnm assez convexe, plus large que long, plus étroit en avant qu’ en arrière ; marge antérieure bisinuée avec le lobe médian avancé et subanguleux ; les còtés arquós, leur plus grande largeur un peu après le milieu, presque droits et un peu rentrants ensuite, à carène mar- ginale entière et invisible en dessus ; le disque sans sillon; la surface converte de points superficiels et espacés au milieu, plus profonds et plus rapprocbós, sur les còtés. Ecusson large, subcordiforme, tronqué en avant. Elytres de la largeur du pronotum à la base, tridentés au sommet, la dent médiane large, obtuse et plus rapprochée de l’ in- terne que de l’externe ; surface converte de séries longitu- dinales espacées de points fìns, peu rapprochés ; les inter- stries discaux unis, les latéraux ca et là unisérialement ponctués. Prosternum silionné longitudinalement, sans strie marginale. Tibias antérieurs faiblement arqués ; les médians droits ; les postérieurs faiblement arqués en sens contraire et très peu dilatés sur la tranche interne de leur région antérieure ; tarses plus courts que les tibias. — Environs d’Adi Caiè. 12. Sphenoptera adiana nov. sp. — Long. 8 ; larg. 2 millim. — Etroit, allongé, subparallèle, peu convexe en dessus et d’un bronzé cuivreux plus clair sur le pronotum que sur les élytres ; épistome vert. Dessous cuivreux pourpré brillant ; antennes et tarses noirs. Téte assez large, les yeux non saillants en dehors ; front inégal avec une depréssion triangulaire au dessus de l’ épi- stome ; surface converte de points fìns et très denses en avant, rares et plus épais en arrière ; antennes courtes. Pronotum peu convexe, carré ; marge antérieure bisinuée — 96 — à lobe médian avancé en are ; les còtés droits, un peu rétrécis en avant, à carène marginale entière et invisible en dessus ; la base bisinuée avec le lobe médian tronquó et les angles postérieurs abaissés ; disque non sillonné au milieu ; surface fìnement pointillóe, un peu plus rugueuse sur les cotés et parsemée de points plus épais et plus denses sur les còtés qu’ au milieu. Ecusson subcordiforme, beaucoup plus large que long et tronqué en avant. Elytres parallèles, faiblement atténués en arrière ; le sommet fai- blement tridenté, la dent médiane large et obtuse, les la- térales très petites et subaigués ; la surface couverte de séries longitudinales de points linéaires ; les interstries unisérialement ponctués, mais les points très fìns, avec deux interstries relevés en còtes au sommet. Prosternum sillonné, sans strie marginale distincte ; fémurs antérieurs arqués ; les antérieurs à peine arqués ; les postérieurs pres- que droits, à peine arqués en sens contraire ; tarses plus courts que les tibias. — Environ d’Adi Caiè. 13. Sphenoptera Andreinii nov. sp. — Long. 12,5; larg. 4 millim. — Subhexagonal, élargi à l’ épaule, convexe en dessus, dèci l ve en avant et en arrière ; bronzé obscur, presque noir en dessus avec la téte un peu cuivreuse et le pronotum à reflets verts. Dessous bronzé avec l’abdomen varié de tacbes irrégulières et d’un bleu d’acier ; antennes et tarses noirs. Téte médiocre, sans sillon ni reliefs frontaux, mais avec une impression triangulaire au dessus de 1’ épistome ; an- tennes allongées. Pronotum en trapèze, plus large que haut ; marge antérieure faiblement bisinuée ; còtés près que droits à carène marginale sinueuse, invisible en dessus; disque aplani, sans sillon ; surface couverte de points iné- gaux, sublinéaires, un peu transversaux, un peu plus épais sur les còtés antérieurs où se remarquent quelques fìnes ridules sinueuses. Ecusson large, elliptique, faiblement — 97 — acuminé au sommet. Elytres élargis à l’ ópaule avec le calus humóral saillant ; le sommet tridenté, les dents pe- tites et aigués, la médiane large et plus rapprochée de Finterne que de Fexterne ; la surface couverte de stries ponctuées, les points subarrondis et rapprochós ; interstries unisórialemeut et fìnement poiictués, alternativement relevés au sommet. Prosternum large et pian, sans sillon ni strie marginale ; tibias antérieurs sensiblement, médians plus faiblement arqués, les postórieurs droits ; tarses aussi longs que les tjbias. — Environs d’Adi Ugri. 14. Sphenoptera plicata Kerrem., « Ann. Soc. Ent. Belg. », t. 42 (1898), p. 284. — Environs d’Adi Ugri et d’Adi Caiè. 15. Chaicogenia contempta Mann., « Bull. Soc. Nat. Moscou. » (1837), p. 84. — Maio. — Espèce signalée de l’Afrique méridionale. 16. Chaicogenia appendiculata Roth, « Wiegm. Arch. Naturg. », t. 1 (1851), p. 119. — Environs d’Adi Ugri et d'Adi Caiè, où il paraìt très abondant. 17. Chaicogenia azurea Kerrem., « Ann. Soc. Ent. Belg. », t. 43 (1899), p. 266. — Environs d’Adi Ugri et d’Adi Caiè. 18. Anthaxia Andreinii nov. sp. — Long. 6; larg. 1,5 millim. — Ovalaire, pian en dessus, atténué en arrière ; téte bronzò cuivreux clair et couverte d’uue pubescence blancbàtre penchée en avant ; pronotum et élytres bronzò obscur, à pubescence blancbàtre très courte et à peine visible. Dessous bronzò obscur ; rògion supò- rieur, visible en dessus, des segments abdominaux, cou- verte d’une pubescence blancbàtre tròs dense ; antennes et tarses noirs. Téte peu convexe ; front vaguement sillonnò ; surface couverte de points ocellòs très fìns et très rapprocbòs. Pro- 7 Anno XXX Vili. ^ 98 — notum grand, plus largo que long, aussi étroit en avant qu’ en arrière, sa plus grande largeur yers le milieu et dépassant sur les còtés celle des élytres ; la marge antó- rieure et la base tronquées ; les cotós faiblement et régu- lièrement arqués ; le disque avec une fossette transversale de cbaque coté, dans l’angle postérieur ; la surface couverte de points ocellés très réguliers et très rapprochés, un peu plus grands et plus nets que ceux de la téte. Ecusson petit, peùtagonal, un peu plus long que largo. Elytres de largeur du pronotum à la base, avec le lobo épipleural très accentuò, obliquement attónuées ensuite de facon à laisser à découvert, sur les còtés, la région latéro-dorsale des segments abdominaux ; la marge latérale finement re- bordée et noire ; la suture élevée et lisse ; la surface ré- gulièrement couverte de rugosités simulant de très petites écailles ; le sommet séparément arrendi et finement dentelé. Dessous moins rugueux en arrière que le dessus. — Ohena- fena et ses environs. 19. Chrysobothris abyssinica Fairm., « Ann. Soc. Ent. Fr. », t. 60 (1891), p. 243. — Adi Oaiè et ses environs. 20. Chrysobothris purpurescens nov). sp. — Long. 8; larg. 3,5 millim. — Ecourté, élargi au tiers postérieur; téte cuivreux bronzò obscur mais brillant ; pronotum bleu verdàtre à reflets pourprés sur les còtés et au milieu ; élytres bleus sur le disque et pourpré obscur sur le pourtour, ces nuances fondues l’une dans l’autre où elles se rejoignent. Dessous pourpré cuivreux obscur. Téte assez largo, sans que les yeux dépassent les còtés du pronotum ; carène frontale étroitement échancrée au milieu et surmontée d’ un sillcn arqué ; front couvert de ri- dules concentriques avec trois centres distincts ; vertex fi- nement sillonné. Pronotum plus largo que haut ; la marge I — 99 — antórieure bisinuóe avec un lobe médian subanguleux , les còtós droits et parallèles sur tout leur parcours et se ré- trécissant brusquement en arrière ; la base fortement bi- sinuée, les sinus anguleux; la surface couverte de fines ridules sinueuses et transversales. Ecusson très petit, trian- gulaire. Elytres plus larges que le pronotum à la base dont le lobe s’avance anguleusement dans une échancrure correspondante de la base du pronotum, obliquement élargis ensuite jusqu’au tiers postérieur où ils s’atténuent brusque- ment; la surface assez rugueuse, mais d’une facon excessi- vement rógulière et à points rapprochós entre des ridules sinueuses ; deux impressions à la base, de chaque coté, une large dépression latéro-médiane, peu profonde et une faible fossette un peu après le milieu, près de la suture, font paraìtre cette surface gondolée ; còtés postórieurs fi- nement dentelés ; suture élevée et lisse du tiers antérieur au sommet. Dessous couvert d’une pubescence grise; dent des fémurs antérieurs longue et aigué ; dernier segment abdominal carène au milieu avec une étroite échancrure terminale et anguleuse, — Arbaroba (Territoire d’ Asmara). 21. Chrysobothris dorsata Fabr., « Mant. Ins. » t. 1 (1787), p. 179. — Ohenafenà (Province de Seraè). 22. Melibaeus albopiiosus Kerrem., « Ann. Soc. Ent. Belg. », t. 43 (1899), p. 274. — Environs d’Adi Ugri. 23. Melibaeus elongatns nov. sp. — Long. 6,5; larg. 1,5 mill. — Etroit, allongé, cylindrique, subparallèle, at- ténué en avant et en arrière, entièrement vert terne et clair et couvert d’une pubescence courte et gris ar- genté. Téte peu convexe, finement granuleuse et couverte de points fins, denses et également espacés ; front étroitement sillonné, Pronotum convexe, presqu’aussi long que large ; la marge antérieure bisinuée avec un large lobe médian 100 — très avancé ; les cótés paraissant anguleux au milieu à cause de Tallure de la carène marginale qui est tranchante et très sinueuse ; la base bisinuée avec le lobe médian tronqué ; le disque caréné au milieu, la carène n’atteignant ni la base ni le sommet ; la surface rugueuse, semblable à celle de la téte, de mème que la ponctuation. Ecusson triangulaire. plus large que long. Elytres de la largeur du pronotum à la base, sinueux à bauteur des hanches posté- rieures, très peu élargis au tiers supérieur, atténués en- suite et séparément arrondis au sommet ; la surface entiè- rement couverte de fines rugosités simulant de très petites écailles et de points ocellés. Dessous moins rugueux que le dessus. — Énvirons d’Adi Ugri. 24. Pseudagrilus subfasciatus Kerrern., « Ann. Soc. Ent. Belg. », t. 42 (1898), p. 318. — Énvirons d’Adi Ugri et d’Adi Caiè. 25. Pseudagrilus granuiosus Roth, « Wiegm. Arch. Naturg. » (1851), p. 119. — Énvirons d’Adi Caiè et de Ghinda. 26. Polyonychus africanus nov. sp. — Long. 6; larg. 1,5 mill. — Allongó, pian en dessus, parallèle, atténué en avant et en arrière, très légèrement élargi au tiers postérieur, bronzò brillant en dessus, couvert de bandes sinueuses et pubescentes de blanc argentò sur la moi- tiò postòrieure des òlytres, ces bandes alternant avec des espaces couverts d’une courte pubescence d’ un noir veloutò. Dessous noir, couvert d’une courte pu- bescence grise. Téte bituberculòe en arrière, couverte en avant d’ une pubescence doròe ; front sillonnò. Pronotum convexe en avant et dòprimò en arrière et sur les còtòs ; la marge antòrieure bisinuòe avec un large lobe mèdian avancò ; les còtòs abaissòs et aplanis en avant, lògèrement ròlevòs un — 101 — peu avant l’angle postórieur ; la carène latérale tranchante; le disque élevé, prósentant quatre houppettes de polis ve- loutés et noirs ; la surface inégale, converte de rides si- nueuses et transversales d’où émerge une pubescence gris argentò alternant avec des polis d’ un nolr veloutó. Ecnsson médlocre, trlangulalre. Elytres plans sur le disque, avec de part et d’autre une vague còte longitudinale nalssant en dessous et en dedans du calus huméral et n’attelgnant pas le sommet ; celul-cl séparément arrendi et fìnement dentelé ; la surface converte de fines ridules transversales et de rugosité simulant des ócailles ; le dessin formò par deux bandes postmòdianes et très sinueuses, situòes après le milieu et une bande llexueuse pròapicale, formòes par une pubescence gris argentò, ces bandes placòes au milieu d’ une pubescence d’un veloutò noir. Dessous uniformòment noir à courte pubescence grise ; pattes bleuàtres ; menton- nière du prosternum courte ; prosternum anguleusement acuminòe à son sommet ; extròmitò du dernier segment ab- dominal tronquòe. — Environs d’Adi Ugri. Cette capture est excessivement intòressante en ce qu’elle signale la pròsence en Afrique d’un genre considòrò jus- qu’ici comme habitant exclusivement 1’ Inde Anglaise, d’où l’on connaissait quatre espèces. 27. Phiocteis quadricornis Fairm., « Rev. Entom. Caen » (1892), p. 100. — Environs d’Adi Ugri. 28. Kamosìa Andreiniì nov. sp. — Long. 7 ; larg. 2 mill. Oblong, cylindrique, convexe, les còtòs parallèles, atte- nuò en avant et en arrière, bronzò brillant en dessus et couvert d’ une pubescence grisàtre formant sur les òlytres des bandes transversales les divisant en zones alternativement plus ou moins pubescentes. Dessous plus cuivreux, couvert de la méme pubescence. Tòte rugueuse, vaguement tuberculòe entre un sillon frontal net et profond. Pronotum grand, inògal, convexe. ~ 102 — presqu’ aussi long que largo, un peu plus étroit en avant qu’en arriòre ; la marge antórieure bisinuóe avec un largo lobo médian très avancé ; los cotés faibloment arqués à ca- reno marginale tranchante et très sinueuse en avant de bangio postérieur ; la base bisinuée ; le disque saillant, la saillie limitóe de part et d’autre par un sillon forme par deux fossettes superposées ; la surface assez fortement ru- gueuse et chagrinóe, à points épais et rapprochós alternant avec des ridules sinueuses. Ecusson petit, triangulaire. Elytres lobés à l’épaule, sinueux à hauteur des hanches et séparément arrondis au sommet; celui-ci très fìnement den- telé ; la surface couverte de point aciculós formant de fìnes ócailles. Dessous moins rugueux que le dessus ; un sillon pour loger l’antenne de chaque còte, sous la marge late- rale du pronotum; mentonnière du prosternum divisóe en deux lobes arrondis ; pattes assez robustes. — Environs d’Adi Ugri. 29. Aphanisticus punctipennìs nov. sp. — Long. 2,3, larg. 0,7 millim. — Oblong ovale, assez eonvexe, en- tièrement noir et brillant. Téte étroite, eonvexe en arrière, étroitement sillonnée. Pronotum eonvexe, plus largo que haut et plus étroit en avant qu’en arrière ; la marge antórieure bisinuóe avec un lobo avancé et arqué et formant un largo bourrelet mar- ginai ; les cotés rógulièrement arqués et déclives, à carène marginale tranchante et formant gouttière ; le disque con- vexe ; les cotés et la base dóprimés avec un relief dans bangio postérieur ; la surface lisse, brillante et couverte de points fìns, largement et rógulièrement espacés. Ecus- son médiocre, triangulaire. Elytres convexes, allongés, si- nueux à hauteur des hanches postórieures, obliquement attónués jusqu’au sommet ; celui-ci obliquement tronqué de part et d’autre ; la région postérieure largement sillon- — 103 — née le long de la suture ; la surface couverte de sóries lon- gitudinales de points assez ópais. Dessous moins lisse et plus brillant que les élytres. — Environs d’Adi Ugri. 30. Trachys subnodosa nov. sp, — Long. 4,5 ; larg. 2,3 min. — Subpentagonal, convexe, déclive en avant, les élytres avec chacun deux reliefs arrondis à la base et avec le sommet relevé en bosse ; téte et pronotum bronzò cuivreux clairs et couverts d’une pubescence rousse mélée de poils argentés; élytres noirs avec des poils argentés épars et, vers le sommet, des agglomé- rés de poils roux sans allure distincte. Dessous noir, plus lisse que le dessus, à pubescence courte, rare et grisàtre. Téte fìnement pointillée, concave; front sillonnè; bords des yeux tranchants. Pronotum convexe, presque trois fois aussi large que haut ; la marge antérieure bisinuée avec un lobe médian avancé et subanguleux et les angles anté- rieurs avancés et aigus ; les còtés obliques et faiblement arqués; la surface inégale, a reliefs larges, irréguliers, mais peu saillants, couverte d’une ponctuation irrégulière, su- perfìcie!] e, entre des espaces très fìnement granuleux. Ecus- son très petit, triangulaire. Élytres bilobés à la base, obli- quement atténués jusqu’au sommet, celui-ci relevé en bosse et conjointement arrendi ; de chaque coté, le long de la base, deux reliefs arrondis dont les extérieurs constituent le calus huméral proprement dit, qui se prolonge suivant une très vague coté médiane cintrée vers la suture et qui devient plus nette et plus saillante au sommet ; la sur- face rugueuse, à points superfìciels et irréguliers entre des espaces fìnement granuleux mais sans allure déter- minée. Dessous fìnement pointillé. — Mai Darò (Territoire d'Adi Ugri). — 104 — 31. Trachys latìfrons nov. sp. — Long. 2 ; larg. 1,2 mill. Ovalaire, très convexe, d’un bronzò clair en dessus, oouverfc d’une pubescence rare, argentée et formant au sommet des élytres des bandes flexueuses très va- gues. Dessous obscur, légèrement bronzò. Tòte large òtroitement sillonnòe dans tonte sa longueur^ à ponctuation très fine. Pronotum deux fois et demie aussi large que long, rògulièrement convexe ; la marge antòrieure presque tronquòe droite, à peine òchancròe en are ; les cotòs obliquement attònuòs vers l’avant en ligne droite ; la base faiblement sinueuse de chaque còtò avec un large lobe mòdian avancò et arquò ; la surface converte de poils fìns, òpars et de points superficiels alternant avec des espaces finement granuleux. Ecusson très petit, triangulaire. Elytres, vus de profil, rògulièrement convexes de la base au sommet et formant avec le pronotum une courbe rògu- lière et continue ; le calus humòral assez saillant, allungò, òtroit et oblique, non prolungò en còte ; les cotòs rògu- lièrement arquòs de la base au sommet, celui*ci conjointe- ment arrendi; la surface finement granuleuse entre des espaces lisses et des points très òpars, disposòs sans ordre apparent. Dessous plus mat et plus finement ponctuò que le dessus. — Monts Dongollo. BILANCIO CONSUNTIVO della Società Entomologica italiana — Anno 1904. 105 12 55 06 1 1 1 73 • T-l . o -03 . O ^ • . ® -r-l ■ o ® ■ I • 2 • • o .2 • M N > • .rH ® S g-- m oQ ■ ® . ; g S.2 •2 ^ s a a PQ ’C w O QO tì •3 o ® •'H N • .r a CL rj &C M uj f-i iS 53 ^K) 22 o3 ns CC — O ® P- ;g ^ g;3 a Q oQ aH.2 „ O d cn ® „ a .rH a a OS ^ 2 o d -u a a- o M CQ M CC O O ro S-. cn • ph od Ptj c:! o c CD O au Q.i.i-1 ’— I 70 no ^ "O ^333 . O 03 a o S a o ® 03 a o ceco O (X) W Plj g 17^ IO co OH OH 13- IO lÒ 03 IO OH nH t- C- CP 1—1 tH aq ^ h4 *-(3 a 03 ©3 a 0 0 ' — ^ 0 •S -tó a ^ 03 <1Ph © M ® ^ 1 2 I S M © c.^ 3 3 ® © no nO © no AVVISO. E stato pubblicato per errore coll’ indicazione « Estratto dal Ballettino della Società Entomologica Italiana », Anno XXXVIII, trimestre III-IV un lavoro I del Prof. G. Del Guercio dal titolo : Sulla Sistematica e sulla Biologia dei Fillosserini. Questo lavoro non è comparso, nè comparirà nel « Ballettino » e deve con- siderarsi cpme una pubblicazione personale dell’autore. I II Presidente I Prof. E. H. Giglioli. ! ' .. DESGRIPTION DE DEEX DIAPRIIDES NOUVEAUX PAR l’abbé J. J. KIEFFER, doct. bs Sciences Galesus ang^ilatus n. sp. 5 . Noir ; mandibules, parfois rextrómité de la lamelle frontale, extrémité du scape, tibias sauf la partie renflée, et tarses roux. Téte, vue d’en haut, presque deux fois aussi longue que large, vue de coté à peine plus haute à la base qu’à l’extrémitó, avec une dent de chaque coté, à laquelle aboutit une aréte longìtudinaie située au-dessus des yeux; lamelle frontale entière, dépassant distinctement la téte vue d’en haut ; milieu de la face proéminent en carène obtuse depuis la lamelle frontale jusqu’à la bouche ; yeux lon- guement poilus. Tempes et propleures avec un feutrage d’un gris sombre; métapleures presque glabres. Scape non ridé, graduellement grossi jusqu’au milieu où il est courbé en angle; 2® article deux fois aussi long que gros, cylin- drique; 3® et 4® à peine plus longs que gros; obconiques; globuleux; 12® deux fois aussi long que le 11®; fla- gellum pas distinctement grossi. Mesonotum plus court que la téte; sillons parapsidaux profonds; fossettes du scutellum un peu obliques. Ailes hyalines, velues, ciliées, entières, non pliées. Tibias postérieurs aussi minces que les tarses jus- qu’au dela du milieu, puis subitement renflés. Pétiole un peu plus long que gros, glabre, brillant, avec trois arétes; 2® segment atteignant presque l’extrémité de l’abdomen, à sillon médian occupant au moins le tiers antérieur; les quatre segments suivants n’apparaissent quecommed’étroites Anno XXXVIII. 8 — 108 ~ bandes transversales. Taille: B-3,4 mm. — San Vito dei Normanni (Brindisi). Loxotropa crassiclava n. sjj. cf ? . Noir ; mandibules, antennes sauf la massue, écail- lettes, banches et pattes d’un roux jaune; antennes du male sauf les 3 premiers articles, et massue de la femelle d’ un brun noir. Tempes et propleures avec un épais feutrage gris, plus faible chez le male; métapleures et pétiole avec une pubescence grise. Scape de la femelle aussi long que les quatre articles suivants réunis, cylindrique; 2® article obconique, deux fois aussi long que gros; 3® de moitié plus long que gros; 3®-9® également gros, à peine plus minces que le 2®; 4®-9® globuleux; massue aussi longue que le reste du flagellum, trois fois aussi grosse que les articles prócédents, au moins deux fois aussi grosse que le scape, composée de trois articles dont les deux premiers sont aussi longs que gros, et le 3® ovoìdal. Antennes du male pubescentes, aussi longues que le corps; 3® article le plus mince, un peu plus court que le 2®; 4® aussi long que le 14®, découpé dans sa moitié basale, fortement grossi dans sa moitié terminale ; articles 5 à 13 subcylindriques, un peu plus longs que gros; 14® de moitié plus long que le 13®. Thorax au moins aussi large que la téte ou l’ab* domen. Scutellum peu convexe, avec une large fossette transversale à sa base ; segment médian avec la lamelle trian- gulaire ordinaire, angles postérieurs proéminents en dent. Ailes hya]ines, velues, ciliées; nervure marginale comme d’ordinaire; nervure basale droite, aboutissant un peu en deca de la marginale. Pétiole un peu plus long que gros; abdomen plus court que le thorax dans les deux sexes, dé- primé, presque ellipsoidal ; 2® segment atteignant presque l’extrémité. Taille ; 2,2 mm. — San Vito dei Normanni (Brindisi). 109 — GLI ARACNIDI DI CAVERNE ITALIANE Nota di AlfG-ELA GOZO dott. in Scienze Naturali Fra i rami di scienza, dei quali fa parte, occupa un po- sto molto importante la speleozoologia. Essa non vanta le sue origini che dal secolo XIX, benché i primi accenni siano comparsi nel MCL, allorché G. G. Trissino osservò che in fondo al covalo (grotta) di Costozza, dove c’è acqua purissima « non si trovano pesci di sorta ninna, ma alcuni gambaretti picciolini, simili a li gamberelli marini che si vendono in Venezia. » Nel 1768 il Laurenti citò per la prima volta di grotte il famoso Proteus, nella sua Synopsis reptilium emendata. Molti si occuparono poi e si occupano tuttavia della fauna, che vive nelle caverne, tanto dal punto di vista sistematico, che morfologico e fisiologico ; e numerose sono le pubblica- zioni in proposito. Delle più importanti è il libro di Ar- mand Virò: La faune souterraine., non solo perchè recente (1900) e accoglie quindi gli ultimi risultati delle ricerche, ma anche perchè si basa su esperienze fatte nel laboratorio, fondato da pochi anni nelle catacombe di Parigi per opera di lui e del prof. Milne Edwards. Qui, dice il Virè « dans un milieu parfaitement obscur, dans des conditions biolo- giques presque identiques à celles que Ton rencontre dans les cavernes naturelles, nous soumettons au régime de Tob- — ilo — scurité tonte une sèrie de types normaux, vivant d’habitude à Fair libre et nous suivons pas à pas la sèrie de leurs trans- formations. Gomme contre-partie nous èlèvons à la lumière des reprèsentants de la faune souterraine et nous notons leurs cbangements. » Fra i problemi, che riguardano la fauna sotterranea, comprendonsi : « l’origine vraie de cette faune, l’aptitude des espèces à la variation, les limites mémes de cette variation » e vengono studiate dal Yirè nel modo maggiormente adatto per la loro soluzione. Egli espone fatti e dà spiegazioni, che già da altri furono posti innanzi ; ma ha il merito di metterli fuori di dubbio sperimentalmente. Come risultato ultimo, egli afferma che le modificazioni degli animali cavernicoli derivano dalla mancanza di luce ; cioè che gli animali delle caverne non sono che. animali viventi alla luce, i quali, trascinati accidentalmente dal- l’esterno, o entrati volontariamente, per mezzo di aperture naturali, nelle caverne, qui subiscono una serie di modifi- cazioni, in rapporto alle nuove condizioni di esistenza, che si possono riassumere nella depigmentazione^ atrofia degli occhia ipertrofia degli altri organi di senso. Dalle sue espe- rienze il Virè trae inoltre anche il corollario veramente nuovo che, quando un animale è sottomesso al regime del- l’oscurità e i suoi organi si modificano, ciò avviene dalla prima generazione. Dico un fatto nuovo appunto perchè ci si era abituati a considerare il fenomeno come molto lento e che si compiesse in una serie di generazioni. Insieme con questa fauna, Virè mette alcuni tipi aberranti, come 8fe- romii., che non hanno simili nella fauna dei nostri continenti. Considerando le località, in cui furono presi questi animali (Ardèche, Costa d’Oro, Giura), egli osserva che sono situate alle antiche rive del golfo terziario del Rodano; perciò crede verosimile l’ipotesi che queste forme siano terziarie, che avrebbero vissuto nel golfo o nei fiumi, che mettevano foce ad esso, e si sarebbero conservate nel mezzo costante delle caverne, mentre scomparvero dappertutto altrove. Ili — La fauna sotterranea non sarebbe dunque altro che una miscela di forme attuali, adattatesi alle condizioni speciali di vita delle caverne, e di qualche relitto di fauna antica. Inoltre è necessario tener conto di moltissime specie, che sono poco o nulla modificate dalle condizioni peculiari di vita, e che generalmente aU’esterno dimorano in luoghi umidi e oscuri. Così la fauna delle caverne, inclusa anche quella parte che non ha assunto una nuova facies^ viene ad essere molto ricca, comprendendo membri di tutti i tipi, salvo gli echinodermi. Alcuni naturalisti cercarono di raggruppare in classi gli animali finora trovati in caverne. Schiodte per il primo ne stabili quattro : I. Schattentiere, cioè animali che vivono all’ entrata delle caverne e possono essere trchrati anche all’esterno in luoghi freschi e umidi; II. Dduernungstiere, animali che vivono in luce cre- puscolare, quindi più innanzi dei precedenti nelle profon- dità delle caverne; III. Hóhlentiere, animali di caverne che vivono nella completa oscurità e sono ciechi; IV. Tropsteintiere , forme speciali che si trovano solo nelle caverne stalattitiche. Lo Schiner, in Fauna der Adelsberg^ Lueger und Magda- lenen Grotte (1854), le ridusse a tre: I. costituita da specie, che si trovano nelle grotte, ma che si possono trovare anche fuori ; II. Troglofili^ che vivono entro le caverne in luoghi, in cui può ancora giungere la luce, ma si possono trovare, benché raramente, anche fuori; III. Troglohii^ che vivono essenzialmente in caverne e non si trovano fuori di esse, quindi che costituiscono pro- priamente la fauna cavernicola. Ad ogni modo, è assai difficile poter tracciare una linea netta di separazione tra le specie che vivono costantemente — 112 — nelle caverne, e quelle che ci entrano spesso o accidental- mente. Cosi affermano infatti, almeno per quanto riguarda gli artropodi, Bedel e Simon nella loro Liste generale des articulés cavernicoles de VEurope (1875). Il prof. Otto Hamann, nell’opera Europaische Hóhlenfauna (1896), premesse alcune notizie in generale sopra la fauna cavernicola, elenca poi tutte le specie finora scoperte in caverne d’ Europa, aggiungendo agli artropodi di Bedel e Simon quelle scoperte dal 1875 al ’96. La fauna delle caverne italiane è pure abbastanza ricca ; se non comprende alcun vertebrato, alcuni invertebrati hanno invece da noi numerosi rappresentanti, come gl’ in- setti e gli aracnidi. Da non molti anni infatti gli italiani coltivano questi studi, quantunque si potrebbe dire che furono i primissimi in Europa ad occuparsene. Fra i nostri ricercatori moderni sono da ricordare Mauro Rusconi, Achille Costa, Piccioli, Pavesi, Sella, Panzago, Gestro, Giovanni Canestrini, Arturo Issel, Della Torre ecc., senza dire di molti altri che perse- verano e sono diventati specialisti in questi studi. Una lista di tutte le specie trovate finora in caverne italiane, comprese quelle non prettamente cavernicole, fu tentata in giugno 1903 dal dott. Carlo Alzona, nella Ri- vista italiana di Speleologia^ da lui diretta; gli animali elencativi sono però stati studiati e descritti da molti separatamente per le varie classi o gruppi in opuscoli, ar- ticoli di giornali, riviste, bollettini, annali non sempre con- sultabili. Io quindi a mia volta, in attesa di più completo lavoro generale, per lo scopo del presente, traggo profitto, non solo della collezione riunita dal prof. Pietro Pavesi nello spazio di tanti anni, coll’aiuto di pazienti raccoglitori sparsi in tutta la regione italiana e da lui messa gentil- mente a mia disposizione per determinarla, ma delle indi- cazioni degli aracnidi finora trovati in caverne italiane, considerando anche le specie non cavernicole, cioè, oltre — IIB — i Troglohii di Schiner, i Troglofili e quelli che si trovano accidentalmente nelle caverne. La raccolta di materiale di caverne, come ognun sa, è molto difficile; può ascriversi dunque a fortuna il poterne avere in esame una come la mia, ricca, se non di specie, almeno di esemplari trovati in circa novanta caverne ita- liane. Per altro tutti sarebbero lieti di poter disporre di un numero cosi grande di opere aracnologiche come ne possiede il prof. Pavesi e di lavorare sotto la sua guida, essendo egli stato uno dei promotori e dei più valorosi cultori dell’aracnologia italiana, non solo, ma dei primi che si occuparono del particolare argomento tra noi. Nutro la speranza che il mio lavoro non sarà male ac- colto, specialmente come contribuzione ad un’opera com- pleta sulla fauna di caverne italiane, che non potrà tardare certo molto tempo ad apparire in Italia. Colgo infine l’occa- sione di testimoniare all’ illustre prof. Pavesi la gratitudine di scolara affezionata e riverente, per la fiducia dimostra- tami nell’affidarmi la detta raccolta e per i consigli, che egli mi porse. Dal Grabinetto zoologico della B,. Università di Pavia Maggio, 1907 — 114 — Ord. ARANEAE Fam. EPEIEIDAE 1. Epeira diademata (Clerck) 1757 sub Araneus Sv. Spindl.^ p. 25, tav. 4. Località ' — Veneto : Covolo della Guerra (colli Berici) J racc. Dott. Carlo Alzona ! (1). Distribuzione geografica — In tutta Europa, ma non è specie cavernicola. 2. E. alsine (Walck.) 1802 sub Aranea. Fn. par.^ part. 2^, p. 193, n. 10. Loc. — Canton Ticino : Grotta la Boggia (Men- drisiotto, sopra Méride) racc. prof. Pavesi ^ Distr. geogr. — Boemia, Francia, Svizzera. Note — Il prof. Pavesi cosi ne parla nelle sue Note ara- neologiche 1875, p. 27 : « Di questa specie, rarissima ovunque, presi due esemplari adulti d’ambo i sessi dopo la pubbli- cazione del mio lavoro; il all’entrata della grotta La Boggia di Méride, la $ alla Crocetta di Duno sopra Bosco Luganese, alt. circa 800 m., settembre ». 3. Meta Merianae (Scop.) 1757 sub Aranea. Entom, carn., p. 395. Loc. — Liguria: Gr. di Montesorolo (Finalma- rina) J racc. prof. A. Issel 1884! Gr. di Verzi (Li- guria occ.) 5 juv. racc. Solari e Bensa, agosto 1897! C. Ticino : Gr. la Boggia Pavesi 1872. G r . del Mago id. Gr. del Tanone (sopra le cantine di (1) Il segno ! significa ohe Fesenaplare è stato veduto e determinato da me. — 115 — Mendrisio) Ghidini 12-XII-901 (in Boll. Soc. ticin.., se. nat., Ili, n. unico, p. 14) Gr. Tre Buchi (più, in alto del Tanone) Ghidini ibid. Gr. dell’Alabastro (sopra Eovio) 2 cT ^ott. Cari, in Revue Suisse Zool. t. 14, 1906. Lombaedia : Gr. di Ponte Nivo (Val Travaglia) racc. prof. Rina Monti, 24-IX-97 ! Veneto: Covolo del- la Guerra racc. Alzona ! Covolo del Tesoro (colli Bericij cit. da Alzona. Covolo delle Tette (colli Borici) id. Feiuli: Gr. des Aganis (Prestento) 2 c? racc. prof. Telimi, febbraio! Gr. di Montenais (Gemona) 2 racc. Tellini, novembre! Emilia: Buco del- l’Acqua fredda (presso Bologna) cit. da Alzona. G r . delle Fate (sul monte Adone, presso Bologna), id. G r . di Parneto (Bologna), id. Gr. di Gaibola (Bolo- gna) id. Gr. di Labbante (presso Vergato, Bologna), id. Lazio : Gr. di S. Carlo (antica cava di pietre a 3 Km. da Roma, fuori porta Portese) 2 cf racc. Vinci- guerra, 26-VI-97 ! Saedegna: Gr. dell’Inferno (Scala di Giocca, presso Sassari) $ racc. A. Dodero, I4-IV-902 ! Galleria delle Miniere di Rosas $ racc. Cappa, aprile 98! Distr. geogr. — E una specie non cavernicola, ma sem- plicemente lucifuga e di luoghi umidi, che vive in tutta Europa. 4. M. Menardi (Latr.) 1804 sub Epeira. Gen. crust. et ins.^ n. 12. Loc. — Ligueia: Tana Bertrand (presso Badalucco, prov. di Porto Maurizio) 2 racc. Dodero, settembre 91 ! Gr. di Pesio (Alpi Marittime) c? racc. prof. Fiori, 16 luglio ! G r . Serra (Capranna) 2 racc. Dodero, settembre 91! Piemonte: Gr. Ciotta Rund (sul monte Fenera) 2 (f racc. Calderini, autunno 97! Lombaedia: Gr. del- l'Alabastro (Como, Valganna) $ racc. R. Monti 28-IX- 97! Gr. di Levrange (Brescia, Val Sabbia) $ racc. — 116 — dott. Eugenio Bettoni! G-r. di S. Martino (Como, Val Cuvia sopra Vergobbio) 5 racc. R. Monti, 28-IX-97! Per- tugio della Volpe (Como, sopra Moltrasio) 5 racc. ing. Poppino Besana, settembre 97 ! Veneto : G r . del C a m e r ò n (Vicentino, presso Cereda) cit. da Ramiro Fa- biani in Riv, it. Speleol. 77, 1904. Covolo della Gruer- r a 5 racc. Alzona ! Buco della Rana (Vicentino, tra monte Malo e Priabona) cit. da R. Fabiani. 0 o - volo del Tesoro, cit. da Alzona. Covolo delle Tette id. Friuli: G-r. des Aganis 2 l'acc. Telimi, febbraio 98! G r , di S. G i o v a n n i d ’ A n t r o (S. Pie- tro al Natisone) 2 racc. Tellini, febbraio 98! Emilia: Bu- co dell’Acqua fredda, cit. da Alzona. G r . delle Fate a M. Adone, id. Gr. di Farneto,id. Gr. Gaibola, id. Gr. del Labbante, id. Calabria: Gr . della Lamia (presso Bagaladi) 2 racc. Cavanna! Sar- degna : Galleria delle miniere di Rosas 2 racc. Cappa, febbraio 98 ! Canton Ticino : Gr. dell’A- labastro i cit. da Cari. Gr. Fornett (presso Rancate, nel Mendrisiotto) 2 racc. Pavesi, 21-IX-75! Gr. La Roggia racc. Pavesi! e Ghidini 12-XII-901. Gr. del Tanone id. Galleria di S. Martino (del primo tracciato abbandonato della ferr. del Gottardo) Ghi- dini, 2-XI*901. Gr. del Mago (presso Rancate) racc. Pavesi ! Gr. del Tesoro (sul monte S. Salvatore) 2 cf cit. da Cari e Ghidini id. Distr. geogr. — Come la Merianae non è specie caverni- cola, e vive in tutta Europa; Simon la cita in grotte del- l’Ariège e di Tessalia. I — 117 — Fam. THERIDIDAE 5. Taranucnus Sordellii (Pavesi) 1875 sub Linyphia. Note araneologiche in Atti Soc. ital. se. nat. voi. XVIII, p. 263. Loc. — Canton Ticino : Cantine di Capolago $ racc. Pavesi, 8-VIII*78 ! Cantine di Mendrisio Jc/" 6 Grr. La Poggia ^ racc. Pavesi. Note — Il prof. Pavesi la considera specie cavernicola « perchè presenta la riduzione degli occhi mediani anteriori caratteristica delle specie esclusivamente cavernicole finora descritte da Simon e L. Koch, trovate nelle grotte dell’A- riège, delle Basse Alpi, di Muggendorf, ecc. >> Ad ogni modo è cavicola, di grotte naturali trasformate in cantine. 6. T. Ghidiniì, Cari 1906. Beitrag zur Hohlenfauna der In- suhr. region, in Revue suiss. zooL, tom. 14, p. 601. Loc. — Lombardia : Caverna presso le Tre Cro- cette (Varese). Note — Specie recentissimamente scoperta e descritta dal dott. Cari, che legasi alla sardoa, da me descritta qui sotto. 7. Leptyphantes tenebricola (Wider) 1834 sub Linyphia, in Heuss, Zool. Mise. Arachn.^ I, p. 260, tav. XVIII, fig. 2. Loc. — Canton Ticino : G-alleria di S. Martino cit. Pavesi Ragni Cant. Tic. 1873, p. 73. Distr. geogr. — Europa sett., Francia, Corsica, Italia. 8. L. sardoa, sp. nov. Dimensioni — 5 mm. 5,5. Cefalotorace testaceo. Occhi : linea anteriore procurva, mediani conniventi e assai piccoli, linea posteriore retta, mediani più grandi, con intervallo un po’ minore del — 118 loro diametro, più vicini ai laterali che tra loro; i laterali delle due serie, conniventi, guardano lateralmente. Clipeo più largo deU’area oculare, un po’ concavo sotto agli occhi, trasparente da lasciar scorgere la base delle mandibole. Mandibole più lunghe del clipeo, un po’ divergenti, di co- lore giallastro con uncino scuro. Sterno cuoriforme, gri- giastro. Palpi testacei, come il cefalotorace, ma un po’ più scuri ; femore sottile e inerme, patella con 1 spina, ti- bia che si ingrossa verso l’estremità con 2 o 3 spine; tarso assottigliato con molte spine. Zampe 1, 2, 4, 3, dello stesso colore dei palpi, più chiaro; il femore del primo paio è più robusto degli altri e presenta 1 spina alla faccia interna; gli altri femori inermi; tibia con 3 o 4 spine; metatarso con 1 ; tarso inerme. Addome uniformemente bianco testaceo, un po’ più scuro vicino alle filiere. Filiere di color giallo chiaro. Epigina costituita di un tubercolo giallo rossiccio molto sporgente, stretto alla base, ma allar- gantesi all’estremità; questa è curvata verso la faccia in- feriore dell’addome e presenta un margine molto concavo nella parte centrale ; ai due lati una lamella scura ; presso il margine posteriore del tubercolo e sotto di esso un un- cino lungo, sporgente al di là del tubercolo, ingrossato alla estremità. Il Taranucnus Ghidinii è affine a questa specie, anche nel- l’epigina; ma il disegno, che ne dà l’autore, è molto diverso da quello che osservo, perciò ho creduto di poter distin- guere specificamente la mia da quella del Cari. Una diffe- renza, che appare subito anche ad un’ispezione superficiale, sta nel margine del tubercolo sporgente, nel mio esemplare rientrante alla parte centrale, nell’esemplare del Cari invece — 119 — sporgente a formare quasi una punta. Inoltre soltanto il primo femore delle zampe è armato di 1 spina, mentre nella specie del Cari tutti i femori presentano spine. Infine la mia sardoa è sicuramente una Leptyphantes, secondo la de- scrizione del Simon, perchè presenta esattamente i caratteri del genere. Loc. — Saedegna : G-r. de su Marmori (Ulassai) racc. Dodero, 24-V-901 ! 9. Porrhomma pedemontanum, sp. nov. Dim. 2 cefalotorace mm. 1, addome 1,5 circa, zampe I, 6, II, 6.5, III, 5, IV, 6.5. Cefalotorace più lungo che largo, va innalzandosi dal- r indietro alPavanti: la parte cefalica è elevata e anche rotondata ; le strie non molto visibili, ad eccezione delle due ultime che, partendo dalla fovea, situata molto poste- riormente, si allontanano una dall’altra a V con l’apertura posteriore, più scuro sopra il fondo giallognolo di tutto il cefalotorace; sulla linea mediana di questo una serie di 2 o 3 peli neri, dalla quale partono nel terzo anteriore due serie di peluzzi neri, di cui ciascuno va agli occhi laterali posteriori; alcuni peli neri anche dietro alla serie poste- riore degli occhi. Nella parte più elevata del cefalotorace sono gli occhi, in due serie, piccoli; la serie anteriore è molto procurva, gli occhi mediani vicinissimi, quasi conniventi, assai lontani dai laterali e più piccoli, di questi; la serie posteriore è leggermente procurva, gli occhi mediani sono distanti tra loro più del doppio del loro diametro, un po’ meno che dai laterali, mediani e laterali ugualmente grossi; gli occhi laterali delle due serie sono molto vicini ed ugualmente grossi; gli occhi mediani delle due serie formano un trapezio tanto largo come lungo, ma assai ristretto anteriormente. Clipeo più grande dell’ area oculare, con margine anteriore diritto, trasparente in modo da lasciar chiaramente vedere la base — 120 — delle mandibole, ben delimitata dal margine filettato di giallo rossiccio scuro, sulla quale sembra quasi un velo. Mandibole più lunghe del clipeo, anche senza tener conto della base che traspare da esso ; alla base più grosse dei femori, assottigliate all’estremità, dove divergono; sulla faccia anteriore ed interna presentano alcuni peli neri e tra questi ne spiccano due lunghi, impiantati appena sotto al margine del clipeo, che si dirigono in avanti conver- gendo, sino a toccarsi; uncino lungo, robusto alla base, attenuato e curvo all’estremità ; il solco che riceve l’uncino presenta nel margine anteriore 3 denti. Mascelle triango- lari, filettate di nero. Labbro breve e piccolo, giallastro, con margine bruno-rossiccio. Sterno cuoriforme, provvisto di peli neri, lunghi e sottili. Palpi lunghi, pelosi; femore inerme ; patella con 1 spina nera e lunga, diretta in avanti ; spine negli altri articoli. Zampe lunghe e sottili, provviste di peli lunghi e fini e di spine. Al I femore 2 spine, una alla faccia superiore, 1’ altra all’ interna ; II e III 1 spina alla faccia superiore, lY inerme; tutte le patelle sono armate di 1 spina, molte spine le tibie, 2 o 3 i me- tatarsi, e nessuna il tarso. Tutte le parti descritte sono di un colore testaceo pallido ; mandibole, unghia, estre- mità dei palpi più scure e rossiccie; mascelle rossiccie alla periferia e filettate di nero; labbro biancastro, filettato di rossiccio. In alcuni esemplari la colorazione è pallidis- sima, di un bianco sporco, solo un po’ più scuro nelle parti sopra citate. Addome ovato, attenuato nella parte po- steriore, bianco cinereo, coperto di peli neri; ventre di egual colore. Filiere dello stesso colore dell’addome, ma un po’ ros- sicce. Epigina^ vista di fronte, è un tubercolo grosso, giallo rossiccio, coperto di peluzzi neri, ristretto verso la metà, poi allargantesi ancora a forma di cuore ; nella prima metà più larga che nella seconda cuoriforme, e presenta a cia- scun lato una lamella rossiccia; la parte cuoriforme del tubercolo, di colore più chiaro, si curva indietro e in alto. — 121 — verso la faccia inferiore dell’ addome ; sotto al tubercolo un uncino sporgente come una piccola punta. Di profilo l’epigina ha l’aspetto di una gobba sporgentissima e pelosa, in cui non si distinguono le parti sopra dette, solo è evidente nella massa giallastra il puntino rossiccio della lamella -laterale. Loc. — Piemonte :Gr. di Bosséa (Mondovì^ molti esemplari J juv. e ad. racc. Dodero, 15-IX-905!; racc. Gestro, 15.IX-905 ! 10. P. Proserpina (Simon) 1873 sub Linyphia. in Ann. Soc. Ent. de France, p. 475, tav. XVI, fìg. 6-7. Loc. — Ligukia :Gr. di Cassana 2, racc. Caselli, 1898! Distr. geogr. — Gr. di Pienfourcand e di Neuf-Fonds (Ariège), Cueva de Orobe (Spagna, presso Alsasua). Note — Trovata finora solamente in grotte, nuova per r Italia. L’ esemplare da me esaminato è un giovane, ma ne credo giusta la determinazione. 11. P. errans (Blachwall) 1841 sub Neriene. The diff. in thè numb. of eyes, p. 643. Loc. — Oanton Ticino : Caverna in vai Tazzino (presso Lugano) cit. da Cari. 12. P. Thorelli, 0. Herm. fide Ghidini. Loc. — Cant. Ticino : Val Tazzino, IX, 1906. Del genere Porrhomma ho veduti molti altri esemplari giovani e guasti, trovati nelle grotte dei Colombi (isola — 122 — Palmaria, presso Spezia) e del Groppetto (sul monte Penna, nell’Appennino ligure) da Caselli, i primi nell’aprile 1898 e da Dodero i secondi nell’ agosto 1896. Di essi, pur rico- noscendo con certezza il genere, non mi è stato possibile determinare la specie, nemmeno con approssimazione. 13. Nesticus cellulanus (Clerck) 1757 sub Araneus. Ar. suec. p. 62, n. 9, tav. 4, fig. 12. Loc. — > Liguria: Tana Balòu (territorio di Iso verde) 5 racc. Barberi, 7-IV-89!; $ racc. Barberi, 17-VI-89! ; 5 racc. Barberi, 21-IV-90! ; racc. Borgioli, 14-IX- 90!; 5 racc. Dodero, 22-VI-91! ; ^ racc. Dodero, 26- 11-97 ! ; 2 racc. Fiori, 5 agosto ! Gr. della Baty- s c i a (sul monte Gazzo, presso Sestri Ponente) rf rac- colta Mantero, 24-XI-900 ! Gr. dei Colombi, $ racc. Caselli, agosto 98! Gr. Drago (terr. di Iso- verde) 2 racc. Barberi, 10-11-88! ; 2 racc. Dodero, 25- 11-97 ! ; 2 racc. Dodero, 14-VI-98 ! Gr. Dragonara (Genova) 2 racc. Barberi, lO-XI-88! , 2 racc. Dodero, 25- Y-97! Tana del Pico (Ceriale) 2 cf racc. Vacca! Gr. Gazzo (sul monte Gazzo) 2 c? racc. Vacca 25-VII-88 ; 2 2 racc. Barberi, 7-IX-89! e l-X-91. Gr. della Gia- c b e i r a (presso Pigna) 2 racc. G. B. Spagnuolo, settem- bre 82. Bocca Lupara (presso Spezia) 2 racc. Ge- stro, 12-11-96 ! ; 2 racc. Caselli, gennaio 98 ! G r . Mar- tin (presso Finalborgo 2 cT racc. Dodero, marzo 91 ! G r . di Monte Penna 2 racc. Dodero, agosto 97. Per- tugio Pozz’acqua (Genova, su Monte Pasce) 2 racc. Dodero, 16-11-97! Grotte di Spezia racc. Caselli, 98! Gr. di Verzi (Liguria occid.) 2 racc. Vacca, 18-VII-91!; 2 0^ racc. Dodero, 16-IV-97!; 2 racc. Dodero, aprile 901!; 2 racc. Fiori, 21 agosto! Piemonte: Borna de la Paia (Aosta) 2 racc. B. Monti, 28- IX-905. Lombardia : Gr. della Camarà (Pavia, presso Casteggio) 2 racc. Pavesi, 6- VI*87! Gr. di Ponte Nivo 2 — 123 — racc. E.. Monti, agosto e settembre 97! Caverna di S. Martino, racc. R. Monti, 28-IX-97 ! G-rotte al Molino (Osteno) Ghidini, VI-1901. Veneto : G r . del C a m e r o n , cit. da Ramiro Fabiani. Covolo della Guerra, racc. Alzona ! Buco della Rana, cit. dal Fabiani. Covolo del Tesoro, 2cf racc. Alzona ! Covolo delle Tette, 2^ racc. Alzona ! Friuli : Cavità del Monte Roba (presso S. Pietro al Na- tisone) 2 racc. Telimi, ottobre ! Emilia : trovata dal dott. Alzona in tutte le caverne del Bolognese; nella mia raccolta ho pure esemplari di due caverne bolognesi, del Buco dell’Acqua Fredda 2* ® della G r . delle Fate, 2 racc. Alzona ! ; 2 racc. Fiori, l-V-97 !, e di una caverna della provincia di Reggio, G r . delle Fate (sul monte Creto, nel Frignano) 2 racc. Mantero, ll-YI-99 ! Umbria : Gr. di Cesi (Terni) 2 aprile 92 ! Gr. Marmore (Terni) 2 aprile 92 ! Lazio : G r . di San Carlo, 2cr racc. dott. D. Vinciguerra, 26-VI-97. Calabria : Gr. sotto Palizzi (Reggio) 2 racc. Ca- vanna, 77 ! Canton Ticino : Gr. dell’Alabastro (so- pra Rovio) 2 racc. Pavesi ! Cantine di Capolago, racc. Pavesi! Gr. Fornett, 2 racc. Pavesi, settem- bre 75! e Ghidini, 12-XII-1901. Gr. del Mago, racc. Pavesi! e Ghid. id., Gr. Tanone, Ghid. id., G r . Tre Buchi Ghid. id. Distr. geogr. — Gr. Baume Granet (presso Roquefort) 2 racc. Dodero, 18-II-903! Gr. des Pénitents Blancs (Vence) 2 racc. Dodero, 18-11-903 ! Vive in ogni parte d’ Europa ed è stata trovata in tutte le grotte finora esplorate ; in Italia fu segnalata la prima volta dal prof. Pavesi per la Bocca Lupara, come si legge negli Ann. Mus. Civ. Genova^ IV, 1873, p. 349, in una nota. ^ote — Non è una specie cavernicola, ma abita in ge- nerale i luoghi umidi ed oscuri. Nella raccolta da me esa- minata questa specie è la maggiormente rappresentata , 9 Anno XXXYIII. — 124 gli esemplari sono variabilissimi per il colore; questo in- fatti è assai chiaro in alcuni esemplari, che hanno inoltre un addome privo del disegno caratteristico, in modo che la specie, per quanto riguarda la colorazione, è distingui- bile dal N. eremita solo per gli anelli scuri alle zampe ; in altri esemplari il disegno dell’addome e gli anelli alle zampe sono invece spiccatissimi; gli occhi sempre bene sviluppati in tutti gli esemplari. 14. N. eremita, Simon 1879, in Bull. Soc. Zool. de France^ p. 258 e Arach. Frane.., V, p. 48. Loc. — Liouria : Gir. della Batyscia, 5 l’acc. Gestro e Mantero, 24-11-900 ! Cav. di Coregna (pres- so Spezia) 5 c? racc. Caselli, 11-11-90 ! Gr. Fabiano (Spezia) 5 l’acc. Fodero 11-11-96! Tana del Fico, 2 racc. Vacca ! Gr. del Gazzo, $ racc. Barberi, 25-VII-88!; ? racc. Barberi, 18-Y.89 ! Gr. Giachei- ^ ^ 1 S cT racc. Pigna, 19 agosto ! ; racc. Spagnuolo, set- tembre 82 ! ; 2 racc. Dodero, 27-IV-97 ! Gr. Madonna dell’Arma (presso Badalucco) 2 racc. Dodero, 13-11-96 1 Gr. di Pigna (Porto Maurizio) 2 racc. Spagnuolo, settembre 82! Gr. di Pollerà (pressò Finalborgo) 2 c/” racc. Barberi, 30-V-89 ! Gr. di S. Antonino (vicino alla gr. di Pollerà) 2 ? 4-III-98 ! Gr. Spadoni, 2 racc. Caselli, 98! Gr. di Verzi, 2 racc. Vacca, luglio 91!; ^ racc. Dodero, 16-IV-97!; ^ racc. Solari, 16-VI-97!; 2 racc. Gestro, 58-IV-97! ; 2 racc. Solari e Bensa, agosto 97!; 2 racc. Dodero, aprile 901!; 2 racc. Fiori, 21 agosto ! Lombardia :Gr. di Osteno (tra Lu- gano e Porlezza) cit. dal Cari. Gr. di S. Martino, 2 racc. Penna, 20-X-94! ; 2 cT racc. B. Monti, 28-IX-97 ! Caverna delle Tre Crocette sul Campo de’ Fiori (a nord di Varese) cit. dal Cari. Canton Ticino : G r . del Tesoro (sul monte S. Salvatore), cit. dal Cari. Distr. geogr. — Questa specie fino al 1885 non era co- — 125 — nosciuta che in Francia, alla grotta des Fades du Midi, presso Hyères, dove fu scoperta dal Simon; questi la rin- venne poi anche nella grotta Kokraino Yracho sul monte Ossa in Tessalia. 15. N. speluncarum, Pavs. 1873. Sopra una n. sp. di ragni^ in Ann. Mus. civ. Genova, lY, p. 344. Log. — LiauRiA : Gr. del Cantiere (sul monte Fasce) 5 racc. Mantero, 9-Y-97! Gr. dei Colombi, 5 racc. Caselli, aprile 98! Gr. di Fabiano,^ racc. "Wiedersheim, aprile 75!; 5 racc. Dodero,agosto 91! Gr. delle Fate, $ Barberi, 4-YIII-89 ! Bocca Lupara (Spezia), racc. march. Giacomo Boria, 1872 (descr. Pavesi); 2 racc. Caselli, gennaio 98! Gr. di Pigna, 2 racc. Spagnuolo-Issel, dicembre 82 ! G r . S u j a (sul monte Fa- sce) 2 racc. Barberi, 27-Y-88! ; 2 racc. Barberi, 4-YI-88!; 2 racc. Barberi, 18.IY-86!, 27-IY-89! e 17-YIII-90!; 2cf racc. Fodero, 15-III-96! ; id. 14-11-97!; 2c? racc. Man- iero, 18-XII-98 ! Toscana : Tana a Termini (presso Bagni di Lucca) 2 racc. Fodero, agosto 91 ! Distr. geogr. — Questa specie è esclusiva d’Italia. Simon, nell’opera : Arachnides de France^ la ritiene « étrangère à la France » ; anche l’ Hamann nell’ Europdische Hòhlen- fauna la indica solo della Bocca Lupara. Note — Tutti gli esemplari, abbastanza numerosi, della raccolta in esame, sono senoculati, ad eccezione di una fem- mina trovata nella grotta dei Colombi (racc. Caselli). Inoltre, in un esemplare pure di questa grotta, 2 senoculata, i due occhi mediani superiori sono quasi nulli; questo corrispon- derebbe dunque all’esemplare della grotta di Fabiano de- scritto dal prof. Pavesi in Considerazioni sopra nuoxn casi di cecità parziale negli Aracnidi (1881) p. 5, nota 2. — 126 — Fam. SCYTODIDAE 16. Pholcus opilionoides (Schr.) 1783 sub Aranea. Enum. Ins. Austr. p. 530. Loc. — Liguria: G-r. della Batyscia, $ racc. G-estro, 24-11-900 ! Sardegna : G-r. di Laconi (Ca- gliari) 5 racc. Dodero, 27-V-902 ! Canton Ticino : Gr r . del Mago, racc. Pavesi ! Distr. geogr. — Vive in tutta Europa. Note — Si trova assai spesso nelle grotte, benché non cavernicola; sta abitualmente sotto le pietre o nei buchi dei muri. 17. P. phalangioides (Fuessl.) 1775 sub Aranea. Verz. Schioeitz. Ins., p. 61. Loc. — Liguria : Gr. delle Arene Candide (Finalese) $ racc. cap. E. d’ Albertis, giugno 75! Nelle grotte del Veneto e dell’ Emilia la cita il dott. Alzona. Friuli : G-r. di S. Giovanni d’Antro, 5 racc. Tellini, dicembre ! e id. febbraio ! Sardegna : Grotte di Cagliari,? racc. dott. Paolo Magretti ! Galle- ria delle miniere di Rosas, ?(/' racc. Cappa, aprile 98 ! Canton Ticino : Galleria di S. Mar- tino, Ghidini, 2-XI-1901 ; Gr. del Tanone e Tre Buchi id. 12-XII-901. Distr. geogr. — Specie europea non cavernicola; manca però in Norvegia, Lapponia, Finlandia^ Russia Baltica, Prussia. Nel nord d’Europa fu trovata solo qua e là; fuori d’ Europa vive in Algeria, Egitto, Indie Orientali, Isola di S. Elena, Canada. Fam. AGIALENIDAE 18. Amaurobius ferox (Walck.) 1830 sub Clubiona. Hist. nat. Ins., I, p. 606, n. 17. Loc. — Il dott. Alzona la cita nel Veneto : G r . delle Mura (colli Berici). Canton Ticino : Cantine di Oa- p o 1 a g o , racc. Pavesi ! Distr. geogr. — Vive in molte grotte dei Pirenei, in Francia, in Germania. Dello stesso genere Amaurobius vidi molti esemplari, che non ho potuto ben determinare, perchè troppo giovani o guasti; furono trovati nelle seguenti grotte : Liguria: Gr. Martin, 5 racc. Dodero, marzo 91! Gr. di Monte- sor o 1 o , $ racc. Issel, 84! Gr. della Taraguina (territorio di Balestrina) § racc. Vacca, giugno 98! Veneto: Covolo della Guerra, ? racc. Alzona ! Umbria : Grotte di Cesi, $ marzo 92 ! 19. Tegenaria domestica (Clerck) 1785 sub Aranea. Sv. Spindl., p. 76, pi. 2, tav. 9, fig. 1. Loc, — Veneto : Covolo della Guerra,^ racc. Alzona ! Distr. geogr. — Specie non cavernicola, dell’Europa set- tentrionale e centrale. 20. T. parietina (Foucr.) 1785, sub Aranea. Entom. Paris. Loc. — Canton Ticino : Gr. del Mago, cit. Ghi- dini, 12-X1I-1906; Gr. del Tesoro, id. lO-XI-1901. Distr. geogr. — Inghilterra, Francia, Italia, Grecia; Pa- lestina, Algeria. — 128 — 21. T. pagana, G. Koch 1841. Die Arachn^ Vili, p. 31, fìg. 612-13. Loc. — G-r. del Tesoro, oit. Ghidini, lO-XI-1901. Distr. geogr. — Grecia. 22. T. agrestis, Walch. 1802. Fn. franq. Aran,, p. 222, tav. 8, fìg. 3 (campestris C. Koch). Loc. — Lombardia : Buco del Piombo (Brianza, sopra Erba) 2 i^acc. dott. Ramazzotti, 14-IX-97! Piemonte: Gr. Ciotta Rund, 2 racc. Calderini, autunno 97 ! Friuli : Cavità del monte Roba, ottobre ! Sar- degna : Galleria delle miniere di Rosas, 2 racc. Cappa, aprile 98 ! Distr. geogr. — Comune assai in Europa. Note — Vive solitamente nei boschi, tra le radici degli alberi; non deve far maraviglia la presenza di questa spe- cie nelle grotte citate, perchè queste non sono vere grotte, ma piuttosto larghe cavità, con grandi aperture, che pos- sono quindi facilmente ospitare specie viventi generalmente air aperto. 23. T. Bremii, Pavs. 1875. Note aran. in Atti Soc. Ital. se. nat. XVIII, p. 269. Loc. — Canton Ticino : Gr. dell’Alabastro so- pra Rovio, racc. Pavesi, agosto! Ho molti altri esemplari guasti del genere Tegenaria, indeterminabili e provenienti dalle seguenti grotte: Friuli: Gr. di S. Giovanni d’ Antro, 2 racc. Teliini, febbraio! Sardegna: Gr. dell’Inferno, 2 racc. Do- dero, 14-IV-902! 129 — Fam. DYSDERIDAE 24. Leptoneta convexa, Simon 1872. Notice compì. Arachn. cavern. et hypogés in Ann. Soc. Ent. de France, tom. II, p. 479. Log. — Liguria : Gr. delle Arene Candide, 5 racc. Solari, 26-YIII-97 ! Gr. dello Scopeto (presso Albenga), racc. Dodero, 23-IV-901 ! G r . V e r - zi Pietra,? racc. Vacca, luglio 91! Distr. geogr. — E citata dal Simon nella grotta di Peyrot presso Prat (Ariège). E specie cavernicola, nuova per l’I- talia. Il prof. Pavesi, come appare da alcuni suoi appunti manoscritti, che mise pure gentilmente a mia disposizione, l’ha avuta anche di grotte del Piemonte (racc. Fiori). Ordé CKERNETES 25. Obisium muscorum, Leach 1817. Zool. Misceli.^ Ili, p. 51. Log. — Liguria : Gr. Cassana, racc. Fiori, agosto 1902 ! Distr. geogr. — Non cavernicola. Vive in tutta Italia, nella Francia meridionale, Olanda, Svizzera, Austria, Al- geria. 26. 0. Abeillei (Simon) 1872 sub Biothrus. Notice sur les Arachn. cavern. et hypog.^ in Ann. Soc. Ent. de France, ser. V, tom. II, p. 224, tav. XII, f. 10. Loc. — Liguria: Gr. Cassana, racc. Fiori. 15- Vili* 1902! Distr. geogr. — Gr. d’ Estellas (Ariège). — 130 — Note — Per quanto è a mia conoscenza, questa specie è stata trovata finora solamente nell’Ariège; è quindi nuova per V Italia. 27. 0. iubricum (L. Kocfi) 1873 sub Roncus. Darsi. Eur. Chernet.., 44. Log. — Ligueia : G r . B a 1 ò u , racc. Dodero, febbraio (cit. da Simon in Studio sui Chernetes italiani^ Ann. Mus. civ. Genova, ser. 2^, XXXIX, 28-V-98, p. 20). G r . di C a s s a n a , racc. Fiori, 15-VIII-902 ! G r . dei Co- lombi, racc. Solari, aprile (Simon, op. cit.). G r . di V e r z i , racc. Fiori, 21-YIII-902 ! Veneto : G r . del 0 a m e r o n (cit. da Ramiro Fabiani). Saedegna : G r . dell’Inferno (a Scala di Giocca, presso Sassari) racc. G. Boria 1899 ! Distr. geogr. • — Vive in Italia, Francia, Austria, Algeria, Marocco. Note — Non è cavernicola; l’esemplare citato da Simon nella grotta Balòu aveva occhi ridotti, i miei hanno pure occhi difficilmente visibili. 28. 0. cavernarum, L. Koch 1873. Darst. Eur. Chernet. p. 56. Log. — Ligueia : Gr. di S. Lucia (presso Toirano) racc. Vacca 1881 (det. Pavesi). Distr. geogr. — Ariège, Ardèche, Bassi Pirenei. 29. 0. lucifugum, Simon 1879 Araohn. de Franoe, p. 66. Log. — Ligueia :Gr. di Verzi Pietra, racc. Do- dero, aprile 98. Distr. geogr. — Fu trovata anche in Piemonte a Coazze da Dodero nell’agosto 98 e nella grotta d’ Espanon, presso Hyères. — 131 — 30. 0. Torrei (Simon) 1880 sub Blothrus. Descript, de deiix esp. d^Ooisium^ in Ann. Mus. civ. Genova, XVI, p. 299. hoc. — Veneto : Gr. d’Oliero (presso Bassano), race. C. della Torre, settembre 79. 31. 0. Stussineri (Simon) 1880 sub Biothrus, ibid. Loc. — Ligukia : G r . L u b e a (presso Toirano) race. Vacca. Gr. di Verzi Pietra, racc. Dodero e So- lari, aprile; racc. Vacca, luglio ; racc. Dodero, maggio 1900. — var. tenuimanus, Simon. Loc. — Ligukia : Gr. di Oassana, Gr. Lupara, e Gr. sup. di Monte Ceppo, racc. Dodero, feb- braio. Distr. geogr. — Fu trovata in Carniola dal dott. Stus- siner e precisamente nella grotta Jama pod Smarno goro presso Lubiana; riveduta anche in altre località, sul monte Pasce (Liguria) in maggio e a Fontanigorda (Pavia). 32. 0. antrorum, Simon 1896. Chernet. de Ligurie in Ann. Mus. Civ. Genova, XXXVI, p. 374. Loc. — Ligueia : Gr. di Gassana, racc. Dodero. Gr. della Madonna (presso Bardinetto) racc. Dodero, Gestro, Vacca, aprile e maggio. Tana dello Scopeto, racc. Dodero e Solari, aprile e nuovamente Dodero in maggio 900. 33. 0. itaiicum, Simon 1896. Chern. de Lig. ibid. Loc. — Liguria : G r . L u b e a , racc. Vacca, gennaio. Gr. di Pollerà, racc. Dodero, aprile. G r . della Madonna, racc. Dodero Gr. della Taraguina, racc. Vacca 98. 132 — 34. Chthonius Rayi, L. Koch 1873. Darsi. Eur. Chernet..^ p. 48. Log. — Ligueia : Gr. sup. di monte Ceppo, racc. Dodero, febbraio (cit. da Simon in cit. Studio sui Chernetes italiani^ p. 20). Gr. dello Spadoni, racc. Caselli, 98 ! Distr. geogr. — Vive in tutta Italia, Tirolo, Svizzera, Boemia, Olanda, Francia, Inghilterra. Note — Specie molto comune, che vive sotto le pietre, i detriti, non cavernicola, benché si trovi comunemente nelle caverne e nelle cantine. 35. Ch. tenuis, L. Koch 1873. Ibid., p. 51. Log. — Liguria : Gr. Lupara, racc. Caselli 99. Distr. geogr. — Vive nel Trentino, in Piemonte, altre località della Liguria, Corsica, Francia, Boemia. 36. Ch. microphthalmus, Simon 1879. Araohn. de Franoe, VII, p. 75. Log. — Liguria : Tana Balòu, racc. Dodero, giugno 98. Gr. di Cassana, racc. Caselli, primavera 98 ! Gr. del Drago, racc. Dodero. Gr. Dragonara, racc. Barberi. G r . G a z z o , racc. Barberi, luglio. G r . della Madonna dell’Arma, racc. Dodero, aprile. Delle grotte nominate fu citata dal Simon in Ann. Mus. civ. Genova, XXXVI, p. 375 e XXXIV, p. 23. Nella rac- colta in esame ne ho un solo esemplare. Distr. geogr. — In Francia, dipartimento Tarn e Garonne, nelle gr. di Bruniquel e du Capucins presso Saint Antonin; nel dipartimento Tarn alla gr. di Penne. Note — Il Simon dice (1. cit. voi. XXXVI) che gli indi- vidui trovati in Italia differiscono da quelli delle Cevenne per le dimensioni maggiori. — 133 — 37. Ch. Gestro!, Simon 1896. Chernet. de Ligurie in Ann. Mus. civ. Genova, voi. XXXVI p. 375. Loc. — Liouria : Gr. delle Arene Candide, racc. Solari, agosto. Gr. Lupara, racc. Gestro, feb- braio. Gr. Pollerà, racc. Dodero e Gestro, febbraio. Gr. di Suja, racc. Dodero, febbraio. G r . dello Scopeto, racc. Dodero, maggio 900. G r . di V e r - zi Pietra, racc. Gestro e Dodero, aprile ; racc. Dodero, maggio (cit. da Simon). Veneto : Covolo di Costoz- z a , racc. Alzona (Piv. speleol. it. anno T, fase. I, p. 14) ; racc. Canova, aprile 900 (cit. da Simon in op. cit., voi. XL, p. 593). Note — È specie cavernicola che, come dice Simon, presenta affinità col Ch. cephaiotes. Il Simon indica un nuovo Chthonlus nella gr. di Magnano in Garfagnana, riservandosi di determinarlo con certezza quando se ne avranno più esemplari (Cfr. R. Gestro, Una gita in Garfagnana^ Ann. Mus. civ. Genova, serie 3^, voi. XLIII, p. 168). Ord^ OFILIONES 38. Scotolemon Leprieuri, Lucas 1860. Not. sur le Se. Lepr. n. esp. d'Araehn. trach. qui hah. la grotte de VOurs en Lombardie in Ann. Soc. Ent. de Franco, ser. 3, Vili, part. 2, p. 973. Loc. — Lombardia: Buco dell’Orso (Como, sopra L aglio). Note — Questa specie cavernicola, finora esclusiva d’ I- talia, fu scoperta da Leprieur, farmacista militare dell’ar- — 134 — mata francese (1859), insieme con 1’ Adelops Doriae Fairm. Nella stessa località la trovò più tardi anche il dott. Gestro. 39. Se. Queriihaci, Lucas 1864. Ann. Soc. Ent. de France, Bull. XLIII. Loc. — Ligueia : Gr. sul monte Penna, racc. Fodero, agosto ! Gr. di Val di Pesio, racc. Fo- dero, agosto 92 ! Distr. geogr. — Vive in Francia, dentro le grotte del dipartimento Tarn e dei Pirenei. Note — Nuovo per V Italia. 40. Se. Doriae, Pavs. 1878. uAracn. Miriap. delVAgro Romano^ per Pavesi e Pirotta, in Ann. Mus. civ. Genova, XII, p. 565. Loc. — Liguria : Boccadasse, racc. Gestro, 20-11-93 ! Distr. geogr. — Fu descritta dal prof. Pavesi su due esemplari 2» scoperti dalla marchesa Laura Foria-Fu- razzo in aprile 1878 sotto un sasso a Monte Cavo, presso Bocca di Papa, fra i laghi di Albano e di Nemi. Note — Ho riferito il mio esemplare 2 al Se. Doriae per- chè, oltre il resto, esso presenta il trocantere IV munito al lato interno di un processo speciale descritto e figurato' dal prof. Pavesi, che crede sia un carattere sessuale secondario della femmina. Ad onta che il Simon opini, senza dimo- strarlo, che quel processo abbia nessuna importanza e non basti per caratterizzare una specie, io lo ritengo notevol- mente significativo, non condiviso con alcun’altra, tanto più che lo conferma l’esemplare di Boccadasse, il quale coincide col tipo del Pavesi. 41. Liobunum rotundum (Latr.) 1798 sub Phalangìum, in Bull. Soc. philom. I, p. 113. Loc. — Piemonte , Gr. Ciotta Bund del monte 135 — Fenera, racc. Calderini, autunno 97 ! Lombardia : Buco del Piombo, racc. Ramazzotti, 14-IX-97 ! Pertugio della Volpe, racc. ing. G. Besana, settembre 97 ! Distr. geogr. — E comune in tutta Europa; vive anche in Algeria e nelle Canarie. Note — Non cavernicolo, la sua presenza in grotte è accidentale o temporanea, specialmente quando si pensi che le tre grotte citate sono piuttosto cavità spaziose con larga apertura e quindi abbastanza illuminate. 42. L. limbatum, L. Koch 1861, in Corr. Blatt. zur Regensb. 9, p. 140. Log. — Veneto : Oovolo della Guerra, racc. Ai- zona ! Oanton Ticino : Gr. dell'Alabastro cit. da Cari; Gr. del Mago, Ghidini 12-XTI-901. Distr. geogr. — Non cavernicolo, vive in molte località d’Italia, in Savoia, nel Vallese. 43. L. rupestre (Herbst) 1799 sub Opilio. Ungejl. Insekt.^ Ili, p. 4, tav. VII, fig. 1. Log. — Calabria : Valletta della grotta del- la M e 1 i a (det. prof. Elvezio Cantoni, Chernet. e Opil. di Calabria in Boll. Soc. entom. ital. XIV, 1882). Distr. geogr. — Non cavernicolo, abbastanza raro nell’Eu- ropa centrale. 44. L. Doriae, Canestr. 1872. Gli Opilion. italiani in Ann. Soc. nat. Modena, VI, p. 6; Ann. Mus. civ. Geno- va, II, p. 16, tav. II, fìg. 2. Log. — Calabria : Vailetta della gr. della M e 1 i a (det. E. Cantoni). Distr. geogr. — Non cavernicolo, vive in Italia, Spagna, Francia, Isola Galita, Tunisia, Algeria. — 136 — 45. Dasylobus Nicaeensis (Thor.) 1876 sub Phalangium, in Ann. Mus. civ. Genova, Vili, 481. Loc. — Calabria : Valletta della gr. della M e 1 i a (det. E. Cantoni). Distr. geogr. — Non cavernicolo, è di regione mediter- ranea: Italia, Francia, Spagna. 46. ischyropsalis luteipes, Simon 1872. Not. compì. Arachn. cav. hyp. in Ann. Soc. Ent. de France, ser. V, tom. II, tab. 16, p. 484. Loc. — Piemonte : Gr. del Pozzo (sul monte Pe- nerà) racc. Calderini, autunno 97! Calabria : Bocca del- la gr. della Melia (det. E. Cantoni). Canton Ti- cino : Gr. del Mago, racc. Pavesi ! Distr. geogr. — Simon la trovò nell’Ariège e nei Pirenei in caverne solamente, in Alvernia sotto i muschi tappez- zanti le pareti rocciose di un torrente incassato. Anche in Calabria dal dott. Cantoni fu segnalata fuori dalle grotte, presso il cimitero di Bagnar a. Note — Il prof. Pavesi ritenne l’esemplare della grotta del Mago, sopra citato, che è ancora in questa raccolta, una manicata; nelle sue Note araneologiche infatti a p. 32, nota, egli dice: « Il Simon non iscrive nella Liste gene- « rale des Articulés de VEurope par M. M. L. Bedel e E. « Simon (in Gervais, Journal de Zool. IV, 1875) fra gli « opilionidi cavernicoli PI. manicata L. Koch di Transil- « vania, che mette soltanto in nota a p. 18, perchè l’autore « non dà alcun dettaglio nei costumi. Io l’ ho ritrovata « nel Canton Ticino e precisamente all’entrata della grotta « del Mago presso Rancate, sotto le pietre umide. » L’esemplare ha i palpi non interamente neri (che è il carattere della manicata, secondo L. Koch in Beitrag zur Kentniss der Arachn. fauna Tirols 1869, p. 164), ma come quelli di luteipes. — 137 — 47. I. dispar Simon 1872. Notes sur les Arachn, cav. et hy, pogés^ in Ann. Soc. Ent. de France, ser. V, tom. Ili, p. 227, tav. XII e XVI. Log. — Calabria : G-r. della Lamia e Bocca della gr. della Melia (det. E. Cantoni). Distr. geogr. — Non venne trovata che in Biscaglia dal Simon e in Italia nelle grotte citate. Note — Il Cantoni non è sicuro della sua determina- zione, perchè non vide che femmine e in esse manca il carattere del adulto, rilevato dal Simon, di presentare 40 articoli al tarso II. 48. i. dentipalpis, Canestr. 1872. Ann. Mus. civ. Geno- va, II, p. 9. Log. — Piemonte. Borna de la Giace (valle d’Ao- sta, sopra Chabaudey) racc. B. Monti, ll-IX-901 (det. Pavesi in Esquisse d’une Faune Valdotaine, Milano 1904, p. 63). Distr. geogr. — Specie non cavernicola, scoperta da A. Grecco a Gressoney, nell’agosto 71 e descritta dal Cane- strini. Simon, per un supposto, dice che : « habite proba- blement aussi la vallee de la Vispe et les autres vallées parallèles. » Il fatto è che fu constatata solamente della valle d’Aosta. Il genere Ischyropsalis è citato da Ramiro Fabiani {Contr. alla GonosG. della fauna delle grotte del Vieentino in Riv. Spel. II, 1904) anche pel Buco del Soglio (presso Monte Malo), ma senza alcuna indicazione specifica. 49. Nemastoma argenteo-lunulatum, Simon 1879. Araehn. de Franee^ VII, p. 283. Log. — Calabria : Piani e valletta della grot- ta della Melia (det. E. Cantoni). Distr. geogr. — Non cavernicolo, trovato dal Simon in Italia e in Corsica. — 138 - 50. N. chrysomelas (Hermann) 1804 sub Phalangium. Mém, apt.^ p. 108, tav. Vili, fig. 3. Loc. — Veneto : Cava presso Covolo del Te- soro, racc. Alzona (det. Pavesi). Distr. geogr. — Specie non cavernicola, scoperta in Italia dal Pavesi sul monte S. Salvatore (Lugano) e dal marchese Doria sul colle Pinter (Aosta) a 2780 m. Vive anche in Francia, Germania, Tirolo, Svizzera, Inghilterra. 51. Amopaum Soerenseni (Thor.) 1876 sub Dicranociasma, in Ann. Mus. civ. Genova, Vili, p. 505. Loc. — Calabria : Imboccatura della gr. del- la M e 1 i a (det. E. Cantoni). Distr. geogr. — Non cavernicolo, vive in Liguria, Ca- labria, Corsica, sotto le grosse pietre, all’umido. 52. Dicranociasma latifrons, Simon 1879. Arachn. de Fradice, VII, p. 205. Loc. — Liguria : Gr. di Spezia, racc. Caselli, 98 ! Dfstr. geogr. — Non cavernicolo, trovato dal Simon in Corsica, ad Ajaccio. 53. Trogulus aquaticus, Simon 1879. Arachn. de France, VII, p. 306. Loc. — Liguria: Gr. Spadoni, racc. Caselli, 98! Distr. geogr. — Non cavernicolo, scoperto in Corsica e ritrovato a Jerez in Ispagna dallo stesso Simon. Ord. ACARINA 54. Ixodes exagonus Leach 1815. A tub. ofthe ext. char. offour class, of anim. in Linn. Soc. Transact. XI p. 397. Loc. — Lazio : Gr. di S. Carlo (Roma), racc Vinciguerra, 26-VI-97 ! ^ — 139 — Distr. geogr. — Vive in tutta Europa. Note — Si trova sui cani da caccia e anche sul mon- tone, bue, sulla lepre, sul riccio, qualchevolta anche sul- l’uomo. E strana quindi la sua presenza in una grotta e non si può spiegarla che supponendolo ospitato anche dai pipistrelli, o più verisimilmente accidentale. 56. Haemalastor gracilipes, Frauenf. 1854, in Verhandlun- gen k. k. Zool. Bot. Vereins Wien lY, p. 23, fi- gure 4 e 5. Log. — Ligueia: Grr. delle Fate, racc. Barberi, 4-YIII-89 ! Gr. Gazzo,(^ racc. Barberi, 18-V-89 ! G r . Pollerà, racc. Solari, 12-IY-97 ! Gr. Verzi, 5 racc. Dodero, aprile 901 ! Piemonte : Gr. dei Bandi- t i (vai di Gesso, Cuneo) ! racc. Oav. Bandi di Selve, marzo 55 (det. Pavesi). Distr. geogr. . — Fu trovata in grotte di Francia, Pirenei, Spagna, Camicia, Moravia, Giura, Franconia, Algeria, Ame- rica. Note — Abita le grotte e vive sui Rhinolophus ferrum- equinum., euryale^ hippocrepis., clwosus. Anno XXXVIII. 10 - 140 F. Silvestri DESCRIZIONE DI UNA NUOVA SPECIE DI MA.FtGA.FtOi:>JES AVENTE LA PRIMA FORMA LARVALE BIPEDA Oggetto di mie speciali ricerche è da tempo la fauna sot- terranea, della quale ho potuto raccogliere rappresentanti di vari ordini di Artropodi, che di mano in mano illustrerò. In questa nota descrivo una specie di Margarodes^ che io ritengo nuova oltre che per altri caratteri, anche per avere una prima forma larvale, che non è stata finora attribuita ad alcuna altra specie di Margarodes^ come del resto a nes- sun’altra cocciniglia e a nessun altro insetto. Margarodes mediterraneus sp. n. Femmina adulta. Corpo (Fig. 1) di color paglierino o cremeo, a con- torno ovale col dorso leggermente convesso e col ventre pianeggiante. Antenne e zampe ben sviluppate. Apertura boccale e resto dell’apparecchio succhiatore nulli. Tegu- mento ricco d.i ghiandole ceripare e peli nelle più svariate parti del corpo. ) — 141 — Capo. E al dorso ben sviluppato e provvisto di sbocchi ghiandolari sparsi e di setole pure sparse posteriormente, numerose anteriormente, mentre al ventre è poco distinta- Eig. 1. — Femmina adulta: A dal dorso, B dal ventre. mente separato dal protorace e fornito di corte setole ab- bastanza numerose. Lateralmente è arrotondato. Le antenne (Fig. 2), sono composte di 7 articoli, che vanno assottigliandosi leggermente dalla base all’apice. Il primo è un poco più lungo degli altri, il 2°, i 3® e 4° sono fra di loro quasi uguali, il 6° più corto del 5® e l’ultimo è obpiriforme e più \jj4^ lungo del penultimo. Le setole e i sensilli sono disposti come mostra la figura 2. Torace. Questo al dorso è poco esteso : il ^ ' I pronoto è più piccolo del metanoto, che è quasi uguale al 1® segmento addominale. tù La parte dorsale del torace è fornita di po- ^ \ chi e corti peli sparsi e di sbocchi ghiande- / / 1 lari circolari sparsi. La parte ventrale di esso ha su ciascun segmento 1-2 serie trasversali di setole corte e sul metasterno anche una serie posteriore di setole corte e spiniformi, che alle volte possono mancare. Addome. Gli scudi dorsali sono forniti di sbocchi ghiando- lari sparsi e di pochi e corti peli pure sparsi. Il settimo uro- — 142 — tergile nella sua regione mediana sporge un poco in dietro a forma di paletta semicircolare fornita lungo il margine di molte spinette corte e robuste. Anche V8^ urotergite ha la regione mediana posteriore sporgente in dietro, un poco più del 7®, ma per un’estensione trans versale minore, e ar- mata al margine di spinette. Ciascun segmento addominale 1-8 sporge lateralmente nella parte posteriore sotto forma di grosso tubercolo a cono tronco, armato di spinette corte, grosse, acute o spunte. Crii urosterniti 1-6 sono forniti di corte setole disposte in 2-3 serie, di una serie marginale posteriore di spinette, che sono un poco più sviluppate sugli urosterniti 6-7 e di- vise in tre regioni : una mediana e due laterali minori, nonché di pochi sbocchi ghiandolari situati specialmente nella parte anteriore laterale di ciascun sternite. Il 7° urosternite è fornito di buon numero di sbocchi ghiandolari, di alcune setole corte ai lati e di 3-4 spinette. L’S'’ è pure fornito di alcuni sbocchi ghiandolari e di setole. Zampe. Le zampe del 1° paio (Fig. 3) sono mol- to più grosse delle altre e cogli articoli fra di loro in parte fusi, restando, sembra, una vera arti- colazione tra il femore e il resto della zampa che corrisponde alla tibia- tarso'pretarso. Ad una cortissima anca fusa col femore segue questo che è l’articolo più lungo e più grosso ed è fornito nella parte inferiore di alcune se- tole brevi, nella superiore di poche setole cortissime e di due brevi. La tibia, il tarso e il pretarso non sono fra di — 143 loro articolati e formano la parte distale della zampa che termina con un’unghia molto robusta. Sulla parte corrispon- dente alla tibia, come su quella del tarso e sulla base del pretarso si trovano alcune brevi setole. Le zampe del 2° (Fig. 4) e 3® paio sono fra di loro quasi uguali e costituite dal solito numero di articoli fra di loro ben distinti e forniti di setole come si vede nella figura 5. Il pre- tarso è formato da un’ unghia semplice, un poco più lunga del tarso, attenuata e al- quanto arcuata. Numero degli stig- mi. Questa specie ha otto stigmi per lato, dei quali il primo ed il secondo situati ri- spettivamente ai lati del 1® e 2° paio di zampe, gli altri 6 sui primi 6 segmenti addominali; il primo di essi, al lato ventrale, gli altri 6 affatto laterali. Dimensioni. Lunghezza del corpo mm. 3,5, larghezza dello stesso 2,5. Lunghezza delle antenne 0,60. Habitat. Nei campi presso Bevagna, sotto terra, sulle ra- dici di gramigna. La femmina adulta fu da me raccolta in numero di pochi esemplari ai primi di Settembre del 1906 insieme a uova e prima forma larvale della stessa specie. Un’altra femmina fu pure da me raccolta a Cerignola nel Febbraio 1904. Uovo. La deposizione delle uova di questa specie di Margaro- des^ secondo le osservazioni da me fatte nel 1906 a Beva- — 144 — gna, ha luogo in fine Agosto e in Settembre nella cisti stessa in cui si trova racchiusa la femmina. Questa a deposizione compiuta diventa cortissima essendo in gran parte i suoi segmenti rientrati gli uni negli altri. L’uovo è allungato, subcilindrico con un polo legger- mente più ingrossato dell’ altro, e misura in lunghezza mm. 0,7, in larghezza 0,18. ' Prima forma larvale. Il 4 Settembre in alcune cisti di questo Margarodes tro- vai la femmina adulta morta e un gran numero di larve neonate, che qui appresso descrivo. Corpo (Fig. 5), allungato, circa quat- tro volte più lungo che largo, subci- lindrico essendo un poco assottigliato solo anteriormente. Sfornito di peli o setole e composto di un capo poco distinto dal torace e portante due corte antenne, di tre segmenti tora- cici, dei quali il primo soltanto fornito di zampe, e di 10 segmenti addomi- nali, dei quali il nono e più ancora il decimo molto ridotti. Capo (Fig. 6). È piccolo', semiellit- tico e appena distinto al dorso dal torace per mezzo di un leggero solco, ha le antenne e manca di occhi e di apertura boccale. Le antenne (Fig. 7) sono brevissime misurando in lun- ghezza mm. 0,05, davate e composte di 3 articoli. Il primo articolo è breve, tozzo, nudo, il secondo è più corto e al- quanto più sottile del primo, il terzo è più lungo del primo e del secondo presi insieme ed è fornito di setole e sen- silli di forma e disposizione come mostra la figura 7. Dell’apparecchio boccale si vedono per trasparenza le se- A dal dorso, B dal ventre. — 145 — tole del rostro caratteristiche delle cocciniglie situate colla base nel metatorace. Tali setole giungono posteriormente Fig, 6. — Capo e primi due segmenti del torace di larva neonata: A dal dorso, B dal ventre. nel sesto segmento addominale per ripiegarsi all’ innanzi fino nel secondo segmento, dove si ripiegano ancora su sè stesse verso la base loro. Torace. Il protorace, come ho già detto a proposito del capo, è da questo leggermente distinto al dorso e porta un paio di zamjie. Il mesotorace ed il metatorace sono ben distinti fra di loro, come pure dal protorace e dall’addome, e sono sprov- visti di zampe. Il torace intero è un poco più del doppio più corto del- l’addome. Zampe. Ne esiste un paio al protorace. Sono abbastanza lunghe e robuste (Fig. 8) e rivolte coi primi due articoli in avanti cogli altri invece in basso ed in dietro come nella femmina adulta. Sono costituite di 5 articoli dei quali però gli ultimi tre fra di loro in realtà non articolati e distinti da un tenue solco. L’articolo basale, anca, è più — 146 — grosso degli altri e più corto del secondo. Questo che si può considerare come femore, ammettendo non differenziato il trocantere, è Farticolo più lungo e porta due corte se- tole nella parte mediana inferiore. La tibia, il tarso ed il pretarso sono molto più sottili del femore e presi insieme di esso un poco più corti, fra di loro come ho detto sono distinti da un solco molto leggero. Il pretarso è lungo quanto la tibia ed il tarso presi insieme ed è composto di un’unghia assottigliata, arcuata, acuta, avente presso la base, inferiormente, due corte setole. Addome. È costituito di 10 segmenti, dei quali i primi 8 quasi uguali fra di loro. Il nono è molto più corto del precedente ed il decimo è piccolissimo e fornito di due cor- tissimi peli. Sistema tracheale. In questa larva il numero degli sti- gmi è come nella femmina adulta di otto paia : uno nella parte posteriore del mesotorace (o anteriore del metatorace), uno sul primo segmento addominale e gli altri 6 sul 3°-8° segmento addominale. — 147 — Da ogni stigma situato lateralmente, eccetto i primi due, che sono laterali ventrali, parte un breve tronco tracheale che si ramifica mandando rami dorsali e ventrali e for- mando anastomosi tanto longitudinali che trasversali. Dimensioni. Lunghezza del corpo mm. 0,78, larghez- za 0,18. Ninfa. Per le osservazioni, che fino ad ora ho potuto fare, non mi consta che la prima larva bipeda si trasformi in una seconda esapoda. Lo stadio intermedio alla prima larva e alla femmina adulta, che io conosco, è quello chiamato dagli Autori, per altre specie del genere, ninfa. Essa è circondata da una cisti di color paglierino, costi- tuita da un sottile strato di sostanza amorfa, vitrea, che si stacca dal resto in forma di squame più o meno este- se. Sotto questo involucro si trova un’esuvia pure sot- tile, che contiene anche spo- glie dell’ apparecchio boc- cale e degli stigmi. La ninfa liberata dell’in- volucro della cisti (Pig. 9) è di forma sferica o quasi sferica o leggermente ovoi- de, di color paglierino più Fig. 9. — Ninfa un poco schiacciata per far vedere gli stigmi : A antenne, O dischi O meno pallido. ciripari, B apertura boccale, P apertura anale, 1, 2, 8-8 stigmi, 1 piccola fenditu- JLi corpo non presenta corrispondente forse alla base delle segmenti distinti essendo ^ampe. turgido e affatto somigliante ad un uovo di insetto; è sfor- nito di peli ma ha il tegumento tutto impresso da fitti e minimi punti visibili solo a fortissimo ingrandimento. — 148 — Le antenne sono cortissime, formate di un solo articolo sot- tile, ora diritto (Fig. 10 A) ora più o meno arcuato (Fig. lOB). Questa ninfa manca affatto di zampe, restando di quelle del primo paio forse un accenno in una depressione a guisa di fenditura, che si trova ai lati dell’apertura boccale. Fig. 10. — Antenne di ninfa (enormemente ingrandite). Il rostro non sporge sulla superficie del corpo quando le setole non sono estroflesse. L’ano si apre sulla parte posteriore del corpo un poco dorsalmente ed è circondato da tegumento un poco più spesso, areolato e di color ferrugineo. Ai lati dell’ano a poca distanza di esso si trovano due leggere depressioni circolari che considero come dischi ciripari. Sistema tracheale. Anche la ninfa ha 8 paia di stigmi, dei quali 2 ventrali situati dietro le antenne, 2 ai lati degli accenni delle zampe del 1° paio e situati più lateral- mente dei primi, gli altri 6 ai lati del corpo fin poco lungi dall’ano. Dietro il primo ed il secondo stigma si trovano a poca distanza 5 piccolissimi pori. Dimensioni. Le ninfe si trovano in tutti i mesi dell’anno — 149 — e sono di dimensioni molto variabili. Le più grandi da me osservate avevano nn diametro di mm. 2, 4-2, 6. Osservazioni sistematiche. Del genere Margarodes Gruild., (juale attualmente e considerato da molti coccidologi, cioè comprendente anche le specie di Porphyrophora Brandt e Sphaeraspis G-iard sono note le seguenti specie : Margarodes capensis (Giard) — formicarum Guild. — gallicus (Signoret) — hamelii (Brandt) — hiemalis Ookll. Margarodes perrisii Sign. — polonicus Linn. — rileyi Giard — trimeni Giard — vitium Giard Di tutte queste specie quelle appartenenti alla fauna pa- leartica sono M. gallicus., M. hamelii., M. perrisii, M. polo- nicus, ma le specie M. hamelii e polonicus sono per nume- rosi caratteri cosi diverse da quella da me descritta, che non è il caso di passare a confronti. Restano cosi le due specie del Signoret, M. gallicus e Perrisii., ambedue della Francia, da prendere in considerazione. Il Margarodes gallicus ha nove articoli alle antenne della femmina adulta e molto diversamente conformati da quelle della specie da me descritta, se la figura del Signoret è esatta (1), perciò si deve considerare distinto dal Marga- rodes mediterraneus. Il Margarodes perrisii ha allo stato di femmina adulta antenne di 7 articoli, ma di forma pure molto diversa da quella degli articoli delle antenne del Margarodes mediter- raneus. Inoltre il Signoret (op. cit.) descrive e figura la prima larva esapoda per tale specie, pertanto credo che sia giustificato ritenere la specie sopra descritta come nuova e come appresso brevemente caratterizzata: (1) u Ann. Soc. ent. Franco, « 1875, p. 414, PI, 10, fig. 4. — 150 Margadores mediterraneus sp. n. Femina adulta. Corpus ovale supra parum convexum subtus subplanum, setis et disculis glandularibus instructum. Antennae 7-ar- ticulatae, apicem versus parum attenuatae, articulis 2-4 lon- gitudine ,subaequalibus, articulo sexto quam quintus bre- viore, articulo septimo, obpiriformi, articulis 2-7 setis et sensillis ut fìg. 2 demonstrat instructis. Oculi nulli. Os nullum. Pedes paris primi fossorii quam ceteri valde robu- stiores, femore permagno ungue terminali longo robusto. Pedes secundi et tertii paris sat attenuati, articulis 1-5 se- tis nonnullis instructis ungue terminali longo, attenuato, arcùato. Abdominis segmenta 7-8 parte dorsali marginali mediana retrorsum aliquantum producta et spinulis armata, segmenta 1-8 parte laterali in processum conicum truncatum brevem apice spinuloso producta. Long. corp. mm. 3,5, lat. 2,5. Long, antennarum 0.60. Nympha. Sphaerica vel subspbaerica vel ovoidalis, nuda, straminea vel straminea pallida, apoda, segmentis omnibus indistinctis, antennis minimis, uniarticulatis, rostro haud producto, ano subterminali. Stigmata utrimque 8. Nympa in involucro subtilissimo, statu subvitreo, sistens. Diametros maximus mm. 2,4-2, 6. Laeva. Larva nuper nata elongata capite, thorace et abdomine constituta, antennis duabus triarticulatis, oculis nullis, ore — 151 — nullo, oris setis internis, pedum pare uno in prothorace, fossorio, stigmatibus utrimque 8. Habitat. Subterranea radices Cynodon sugens ad Bevagna (Umbria). Cerignola (Foggia), S. Vito dei Normanni (Brin- disi), Corfù. Considerazioni sulla prima larva DI questo « Margarodes ». Nella famiglia dei Coccidae, come conseguenza dei partico- lari e molto diversi adattamenti delle varie specie, si hanno notevoli riduzioni negli organi che sarebbero ad esse carat- teristici come insetti. Cosi vediamo in tutte le femmine mancare le ali, in alcune di esse ridursi le zampe e le an- tenne fino a scomparire del tutto. Nei Wlargarodes allo stato di femmina adulta non si trova più traccia alcuna di apparecchio boccale, mentre si hanno antenne e zampe ben sviluppate. In tutte le specie di cocciniglie delle quali finora sono note le larve, queste sono esapode, comprese le specie di Margarodes delle quali esse sono state osservate. Soltanto nel Margarodes mediterraneus si hanno larve neonate con un sol paio di zampe. In questo fatto noi dob- biamo scorgere una riduzione di organi molto precoce, av- venuta cioè in epoca embrionale dello sviluppo di questo Margarodes e che deve essere in rapporto colla vita sot- terranea e poco attiva, da esso fatta anche nel periodo lar- vale fin da tempi remoti. Strano è il fatto che le zampe ridotte ad un paio nella prima larva, scomparse del tutto nella ninfa, tornino a comparire insieme alle antenne nella femmina adulta, che si trova racchiusa in una debole cisti, dalla quale però non sembra esca, depositando in essa le uova e rimanendovi poi rinchiusa inerte insieme al suo parto e ridotta ad un po’ di pelle raggrinzata. — 152 — Ecco un caso in cui la prima larva si discosta più del- l’adulto dalla forma caratteristica della classe a cui ap- partiene ! Quanto alla posizione anteriore delle zampe rispetto al rostro, che si vede per trasparenza nel corpo della larva, si tratta di un semplice spostamento all’ innanzi della parte parietale del corpo, come si osserva già, ma non così esteso, in altre cocciniglie. 153 SO ALCUNI ANFIPODI IPERINI DEL PLANCTON DI MESSINA PEL Dott. A. SENNA, Assistente e libero docente (Tav. 1). Il numero notevole di specie di Iperini che il Lo Bianco e il Vosseler elencarono per la prima volta nel Mediter- raneo, in base alle pesche abissali eseguite dal Maia e dal Puritan nel golfo di Napoli, si riscontra anche nel plancton di Messina e me ne sono accertato esaminando numerosi saggi di plancton che il Prof. Mingazzini fece raccogliere nel 1903-04. Posso anzi colla scorta di essi fare l’aggiunta di qualche altra specie. Il Simorhynchotus antennarius (Olaus) è tra queste : ne rinvenni due maschi adulti, uno nel plancton del febbraio 1903, 1’ altro in quello di marzo 1904. Detta specie fu descritta delle coste di Zanzibar e del Pacifico dal Claus e in seguito pescata dal Challenger nell’Atlantico tro- picale. I due maschi messinesi concordano colla dettagliata descrizione che dà lo Stebbing dell’esemplare atlantico, per il che non reputo necessario soffermarmi maggiormente. Anche la rara Streetsia Challengeri Stebbing del Pacifico settentrionale deve includersi tra gli Oxicefalidi del plancton di Messina. Ne ebbi una sola femmina adulta raccolta nel febbraio 1904 ed è del tutto corrispondente con la descrizione originale. E specie facilmente riconoscibile fra le congeneri per la lunghezza dell’ ultimo segmento urale, il quale è molto più corto del telson, e si distingue dall’ affine St. por- cella (Claus) — che pur trovasi nel plancton di Messina e — 154 — che in altra nota identificai coll’ Oì'Ìo oxyrhynchus Prest. — per il processo acuminato all’angolo infero-posteriore del fe- more del 6° pereopodo. Piconfermo inoltre la cattura del singolare Euiulopis lo- veni Bov. di cui il Bovallius avea dato notizia di una sola femmina presa nel Mediterraneo dal cap. Gr. E. Eckman nel 1888, ed infine indico ora per la prima volta il genere Hyperoche con due specie, una è la H. pietà Bov. della quale si conosceva un solo esemplare maschio (tipo) del- l’Atlantico tropicale, l’altra è nuova e la descrivo col nome di H. mediterranea. Anche V Euiulopis e le Hyperoche devonsi ritenere forme piuttosto rare nel plancton. Di Euiulopis ebbi alcuni esem- plari adulti dei due sessi, e giovani che ho rinvenuto sempre liberi nella massa planctonica; della Hyperoche me- diterranea ho osservato maschi adulti liberi, invece la fem- mina con ova o con embrioni e i giovani, anche dell’io, quasi sempre ricoverati nella subombrella di meduse o in altri animali planctonici. Questa coabitazione, come dirò in seguito, è in correlazione colle differenze che si osservano negli arti delle femmine rispetto ai maschi e colla caratte- ristica forma di quelli dei giovani nei quali i pereopodi po- steriori sono adibiti come organi di presa e di attacco, mentre ciò non si verifica o in grado molto minore negli Iperini che non hanno o solo occasionalmente abitudini commensali come Euiulopis, in questo infatti le differenze degli arti dei giovani rispetto a quelle degli adulti si limitano alle di- verse dimensioni. Cren. Hypeeoche Bov. La principale caratteristica di questo genere è data dalla conformazione dei pereopodi del 1® e 2° paio (gnatopodi) i quali sono decisamente cheliformi, col carpo dilatato e pro- lungato in un processo compresso e cultriforme. — 155 — Le specie di questo genere sono in parte dell’Oceano Ar- tico e dell’Atlantico settentrionale, in parte dell’Atlantico tropicale ed australe. Esse possono suddividersi in due gruppi secondo la forma del metacarpo del 1° e 2*^ pereopodo^ ca- rattere che, rispetto a quello scelto dal Bovallius, della mag- giore lunghezza dei tre ultimi pereopodi in confronto del 4° e 5"^, mi sembra preferibile perchè risulta ben evidente anche nei giovani, il che non può dirsi dell’altro. Nella specie del V gruppo il metacarpo (propode) è normalmente conformato all’apice e cioè privo di prolungamento; l’inserzione del dattilo è perciò posta all’ estremità di- stale del metacarpo stesso. Detto grappo comprende le specie seguenti: H. Kroeyeri Bov., delle coste della Groenlandia e del- l’ Inghilterra, è caratterizzata dalla maggior lunghezza dei tre ultimi pereopodi rispetto ai precedenti e per il carpo del 3° e 4° pereopodo molto dilatato e col bordo posteriore convesso. H. prehensilis Sp. Bat. e Westw., delle coste della Scozia ha per caratteri distintivi — stando alla descrizione — i due primi pereopodi colle chele non denticolate lungo il margine interno, e i tre ultimi pereopodi subcheliformi. Quest’ ul- timo carattere, qualora fosse riconfermato, proverebbe che la conformazione degli arti posteriori propria dello stato giovanile può persistere anche nell’adulto. H. ahyssorum Boeck, delle coste della Norvegia, è prin- cipalmente differenziata dalle congeneri per il carpo del 3® e 4° pereopodo stretto e lungo quasi il doppio della tibia, H. cryptodactylus Stebb., del capo di Buona Speranza, ha secondo lo Stebbing, il dattilo del 2° pereopodo retrattile nel rispettivo metacarpo. Questo carattere unico nel genere merita conferma, poiché la specie non presenta altre diffe- renze sufficienti a distinguerla dalla H. Luetkeni Bov. Quest’ ultima, nota dell’Oceano Artico e dell’Atlantico set- Anno XXX Vili. Il — 156 — tentrionale, come la H. taiiriformis Sp. Bat. e Westw. cui è molto affine se non identica, ha il processo tibiale del V e 2*^ pereopodo ben evidente, ma nella specie di Boval- lius entrambi i dattili sono denticolati al lato interno, men- tre nell’altra lo è solo il 2". Nella H. Martinezi Fr. Miill. delle coste del Brasile, i dat- tili sono lisci e manca il processo tibiale nel 2° pereopodo, inoltre le placche pleurali del pleon sono arrotondate po- steriormente. Alle specie di questo gruppo, alcune delle quali necessi- tano un nuovo esame, si aggiunge la H. mediterranea n. del plancton di Messina, della quale dirò tra poco. Nel secondo gruppo il metacarpo (propode) del e 2*^ pereopodo ha l’angolo apicale pro- lungato in un processo cocleari forme od uncinato e il dattilo trovasi inserito pri- ma dell’estremità distale. Di questo gruppo finora ci è nota una sola specie H. pietà Bov., la quale, come dissi, è da ascriversi anche alla fauna mediterranea. Dimorfismo sessuale e coahitazione con organismi plancto- nici. — Nella Hy per oche, compresa la nuova H. mediterra- nea, il dimorfismo sessuale concerne le dimensioni, la forma del corpo e delle appendici. I maschi hanno il corpo più allungato e più stretto, nel pereon l’ultimo segmento è più lungo degli altri, il pleon è all’ incirca lungo quanto il pereon e le placche pleurali sono ben sviluppate. Nella femmina il corpo è più breve e comparativamente più largo; i rapporti dei segmenti pereonali sono diversi e cioè: i segmenti 3° e 4° sono più lunghi degli altri, o almeiio lunghi quanto il 7°; il 3® è altresì il più largo. Il pleon è in complesso più corto e corrisponde alla lunghezza all’ incirca di quattro segmenti pereonali presi insieme. Un minor sviluppo notasi pure nelle placche pleurali. — 157 — Il capo dei maschi è più largo che lungo, e la sua altezza è minore del doppio della larghezza; il solco antennule principia verso la metà della parte frontale. Nella femmina il capo è in proporzione ancor più largo e la sua altezza corrisponde a due volte la lunghezza ; il solco antennule origina al disotto della metà della parte frontale. È caratteristica dei maschi adulti la notevole lunghezza delle antenne dovuta specialmente al flagello composto di molti articoli ; quelle superiori o del 1° paio, anche se com- pletamente sviluppate, sono un po’ meno lunghe delle in- feriori ; in entrambe nel peduncolo sono distinti tre articoli ; il 1® articolo nelle antenne superiori è più lungo dei due seguenti presi insieme; nelle inferiori il 3° articolo è lungo o più lungo dei due precedenti. Nelle femmine invece le antenne sono sempre brevissime e costantemente le superiori sono più lunghe delle inferiori. Nel peduncolo di entrambe sono distinti tre articoli, dei quali il prossimale è nelle superiori più lungo degli altri, mentre è il contrario nelle inferiori. Il flagello è costituito da un solo articolo allungato, cui talvolta nelle superiori se ne aggiunge un secondo brevissimo. I pereopodi del 1° e 2“ paio sono in complesso meno ro- busti nei maschi che nelle femmine. Nelle chele, il processo carpale e la base del carpo stesso nonché il metacarpo pre- sentano pure qualche differenza di forma ; nelle femmine i margini dentati delle chele sono spesso più ricurvi e diversa è la forma e posizione dei denti lungo il bordo frontale del processo carpale. In quelle Hyperoche che hanno il carpo del 3° e 4'’ pe- reopodo dilatato, questo appare maggiore nelle femmine che nei maschi ; i femori degli ultimi tre pereopodi sono spesso più allargati nei maschi e gli articoli carpale e metacarpale più allungati. Nelle femmine ha luogo il contrario. La robustezza dell’urosoma è maggiore nei maschi che — 158 — nelle femmine ; i rapporti di lunghezza fra il telson ed il peduncolo del 3" uropodo vai-iano punto o poco, ma la forma del telson è spesso alquanto differente. Q.uesto dimorfismo sessuale può riportarsi, per quanto riguarda il capo, le antenne e il pereon, a quello che di regola si osserva in altri generi di Iperidi, ma le accen- nate differenze delle appendici sono connesse all’abitudine delle Hyperoche di ricoverarsi nel corpo di diversi animali planctonici. , Come già accennai in principio, di una delle specie di Messina {H. mediterranea)^ ho rinvenuto i maschi sempre liberi nella massa planctonica, le femmine invece con ova 0 coi giovani ancora attaccati alle ovitettrici, nonché i gio- vani in istato di sviluppo più avanzato, ricoverati nella subombrella di Carmarina o d’altre Meduse, o nella cavità di Ahyla^ di Beroe e di Salpa. Anche la H. pietà, della quale ebbi esemplari dei due sessi giovani, presenta lo stesso costume. Trattasi di una semplice coabitazione che le fem- mine e i giovani contraggono a scopo di sicurezza, il che torna utile alle prime durante il periodo della riproduzione e ai secondi finché abbiano acquistato forza sufficiente per nuotare agevolmente. I maschi adulti e cioè colle antenne completamente sviluppate, salvo rare eccezioni, si osservano sempre liberi, anche nelle altre specie di Hyperoche. Le differenze di conformazione delle appendici delle fem- mine rispetto a quelle dei maschi e che consistono in una maggior robustezza e in una maggior attitudine a funzio- nare come organi di presa e d’attacco sono più evidenti di quelli che si osservano in altri generi di Iperini, ad es. in Euiulopis ; si può quindi ritenere che la coabitazione con animali planctonici, sebbene non esclusiva alle Hype- roche sia in quest’ultime una condizione normale e di qual- che durata. Nei giovani poi, i quali anche dopo abbandonate le sicure ovitettrici materne son troppo deboli per nuotare agevol- — 159 — mente, la coabitazioné suaccennata sembra strettamente ne- cessaria perchè oltremodo notevole è l’adattamento delle appendici a funzionare come organi da presa e d’attacco. Più che i pereopodi del V e 2° paio, nei quali la con- formazione a chela è però già ben definita anche in stati molto giovanili, sono i pereopodi del 3®-7° paio che servono allo scopò e si presentano subcheliformi, perchè il dattilo viene ad appoggiarsi sul largo margine apicale del meta- carpo che è irto di minute spine per assicurare meglio la presa. Questa disposizione è la più comune e la si osserva in diverse specie e fra queste nell’^. martinezi P. Muli, e nella nuova H. mediterranea. Nella H. 'piota Bov. invece il metacarpo del 3° e 4° pereopodo largo al margine apicale presenta una lieve solcatura nella quale può addentrarsi il dattilo. Nei pereopodi posteriori si ha una disposizione si- mile, ma il dattilo è più ricurvo e posto un poco obli- quamente. Queste particolari conformazioni si attenuano nelle di- verse mute e scompaiono nello stato adulto in tutte le specie. La H. prehensilis^ stando alla descrizione, sembra che costituisca un'eccezione, ma il fatto merita conferma. Hyperoche mediterranea n. sp. (Tav. I, fig. 1-2). (-/' ad. Il capo è più largo che lungo e quasi della lun- ghezza dei due primi segmenti pereonali; il solco anten- nale si spinge fin verso la metà dell’altezza del capo. Il 1® segmento pereonale è un poco più lungo del 2° ed è prolungato sul dorso anteriormente ; i seguenti sono subeguali fra loro in lunghezza, il 7° è il più lungo. I tre segmenti pleonali sono nell’ insieme un po’ meno lunghi del pereon ; le placche laterali sono alte, rotondate — 160 — in basso © all’ indietro ; la 2^ ha una lieve intaccatura in prossimità dell’angolo posteriore. Nell’urosoma il 1° segmento è un poco più lungo del se- guente, il telson è più largo alla base che lungo, subtrian- golare e coll’apice largamente arrotondato, la sua lunghezza è quasi uguale alla metà del peduncolo del 3® uropodo. Le branchie sono in numero di 5 e corrispondenti ai pereopodi del 2°-6‘^ paio : la loro lunghezza è uguale a quella dei femori. Antenne superiori più corte dell© inferiori, il 1° articolo del peduncolo, largo e robusto è più lungo dei due seguenti presi insieme ; di quest’ ultimi il 2° è un poco più breve del 3°. Il V articolo del flagello è conico allungato, molto più lungo dell’ intero peduncolo e col lato interno ricca- mente peloso. Il 2° è più corto del seguente, entrambi sono provvisti all’apice di alcuni peli olfattivi ; gli articoli se- guenti sono di forma allungata e più lunghi del 3°. Le antenne inferiori hanno il peduncolo alla base più stretto di circa Vg di quello dell© precedenti, il V articolo è robusto, più lungo © più largo del seguente ; l’ultimo è della lunghezza all’ incirca dei due precedenti presi insieme © subcilindrico. Il 1° articolo del flagello è poco più lungo della metà del 3° articolo del peduncolo © assai più stretto; gli articoli seguenti sono cilindrici e allungati. Gli organi boccali non differiscono da quelli dell© altre specie. Il 1° pereopodo (gnatopodo) ha il femore di forma ova- lare, col bordo anteriore moderatamente convesso e il po- steriore quasi diritto Ano al terzo distale, dove s" incurva: la massima larghezza del femore è minor© della lunghezza totale. L’ angolo inferiore della tibia è prolungato in un processo cocleariform© il quale, visto di profilo, è acuminato © giunge alla metà della base dell’articolo carpale; l’estre- mo del processo e il margine inferiore sono guarniti di corti peli. Il carpo, molto sviluppato, ha il margine fron- — 161 tale quasi diritto e di 7^ più breve di quello del metacarpo, il margine posteriore è invece lievemente incavato ; il pro- cesso carpale cultriforme, acuminato, raggiungente l’estre- mità distale del metacarpo è guarnito lungo il margine anteriore, che è quasi diritto, d’ una trentina di denti spini- formi, impiantati obliquamente ; la lunghezza del processo carpale è di 7^ maggiore di quella del margine frontale della base del carpo. Il metacarpo va gradatamente assot- tigliandosi dalla base all’apice il quale è spinoso, mentre il margine posteriore, quasi diritto, è guarnito di una serie numerosa di denti spinosi simili, ma un poco più corti di quelli del carpo. Il dattilo non è denticolato al lato interno, nè ritrattile nel metacarpo. Il 2“ pereopodo è simile al precedente ma un poco più robusto ; il femore è più largo e la sua massima larghezza è alquanto maggiore di Va della lunghezza totale. La tibia ha il processo un po’ meno acuminato, se visto di sopra e lievemente più corto ; le dimensioni del processo carpale rispetto al bordo frontale della base del carpo stesso sono appena minori. Il 3^ e 4° pereopodo hanno i femori stretti e allungati- — 162 — col margine posteriore diritto e l’anteriore appena ricurvo r angolo posteriore è alquanto prolungato e cosi pure quello dell’articolo seguente (ischio). Il carpo è più lungo della tibia di circa Ys? assai poco dilatato verso l’apice, dove al lato esterno si prolunga in breve processo spinoso, mentre dal lato interno è tronco obliquamente. Nel carpo del 4® pe- reopodo, la conformazione all’apice è quasi identica a quella del 3°, ma il processo è di poco più corto. Il metacarpo è di Ys all’ incirca più lungo del carpo e va attenuandosi verso l’estremo distale; il margine posteriore è provvisto di brevi spine. Il dattilo è liscio. Fig. 3, 4. — H. mediterranea O 3* e 7® pereopodo. Il 5°, 6“ e pereopodo sono simili fra loro e normal- mente conformati; noto solo che il metacarpo è sempre di Y^ più lungo del carpo e che l’uno e l’altro sono più allun- gati nel 5° e 6° pereopodo che nel 7®. Nell’urosoma il 1° paio di uropodi non raggiunge inte- ramente l’estremità del 3^ paio, la lunghezza del peduncolo — 163 — è di Ys maggiore della branca esterna dello stesso uropodo, la quale è lievemente più lunga dell’ interna ; questa è guar- nita da entrambi i lati di minute spine, quella dal solo lato interno. Il 2° uropodo è simile al primo ed anch’esso non rag- giunge l’estremità del 3“; quest’ultimo ha il peduncolo più largo dei precedenti e coi lati più ricurvi, la sua lunghezza è maggiore di quella della branca esterna, la quale, come le precedenti è cultriforme, mentre la branca interna più corta e finamente spinosa su entrambi i margini ha forma lanceolata. 2 ad. Corpo più corto e più largo che nel col pe- reon rapidamente allargato e rilevato dopo la metà del 1° segmento, quest’ultimo più lungo del seguente: la lun- ghezza di entrambi equivale a quella del capo, il quale è più largo che lungo e col solco antennale che si spinge fin verso la metà dell’altezza del capo stesso. Il 3® segmento è al- quanto più lungo e più alto degli altri. Il pleon è comples- sivamente molto più corto del pereon, le placche pleurali sono pure arrotondate all’ indietro. Nell’urosoma il l*’ segmento è subeguale in lunghezza al seguente; il telson è di forma triangolare, appena più largo alla base che lungo e all’apice è angustamente arrotondato, la sua lunghezza supera lievemente la metà del peduncolo del 3“ uropodo. Branchie identiche per numero e forma a quelle del ma- schio. Ovitettrici molto sviluppate e sorpassanti in lun- ghezza la tibia dei rispettivi pereopodi. Antenne superiori col peduncolo di tre articoli distinti, dei quali il 1° è il più robusto e lungo il doppio all’ in- circa dei seguenti che sono quasi uguali fra loro in lun- ghezza. Il flagello è composto di un articolo allungato e gra- datamente acuminato verso l’apice, la sua lunghezza è un poco maggiore del doppio dell’intero peduncolo, e lungo il — 164 — lato interno è provvisto di alcuni peli olfattivi disposti a fascetti. Nelle antenne inferiori il peduncolo ha tre articoli distinti, dei quali il 3° è più lungo dei due precedenti ; il flagello consta di un articolo allungato e acuminato, più stretto alla base del peduncolo. Pereopodi del paio simili a quelli del maschio, ma più corti e più robusti; il femore è di forma allungata, col margine frontale moderatamente convesso, il processo della tibia è più largo all’apice e giunge alla metà della base del carpo, il margine frontale di quest" ultimo è debolmente curvo, il posteriore diritto; il processo carpale è lungo quanto la base del carpo, acuminato e appena sorpassante in lunghezza l’apice del metacarpo, il margine anteriore quasi diritto è guarnito di sottili denti spiniformi uguali a quelli del Il metacarpo è eguale in lunghezza al mar- gine frontale del carpo, e mostrasi spinoso all’apice e prov- visto di denti come il carpo. Il dattilo è liscio. Fig. 5, 6, — H. mediterranea ^ ad. lo e 2° pereopodo. Il 2“ pereopodo è un po’ più lungo, ma robusto come il 1°, il femore è più largo, il processo della tibia un poco più corto, perciò non raggiunge la metà della base del carpo; quest’ultimo ha il processo un poco più allun- % — 165 — gato rispetto a quello del V pereopodo e coll’apice sor- passa l’estremità distale del metacarpo. Il dattilo è pari- menti liscio. I pereopodi seguenti corrispondono per la forma in ge- nere a quelli del ma sono un poco più corti stante la maggior brevità del metacarpo e del carpo. Quest’ultimo nel 3° e 4.^ pereopodo è proporzionalmente più dilatato nella 2 che nel (/. Negli uropodi la forma è identica a quella del ® guardo ai rapporti di dimensione noto che il peduncolo del 1° uropodo è di Yt ni inore della lunghezza della branca esterna dello stesso. II colore del è rossastro vivace, lungo la linea me- diana del corpo, sul dorso dei segmenti pereonali 5°-7° e sui femori sono sparse macchie stellate di color rossastro scuro; alcuni punti del medesimo colore vedonsi sugli altri arti- coli dei pereopodi, sul peduncolo dei pleopodi e sul pleon. Il pigmento dell’occhio è bruno scuro. Nella femmina la colorazione è un poco più chiara. Le dimensioni dei maschi raggiungono i 7 mm. quelle delle femmine 6 mm. Giovani dei due sessi. — Le differenze che si osservano nei giovani, rispetto agli adulti per quanto riguarda il capo, le antenne, il pereon e l’urosoma non meritano speciale ri- lievo perchè concordano con quelle degli Iperidi in genere. Sono invece degne di menzione le differenze di forma delle appendici pereonali. E infatti coi pereopodi e in particolar modo con quelli posteriori che le giovani Hyperoche si ten- gono attaccate agli organismi planctonici coi quali coa- bitano. Anche nei giovanissimi esemplari tuttora attaccati alle ovitettrici materne, il facies iperochiforme è già ben evi- dente per i pereopodi del 1° e 2^ paio cheliformi ; ma le chele hanno specialmente il margine del metacarpo molto convesso e pur arcuato quello del processo carpale, ne con- 166 — segue che i margini stessi, denticolati anche in questo pe- riodo, si sovrappongono reciprocamente. Nei giovani di circa 2 mm. di lunghezza, il 1° pereopodo è più robusto del 2° ; in quello il margine posteriore del metacarpo è più convesso che in questo e in confronto più largo che nell’adulto. La chela è normalmente conformata, sebbene i margini interni si sovrappongano alquanto verso la base. Il processo del mero del 1® pereopodo è ben svi- luppato, mentre è quasi mancante quello del 2° pereopodo. Nelle mute successive diminuisce sempre più la convessità dei margini interni delle chele, ma è solo negli esemplari superiori ai 4^'^ mm. di lunghezza e quindi prossimi allo stato adulto, che i margini interni possono combaciare senza sovrapporsi verso la base e che nel 2° pereopodo il mero è provvisto di processo. Nei pereopodi del 3“-7° paio è ben evidente il graduale modificarsi della forma mano mano che si rende meno necessaria la loro funzione di organi di presa e d’attacco. Nelle giovani Hy- peroche di 2-3 mm. di lunghezza, gli anzidetti pereopodi sono tutti subche- liformi, pur assumendo i due ante- riori, 3°-4% forma alquanto diversa dai tre posteriori, 5®-7°. Più tardi, quando i giovani raggiungono 4 mm. di lunghezza i pereopodi posteriori si presentano am- bulatori come nell’adulto e permangono subcheliformi solo il 3® e il 4° i quali è nelle mute successive che assumono la forma definitiva. I pereopodi del 3® e 4" paio nei giovani sono proporzio- nalmente più corti e più robusti di quelli dell’adulto ; la minore lunghezza e maggior robustezza è però data spe- cialmente dal mero, dal carpo e dal propode. La lunghezza del mero è appena di 7g pih grande della sua maggior lar- Fig. 7, 8. — H. mediter- ranea cfdi mm. 2 V») ® 2® pereopodo. — 167 — ghezza e cosi pure quella del carpo ; vediamo invece che nell’adulto il mero è lungo più di ^'3 e il carpo più del doppio della rispettiva massima larghezza. Nei giovani poi tutto il margine posteriore del carpo è spinoso e il processo all’angolo più pronunciato. Quanto al propode, esso presenta l’apice largo e riccamente spinoso e su di esso il dattilo, inserito all’angolo antero-frontale, può, ripiegandosi , appoggiarsi per una metà della sua lun- ghezza. I pereopodi posteriori , 6“-7° hanno una disposizione simile per quanto riguarda il dattilo ^d il propode, ma il carpo e il mero sono più allungati e privi di margine spinoso. Fig. 9, 10. — H. mediterranea, di . T . . mm. 2 Vo) ® pereopodo. La colorazione dei gio- vani è meno vivace di quella dell’adulto e più tendente al violaceo od anche brunastra. La specie trovasi nel plancton di Messina ; le epoche in cui rinvenni gli adulti dei due sessi furono il febbraio e il marzo del 1904, i giovani nel giugno e nell’ottobre del 1903, poi dal febbraio all’aprile del 1904. Confronti, — La H. mediterranea Senna è specie affine alla H, luetkeni Bov. e alla H. tauriformis Sp. Bat. e We- stw. e alla H. martinezi Fr. Muli. Si distingue dalle due prime per le placche pleurali del pleon arrotondate poste- riormente, per la maggior lunghezza del telson in confronto di quella del peduncolo del 3® uropodo. Nei pereopodi del V e 2^ paio il dattilo è liscio lungo il margine posteriore, il processo carpale del V pereopodo è più acuminato e più lungo di della base del carpo stesso ; nel 2*^ pereopodo il margine frontale della basi del carpo è più corto di quello del metacarpo, infine il processo tibiale in entrambi — 168 — i pereopodi è un po’più corto e il peduncolo delle antenne inferiori è solo di più stretto di quello delle antenne superiori. Nella femmina si deve aggiunger che le ovitet- trici sono molto più lunghe dei femori rispettivi, che i margini posteriori del carpo del 1” e 2° pereopodo sono diritti e non convessi e infine che la dentatura del mar- gine frontale del processo carpale è simile a quella del maschio. Colla H. ìifiartinezi Fr. Muli, la nuova specie ha in co- mune i caratteri delle placche pleurali del pleon arroton- date posteriormente, quello della lunghezza del telson ri- spetto al peduncolo del S'’ uropodo e del dattilo del V e 2® pereopodo liscio. Differisce invece per quanto riguarda il — poiché la 2 adulta della specie di Mùller è tut- tora ignota — per le antenne inferiori più lunghe delle superiori e col peduncolo più robusto, per le branchie lun- ghe quanto i femori, pel processo carpale del 1*^ pereopodo più appuntato e più lungo della base del carpo stesso, in- fine per il processo tibiale del 2° pereopodo che è pure co- spicuo mentre manca nella specie presa a confronto e nel terzo pereopodo il carpo è proporzionatamente più lungo e meno largo e la dentatura non si estende fino alla base. H. pietà Bov. Primieramente descritta dal Bovallius colla scorta di un solo ^ dell’Atlantico tropicale, questa specie non fu in se- guito indicata da alcuno: la sua presenza nel plancton di Messina è quindi di particolare interesse. Io ne ho avuto degli esemplari giovani dei due sessi nell’aprile e nel giu- gno del 1903 e nel marzo del 1904, coabitanti, come dissi, in animali planctonici. Tra le specie di Hyperoche^ sebbene per la forma del carpo del 3° e 4*^ pereopodo la H. pietà si avvicini alle Tere Hyperia è certo una delle più caratteristiche a motivo — 169 deiraccennata conformazione del metacarpo del e 2° pe- reopodo che è prolungato in un processo cocleariforme, e di conseguenza l’inserzione del dattilo non è terminale ma prima dell’apice. Altri caratteri della specie sono : il capo più lungo dei due primi segmenti pereonali presi insieme, il processo car- pale dei pereopodi del 1° e 2° paio largo, molto compresso, col margine anteriore notevolmente sinuoso e provvisto — come il margine posteriore del metacarpo del quale è molto più corto — di una linea di piccole spine. La tibia del pereopodo ha il processo indistinto, il carpo del 3® pereopodo è appena dilatato, col margine posteriore diritto, finamente spinoso e l’angolo inferiore non prolungato. I pereopodi del 5"-7° paio non sono più lunghi dei precedenti, ed hanno i femori angusti; nell’urosoma il telson è lungo la metà del peduncolo del 3° uropodo, le branche del 1° uropodo sono uguali fra loro in lunghezza e lontane dal raggiungere l’apice del 3® uropodo. Caratteri dei giovani. — Come già nella specie prece- dente, le differenze dei giovani rispetto agli adulti, per quanto riguarda la forma del capo delle antenne, de] pereon e dell’urosoma collimano con quelle che si osservano in ge- nere negli Iperidi. Il facies iperochiforme anche nei giovanissimi esemplari di poco più di 1 mm. di lunghezza è già ben palese per la nota conformazione dei due primi pereopodi, e ben evidente è il carattere della specie per l’inserzione del dattilo prima dell’estremo distale dei medesimi. Inoltre il dimorfismo ses- suale secondario si manifesta in questa giovanissima età per la forma del pereon che è più largo nella femmina — se visto dal disopra — che non nel maschio, e ancor più chia- ramente per le antenne delle quali solo le superiori sono visibili lateralmente nella femmina. Quando l’esemplare ha raggiunto i 2 mm. di lunghezza le antenne superiori nelle J 2 constano di due articoli, di — 170 ~ cui il terminale è allungato conico e provvisto di due peli olfattivi ; mentre le antenne inferiori allora visibili sono costituite da un solo articolo tubercoliforme. Nei maschi di identiche dimensioni le antenne superiori hanno gli articoli 2° e 3° del peduncolo poco distinti dal 1°; il flagello non è formato che da due articoli e di que- sti il basale grosso e robusto è provvisto all’estremo di due peli olfattivi. Le antenne inferiori sono tubercoliformi, di due soli articoli, col distale più grande e conico. Le abitudini commensali dei giovani di questa specie fanno si che i pereopodi, sopratutto i posteriori, siano adi- biti come organi di presa e d’attacco e perciò differiscano notevolmente da quelli locomotori degli adulti. Il compor- tamento dei primi è però diverso da quello indicato per la specie precedente, nonché delle altre specie di Hy per oche. Si ha infatti che astraendo dalla forma, della quale dirò fra poco, la loro lunghezza è in rapporto diverso e cioè nei Fig. 11. — H. pietà Q giovane di 3 mm. circa. giovani di H. pietà i tre ultimi pereapodi (5°-7®) sono più brevi dei due precedenti (3°-4°), mentre nella H. mediter- ranea questi ultimi sono subeguali ai primi. Tav. I. — 171 — I due primi pereopodi {V-2^) nei giovani differiscono da quelli degli adulti specialmente per il metacarpo a margini più convessi e conformato in modo diverso all’apice ; anche il carpo o piuttosto il processo del medesimo è meno svi- luppato. Le figure qui unite del 1^ e 2" pereopodo dell’adulto e dei giovani valgono meglio di qualsiasi descrizione a porre in evidenza ]e differenze stesse. Fig. 12, 13. — H. pietà, cT ad. 1® e 2® pereopodo. 1. Fig. 14, 15. - Id. id. cfdi mm. 2 Vs 1" e 2® pereopodo. I pereopodi del 3° e 4° paio e quelli del paio sono nei giovani disuguali in lunghezza, più lunghi quelli di questi ed anche di forma diversa, ma gli uni e gli altri hanno ufficio di presa e d’attacco e sono subcheliformi. Ne- gli adulti invece la lunghezza dei pereopodi posteriori non è maggiore di quella dei due precedenti e come questi sono zampe locomotorie normalmente conformate. Alla differenza nella lunghezza contribuiscono nel 3° e 4° pereopodo tutti gli articoli fuorché l’ischio, ma è più evi- dente, nei giovani di 2 mm. quella del carpo e del me- tacarpo. Riguardo alla forma, il carpo del 3° e 4® pereo- podo ha i lati leggermente convessi ed è solo quando il giovane misura 3 mm. circa di lunghezza che il lato po- Anno XXX Vili. 12 — 172 — steriore del carpo si fa diritto e in seguito si provvede della linea di tenui spine come nell’adulto. Il metacarpo del S'’ pereopodo nei giovani di 2 mm. è quasi largo alla base quanto all’apice, quello del 4° pereopodo va gradata- mente allargandosi dalla base alFestremità distale ; in en- trambi il dattilo può ripiegarsi in apposito solco, più co- spicuo nel d*’ pereopodo. Le modificazioni successive, che cominciano quando il giovane ha una lunghezza di 3 mm. consistono in un ulteriore allungamento del metacarpo e nel restringersi dell’estremità distale del medesimo, cosic- ché il dattilo non è più opponibile al margine apicale. 7® pereopodo. Fig. 18, 19, — E. pietà Q giov. di mm. 2 V4> © 4® pereopodo. Nei pereopodi posteriori, 5°-7° è notevole la brevità di tutti gli articoli eccettuato il femore ; il mero, il carpo e il metacarpo poco differiscono fra loro in lunghezza e nei due ultimi la larghezza supera la lunghezza. Nel carpo e nel metacarpo i lati sono convessi, il margine frontale del metacarpo è largo, lievemente concavo o sinuoso, provvisto di un solco poco profondo avente direzione obliqua e nel quale il dattilo, ricurvo ad uncino ed inserito alquanto — 173 — obliquamente all’angolo posteriore del metacarpo, abbassan- dosi può addentrarsi. Questa conformazione dei pereopodi posteriori, molto utile per assicurare 1’ at- tacco delle giovani Hy per oche al corpo di diversi organismi planctonici, perdura fin- ché gli esemplari hanno una lunghezza di 3 mm., in seguito il carpo e il propode Fig. 20. - H. pietà, allungano sempre più e il dattilo cessa cf giovane di mm. ùi essere opponibile al marcine frontale 2 pereopodo. ® del propode stesso. Euiulopis lo veni Bov. (Tav. I, fig. 3, Jjuv.) Di questa specie che è stata elencata una sola volta nel Mediterraneo in base alla cattura fatta dal Gap. Eckman nel 1888 di una femmina, trovai esemplari adulti dei due sessi nel plancton di Messina nei mesi di novembre e di- cembre 1903 e nel gennaio del 1904, nonché giovani di età diversa dal giugno all’ottobre del 1903. In nessun caso gli esemplari erano allogati a scopo di protezione in organismi planctonici. Questo concorda con quanto scrive il Bovallius che : « this beautiful animai seems to live free in thè sea, not hospi- ting in yellowfishes, at least thè specimens I captured were swimming free in thè surface of thè tropical Atlantic ». Crii esemplari di Messina corrispondono colla esauriente descrizione data dal Bo valli as di questa specie, una tra le più notevoli degli Iperidi per il tegumento irto di brevi peli, per la forma del carpo dei due primi pereopodi, per quella dei segmenti pereonali, per il dimorfismo sessuale secondario che si appalesa oltre che coi soliti caratteri, anche col minore sviluppo dei femori dei tre ultimi pereopodi nella femmina, la quale ha altresì una conformazione par- — 174 — ticolare del 2® paio di antenne che sono costituite da due brevissimi articoli e di essi l’apicale è più grande e quasi globulare. Questi ed altri caratteri non necessitano d’al- tronde nuovo studio perchè furono illustrati con ogni di- ligenza dal predetto carcinologo svedese. Dirò invece che i pereopodi posteriori della femmina i quali all’apice, se- condo il Bovallius sono : « transformed into a kind of sub cheliform, grasping organ » non hanno funzione d’attacco e di presa, nè possono corroborare la supposizione che : « thè adult female of Euiulopis for some time is hospiting in some marine animai ». Essi infatti differiscono notevolmente dalle vere appen- dici subcheliformi e d’altra parte io stesso ho osservato che anche durante il periodo nel quale le femmine portano gli embrioni alle ovitettrici, esse sono libere e non ospiti di animali planctonici. Per certo questa mancanza di commen- salismo merita di esser ricordata anche perchè il gen. Euiulopis è intermedio per i suoi caratteri a Hyperoche e ad Hyperia entrambi con abitudini commensali più o meno de- cise. Del resto anche i giovani di Euiulopis conducono vita libera e non presentano nella forma delle appendici alcuna modificazione che lasci supporre la funzione di presa e di attacco. Il comportamento delle appendici nelle diverse mute è al tutto normale. Le differenze non riguardano che le dimensioni, essendo mantenuto anche il rapporto fra la reci- proca lunghezza degli articoli. Nei giovani di 2 soli mm. di lunghezza il primo paio di pereopodi è subcheliforme, il se- condo è cheliforme, i seguenti sono locomotori e perfettamente paragonabili a quelli dell’adulto. Le differenze che si osser- vano nella forma del capo, delle antenne, del tronco e del- l’urosoma sono dello stesso valore di quelle ohe in genere si riscontrano negli altri Iperidi. R. Istituto di Studi superiori in Firenze, Labor. di Zoologia e Anatomia comp., diretto dal Prof. D. Rosa. Gennaio 1908. — 175 — BIBLIOGRAFIA. Bovallius C. — Oontrihutions to a Monograph of thè Ainphipoda Hyperiidea in: « K. Svenska Vet. Akad. Handl. », Stockholm, 1887, 1889. Lo Bianco S. — Le pesche pelagiche abissali eseguite dal Maia nelle vicinanze di Capri, in: « Mitth. Zool. Stat., Neapel », 15 B. 1902. Id. Id. — Le pesche abissali eseguite da F. A. Krupp col yacht Puritan etc. in : « Mitth. Zool. Stat. Neapel », 16 B. 1903. Mììller F. — Fur Darioin, Leipzig, 1864. Senna A. — Su alcuni Anfipodi Iperini del Museo di Napoli, in: « Ann. Mus. Zool. B. Univ. », Napoli, 1, 1903. Stebbing Th. -^Report on thè Amphipoda, in: « Noy. H. M. S. Challenger », Edimburgh, 1888. VossELEE J. — Die Amphipoden der Plankton Expedit. Kiel u. Leipzig, 1901. SPIEGAZIONE DELLA TAVOLA. Fig. 1. Hyperoche mediterranea n. sp. cT s-d. » 2. id. » cf giovane. » 3. Euiulopis loveni Bov. cT giov. — 176 — MATERIALI PER LO STUDIO DELLE HISPIDAE DI R. GESTRO XXXII. DESCRIZIONI DI ALCUNE SPECIE NUOVE. Benché poco propenso a descrivere specie che non ab- biano fra loro un nesso faunistico, o non siano argomento di uno studio monografico, mi trovo ora quasi costretto a farlo per non ritardare di troppo la pubblicazione di nomi già esistenti in collezione o distribuiti in litteris. La presente nota risulta dall’ esame di materiali avuti in comunicazione, come si vedrà, da alcuni colleghi. Le specie descritte sono per la maggior parte rappresentate, per ge- nerosità di questi, anche nel Museo Civico di Genova e qui mi compiaccio di ringraziarli per la fiducia in me ri- posta affidandomi lo studio delle loro raccolte e per i du- plicati di cui gentilmente mi hanno fatto parte. Dal Museo Civico di Storia Naturale di G-enova 25 Dicembre 1907. Leptispa inculfa n. sp. Elongata^ nigra^ nitida, capite opaco, tenuissime obsolete punctulato, antennis apice tenue incrassatis, thorace trans- verso, apice paullo attenuato, lateribus antrorsum leviter convergentibus, angulis anticis rotundatis, posticis acutis, disco, margine apicali et linea media exceptis, sparse et irregu- — 177 — lariter punctato; scutello latiusculo^ impunctato^ apice trun- cato-rotundato ; elytris òasi thorace panilo latiorihus^ retror- sum perparum ampliatisi margine apicali dilatatOi punctato- striatis, interstitiis ad suturam et praecipue ad apicem convexiusculis. Long. 4 % millim. E nera e lucente, eccetto il capo che è opaco; questo presenta pochi minutissimi punti assai sparsi, e con un forte ingrandimento vi si può scorgere, nel mezzo fra gli occhi, la traccia di una lineetta longitudinale impressa brevissima. Le antenne sono corte, abbastanza robuste e leggermente ingrossate all’ apice. Il torace è trasverso, alquanto più stretto all’ apice che alla base; i lati dall’in- dietro in avanti sono leggermente convergenti e si arro- tondano in corrispondenza degli angoli anteriori; gli an- goli posteriori sono acuti; il disco è abbastanza convesso, sopratutto in avanti, ove è liscio, nel resto è punteggiato, salvo sulla linea mediana; i punti sono abbastanza grossi, ma distribuiti irregolarmente e poco fitti; presso la linea mediana sono più sparsi e un poco meno sui lati. Lo scu- detto è piuttosto largo, liscio ed ha l’ apice troncato- arrotondato. Gli elitri sono, alla base, un poco più larghi del torace e verso l’ apice assai leggermente dilatati ; la loro convessità maggiore è verso 1’ apice ed il loro mar- gine apicale è espanso; sono regolarmente puntato-striati e gli interstizi fra le strie sono leggermente elevati vicino alla sutura e sopra tutto nella porzione apicale. La specie che più di qualunque altra si avvicina alla presente è la graminumi la quale però ha il capo punteg- giato molto più fortemente e munito di una linea mediana longitudinale che lo percorre quasi per intero, ed è molto marcata; inoltre nella graminum il torace è alquanto più largo in avanti ed è maggiormente punteggiato. La L. inculta fu trovata finora nell’ Usambara (Africa — 178 — orientale germanica) a Pangani e a Derema da L. Conradt nel 1891. Il tipo esiste nella collezione Oberthiir e la specie è pure rappresentata nel Museo Civico di G-enova, La L, frontalis Weise, anche essa dell’ Africa orientale germanica (Dmbugwe), è una specie ben diversa, a corpo assai più attenuato e colle antenne molto più ingrossate all’ apice. La L. Clqvareaui Weise, del Congo, essa pure a corpo più attenuato, si riconosce a tutta prima per la sua colo- razione e per la grossa scultura del capo. Anìsodera macilenta n. sp. Elongata, parallela^ nigra^ nitida; capite tenue irregula- riter punctulato^ antennis hreviusculis, sat validis, articulis tribus basalibus nitidis, coeteris opacis pubescentibus ; thorace latitudine longiore^lateribus parallelis^ angulis anticis late ro- tundatis, disco convexo, parte antica et linea media exceptis, sat crebre irregulariterque punctato; elytris thorace paullo latio- ribus, valde elongatis, parallelis^ apice oblique rotundatis^ seriatim crebre punctatis^ interstitiis alternisi praecipue ad apicem^ elevatis; subtus nitidissima, prò- et mesosterno crasse punctatis^ aòdomine tenuissime obsolete punctulato. Long. 11 ij2 — 14 millim. Questa specie è ben distinta dalle altre per il corpo molto allungato e parallelo. E nera e lucente. Il capo è scolpito di punti sottili, distribuiti poco regolarmente. Le antenne sono piuttosto corte e abbastanza robuste; i pri- mi tre articoli, al disopra e anche al disotto, sono lucenti, gli altri opachi; il primo è corto e molto spesso, il secondo è più corto del primo, più sottile e leggermente ingrossato all’ apice, il terzo, che è il più lungo di tutti, e i seguenti — 179 — non presentano rigonfiamento apicale, 1’ ultimo è più lungo del precedente e finisce ristretto in punta. Il torace è più lungo che largo, a lati paralleli, ad angoli anteriori larga- mente arrotondati, col disco convesso, sopra tutto in avanti e scolpito di punti abbastanza fitti, eccettuata la linea me- diana ed una porzione dell’apice. Crii elitri sono un poco più larghi del torace e lunghi quasi quattro volte; paralleli e all’apice obliquamente arrotondati; sono scolpiti regolar- mente di punti disposti in serie stipate e gli intervalli alterni, sopratutto verso 1’ apice, sono elevati. Il corpo in- feriormente è più lucente che al disopra; il prosterno ed il mesosterno hanno grossi punti, 1’ addome li ha finissimi, visibili soltanto ad un buon ingrandimento. Wallardi (Travancore), E. P. Favre, 1904. Collezione Donckier de Donceel e del Museo Civico di Genova. Gonophora clathrata u. sp. Late elongata, retrorsum ampliata, suhdepressa, nitida ; capite flavo- ferrugineo, vertice vitta nigra V— formi, antennis nigris, articulo basali intus ferrugineo, articulis duohus apù calibus albidis ; thorace flavo— ferrugineo, macula parva utrin- que et vitta media undulata retrorsum angustata, nigris ; scutello nigro ; elytris nigris, basi anguste ferrugineis, limbo apicali albido ; subtus flava, pedibus flavo- ferrugmeis. Capite tenue irregulariter punctulato, antennis apice haud incras- satis ; thorace aeque longo ac lato, antrorsum angustato, la- teribus ad angulos anticos breviter profunde sinuatis, disco medio depì anato, linea media longitudinali laevi, subelevata , sulcata, basi et apice abbreviata, utrinque excavato et cari- nulato, undique crasse et crebre punctato ; scutello laevi; elytris retrorsum ampliatis, apice oblique truncato—rotundatis et ser- rulatis, supra deplanatis, tricarinatis, carina externa minus elevata, interstitiis seriatim punctatis et transverse costatis. Long. 6 viill. — 180 — Il capo ed il torace sono di un giallo ferrugineo ; il primo porta sul vertice una linea nera foggiata a V, 1’ altro è percorso nel mezzo da una striscia, pure nera, più larga all’ apice che alla base e che si ristringe in due parti, cioè prima e dopo la metà ; inoltre ha una piccola macchia nera per ciascun lato, situata presso il margine. Le antenne sono nere cogli ultimi due articoli bianchicci ed il basale ferru- gineo soltanto sul lato interno. G-li elitri sono neri, col lembo apicale biancastro e con un orletto basale ferrugi- neo. Il corpo inferiormente è giallo, coi piedi giallo-fer- ruginei. I primi due articoli delle antenne sono più grossi degli altri, i seguenti sono tutti quasi dello stesso spessore fino all’ apice. Il capo presenta piccoli punti, un poco più fitti verso la base delle antenne e sulla linea nera del vertice. Il torace è tanto lungo quanto largo, all’ apice è di poco più largo del capo, quindi si allarga ; i lati in corrispon- denza degli angoli anteriori presentano una marcata ma breve sinuosità, il disco è nel mezzo, e sopratutto alla base, depresso; ha una linea mediana longitudinale un poco ele- vata, liscia e solcata, che non raggiunge nè 1’ apice nè la base; i lati sono largamente escavati e 1’ escavazione è li- mitata al lato interno da una carena curva ; la punteggia- tura è grossa e fìtta dapertutto, ma è specialmente più forte nel mezzo del margine anteriore. Crii elitri sono più larghi in addietro che alla base e la loro dilatazione comincia a poca distanza dagli omeri ; air apice sono obliquamente troncato-arrotondati ed il margine apicale è minutamente seghettato ; il disco nel mezzo è depresso ; ciascuno ha tre carene, delle quali la terza (o più esterna) è meno spor- gente ; gli intervalli fra le carene sono percorsi da una du- plice serie di punti e ciascuna coppia di punti è separata dall’ altra per mezzo di una forte costa trasversale ; il se- condo intervallo alla base è più largo degli altri ed ivi i punti sono disposti in serie triplice. — 181 — Sumatra : Palembang. Collezione Donckier de Donceel e del Museo Civico di Genova. La specie che più. somiglia alla presente è la cariosicollis di Sarawak, la quale però è più lucente, ha il corpo più stretto e diversamente colorato, le antenne tutte nere, gli elitri meno allargati in addietro e il torace scolpito in modo diverso. Paradownesia distincta n. sp. Elongata^ fulva, nitida, antennis, articulo basali excepto, et elytris postice nigris; capite antice truncato, utrinque valde porrecto, tenue punctulato, vertice lineola impressa longitudi- nali abbreviata instructo; antennis validis, apice paullo incras- satiSj articulo primo crasso, angulo apicali externo valde porrecto et acuto, articulo ultimo apice acuminato; thorace latiore quam longo, lateribus subpar allelis, antrorsum rotun- datis, leviter convergentibus, margine basali fortiter Insinuato, disco convexo, irregulariter sparsim punctulato, utrinque ad marginem longitudinaliter depresso ; elytris thorace fere aeque latis, apicem versus perparum angustatis, margine apicali late depresso, convexis, humeris prominulis, striato^punctatis, punctis minutis, interstitiis planis. Long. 8—9 ^jo millim. E lucente e di colore fulvo ; le antenne però, tolto il primo articolo, sono nere e gli elitri lo sono pure per un poco più di un terzo apicale. La troncatura anteriore del capo è molto sporgente da una parte e dall’ altra, termi- nando in un angolo smussato all’ apice ; la scultura si com- pone di punti minuti e irregolari e vi è sul vertice una lineetta longitudinale, impressa, sottile e accorciata. Le antenne sono corte e piuttosto robuste, leggermente ingros- sate verso 1’ apice ; 1’ articolo basale è grosso ed ha l’ angolo — 182 — anteriore esterno molto sporgente ed aguzzo. Il torace è un poco più largo che lungo, i suoi lati quasi paralleli si ar- rotondano e convergono leggermente in avanti; il margine basale è fortemente bisinuato, il disco è moderatamente convesso, depresso longitudinalmente verso il margine la- terale e scolpito di punti piccoli, poco litti e irregolari. Grli elitri sono quasi uguali al torace in larghezza e lo su- perano di quattro volte in lunghezza ; dalla base all’ apice si ristringono molto poco e il loro margine apicale è de- presso ; sono convessi e striato-puntati; i punti delle strie sono minuti e gli intervalli piani. Quest a specie può collocarsi in vicinanza della parallela (1), dalla quale però facilmente si distingue. Wallardi (Travancore). E,. P. Favre 1904. Collezione Donckier de Donceel e del Museo Civico di Genova. Dactylispa sulcafa Chap. Hispa sulcata Chap., Ann. Soc. Entom. Belg., XX, 1877, p. 57. Chapuis ha descritto questa specie sopra un esemplare di provenienza ignota. L’ ho avuta in comunicazione dal Mu- seo di Bruxelles, per cortesia del Sig. Severin, e dal suo aspetto, nonché da un insieme di caratteri, parmi di potere stabilire che essa appartenga indubbiamente alla fauna Afri- cana. La massima sua affinità è colla capicola Péring., di cui ho alla mano un esemplare donatomi dall’autore; però le due specie sono ben distinte 1’ una dall’ altra. Dactylispa Vethi n. sp. Rufo-ferruginea, antennis nigris, elytrorum spinis discoida- libus nigris^ lateralihus flavo-ferrugineis apice infuscatis, pe- (1) Vedi: Gestro, u Annali del Museo Civico di Storia Naturale di Genova; « serie 2^, voi. XX (XL) 1899, p. 220. — 183 — dihus flavescentibus. Capite inter oculos fomolato; antennis valde elongatis, articulis 2" et 3" hrevibus^ 4"" duobus prae- cedentibus simul sumptis longiore; thorace transmrso^ apice angustato, disco subdeplanato, tuberculis tribus elongatis loevi- bus^ lateribus trispinosis^ spinis duabus anticis basi connexis, tertia breviore Ubera ; elytris crasse seriatim punctatis^ inter- stitiis alternis eleratis, spinis discoidalibus validis^ basi in- crassatis^ lateralibus gracilioribus, curri minoribus alternan- tibus^ apicalibus brevissimis. Long. 4 ^5 rnillim. D’ un rosso ferrugineo, colle antenne e le spine discoidali degli eli tri nere ; le spine marginali di questi sono giallo- ferruginee coll’ estremo apice scuro ; i piedi sono giallastri. Il capo presenta una piccola fossetta in mezzo agli occhi. Le antenne sono molto lunghe e piuttosto gracili ; il primo articolo è lungo e robusto ; i due seguenti sono molto più corti ; però il terzo è un poco più lungo del secondo ; il quarto è alquanto più lungo dei due precedenti presi insieme e circa della stessa lunghezza del primo ; il quinto ed i seguenti sono meno lunghi del quarto. Il torace è fortemente trasverso, ristretto all’apice; il disco è quasi appiattito e presenta tre sporgenze longitudinali allun- gate, liscio ; gli spazii fra queste sporgenze sono irrego- larmente punteggiati ; le spine apicali sono abbastanza lunghe, unite alla base in un breve stelo, l’anteriore è più corta dell’ altra e si rivolge in avanti ed in alto con leg- gera incurvatura ; le spine laterali sono tre, due anteriori quasi uguali fra di loro, unite insieme alla base e dirette obliquamente all’ esterno e in avanti, e una posteriore li- bera, più corta delle precedenti, rivolta all’ esterno e alquanto in addietro. Crii elitri sono larghi, scolpiti di grossi punti allineati in serie, con gli intervalli alterni elevati; le spine sul disco sono robuste e ingrossate alla base ; quelle dei lati sono meno robuste, lunghe e alternanti con spine più — 184 — corte e più gracili ; le apicali sono estremamente corte e ridotte a piccoli denti. La specie è ben caratterizzata dalla struttura delle an- tenne, di cui il terzo articolo è molto breve. Essa proviene da Preanger (Giava S. 0.), ove fu raccolta da P. F. Sijthoff e i due esemplari su cui ho fondato la mia descrizione mi furono favoriti dal Dott. H. J. Veth, cui mi compiaccio dedicarla. Dactylispa crassicuspis n. sp. Ohlonga, capite nigro^ vitta media rufescente inter oculos ; antennis flavo-ferrugineis^ articulo basali piceo tincto ; tho- race nigro^ opaco, vitta media abbreviata rufescente^ spinis flavo- ferrugineis^ summo apice nigris ; scutello nigro, aluta- ceo ; elytris nitidis, nigris^ maculis discoidalibus et margine laterali flavo-ferrugineis ; subtus nigra, abdominis lateribus pedibusque flavo-ferrugineis. Antennis elongatis, articulis quinque ultimis prcecedentibus crassioribus ; thorace trans- verso, apice angustato, disco deplanato, basi transverse late depresso, crebre punctato^ linea media laevi abbreviata excepta, spina antica marginis anterioris apice appendiculata, late- ribus trispinosis, spinis e lobo angusto orientibus, duabus an- ticis basi connexis^ postica pa^rum remota; elytris latis, margine humerali fortiter elevato-carinato, spinisque sex validiusculis, depressis, armato^ angulo externo apicali spinis connexis praedito ; spinis marginalibus modice elongatis, apicalibus brevioribus^ disco tuberculis crassis compressis, apice acutis, ornato. Long. 4 millim. Il capo è nero, con una breve striscia rossastra in mezzo agli occhi, le antenne sono giallo-ferruginee col primo ar- ticolo macchiato di scuro ; il torace è nero, con una breve — 185 — striscia mediana discoidale rossastra, le sue spine però sono giallo-ferruginee e soltanto il loro estremo apice è tinto di nero. Lo scudetto è nero. Gli elitri sono lucenti e neri, hanno però sul disco alcune aree giallo— ferruginee e dello stesso colore sono i margini laterali ed apicale. Il corpo al disotto e nero, coi piedi e i lati dell’ addome giallo— ferru* ginei. Il capo è solcato longitudinalmente in mezzo agli occhi, le antenne sono lunghe, piuttosto robuste ed hanno i cinque ultimi articoli alquanto ingrossati. Il torace è largo, tra- sverso, attenuato all’ apice e i suoi lati hanno un’ insena- tura ben marcata dietro le spine ; il disco è piuttosto ap- piattito e presenta una larga depressione parallela alla base; esso ha punti molto fitti dapertutto, tolto che sulla linea mediana rossastra, che è liscia. Delle spine apicali la po- steriore è quasi perpendicolare al piano del disco, l’ante- riore è più corta, si rivolge obliquamente in avanti con leggera incurvatura, e all’ apice presenta una piccola ap- pendice. Le spine dei lati sono tre e nascono tutte da un lobo comune molto stretto ; le due anteriori, un poco più lunghe, sono unite insieme alla base e la terza è poco di- scosta dalle precedenti. Lo scudetto è largo, troncato-arro- tondato all’ apice e alutaceo. Gli elitri sono puntato-striati, cogli interstizi! abbastanza elevati ; il loro margine omerale è molto sporgente, carenato e munito di sei denti depressi, in modo da formare una specie di cresta molto marcata. Tre spine dell’ angolo apicale esterno si saldano insieme e formano una grossa sporgenza ad apice tricuspidato, molto caratteristica. Le spine del margine laterale sono numerose e discretamente lunghe, quelle del margine apicale sono molto più corte. Sul disco, invece di spine, si trovano grossi tubercoli compressi, ad apice acuto. La D. crassicuspis si deve mettere in immediata vici- nanza della japonica Baly, alla quale somiglia molto ; però per distinguere le due specie con facilità basta notare che — 186 la japonica lia le spine degli elitri notevolmente più corte, la cresta omerale meno sporgente e colle spine più accor- ciate e la sporgenza dell’ angolo apicale esterno molto meno marcata. I nove esemplari comunicatimi dal signor H. Donckier de Donceel, provengono dal Yunnan. Essi non sono tutti uguali ; alcuni differiscono da quello che ho scelto come tipo della specie per la colorazione del torace, in ‘ cui la striscia mediana rossastra si allarga tanto da diventare una macchia, oppure il nero, invece di essere la tinta fonda- mentale, si riduce a due larghe macchie. Talvolta il giallo- ferrugineo degli elitri è in predominio sul nero e invade anche la parte anteriore della cresta omerale. Varia pure il numero delle spine della cresta omerale fra cinque e sette e non manca 1’ assimetria (cosa frequente nelle Hispidae)^ infatti un esemplare ha sette spine sulla cresta omerale di un lato e sei sull’ opposta. Dactylispa vulniffica n. sp. Sat elongata, nitida^ capite testaceo- ferrugineo, pone ocu- los nigro, antennis testaceo-ferrugineis apice vix infuscatis ; ìhorace nigro, marginibus, spinis et linea media discoidali medio dilatata, testaceo-ferrugineis ; elytris nigris^ margine laterali et apicali, spinis apicalihus maculisque discoidalihus testaceo-ferrugineis ; subtus nigra^ ahdomine pedibusgue pal- lide flavis. Capite inter oculos medio longitudinaliter sulcato et tenuissime striolato ; antennis sat elongatis, apice lemter incrassatis, articulo tertio primo iongiore^ sequentibus bre- vioribus ; thorace transverso ^ apice angustato^ disco depla- nato^ transverse biimpresso, linea media marginibusque excep- tis, crebre punctato et breviter albo-piloso, lateribus spinis 3 (2,1) armatis] scutello alutaceo ; elytris crasse punctato- striatis, spinis discoidalibus longis^ basi incrassatis, lateribus — 187 — spinis longis parce armatis, i^pinis apicalìhtis multo bre- viorihus. Long. 4 millim. E lucente ed ha il capo testaceo-ferrugineo, nero dietro agli occhi. Le antenne sono esse pure testaceo-ferruginee, coll’ apice appena sensibilmente più scuro. Il torace ha questa stessa tinta sui suoi margini, sulle spine e sopra una linea mediana discoidale allargata nel mezzo; tutto il resto è nero. Lo scudetto è opaco, alutaceo, nero, coll’apice alquanto rossastro. Gli elitri sono neri ; però il loro mar- gine laterale, e più largamente l’ apicale, nonché alcune macchie discoidali, sono testaceo-ferruginee ; le spine tanto discoidali quanto laterali sono nere ; soltanto le apicali hanno lo stesso colore del punto in cui sono inserite. Il corpo inferiormente è nero sul petto ; 1’ addome ed i piedi sono d’ un giallo slavato. Il capo presenta, in mezzo agli occhi, alcune finissime strie longitudinali, oltre ad un solco mediano. Le antenne sono piuttosto lunghe e leggermente ingrossate all’apice; il primo articolo è lungo e poco robusto ; il terzo è notevol- mente più lungo del primo ; il quarto è più corto del terzo ; il quinto quasi uguale al quarto; il sesto ed i seguenti più corti. Il torace è trasverso, ristretto in avanti; il disco è ap- piattito, con fini e brevi peli bianchi e con punti fitti, tolto che sulla linea mediana e sui margini; le spine sono poco ro- buste ; nel margine anteriore quella di dietro è quasi perpen- dicolare al piano del disco, l’altra è più corta e si dirige obli- quamente in avanti ed in alto, facendo colla posteriore un angolo poco aperto; le spine laterali sono tre, due anteriori saldate insieme alla base e quasi ugualmente lunghe e una posteriore libera, molto più corta delle precedenti e diretta obliquamente all’esterno e in addietro. Gli elitri sono piut- tosto allungati, scolpiti di punti grossi allineati densamente, 6 armati di spine lunghe; quelle del disco sono ingrossate alla 13 Anno XXX VI II. 188 base; le marginali sono assai poco numerose, variando fra nove e undici per ciascun lato, comprese le apicali, le quali sono molto più corte delle altre. Yunnan. Collezione Donckier de Donceel e del Museo Ci- vico di Genova. Dactylispa seminigra n. sp. Testaceo- ferrugìnea^ suìmitida; antennis nigris apice fuT X)escentihus ; spinis thoracis apice, elytrorum parte postica spinisque^ nigris ; pedihus jiavo-ferrugineis ; capite inter oculos longitudinaliter sulcato^ tenue obsolete punctulato ; thorace valde transverso, apice angustato, disco suhdeplanato, basi et apice transverse depresso^ medio longitudinaliter sulcato, parum profunde irregulariter punctato, spinis anticis e sti- pite brevi comuni orientibus, lateribus trispinosis, spinis dua- bus anticis suboequilongis^ e stipite comuni brevi crasso orien- tibus, tertia libera multo breviore ; scutello alutaceo ; elytris latis, punctato-striatis, punctis crassis et crebris, spinis di- scoidalibus longis^ validis, basi brevioribus^ lateralibus lon- gioribus cum minor ibus alternantibus^ apicalibus brevioribus. Long. 5 rnillim. E di colore testaceO“-ferrugineo, colle antenne nere, salvo sull’ estremo apice, le spine del torace tinte di nero sulla punta, gli elitri neri per un buon terzo posteriore e colle spine pure nere; il nero apicale si spinge un poco in avanti, fino alla metà, nel mezzo del disco ed anche oltre la metà sul margine laterale ; i piedi sono giallo-ferruginei. Il capo in mezzo agli occhi è longitudinalmente solcato e con qualche punto assai fine. Le antenne sono poco robuste, col terzo articolo quasi lungo come il primo e un poco più lungo del quarto ; il quinto, sesto e settimo quasi uguali fra di loro e appena più corti del quarto ; gli ultimi quattro un — 189 — poco più accorciati del precedente. Il torace è fortemente tra- sverso, ristretto alf apice, col disco quasi appiattito e percorso nel mezzo da un solco longitudinale e con punteggiatura superficiale ed irregolare ; le coppie di spine del margine anteriore sono sostenute ciascuna da uno stelo comune corto; la spina anteriore è più breve e rivolta obliqua- mente in avanti, la posteriore è inserita perpendicolar- mente al piano del disco e all’apice presenta una leggera incurvatura in addietro ; i lati hanno tre spine, due ante- riori, quasi ugualmente lunghe, saldate insieme alla base in uno stelo comune corto e assai robusto, rivolte obliqua- mente alquanto in alto e in avanti, e una posteriore libera molto più corta delle precedenti, (jrli elitri sono larghi, ab- bastanza regolarmente striato -puntati e coi punti grossi e fitti ; le spine discoidali sono più lunghe in addietro e al- l’apice che alla base; le laterali sono più lunghe delle di- scoidali, ma fra 1’ una e l’altra vi sono larghi intervalli occupati da una, o più, spine molto più corte ed esili ; le apicali sono più brevi delle laterali. L’unico esemplare che ha servito per la descrizione e che appartiene alla collezione Oberthùr, fu raccolto da H. Fruhstorfer, nell’agosto 1898, sul monte Gede (Giava occidentale). Dactylispa maculithorax n. sp. Testaceo- ferruginea^ nitida, antennaruni articulis primo, basi, et ultimo infuscatis, thorace nigro himaculato, scutelli basi utrinque nigra, elytrorum spinis discoidalibus pector eque nigris. Capite impunctato, inter oculos longitudinaliter sul- cato ; antennis longis, gracilibus, articulo tertìo primo panilo breviore, articulis 3-8 fere aequilongis, 9-11 breviorihus ; tho- race transverso, apice angustato, lateribus trispinosis, spinis duabus anticis longioribus basi connexis, tertia multo breviore, — 190 — praecedentihus approximata^ disco òasi transverse depresso, medio areolis trilms longitudinalibus elevatis laevibus, coeterum sat crebre punctato ; scuteìlo aliitaceo; elytris latis^ crasse pun- ctato-striatis, interstitiis alternis subelevatis, spinis discoida- hbus nigris, praecipue ad apicem validis et longis, spinis duabus hnmeralibus omnino testaceo- ferrugineis^ vel testaceo- ferrugineis apice nigro; spinis lateralibus longioribus, cum mi- noribus alter nantibus^ fìavo-ferrugineis, angulo externo api- cali excepto<; spinis apicalibus brevissimis. Long. 4 mill. E di colore testaceo ferrugineo, colle antenne tinte più o meno di scuro alla base del primo articolo e sull’ultimo ; il torace presenta due macchie discoidali oblique, nere ; lo scudetto è nero da una parte e dall’altra della sua base; gli elitri hanno due spine omerali testaceo-ferruginee per intero, oppure solo alfapice, le discoidali sono nere, le marginali giallo-ferruginee, ad eccezione di due all’angolo apicale esterno. Il petto è nero. Il capo è solcato pel lungo fra gli occhi. Le antenne sono lunghe e sottili ; il terzo articolo è alquanto più corto del primo; gli articoli dal terzo all’ottavo si può dire siano quasi uguali fra di loro in lunghezza e i tre ultimi sono un poco più corti dei precedenti. Il torace è trasverso, ri- stretto all’apice ; delle due spine del margine anteriore la posteriore è, si può dire, perpendicolare al piano del disco mentre l’altra, che è assai più corta, si rivolge obliqua- mente in avanti e in alto con leggera incurvatura ; le spine dei lati sono tre, due anteriori più lunghe, quasi uguali fra di loro, unite insieme alla base e una posteriore molto più corta, rivolta obliquamente all’esterno e alquanto in addietro e inserita vicino alla base delle precedenti ; sul disco osserviamo una depressione trasversale alla base^ e nel mezzo tre piccole sporgenze longitudinali, liscio, mentre il resto è scolpito di punti assai fitti. Crii elitri — 191 — sono larghi, puntato-striati, cogli intervalli fra le serie dei grossi punti leggermente elevati ; le spine presso lo scu- detto sono corte, quelle del disco lunghe e robuste sopra- tutto verso l’apice; le spine del margine laterale sono più lunghe delle discoidali e alternano, irregolarmente con spine minori; quelle del margine apicale sono estremamente corte e ridotte a piccoli denti. Yunnan. Collezione Donckier de Donceel e del Museo Civico di Genova. Dactylispa hirsufa n. sp. Testaceo- ferruginea, antennis articulis trihus basalibus fu- scis, thoracis disco, areolis duabus exceptis, nigro, albo-piloso, spinis apice infuscatis ; elytris nigro maculatis, albo pilosis, spinis discoidalibus nigris, lateralibus, angulo apicali excepto, testaceo-ferrugineis apice mfuscatis ; subtus pectoris lateri- bus nigris ; pedibus dilutioribus. Capite longitudinaliter late sulcato, juxta oculos dense albido piloso ; antennis articulo tertio primo subaeque longo, quarto et sequentibus paullo brevioribus^ quinque ultimis levissime incrassatis ; thorace transmrso^ apice angustato^ disco deplanato, medio longitu- dinaliter carinulato^ carinula laevi, juxta carinulam utrin- que areola orata, obliqua, leviter elevata, laevi, caeterjim sat crasse irregulariter punctato ; lateribus trispinosis, spinis duabus anticis basi connexis, sursum leviter incurvatis, ter- tia libera breviore, recta; elytris crasse seriatim punctatis, inter stitiis elevatis, spinis discoidalibus sat longis et validis, apicalibus brevioribus. Long. 4 millim. È di un testaceo ferrugineo ; i primi tre articoli delle antenne sono scuri ; il torace è nero, coi margini e duo areole discoidali testaceo— ferruginee ; anche le spine hanno — 192 — questo colore, però sono scure all’apice; gli elitri sono mac- chiati di nero alla base delle spine e fra una spina e l’al- tra; le spine discoidali sono nere, le marginali testaceo-fer- ruginee ad apice nero, eccettuate alcune (tre o quattro) all’angolo esterno apicale. Il capo presenta un largo solco longitudinale e lungo il margine interno degli occhi ha peli biancastri fitti e lu- centi. Il terzo articolo delle antenne è quasi lungo come il primo ; il quarto ed i seguenti sono un poco più corti del terzo e gli ultimi cinque sono assai leggermente ingros- sati. Il torace è trasverso, ristretto all’apice, appiattito sul disco; questo è opaco, con peli bianchi e percorso nel mezzo da una sottile carena longitudinale, liscia; su cia- scun lato di questa carena, circa nel mezzo del disco, tro- vasi una piccola area ovale, obliqua, alquanto elevata e liscia; il resto è scolpito di punti abbastanza grossi e ir- regolari. Delle spine apicali l’anteriore è più corta assai della posteriore; delle laterali, che sono in numero di tre, le due anteriori sono unite insieme alla base, quasi uguali fra di loro in lunghezza e leggermente incurvate in alto, la posteriore invece è libera, più corta circa d’una metà e diritta. Crii elitri sono piuttosto lucenti, con peli bianchi e con grossi punti allineati in serie, separate da interstizii elevati. Le spine discoidali sono abbastanza lunghe e ro- buste, sopratutto agli omeri e verso Fapice ; le laterali sono anche esse lunghe ; le apicali notevolmente più brevi. Le spine marginali oscillano fra quindici e sedici per cia- scun lato. Questa specie è vicina alla mamlipennis Kraatz, di cui ho potuto esaminare il tipo per cortesia della Direzione del Museo Nazionale Entomologico di Berlino; ma ne dif- ferisce per parecchi caratteri, fra i quali è importante la presenza della carena longitudinale e delle due aree ele- vate e liscie sul disco del torace. Anche nella suahelorum Weise, troviamo una carena — 193 — longitudinale e due aree elevate, liscie sul disco del torace; ma le antenne in questa specie sono assai più corte e più robuste ed è anche diversa la proporzione relativa dei loro articoli. Ho osservato alcune differenze individuali nelle antenne, in cui la tinta scura degli articoli si estende talvolta lino al quarto, talvolta invece non oltrepassa il secondo, e nelle due spine anteriori dei lati del torace, che sono, ora più, ora meno curve. Africa orientale germanica: Usambara e Derema, L. Con- radt 1891. Collezione Oberthiir e del Museo Civico di Genova. INDICE DELLE MATERIE CONTENUTE NEL VOLUME DELl’ ANNO TRENTOTTESIMO Adolfo Duckb. — Secondo supplemento alla revisione dei Crisididi dello stato brasiliano del Farà Pag. 3 Roger Verity. — Elenco dei Lepidotteri della Vallombrosa (Appennino Toscano) (800-900 metri) » 20 Ubaldo Roggi. — Contribuzione allo studio dei Lepidotteri del Piemonte » 52 Emilio Corti. — Aggiunte alla Fauna Ditterologìca della Provincia di Pavia ' » 80 Ch. Kerremans. — Materiali per lo studio della Fauna Eritrea raccolti nel 1901-903 dal Dott. A. Andreini. — III Buprestides » 91 Bilancio consuntivo della Società Entomologica italiana — Anno 1904 > 105 J. J. Kieffer. — Description de deux Diapriides nouveaux . » 107 Angela Gozo. — Gli Aracnidi di caverne italiane (con fìg.). » 109 F. Silvestri. — Descrizione di una nuova specie di Marga- rodes avente la prima forma larvale bipeda (con fìg.) . . » 140 A. Senna. — Su alcuni Antìpodi Iperini del plancton di Mes- sina (con tìg. e Tav. 1) » 153 R. Gestro. — Materiali per lo studio delle Hispidae ...» 176 BULLETTINO DELLA SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA ANNO TRENTOTTESIMO (XXXVIII) Trimestre I-II. (Dal Gennaio al Giugno 1906) FIRENZE TIPOGRAFIA M. RICCI, VIA SAN GALLO, 31 a spese degli Editori 1306 (Pubblicato il r Giugno 1907). INDICE DELLE MATERIE CONTENUTE NEL VOLUME DELl’ ANNO TEENTOTTESIMO Adolfo Ducke — Secondo supplemento alla revisione dei Crisìdidi dello stato brasiliano del Farà Pag. 3 Roger Verity. — Elenco dei Lepidotteri della Vallombrosa (Appennino Toscano) » 20 Emilio Corti. — Aggiunte alla Fauna Ditterologica della Provincia di Pavia » 80 Ch. Kerremans. — Materiali per lo studio della Fauna Eritrea raccolti nel 1901-903 dal Dott. A. Andreini. — III Buprestides . . » 91 Bilancio consuntivo della Società Entomologica italiana — Anno 1904 > 105 ESTRATTO DALLO STATUTO La Società Entomologica Italiana, fondata nel 1869, si compone di un numero illimitato di Soci : gli italiani e gli stranieri possono egualmente appartenervi. I Soci sono di tre categorie: Soci onorari, effettivi e studenti. I primi vengono eletti a maggioranza di voti dall’ Assemblea generale; i secondi pagano una tassa annua di lire quindici (15); i Soci studenti pagano una contribuzione di lire dieci (10) e dopo tre anni divengono Soci effettivi. La tassa annuale è dovuta alla Società nel 1.® trimestre d’ogni anno. I Soci effettivi che pagheranno in una sol volta lire duecento (200) diventano soci a vita. Soci morosi del pagamento di più anni sono radiati dall’ albo della Società. Tutti i Soci ricevono le pubblicazioni della Società. L’accettazione dei lavori da pubblicarsi spetta al Comitato residente. Gli autori delle memorie ricevono gratuitamente 50 copie a parte ; deside- randone un numero maggiore le possono avere ai seguenti prezzi: G O F* I E 50 75 100 Lire Lire Lire Per 4 pagine . . 2,50 2,75 3 — Per 8 pagine (mezzo foglio) 3,— 3,50 4 — Per 12 pagine 3,50 4,25 5 — Per 16 pagine (un foglio) 5,— 6 — Per ogni foglio di 16 pagine in più 3,50 3,75 4 — W. B. — Nei detti prezzi e compresa una copertina semplice. La copertina stampata e le altre modificazioni {come scompaginazione, doppia nu- merazione, carta più fine ecc.) sono d’ora innanzi a tutto carico degli autori. Agli autori delle memorie pubblicate nel Ballettino compete ogni re- sponsabilità delle opinioni e fatti esposti. I Soci effettivi residenti nel Regno possono consultare i libri della bi- blioteca sociale, purché ne rilascino ricevuta ed assumano a loro carico le spese d’ invio. GUIDO PONS, raccoglitore e preparatore naturalista, Socio della Società Entomologica italiana. Firenze, Via della Chiesa, 71. Si offre per raccolte e preparazioni di animali vertebrati ed invertebrati della fauna italiana. — Collezioni determinate per l’ insegnamento. — Collezioni di Entomologia applicata e di Biologia. JUNK WILHELM. — Entomologen-Adressbuch. Berlin- •1905 (Mk. 5). — Il solerte editore Junk (Rathenower Strasse, 22, Berlin N.W) ha di recente pubblicato questo Annuario degli entomologi di tutto il mondo coll’ indica, zione dei loro studi. E un utile libro che riuscirà gradito ad ogni cultore dell’ Entomologia. DELLA SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA ANNO TRENTOTTESIMO (XXXVIII) Trimestre III-IV. (D al Luglio al Dicembre 190 6) FIEENZE TIPOGRAFIA M. RICCI, VIA SAN GALLO, 31 a spese degli Editori 1906 (Pubblicatoli 1° Aprile 1908). INDICE DELLE MATERIE CONTENUTE NEL VOLUME DELl’ ANNO TKENTOTTESIMO (Fascicolo 30 e 4ó). J. J. Kibffer. — Description de deux Diapriides nouveaux. Pag. 107 Angela Gozo. — Gli Aracnidi di caverne italiane (con fìg.). ^ 109 F. Silvestri. — Descrizione di una nuova specie di Marga- rodes avente la prima forma larvale bipeda (con fig.). . » 140 A. Senna. — Su alcuni Antìpodi Iperini del plancton di Mes- sina (con tìg. e Tav. 1) » 153 R. Gestro. — Materiali per lo studio delle Hispidae ...» 176 V.